Academic literature on the topic 'Gruppi funzionali'

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Journal articles on the topic "Gruppi funzionali"

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Perricone, Giovanna, Concetta Polizzi, M. Regina Morales, Francesco De Luca, Carmen Lo Pinto, Lorella Pitrolo, and Emanuela Giudice. "La rappresentazione del sé corporeo in bambini con patologie croniche diversamente trattate." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001005.

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Abstract:
Il contributo presenta uno studio sulla rappresentazione del sé corporeo in bambini con patologie croniche diversamente trattate, al fine di esplorare possibili risorse funzionali alla gestione della condizione di rischio costituita dalla patologia; nello specifico, gli indicatori delle risorse vanno individuati, su un piano qualitativo, nell'adeguatezza dell'immagine del corpo, nell'integritŕ dell'immagine di sé, nell'integrazione di mappe cognitive e, su un piano quantitativo, nel quoziente di maturitŕ cognitiva. Lo studio ha previsto il coinvolgimento di un gruppo di 52 bambini (etŕ media 10 anni) di cui un 50% con patologie croniche che prevedono trattamenti invasivi, caratterizzati da "pratiche" sul corpo costanti che alterano la serenitŕ del quotidiano (es. trasfusioni, cateteri venosi, iniezioni di insulina, microinfusioni), l'altro 50% con cardiopatie sottoposti a trattamenti solo farmacologici. L'indagine ha previsto l'uso del Disegno della Figura Umana. I risultati, pur mostrando, in generale, livelli medi di adeguatezza e di integritŕ corporea, sottolineano differenze statisticamente significative in relazione alla tipologia di trattamento, laddove i bambini sottoposti a trattamenti invasivi presentano livelli piů elevati sia di adeguatezza che di integritŕ corporea. Relativamente al quoziente di maturitŕ, invece, non si evidenziano differenze tra i due gruppi, sottolineando la presenza di alcune risorse cognitive funzionali all'adattamento alla patologia.
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Mahieu, R., G. Colletti, P. Bonomo, G. Parrinello, A. Iavarone, G. Dolivet, L. Livi, and A. Deganello. "Head and neck reconstruction with pedicled flaps in the free flap era." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 6 (December 2016): 459–68. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1153.

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Abstract:
La trasposizione di lembi liberi microvascolari rappresenta oggi la procedura maggiormente diffusa nelle ricostruzioni del distretto testacollo. Tuttavia, non tutti i pazienti sono candidati ideali per ricostruzioni microvascolari, né tutti i difetti richiedono necessariamente lembi microvascolari per ottenere buoni risultati funzionali. Lo scopo di questo studio è quello di valutare se la ricostruzione di difetti del distretto testa-collo mediante lembi peduncolati sia inferiore alle ricostruzioni microvascolari in termini di complicanze, outcome funzionale e prognosi. In una coorte di pazienti consecutivi che sono stati sottoposti a resezione maggiore per carcinomi del distretto testa collo, abbiamo confrontato i dati delle ricostruzioni mediante lembi peduncolati con quelli delle ricostruzioni microvascolari. Tutti gli interventi sono stati eseguiti da un unico chirurgo dal 2006 al 2015. Sono stati inclusi un totale di 93 pazienti, la maggior parte dei quali affetti da carcinoma del cavo orale (n = 59), di cui 64 hanno subito ricostruzione tramite lembo peduncolato (69%). Nei due gruppi non si sono registrate differenze significative in termini di necrosi del lembo, complicanze ed outcome funzionale. L’analisi multivariata ha mostrato che le comorbidità preoperatorie rappresentano l’unico fattore significativo per il rischio di complicanze nella guarigione del lembo (p = 0,019). Nei due gruppi l’analisi di sopravvivenza e l’analisi di regressione proporzionale al rischio di recidiva di malattia o metastasi a distanza non hanno mostrato differenze significative. In questo studio retrospettivo di coorte, non randomizzato, i lembi peduncolati non sono risultati significativamente inferiori rispetto ai lembi liberi in termini complicanze, outcome e prognosi.
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DELL’AVERSANA ORABONA, G., G. SALZANO, V. ABBATE, P. PIOMBINO, F. ASTARITA, G. IACONETTA, and L. CALIFANO. "L’utilizzo del lembo di SMAS per ricostruzioni della loggia parotidea." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 6 (December 2015): 406–11. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-395.

