Journal articles on the topic 'Gruppo classe'

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Amenta, Giombattista. "L'inclusione sociale nel gruppo classe." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2022): 161–71. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14536.

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Abstract:
L'articolo focalizza l'attenzione sulla dinamica dell'inclusione vs. esclusione che normalmentecontrassegna la vita del gruppo-classe. In particolare, dopo aver premesso che si tratta di processi checontinuano pressoché invariati a contrassegnare la vita dei gruppi viene proposta, nella prima parte, unasituazione educativa complessa contraddistinta dal tentativo mal riuscito di evitare di essere discriminati epenalizzati per passare, quindi, a esaminare gli interventi messi in atto dagli insegnanti per gestirla, ovverocosa funziona, cosa non funziona e cosa si possa fare di diverso. Successivamente, nella seconda parte, ci sipropone di analizzare più in profondità la dinamica dell'inclusione e del clima della classe, ovvero la paurasottesa di venire discriminati e isolati, che può essere oggettiva o "procurata". Il lavoro si chiude con laproposta di alcune indicazioni riguardanti cosa possa fare l'educatore per promuovere climi di gruppoaccoglienti e inclusivi.
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Cecchetti, Paola. "Un gruppo di psicodramma freudiano transizionale in un liceo della periferia romana." GRUPPI, no. 1 (July 2022): 61–69. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14021.

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Abstract:
Sullo sfondo di una città ridotta al silenzio dalla pandemia, in un liceo nel quale la presenza dei "corpi" è temporalmente contabilizzata, una terapeuta prova a costruire con gli adolescenti un'esperienza che trasformi ciò che resta della classe in gruppo. Tecniche, metodologie e dispositivi, a partire dalla narrazione attorno al nome proprio, portano allo psicodramma analitico, nella consapevolezza della differenza rispetto al lavoro strettamente clinico. L'obiettivo è fare della classe una gruppalità che pensa e comunica, alimentando così il piacere dell'apprendere. Si delinea, in filigrana, la fisionomia di un gruppo, forse sul modello che Anzieu chiama transizionale, che presuppone il rispetto di regole: il silenzio attivo, la sospensione del giudizio, l'ascolto dell'altro. 
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Lazzaretti, Letizia. "Efficacia di un progetto di educazione linguistica inclusivo su auto-percezioni e struttura di testi narrativi." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 2 (November 16, 2022): 11–41. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.01.

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Abstract:
Lo studio ha confrontato gli alunni con DSA di 4 classi sperimentali (tot. 8) e 3 di controllo (tot. 7) su abilità di scrittura e auto-percezioni su atteggiamenti di scrittura e benessere di classe. Le classi sperimentali hanno seguito un progetto di educazione linguistica che, tra i suoi obiettivi, annovera la promozione di atteggiamenti motivati e strategici verso la scrittura e la costruzione di un clima di classe sereno e inclusivo; le classi di controllo hanno seguito la normale programmazione prevista per l’anno scolastico in corso. Gli alunni hanno scritto un testo narrativo, valutato con procedure olistiche e analitiche, e completato tre questionari di auto-percezione inerenti a autoefficacia, strategie di scrittura e benessere di classe. I risultati evidenziano che le abilità di scrittura e le percezioni sono migliori per il gruppo sperimentale, soprattutto per gli alunni con DSA. Da qui emerge l’efficacia del Progetto nel garantire una didattica inclusiva e un miglioramento di abilità e percezioni di scrittura per tutti gli studenti con difficoltà, anche quelli con DSA.
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Masahiro, Nishikawa. "Supervisione e gestione della crisi in una classe elementare pubblica." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 35–47. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001004.

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Abstract:
Questo studio č basato su una tecnica psicodinamica, l'asse della matrice mosaica (MMA), che si pone l'obiettivo di promuovere il consolidamento del Sé soggettivo individuale. Questo processo č permesso da una specifica sequenza psicodinamica: lo stabilirsi della repressione primaria individuale, della differenziazione tra sé e non sé e del vincolo dinamico tra Ego e autoidentitŕ. Un caso di intervento su una classe ingestibile di bambini in etŕ di latenza serve per illustrare la tecnica. L'autore ha condotto la supervisione di una consulente al quarto anno di un master di psicologia clinica. Le fasi dinamiche che hanno permesso il superamento della crisi sono state: 1) mostrando la propria "presenza" ai bambini, l'adulto cattura la libido nel corpo-Ego-identitŕ di ciascun bambino; 2) catturando sia la libido sia l'aggressivitŕ del bambino, l'adulto rafforza la funzione dell'Ego del bambino nel dialogo; 3) creando una configurazione edipica intergenerazionale, che viene rappresentata dal gruppo normativo, l'adulto consente la collocazione del bambino nella configurazione. La strategia di base č stata formulata sulla base della Teoria della fluttuazione dell'equilibrio (Kotani) e si propone la gestione della fluttuazione di ogni bambino come una molecola utile a governare la macro-fluttuazione di una scuola, come organizzazione e come gruppo allargato.
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Pavoni, C., E. Cretella Lombardo, R. Lione, P. Bollero, F. Ottaviani, and P. Cozza. "Orthopaedic treatment effects of functional therapy on the sagittal pharyngeal dimensions in subjects with sleep-disordered breathing and Class II malocclusion." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 6 (December 2017): 479–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1420.

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Abstract:
Con il termine Sleep disorder breathing (SDB) s’intendono tutte quelle difficoltà respiratorie che si verificano durante il sonno. Si può osservare una grande variabilità nella sintomatologia dei pazienti affetti da SDB, direttamente proporzionale alla resistenza che le vie aeree superiori offrono al passaggio dell’aria quando queste sono ostruite. L’SDB rappresenta un ampio ventaglio di disturbi che vanno dal russamento primario fino ad arrivare alle apnee ostruttive del sonno. I bambini con problemi respiratori tendono a compensare l’ostruzione delle vie aeree assumendo posizioni caratteristiche, tali da garantire il mantenimento della pervietà delle vie aeree durante il sonno. Un’anomalia di posizione nel sonno, durante la fase di crescita e sviluppo, si ripercuote in un’alterazione dello sviluppo occlusale e in una modifica del pattern di crescita. Le principali alterazioni sono a carico del mascellare superiore, dell’altezza facciale, del tono muscolare e della posizione mandibolare; nei bambini con SDB, infatti, è spesso presente un pattern scheletrico di Classe II, con lunghezza mandibolare ridotta ed overbite aumentato. Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare i cambiamenti craniofacciali indotti dalla terapia funzionale di avanzamento mandibolare con particolare riferimento alla dimensione sagittale delle vie aeree, superiori ed inferiori, alla posizione dell’osso ioide e alla posizione della lingua in soggetti con SDB e malocclusione di Classe II, messi a confronto con un gruppo controllo in Classe II non trattato. 51 soggetti (24 femmine, 27 maschi; età media 9,9 ± 1,3 anni) con malocclusione dentoscheletrica di Classe II e SDB trattati con il dispositivo funzionale Monoblocco Modificato (MM) sono stati messi a confronto con un gruppo controllo non trattato di 31 soggetti (15 maschi, 16 femmine; età media 10,1 ± 1,1 anni) presentanti la stessa malocclusione senza SDB. Il gruppo di studio è stato valutato da uno specialista in otorinolaringoiatria per la definizione del tipo di respirazione ed è stato sottoposto ad un esame fisico completo. I genitori di tutti i pazienti hanno completato un questionario per valutare la presenza di sintomi notturni e diurni prima e dopo il test clinico (versione italiana in 22 punti del Pediatric sleep questionnaire, ideato da Ronald Chervin). Le teleradiografie in proiezione latero laterale sono state analizzate all’inizio e alla fine del trattamento con MM. Tutte le misurazioni cefalometriche dei due gruppi sono state analizzate attraverso dei test per la valutazione statistica dei cambiamenti avvenuti durante il trattamento. I risultati hanno evidenziato dei cambiamenti scheletrici favorevoli nel gruppo trattato a tempo T2. La terapia funzionale di avanzamento mandibolare ha indotto dei cambiamenti statisticamente significativi nella dimensione sagittale delle vie aeree, nella posizione dell’osso ioide e nella posizione della lingua in soggetti di Classe II affetti da SDB rispetto ai controlli non trattati. Dopo la terapia ortodontica in 45 pazienti del gruppo di studio è stata osservata una riduzione dei sintomi diurni di SDB. Il trattamento con apparecchiature funzionali, non solo migliora i rapporti tra mascellare superiore e mandibola, ma riduce anche il rischio del collasso delle vie aere superiori. La logica terapeutica si basa sul concetto che tutte le anomalie, legate ad un retroposizionamento mandibolare, beneficiano della terapia funzionale di avanzamento mandibolare, che è in grado di ampliare lo spazio posteriormente alla lingua ed allo stesso tempo promuovere l’avanzamento linguale. Lo spostamento anteriore della mandibola influenza la posizione dell’osso ioide e la posizione della lingua, aumentando lo spazio intermascellare in cui quest’ultima alloggia e migliorando la morfologia delle vie aeree superiori. Ne consegue sia la risoluzione della malocclusione scheletrica di Classe II che il miglioramento dei rapporti retrofaringei, eliminando quei fattori predisponenti per lo sviluppo di disturbi respiratori in età adulta.
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Ozbay, I., C. Kucur, F. E. Koçak, B. Savran, and F. Oghan. "ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 5 (October 2016): 381–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-897.

