Academic literature on the topic 'I limiti all'autonomia negoziale'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'I limiti all'autonomia negoziale.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "I limiti all'autonomia negoziale"

1

Pinto, Vito. "La legge e i condizionamenti dell'autonomia collettiva. Considerazioni critiche a partire da una sentenza della Cassazione sul contratto di lavoro intermittente." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 167 (October 2020): 627–38. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-167008.

Full text
Abstract:
Il saggio, muovendo da una sentenza della Corte di Cassazione, affronta il tema della legittimi-tà delle clausole collettive che vincolano l'autonomia negoziale del datore di lavoro nell'utilizzo del lavoro intermittente laddove ammesso dal legislatore o da decreti ministeriali; e, più in ge-nerale, delle condizioni necessarie affinché la legge possa legittimamente impedire all'autonomia collettiva di intervenire sull'assetto degli interessi individuali dalla stessa fissato in via eteronoma.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

de Salvia, Azzurra. "Le conseguenze del caso Laval sul sistema svedese di relazioni industriali." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (February 2012): 92–95. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003006.

Full text
Abstract:
A seguito della sentenza Laval della Corte di Giustizia del dicembre 2007, i sindacati svedesi, responsabili di un'azione collettiva tesa ad ostacolare pratiche di social dumping adoperate da un prestatore di servizi straniero, sono stati condannati al risarcimento dei punitive damages. Tale vicenda ha dato avvio ad un processo di revisione della normativa svedese, culminato con l'adozione della legge cd. Laval che ha posto rilevanti limiti all'autonomia collettiva e al conflitto, vietando altresě le azioni collettive nei confronti di imprese estere vincolate da un contratto collettivo stipulato nel proprio Paese d'origine con le organizzazioni sindacali locali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Liebman, Stefano. "Prestazione di attivitŕ produttiva e protezione del contraente debole fra sistema giuridico e suggestioni dell'economia." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 128 (December 2010): 571–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-128002.

Full text
Abstract:
Lo scritto riproduce una delle relazioni introduttive alle Giornate di studio Aidlass 2010 dedicate alla riflessione sulle "linee di confine" del diritto del lavoro nel sistema giuridico privatistico: in particolare č destinato ad approfondire le somiglianze ed i momenti di contatto che, nell'ambito del sistema giusprivatistico, sono andati sviluppandosi fra la regolazione della fattispecie tipica di riferimento del diritto del lavoro - il contratto di lavoro subordinato - e alcune nuove figure contrattuali in relazione alle quali la disciplina speciale, di ispirazione prevalentemente europea, tende a porre precisi limiti legali all'autonomia contrattuale delle parti a protezione del contraente debole. Esaminate le novitŕ piů significative in materia di "contratti di impresa" ed esclusa la possibilitŕ di ricavarne una ratio unitaria, lo scritto si concentra sulla ricostruzione del tradizionale dibattito lavoristico in tema di subordinazione, pervenendo alla conclusione di una permanente attualitŕ del profilo di rilevanza dei "poteri di governo" interni alla relazione contrattuale nella parametrazione della disciplina protettiva.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Pischetola, Adriano. "La responsabilità tributaria solidale del Notaio." Trusts, no. 3 (June 1, 2022): 506–22. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.123.

Full text
Abstract:
Tesi La Suprema Corte di cassazione nelle due sentenze n. 36599 e n. 36598 del 2021 consente di affrontare la questione dei limiti posti alla responsabilità tributaria solidale del notaio, con riferimento alla netta distinzione che intercorre ai sensi dell’art. 42 del TUR tra l’imposta principale, da un lato, e le imposte complementare e suppletiva dall’altro, sia pure a fronte della vigente procedura di registrazione telematica degli atti. Gli arresti giurisprudenziali appaiono di particolare rilevanza, peraltro, proprio con riferimento alle fattispecie da cui sono state originate (due atti istitutivi di altrettanti trust autodichiarati), in quanto inducono ad elaborare parallelamente riflessioni circa la corretta applicazione delle imposte indirette in un particolare ambito operativo e negoziale, interessato, come è noto, da un graduale processo evolutivo intrapreso dalla medesima giurisprudenza di legittimità e, sia pure solo di recente, dall’Amministrazione finanziaria. The author’s view The Supreme Court of cassation in the two judgments n. 36599 and n. 36598 of 2021 allows to face the question of the limits placed on the joint tax liability of the notary, with reference to the clear distinction that exists pursuant to art. 42 of Presidential Decree no. 131/86 between the main tax, on the one hand, and the complementary and supplementary taxes on the other, albeit in the face of the current procedure for electronic registration of documents. The jurisprudential arrests appear to be of particular relevance, however, precisely with reference to the cases from which they originated (two deeds of incorporation of as many self-declared trust), as they induce to elaborate at the same time reflections on the correct application of indirect taxes in a particular operational context and negotiation, affected, as is known, by a gradual evolutionary process undertaken by the same Jurisprudence of legitimacy and, albeit only recently, by the financial Administration.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "I limiti all'autonomia negoziale"