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Abstract:
Lo scopo dello studio è stato quello di valutare i benefici della ricostruzione con lembo di SMAS nei pazienti affetti da neoplasie benigne della parotide e sottoposti a parotidectomia superficiale. Abbiamo condotto uno studio retrospettivo su 123 pazienti affetti da neoplasie benigne della ghiandola parotide ricoverati presso il Nostro istituto tra il Marzo 1997 e Marzo 2010. Tutti i pazienti arruolati sono stati sottoposti a parotidectomia superficiale. Il Nostro campione è stato diviso in due gruppi in base alla esecuzione (Gruppo 2) o no (Gruppo 1) di ricostruzione con lembo di SMAS dopo la parotidectomia superficiale. La ricostruzione con lembo di SMAS è stata eseguita in 64 pazienti. Un test chi quadro è stato utilizzato per valutare le differenze statistiche tra i due gruppi. Il livello di significatività statistica scelto è stato di p<0,05. Non è stata rilevata differenza statisticamente significativa tra i 2 gruppi per quanto riguarda l’ insorgenza di ematoma, infezione della ferita e paralisi del faciale (3,38 vs 1,56% [P > 0,05] , 8,47% vs 4,68% [P > 0,05, 5,08% vs 0,00%). La paralisi transitoria del facciale, la fistola, la depressione della cute e la sindrome di Frey sono significativamente più frequenti nei pazienti non ricostruiti con lembo di SMAS (10,16% vs 3,125% [P < 0,05], 13,55% vs 3,125% [P < 0,05] , 13,55% vs 3,125% [P < 0,05], 20,33% vs 0% [P < 0,05], rispettivamente). Il lembo di SMAS è capace di ridurre le complicanze funzionali ed estetiche che si verificano dopo la rimozione di un tumore benigno della parotide mediante parotidectomia superficiale, tra queste, riduce il verificarsi della sindrome di Frey .
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Mastropaolo, Alfio. "PARLAMENTI E PARLAMENTARI NEGLI ANNI OTTANTA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 1 (April 1990): 29–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008947.

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Abstract:
IntroduzioneAll'interno di quello che si suole ormai definire il mercato politico, il successo degli interessi organizzati ha da qualche decennio a questa parte finito, com'é noto, per cancellare del tutto la tradizionale rappresentazione del parlamento quale baricentro del sistema politico. Superata la fase in cui l'insidia piò grave alle prerogative delle assemblee legislative veniva dai partiti politici, i grandi gruppi d'interesse funzionali hanno addirittura dato luogo ad un secondo circuito rappresentativo in pieno regola, postosi decisamente in concorrenza rispetto a quello della rappresentanza politica democratica, che ha nel parlamento il suo principale punto di transito.
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Zojaji, R., M. Keshavarzmanesh, M. Bakhshaee, R. Behdani, S. Esmaeelzadeh, and M. Mazloum Farsi Baf. "Gli effetti sul flusso aereo nasale della turbinoplastica inferiore in corso di rinosettoplastica." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 2 (April 2016): 97–100. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-410.

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Abstract:
La rinoplastica è una procedura chirurgica molto comune e al tempo stesso di elevata complessità. Uno degli aspetti più discussi di tale chirurgia sono gli insoddisfacenti esiti funzionali dovuti spesso ad un eccessivo restringimento dell’area della valvola nasale. Alcune procedure, come la turbinoplastica inferiore, possono favorire la prevenzione di tali problematiche ostruttive. L’intento del presente studio è quello di indagare gli effetti della turbinoplastica inferiore sulla resistenza nasale e sull’ostruzione respiratoria. In 50 pazienti è stata effettuata un’analisi preoperatoria e sei mesi dopo rinoplastica con turbinoplastica inferiore mediante rinomanometria anteriore attiva. Nessuno dei pazienti ha lamentato sintomatologia ostruttiva nasale nel preoperatorio o nel corso del postoperatorio. In accordo con i dati rinomanometrici sia le resistenze inspiratorie che quelle espiratorie hanno presentato valori migliori nel postoperatorio, ma solo le resistenze espiratorie hanno presentato una significatività statistica (p = 0,034). Le differenze in termini di flusso nasale fra maschi, femmine e differenti gruppi di età non sono state significative (p > 0,05). In conclusione dai dati del nostro studio emerge che la rinosettoplastica, associate a turbinoplastica parziale non ha un impatto negativo sulla funzionalità nasale ed in particolare sul flusso aereo attraverso le cavità nasali.
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Ripamonti, Chiara A., Emanuele Preti, Andrea Bassanini, and Alice Castelli. "Immigrati e salute: cause di malattia, comportamenti di cura e accesso ai servizi sanitari in soggetti sudamericani, cinesi e filippini. Uno studio pilota sul territorio milanese." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (November 2011): 29–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003002.

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Abstract:
Questa ricerca indaga il rapporto delle minoranze etniche, presenti sul territorio di Milano e provincia, con la salute e con i servizi sanitari. Sono analizzati e confrontati tre gruppi etnici: latinoamericani, cinesi e filippini. Si ipotizza che la cultura e la tradizione popolare di queste minoranze etniche influenzino le modalitŕ con cui esse affrontano i problemi di salute e i loro comportamenti di cura. Pertanto, gli obiettivi del lavoro si concentrano sull'indagine dei comportamenti di cura intrapresi in caso di malattia, i rapporti con le strutture sanitarie e le cause che i membri dei gruppi etnici attribuiscono alle patologie tumorali. Č stata somministrata un'intervista con la metodologia free list a 114 soggetti appartenenti alle tre minoranze etniche considerate. Inoltre, č stata somministrata un'intervista semistrutturata a 10 medici di medicina generale e 15 medici volontari di alcuni centri di prima assistenza presenti a Milano. I risultati sottolineano la necessitŕ di comprendere sia le credenze che le esigenze nell'ambito della salute di persone appartenenti a culture differenti dalla nostra, cosě da poter implementare risposte da parte del sistema sanitario che siano realmente funzionali e efficaci.
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Monini, S., C. M. Iacolucci, M. Di Traglia, A. I. Lazzarino, and M. Barbara. "Ruolo della riabilitazione Kabat nella paralisi del nervo facciale: studio randomizzato su casi severi di paralisi di Bell." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 4 (August 2016): 282–88. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-783.