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Abstract:
L’obiettivo del presente studio è stato determinare se i livelli plasmatici dei prodotti avanzati di ossidazione proteica (AOPP) rappresentino dei marker di stress ossidativo nei pazienti pediatrici affetti da tonsillite cronica. Per lo studio sono stati arruolati, presso i Dipartimenti di Otorinolaringoiatria e Chirurgia pediatrica dell’Ospedale Universitario di Dumlupinar, trenta bambini sani e trenta affetti da tonsillite cronica. Il gruppo dei pazienti affetti da malattia è stato sottoposto a un prelievo ematico preoperatorio e ad una biopsia intraoperatoria del tessuto tonsillare. Il gruppo dei pazienti sani è stato sottoposto unicamente al prelievo ematico. I livelli plasmatici e tissutali degli AOPP sono quindi stati misurati mediante spettrofotometria. I livelli sierici degli AOPP sono risultati essere più elevati nel gruppo dei pazienti affetti da tonsillite cronica (13,1 ± 3,3 ng/ml) rispetto al gruppo di controllo (11,6 ± 2,3 ng/ml; P < 0,05). Il livello tissutale medio degli AOPP nei pazienti malati è risultato essere superiore a quello plasmatico medio sia nel gruppo dei pazienti sani che in quello dei pazienti malati (41,9 ± 13,5 ng/mg; P < 0,05). I livelli plasmatici e tissutali degli AOPP sono risultati quindi essere più elevati nei pazienti malati rispetto al gruppo di controllo. Gli AOPP potrebbero quindi rappresentare una nuova classe di molecole pro-infiammatorie coinvolte nello stress ossidativo nella tonsillite cronica e potrebbero avere un ruolo come marker di stress ossidativo nei pazienti pediatrici affetti da tale patologia.
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Vezzani, Gabriele. "Leggevamo Gramsci e Marcuse." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2010): 377–92. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-003007.

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Abstract:
L'autore descrive le origini dei Centri di Igiene Mentale (CIM) di Reggio Emilia, e piů in generale la nascita della psichiatria territoriale, attraverso il racconto delle sue esperienze personali agli inizi degli anni 1970. Voluta dall'Amministrazione Provinciale, la realizzazione dei CIM fu affidata alla fine degli anni 1960 allo psichiatra e noto intellettuale Giovanni Jervis (1933-2009), che inizialmente aveva lavorato con l'antropologo Ernesto De Martino e che proveniva dall'esperienza pionieristica di Gorizia condotta con Franco Basaglia. Viene descritta la situazione sociale e politica di Reggio Emilia in quel periodo, e raccontato come un gruppo di studenti di provincia si formň una coscienza civile attraverso l'esperienza di lotta antimanicomiale, in un periodo in cui si realizzň un'alleanza tra la classe politica della cittŕ e un gruppo di tecnici decisi a umanizzare e modernizzare l'assistenza psichiatrica.
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Corriero, Michele, and Antonio Ascione. "L'Esercizio Fisico tra Scuola Inclusiva e ADHD: un Protocollo Pedagogico-Motorio Sperimentale." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2022): 341–54. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14910.

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Abstract:
Nell'inclusione del discente con deficit di disturbo dell'attenzione da iperattivit&agrave; (ADHD) l'esercizio fisico ha un ruolo di primaria importanza. La maggior parte della letteratura scientifica sostiene che gli effetti dell'attivit&agrave; fisica, del movimento e dello sport agiscono sulla riduzione dei sintomi principali dell'ADHD, apportando altres&igrave; miglioramenti anche nelle funzioni esecutive. Lo scopo di questo studio &egrave; stato quello di valutare il miglioramento dell'inclusione degli alunnni con ADHD nel contesto scolastico, in seguito allo svolgimento di esercizi aerobici. Sono stati considerati dieci studenti con diagnosi dell'ADHD. La loro et&agrave; variava dagli otto agli undici anni. Questi sono stati divisi casualmente in due uguali gruppi. Il gruppo che ha svolto gli esercizi ha eseguito dieci settimane di programma di attivit&agrave; aerobica, tre sessioni a settimana (nelle prime due settimane la sessione &egrave; durata circa 40 minuti e nelle ultime otto settimane la sessione &egrave; stata estesa a 50 minuti). &Egrave; stata utilizzata la scala di valutazione del comportamento degli studenti prima di iniziare e dopo la fine delle dieci settimane del programma di esercizi. I risultati del gruppo di studenti che ha svolto gli esercizi aerobici ha rivelato un miglioramento significativo in tre delle cinque voci coinvolte nella scala (attenzione, capacit&agrave; motorie e comportamento in classe) con p &amp;lt; 0,05 mentre non vi &egrave; stato alcun miglioramento nel gruppo di controllo (p&amp;gt; 0,05). &nbsp;Si pu&ograve; quindi concludere che un programma di esercizi aerobici regolari correttamente proposto a scuola genera degli effetti positivi sulla sintomatologia dell'ADHD, incidendo, quindi, positivamente sullo stato psico-fisico dei discenti.
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Fortunato, Vincenzo. "La Fiat e il lavoro operaio nella manifattura di classe mondiale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 222–35. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126015.

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Abstract:
Il paper focalizza l'attenzione sulle recenti trasformazioni nell'organizzazione del lavoro e della produzione legate all'introduzione nelle fabbriche del Gruppo Fiat Auto della cosiddetta "manifattura di classe mondiale" o World Class Manufacturing (Wcm). In particolare, attraverso i dati di una ricerca sulle condizioni di lavoro e sulle relazioni industriali nello stabilimento Fiat-Sata di Melfi, si esplora l'impatto di tali cambiamenti sul lavoro operaio. I principali risultati dell'indagine evidenziano come, nonostante alcuni importanti cambiamenti legati all'adozione del Wcm rispetto alla fabbrica snella di ispirazione giapponese, appare chiaramente una marcata continuitŕ con i tradizionali principi tayloristici quali, ad esempio, la crescente importanza nei confronti di standard, metodi, tempi di produzione, unitamente alla crescita del controllo manageria- le sui lavoratori. Tutto ciň richiede una piů strategica e sofisticata gestione delle risorse umane e relazioni industriali partecipative finalizzate a ridurre la conflittualitŕ e ad ottenere il necessario consenso dei lavoratori per una buona riuscita nell'implementazione delle nuove regole e della nuova organizzazione del lavoro in fabbrica.
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Zingaro, Anna. "Promuovere la motivazione nella classe multilivello: uso della canzone nell’unità stratificata e differenziata." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 193–205. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.17.

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Abstract:
Abstrakt Questo articolo presenta gli esiti di una sperimentazione in una classe multilivello di italiano L2 di unità didattiche stratificate e differenziate (USD) (Caon 2006) basate su testi di canzoni italiane. Si illustreranno il contesto didattico di applicazione e i fondamenti teorici di tale pratica, della quale verranno riportati brevi esempi. Infine, dall’analisi quantitativa degli esiti dei monitoraggi effettuati sul gruppo-classe oggetto di studio, si mostrerà come tale pratica si sia rivelata utile alla gestione dell’eterogeneità dei livelli e al potenziamento della motivazione legata al piacere (Balboni 1994). Zwiększenie motywacji w klasie wielopoziomowej: wykorzystanie piosenki w wielowarstwowej i zróżnicowanej jednostce dydaktycznej Niniejszy artykuł przedstawia wyniki eksperymentu, przeprowadzonego w wielopoziomowej klasie uczącej się języka włoskiego jako obcego, Eksperyment polegał na zróżnicowaniu jednostek dydaktycznych (Caon 2006), opartych na tekstach włoskich piosenek. Artykuł pokazuje dydaktyczny kontekst zastosowania powyższej metody oraz jej podstawy teoretyczne, ilustrując je zwięzłymi przykładami. Na koniec, z jakościowej analizy obserwacji przeprowadzonych na grupie-klasie będącej przedmiotem badań, pokazano użyteczność metody w kwestii zarządzania zróżnicowaniem poziomów oraz jej pozytywny wpływ na zwiększanie motywacji w połączeniu z przyjemnością (Balboni 1994).
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Boninsegna, Valeria. "Saltare nei cerchi." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 177–82. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037016.

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Abstract:
L'idea che la maggior parte di noi ha della didattica a distanza è quella di un ragazzo o una ragazza davanti al PC, nella loro stanza. Ma cosa ha significato l'attivazione della DAD con i bambini della scuola primaria? A distanza di due anni, a emergenza finita, dopo un rientro altalenante in presenza, questo articolo propone un tentativo di lettura dall'interno della DAD con i più piccoli dei piccoli, nelle classi prime, che hanno vissuto la sospensione improvvisa degli elementi educativi che caratterizzano l'ingresso degli alunni nella scuola dell'obbligo, quali la creazione del gruppo classe e la costituzione di un efficace setting di apprendimento. Un racconto dell'esperienza che ancora stiamo vivendo per cercare di capire se e quanto sia necessario superare alcune consolidate metodologie del passato per lasciare più spazio alle moderne competenze digitali già presenti nella scuola o se si possa arrivare ad una convivenza efficace ai fini di un nuovo concetto di apprendimento. Una temporanea esperienza da sorpassare o un'opportunità da cogliere?
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Genovesi, Ilaria, Carlotta Di Giusto, and Francesca Lemmi. "C'era una volta un re che ballava sulle punte.." IPNOSI, no. 1 (July 2021): 55–63. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-001004.

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Abstract:
In un periodo storico-sociale, come quello caratterizzato dal COVID-19, un gruppo di bambini della classe seconda elementare s'incontra, ogni mattina, in vi-deoconferenza Skype, con un ipnoterapeuta che gioca con loro, li ascolta, raccon-ta fiabe e insieme co-costruiscono tante storie possibili, immaginate e disegnate, che stimolano sentimenti di speranza e resilienza. E come scriveva Erickson «la capa-cita` d'immaginazione eidetica del bambino (...) e le occasioni che gli vengono of-ferte dai giochi di finzione e di imitazione, tutte queste cose lo mettono in grado di rispondere in maniera competente e soddisfacente alle suggestioni ipnotiche» (Erickson, 1984, p. 214; Fasciana, 2009, p. 19).
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Bosia, Anna. "Leggere per andare oltre. Una proposta su “Skellig” di David Almond." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 2 (November 16, 2022): 139–63. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.05.