1

CORDOVA, GIOVANNA. "GLI ACCORDI TRA IL CITTADINO E L'AMMINISTRAZIONE: I LIMITI ALL'AUTONOMIA NEGOZIALE E GLI ONERI ESORBITANTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/123245.

Full text
Abstract:
La tesi ha ricostruito il tema dell’esercizio del potere amministrativo in via consensuale. Si è partiti dalla constatazione che nello scenario attuale si è, sempre più, diffuso l’agire dell’amministrazione secondo modelli negoziati. Più in particolare, in assenza di una norma che disciplini puntualmente il processo di formazione dell’accordo pubblico, la ricerca ha indagato quali siano i poteri spettanti all’amministrazione ed al cittadino nella fase propedeutica alla conclusione dell’accordo. Si è, inoltre, evidenziato che si sta assistendo ad un fenomeno di espansione dell’istituto in esame anche al di là del dettato normativo. La ricerca ha affrontato anche il tema dei possibili contenuti degli accordi pubblici e ha individuato le clausole pattizie che più frequentemente sono inserite nei documenti convenzionali tra queste l’attenzione si è incentrata sulle clausole contenenti i cd. ‘oneri esorbitanti’. Ci si è chiesti se e in quale misura la pubblica amministrazione possa, attraverso tali clausole, ottenere risultati maggiori rispetto a quelli conseguibili con il provvedimento amministrativo unilaterale, senza che venga violato il principio di legalità. La giurisprudenza amministrativa, attualmente prevalente, ritiene tali clausole pienamente legittime in quanto frutto di un libero consenso del privato. L’analisi ha avuto come punto di riferimento di tutta la ricerca il quesito se e come il principio consensualistico possa coniugarsi con il principio di legalità. Infine nella ricerca si sono individuati i possibili limiti all’autonomia negoziale del privato e dell’amministrazione.
The thesis reconstructed the theme of the exercise of administrative power by consensus. We started from the observation that in the current scenario the action of the administration according to negotiated models has become increasingly widespread. More specifically, in the absence of a rule that regulates the process of forming the public agreement, the research investigated what are the powers due to the administration andthe citizen in the preparatory phase to the conclusion of the agreement. It was also highlighted how we are witnessing a phenomenon of expansion of the institute under consideration even beyond the regulatory dictate. The research also addressed the issue of the possible contents of public agreements and identified the contractual clauses that are most frequently included in conventional documents, among which the focus was on the clauses containing the cd. "exorbitant charges". The central question is whether and to what extent the public administration can, through these clauses, achieve greater results than those achievable by unilateral administrative measure, without violating the principle of legality. Theadministrative case-law, which currently prevails, considers that these clauses are fully legitimate as the result of the free consent of the private individual. The analysis had as a reference point of all the research the question of whether and how the consensual principle can be combined with the principle of legality. Finally, the research concerned the identification of limits to the negotiating autonomy of the private sector and the administration.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Di, Marco Antonio Calogero <1981&gt. "I limiti all'autonomia procedurale degli Stati membri dell'UE in materia risarcitoria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4642/1/DIMARCO_Antonio_Calogero_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
This work analyses the limits that the principle of State liability for damages suffered by individuals because of breach of EU law poses to the procedural autonomy of the Member States of the EU. The introductory part of this work is dedicated to the general character of the limitations EU law poses to the State’s competence in procedural matters. The first part of the research, instead, focuses on the specific limits that european law poses on the rules of procedure related to the legal regime of the right to compensation and its operating conditions; in particular, this first part explores respectively the “substantive” and “procedural” limits that EU law poses to the State’s autonomy to regulate actions for damages for breaches of EU law. The substantial limits concern the conditions of eligibility of liability and the constitutive conditions of the right to compensation; the procedural limits to the action for damages refer to the concrete organization and characteristics of the judicial action. The second part of the research is devoted to rules of procedure governing the relations between judicial remedies explicitly aimed at protecting the right to reparation and other remedies that may be relevant, both europeans and nationals. The first chapter of the second part of this work focuses on the rules governing the relations between the action for damages brought up at the national level and the remedies provided by european Treaties; finally, I explore the relations between the action for damages brought up at the national level and other remedies present in the same national juridical order. I reconstruct all the limits to the procedural autonomy of Member States concerning the right to compensation; consequently, I verify that those limits represent part of the system of internal procedures, able to guarantee the respect of european law.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Di, Marco Antonio Calogero <1981&gt. "I limiti all'autonomia procedurale degli Stati membri dell'UE in materia risarcitoria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4642/.