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Abstract:
La terapia della paralisi di Bell, incentrata su farmaci steroidei e/o antivirali, può ancora far esitare nei soggetti affetti sequele disfiguranti per un recupero incompleto. Le diverse procedure riabilitative non si sono dimostrate al giorno d'oggi in grado di giocare un ruolo favorevole in questo senso. Scopo di questo lavoro è stato quello di mettere a confronto i risultati funzionali di pazienti affetti da forme severe di paralisi di Bell, quando trattati con solo cortisone con quelli nei quali al cortisone è stata affiancata una terapia riabilitativa secondo Kabat. Lo studio prospettico ha incluso 94 soggetti con paralisi di Bell di grado IV e V secondo House-Brackmann (HB) a loro volta suddivisi in due gruppi: (a) trattato con terapia steroidea; (b) trattato con terapia steroidea e riabilitazione Kabat. Il trattamento medico è consistito di 60 mg di prednisolone al giorno per 15 giorni; la terapia riabilitativa è consistita nel trattamento di facilitazione neuromuscolare propiocettiva secondo Kabat. Percentuale, grado e tempi di recupero sono stati comparati utilizzando l'analisi statistica Mann-Whitney e il test di regressione logistica multivariata (Ward test). I pazienti Kabat (gruppo b) hanno avuto 20 volte di più la possibilità di migliorare di 3 o più gradi HB (OR = 17,73, 95% IC = 5,72 a 54,98, p < 0,001) rispetto a quelli di gruppo a. La velocità media di recupero nel gruppo b è risultata la metà di quella registrata nel gruppo a. Nessuna differenza è stata invece riscontrata sull'incidenza di sincinesie. Si può dunque concludere che la terapia steroidea permette un migliore e più rapido recupero dei casi severi di paralisi di Bell, quando associata a terapia riabilitativa Kabat.
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Ožbot, Martina. "La coerenza testuale dal punto di vista traduttivo." Linguistica 41, no. 1 (December 1, 2001): 21–35. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.41.1.21-35.

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Abstract:
Lo studio della coerenza testuale in testi tradotti 1 è stato motivato dalla seguente osservazione: rispetto ai loro originali le traduzioni risultano spesso caratterizzate da una specie particolare di modificazioni che, tipicamente, si rivelano come aggiunte di vari elementi linguistici o di gruppi di tali elementi. Si tratta non di addizioni causate da costrizioni grammaticali, del resto operanti a vari livelli linguistici, da quello sintagmatico a quello testuale, 2 bensì di inserzioni puramente funzionali, dettate quindi dal ruolo che il testo tradotto presumibilmente svolgerà nella cultura d'arrivo. Le modificazioni in questione non sono quindi motivate dal sistema della lingua d'arrivo e non rappresentano casi di espansioni morfosintattiche dovute alla complessità dell'originale. D'altra parte, non si tratta neppure di modifiche simili a quelle che si possono riscontrare in traduzioni eseguite da traduttori semiprofessionali o dagli studenti, che com'è noto tendono a usare delle soluzioni parafrastiche, spesso infondate e soggettive, che possono essere dovute sia a difficoltà linguistiche sia a negligenza (v. Ožbot 1997).3
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Marturano, Graziella. "Sui confini della rotta balcanica: pratiche di solidarietà ai migranti e processi di criminalizzazione." MONDI MIGRANTI, no. 3 (December 2021): 43–63. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-003003.

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Abstract:
Il presente contributo si basa su una ricerca qualitativa realizzata lungo la cosiddetta "rotta balcanica", in particolare al confine tra Serbia e Croazia e tra Bosnia Erzegovina e Croazia. Uno degli elementi chiave su cui il presente lavoro si focalizza è l'analisi del regime di frontiera in relazione alle reti di solidarietà ai migranti in transito. La repressione e la criminalizzazione, funzionali al mantenimento del controllo degli attraversamenti irregolari dei confini, influenzano la dimensione della solidarietà. Partendo da una breve panoramica su come si sono evolute e modificate le traiettorie migratorie sui Balcani, nel presente articolo viene evidenziata la loro relazione con il supporto al transito dei migranti. Il focus del lavoro è centrato, da un lato, su reti e pratiche di solidarietà che sulla rotta balcanica prendono forma, e sui processi di criminalizzazione e dissuasione che subiscono; dall'altro lato, il contributo analizza gli effetti che questi processi hanno sulle rotte migratorie e sui gruppi solidali.
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Pavoni, C., E. Cretella Lombardo, R. Lione, P. Bollero, F. Ottaviani, and P. Cozza. "Orthopaedic treatment effects of functional therapy on the sagittal pharyngeal dimensions in subjects with sleep-disordered breathing and Class II malocclusion." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 6 (December 2017): 479–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1420.