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Abstract:
Il contributo illustra un itinerario didattico legato alla lettura integrale di un romanzo. La proposta, dedicata a un pubblico di allieve e allievi tra i dodici e i tredici anni, poggia sul sociocostruttivismo, il laboratorio di lettura (WRW) e soprattutto sull’apprendimento cooperativo. Infatti, la maggior parte delle proposte didattiche si svolge in gruppo. La guida del docente e il confronto fra pari concorrono a una costruzione di significati e interpretazioni profondi e offrono strategie applicabili in diversi contesti didattici. La ricerca-azione propone il romanzo Skellig di David Almond come uno studio di caso. Viene proposto un percorso articolato, sperimentato in parte, dal quale si possono evincere spunti e strategie sulla base delle esigenze della propria classe.
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Vittadini, Nicoletta. "Adolescenti o migranti? Pratiche di comunicazione digitale." IKON, no. 58 (March 2011): 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058003.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva, and Nicoletta Vittadini. "Nuove pratiche comunicative e adolescenti figli di immigrati: premesse e strumenti di ricerca." IKON, no. 58 (March 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058002.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Riva, Eleonora, and Federica de Cordova. "Nuove pratiche di comunicazione e processi psico-sociali di costruzione dell'identità negli adolescenti transculturali." IKON, no. 58 (March 2011): 77–101. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058005.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva, and Nicoletta Vittadini. "Tecnologie digitali e pratiche identitarie tra gli adolescenti figli di genitori immigrati. Introduzione." IKON, no. 58 (March 2011): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058001.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco. "Tra due mondi e tra due culture: l'esperienza degli adolescenti figli di immigrati a Milano." IKON, no. 58 (March 2011): 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058004.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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de Cordova, Federica, and Eleonora Riva. "Adolescenti digital natives: l'esperienza soggettiva tra pratiche e appartenenze." IKON, no. 58 (March 2011): 103–29. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058006.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Munch, Anne-Marie, and Maria-Luisa Schubauer-Leoni. "L’analyse comparée d’une tâche «scolaire» mise en œuvre avec des enfants de 4 ans dans une classe enfantine et dans une crèche à Genève." Swiss Journal of Educational Research 25, no. 2 (September 1, 2003): 251–70. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.25.2.4663.

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Abstract:
Questo contributo s’iscrive nel campo della didattica comparata ed è organizzato attorno al concetto di contratto didattico e delle sue dimensioni topogenetiche, cronogenetiche e mesogenetiche. Questi strumenti teorici, solitamente adoperati per comprendere le pratiche scolastiche, vengono ripresi, a titolo sperimentale, per l’analisi delle pratiche nel contesto prescolastico. La ricerca prende spunto da un compito creato da un gruppo di docenti della scuola dell’infanzia con lo scopo di proporla a degli alunni di 4 anni. Il compito è stato realizzato ed analizzato nei due ambiti: in quello della scuola dell’infanzia ed in quello di un asilo nido. Lo scopo è quindi di confrontare la realizzazione di un compito preciso in due istituzioni distinte, che accolgono, in entrambi i casi, bambini di 4 anni. L’analisi si concentra su una difficoltà specifica del compito, rilevata a priori. Le tecniche alle quali fanno appello le due professioniste (docente ed educatrice) per gestire questa difficoltà sono distinte anche se mirano a finalità fondamentalmente simili.
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Perini, Edoardo. "La consulenza nel contesto scolastico: una proposta di intervento sistemico con l'uso del sociogramma." TERAPIA FAMILIARE, no. 126 (November 2021): 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126003.

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Abstract:
L'autore propone un modello di intervento nell'ambito della psicologia scolastica, che si ispira all'approccio sistemico-relazionale. Attraverso l'esemplifi cazione di casi clinici, viene sottolineata l'importanza di lavorare a scuola in un'ottica preventiva. Tenendo conto delle gerarchie presenti nella scuola in cui si trova ad operare ed evitando di contrastarle, lo psicologo scolastico può utilizzare lo strumento della convocazione in un modo nuovo per la tradizione sistemico-relazionale, estendendo l'invito agli incontri a docenti e dirigente. L'autore sottolinea altresì l'importanza di utilizzare il sociogramma, un'ecomappa che integra i classici strumenti sistemici e permette di comprendere le interazioni orizzontali tra i compagni di classe, offrendo una visione "globale" sulle preferenze soggettive di ciascun alunno. Lo psicologo scolastico ha così la possibilità di individuare vincoli e risorse nel gruppo dei pari ed effettuare una diagnosi della situazione di un alunno raffrontando la storia vissuta a scuola con le narrazioni che gli vengono riferite nel corso della consultazione.
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Lerche, Jens. "Questioni agrarie o questioni del lavoro? La questione agraria e la sua irrilevanza per il lavoro rurale nell'India neo-liberista." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 128 (December 2012): 76–105. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128006.

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Abstract:
Fra gli economisti politici classici, Terry Byres sostiene che una transizione agraria di successo conduce a uno sviluppo capitalista nazionale dinamico e che tali transizioni sono il risultato di specifiche lotte agrarie di classe. Decenni di sviluppo neo-liberista hanno mosso varie sfide a questa posizione, tra cui la visione che oggi la lotta č tra il "regime alimentare internazionale" e i contadini "come gruppo unificato". Un'altra posizione č quella di Henry Bernstein il quale sostiene che, per il capitale, una transizione agraria a livello nazionale non č piů necessaria né possibile. Il saggio indaga questa discussione in relazione all'India, attraverso l'analisi sia del dibattito riguardante l'economia politica agraria in India sia lo sviluppo agrario del paese oggi. La conclusione č che, mentre lo sviluppo capitalista ha avuto luogo nell'agricoltura indiana, a questo non si č aggiunta una transizione agraria di successo che č effettivamente stata superata in molte parti del paese, almeno nell'immediato futuro.
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Ferrari, Paolo. "Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Abstract:
Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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Perricone, Giovanna, and M. Regina Morales. "Prerequisiti e indicatori di difficoltà di apprendimento in bambini moderatamente pretermine di età prescolare." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2012): 23–38. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001002.

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Abstract:
Lo studio riportato intende per un verso confermare e per altro esplorare la possibile presenza, in bambini di età prescolare nati moderatamente pretermine, di difficoltà relative a specifiche abilità cognitive che, secondo il modello di lettura assunto, sono funzionali all'apprendimento prescolastico; nello specifico, vengono individuati come risultati attesi di tale obiettivo, bassi livelli di prestazioni relative ad abilità generali che attengono all'"idoneità di apprendimento" e, quindi, alla capacità di comprensione ed espressione linguistica, di metacognizione e altre abilità legate alla memoria, all'orientamento e alla coordinazione motoria e visuomotoria, così come a capacità specifiche necessarie per affrontare con successo l'apprendimento quali abilità di prematematica e di prealfabetizzazione. La ricerca ha coinvolto un gruppo sperimentale di 30 bambini (età media = 5 anni e 2 mesi) nati moderatamente pretermine (età gestazionale media = 34 settimane) senza complicanze mediche neonatali e con basso peso alla nascita (media = 2100 g., ds = 350 g.) e un gruppo di controllo costituito da 30 bambini nati a termine in assenza di complicanze pre e perinatali (età gestazionale media = 40 settimane). Lo studio ha previsto la somministrazione, agli insegnanti delle scuole dell'infanzia di due istituti comprensivi del territorio periferico e provinciale di Palermo, di un questionario per l'Identificazione Precoce delle Difficoltà di Apprendimento in età prescolare (IPDA) negli alunni della propria classe. Il questionario è stato somministrato prima dell'individuazione della condizione di nascita pretermine di alcuni alunni. I dati, sottoposti ad analisi non parametrica, evidenziano che i bambini moderatamente pretermine ottengono punteggi, statisticamente più bassi, nelle scale della Metacognizione [U(n1 e n2=30) = .21, p = .04], di Altre abilità cognitive [U(n1 e n2=30) = 1.2, p = .03], e di Pre-matematica [U(n1 e n2=30) = 1.3, p = .04], oltre che nel punteggio totale [U(n1 e n2=30) = 1.8, p = .04]. Tali dati orientano una riflessione sull'esigenza di ipotizzare, anche per questi bambini, percorsi di training già sperimentati nei casi di bambini nati gravemente pretermine, in una logica di prevenzione dell'insuccesso scolastico.
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Fusco, Virginia. "Comizi d’amore. L’amore e il femminismo materialista = Love rallies: Love and materialist feminism." REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto) 31 (September 23, 2019): 145. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2019.4877.

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Abstract:
Resumen: Durante il ventesimo secolo, un gruppo di autrici legate alla tradizione marxista e materialista promosse la creazione di un nuovo campo concettuale per interpretare l’amore come sentimento con una dimensione politica e così porre in discussione l’abituale tendenza a relegarlo alla sfera privata e all’intimità. Nell’articolo mi propongo di illuminare un momento fondamentale di questo processo di definizione del sistema interpretativo; nella prima parte esporrò le riflessioni di Aleksandra Kollontaj e, successivamente, presenterò alcune riflessioni sull’amore della radicale Shulamith Firestone come espressione di un’iniziale torsione concettuale che ha avuto ampie ripercussioni sui modi in cui le femministe materialiste di epoche successive teorizzarono una possibile ‘economia amorosa’ nel processo storico in cui le donne si definiscono come soggetti politici che lottano per la loro emancipazione.Attraverso l’analisi di Largo al Eros alato! di Kollontaj e di La Dialettica dei sessi di Firestone, opere legate alla tradizione materialista, voglio mostrare il ruolo che l’amore gioca, come sentimento vertebrato politicamente, nel processo di emancipazione delle donne. Queste prime intuizioni si rivelano particularmente fruttifere per comprendere alcuni degli sviluppi successivi della critica femminista all’’amore romantico’ (Illouz, Esteban, Herrera). Nei testi in questione l’amore è rappresentato come il fulcro emozionale sul quale si fonda e consolida il dominio patriarcale delle donne nell’economia capitalista e nella società di classe. Ciononostante Kollontaj riconosce l’amore come energia psico-sociale con un gran potenziale creativo. Queste due prospettive contribuiscono a far luce sul complesso ruolo che l’amore occupa nella riflessione femminista contemporánea e rivela una profonda trasformazione che si registra tra gli anni venti e gli anni sessanta nella forma in cui si concettualizzano le donne come gruppo specifico dentro la società divisa in classi (Kollontaj) e le donne come classe di per sé nel contesto della società patriarcale (Firestone).Parola chiave: Amore, Femminismo materialista, Kollontaj, Firestone, Classi.Abstract: In the 20th century, a number of authors engaged with the creation of a new conceptual framework to interpret love from a political perspective. They interpreted it as a political feeling and questioned the practice of relegating it to the private and intimate dimensions. In this article, light is shed on a foundational moment in the definition of this conceptual framework, looking first at Alexandra Kollontai’s reflections and then introducing Shulamith Firestone’s take on love, as the expression of a first theoretical turn. This initial subversión had a great impact on the forms in which the subsequent feminist generations theorised a political economy of love in the context of women’s struggles to become political subjects themselves and fight for their own emancipation.Through an analysis of Kollontai’s Largo all’Eros alato! and Shulamith Firestone’s The Dialectic of Sex, both linked to materialist traditions, we identify the role that, according to the authors, love – as a political feeling – plays in women’s struggle for freedom. These first intuitions have been particularly fruitful in framing feminist contemporary approaches to “romantic love” (Illouz, Esteban, Herrera). In Kollontai’s and Firestone’s texts, love is presented as an emotional and psychic pivot upon which patriarchal domination is founded and consolidated in bourgeois-capitalist societies. Nevertheless, Kollontai argues that love also has to be understood as a psycho-social feeling with a great potential to promote emancipatory relationships for women. These two perspectives also reveal the complex role that love plays in contemporary feminist reflection and the profound transformation that emerged, between the 1920s and the 1960s, in the forms in which women were represented as a specific group in a class society (Kollontai) or as a class per se under patriarchy (Firestone).Key words: Love, Materialist Feminism, Kollontai, Firestone, Class.
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Monda, V. M. "Association of GLP-1 RA once weekly and basal insulin: a valid therapeutic option from the complications of SARS-CoV-2 infection too?" Journal of AMD 24, no. 4 (February 2022): 295. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.5.

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Abstract:
Gli agonisti recettoriali del glucagon like peptide-1 (GLP1-RAs) sono un gruppo di farmaci antidiabetici con una rilevante azione sul controllo glicemico, basata sull’aumento della secrezione di insulina glucosio-dipendente con concomitante riduzione della secrezione di glucagone e ritardato svuotamento gastrico. I GLP1-RA hanno inoltre attività pleiotropiche come proprietà antinfiammatorie, antitrombotiche e antiobesogeniche, con evidenti benefici su eventi cardiovascolari maggiori, mortalità cardiovascolare e danno renale. Tutto ciò rende questa classe di farmaci un elemento chiave nella gestione dei pazienti con diabete tipo 2 e potenzialmente utile nei soggetti con COVID-19 (2019nCoV – Coronavirus disease 2019, COVID-19). Per le proprietà antinfiammatorie è stato ipotizzato che le terapie a base di incretino-mimetici esercitino effetti benefici sugli esiti di COVID-19. Qui riportiamo un caso di una donna di 82 anni con diabete tipo 2 scarsamente controllato, che utilizzava un regime insulinico basal-bolus più metformina. Il miglioramento del controllo glicemico ottenuto passando dal trattamento con insulina basale al GLP-1RA aggiunto al regime insulinico basale, con la sospensione dell’insulina prandiale (trattamento di de-escalation) in questo caso è risultato associato agli effetti benefici sugli esiti di COVID-19. PAROLE CHIAVE GLP1-RAs; DMT2; SARS-CoV-2; COVID-19.
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Scordo, Irene. "HEALTHY BENEFICTS OF TM IN CLASSROOM: REDUCTION OF ANXIETY AMONG TEACHERS." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (July 2, 2016): 391. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.282.

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Abstract:
Questa ricerca mira alla valutazione degli effetti benefici della Meditazione Trascendentale sull’ansia dei docenti. Indipendenti ricerche scientifiche di tutto il mondo hanno povato che la categoria degli insegnanti, fra le cosiddette helping professions, è quella maggiormente sottoposta a stress. Dobbiamo avere a cuore, e curare, i nostri spazi educativi, i promotori e i beneficiari dell’educazione, andando direttamente al nocciolo del problema, dando un supporto scientifico per aiutare gli insegnanti nel loro difficile lavoro.L’idea nasce dal sempre maggiore interesse internazionale, negli ultimi anni, verso la MT e la valutazione dei risultati ottenuti nelle scuole di tutto il mondo in cui essa viene praticata: riduzione di stress, ansia, depressione, abuso di sostanze, miglioramento nella formazione della personalità, del comportamento, dell’intelligenza ed altro.Questa ricerca esamina un campione di docenti di Scuola Secondaria di Primo Grado, in Sicilia, che pratica la MT, anche in classe insieme agli alunni, e valuta i fattori dell’ansia di stato e di tratto, paragonato con un gruppo di stesse catatteristiche (ubicazione geografica, età, sesso, ecc...) non praticante la MT.L’analisi dei dati mostra l’utilità di tale pratica di contro allo stereotipo dell’ “insegnante fannullone” e perchè gli effetti positivi della MT sui fattori di stress possono essere un grande aiuto al nostro sistema scolastico sofferente.
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Duraccio, Caterina. "voci delle intersezioni: Postcolonialismo e femminismo." Revista Internacional de Pensamiento Político 16 (January 28, 2022): 161–76. http://dx.doi.org/10.46661/revintpensampolit.6280.

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Abstract:
All’inizio degli anni ’80 nell’Università di Delhi, un gruppo di studiosi si riunisce per riflettere sulle relazioni tra Occidente ed Oriente. Il collettivo nato dallo storico Ranajit Guha, prende il nome di Subaltern Studies, richiamando le teorie gramsciane sulla subalternità. L’analisi dei rapporti di dominio e soggezione tra coloni e colonizzati è centrale nello sviluppo di queste nuove teorie postcoloniali. I protagonisti di questo fervente dibattito non circoscrivono il postcolonialismo dentro precisi confini geografici: la condizione postcoloniale è principalmente ideologica, poiché nasce come prodotto delle relazioni e dei processi storici di colonizzazione. All’interno dei Subaltern Studies, la studiosa Gayatry Chakravorty Spivak (1985) si interroga sull’assenza del soggetto femminile nel discorso dei suoi colleghi, ponendo una domanda fondamentale per la teoria postcoloniale e per la teoria femminista: “La subalterna può parlare?” (1988). La donna appare un soggetto ventriloquizzato e costantemente rappresentato e definito dallo sguardo dell’altro. Spivak centra l’attenzione sul bisogno di autodeterminazione del soggetto femminile. Alla voce della filosofa indiana fanno eco le femministe chicanas e afroamericane, che dagli Stati Uniti reclamano un femminismo che tenga conto di tutte le subalternità che agiscono sul corpo femminile, prima fra tutte la razza. La declinazione dell’intersezione tra sesso, razza e classe assume un ruolo fondamentale sia nella teoria postcoloniale che in quella femminista. Nel presente lavoro si analizzano le principali rivendicazioni e le strategie di resistenza usate dalle voci delle subalterne, che marcano alcuni momenti di incontro/confronto tra femminismo e postcolonialismo.
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Giuliani, Arianna. "Qualify formative processes by promoting inclusive practices: the case of B. Pascal High school." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 393–407. http://dx.doi.org/10.36253/form-12566.

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Abstract:
Promote inclusive processes by designing educational settings and activities seem to be confirmed as one of the most difficult challenges to which schools and teachers must respond. Encouraging the development, by all students, of engagement and skills useful for the future exercise of an active citizenship implies a broad commitment of teachers, as well as adequate mediation and co-planning skills of the specialized teacher. The contribution examines the results of a project conducted at the B. Pascal High school, based in Rome. Working with a class in which several students were supported by a specialized teacher, was focused the effectiveness that individual and small group reflection activities can have in enhancing communication and collaborative skills. The main evidence that emerged allow to highlight the effectiveness of the strategies used in promote an inclusive training experience. Qualificare i processi formativi promuovendo pratiche inclusive: il caso dell’Istituto statale B. Pascal. Predisporre setting educativi e progettare la didattica in modo da promuovere processi inclusivi sembrano confermarsi tra le sfide più ardue a cui le scuole e gli insegnanti devono rispondere. Favorire lo sviluppo, da parte di tutti gli studenti, dell’engagement e di competenze utili per il futuro esercizio di una cittadinanza attiva implica un ampio impegno degli insegnanti, nonché una adeguata capacità di mediazione e co-progettazione dell’insegnante specializzato. Il contributo approfondisce gli esiti di un percorso progettuale condotto presso l’Istituto statale B. Pascal di Roma. Nel lavorare con una classe in cui erano presenti più studenti affiancati dall’insegnante specializzato, l’attenzione è stata posta sull’efficacia che attività di riflessione individuale e di piccolo gruppo possono avere nel potenziamento delle capacità comunicative e collaborative. Le evidenze emerse consentono di evidenziare l’efficacia delle strategie utilizzate rispetto alla possibilità di predisporre un’esperienza formativa inclusiva.
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Monteiro, Amanda, and Nivaldo De Góes Grulha Júnior. "Classe Equivariante de Chern-Schwartz-MacPherson." Cadernos do IME - Série Matemática, no. 17 (December 17, 2021): 144–57. http://dx.doi.org/10.12957/cadmat.2021.63013.

