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1

Pécout, Gilles. "Pour une histoire des représentations du territoire : la carte d'Italie au XIXe siècle." Le Mouvement Social 200, no. 3 (2002): 100. http://dx.doi.org/10.3917/lms.200.0100.

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2

Pecout, Gilles. "Pour une histoire des representations du territoire: la carte d'Italie au XIXe siecle." Le Mouvement social, no. 200 (July 2002): 100. http://dx.doi.org/10.2307/3779821.

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3

Mallett, M. "Review: Les Guerres d'Italie: Histoires, pratiques, representations." English Historical Review 119, no. 484 (November 1, 2004): 1400–1401. http://dx.doi.org/10.1093/ehr/119.484.1400.

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4

Di Scala, Spencer M. "Modern Italy Seen by Americans: a Survey of General Histories." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (May 2012): 129–51. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-003005.

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Abstract:
Questo articolo si propone di descrivere le storie generali d'Italia scritte da autori americani. Gli storici americani non hanno pubblicato molte storie generali d'Italia, preferendo concentrarsi su pubblicazioni specialistiche e settoriali. Le poche storie generali d'Italia sono state seriamente condizionate dalla scarsa conoscenza che i lettori americani hanno della storia dell'Italia moderna e da pregiudizi di natura ideologica. Tuttavia, non sono mancati importanti storici americani che hanno cercato di contrastare questa tendenza. Essi hanno anche prodotto lavori generali di tipo collettaneo e notevoli lavori documentari che dovrebbero essere presi in seria considerazione.
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5

Romano, Sergio. "Sternhell lu d'Italie." Vingtième Siècle, revue d'histoire 6, no. 1 (1985): 75–82. http://dx.doi.org/10.3406/xxs.1985.1235.

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6

Romano, Sergio. "Sternhell lu d'italie." Vingtième Siècle. Revue d'histoire, no. 6 (April 1985): 75. http://dx.doi.org/10.2307/3768841.

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7

Pane, Caroline. "Le Case d'Italia in Francia. Organizzazione, attivitŕ e rappresentazione del fascismo all'estero." MEMORIA E RICERCA, no. 41 (February 2013): 161–80. http://dx.doi.org/10.3280/mer2012-041010.

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Abstract:
This article questions the definition of a fascist organization settled abroad: the Casa d'Italia - House of Italy -, analyzing its institutional and constitutional development. The author reviews the political affair which brought to the creation in the '20s of the fasci all'estero - Fascist abroad - and to the elaboration of the "Case d'Italia" in the '30s. She focuses on the creation of the "Direzione degli italiani all'estero" - Directions of Italians abroad - at Foreign ministry, that institutionalized and gave definition and centralization to the "Case d'Italia". In France (country of the analysis), more than fifty "Case d'Italia" were built from 1928 to 1938. But most of them were not achieved in terms of organisation, services and structures. The most complete ones are located along the Italian border and in the areas of Italian high emigration. The Casa d'Italia was not only a place where Italian expatriates could looking for assistance, but it also became the symbol of Fascist Italy abroad and reached a new dimension that transformed it into a "temple" of fascist ideology through decorations, architectures, symbols and festivities.
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Gurian, Silvia. "Radios et televisions privees: Les campagnes d'Italie." Vingtième Siècle. Revue d'histoire, no. 12 (October 1986): 85. http://dx.doi.org/10.2307/3768594.

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Gurian, Sylvia. "Radios et télévisions privées les campagnes d'Italie." Vingtième Siècle, revue d'histoire 12, no. 1 (1986): 85–87. http://dx.doi.org/10.3406/xxs.1986.1518.

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10

Piluso, Giandomenico. "Una scelta per l'Europa, una scelta per lo sviluppo? La Banca d'Italia, il Piano Pandolfi e lo Sme (1977-1979)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 302–33. http://dx.doi.org/10.3280/ic298-oa2.