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Abstract:
Con il termine Sleep disorder breathing (SDB) s’intendono tutte quelle difficoltà respiratorie che si verificano durante il sonno. Si può osservare una grande variabilità nella sintomatologia dei pazienti affetti da SDB, direttamente proporzionale alla resistenza che le vie aeree superiori offrono al passaggio dell’aria quando queste sono ostruite. L’SDB rappresenta un ampio ventaglio di disturbi che vanno dal russamento primario fino ad arrivare alle apnee ostruttive del sonno. I bambini con problemi respiratori tendono a compensare l’ostruzione delle vie aeree assumendo posizioni caratteristiche, tali da garantire il mantenimento della pervietà delle vie aeree durante il sonno. Un’anomalia di posizione nel sonno, durante la fase di crescita e sviluppo, si ripercuote in un’alterazione dello sviluppo occlusale e in una modifica del pattern di crescita. Le principali alterazioni sono a carico del mascellare superiore, dell’altezza facciale, del tono muscolare e della posizione mandibolare; nei bambini con SDB, infatti, è spesso presente un pattern scheletrico di Classe II, con lunghezza mandibolare ridotta ed overbite aumentato. Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare i cambiamenti craniofacciali indotti dalla terapia funzionale di avanzamento mandibolare con particolare riferimento alla dimensione sagittale delle vie aeree, superiori ed inferiori, alla posizione dell’osso ioide e alla posizione della lingua in soggetti con SDB e malocclusione di Classe II, messi a confronto con un gruppo controllo in Classe II non trattato. 51 soggetti (24 femmine, 27 maschi; età media 9,9 ± 1,3 anni) con malocclusione dentoscheletrica di Classe II e SDB trattati con il dispositivo funzionale Monoblocco Modificato (MM) sono stati messi a confronto con un gruppo controllo non trattato di 31 soggetti (15 maschi, 16 femmine; età media 10,1 ± 1,1 anni) presentanti la stessa malocclusione senza SDB. Il gruppo di studio è stato valutato da uno specialista in otorinolaringoiatria per la definizione del tipo di respirazione ed è stato sottoposto ad un esame fisico completo. I genitori di tutti i pazienti hanno completato un questionario per valutare la presenza di sintomi notturni e diurni prima e dopo il test clinico (versione italiana in 22 punti del Pediatric sleep questionnaire, ideato da Ronald Chervin). Le teleradiografie in proiezione latero laterale sono state analizzate all’inizio e alla fine del trattamento con MM. Tutte le misurazioni cefalometriche dei due gruppi sono state analizzate attraverso dei test per la valutazione statistica dei cambiamenti avvenuti durante il trattamento. I risultati hanno evidenziato dei cambiamenti scheletrici favorevoli nel gruppo trattato a tempo T2. La terapia funzionale di avanzamento mandibolare ha indotto dei cambiamenti statisticamente significativi nella dimensione sagittale delle vie aeree, nella posizione dell’osso ioide e nella posizione della lingua in soggetti di Classe II affetti da SDB rispetto ai controlli non trattati. Dopo la terapia ortodontica in 45 pazienti del gruppo di studio è stata osservata una riduzione dei sintomi diurni di SDB. Il trattamento con apparecchiature funzionali, non solo migliora i rapporti tra mascellare superiore e mandibola, ma riduce anche il rischio del collasso delle vie aere superiori. La logica terapeutica si basa sul concetto che tutte le anomalie, legate ad un retroposizionamento mandibolare, beneficiano della terapia funzionale di avanzamento mandibolare, che è in grado di ampliare lo spazio posteriormente alla lingua ed allo stesso tempo promuovere l’avanzamento linguale. Lo spostamento anteriore della mandibola influenza la posizione dell’osso ioide e la posizione della lingua, aumentando lo spazio intermascellare in cui quest’ultima alloggia e migliorando la morfologia delle vie aeree superiori. Ne consegue sia la risoluzione della malocclusione scheletrica di Classe II che il miglioramento dei rapporti retrofaringei, eliminando quei fattori predisponenti per lo sviluppo di disturbi respiratori in età adulta.
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Dissertations / Theses on the topic "Gruppi funzionali"

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Graziano, Carla <1977&gt. "Architetture supramolecolari di guanosine semisintetiche per lo "scaffolding" di gruppi funzionali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1072/1/Tesi_Graziano_Carla.pdf.

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Graziano, Carla <1977&gt. "Architetture supramolecolari di guanosine semisintetiche per lo "scaffolding" di gruppi funzionali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1072/.

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Luscri, Alessandro. "Progettazione e realizzazione di gruppi funzionali di un impianto automatico nel settore food." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10183/.

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Abstract:
Questo elaborato tratta della progettazione e della realizzazione di una serie di gruppi funzionali di un impianto automatico per l'applicazione, tramite colla, di carta assorbente o pluriball all'interno di vaschette alimentari. Il sistema progettato si inserisce all'interno di una linea produttiva, tipicamente tra una macchina termoformatrice e una tranciatrice.
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TIROZZI, PIETRO. "Long-term responses of bird populations to environmental and climatic changes." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/403719.