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Abstract:
Para uma variedade algébrica complexa singular existem várias definições de classes características possíveis. A classe de Chern-Schwartz-MacPherson é uma delas. R. MacPherson construiu a classe provando a existência de uma única transformação natural do grupo abeliano das funções construtíveis sobre X para o grupo de homologia tal que, se X é não-singular, então C∗(1X) coincide com a classe de Chern usual. Independentemente, M.-H. Schwartz introduziu classes de obstrução para a extensão de campos vetoriais radiais sobre X, e foi mostrado que essas definições são equivalentes, a partir de então esta classe tem sido chamada de classe de Chern-Schwartz-MacPherson.Neste estudo, apresentamos uma G-versão da classe de Chern-Schwartz-MacPherson para as G-variedades algébricas.
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Cecalupo, Marta, and Daniela Di Donato. "Life Skills as a resource to start inclusion processes at school: a study on TFA participants." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no. 1 (February 4, 2023): 141–50. http://dx.doi.org/10.36253/form-13625.

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Abstract:
Twenty-first century teachers are faced with challenges and rapid societal changes that inevitably require skills that facilitate the development of resilience and coping factors. These factors become fundamental above all for specialized teachers, who today are indispensable figures for integrating and supporting not only the individual student with difficulties, but the entire class group. In this regard, the contribution presents some results of a research carried out on 139 enrolled in the Active Formative Training (AFT) course on Information and Communication Technologies (ICT) for special teaching, to identify the skills and limitations perceived during their professional career. From the results of the interviews, it emerges that the participants in the training, mostly teachers, consider some aspects related to teaching practices and the working context as indispensable to develop processes of inclusion at school, which in turn are associated with perceived emotional, social, and cognitive competencies. Le Life Skills come risorsa per avviare processi di inclusione a scuola: uno studio sui partecipanti al TFA. Gli insegnanti del XXI secolo si trovano di fronte a sfide e a rapidi cambiamenti sociali, che richiedono inevitabilmente delle competenze che facilitino lo sviluppo di fattori di resilienza e di coping. Tali fattori diventano fondamentali soprattutto per gli insegnanti specializzati, che ad oggi sono delle figure indispensabili per integrare e sostenere non soltanto il singolo alunno con difficoltà, ma l’intero gruppo classe. A tale proposito il contributo presenta alcuni risultati di una ricerca svolta su 139 iscritti al corso Tirocinio Formativo Attivo (TFA) sulle Tecnologie Informatiche e di Comunicazione (TIC) per la didattica speciale, per identificare le competenze e i limiti percepiti durante il proprio percorso professionale. Dai risultati delle interviste emerge come i partecipanti alla formazione, per lo più insegnanti, considerino alcuni aspetti legati alle pratiche didattiche e al contesto lavorativo come indispensabili per sviluppare processi di inclusione a scuola, che a loro volta sono associati alle competenze emotive, sociali e cognitive percepite.
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Premrl, Mirjam. "Commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti di Italianistica e di Traduzione: (identificazione dei punti critici e confronto tra i gruppi)." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 161–203. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.161-203.

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Abstract:
Nel presente contributo l'autrice si concentra sull'osservazione e sul commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti del 2., del 3. e del 4. anno del corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, del 2. e del 3. anno del corso di Laurea in Mediazione interlinguistica e del 4. anno del corso di laurea in Traduzione. Il punto in comune di tutti e tre i corsi è l'insegnamento esplicito delle caratteristiche e del funzionamento del sistema verbale italiano, anche se nell'ambito di Italianistica la quantità di ore dedicate a questo tipo di insegnamento è superiore rispetto a quella prevista nell'ambito di Traduzione, mentre nell'ambito di Traduzione una quantità maggiore di lezioni concerne esercitazioni di traduzione e composizione di testi. Per gli scopi della ricerca è stato elaborato un test composto da cinque testi autentici brevi ma completi e da un brano tratto dal romanzo Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, trasformati in seguito nei cloze. Ma visto che la scelta della forma verbale nei cloze dipende non soltanto dalla conoscenza degli usi, bensì anche dall'interpretazione felice del mondo testuale, i cloze sono stati completati da attività quali sottolineare espressioni sconosciute, tradurre il testo in sloveno, completare i cloze preceduti dalla versione slovena del testo. Dai risultati traspare che gli studenti non hanno problemi particolari nella comprensione del mondo testuale, mentre incontrano difficoltà nell'interpretazione attiva delle sue caratteristiche e nell'applicazione degli usi alla realtà extralinguistica. Per la quantità di usi inappropriati si rivelano come i più critici fenomeni quali l'anteriorità nell'ambito delle frasi indipendenti e relative, l'espressione della temporalità relativa nell'ambito dei costrutti sintattici complessi e nel discorso indiretto libero, il preludio, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto e l'espressione di notizie riferite su azioni passate con il condizionale composto. Si è scoperto, però, che la criticità di uno stesso fenomeno varia in dipendenza dalla sua riconoscibilità nel co- e contesto. I risultati hanno inoltre confermato - eccetto che per un gruppo - il miglioramento della prestazione con il progredire degli studi. Al tempo stesso si è potuta notare l'importanza dell'insegnamento esplicito e dell'osservazione attiva degli usi delle forme verbali, dato che né le preconoscenze, acquisite spesso in modo informale e utili soprattutto nella ricostruzione del mondo testuale, né l'esperienza relativa alla composizione di testi possono eliminare l'influsso dell'interferenza. Data la presenza implicita della madrelingua nella produzione linguistica del discente in un'altra lingua straniera, l'autrice propone delle attività in classe che prendano come spunto i testi in madrelingua. Per superare le difficoltà di applicazione delle nozioni teoriche ai casi pratici gli studenti dovrebbero essere esposti ancora di più alla lettura e all'analisi dei vari tipi testo in lingua straniera. Gli studenti dovrebbero essere inoltre incitati a un processo consapevole di ricostruzione del mondo testuale.
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Deda, Marcela Ralin de Carvalho, Francisco Veríssimo de Mello-Filho, Samuel Porfírio Xavier, and Luciana Vitaliano Voi Trawitzki. "Postura de cabeça nas deformidades dentofaciais classe II e classe III." Revista CEFAC 14, no. 2 (July 22, 2011): 274–80. http://dx.doi.org/10.1590/s1516-18462011005000074.

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Abstract:
OBJETIVO: este estudo investiga se existe diferença entre grupos com diferentes deformidades dentofaciais (padrão classe II e classe III) e o grupo sem a deformidade em relação à postura de cabeça. MÉTODO: participaram deste estudo, voluntariamente, 25 pacientes (entre 16 e 40 anos). Dez pacientes com diagnóstico de deformidade dentofacial classe II e 15 pacientes com o diagnóstico de classe III esquelética e 15 voluntários sadios, com equivalência em sexo e idade ao grupo de deformidade, formando o grupo controle. Primeiramente foi realizada a inspeção da postura de cabeça. Logo em seguida foi realizada a avaliação postural de cabeça por meio da fotografia postural (fotogrametria). RESULTADOS: não houve diferença significante (p>0,05) entre os grupos em relação à avaliação postural utilizando-se a fotogrametria. Já em relação à avaliação postural pela inspeção clínica, observou-se uma postura anterior de cabeça nos indivíduos com a deformidade dentofacial padrão classe II, comparados ao padrão classe III (p = 0,001) e ao grupo controle (p = 0,001). Foi visto também que o grupo deformidade classe II apresentou um percentual inferior de indivíduos com posição neutra de cabeça comparado ao grupo deformidade classe III (p = 0,008) e ao grupo controle (p = 0,001). CONCLUSÃO: indivíduos com deformidade dentofacial classe II podem apresentar uma anteriorização de cabeça. Não há influência da deformidade no aumento ou na redução do ângulo cabeça-pescoço, analisado por meio da fotogrametria.
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Silva, João Carlos da. "Escola pública e classes sociais em Marx: alguns apontamentos." Revista HISTEDBR On-line 11, no. 41e (August 3, 2012): 146. http://dx.doi.org/10.20396/rho.v11i41e.8639901.

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Abstract:
Este artigo é resultado das leituras e reflexões realizadas no grupo de estudo sobre as obras de Marx e Engels, como parte das atividades desenvolvidas no interior do grupo de pesquisa HISTEDOPR- GT, Cascavel, PR. Em linhas gerais discutimos alguns elementos constitutivos da relação entre educação e classes sociais. O tema das classes sociais está no centro da concepção marxista ao fornecer ferramentas para compreender, a sociedade capitalista, em sua totalidade plena de contradições. Conclui que a globalização financeira significou a mundialização da crise, a partir do tensionamento na relação capital trabalho. A burguesia como classe hegemônica não consegue expressar projeto de superação do estado atual, ao mesmo tempo em que se coloca como classe destrutiva gerando violência, miséria social e cultural. Procuramos neste sentido contribuir com o debate acerca da temática em tela.
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Storck, Lindolfo, Alberto Cargnelutti Filho, and José Paulo Guadagnin. "Análise conjunta de ensaios de cultivares de milho por classes de interação genótipo x ambiente." Pesquisa Agropecuária Brasileira 49, no. 3 (March 2014): 163–72. http://dx.doi.org/10.1590/s0100-204x2014000300002.

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Abstract:
O objetivo deste trabalho foi avaliar a contribuição do uso de classes de cultivares com e sem interação genótipo x ambiente, na qualidade da análise conjunta de ensaios de milho, quanto à produtividade de grãos. Foram usados dados de produtividade de grãos de milho de 99 ensaios, distribuídos em 12 grupos, cada um com as mesmas cultivares, em diferentes ambientes. Em cada grupo, 9 a 40 cultivares foram avaliadas em 5 a 12 ambientes, durante três anos agrícolas. Para cada grupo, foi realizada análise de variância conjunta e cada cultivar foi testada quanto a sua contribuição para a interação, tendo-se formado duas classes de cultivares: CI, que contribuem para a interação com o ambiente; e SI, que não contribuem para a interação com o ambiente. Para cada classe, realizou-se nova análise de variância conjunta e testou-se a contribuição da cultivar para a interação. A classificação das cultivares quanto a sua contribuição para a interação genótipo x ambiente permite realizar análise conjunta para cada classe de cultivares, com melhor acurácia na comparação das médias das cultivares da classe SI e na análise da interação das cultivares da classe CI.
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Lanzalaco, Luca. "LA FORMAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI IN EUROPA OCCIDENTALE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 1 (April 1989): 63–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017494.

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Abstract:
IntroduzioneLa progressiva attenzione della scienza politica per le tematiche organizzative sembra essere una tendenza incontrovertibile. Gli attori politici collettivi sono visti sempre meno come delle «scatole nere», dei semplici canali di trasmissione di domande e interessi, e si sottolinea, invece, sempre più come essi siano delleorganizzazioni complessela cui condotta è regolata da meccanismi ed imperativispecificiedautonomie come, di conseguenza, l'individuazione di queste dinamiche organizzative contribuisca in modo determinante alla comprensione del funzionamento del sistema politico nel suo complesso. La configurazione di una organizzazione politicanonè un fatto meramente «tecnico» o «ingegneristico», e men che meno «formale», ma determina l'autonomia e la discrezionalità di cui gode il gruppo dirigente nel ridefinire gli interessi dei gruppi sociali rappresentati e nel «guidare» lamembershipverso determinate mete collettive. Una delle acquisizioni più rilevanti che sono state fatte in questo campo di indagine è che per spiegare le caratteristiche strutturali di una organizzazione politica occorre risalire al modo in cui essa è nata, si è formata e si è consolidata. Il concetto distruttura, infatti, appartiene ad una classe di concetti utilizzati nelle scienze sociali — i cosiddettitime oriented concepts— che assumono significato solo in un orizzonte temporalediacronico(Rosenthal 1978). Ciò che si percepisce come «strutturale» al tempo T sono modelli di comportamento e interazioni sociali che sono perdurati e si sono stabilizzati al tempo T-1, T-2, T-3, … T-n, e che per questo motivo diventano elementicostitutividi quella relazione sociale. Quella che potremmo chiamare lafallacy of synchronic reductionismporta a «fotografare» una organizzazione in un dato momento e a considerare tutti i suoi caratteri strutturali in un orizzonteatemporale.Invece, le proprietà strutturali di una organizzazione sono il risultato di scelte organizzative e di processi di adattamento che si sono verificati inmomenti e fasi differentidella vita dell'organizzazione e i cui risultati si sono poi «congelati», «sedimentati», «stratificati» nel tempo. Una semplice analisi del contesto ambientale in cui opera un'organizzazione, come suggerisce l'approcciocontingency, non è sufficiente in quanto organizzazioni con «storie»differentipotranno daredifferentirisposte, in termini di proprietà organizzative, agliidenticiimperativi posti in un dato momento dallo stesso ambiente. Per spiegare le proprietà strutturali di una organizzazione politica occorre quindi integrare opportunamente l'analisistrutturale-morfologica, basata sull'ipotesi che le organizzazioni tendano ad adattarsi razionalmente alla struttura del loro ambiente, con l'analisistorico-genetica, in base alla quale la razionalità degli attori organizzativi è vincolata dalle loro esperienze passate, dallastoriadell'organizzazione e, in particolare, dal modo in cui l'organizzazione stessa è nata e si è formata. L'approccio genetico ha trovato ampie applicazioni nello studio di vari tipi di organizzazioni politiche: i partiti, i sindacati dei lavoratori, i gruppi di interesse, i movimenti collettivi, le organizzazioni terroristiche. Con questo articolo mi propongo di estendere l'utilizzazione, e di dimostrare l'utilità, di questo approccio anche per quanto riguarda l'analisi di un tipo particolare di organizzazioni politiche, che solo recentemente sono diventate oggetto di studio, cioè leassociazioni imprenditoriali.In particolare, mi occuperò dellepeak associations, cioè delle confederazioni nazionali intersettoriali, come la confindustria e le sue omologhe in altre nazioni. Nella prossima sezione traccerò una tipologia dellepeak associationssulla base del loro «modello originario», cioè del modo in cui sono nate, e del loro grado di istituzionalizzazione; nella seconda sezione verificherò la validità di questa tipologia attraverso l'analisi storico-comparata: illustrerò un «modello a dicotomie successive», costruito alla luce dell'evidenza empirica disponibile, per l'analisi dei processi di formazione delle associazioni imprenditoriali, mettendo in evidenza come a diversi processi di formazione siano corrisposti differenti «modelli originari». Nelle sezioni finali, infine, esaminerò i fattori esplicativi che hanno determinato il prevalere di uno o dell'altro dei vari processi di formazione.
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Pfeifer, Luzia Iara, Patrícia Gonçalves Rombe, and Jair Licio Ferreira Santos. "A influência socieconômica e cultural no brincar de pré-escolares." Paidéia (Ribeirão Preto) 19, no. 43 (August 2009): 249–55. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-863x2009000200013.

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Abstract:
Considerando que o contexto econômico influencia o brincar de crianças, este trabalho teve por objetivo analisar as diferenças entre os brinquedos utilizados por crianças de duas diferentes classes socioeconômicas. Os dados foram coletados junto a 50 mães de crianças com idade entre três e seis anos, metade pertencentes à classe econômica A2 (Grupo 2), e a outra metade pertencente à classe econômica D (Grupo 1), segundo o Critério Brasil. Os resultados apontam para a existência de diferenças significativas quanto ao uso do computador (p=0,000), jogos de tabuleiro (p=0,023), jogos de armar (p=0,042) e jogo de botão (p=0,012), mais presentes no Grupo 2, e quanto ao uso de brinquedos de corda (p=0,005), brinquedos de sucata (p=0,000) e pular corda (p=0,021), mais presentes no Grupo 1. Os resultados sugerem certa influência socioeconômica no brincar de crianças pré-escolares.
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Backes, Fabieli Thaís, Silvana Pereira Pegoraro, Vanessa Pires Costa, and Helena Bolli Mota. "Caracterização das estratégias de reparo incomuns utilizadas por um grupo de crianças com desvio fonológico." Revista CEFAC 17, suppl 1 (March 2015): 35–43. http://dx.doi.org/10.1590/s1516-18462013005000031.

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OBJETIVO: caracterizar e analisar o uso das estratégias de reparo incomuns por crianças com desvio fonológico e relacionar a sua utilização com as variáveis faixa etária e sexo; e com as variáveis linguísticas grau do desvio, estrutura silábica, classe de sons e posição na palavra. MÉTODOS: os dados são provenientes do banco de dados do Centro de Estudos de Linguagem e Fala da Universidade Federal de Santa Maria, todos os sujeitos apresentam Termo de Consentimento Livre e Esclarecido autorizando o uso dos dados em pesquisas. Foram selecionados os dados de 178 sujeitos que apresentaram diagnóstico de desvio fonológico e idade entre 4:0-7:11. Foram analisados os resultados da primeira avaliação fonológica da criança. RESULTADOS: houve significância estatística na relação entre a utilização ou não de estratégias de reparo incomuns na amostra estudada, predominando a não utilização. Foi significante a relação entre a utilização de tais estratégias e a faixa etária, com predomínio na faixa de 5:0-5:11, e o grau do desvio, com maior ocorrência no desvio moderadamente-grave. A relação entre as classes de sons também foi significante, predominando a classe das fricativas. Observou-se ocorrência de estratégias de reparo incomuns apenas na posição de onset, sendo a estrutura consoante vogal a única encontrada no estudo. CONCLUSÃO: verificou-se que as estratégias de reparo incomuns são pouco utilizadas por crianças com desvio fonológico. Além disso, encontrou-se relação significante entre a utilização de estratégias de reparo incomuns e as variáveis faixa etária, grau do desvio fonológico e classes de sons.
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Pagliarin, Karina Carlesso, Ana Rita Brancalioni, and Márcia Keske-Soares. "Terapia fonológica a partir da estimulação de sons isolados e em conjunto." Revista da Sociedade Brasileira de Fonoaudiologia 17, no. 1 (March 2012): 23–27. http://dx.doi.org/10.1590/s1516-80342012000100006.

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Abstract:
OBJETIVO: Verificar se a estimulação de sons em conjunto resulta em maiores mudanças fonológicas do que a estimulação de sons isoladamente e analisar a ocorrência de generalização para dentro de uma classe e para outras classes de sons. MÉTODOS: A amostra foi composta por dez sujeitos com desvio fonológico, com idades entre 4 anos e 8 meses a 7 anos e 3 meses, distribuídos em dois grupos. O Grupo 1 (G1) foi tratado pelo modelo de Oposições Múltiplas e o Grupo 2 (G2) pelo modelo ABAB-Retirada e Provas Múltiplas. O tratamento do G1 constou da estimulação do contraste de vários sons apresentados em conjunto enquanto que o tratamento do G2 envolveu a estimulação de apenas um som-alvo por ciclo de tratamento. Foi analisado o número de sons ausentes e a ocorrência de generalização para dentro de uma classe e para outras classes de sons pré e pós-tratamento. Os dados foram analisados estatisticamente; também foi realizada análise descritiva. RESULTADOS: O G1 adquiriu maior número de sons que o G2; entretanto não houve diferença significativa. Em relação à generalização dentro da classe de sons, o G1 apresentou maiores mudanças, enquanto a generalização para outras classes foi maior para o G2; entretanto, não houve diferença estatística em nenhum desses resultados. CONCLUSÃO: Ambos os métodos favoreceram mudanças no sistema fonológico das crianças estudadas, levando à aquisição de fonemas e a generalizações. Não há diferença entre eles na efetividade do tratamento.
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Freire, Suzana Dias, Paola Lucena dos Santos, Marcela Bortolini, João Feliz Duarte de Moraes, and Margareth da Silva Oliveira. "Intensidade de uso de crack de acordo com a classe econômica de usuários internados na cidade de Porto Alegre/Brasil." Jornal Brasileiro de Psiquiatria 61, no. 4 (2012): 221–26. http://dx.doi.org/10.1590/s0047-20852012000400005.

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Abstract:
OBJETIVOS: Investigar se há associação entre intensidade e frequência de uso de crack e o nível econômico de dependentes da droga e verificar se há relação entre classe econômica e intensidade e frequência de uso de crack em homens adultos em internação psiquiátrica. MÉTODO: Estudo transversal quantitativo. Instrumentos: entrevista estruturada, Critérios de Classificação Econômica Brasil e Miniexame do Estado Mental. Tratamento estatístico: análises descritivas e inferenciais (testes de Kolmogorov-Smirnov, Mann-Whitney e Kruskal-Wallis - nível de significância de 5%). RESULTADOS: Duzentos e vinte e um participantes foram divididos em dois grupos: (1) Grupo de maior nível econômico (classes A e B) e (2) Grupo de menor nível econômico (Classes C, D e E). Não houve diferença significativa (p = 0,893 - teste de Mann-Whitney) entre os grupos quanto à intensidade e à frequência de uso de crack. Também não houve relação significativa (p = 0,549 - teste de Kruskal-Wallis) entre classe econômica (A, B, C, D e E) e intensidade e frequência de uso de crack. CONCLUSÃO: Os dependentes de crack de maior e de menor poder aquisitivo não diferiram de forma significativa com relação à intensidade e à frequência de uso da droga. Não houve relação entre classe econômica e intensidade e frequência de uso de crack nesta amostra.
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Campos Júnior, Dioclécio, Guita Rubinsky Elefant, Elisabeth Ourique de Melo e. Silva, Leonora Gandolfi, Cristina Miuki Abe Jacob, Aline Tofeti, and Riccardo Pratesi. "Freqüência de soropositividade para antígenos de Toxocara canis em crianças de classes sociais diferentes." Revista da Sociedade Brasileira de Medicina Tropical 36, no. 4 (July 2003): 509–13. http://dx.doi.org/10.1590/s0037-86822003000400013.

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Abstract:
Para estudar a freqüência da infecção pelo Toxocara canis em crianças de classes sociais diferentes de Brasília, Brasil, foram testados soros de 602 crianças de ambos os sexos, de 1 a 12 anos, distribuídas em dois grupos representativos de condições socioeconômicas distintas. As amostras do primeiro grupo foram obtidas em laboratório público que atende bairros pobres. As do segundo grupo foram colhidas em laboratório privado, que serve à classe média. Os anticorpos anti-Toxocara foram detectados pelo método ELISA, com antígenos de Toxocara canis, e absorção com antígenos do Ascaris suum. A prevalência de soropositividade foi de 21,8% (66/302) no primeiro grupo e de 3% (9/300) no segundo (p<0,0001). Não houve diferença quanto ao gênero ou idade das crianças. Os resultados sugerem significativa prevalência de toxocaríase na população infantil de Brasília, com predomínio nas classes sociais menos favorecidas economicamente.
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Campos, Cauê. "Política e classes sociais no Brasil dos anos 2000 [Armando Boito Jr. e Andréia Galvão(orgs.)]." Cadernos Cemarx, no. 7 (February 6, 2015): 281–84. http://dx.doi.org/10.20396/cemarx.v0i7.10894.

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Abstract:
O livro Políticas e classes sociais no Brasil dos anos 2000 é uma coletânea de artigos produzidos no Centro de Estudos Marxistas (CEMARX) da UNICAMP pelo grupo de pesquisa “Neoliberalismo e relações de classe no Brasil” com o objetivo de analisar a política brasileira no período neoliberal, focando na década de 2000 e no Governo Lula (2003-2010). Porém, não se analisa a política como algo separado da sociedade, mas vinculada aos interesses de classes e à estrutura social brasileira, confrontando o entorno da atividade e das instituições políticas. Apesar dos diversos objetos tratados nos artigos, o livro unifica-se na base teórica, a saber: o desenvolvimento do conceito marxista de fração de classe e bloco no poder de Nico Poulantzas.
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Silva, Glauco dos Santos Ferreira da, and Alberto Villani. "Grupos de aprendizagem nas aulas de física: as interações entre professor e alunos." Ciência & Educação (Bauru) 15, no. 1 (2009): 21–46. http://dx.doi.org/10.1590/s1516-73132009000100002.

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Abstract:
Em nosso trabalho buscamos entender a dinâmica que se estabelece na sala de aula quando são introduzidas atividades de grupos, analisando o processo grupal e sua relação com o ensino-aprendizagem da Física. Por isso, optamos por um estudo das relações estabelecidas no grupo entre os seus membros (alunos e professor) e das estratégias criadas em conjunto para a resolução da atividade. Como referencial teórico, utilizamos as concepções de grupo operativo de Pichon-Rivière, que focaliza a tarefa do grupo e o vínculo entre os membros como elementos essenciais do desenvolvimento grupal. O nosso trabalho consistiu em uma análise diacrônica e sincrônica das interações dos alunos de um dos grupos que compunha a classe em duas aulas diferentes: a primeira antes de uma intervenção institucional do professor, que atribuiu funções para cada um dos membros do grupo; e a segunda depois desta intervenção.
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Junqueira, Jader Joel Machado, Aline Estefanes Eras, Vera Aparecida dos Santos, Eugênio Ferramundo Polo, and Marisa Roma Herson. "INCIDÊNCIA DE SOROLOGIA POSITIVA PARA CITOMEGALOVÍRUS EM DOADORES DE TECIDO CUTÂNEO DO BANCO DE TECIDOS DO HOSPITAL DAS CLÍNICAS DA FACULDADE DE MEDICINA DA UNIVERSIDADE DE SÃO PAULO." Brazilian Journal of Transplantation 10, no. 2 (June 1, 2007): 717–20. http://dx.doi.org/10.53855/bjt.v10i2.331.

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Introdução: Considerando a provável relação entre a utilização de enxertos de pele infectados por citomegalovírus (CMV) e o desenvolvimento de doença grave por parte de receptor imunocomprometido, procurou-se analisar a incidência de anticorpos anti-CMV das classes IgG e IgM em doadores de tecido cutâneo do Banco de Tecidos do Hospital das Clínicas da Faculdade de Medicina da Universidade de São Paulo. Objetivo: Analisar a incidência de sorologia positiva para anticorpos anti-CMV das classes IgG e IgM em doadores de tecido cutâneo do Banco de Tecidos do HC FMUSP. Método: Realizamos um estudo retrospectivo com 112 resultados sorológicos obtidos no período de maio de 2001 a maio de 2006. Resultados: Nenhuma das amostras de sangue pesquisadas apresentou resultado positivo para pesquisa de anticorpos anti-CMV da classe IgM, enquanto a positividade para IgG foi de 91,07% nas amostras pesquisadas. Assim, no grupo positivo para IgG (Grupo 1 n=102) o IgM foi negativo em 59 casos e não foi pesquisado em 43. Já no grupo negativo para IgG, (Grupo 2 n=10) o IgM foi negativo em 5 casos e não foi pesquisado em 5. Conclusão: Diante da alta prevalência de anticorpos anti-CMV da classe IgG em nossa casuística e da morbidade da doença citomegálica quando ativa em indivíduos imunocomprometidos, este trabalho sugere que os bancos de tecidos em geral e especificamente bancos de pele estabeleçam protocolos de triagem de tecidos que contemplem pesquisa sorológica para CMV.
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Queixalós, Francesc. "Partículas em Sikuani." Boletim do Museu Paraense Emílio Goeldi. Ciências Humanas 14, no. 3 (December 2019): 721–38. http://dx.doi.org/10.1590/1981.81222019000300003.

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Abstract:
Resumo Este artigo analisa um grupo particular de morfemas da língua Sikuani (Guahibo), no intuito de demonstrar que: 1) no nível da forma, o grupo tem propriedades de classe; 2) no nível funcional, ele possui correlatos semânticos e pragmáticos tipicamente gramaticais; e 3) ele é certamente passível de uma caracterização em termos de protótipo. A análise é levada a cabo almejando níveis apreciáveis de explicitação e exaustividade, incluindo uma primeira identificação das classes de morfemas da língua, o inventário ilustrado dos morfemas que são objeto deste estudo, uma segunda identificação das classes de morfemas da língua e a síntese dos resultados. O conjunto de considerações feitas ao longo do artigo pretende contribuir para a validação da – reiteradamente questionada – noção tipológica de ‘partícula’.
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Mayorga-Vega, Daniel, Jorge Montoro-Escaño, Santiago Guijarro-Romero, and Jesús Viciana. "¿El nivel basal de motivación autodeterminada hacia la Educación Física influye en la mejora de la resistencia cardiorrespiratoria? Un estudio de intervención controlado (Does baseline self-determined motivation toward Physical Education influence cardio." Retos, no. 37 (October 14, 2019): 344–50. http://dx.doi.org/10.47197/retos.v37i37.71662.

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Abstract:
El objetivo del estudio fue examinar la influencia del nivel basal de motivación autodeterminada hacia la Educación Física sobre la eficacia de un programa de intervención para la mejora de la resistencia cardiorrespiratoria en estudiantes de Educación Secundaria. Noventa y siete estudiantes de Educación Secundaria Obligatoria fueron asignados aleatoriamente (por clases) al grupo experimental y control. Durante las clases de Educación Física, los estudiantes del grupo experimental realizaron un programa de acondicionamiento físico. Antes y después del programa de intervención, la resistencia cardiorrespiratoria de los estudiantes se midió mediante el test Course Navette. Los estudiantes del grupo experimental con un nivel basal moderado-alto de motivación autodeterminada hacia la Educación Física incrementaron estadísticamente su resistencia cardiorrespiratoria con respecto a los del grupo control (p < 0,001). No se encontraron diferencias entre los estudiantes del grupo experimental con baja motivación y los del grupo control (p > 0,05). Un programa de acondicionamiento físico durante las clases de Educación Física solo parece incrementar la resistencia cardiorrespiratoria de estudiantes con un nivel basal moderado-alto de motivación autodeterminada hacia la Educación Física.Abstract. The purpose of the present study was to examine the influence of baseline self-determined motivation toward Physical Education on the effectiveness of an intervention program for improving cardiorespiratory endurance in high-school students. Ninety seven high-school students were randomly assigned (by classes) to the experimental and control groups. During Physical Education classes, the experimental group students performed a physical fitness program. Before and after the intervention program, students’ cardiorespiratory fitness was measured using the Course Navette test. The experimental group students with a moderate-high baseline of self-determined motivation toward Physical Education statistically improved their cardiorespiratory endurance compared with the control group students (p < .001). However, no statistically significant differences between the experimental group students with low motivation toward Physical Education and control group students were found (p > .05). A physical fitness program during Physical Education classes only seems to improve cardiorespiratory endurance in students with moderate-high baseline of self-determined motivation toward Physical Education.
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Malumbu, Makaya. "ANÁLISE CRÍTICA DAS CONTAS DE CAPITAIS E SEU ENQUADRAMENTO NA ESTRUTURA DO PLANO GERAL DE CONTABILIDADE." RECIMA21 - Revista Científica Multidisciplinar - ISSN 2675-6218 3, no. 8 (August 16, 2022): e381777. http://dx.doi.org/10.47820/recima21.v3i8.1777.

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O presente artigo visa fazer uma análise exaustiva das falhas detectadas nas contas de Resultados e seu enquadramento na estrutura do Plano Geral de Contabilidade em Angola (PGCA), apoiando-se num estudo de caso do Grupo Plafar. O enfoque foi dado ao uso adequado no Balanço da Conta que espelha o Resultado transitado não sendo esta na classe 8 a conta capital e reservas, baseou-se nos seguintes pontos: identificar as debilidades existentes no Sistema Contabilístico Angolano, Proceder a sua comparação com os Sistemas estrangeiros e propor o modelo da codificação da Conta Resultado a figurar no Balanço, tendo por base as normas internacionais da contabilidade. No final da pesquisa, verificou-se que, ao contrário do que acontece no Plano Geral de Contabilidade de Angola, nos planos de contas estrangeiros as classes das receitas pertencem à classe 7 e custos à classes 6. A pesquisa revelou da falta de harmonização de contas relativas aos activos biológicos e da classe referente á contabilidade analítica. A inovação que traz no PGCA o nosso trabalho é a proposta da introdução do código “59” Conta de Resultado que irá pertencer à classe 5 onde figura a classe de Capital e Reservas e não “81”.
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Montagnero, Alexandre Vianna, Gabriel Bassan, and Laura Veloso. "Drogas." SMAD Revista Eletrônica Saúde Mental Álcool e Drogas (Edição em Português) 15, no. 4 (November 11, 2019): 1–10. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1806-6976.smad.2019.150254.

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Objetivo: realizar uma análise semântica dos principais elementos discursivos presentes em publicações nacionais sobre drogas ilícitas. Método: foram utilizados 336 trechos de resumos retirados de 58 artigos publicados em revistas brasileiras entre 2004 e 2014. Quando submetidos ao programa gratuito Iramuteq®, obteve-se a frequência e a classe das palavras, que revelaram os principais elementos discursivos sobre a temática “drogas”. Resultados: os dados se estruturaram em cinco classes divididas em dois grupos, que revelam a frequência do corpus de palavras analisadas: Dados e Usuário, de modo que o grupo “Dados” foi composto pelas classes: a) Epidemiologia (17,5%) e b) Método de pesquisa (31,4%). Já o grupo “Usuário”, pelas classes: c) Atenção em saúde (19,1%); d) Consequências do abuso (16,1%); e) Aspectos sociais (15,9%). Conclusão: os discursos presentes nas perspectivas dos autores apontam a preferência pelas pesquisas investigativas, pela utilização do método quantitativo e as pesquisas relacionaram a temática das drogas a aspectos sócio-políticos e à necessidade de novos planejamentos dos serviços de atenção em saúde.
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Guirro, Willian J. G., Karina Maria Salvatore de Freitas, Marcos Roberto de Freitas, José Fernando Castanha Henriques, Guilherme Janson, and Luiz Filiphe Gonçalves Canuto. "Recidiva do apinhamento anterossuperior nas más oclusões de Classe I e Classe II tratadas ortodonticamente sem extrações." Dental Press Journal of Orthodontics 16, no. 5 (October 2011): 1–16. http://dx.doi.org/10.1590/s2176-94512011000500007.

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OBJETIVO: o presente estudo objetivou comparar retrospectivamente a estabilidade pós-contenção do alinhamento dos incisivos anterossuperiores em pacientes com Classe I e Classe II. MÉTODOS: a amostra consistiu de 38 pacientes de ambos os sexos, tratados sem extrações e com mecânica Edgewise, divididos em dois grupos - Grupo 1, constituído por 19 pacientes, com idade inicial média de 13,06 anos, portadores da má oclusão de Classe I com apinhamento anterossuperior inicial maior que 3mm; Grupo 2, constituído por 19 pacientes, com idade inicial de 12,54 anos, portadores da má oclusão de Classe II e, também, com apinhamento anterossuperior inicial maior que 3mm. Foram medidos nos modelos de estudo, das fases pré- e pós-tratamento e pós-contenção, o índice de irregularidade de Little, as distâncias intercaninos e entre os primeiros e segundos pré-molares, a distância intermolares e o comprimento da arcada superior. Para a comparação intragrupo nos 3 tempos de avaliação, utilizou-se os testes ANOVA e Tukey. A comparação intergrupos foi realizada pelo teste t independente. Para verificação da presença de correlação, utilizou-se o teste de correlação de Pearson. RESULTADOS: os resultados evidenciaram maior estabilidade do tratamento no Grupo 2 (Classe II), pois, durante o período pós-contenção, foi observada recidiva do apinhamento dos dentes anterossuperiores menor no Grupo 2 (0,80mm) do que no Grupo 1 (1,67mm). CONCLUSÃO: concluiu-se que o tratamento do apinhamento dos dentes anterossuperiores é mais estável na má oclusão de Classe II do que na má oclusão de Classe I.
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Lima, Rita de Cássia Pereira, and Pedro Humberto Faria Campos. "Classes sociais, campo, grupos: contribuições para pensar a função social da escola." ETD - Educação Temática Digital 17, no. 3 (December 17, 2015): 633. http://dx.doi.org/10.20396/etd.v17i3.8638223.

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Abstract:
O presente artigo tem como ponto de partida a crítica de Bourdieu ao conceito marxiano de “classes sociais”, quando o autor propõe a “teoria dos campos”. Considerando o universo escolar marcado pela presença de diversidades humanas que, nos planos material e simbólico, podem provocar divisões, relações de poder, exclusões, apresenta-se aqui uma perspectiva teórica para a abordagem da instituição escolar que permite ampliar reflexões sobre sua função social. Três aspectos centrais são abordados: a) a relação entre dominação e classes sociais na função social da escola; b) a exclusão social como paradigma societário e sua relação com a escola; c) as concepções de “campo” e de “grupo” em Bourdieu, como alternativa para avançar a concepção econômica de classes sociais no contexto escolar. O artigo procura mostrar que, na busca pela escola da diversidade e heterogênea, o conceito de “classe social” é insuficiente para explicar a riqueza das interações sociais que ocorrem no cotidiano escolar, devido, principalmente, à intensidade das trocas simbólicas presentes neste espaço. Defende-se a necessidade de buscar um referencial teórico que explique melhor as relações sociais entre diversos agentes/grupos, contexto social e cultura escolar. À guisa de conclusão, indica-se a fecundidade da aproximação entre a sociologia de Bourdieu e a perspectiva psicossocial da teoria moscoviciana das representações sociais para explicar as relações materiais e simbólicas que ocorrem na escola.
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