Full text
Abstract:
This work analyses the limits that the principle of State liability for damages suffered by individuals because of breach of EU law poses to the procedural autonomy of the Member States of the EU. The introductory part of this work is dedicated to the general character of the limitations EU law poses to the State’s competence in procedural matters. The first part of the research, instead, focuses on the specific limits that european law poses on the rules of procedure related to the legal regime of the right to compensation and its operating conditions; in particular, this first part explores respectively the “substantive” and “procedural” limits that EU law poses to the State’s autonomy to regulate actions for damages for breaches of EU law. The substantial limits concern the conditions of eligibility of liability and the constitutive conditions of the right to compensation; the procedural limits to the action for damages refer to the concrete organization and characteristics of the judicial action. The second part of the research is devoted to rules of procedure governing the relations between judicial remedies explicitly aimed at protecting the right to reparation and other remedies that may be relevant, both europeans and nationals. The first chapter of the second part of this work focuses on the rules governing the relations between the action for damages brought up at the national level and the remedies provided by european Treaties; finally, I explore the relations between the action for damages brought up at the national level and other remedies present in the same national juridical order. I reconstruct all the limits to the procedural autonomy of Member States concerning the right to compensation; consequently, I verify that those limits represent part of the system of internal procedures, able to guarantee the respect of european law.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

MONDA, STEFANIA. "Dalle tracking stocks alle azioni correlate: autonomia negoziale, limiti legali ed esperienza applicativa." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2012. https://hdl.handle.net/11565/4054291.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Pisani, Federico. "Knowledge workers management. Concorrenza e invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato: il modello statunitense." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425914.