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Abstract:
Un’approfondita conoscenza circa le risposte delle popolazioni selvatiche ai cambiamenti ambientali e climatici rappresenta un obiettivo primario per migliorare le politiche ambientali e promuovere la conservazione della biodiversità. La capacità di una popolazione nel rispondere ai cambiamenti che avvengono negli ecosistemi è uno dei principali fattori che può determinare la sua traiettoria nel tempo e nello spazio. La presente tesi illustra, sia da un punto di vista metodologico che applicativo, quattro studi che analizzano alcuni tipi di risposte a lungo termine delle popolazioni di uccelli, fornendo nuovi e significativi risultati in una prospettiva ecologica di ampio respiro. Il primo lavoro si è focalizzato su aspetti metodologici che riguardano la modellizzazione dei trend di popolazione al fine di fornire un utile contributo per migliorare i processi di stima. Proponendo un approccio a step multipli, il lavoro ha investigato gli effetti dell’environmental bias, causato da variazioni avvenute nello sforzo o nel disegno di campionamento nello spazio e nel tempo, e di due proprietà statistiche dei dati di conteggio, cioè overdispersion e zero inflation, sul processo di stima. I risultati hanno evidenziato che l’environmental bias è il fattore principale nel determinare differenze tra i trend stimati dai diversi modelli. In aggiunta, l’overdispersion e la zero inflation sono in grado di influenzare, anche in modo significativo, le stime, perciò devono essere tenuti in considerazione nell’approccio statistico. Nel secondo lavoro, tale proposta modellistica è stata impiegata per stimare i trend di popolazione a lungo termine per gli uccelli nidificanti in nord Italia. Inoltre, attraverso un trait-based approach, è stato investigato se specie con analoghe caratteristiche life-history ed ecologiche (traits) condividessero simili dinamiche di popolazione. I risultati hanno identificato le specie che richiedono maggiore attenzione di conservazione e per le quali sono necessarie misure di gestione per evitare ulteriori declini di popolazione in futuro. Il trait-based approach ha individuato i gruppi ecologici e funzionali sottoposti a maggiori pressioni, enfatizzando l’utilità delle informazioni dei traits in un’ottica di conservazione. Il terzo lavoro presenta un caso studio in cui si è investigata la capacità delle specie, di adattare, lungo periodi di tempo relativamente lunghi, la propria nicchia Grinnelliana realizzata come risposta ai cambiamenti ambientali. Inoltre, si è valutato se i cambiamenti di nicchia fossero collegati ai trend di popolazione, ottenuti dal precedente lavoro, e ai traits delle specie. L’analisi ha evidenziato che la conservazione della nicchia non è una condizione ubiquitaria, e alcune specie la stanno anzi modificando. In aggiunta, si è dimostrata un’associazione non casuale tra i cambiamenti di nicchia e i trend di popolazione, così come una relazione tra i cambiamenti di nicchia e i gruppi ecologici e funzionali. L’ultima ricerca ha investigato gli effetti di eventi climatici estremi, il cui crescente aumento di frequenza e intensità pone nuove sfide per la conservazione della biodiversità. Usando il programma di censimento a lungo termine degli uccelli nidificanti nel Regno Unito (UK BBS), e attraverso un’analisi condotta su specie multiple, si è studiato l’effetto degli eventi estremi e sono state identificate le specie con maggiore sensibilità nelle risposte. I risultati hanno evidenziato ampi effetti degli eventi climatici estremi sull’abbondanza delle popolazioni, suggerendo che essi potrebbero rappresentare un fattore chiave nel plasmare le future dinamiche di popolazione. I dati a lungo termine si sono rivelati essere di estrema importanza per valutare le risposte delle popolazioni ai cambiamenti ambientali, e sono essenziali per arrivare ad una comprensione esaustiva dei processi ecologici che possono influenzare le biocenosi e gli ecosistemi.
An extensive knowledge about population responses to ongoing environmental and climatic changes is a primary goal to enhance environmental policies and promote biodiversity conservation. The capacity of a population in responding to rapid changes occurring within ecosystems is one of the most important aspects that can determine its trajectory over space and time. This thesis describes four studies that analyse some long-term responses of bird populations from both a methodological and applicative point of view, providing novel and valuable findings not only for bird studies but also in a broad ecological perspective. The first research focused on some methodological issues in population trend modelling. Changes in population size over time (i.e. population trends) are one of the clearest responses of populations to environmental changes and represent a key tool for wildlife conservation. Thus, improving the capacity of estimating trends is pivotal. The study investigated the effects of the environmental bias, which may affect many existing surveys because of a variation in the sampling effort or design over space and time, and of two statistical properties of count data, namely overdispersion and zero inflation, on the estimation process of population trends. A multi-step modelling approach was proposed, and findings highlighted that the environmental bias was the most important factor that causes differences in trend estimates across models. Additionally, overdispersion and zero inflation can influence, also significantly, the estimates, and modelling frameworks should consider their evaluation in the statistical approach. In the second work, this modelling framework was applied to assess the long-term population trends for common breeding birds at regional scale (northern Italy). Additionally, through a trait-based approach, the study investigated whether species with similar life-history and ecological traits shared similar population dynamics. Findings allowed identifying species that need more conservation attention and for which management measures are required to avoid further population declines. The trait-based approach allowed identifying which ecological and functional groups need greater attention, emphasising the usefulness of traits’ information to plan further studies aimed at identifying the drivers at the basis of the observed population changes. Then, the third study focused on niche modelling to understand whether a species can adapt its realised Grinnellian niche along relatively long-term periods as results of ongoing environmental changes. Moreover, the study assessed whether the observed changes were linked to population trends, obtained from the previous work, and to species traits. The multi-species analysis on common breeding birds highlighted that niche conservatism is not a ubiquitous condition, and some species are changing their niches. Findings also showed the existence of non-random associations between niche changes and both population trends and groups of species sharing similar life-history and ecological traits. The last research dealt with assessing the effects of climate change on bird populations focusing on the extreme climatic events, which exacerbation and increase in frequency poses new global challenges for nature conservation. Using the UK Breeding Bird Survey, a long-term large-scale monitoring program, a multi-species analysis investigated how populations respond to extreme climatic events and which species are more sensitive to such climatic conditions. Findings highlighted widespread effects of extreme climatic events on the abundance of bird populations, suggesting that they could be a key driver for shaping future population dynamics. Long-term data revealed to be extremely important for assessing responses of populations in a changing environment and are essential to achieve a comprehensive perspective of ecological processes that can affect biocenoses and ecosystems.
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Gruppioni, Sara. "Alcune caratterizzazioni delle funzioni convesse nei gruppi di Carnot." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7314/.

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In questa trattazione ci proponiamo di analizzare e approfondire alcune delle definizioni fondamentali di funzione convessa; l’ambiente nel quale lavoreremo non si limiterà a quello euclideo, ma spazierà anche tra gruppo di Heisenberg e gruppo di Carnot. In questo lavoro dimostriamo una nuova caratterizzazione delle funzioni convesse in termini delle proprietà di sottomedia.
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Socionovo, Alessandro. "Spazi di Sobolev e funzioni BV in gruppi di Carnot." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14131/.

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Abstract:
In questa tesi presentiamo i primi risultati sugli spazi di Sobolev e BV in gruppi di Carnot, che estendono alcuni importanti risultati di analisi funzionale visti in ambito euclideo. Un gruppo di Carnot è un gruppo di Lie nilpotente, connesso e semplicemente connesso, la cui algebra di Lie ammette una stratificazione di sottospazi vettoriali compatibile con la parentesi di Lie del gruppo, tale che il sottospazio del primo strato generi tutta l'algebra. Il punto cruciale nello studio dei gruppi di Carnot sta nel fatto che essi presentano delle analogie fortissime con gli spazi euclidei in cui siamo normalmente abituati a lavorare (infatti gli spazi euclidei sono dei particolari gruppi di Carnot). Sfruttando dunque queste analogie, riprenderemo una parte della teoria sugli spazi di Sobolev e BV già vista in ambito euclideo, estendendola nel caso gruppi di Carnot. Per quanto riguarda gli spazi di Sobolev, arriveremo a dimostrare importanti risultati come il Teorema di Meyers-Serrin ed il Teorema di immersione compatta, per il quale sarà necessario riscrivere le disuguaglianze di tipo Sobolev-Poincaré. Per quanto riguarda invece gli spazi BV, lo scopo sarà quello di arrivare al Teorema di Anzellotti-Giaquinta, per poi concludere con la disuguaglianza isoperimetrica.
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Recupero, Giuseppe Antonio. "Il Teorema di Dirichlet sui primi nelle progressioni aritmetiche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17092/.

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DUCHES, Rossella. "Pratiche venatorie e dinamiche comportamentali dei gruppi tardoglaciali dell’Italia nord-orientale: analisi tecnologica, economica e funzionale delle armature litiche di Riparo Dalmeri (Altopiano della Marcesina, Trento)." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2388767.

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Abstract:
The study of lithic armatures of Riparo Dalmeri was aimed at the reconstruction of hunting equipment and hunting strategies implemented by the epigravettian human groups who attended the northeastern Italy during the Lateglacial. The lithic armatures analyzed, come from the three main stratigraphical levels of the shelter, whose radiocarbon refer to the Lateglacial interstadial and more precisely to the passage between Bölling and Alleröd. And just in correspondence of climatic and environmental changes that define this chronological stage, that there is a gradual and profound alteration of lithic production systems and conceptual schemes to their base. Nevertheless, the techno-functional analysis conducted on lithic armatures revealed a substantial chronological continuity of the morpho-dimensional objectives sought: the simplification of the production system is expressed essentially in the transfer of a large part of technical investment from the production phase of the bladelets to that of transformation in armatures. The analysis of the residues of manufacture and the characteristics of backs allowed us to define the percussion with the stone on anvil as the main retouching technique used, associated with the pressure by antler especially during the first phase of attendance of the shelter. According to the morphological and dimensional variability, the backed points were divided into three main typological classes while for the backed bladelets with double truncations has been noticed a greater research of standardization. The evaluation of diagnostic traces of impact identified on the armatures of each class has allowed us to put forward a first hypothesis on how the armatures were fixed and employed in the various stratigraphical levels. The experimental activity, carried out subsequently to the study of the findings, has largely confirmed this reconstruction, suggesting also new diagnostic elements for the identification of the mode of association of the microliths on the shaft. Unlike the highlighted for the lithic production, the configuration of weapons is consistent in the first two levels of attendance while denotes an evident change in correspondence of the last stage of settlement dated at the end of the Alleröd. Initially, the engagement of the backed points occurred within a recess dug laterally to the shaft so as to expose the entire cutting edge opposite to the back; in direct contact with the piercing element were also inserted two backed bladelets with double truncations, positioned parallel to the shaft so as to form a single cutting edge with the margin of the tip. On the other hand, as regards the last level of attendance, the revision of the functional data after the experimentation, rather opt for a tip insertion within a fork axial, and its association with several baked bladelets with double truncations inserted in groups of two, obliquely to the dynamic axis of the arrow. The attestation of a predominant use of composite weapons, is connected to the search for greater efficiency in terms of ballistic penetration of animal tissues, and corresponding to the evidence found for the epipalaeolithic complexes of Europe. The change in the pattern of hunting projectiles, certificated for the occupation levels of the second part of the Lateglacial interstadial, it seems to be due to the advantage offered by the second type of arrangement in terms of maintainability and durability of the functional life of the weapon. The experimental confirmation of the use of these armatures associated with the bow-arrow system, is connected to the deep changes that are involved in hunting strategies and more generally in the mobility of lateglacial human groups: It seems likely that the search for weapons characterized by a rapid production and an equally quick retooling is linked to practices of hunting less structured in the territory and involving the frequent loss of projectiles. It therefore follows that attending repeated and prolonged of Riparo Dalmeri is closely related to specialized ibex hunting, which represents more than 90% of faunal determinable remains, practiced through the use of the bow and composite projectiles, according unstructured manners and related to the use of a few men or maybe individual hunters.
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BRIVIO, ELEONORA. "VERSO L'INTERSOGGETTIVITÀ: RUOLO E FUNZIONI DEL SÈ NELLA COSTRUZIONE INTERATTIVA DEL SOGGETTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1208.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi si focalizza sui concetti di identità, soggettività e intersoggettività che sottostanno alla creazione di senso per l’individuo (Galimberti, 2011). Il primo studio riguarda il rapporto tra nuove posizioni identitarie e costruzione della coerenza del sé. I risultati dimostrano che effettivamente le persone percepiscono le proprie identità come diverse le une dalle altre e diverse anche dal proprio Sé; inoltre mentre percepiscono cambiamenti a livello identitario, la coerenza del sé pare non cambiare nel tempo. Il secondo studio è centrato sul rapporto tra soggettività enunciativa e costruzione di coerenza. Analizzando 9 blog di studenti è possibile osservare che i blogger esprimono in maniera diversa la propria soggettività in ogni post, e che attraverso i meccanismi narrativi di coerenza e riflessività e l’enunciazione riescono a ricostruire il senso della propria storia. Il terzo studio studia i processi di creazione dell’intersoggettività enunciativa all’interno di un gruppo in ambiente face to face e online. I risultati mostrano che le configurazioni che le intersoggettività può assumere nel tempo sono diverse, ma che i processi che sottostanno all’intersoggettività sono isomorfi ai due contesti.
The present work focus on the concepts of identità, subjectivity and intersubjectivity that substain sense-making processes in individuals (Galimberti, 2011). The first study is about new Identity positions and self congruence. Participants report that their identities are different from each other and their Self; at identity level they report that their identities change over time, but their sle f congruence does not. The second research is focused on the link between utterance subjectivity and construction of coherency in narrations. Nine blogs were analyzed and results show that bloggers express their subjectivity differently in each post, and thank to narrative processes (coherence and reflexivity) and to enunciation they can make sense of their own experiences. The third research here presented studies the processes that underlies the creation of intersubjectivity in a group working online and face to face. Results show that intersubjective results of interactions change over time, but there is isomorphism between the processes of creating intersubjectivity online and face to face.
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BRIVIO, ELEONORA. "VERSO L'INTERSOGGETTIVITÀ: RUOLO E FUNZIONI DEL SÈ NELLA COSTRUZIONE INTERATTIVA DEL SOGGETTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1208.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi si focalizza sui concetti di identità, soggettività e intersoggettività che sottostanno alla creazione di senso per l’individuo (Galimberti, 2011). Il primo studio riguarda il rapporto tra nuove posizioni identitarie e costruzione della coerenza del sé. I risultati dimostrano che effettivamente le persone percepiscono le proprie identità come diverse le une dalle altre e diverse anche dal proprio Sé; inoltre mentre percepiscono cambiamenti a livello identitario, la coerenza del sé pare non cambiare nel tempo. Il secondo studio è centrato sul rapporto tra soggettività enunciativa e costruzione di coerenza. Analizzando 9 blog di studenti è possibile osservare che i blogger esprimono in maniera diversa la propria soggettività in ogni post, e che attraverso i meccanismi narrativi di coerenza e riflessività e l’enunciazione riescono a ricostruire il senso della propria storia. Il terzo studio studia i processi di creazione dell’intersoggettività enunciativa all’interno di un gruppo in ambiente face to face e online. I risultati mostrano che le configurazioni che le intersoggettività può assumere nel tempo sono diverse, ma che i processi che sottostanno all’intersoggettività sono isomorfi ai due contesti.
The present work focus on the concepts of identità, subjectivity and intersubjectivity that substain sense-making processes in individuals (Galimberti, 2011). The first study is about new Identity positions and self congruence. Participants report that their identities are different from each other and their Self; at identity level they report that their identities change over time, but their sle f congruence does not. The second research is focused on the link between utterance subjectivity and construction of coherency in narrations. Nine blogs were analyzed and results show that bloggers express their subjectivity differently in each post, and thank to narrative processes (coherence and reflexivity) and to enunciation they can make sense of their own experiences. The third research here presented studies the processes that underlies the creation of intersubjectivity in a group working online and face to face. Results show that intersubjective results of interactions change over time, but there is isomorphism between the processes of creating intersubjectivity online and face to face.
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Books on the topic "Gruppi funzionali"

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Ottavia, Niccoli, ed. Infanzie: Funzioni di un gruppo liminale dal mondo classico all'eta moderna. Firenze: Ponte alle Grazie, 1993.

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Ammannati, Francesco, ed. Assistenza e solidarietà in Europa Secc. XIII-XVIII / Social assistance and solidarity in Europe from the 13th to the 18th Centuries. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-367-0.

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Abstract:
Il periodo compreso fra Medioevo ed Età Moderna registra una significativa evoluzione del welfare, attraverso il consolidamento e la specializzazione di istituzioni nate o trasformatesi con la precisa funzione di fare attività di solidarietà e assistenza. È attorno a queste istituzioni che si sono concentrate le ricerche raccolte in questo volume, con l’obiettivo di delinearne la nascita e l’evoluzione, ma anche le fonti di finanziamento e autofinanziamento, le strategie e le modalità di acquisizione delle risorse, la gestione e la evoluzione dei patrimoni, l’organizzazione funzionale e i costi interni di sostegno ai bisognosi e di gestione del personale. Quelle istituzioni giocarono spesso un ruolo significativo nel territorio in cui operavano e numerosi contributi si soffermano sugli effetti economici e sociali prodotti dalla loro azione, non solo in termini di redistribuzione del reddito e mantenimento della pace sociale, ma anche in relazione all’eventuale rapporto con la realtà produttiva, grazie all’immissione sul mercato di prodotti e servizi svolti dagli assistititi o dal personale dell’istituzione. Un’ultima sezione è infine dedicata alle reti di assistenza non formali (solidarietà e forme di credito in seno alle famiglie, ai gruppi di indigenti, alle comunità), attraverso le quali gli individui, le comunità e l’intera società, in assenza o carenza di strutture formalizzate, tentarono di proteggersi dai rischi legati all’indigenza e alla incapacità fisica.
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3

Colesanti, Gemma Teresa, Blanca Garì, and Núria Jornet-Benito, eds. Clarisas y dominicas. Modelos de implantación, filiación, promoción y devoción en la Península Ibérica, Cerdeña, Nápoles y Sicilia. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-676-7.

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Abstract:
Il volume è frutto della ricerca del progetto Claustra. Atlante della spiritualità femminile. Il libro si occupa dell’analisi del paesaggio religioso contrassegnato dalle comunità di clarisse e di domenicane. L’approfondimento della struttura territoriale dei vari regni avviene tramite cinque linee: la conoscenza di aree poco studiate nella topografia monastica femminile; la comprensione delle dinamiche fondazionali e il ruolo delle comunità di mulieres religiose; la dinamica dell’impianto urbano e i processi di comunicazione e di azione, creatori del paesaggio monastico; l’importanza del mecenatismo e del patrocinio femminile nei modelli fondazionali e nella promozione culturale; l’analisi delle pratiche devozionali e della cultura materiale delle comunità in un contesto funzionale, spaziale e performativo. El presente volumen es el resultado de la investigación del proyecto Claustra. Atlas de espiritualidad femenina. El libro se ocupa del análisis del paisaje religioso marcado por las comunidades de clarisas y dominicas. Desde una estructura territorial por reinos se abordan cinco lineas: el conocimiento de áreas poco estudiadas en la topografía monástica femenina; la comprensión de dinámicas fundacionales y el papel de grupos de mulieres religiosae; la dinámica de implantación urbana y los procesos de interacción creadores de paisaje monástico; la importancia del mecenazgo y patronazgo femenino en los modelos fundacionales y de promoción cultural; el análisis de las prácticas devocionales y la cultura material de las monasterios femeninos en un contexto funcional, espacial y performativo.
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Introduzione alla teoria dei gruppi discontinui e delle funzioni automorfe. Pisa: E. Spoerri, 1991.

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5

Infanzie: Funzioni di un gruppo liminale dal mondo classico all'eta moderna (Laboratorio di storia). Ponte alle Grazie, 1993.

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Book chapters on the topic "Gruppi funzionali"

1

Fenchel, W. "Introduzione alla Teoria dei Gruppi Discontinui di Trasformazioni." In Teoria delle funzioni di più variabili complesse e delle funzioni automorfe, 73–125. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-10922-5_2.

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