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Abstract:
Tra il 1977 e il 1979, la creazione del Sistema monetario europeo (Sme) introdusse, per l'Italia, un elemento che sarebbe divenuto centrale nella strategia di aggiustamento agli shock macroeconomici degli anni Settanta, il "vincolo esterno", uno strumento politico di matrice tecnocratica cui si affidava il risanamento della finanza pubblica e il rilancio della competitività dell'economia del paese. Le riforme dell'ambizioso programma concepito da un economista della Banca d'Italia, Tommaso Padoa-Schioppa, nell'estate del 1978 per consentire all'economia italiana di recuperare competitività, noto come "Piano Pandolfi", delinearono i tratti essenziali dell'ingresso della lira nello Sme esattamente quale "vincolo esterno", sulla scorta di indicazioni del direttore generale della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, nonostante le obiezioni di merito manifestate dal governatore Paolo Baffi. In quei frangenti la Banca d'Italia assunse consapevolmente quel ruolo di supplenza che ne avrebbe caratterizzato l'azione nel decennio seguente, motivando e orientando le scelte politiche del paese a favore di una sempre più stringente integrazione economica e monetaria dell'Europa, in quella direzione che si sarebbe infine precisata con il Trattato di Maastricht. Il vincolo esterno delineato da Padoa-Schioppa con il Piano Pandolfi, coerentemente con l'impianto dello Sme, si spostava ai vincoli di cambio connessi alla finanza pubblica e ai fenomeni di fiscal dominance che ancora caratterizzavano la politica monetaria in Italia, si trasformava cioè in un vincolo di politica fiscale che il cosiddetto divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro del luglio 1981 avrebbe formalmente riconosciuto. Il classico vincolo esterno di conti e cambi con l'estero sarebbe rimasto verso il resto del mondo come tale, ossia di natura economica e non "giuridica", per usare la categoria impiegata da Guido Carli nei primi anni Novanta.
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Peressini, Mauro. "Référents et bricolages identitaires. Histoires de vie d'Italo-Montréalais." Revue européenne des migrations internationales 9, no. 3 (1993): 35–62. http://dx.doi.org/10.3406/remi.1993.1368.

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Godlewska, Anne. "Dresser la cartographie napoléonienne d'Italie : comment et pourquoi ?" Annales historiques de la Révolution française 320, no. 1 (2000): 197–204. http://dx.doi.org/10.3406/ahrf.2000.2326.

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Grew, Raymond, and Jean-Dominique Durand. "L'Eglise Catholique Dans la Crise d'Italie (1943-1948)." American Historical Review 99, no. 2 (April 1994): 602. http://dx.doi.org/10.2307/2167403.

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Morris, Jonathan. "Una via italiana al consumismo?" ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 169–88. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299008.

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Abstract:
Questo articolo si confronta con i saggi contenuti nell'Annale I consumi della collana EinaudiStoria d'Italia, a cura di Emanuela Scarpellini e Stefano Cavazza, con l'obiettivo di ragionaresu quanto i tratti distintivi dell'esperienza nazionale possano essere identificati all'interno diun fenomeno che ha per converso un carattere intrinsecamente transnazionale.
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15

Baroni, Francesco. "Storia d'Italia. Annali 25: Esoterismo." Aries 11, no. 2 (2011): 268–71. http://dx.doi.org/10.1163/156798911x581298.

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Battista, Ermanno. "La Camera del Regno come laboratorio regolamentare (1848-1900)." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2022): 41–67. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-001003.

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Abstract:
L'articolo analizza i regolamenti parlamentari della Camera elettiva dal 1848 al 1900. L'analisi dei regolamenti permette, infatti, di osservare l'evoluzione del sistema istituzionale del Regno d'Italia dalle sue origini alla crisi di fine secolo. Fu proprio con l'inizio dell'età giolittiana che il tradizionale rapporto di forza esistente tra la corona e il Parlamento venne capovolto a favore di quest'ultimo, con il processo di "democratizzazione regolata".
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Labbens, Jean. "Montesquieu et la découverte de l’Amérique." Tocqueville Review 13, no. 2 (January 1992): 81–95. http://dx.doi.org/10.3138/ttr.13.2.81.

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Abstract:
«J'ai ouï plusieurs fois déplorer l'aveuglement du Conseil de François ler qui rebuta Christophe Colomb, qui lui proposait les Indes. En vérité, on fit, peut-être par inadvertance, une chose bien sage»3. Aux environs de 1492, les Conseillers du Roi de France s'intéressaient aux affaires d'Italie plutôt qu’à de nouvelles routes maritimes. Préférer une chimère à un grand dessein, c'est le propre d'une politique insensée. Et pourtant, selon Montesquieu, cette «sottise» fut heureuse: elle épargna à la nation française les périls et les dommages qu'une profonde sagesse n'eût sans doute ni prévus ni évités.
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Ward, David. "Il berlsuconismo nella storia d'Italia." Journal of Modern Italian Studies 19, no. 1 (December 11, 2013): 86–88. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2014.851989.

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Balsamo, Jean. "Le voyage d'Italie et la formation des élite françaises." Renaissance and Reformation 39, no. 2 (January 1, 2003): 9–21. http://dx.doi.org/10.33137/rr.v39i2.8865.

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Abstract:
During the sixteenth century, at least until 1559, Italy was a centre for political, diplomatic, and cultural activity for the French elite, who undertook studies and training in the Peninsula. Lawyers and magistrates in the making eagerly enrolled in the universities of Pavia, Ferrara, and especially Padua, where some of them joined with other scholars in constituting the first Literary Republic. Gentlemen who were aiming at a military career or wished to succeed at the Court went to the Academies of Naples, Bologna or Padua, where they learned fencing and riding. During the age of Henri IV, attitudes towards this double education, scholarly and aristocratic, changed thoroughly, partly for economic reasons, but also because of a general anti-Italian polemic which opposed the model of Italian culture and social structure to a national model. The French did continue to visit Italy during the entire early modern period, but latterly they went to “see,” not to learn.
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Maitte, Corine. "Incertitudes et Bricolages L'industrie textile à Prato aux 18eet 19esiècles." Annales. Histoire, Sciences Sociales 52, no. 6 (December 1997): 1275–303. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1997.279633.

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Abstract:
L'histoire d'Italie et d'Europe tout entière vient finir à Prato, en chiffons.Pour qui s'occupe de textile et d'industrie, Prato évoque deux époques et deux réalités totalement différentes : d'une part, l'entreprise médiévale de Francesco di Marco Datini, qui propageait, en même temps que son nom et celui de sa ville, quelques draps de la production locale, dans l'Europe commerçante du temps ; d'autre part, un district industriel typique de la « troisième » Italie dont la croissance — toujours fondée sur le textile — lit crier au miracle économique dans l'après-guerre et continue de susciter une féconde réflexion sur un développement différent du « modèle fordien ». Entre ces deux images fortes, un vide relatif.
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Morris, C. "Per una storia dei santuari cristiani d'Italia: approcci regionali." English Historical Review 118, no. 477 (June 1, 2003): 756. http://dx.doi.org/10.1093/ehr/118.477.756.

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Pennington, Kenneth, and Manlio Bellomo. "Scuole Diritto e Societa nel Mezzogiorno Medievale d'Italia." American Historical Review 95, no. 2 (April 1990): 480. http://dx.doi.org/10.2307/2163801.

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Ercolani, Sara. "Tra Vangelo e spirito umanitario. L'associazione antischiavista d'Italia in Benadir." IL RISORGIMENTO, no. 2 (November 2022): 58–89. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-002003.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce la campagna di denuncia portata avanti dalla Socie tà antischiavista d'Italia contro la compravendita di schiavi perpetrata in Benadir e, in particolare, viene analizzata l'inchiesta condotta, nel 1903, dal geografo Robecchi Brichetti. Questi dimostrò, suscitando particolare clamore presso l'opinione pubblica, in che misura la schiavitù nel Benadir fosse ancora diffusa e ben radicata tanto da venire tollerata anche dalle istituzioni italiane lì presenti. La Società antischiavista tuttavia non pun tava tanto a stigmatizzare l'incompetenza dell'amministrazione italiana quanto piuttosto a dimostrare l'urgenza di un coinvolgimento di una mis sione cattolica a fianco del governo nella gestione del territorio somalo. I membri della Società infatti appartenevano a un laicato cattolico che si affacciò in questo periodo sulla scena pubblica sostenendo l'esigenza di una alleanza tra Stato e Chiesa sia negli affari interni che nella espansione italiana in Africa.
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Henrich, Elmar, and Giorgio Cracco. "Per una storia dei santuari cristiani d'Italia: Approcci regionali." Sixteenth Century Journal 35, no. 3 (October 1, 2004): 892. http://dx.doi.org/10.2307/20477091.

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BAR-ASHER, Moshe. "La langue de la Mishna d'après les traditions des communautés juives d'Italie." Revue des Études Juives 145, no. 3 (July 1, 1986): 267–78. http://dx.doi.org/10.2143/rej.145.3.2012941.

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Orazi, Stefano. "Periodici femminili del 1848 nello Stato Pontificio." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2021): 67–95. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001004.

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Abstract:
L'autore ha inteso porre in evidenza il contesto in cui nascevano a Roma due periodici aperti al mondo femminile, "La donna italiana" e "Una donna bizzarra", che rispetto ad altre similari realtà giornalistiche della Penisola si muovevano in un territorio, quello pontificio, nel quale la libertà di stampa trovava maggiori limitazioni che altrove. Dalle voci emerse nei due giornali romani si è voluto evidenziare il comune e coraggioso invito rivolto alle donne a partecipare alla generale richiesta di riforme liberali, nel desiderio di stimolarle ad impegnarsi nella trasformazione di una società più aperta e più giusta, specie in tema di rappresentanza politica e modernità giuridica. Il contributo è arricchito da alcune rare lettere conservate all'Archivio del Museo Centrale del Risorgimento, che contribuiscono ad accrescere la comprensione del ruolo delle donne prima e dopo l'unità d'Italia.
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Benson, Edward, and Richard Cooper. "Litterae in Tempore Belli: Etudes sur les relations litteraires italo- francaises pendant les guerres d'Italie." Sixteenth Century Journal 29, no. 1 (1998): 139. http://dx.doi.org/10.2307/2544421.

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Agnew, John. "Istituto Carlo Cattaneo Atlante Storico-Elettorale d'Italia, 1861–2008." Political Geography 28, no. 6 (August 2009): 383–84. http://dx.doi.org/10.1016/j.polgeo.2009.10.004.

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ESCHRICH, GABRIELLA SCARLATTA. "Reading Philippe Desportes in Le Rencontre des muses de France et d'Italie." Renaissance Studies 26, no. 3 (April 14, 2011): 385–98. http://dx.doi.org/10.1111/j.1477-4658.2011.00729.x.

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Caldwell, Lesley. "Maori d'Italia: A cinematic exemplification of fascist concern with motherhood." Italianist 8, no. 1 (June 1, 1988): 79–95. http://dx.doi.org/10.1179/026143488791333701.

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Massafra, Angelo. "En Italie méridionale : Déséquilibres régionaux et réseaux de transport du milieu du XVIIIe siècle à l'Unité italienne." Annales. Histoire, Sciences Sociales 43, no. 5 (October 1988): 1045–80. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1988.283543.

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Abstract:
Dans un rapport détaillé qu'il adressait au Parlement sur l'activité de son ministère dans les premières années du Royaume d'Italie, le ministre des Travaux Publics, Stefano Jacini, évoquant l'écart des réseaux routiers hérités des différents États pré-unitaires, insistait sur l'exécrable situation de l'ancien Royaume des Deux-Siciles. Alors que l'on comptait 154 m de routes nationales et provinciales pour 1 km2 de superficie en Toscane, 132 m en Ombrie et dans les Marches, 128 m dans les provinces lombardes, le chiffre tombait au-dessous de 65 m dans le Mezzogiorno péninsulaire en 1863. Ce déséquilibre s'aggravait encore si l'on prenait en compte la voirie communale.Il ajoutait cependant un correctif :Ce n'est pas à dire que toutes les provinces méridionales aient été dépourvues d'un convenable réseau routier : outre ce qu'il en existait autour de la capitale, la Terre de Bari, la Terre d'Otrante et une partie de la Capitanate avaient été pourvues, principalement grâce aux soins des administrations provinciales, d'un réseau assez serré et correctement entretenu de routes qui reliaient les principales agglomérations de ces riches provinces.
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Berstein, Serge, and Simona Colarizi. "La seconda guerra mondiale e la Repubblica, tome 23 de la Storia d'Italia." Vingtième Siècle. Revue d'histoire, no. 12 (October 1986): 109. http://dx.doi.org/10.2307/3768609.

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Fretigne, Jean-Yves, and Massimo Luigi Salvadori. "Storia d'Italia e crisi di regime, alle radice della politica italiana." Le Mouvement social, no. 191 (April 2000): 123. http://dx.doi.org/10.2307/3780048.

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Cohen, Jon S., and Sandro Rogari. "La confagricoltura nella storia d'Italia: Dalle origini dell'associazionismo agricolo nazionale ad oggi." American Historical Review 106, no. 5 (December 2001): 1898. http://dx.doi.org/10.2307/2692913.

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Ferrarini, Fabio. "Risorgimento, Grande guerra e fascismo. Diverse storie d'Italia attraverso le enciclopedie norvegesi (1931-1933)." IL RISORGIMENTO, no. 2 (November 2020): 166–93. http://dx.doi.org/10.3280/riso2020-002005.

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Parma, Aniello. "Per un nuovo corpus dei decreta decurionum delle città romane d'Italia e delle province occidentali." Cahiers du Centre Gustave Glotz 14, no. 1 (2003): 167–71. http://dx.doi.org/10.3406/ccgg.2003.1583.

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Pinna, Giovanni. "Nel nome della razza: Il razzismo nella storia d'Italia 1870-1945. Alberto Burgio." Isis 92, no. 4 (December 2001): 768–69. http://dx.doi.org/10.1086/385380.

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Basilone, Linetto. "Through East Asia to the sound of ‘Giovinezza’: Italian travel literature on China, Korea and Japan during the Fascist ventennio." Modern Italy 24, no. 4 (September 30, 2019): 457–68. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2019.52.

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Abstract:
During the Fascist ventennio, prominent Italian writers and journalists, such as Mario Appelius, Raffaele Calzini, Arnaldo Cipolla, Arnaldo Fraccaroli, Roberto Suster and Cesco Tommaselli, reported from China, Japan and Korea for Il Popolo d'Italia, Corriere della Sera and La Stampa. Their travel narratives were crucial for the creation and diffusion in Italy of the dominant representation of China and Korea as remote, decadent and exotic societies; and of Japan as a progressive society resonant with Fascist Italy. The narrativisation of these countries in Italian travelogues from the Fascist ventennio was part of a widespread discursive practice by Italian intellectuals willing to subscribe to, and actively disseminate, the guiding principles of Fascism. When emphasising China's and Korea's irreconcilable difference from, and Japan's affinity with, Fascist Italy, these intellectuals extolled the Italian race and culture, justified Italy's position in geopolitical dynamics, and propagandised the exceptionality of the Fascist ideology.
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Peytavin, Mireille. "Naples, 1610 Comment Peut-on Être Officier ?" Annales. Histoire, Sciences Sociales 52, no. 2 (April 1997): 265–91. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1997.279566.

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Abstract:
Aux 16e et 17e siècles les Napolitains sont sujets du roi d'Espagne. L'office y est donc soumis aux mêmes règles qu'en Castille, qui doivent cependant se mouler sur des organisations antérieures fermement installées. Au 16e siècle, les vice-rois prennent en charge une partie de la distribution de grâces qu'est la provision des offices. Au début du 17e siècle, tout change : la provision de tous les offices est réservée au roi, le visiteur général part en guerre contre les créations abusives et le Conseil d'Italie décrète la suppression de ce que les Napolitains considèrent être leur plus ancienne institution, la Zecca. Le tribunal est victime de certaines orientations politiques : il faut moins d'officiers qui grèvent le budget royal, moins de commissaires qui grèvent celui des universités (communautés d'habitants), moins de fermiers qui s'enrichissent aux dépens des finances du royaume. A l'occasion des débats provoqués par le projet de suppression, on découvre un peu du monde de l'office : qu'il obéit à des impératifs de gestion économique ; que ses limites sont floues et les manières de les franchir, fort nombreuses ; que certains se tiennent à ses frontières et d'autres résolument en dehors ; qu'il a beaucoup à voir avec les règles de 1 ‘ univers féodal ; que les canaux qui servent aux transactions financières le concernant sont identifiables ; que ce n'est pas un lieu d'enrichissement mais de don et de contre-don ; que c'est une source de rente.
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Montaldo, Silvano. "Criminalità, polizie e politica nell'Italia preunitaria / Conflitti ed eserciti d'Italia / Politica, culture, memorie del Risorgimento,." PASSATO E PRESENTE, no. 115 (February 2022): 225–82. http://dx.doi.org/10.3280/pass2022-115015.

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Blake, Emma. "The Mycenaeans in Italy: a minimalist position." Papers of the British School at Rome 76 (November 2008): 1–34. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000398.

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Abstract:
Gli ultimi cinque decenni hanno visto un forte incremento del numero dei siti che in Italia hanno restituito frammenti di ceramica micenea. L'elevata presenza attribuita ai Micenei ha incoraggiato la teoria che furono loro ad innescare gli sviluppi sociali sperimentati in Italia alla fine dell'età del Bronzo. Concentrandosi sull'evidenza ceramica, questo contributo assume una posizione minimalista, sostenendo che le relazioni tra i Micenei e le genti d'Italia erano infrequenti, di piccola scala e avevano, al massimo, un impatto circoscritto in aree limitate. Comunque, esiste una marcata variabilità nella distribuzione della ceramica micenea in Italia, sia geografica sia cronologica, con nessuna chiara coerenza nelle azioni e risposte micenee e italiche.L'evidenza suggerisce che i Micenei non trassero molto giovamento dalle visite, che per questo divennero meno frequenti. In aggiunta i Micenei non ebbero la capacità di fare più che commerci di oggetti e prodotti con l'Italia, e così ebbero scarsa influenza su altri settori della vita.
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Galassi, Francesco L. "Collana storica della Banco d'Italia—Documenti. Volume 1: L'Italia e il sistema finanziario internationale 1861–1914. Edited by Marcello De Cecco. Rome: Laterza, 1990. Pp. xiii, 1044. - Collana storica della Banco d'Italia—Documenti. Volume 2: Gli istituti di emissione in Italia: I tentativi di unificazione, 1843–1892. Edited by Renato De Mattia. Rome: Laterza, 1990. Pp. xi, 518. - Collana storica della Banco d'Italia—Documenti. Volume 3: Giolitti e la nascita delta Banco d'Italia nel 1893. Edited by Guglielmo Negri. Rome: Laterza, 1989. Pp. xi, 521. - Collana storica della Banco d'Italia—Documenti. Volume 5: La Banco d'Italia e l'economia di guerra 1914–1919. Edited by Gianni Toniolo. Rome: Laterza, 1989. Pp. xi, 382. - Collana storica delta Banco d'Italia—Contributi. Volume 1: Ricerche per la storia delta Banco d'Italia. Edited by Franco Cotula. Rome: Laterza, 1990. Pp. xi, 426." Journal of Economic History 52, no. 1 (March 1992): 225–27. http://dx.doi.org/10.1017/s002205070001038x.

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Bianchi, Paola. "Divise a Palazzo." Librosdelacorte.es, no. 25 (December 29, 2022): 207–24. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2022.14.25.008.

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Abstract:
La definizione dell'immagine militare della corte dei Savoia si realizzò compiutamente a seguito di alcune riforme avviate alla fine del regno del re Carlo Alberto, trovando applicazione nel corso dei decenni successivi. Tali riforme investirono non solo nominalmente la corte torinese, successivamente corte del Regno d'Italia, ma agirono sul profilo dei suoi organigrammi. Si trattò di un fenomeno, dunque, con effetti sociali e culturali, verificabile attraverso lo studio prosopografico dei soggeti coinvolti. La nuova "Casa militare" accolse, in tal senso, non solo la contrattazione, ma una più stretta commistione, di quanto non fosse stato nei secoli precedenti, fra dimensione curiale e governo dello Stato. Così, almeno, sino all'inizio del XX secolo, quando un regio decreto, che non aveva avuto precedenti, decise che la scelta delle figure chiamate a ricoprire le tre principali cariche di corte (ministro della Real Casa, prefetto di Palazzo e primo aiutante di campo) fosse sottoposta al controllo del governo.
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Gaultier, Françoise. "Du musée d'Avignon à l'Académie de Cortone et à la collection Caylus : enquête sur un atelier de bronziers d'Italie centrale (note d'information)." Comptes-rendus des séances de l année - Académie des inscriptions et belles-lettres 147, no. 2 (2003): 677–84. http://dx.doi.org/10.3406/crai.2003.22591.

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HEATH, M. "Review. Litterae in tempore belli: Etudes sur les relations litteraires italo-francaises pendant les guerres d'Italie. Cooper, Richard." French Studies 52, no. 4 (October 1, 1998): 457. http://dx.doi.org/10.1093/fs/52.4.457.

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LIPPI, DONATELLA. "G. COSMACINI, Medici nella storia d'Italia. Per una tipologia della professione medica,Bari, Laterza, 1996, 218 pp." Nuncius 12, no. 2 (1997): 629–30. http://dx.doi.org/10.1163/182539197x01275.

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Adams, Nicholas. "Review: La Cittadella di Casale da Fortezza del Monferrato a Baluardo d'Italia, 1590-1859 by Anna Marotta." Journal of the Society of Architectural Historians 51, no. 2 (June 1, 1992): 219–20. http://dx.doi.org/10.2307/990723.

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Gentile, Emilio. "Le rôle du parti dans le laboratoire totalitaire italien." Annales. Histoire, Sciences Sociales 43, no. 3 (June 1988): 567–91. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1988.283508.

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Abstract:
Le parti fasciste a dominé la politique italienne pendant vingt ans. En 1942, l'année qui précède la fin du fascisme, 27 millions d'Italiens, soit 60 % des habitants du pays, se trouvaient encadrés dans le PNF et dans les organisations qui en dépendent. De 1922 à 1943, l'Italie fut transformée en « un vaste laboratoire humain », où le parti fasciste tenta de réaliser un projet de société hiérarchique militarisée, destiné à intégrer les individus et les classes dans un « État nouveau » totalitaire, instrument de puissance et de domination. L'expérience totalitaire fasciste se heurta à des obstacles qu'elle ne parvint pas à surmonter, et même si elle se solda par un échec, elle demeure importante pour l'analyse historique de l'autoritarisme moderne et du phénomène du parti unique. La constatation des limites et de l'échec final ne peut exclure l'utilité d'une étude des résultats effectifs que le parti obtint grâce à la nouvelle forme de domination, de mobilisation et d'intégration des masses dans l'État que d'autres mouvements contemporains prirent comme modèle.
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Witcher, Robert. "Broken pots and meaningless dots? Surveying the rural landscapes of Roman Italy." Papers of the British School at Rome 74 (November 2006): 39–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003226.

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Abstract:
VASI ROTTI E PUNTI PRIVI DI SIGNIFICATO? RICOGNENDO IL PAESAGGIO RURALE DELL'ITALIA ROMANAIn questo articolo mi domando come mai il rapido sviluppo metodologico delle indagini di superficie come tecnica per lo studio dell'Italia romana rurale non è stato accompagnato da sviluppi paralleli nelle branche teoretiche e interpretative. L'indagine di superficie rimane legata ad un limitato range di domande guidate da testi e domande ‘processuali’, ed è isolata da un più ampio pensiero archeologico circa la cultura materiale e il paesaggio. In forte contrasto con altre regioni e periodi, lo studio del paesaggio romano d'Italia continua a focalizzarsi sui siti, sulla ceramica e sui processi, piuttosto che sui luoghi, la gente e le idee. lo auspico un cambiamento epistemologico per portare gli studi verso un dialogo con la piu ampia disciplina. A questo scopo vengono sottoposte a critica pratiche teoretiche e metodologiche. La convinzione che la ricognizione è incapace di rispondere a questioni come l'identità sociale viene abbandonata attraverso una ‘decostruzione’ di come la conoscenza archeologica viene costruita. Una serie di potenziali soggetti di ricerca vengono discusse al fine di delineare una nuova agenda per le ricognizioni in Italia. Il fine è quello di stimolare una diversificazione degli approcci che realizzino pienamente il potenziale informativo della ricognizione come contributo alla studio dei paesaggi romani.
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Roth, Roman Ernst. "Black-gloss wares from the acropolis of Capena (La Civitucola, provincia di Roma)." Papers of the British School at Rome 74 (November 2006): 119–62. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000324x.

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Abstract:
CERAMICA A VERNICE NERA DALL'ACROPOLI DI CAPENA (LA CIVITUCOLA, PROVINCIA DI ROMA)Con questo articolo si pubblica la ceramica a vernice nera scoperta durante una serie di scavi condotti alla Civitucola dal Gruppo Archeologico Romano durante i primi anni Novanta del secolo scorso. Il materiale (ca. 500 frammenti diagnostici) coprono un arco cronologico di oltre 200 anni, dagli inizi del IV al tardo II secolo a.C, con un picco di presenze durante i decenni centrali di quest'ultimo secolo. Tale aspetto riguarda sia la ceramica a vernice nera importata, sia quella destinata alla commercializzazione locale, che, piuttosto che sovrapporsi nei dettagli morfalogici, tendi a ricorrere in forme specifiche con corpo ceramico distinto. Di particolare interesse a questo riguardo è la pasta principale prodotta localmente (pasta n. I). La ceramica prodotta con questo pasta combina gli stili tradizionali di Capena con elementi comunemente riscontrati nella ceramica a vernice nera in altre parti dell'Italia centrale, ma senza copiare lo stile dei tipi principali della ceramica importata (pasta V). L'articolo conclude con il suggerimento che questi modelli, paragonabili con altre situazioni in Italia centrale, siano studiati nell'ambito del contesto della crescente diversificazione culturale a livello regionale all'interno del più ampio processo storico della romanizzazione d'Italia.
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