Full text
Abstract:
Il presente studio affronta gli argomenti della concorrenza e delle invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato statunitense. L’attività di ricerca è stata svolta in parte presso la School of Law della Boston University, USA, sotto la supervisione di Micheal C. Harper, professore di diritto del lavoro. L’argomento presenta una crescente rilevanza, considerato che nella nuova organizzazione produttiva, fondata in gran parte sulla conoscenza globalizzata, al lavoro dipendente si chiede ormai sempre maggiore professionalità, innovazione e creatività. La scelta di esaminare questa tematica dalla prospettiva del “laboratorio USA”, è dovuta al primato di cui tale nazione gode a livello internazionale sul piano economico, scientifico e dell’innovazione dei processi lavorativi, che fanno emergere criticità in altri Paesi probabilmente ancora non avvertite. Al fine di inquadrare gli istituti giudici menzionati nel modello statunitense, si è reso opportuno dare conto del sistema delle fonti normative negli USA, con particolare focus sul Restatement of Employment Law, cioè la raccolta di principi fondamentali elaborati negli anni dal common law in materia di rapporto di lavoro. All'esame delle fonti segue la definizione del concetto di lavoratore subordinato (employee) e lavoratore autonomo (independent contractor), necessario per l’inquadramento del campo di applicazione degli obblighi scaturenti dal rapporto di lavoro subordinato, tra cui il duty of loyalty, implicato nel rapporto fiduciario. In tale ambito, si è osservata l’evoluzione giurisprudenziale che ha condotto all'adozione dei criteri relativi alla distinzione in esame, prevalentemente concernenti il giudizio sulla rilevanza degli elementi fattuali determinanti per l’accertamento della subordinazione. Delineati i contorni della fattispecie di lavoro subordinato, il presente studio affronta la tematica della tipica forma del contratto di lavoro statunitense, il c.d. employment-at-will, cioè il rapporto a libera recedibilità. Tale peculiarità scaturisce dal principio fondamentale per cui le parti non sono vincolate ad alcun obbligo di fornire la motivazione per il licenziamento. La terza parte del lavoro ha ad oggetto la disciplina della concorrenza del lavoratore effettuata sulla base delle conoscenze acquisite, legalmente o illegalmente, durante il rapporto e le relative tecniche di tutela del datore di lavoro, a fronte della violazione del duty of loyalty, quale obbligo del lavoratore subordinato di esecuzione della prestazione lavorativa nell'interesse esclusivo dell’imprenditore e, conseguentemente, di astensione dal porre in essere condotte pregiudizievoli nei confronti di quest’ultimo. Quanto alle tecniche di tutela esperibili in caso di violazione degli obblighi esaminati, vengono illustrati i rimedi legali e equitativi che il diritto statunitense offre al datore di lavoro. La parte finale del presente studio si occupa della disciplina relativa alla titolarità dei diritti scaturenti dalle invenzioni sviluppate dai dipendenti nel corso del rapporto di lavoro. In questo senso si sono esaminate le definizioni di “invenzione” e “brevetto” ed il loro rapporto nel contesto della regolamentazione giuslavoristica; si è posta in rilievo la differenza tra invenzione come opera di ingegno e proprietà intellettuale tutelata dal diritto d’autore. Inoltre, si sono osservati i meccanismi sottesi alle norme fondamentali che regolano la materia e la loro convivenza con la libertà contrattuale delle parti e il loro potere di disporre dei suddetti diritti.
This work addresses the issues of competition and inventions in the U.S. employment relationships. The research was carried out in part at the Boston University School of Law of, under the supervision of Micheal C. Harper, professor of Labour Law. The selection of the topic is justified in the light of its importance, given that in the new production organization, based largely on globalized knowledge, employees are now increasingly being asked for professionalism, innovation and creativity. The decision to examine this issue from the perspective of the "U.S. laboratory" is due to the primacy that this nation holds at international level on the economic, scientific and innovation of work processes, which bring out critical issues that in other Countries probably have not yet been raised. In order to frame the above-mentioned topics, it has become appropriate to give an account of the system of regulatory sources in the USA, with particular focus on the Restatement of Employment Law, i.e. the collection of fundamental principles developed over the years by common law in the field of employment relationships. The examination of the sources is followed by the definition of the concept of employee and self-employed worker (independent contractor), necessary for the assessment of the application of the obligations arising from the employment relationships, including the duty of loyalty, involved in the fiduciary law. In this context, the evolution of the case law has been observed, as well as the examination of the criteria relating to the distinction between employees and independent contractors, mainly concerning the judgement on the relevance of the factual elements determining the assessment of the existence of an employment relationship. Subsequently, this study addresses the issue of the typical form of the U.S. employment contract, the so-called employment-at-will. This peculiarity is originated from the principle that the parties are not bound by any obligation to provide reasons for termination. The third part of the work has as its object the discipline of competition of the worker carried out on the basis of the knowledge acquired, legally or illegally, during the relationship and the relative legal remedies for the employer, against the violation of the duty of loyalty, intended as an obligation of the employee to perform the work in the exclusive interest of the entrepreneur and, consequently, to refrain from engaging in prejudicial conduct against the company. About the remedies available in the event of breach of the obligations examined, the legal and equitable remedies that U.S. law offers the employer have been explained. The final part of this study deals with the rules governing the ownership of rights arising from inventions developed by employees in the course of their employment. The definitions of "invention" and "patent" and their relationship in the context of employment law has been examined and the difference between invention as a work of genius and intellectual property protected by copyright has been highlighted. In addition, the mechanisms underlying the basic rules governing the subject matter and their coexistence with the contractual freedom of the parties and their power to dispose of these rights have been observed.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

LO, RE Giulia. "Potere di segregazione e limiti posti all'autonomia privata dagli artt. 2740 e 2741 cc. e atti di destinazione ex art. 2645 ter cc." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11393/192683.

Full text
Abstract:
Il lavoro di tesi ha ad oggetto l’analisi del potere di segregazione concesso ai privati e dei relativi limiti posti all’autonomia privata dagli artt. 2740 e 2741 c.c., con contestuale approfondimento dell’istituto degli atti di destinazione ex art. 2645 ter in relazione ai recenti orientamenti di dottrina e giurisprudenza. L’indagine teorica condotta si è incentrata, in primis, sulla nozione e sulla funzione degli atti di destinazione, in virtù dei quali un soggetto, definito “conferente”, può sottrarre uno o più “beni immobili o beni mobili iscritti in pubblici registri” appartenenti al suo patrimonio alla garanzia patrimoniale di cui all’art. 2740 c.c., imprimendo su di essi un vincolo di destinazione funzionale al soddisfacimento di interessi meritevoli di tutela riguardanti beneficiari determinati, a favore dei quali sia tali beni che i loro frutti devono essere impiegati. Alla luce dell’analisi svolta, ben può affermarsi che attorno a questi cardini si strutturino le grandi direttrici delle questioni più problematiche della normativa in parola. Al riguardo, tra le questioni giuridiche di maggiore problematicità si pongono il tema del significato del termine “destinazione”, il rapporto tra la liceità e la meritevolezza dell’interesse perseguito, le ricadute sul piano della validità e dell’opponibilità ai terzi, gli aspetti redazionali, nonché l’attuazione dell’interesse perseguito. Al riguardo, si è constatato come in assenza di un dato normativo certo, le difficoltà incontrate dalla dottrina nell’esprimere posizioni dotate di un certo grado di stabilità, hanno influenzato in modo determinante l’orientamento delle corti che, in mancanza di una griglia concettuale entro cui elaborare i rapporti tra atti di destinazione, vincoli all’autonomia patrimoniale e il principio di tassatività dei diritti reali hanno proceduto secondo propri percorsi alla predisposizione di regole e modelli giudiziali da seguire, talvolta procedendo in modo più restrittivo, talaltra in modo estensivo. La circolazione di tali regole e di tali modelli, affidata alla forma e ai limiti dei precedenti giurisprudenziali costituisce un dato estremamente significativo a disposizione dell’interprete, onde la ricognizione effettuatane nel lavoro di tesi ha evidenziato, oltre alle numerose aporie che la materia esibisce nelle sue applicazioni pratiche, anche i problemi più rilevanti sui quali si è soffermata la riflessione teorica. Ciò che si è dedotto, nel complesso, è che l’intenzione del legislatore sottesa all’emanazione dell’art. 2645 ter c.c., con riguardo al tenore letterale della norma stessa, infatti, sembra quello di non aver voluto introdurre nel nostro ordinamento l’istituto del trust, proveniente dai Paesi di common law, bensì qualcosa di diverso. Da un confronto, anche sommario, tra le due figure giuridiche emergono, infatti, numerose differenze sostanziali non trascurabili, ma che non esclude, tuttavia, che, in casi particolari, i due istituti possano presentare caratteristiche talmente simili da divenire pressoché equiparabili. In ogni caso, il dato letterale nonché l’impostazione semantica complessivamente considerata dalla disposizione in parola, lascia rilevare come la norma rappresenti null’altro che il punto terminale di un particolare percorso evolutivo della nozione (tradizionalmente unitaria) di patrimonio del soggetto, cui è possibile fare riferimento. A partire dagli anni novanta, infatti, il nostro legislatore nazionale, nell’interesse del credito e dell’economia ha moltiplicato, in senso esponenziale, il ricorso a forme di separazione patrimoniale e di specializzazione della responsabilità patrimoniale. Al riguardo è sufficiente ricordare la peculiare disciplina dei fondi comuni di investimento, mobiliari e immobiliari, nel cui ambito la nitida separazione tra il fondo, il patrimonio della società di gestione del risparmio ed il patrimonio di ciascun partecipante, è diretta ad incentivare l’investimento da parte dei risparmiatori, nell’esigenza di favorire la crescita dei mercati di riferimento. Si è riscontrato, in definitiva, come l’ordinamento sia passato da un impianto normativo che ha condiviso, sin dalla sua elaborazione concettuale di inizio ottocento, il corollario del principio della necessaria unità del patrimonio del soggetto, all’idea della scomposizione di tale unità nella sua destinazione a garanzia dei creditori in una pluralità di regimi patrimoniali e in una “articolazione” dello stesso patrimonio da considerare in relazione al fenomeno giuridico della personificazione del titolare. Dall’analisi svolta, non v’è chi non veda, dunque, come, nonostante le perplessità di cui si è argomentato in ordine al dato letterale dell’art. 2645 ter c.c., la prassi dimostri la sua importanza al fine di soddisfare la necessità diffusamente avvertita di creazione di modelli giuridici che siano in grado di essere al passo con il mercato economico e con le sue esigenze, anche a tutela di superiori interessi, ritenuti meritevoli di tutela dall’ordinamento giuridico.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography