Journal articles on the topic 'Gruppi di ricerca'

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Zani, Bruna, Francesca Emiliani, Giuseppina Speltini, and Dino Giovannini. "Aree tematiche di ricerca in psicologia sociale." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 259–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12611.

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Abstract:
Partendo dagli studi di Canestrari, che fin dai primi anni '50 aveva mostrato interesse per i problemi sociali riguardanti gli adolescenti, i gruppi, il pregiudizio e le relazioni tra gruppi sociali, l'articolo analizza lo sviluppo delle ricerche in questi ambiti, che saranno progressivamente affrontati con un'ottica di psicologia sociale. Il compito di approfondire gli aspetti teorici, svincolandosi dall'impostazione mainstream comportamentista, e di realizzare interventi sul campo utilizzando metodologie innovative, in uno scambio fecondo tra teoria e pratica, è proseguito con Augusto Palmonari e il suo gruppo di collaboratori e allievi. Vengono presentate in questo articolo le aree tematiche più significative che costituiscono ancora oggi oggetto di analisi e di ricerca del gruppo bolognese di psicologi sociali: il sé e l'identità, l'adolescenza, le rappresentazioni sociali, i gruppi, il pregiudizio etnico e le relazioni intergruppi, la comunità.
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2

Del Signore, Massimo, Valentina Francapi, Graziano Maino, and Lorena Trabattoni. "Un'esperienza di ricerca-azione per riprogettare le politiche per la prima infanzia e i servizi di refezione scolastica a Melzo (Milano)." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2011): 183–96. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003011.

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Abstract:
L'articolo presenta un'esperienza di ricerca-azione per valutare e progettare le politiche per la prima infanzia e per migliorare la qualitŕ dei servizi di refezione scolastica nel comune di Melzo in provincia di Milano. Nell'ambito della realizzazione del bilancio sociale comunale la ricerca-azione č stata attivata come modalitŕ di interlocuzione con i diversi stakeholder. Per sviluppare la ricerca-azione si sono costituiti due gruppi di lavoro composti da tecnici, politici e ricercatori. Il gruppo di ricerca ha utilizzato interviste e questionari per raccogliere informazioni, producendo report intermedi di restituzione, presentati e discussi con gruppi di cittadini. L'articolo sviluppa inoltre alcune considerazioni sull'utilizzo della ricerca-azione con finalitŕ politiche e sul ruolo dei ricercatori.
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3

Silvestri, Angelo, and Emilia Ferruzza. "Originalitŕ e valore euristico del pensiero di Ferdinando Vanni sulla psicoterapia di gruppo." GRUPPI, no. 1 (March 2013): 51–77. http://dx.doi.org/10.3280/gru2012-001005.

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Abstract:
In questo lavoro vengono illustrati alcuni degli aspetti ritenuti piů significativi nel pensiero di Ferdinando Vanni riguardo ai piccoli gruppi interattivi ed al loro uso a fini terapeutici. Lo scopo č quello di dimostrarne l'originalitŕ ed il valore euristico, sia per la ricerca sui gruppi sia per la pratica psicoterapeutica quotidiana. Il primo problema affrontato č se la mente presenti uno specifico funzionamento nella situazione gruppale: viene illustrata la soluzione proposta da Vanni al riguardo. Viene quindi presentata la teorizzazione dell'autore sulla possibilitŕ e i limiti dell'osservazione nel gruppo e infine evidenziata, anche mediante la presentazione di materiale clinico originale, l'importanza del concetto di sviluppo tematico spontaneo per la pratica terapeutica.
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Caprì, Tindara, and Rosa Angela Fabio. "Processi cognitivi complessi e aggressività." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 713–46. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002012.

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Abstract:
Gli studi presenti in letteratura hanno mostrato l'esistenza di fattori cognitivi, emotivi e genetici che influenzano l'aggressività. Mentre molte ricerche focaliz-zano la loro attenzione sui processi cognitivi sociali, lo scopo del presente studio è quello di indagare la relazione tra processi cognitivi complessi e aggressività. Abbiamo esaminato tale relazione in 236 bambini delle scuole elementari. L'obiettivo principale di questa ricerca è indagare se nei bambini che attuano comportamenti aggressivi, esistono differenze non solo negli aspetti socio-cognitivi (Fase 1 della ricerca), come rilevato dagli studi presentati, ma anche nei processi cognitivi complessi che ne sono alla base, come il pensiero critico ed il problem solving (Fase 2 della ricerca). Sono stati confrontati due gruppi: soggetti aggressivi e di controllo. Abbiamo ipotizzato che i bambini con comportamento aggressivo mostrino capacità di pensiero critico e di problem solving inferiori ri-spetto al gruppo di controllo. I partecipanti erano inizialmente 121 maschi e 115 femmine, di età compresa tra 10 e 11 anni. La ricerca è stata articolata in due fasi distinte. Nella prima sono state somministrate tre scale di self report e una scala di nomina dei pari per valutare rispettivamente: il comportamento aggres-sivo, l'autoefficacia e il disimpegno morale; inoltre due scale sono state sommi-nistrate agli insegnanti per valutare i comportamenti aggressivi, disattentivi e ipe-rattivi dei bambini. Nella seconda fase, 31 bambini sono stati selezionati dal campione iniziale e suddivisi in due gruppi (aggressivo vs controllo). Il pensiero critico e le capacità di problem solving sono stati testati da cinque strumenti. I risultati mostrano un'interessante relazione tra comportamenti aggressivi e le di-mensioni analizzate e rivelano differenze significative tra bambini con compor-tamento aggressivo e gruppo di controllo solo nel pensiero critico, e non nelle ca-pacità di problem solving. I risulati sono stati discussi alla luce della teoria dell'elaborazione delle informazioni sociali, secondo cui le abilità sociali e cogni-tive giocano un ruolo chiave nell'influenzare il comportamento aggressivo.
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Cipolli, Carlo, and Vincenzo Natale. "Il laboratorio di psicofisiologia del sonno e del sogno." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 129–43. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12602.

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Abstract:
Renzo Canestrari fondò l'Istituto di Psicologia dell'Università di Bologna e lo diresse per oltre 20 anni, durante i quali indirizzò varie linee di ricerca sull'adulto. Assegnò due ambienti al laboratorio del sonno per ricerche su struttura, variazioni circadiane e attività mentali durante il sonno (AMS). Dal 1967 Piero Salzarulo studiò l'influenza della deprivazione sensoriale e dei ritmi circadiani sulle caratteristiche neurofisiologiche del sonno, mentre Marino Bosinelli analizzò le caratteristiche percettive ed emozionali delle AMS soprattutto in addormentamento. Canestrari sostenne costantemente le ricerche con risorse umane, finanziarie e tecnologiche, per cui Salzarulo e Bosinelli poterono organizzare due gruppi di giovani ricercatori. Vennero così individuate le variazioni stadio- e ciclo-dipendenti nei contenuti e nella struttura delle AMS, il funzionamento dei processi cognitivi coinvolti nell'elaborazione delle AMS, l'accesso alle fonti mnestiche trasformate in contenuti di AMS. I progetti di ricerca dei due gruppi, realizzati con approcci cognitivi distinti ma complementari alle AMS, hanno avuto ampia risonanza internazionale e sono stati considerati come i più sistematici realizzati negli anni '70 e '80 al di fuori degli USA. Nel laboratorio sono tuttora attive le linee originarie di ricerca, unitamente alla cronopsicologia del sonno.
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Monaci, Maria Grazia, Rosanna Trentin, and Valentina Fanelli. "La competenza emotiva come antecedente della coesione e della soddisfazione nei gruppi di auto mutuo aiuto." GRUPPI, no. 2 (April 2011): 85–104. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-002007.

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Abstract:
Il presente studio esplora le relazioni fra competenza emotiva, coesione di gruppo e soddisfazione percepita della partecipazione a gruppi di auto mutuo aiuto, nell'ipotesi che la competenza emotiva aumenti la coesione di gruppo, e che la coesione agisca come un mediatore della relazione fra competenza emotiva e soddisfazione. Un questionario č stato somministrato a 89 (62F) partecipanti di gruppi di auto mutuo aiuto con diverse finalitŕ (problemi familiari, elaborazione del lutto, dipendenze, salute mentale, disabilitŕ). Il questionario comprende la versione italiana della Emotional Intelligence Assessment; due strumenti tratti dalla batteria di test "Ass3D" di Zammuner e Kafetsios, che rilevano la regolazione delle emozioni e la capacitŕ nel riconoscimento facciale; il GEQ, che misura la coesione sociale e sul compito; infine, un feeling thermometer che misura il grado di soddisfazione. Un'analisi strutturale mostra che l'intelligenza emotiva promuove la coesione e che, a sua volta, la coesione sociale incrementa la soddisfazione della partecipazione al gruppo, confermandone il ruolo di mediazione. Le implicazioni per incoraggiare la partecipazione in gruppi di auto mutuo aiuto e i possibili sviluppi di ricerca sono discusse.
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Bianchera, Luciana, Alessandra Furin, Angelo Silvestri, and Salvatore Inglese. "Prolegomeni sulle basi fondative di una ricerca inerente l'integrazione tra diverse epistemologie culturali e di pensiero." GRUPPI, no. 1 (October 2020): 41–55. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2020oa10481.

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Abstract:
In questo dialogo, promosso dalla rivista Gruppi, Luciana Bianchera e Salvatore Inglese ci raccontano la ricerca, che svolgono in collaborazione con Alberto Eiguer, in merito all'integrazione di diverse epistemologie culturali e di pensiero. Tutto è partito dalla necessità di Luciana di confrontarsi con degli esperti in merito a quanto emerge nei gruppi di parola con i migranti ospiti dei CAS che coordina. I contenuti che emergono in questi gruppi vengono letti attraverso diverse prospettive: la psicoanalisi, la psicoanalisi operativa e l'etnopsichiatria. La loro esperienza è un esempio di come si possa confrontare, far dialogare e integrare matrici molto diverse tra loro. Lo scritto parte dall'interrogarsi su cosa è un enigma, costrutto che sarà il punto focale di tutto il lavoro e che verrà declinato nelle sue varie prospettive. Lucianaspiega la storia di questa ricerca, nata per rispondere a molti enigmi, e Salvatore parla della propria formazione personale per spiegare in cosa consiste l'etnopsichiatria, per molti di noi disciplina enigmatica. Parte importante della ricerca è stato lo studio della mitologia e del magico, aspetti imprendibili e impensabili che hanno a che fare con la presenza dell'invisibile che emerge nei gruppi di parola, e della gestione della lingua: le varie traduzioni possono diventare un ponte che crea uno spazio di pensabilità altro, nuovo, che "tradisce" piuttosto che tradurre e permette nuovi orizzonti di senso.
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Benedetti, Maura, Minou Mebane, and Diana Oancea. "Promozione del dialogo interculturale in un quartiere multietnico attraverso una ricerca intervento sui profili di comunitŕ." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 87–97. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001008.

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Abstract:
La ricerca-intervento svolta nella prospettiva del modello ecologico delle migrazioni (Coleman 1994; Golini et al. 2001; Prilleltensky, 2008) ha voluto: a) individuare i punti forza e le aree problema percepiti da italiani e migranti, di varie etnie dominanti e minoritarie, abitanti un quartiere romano, b) esaminare il capitale sociale presente tra giovani e c) attivare proposte di cambiamento. Circa 130 adulti e 220 ragazzi hanno preso parte all'analisi, utilizzando tecniche innovative come le "sceneggiature di film" della loro comunitŕ. L'integrazione risulta difficoltosa non solo tra i gruppi etnici e gli italiani, ma soprattutto tra gruppo etnico dominante e gli altri gruppi etnici. I ragazzi che frequentano compagni di altre etnie hanno tuttavia un maggiore capitale sociale. Diverse proposte sono state formulate per risolvere specifiche problematiche emerse dall'analisi di comunitŕ.
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Mammana, Maria Flavia, and Mario Pennisi. "Ricordo di Biagio Micale." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no. 382 (December 22, 2019): O7—O16. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382.85.

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Abstract:
Il 20 febbraio 2018, a Catania, è mancato improvvisamente Biagio Micale, Professore ordinario di Matematiche complementari all’Università di Catania. Avrebbe compiuto 72 anni il 16 novembre 2018. È stato membro della Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica e presidente della sezione Mathesis di Catania. Ha coordinato il Nucleo di Ricerca Didattica che opera presso il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Catania. L’attività scientifica ha riguardato vari aspetti della matematica. In particolare nel periodo che va dagli studi post-laurea al 1986 ha indirizzato la ricerca principalmente verso questioni di fondamenti della matematica riguardanti soprattutto le algebre universali, in particolare gli \( \Omega \)-gruppi di Higgins, e i sistemi algebrici. A partire dal 1987 ha arontato temi di ricerca riguardati la Combinatorica, in modo particolare i \( t \)-design (sistemi di quadruple di Steiner, sistemi di terne e di quaterne orientate). Dal 1978 ha sviluppato un’ampia attività di ricerca riguardante tematiche di fondamenti della matematica e di didattica della matematica, con particolare riguardo per la geometria. Relativamente alla didattica della matematica, sviluppa una organica ricerca prevalentemente indirizzata su problemi riguardanti la didattica della geometria nelle scuole secondarie in relazione alle innovazioni contenute nei programmi di insegnamento in vigore o in via di sperimentazione. In modo particolare dà vita ad una serie di ricerche su problematiche didattiche legate allo sviluppo del tema sulle trasformazioni geometriche, avendo come obiettivo unitario quello di innestare e amalgamare tale tema con la tradizione “euclidea” dell’insegnamento della geometria nella nostra scuola.
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Vallar, Giuseppe. "La neuropsicologia italiana contemporanea e il contributo del gruppo di Milano." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 79–102. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11602.

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Abstract:
L'articolo si apre con una definizione di "neuropsicologia" e riassume le fasi iniziali dello sviluppo della neuropsicologia italiana contemporanea, con particolare riferimento all'approccio metodologico e alle prime attività del "Gruppo di Milano", formatosi, nei primi anni '60 del ‘900, attorno al neurologo Ennio DeRenzi, nella Clinica delle Malattie Nervose e Mentali dell'Università di Milano.La nascita di questo Gruppo, con lo sviluppo sistematico di ricerche su vari ed importanti temi (l'afasia e la sua riabilitazione, i deficit del riconoscimento degli oggetti, dell'intelligenza e del pensiero astratto, l'aprassia, la negligenza spaziale unilaterale) diede alla neuropsicologia italiana una visibilità internazionale mai raggiunta in precedenza. Prima dello sviluppo del Gruppo di Milano, in Italia gli studi neuropsicologici, per lo più di singoli pazienti con deficit appariscenti, pur presenti e con risultati talora di rilievo, erano rimasti episodi isolati, nel solco dei contributi maggiori degli autori Francesi, Tedeschi e dell'Impero Austro-Ungarico e Britannici, senza uno sviluppo organico di programmi di ricerca da parte di gruppi organizzati. Infine, sono ricordati i rapporti di Marcello Cesa-Bianchi con componenti il Gruppo di Milano e con l'autore di questo articolo.
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Castiglioni, Marco, Laura Contino, and Manuel Villegas y Besora. "Tra libertŕ e costrizione. Il dilemma dell'agorafobia." PSICOBIETTIVO, no. 1 (April 2011): 139–53. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-001010.

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Abstract:
Scopo della ricerca č sottoporre al vaglio empirico la tesi clinica, comune a diversi approcci psicoterapeutici, circa la connessione tra agorafobia e semantica della libertŕ, ipotizzando che i costrutti personali connessi alla sfera della "libertŕ-costrizione" siano preminenti per i pazienti agorafobici.. La tecnica delle griglie di repertorio (Kelly, 1955) č stata applicata a 30 pazienti agorafobici, cosě da elicitare i loro costrutti personali piů significativi. Come "gruppo di controllo" sono stati utilizzati altrettanti pazienti affetti da altre psicopatologie. I costrutti personali dei due gruppi di pazienti sono stati categorizzati secondo criteri ermeneutici e comparati mediante test statistici. I risultati corroborano l'ipotesi formulata: tra i pazienti agorafobici vi č una significativa prevalenza dei costrutti relativi alla semantica della libertŕ, mentre ciň non si rileva nel gruppo di controllo. Tali risultati e i loro limiti sono discussi sia alla luce delle possibili ricadute cliniche sia di questioni epistemologiche e metodologiche piů ampie inerenti la ricerca.
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Inglês, Paulo. "Globalizzazione, mobilità umana e creatività: Rivisitando categorie a partire da tre casi di migrazione forzata in Angola." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 26, no. 54 (September 2018): 95–113. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005406.

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Abstract:
Riassunto Questo articolo raccoglie alcune riflessioni sull’esperienza di ricerca in Angola nell’ambito della mobilità umana, con l’obiettivo di riflettere sulla produzione di classificazioni e categorie da parte di agenzie internazionali, ONG, policy-makers e ricercatori. Dopo aver sottolineato i rischi dell’assunzione acritica in attività di ricerca accademica di classificazioni e categorie prodotte in ambito burocratico, l’autore propone d'interpretare la migrazione come un’azione creativa alla quale individui o gruppi umani ricorrono per affrontare circostanze avverse e ricostruire la quotidianità.
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Gualdi, Giulia, and Catia Ghinelli. "I gruppi per le donne operate al seno: una ricerca qualitativa sull'iniziativa "Arcobaleno" del Centro Oncologico Modenese." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (November 2011): 91–111. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003005.

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Abstract:
Scopo della presente ricerca č valutare l'impatto della partecipazione ad un gruppo dedicato alle donne operate al seno, il gruppo denominato "Arcobaleno". Le partecipanti alla ricerca sono state venti donne seguite dal Centro Oncologico Modenese che avevano partecipato al gruppo tra il 2001 e il 2009. La ricerca, di tipo esplorativo, č stata condotta mediante la somministrazione di interviste semi-strutturate analizzate con la tecnica dell'analisi tematica del contenuto. Dalla ricerca č emersa prima di tutto l'utilitŕ del gruppo, del quale le donne si dicono assolutamente soddisfatte. I principali benefici sono stati, ad esempio, uscire dall'isolamento e dalla solitudine; avere l'opportunitŕ di esprimere emozioni, pensieri e paure; migliorare la propria capacitŕ di affrontare le conseguenze delle cure e le proprie abilitŕ di reazione alla malattia mediante il confronto con le altre partecipanti; migliorare le informazioni in proprio possesso attraverso la condivisione dei problemi e infine promuovere le risorse personali aumentando la consapevolezza di poter contribuire al proprio processo di cura e di guarigione e cosě alla qualitŕ della propria vita.
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Firinu, Lucia, and Nadia Melis. "Protocollo di una ricerca comparativa tra famiglie con disturbi del comportamento alimentare e famiglie con tossicodipendenza." PSICOBIETTIVO, no. 3 (November 2011): 107–19. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003006.

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Abstract:
In questo articolo viene descritta una ricerca che tratta di famiglia e adolescenza. Numerosi studi evidenziano come l'adolescenza sia una fase critica del ciclo vitale della famiglia in cui possono manifestarsi comportamenti disfunzionali che danno vita a gravi disturbi. Dalla letteratura relativa agli studi fatti secondo un ottica sistemico relazionale relativamente alle famiglie con disturbo del comportamento alimentare e a quelle con disturbo da tossicodipendenza in adolescenza sembrerebbe che le due patologie siano espressione di una stessa modalitŕ di funzionamento familiare disfunzionale. Partendo da questi presupposti in questo articolo viene presentato un protocollo di ricerca che intende valutare se queste famiglie siano accomunate da medesimi stili affettivo-comunicativi. La valutazione č stata effettuata attraverso tre questionari: 1) Scala d'Intimitŕ Familiare (Cusinato, 1993); 2) Inventario delle Risorse Familiari (Cusinato, Cristante, 1995); 3) Family Assessment Device (Epstein, Baldwin, Bishop, 1993) che stiamo somministrando ai due gruppi sperimentali e al gruppo di controllo.
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Meneghini, Anna Maria, and Veronica Delai. "Emozioni positive, repertori pensiero-azione e focus attenzionale." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2013): 519–38. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004005.

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Abstract:
Secondo la broad-and-build theory di Fredrickson, le emozioni positive, se esperite frequentemente nel quotidiano, possono ampliare il repertorio momentaneo di pensieri-azioni delle persone che le sperimentano (broaden) e indurre un allargamento dell'attenzione in modo che l'elaborazione dell'informazione/stimolo sia indirizzata sull'insieme piuttosto che sui particolari della situazione. Questo allargamento cognitivo favorirebbe poi la costruzione di risorse personali durature (build) nel tempo. Obiettivo della ricerca qui presentata e stato testare se l'induzione di intense emozioni positive (come la serenita e la gioia) porta le persone ad un allargamento dei repertori pensiero-azione e del focus attenzionale nell'immediato. Le performance di un gruppo di meditatori, scelti per la loro abilita nell'attivare emozioni positive intense, sono state confrontate con quelle di due gruppi, uno composto di partecipanti in stato emotivo neutro e un altro in cui ai partecipanti si e indotta l'emozione rabbia. I confronti tra i gruppi indicano maggiore apertura cognitiva nei meditatori, subito dopo la meditazione, rispetto al "gruppo Neutro" e al "gruppo Rabbia", ma anche che la rabbia non induce un restringimento attenzionale e non riduce il repertorio momentaneo pensieri-azioni rispetto allo stato neutro. Essa, piuttosto guida pensieri e intenzioni comportamentali in maniera consona all'attivazione emotiva, come suggerito dalle teorie classiche sulle emozioni.
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Subrizi, Carla. "Scrivere la storia dell’arte: metodologia e ricerca negli ultimi decenni." Boletín de Arte, no. 38 (October 31, 2017): 171–78. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2017.v0i38.3362.

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Abstract:
All’inizio del nuovo secolo la questione della storia del’arte e dei metodi da utilizzare per la ricerca riapre molti interrogativi e determina la necessità di una revisione critica della storiografia del passato XX secolo. Molte iniziative dimostrano la necessità che molti storici dell’arte, nelle Università italiane ma anche internazionali avvertono in questi anni: i dipartimenti di storia dell’arte, nelle differenti denominazioni che hanno in Europa e in altri paesi del mondo, concentrano ricerche e iniziative sullo stato della storia dell’arte, su quanto sia necessario rivedere e interrogare le strategie della sua costruzione, nonché l’identificazione dei documenti e materiali d’archivio considerati le sue «fonti». Tali problemi coinvolgono gruppi di lavoro e ricerche differentemente orientati, all’interno dei quali è tuttavia possibile individuare premesse simili che da una parte affrontano la questione su un piano teorico e metodologico, dall’altro si concentrano su casi di studio, su particolari aspetti storici e filologici, per mettere in pratica, nuove ipotesi di studio e ricerca. Il saggio si sofferma su tali questioni e analizza alcuni passaggi fondamentali della bibliografia più recente.
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Montanari, Andrea. "I Gruppi giovanili della Democrazia cristiana da De Gasperi a Fanfani. Nascita di un movimento politico (1943-1955)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 46–71. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294002.

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Abstract:
L'associazionismo giovanile di partito č una realtŕ a tutt'oggi indagata solo in parte dalla ricerca storica. Il saggio ricostruisce, tramite una pluralitŕ di fonti, la nascita dei Gruppi giovanili della Democrazia cristiana, dal 1953 rinominati Movimento giovanile Dc, dalle origini nel 1944 al 1955, segnato dalla segreteria di Amintore Fanfani. L'intento č precisare alcune informazioni non corrette riportate da ricerche precedenti e dalla memorialistica, analizzando il dibattito interno all'organizzazione in alcuni tornanti decisivi del primo decennio repubblicano, mettendo in luce elementi di originalitŕ rispetto ai temi prevalenti fra gli "adulti" e offrendo, per quanto possibile, uno sguardo a livello europeo dell'associazionismo giovanile democristiano.
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Paloma, Virginia, Manuel Garcěa-Raměrez, and Carlos Camacho. "Relazione tra benessere e giustizia nella popolazione marocchina nel Sud della Spagna." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (July 2012): 81–100. http://dx.doi.org/10.3280/psc2012-001006.

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Abstract:
La scelta migratoria ha normalmente come obiettivo migliorare le proprie condizioni di vita e, quindi, il proprio benessere. Senza dubbio, queste aspettative non sempre sono soddisfatte, soprattutto in contesti di accoglienza che relegano i gruppi appena arrivati in posizioni di inferioritŕ di potere. Partendo dalla psicologia della liberazione, questo studio ha come finalitŕ quello di indagare a livello empirico la relazione stabilita tra il grado di giustizia nel contesto di accoglienza e il benessere della popolazione immigrata marocchina nel Sud della Spagna. La raccolta dei ricerca ha previsto la partecipazione di 633 immigrati provenienti da 20 unitŕ territoriali dell'Andalusia. I dati mostrano come il livello di benessere del gruppo marocchino sia strettamente connesso con il livello di giustizia del contesto di stabilizzazione. Inoltre, la ricerca pone in luce che l'apertura alla diversitŕ da parte delle comunitŕ di accoglienza, la sensibilitŕ culturale dei servizi comunitari e l'assenza di una segregazione residenziale sono indicatori adeguati della giustizia del contesto. In breve, i dati confermano empiricamente i presupposti teorici difesi dalla psicologia della liberazione.
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Baiardo, Giacomo, Gaia Savioli, Massimo Conti, Luca Corsiglia, and Massimo Miglioretti. "Gruppo chiuso strutturato o gruppo aperto semistrutturato? Confronto tra due modalitŕ di gestione del gruppo educativo in cardiologia riabilitativa." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 9–27. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002002.

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Abstract:
Obiettivi di questa ricerca sono presentare due diverse modalitŕ di intervento educativo in cardiologia riabilitativa (CR) e valutarne l'efficacia in termini di miglioramento dello stato psicologico dei pazienti. Presso l'Istituto Cardiovascolare di Camogli sono stati reclutati 153 pazienti: 113 hanno partecipato ad un intervento di gruppo chiuso strutturato (gruppo di controllo) costituito da tre incontri con numero fisso di pazienti in cui si trattavano tematiche fondamentali in CR; gli altri 40 pazienti hanno partecipato al gruppo aperto semistrutturato (gruppo sperimentale) nato per meglio venire incontro alle esigenze dei pazienti ricoverati, che ha previsto almeno tre incontri per ciascun paziente. Tutti i pazienti sono stati valutati, all'ingresso e alle dimissioni, con una batteria di questionari indaganti diverse caratteristiche psicologiche. I risultati mostrano come le due modalitŕ portino a esiti positivi sostanzialmente sovrapponibili nel breve termine. Se tali riscontri fossero confermati su gruppi piů ampi, si potrebbero configurare per l'operatore importanti alternative organizzative, senza che l'intervento ne risenta in efficacia.
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Maina, Giuseppe, Patrizia Vaschetto, Simona Ziero, Rossella Di Lorenzo, and Filippo Bogetto. "The post partum as specific risk factor for the onset of obsessive-compulsive disorder: clinical- controlled study." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 2 (June 2001): 90–95. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005169.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Lo studio si propone di indagare, tra gli eventi psicosociali stressanti, l'esistenza di un fattore di rischio specifico per l'esordio del disturbo ossessivo-compulsivo nelle donne (DOC). Disegno – Studio clinico controllato. Setting – Servizio per i disturbi depressivi e d'ansia, Clinica Psichiatrica, Università di Torino. Metodo – Sono state inserite nella ricerca 29 pazienti di sesso femminile con diagnosi attuale di DOC secondo i criteri del DSM-IV. Tale popolazione è stata confrontata con 2 gruppi di controllo: 29 donne sane appaiate per caratteristiche sociodemografiche alle pazienti ossessive e 29 pazienti di sesso femminile con diagnosi attuale di bulimia nervosa appaiate per età, età d'esordio, scolarita e stato civile al gruppo di studio. A tutte le donne incluse nell'indagine è stata somministrata l'lntervista Clinica Strutturata per il DSM III-R (SCID) per la valutazione dei disturbi di Asse I e I'Interview for Recent Life Event di Paykel per I'individuazione dei life-events nei 12 mesi precedenti l'esordio del disturbo (e negli ultimi 12 mesi per le donne sane). Inoltre, alle pazienti ossessive è stata somministrata la Yale- Brown Obsessive Compulsive Scale (Y-BOCS) e alle pazienti bulimiche la Eating Disorder Inventory(EDI). Risultati – Sia la frequenza che la gravità degli eventi psicosociali stressanti non sono risultate significativamente differenti nei tre gruppi. La valutazione della prevalenza dei singoli eventi ha messo in evidenza che il life-event “nascita di un figlio vivo per la madre” era significativamente più frequente nelle pazienti ossessive. Conclusioni – Lo studio ribadisce in primo luogo quanto avevamo osservato in una precedente ricerca: tra gli eventi psicosociali stressanti, riscontrati nell'anno precedente l'insorgenza del DOC, solo il post partum costituisce un fattore di rischio per l'esordio del disturbo nella popolazione femminile rispetto ai controlli sani. In secondo luogo, tale ricerca porta ulteriori evidenze a favore dell'importanza e specificità di questa associazione, mostrando che non in tutte le patologie psichiatriche il post partum è un fattore di rischio per l'esordio.
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Cigala, Ada, and Elena Venturelli. ""Cosa sono le emozioni?". Conoscenza emotiva in bambini maltrattati e non maltrattati." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (May 2012): 39–56. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-001004.

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Abstract:
Questo studio confronta alcune caratteristiche psicologiche (la presenza di distress personale e di stress genitoriale, la qualità dell'alleanza genitoriale e la percezione dell'adattamento del bambino) in padri e madri di bambini di età prescolare a basso/alto rischio di maltrattamento fisico (misurato attraverso il punteggio ottenuto alla scala Maltrattamento del Child Abuse Potential Inventory Form VI - CAPI). I partecipanti alla ricerca sono 59 genitori ad alto rischio di maltrattamento fisico (punteggio ≥ 166; gruppo sperimentale) versus 59 genitori a basso rischio (punteggio < 166; gruppo di controllo) pareggiati per età, status civile, livello di istruzione, età e sesso del bambino. I risultati mostrano come sussistano differenze significative tra i due gruppi in tutte le variabili indagate: nello specifico, i genitori ad alto rischio di maltrattamento fisico presentano livelli maggiori di distress personale e di stress genitoriale, una minor percezione di alleanza genitoriale e valutano il comportamento del bambino come più problematico del gruppo dei genitori a basso rischio di maltrattamento fisico.
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Montirosso, Rosario, Lynne Murray, Guenda Ghezzi Perego, Roberto Brusati, Francesco Morandi, and Renato Borgatti. "Modalitŕ interattive nella relazione precoce tra madre e bambino affetto da labio-palato-schisi. Studio osservativo su un campione italiano." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 134–52. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003007.

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Abstract:
I bambini affetti da labio-palato-schisi (LPS) possono presentare difficoltŕ nell'interazione socio-emozionale con la madre. L'obiettivo dello studio č analizzare la qualitŕ degli scambi affettivi in una fase precoce dello sviluppo. Hanno preso parte alla ricerca due gruppi (clinico e di controllo) composti entrambi da 16 diadi madre-bambino. Un'interazione di cinque minuti viso-a-viso č stata vi- deo-registrata quando il bambino aveva 2 mesi di vita. I comportamenti e lo stile interattivo della madre e del bambino sono stati codificati mediante il sistema GRS - Global Rating Scales [29]. Č stato inoltre somministrato il questionario BDI - Beck Depression Inventory - compilato dalle madri per valutare la sintomatologia depressiva. I risultati evidenziano che rispetto ai bambini del gruppo di controllo i bambini con LPS manifestano una ridotta partecipazione allo scambio relazionale con la madre. Le madri del gruppo clinico appaiono meno sensibili rispetto alle madri del gruppo di controllo. Tra i due gruppi di madri non emergono differenze ai punteggi ottenuti al questionario sulla sintomatologia depressiva. Tuttavia, nel corso dell'interazione con il loro bambino le madri del gruppo clinico manifestavano segni di natura depressiva. Globalmente le interazioni madrebambino affetto da LPS risultano meno fluide e con un minor numero di scambi comunicativi positivi. In conclusione, la presenza di LPS nel bambino interferisce in modo rilevante sulla qualitŕ dell'interazione precoce madre-bambino. Questi risultati suggeriscono l'importanza di pianificare interventi precoci indirizzati a facilitare la relazione tra la madre e il bambino affetto da LPS.
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Montagnoli, Paola. "Gruppi di ricerca in antropologia Alcune note da un "terreno"." La Ricerca Folklorica, no. 35 (April 1997): 103. http://dx.doi.org/10.2307/1480058.

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Pierazzuoli, Francesca, Elisa Gatti, Laura Gorla, Giacomo Tognasso, and Alessandra Santona. "Il benessere psicologico dei caregiver di pazienti con gravi disturbi psichiatrici: uno studio osservazionale." TERAPIA FAMILIARE, no. 126 (November 2021): 81–101. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126006.

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Abstract:
La presente ricerca esplora alcune caratteristiche psicologiche presenti nei fratelli con funzione di caregiver di pazienti con gravi patologie psichiche. Gli autori si focalizzano su aspetti quali la percezione della relazione con le figure genitoriali, le esperienze traumatiche, i tratti di personalità e alcune caratteristiche psicosociali. Il campione è costituito da 60 partecipanti: 30 fratelli di persone con gravi patologie psichiatriche (Gruppo A), reperiti all'interno di associazioni di fami liari e servizi psichiatrici territoriali, e 30 partecipanti del gruppo di controllo (Gruppo B) reclutati bilanciandoli al gruppo A in termini di caratteristiche; i partecipanti di entrambi i gruppi risultano residenti al Nord Italia. Sono stati impiegati i seguenti questionari self-report: il Parental Bonding Instrument- PBI, il Minnesota Multiphasic Personality Inventory 2-MMPI-2, l'Inventario delle Esperienze Traumatiche- TEC e un Questionario anamnestico. I risultati mettono in luce come i fratelli caregiver di persone con grave disagio psichico presentino diverse caratteristiche peculiari rispetto al gruppo di controllo; ci si riferisce, in particolare, alle caratteristiche della struttura familiare, alle difficoltà relazionali con le figure genitoriali e alle esperienze traumatiche vissute a livello familiare.
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Fantuzzi, Gianni. "L'uso della violenza come ricerca dell'impossibile. Ipotesi interpretative per un intervento psicoanalitico." GRUPPI, no. 2 (October 2010): 119–26. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-002013.

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Abstract:
Come ha sottolineato Renato de Polo: "Con la violenza ci si prefigge di conseguire degli obiettivi impossibili: ogni gruppo esige di affermare la propria purificazione assoluta attribuendo la colpa all'altro per mezzo della proiezione di tutto il male su di esso". Partendo da questo spunto, si sostiene l'ipotesi che il perpetuarsi del conflitto tra israeliani e palestinesi derivi, oltre che da motivazioni geo-politiche ed economiche, anche da cause psicologiche. L'attribuzione del male e della distruttivitŕ all'altra parte ha lo scopo di purificarsi e di liberarsi dal pericolo che il proprio potenziale maligno potrebbe danneggiare anche le persone amate. L'ulteriore riflessione che viene proposta in questo lavoro riguarda il fanatismo religioso: esso permette di affermare la prospettiva di pensiero secondo la quale se il colpevole č l'altro, viene in tal modo accordata la propria purificazione e assecondato il proprio ruolo di vittima, acquisendo il diritto di uccidere l'avversario in nome del Dio. Nella lotta contro i nemici, il gruppo esporta all'esterno la minaccia di morte e assume su di sé il potere di uccidere in nome della giustizia, diventando cosě una sorta di divinitŕ. Il gruppo costituisce infatti la fonte di un sogno fondamentale che dispensa l'illusione di trascendere il limite della morte individuale. In questo contesto, la psicoanalisi con il proprio setting, oltre alle concettualizzazioni relative all'inconscio, ai processi proiettivi e al transfert, puň offrire un contributo specifico alla comprensione di questo argomento, fornendo strumenti di modulazione e di regolazione nei conflitti tra i gruppi. Il presupposto per fruire di questo contributo č innanzitutto la destituzione dell'odio e del diritto di uccidere come giustificazione alle proprie rivendicazioni.
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Russo, Marcello, Filomena Buonocore, and Maria Ferrara. "Inquadramento concettuale, prospettive teoriche e tendenze evolutive negli studi sulla diversitŕ nei gruppi di lavoro." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 33–63. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001002.

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Abstract:
La diversitŕ nei gruppi di lavoro rappresenta un tema di grande interesse per il mondo accademico e manageriale. La crescente attenzione verso tale tematica č riconducibile a due fenomeni ricorrenti nelle realtŕ organizzative moderne. Da un lato si consideri la diffusa tendenza nelle aziende ad un estensivo utilizzo del gruppo quale strumento per favorire processi decisionali su problemi complessi, una maggiore flessibilitŕ ed una efficace gestione della complessitŕ ambientale. Dall'altro lato si osserva la rilevanza dei recenti cambiamenti demografici della forza lavoro, caratterizzati da un incremento della partecipazione delle donne, degli ultracinquantenni e delle minoranze etnico-razziali alla vita lavorativa che hanno reso la diversitŕ un fenomeno o una condizione quotidianamente presente nell'organizzazione. La letteratura sul tema evidenzia che la diversitŕ rappresenta un'arma a doppio taglio, rappresentando al tempo stesso un valore aggiunto ed un elemento di debolezza per le organizzazioni. L'eterogeneitŕ dei componenti di un gruppo, infatti, rappresenta un valore aggiunto per le aziende alla luce della pluralitŕ di competenze, abilitŕ e frame cognitivi presenti che favorisce la considerazione di prospettive di analisi nuove e altrimenti mai considerate. Tuttavia, se non adeguatamente gestita, la diversitŕ puň trasformarsi rapidamente in un elemento di debolezza. La diversitŕ, infatti, puň accrescere la tensione all'interno del gruppo, favorendo la nascita di coalizioni o sottogruppi che possono minare la coesione interna e ridurre la capacitŕ decisionale di un gruppo. Alla luce delle presenti considerazioni, questo articolo si propone di illustrare i principali meccanismi di azione della diversitŕ all'interno dei gruppi di lavoro. Al fine di favorire una maggiore comprensione del tema, sarŕ affrontato in primis il problema dell'inquadramento concettuale attraverso un'analisi delle principali definizioni presenti in letteratura ed una descrizione delle dimensioni piů rilevanti con cui la diversitŕ puň manifestarsi all'interno dei gruppi di lavoro. Nella seconda parte del lavoro si considerano gli effetti che la diversitŕ produce sulle dinamiche organizzative dei gruppi di lavoro. L'attenzione č posta su una serie di prospettive di analisi che permettono di illustrare gli effetti che la diversitŕ puň generare sui processi relazionali e sui processi decisionali di gruppo. Infine, considerati i recenti contributi sul tema, il lavoro si conclude delineando tre aree di ricerca futura che possono stimolare un proficuo dibattito tra gli studiosi sul tema e rappresentare allo stesso tempo un'interessante research agenda per gli anni avvenire.
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Grassi, Aldrigo, Rosella Bruni, Francesca Pileggi, Marco Chiappelli, Massimo Boldrini, Elisa Franceschi, and Daniela Scarafoni. "Analysis and comparative evaluations of the costs of supports and treatments of schizophrenia, affective psychosis, paranoia and neurosis." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 2 (June 2001): 115–24. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005194.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Lo scopo dello studio era quello di verificare, tramite la rilevazione dei costi diretti dei trattamenti terapeutico-riabilitativi, la presenza di associazioni tra quattro gruppi diagnostici (schizofrenia, psicosi affettive, paranoia e disturbi nevrotici) e i loro costi, complessivi e per specifici fattori di costo (assistenza territoriale, attività di riabilitazione e assistenza ospedaliera). Setting – Dipartimento di Salute Mentale e Centro di Salute Mentale (CSM) "Scalo", Azienda USL della Città di Bologna, Emilia-Romagna. Disegno – Sono stati calcolati i costi diretti annui di un campione (n = 75) di tutti i pazienti (n = 745) che durante l'anno hanno avuto più di quattro contatti con il CSM e quelli dei quattro gruppi randomizzati per diagnosi (n = 30 pazienti per gruppo). Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati i costi medi unitari di 15 tipi di prestazioni, selezionate sulla base del numero annuo delle prestazioni erogate e del tempo impiegato da ciascuna figura professionale e rilevati i costi dell'assistenza ospedaliera (pubblica e privata). Risultati – Le analisi statistiche effettuate, tramite il Kruskal-Wallis test, hanno evidenziato costi complessivi significativamente più elevati nei pazienti schizofrenici rispetto a quelli del campione e a quelli con diagnosi di disturbo nevrotico; inoltre, i costi delle attivita di riabilitazione dei pazienti schizofrenici sono risultati differire significativamente da quelli rilevati nel campione e nei gruppi diagnostici "paranoia" e "disturbi nevrotici", mentre nessuna differenza significativa tra i gruppi è emersa nei costi dell'assistenza ospedaliera ed in quelli relativi al consumo di farmaci. Conclusioni – I risultati della nostra ricerca dimostrano che i costi dei trattamenti differiscono a seconda della diagnosi (costi diretti più alti nel caso dei pazienti schizofrenici e più bassi in quelli con disturbi nevrotici) e che l'analisi dei costi può consentire di pervenire all'assegnazione di adeguate risorse finanziarie ai Dipartimenti di Salute Mentale per i trattamenti terapeutico-riabilitativi di una vasta gamma di disturbi psichiatrici.
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De Stefano, Francesco, and Antonio Pizzo. "Nuove osservazioni sul tempio del santuario extraurbano di Tusculum." Journal of Roman Archaeology 33 (2020): 73–92. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759420000926.

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Abstract:
La Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma (EEHAR–CSIC) realizza ormai da 25 anni scavi archeologici e ricerche su Tusculum e il suo territorio, trattandosi di uno dei progetti di più lunga durata di una scuola straniera su territorio italiano. I risultati ottenuti da diversi gruppi di lavoro hanno restituito un′immagine straordinaria della città con la scoperta di una serie di complessi (foro, teatro, acropoli, chiese) che illustrano archeologicamente l'articolazione urbana del sito e le ulteriori possibilità di sviluppo delle ricerche. Dall′inizio dei lavori, nel 1994,1 la ricerca si è sviluppata in varie fasi contraddistinte da una strategia istituzionale coerente che ha facilitato la continuità del progetto, grazie anche alla partecipazione della XI Comunità Montana. In questi anni sono state numerose le pubblicazioni che hanno messo in circolazione i dati provenienti dalle varie campagne di scavo.2
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Revello Lami, Martina. "Disegnare per Osservare, Capire, Raccontare. Conversazione con Agostino Sotgia." Ex Novo: Journal of Archaeology 6 (February 11, 2022): 217–27. http://dx.doi.org/10.32028/vol6isspp217-227.

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Abstract:
Agostino Sotgia (Roma, 1990) è dottorando in archeologia preistorica presso la “Sapienza – Università di Roma” e la “RUG – University of Groningen”. Si occupa prevalentemente di Landscape Archaeology con particolare attenzione alla ricostruzione dei paesaggi agro-pastorali antichi in Etruria Meridionale a cavallo del I millennio a.C. Precedentemente si è interessato alla cultura materiale con una serie di studi sulle fornaci e le aree produttive per il vasellame ceramico in Italia peninsulare tra Età del bronzo e Età arcaica. All’attività di ricerca ha affiancato anche quella di sorveglianza archeologica nei cantieri per la creazione dell’infrastrutture della fibra ottica e del Gas. Collabora, inoltre, come disegnatore di reperti archeologici presso numerosi gruppi di ricerca e singoli ricercatori.
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Erlicher, Arcadio, and Antonio Lora. "Conclusioni." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): 74–75. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000253.

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Abstract:
Il progetto ha rappresentato un notevole sforzo organizzativo, che ha coinvolto per un anno un ampio numero di DSM/UOP, di operatori e di pazienti.La ricerca ha dimostrato che, all'interno e tra i Dipartimenti di Salute Mentale:possibile costruire un network di ricerca,che possono essere utilizzati nella routine strumenti per la valutazione della gravità e dell'esito,possibile raccogliere ampi campioni di pazienti rappresentativi della realtà clinica dei servizi,gruppi di clinici possono collaborare tra loro per raccogliere dati sull'effective-ness e sui costi dei trattamenti.La possibilità di costruire un network di ricerca nei servizi clinici richiede uno sforzo organizzativo e ha un costo. Per fare questo sono necessari una struttura centrale in grado di dare supporto formativo, epidemiologico, informatico e di analisi, un sistema strutturato di incentivi scientifici e la restituzione agli operatori “in tempo reale” delle informazioni ricavate dalla ricerca.Questa ricerca ha portato ad una estesa conoscenza sulle caratteristiche sociodemografiche e cliniche (diagnosi e gravità) dei pazienti in trattamento nei servizi di salute mentale: il campione indagato è il più ampio oggi raccolto in Italia. La ricerca è anche stata la prima esperienza nazionale di stima dei costi per 50 strutture, con analisi dei costi standard delle singole prestazioni e del pattern di trattamento annuo e relativi costi.
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Bebbington, Paul. "Epidemiology and social psychiatry: a personal view." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no. 2 (August 1994): 99–105. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003547.

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Abstract:
RiassuntoObiettivo - Esporre le considerazioni dell'autore sul ruolo dell'epidemiologia e illustrare tale ruolo in riferimento ai disturbi affettivi. Metodo - Rassegna di una ricerca condotta in due aree; influenza del sesso e dell'età sul tasso dei disturbi affettivi. Risultati - L'utilizzo di categorie sociodemografiche per definire i gruppi ad alto rischio suggerisce che i disturbi affettivi possono essere strettamente correlati alia soddisfazione di ruolo e che l'età può avere un effetto patoplastico sulla forma del disturbo che sovrasta tutti gli altri aspetti, ad eccezione delle influenze sociali piu forti. Conclusioni. - L'epidemiologia è uno strumento essenziale per lo psichiatra sociale, ma il suo aspetto più incisivo è quello di chiarire la natura delle domande da fare e di suggerire nuove linee di ricerca.
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Rosi, Fabiana. "Intercomprensione e plurilinguismo: studenti universitari di lingue e di discipline non linguistiche a confronto." Cuadernos de Filología Italiana 27 (July 7, 2020): 137–65. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.66537.

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Abstract:
: La ricerca confronta la capacità di intercomprensione dello spagnolo fra due gruppi di italofoni nativi, studenti universitari di lingue straniere e studenti universitari di discipline non linguistiche, prevalentemente di ingegneria, per verificare se la competenza linguistica plurilingue e la competenza metalinguistica più matura degli studenti di lingue determinino un vantaggio nella comprensione di un testo scritto in una lingua affine non conosciuta. Le analisi evidenziano analogie piuttosto che differenze fra i due gruppi sia sul piano della comprensione del contenuto, misurata in termini di comprensione globale, analitica e inferenziale, sia delle strategie di comprensione adottate. Il vantaggio degli studenti di lingue emerge solo nella rapidità di trasposizione del testo spagnolo in italiano. I risultati sottolineano così come l’intercomprensione fra lingue affini sia un fenomeno altamente spontaneo e incoraggiano ad impiegarla come risorsa efficace per incrementare la motivazione all’apprendimento di nuove lingue e promuovere il plurilinguismo.
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Bocquenet, Louis, Angela Sordano, and Diego Rora. "Cadre e l'attualitŕ dell'invisibile." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 75–85. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001007.

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Abstract:
Obiettivo dell'intervento č quello di evidenziare i nodi teorici e concettuali scaturiti dal confronto di due équipe, una francese ed una italiana, che utilizzano la metodologia dello psicodramma nel trattamento di bambini e adolescenti. Lo scambio tra le due équipe č nato con lo scopo di individuare una metodologia comune, raffrontabile, volta alla valutazione degli esiti psicoterapeutici nella clinica dei gruppi dell'infanzia e dell'adolescenza. Č stata fatta una scelta che ribalta lo schema classico della ricerca scientifica, basato sul confronto degli esiti a partire da strumenti predefiniti ed indipendenti dai contesti applicativi. Le due équipe sono, infatti, partite dal confronto concreto dei contesti di lavoro, delle metodologie ed infine dei paradigmi teorici che li supportano. Le riflessioni teoriche vertono sulla relazione individuo-gruppo, sugli indicatori di esito e sul ruolo fondamentale del Cadre per rendere visibili gli aspetti invisibili del processo terapeutico.
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Romano, Alessandra, and Nicolina Bosco. "Metodologie trasformative per promuovere apprendimenti emancipativi. Un'esperienza di ricerca-formazione con insegnanti." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (July 2022): 115–30. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-2022oa13734.

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Abstract:
Il contributo esplora l'attualità del pensiero pedagogico di matrice freiriana alla luce delle più recenti articolazioni della teoria trasformativa (Mezirow, 2003; Cranton & Taylor, 2012; Marsick & Neaman, 2018). Nello specifico, sono oggetto di indagine e sistematizzazione quegli approcci metodologici per lo sviluppo professionale dei docenti che sostengono processi di riflessione critica e trasformazione degli assunti distorti. Si presenta, poi, un'esperienza di ricerca-formazione condotta con gruppi di docenti di scuola primaria e secondaria di primo grado, che ha visto l'adozione di un set di metodologie trasformative finalizzate a supportare processi di apprendimento emancipativo.
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Pelosi, Monica, Silvia Montuori, and Maria Assunta Zanetti. "Emozioni e stati d'animo durante il lockdown: un focus sulla plusdotazione." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2021): 33–45. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-002003.

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Abstract:
La ricerca si è focalizzata sulle manifestazioni emotive nei bambini durante il lockdown de-rivante dalla diffusione del COVID-19. Un caso particolare è rappresentato dalla popola-zione di soggetti plusdotati, che presentano spesso un'elevata e più intensa sensibilità emo-tiva. È stato proposto un questionario costruito ad hoc compilato da 126 madri che hanno risposto riferendosi ad ognuno dei propri figli (N = 225), sia con plusdotazione sia con svi-luppo tipico. La prima fase di analisi dei dati ha considerato un gruppo di bambini apparte-nenti a famiglie con almeno un figlio con plusdotazione (N = 162) e un gruppo di bambini con sviluppo tipico (N = 63). Dalle analisi non emergono differenze significative tra i due gruppi, sia rispetto alle emozioni, sia agli stati d'animo; tuttavia, ulteriori analisi che con-frontano i bambini con plusdotazione (N = 100) con bambini con sviluppo tipico (N = 125) a prescindere dalla famiglia di appartenenza, mostrano come i primi sembrano sperimentare maggiori livelli di apatia (p meno di .001) e di insofferenza (p uguale a .016) rispetto ai pari normotipici.
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Masina, Luisa. "Interdisciplinarità e consulenze tecniche in ambito familiare." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 132–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001014.

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Abstract:
L'autrice riflette sulle consulenze tecniche in ambito civile in materia di diritto di famiglia, correlando la propria esperienza alle teorie di riferimento e dando conto del metodo utilizzato. Approfondisce la distinzione fra consulenze tecniche "valutative" e consulenze tecniche "terapeutiche" proponendo un modello alternativo, che si caratterizza per la sua proprietà di attivare potenziali trasformazioni. Si sofferma infine sulla questione della ricerca di un linguaggio comune fra le diverse professionalità coinvolte nelle consulenze, indicando nel lavoro di gruppi costituiti cosiddetti misti uno strumento adeguato.
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Tulli, U., and E. Valeri. "Health Technology Assessment: confronto tra HD ed HDF on-line secondo i QALYs." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 2 (January 24, 2018): 29–32. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1434.

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Abstract:
Lo scopo di questo studio è valutare la qualità di vita percepita dalle persone sottoposte a terapia dialitica in rapporto al costoutilità; I pazienti oggetto dello studio a Tivoli sono stati 28, mentre a Guidonia sono stati 82. In base alla ricerca bibliografica abbiamo scelto di utilizzare l'ACU (analisi costo/utilità), tecnica che massimizza il rapporto utilità/costo, due alternative (interventi tecnici) in cui l'utilità è espressa in termini fisici e, in particolare, in termini di QALYs (quality adjusted life years) cioè anni di vita guadagnati ponderati per la qualità della vita per due diverse tecniche dialitiche: emodialisi standard HD ed emodiafiltrazione HDF. Osservando i dati emersi dallo studio ci siamo resi conto che i due gruppi percepiscono la qualità della loro vita in maniera molto simile, nonostante i parametri dialitici ed ematologici, oggetto di studio, siano significativamente migliori nel gruppo in trattamento dialitico con la metodica deU'Emodiafiltrazione.
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Korac, Maja. "Politiche, agency e dialogo interculturale. Esperienze dei rifugiati dei conflitti jugoslavi in Italia." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 127–50. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003008.

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Abstract:
Questo articolo esamina il processo di etichettamento politico e burocratico dei rifugiati e il suo rapporto con razza, etnicitŕ, classe e/o genere, oltre che con altri meccanismi di esclusione che operano nei luoghi del loro insediamento. Considera criticamente le prospettive e i processi di insediamento delle persone fuggite dai conflitti in Yugoslavia, a cui č stato garantito il diritto di lavorare e/o studiare in Italia sulla base di un decreto governativo speciale, senza una lunga procedura di determinazione dello status. L'analisi si basa su una ricerca etnografica condotta a Roma negli anni 1999 e 2000. Esplora i meccanismi e il processo che hanno permesso loro di beneficiare dei diritti garantiti al loro arrivo. La discussione si focalizza, da un lato, sulle connessioni tra strategie e politiche di assistenza e sui limiti strutturali che incarnano e, d'altro lato, sul tipo di agency che incoraggiano. Esplora il ruolo delle reti sociali co-etniche, cross-etniche e minoranza-maggioranza nel processo di insediamento. Questo articolo sostiene che se l'acquisizione formale di diritti legali e sociali legati all'inclusione e all'eguaglianza non č accompagnata da contatti e legami informali tra minoranza e maggioranza, a livello micro, l'esperienza dei gruppi di minoranza rimarrŕ fortemente condizionata dalla loro sensazione di "alteritŕ" e dalla percezione di diseguaglianza ed esclusione. Ciň avviene perché lo sviluppo della fiducia tra gruppi (etnici) di minoranza e gruppi di maggioranza dipendono solo parzialmente dal set di diritti che possono essere garantiti ai gruppi "etnici" o "di minoranza".
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Dallavalle, Chiara, Cinzia Novara, Carolina Messina, and Sergio Diminica. "Le forme autodistruttive di gruppo. Narcisismo e autolesionismo fra gli emo: invulnerabilitŕ percepita e ottimismo irrealistico." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (May 2011): 75–88. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001008.

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Abstract:
La cultura(o) nasce - ma il dibattito č molto aperto - all'interno del punk rock, come una realtŕ musicale in crescente evoluzione, in grado di mixare sonoritŕ e modelli a prima vista vicini all'area punk, ma nei fatti fortemente differenziati. Nell'ultimo decennio, l'evoluzione che ha condotto ad esperienze sonore come l'ha mostrato una forte capacitŕ di aggregare gruppi e stili di vita, intessuti dai due tratti psicologici caratterizzanti: narcisismo e autolesionismo, influenzati dalla cultura musicale delloe del. La cattedra di Psicologia di comunitŕ dell'Universitŕ di Palermo ha avviato una serie di ricerche sugli stili comportamentali e la percezione del rischio nel mondo adolescenziale. La ricerca ha studiato la relazione esistente fra percezione del rischio, percezione della salute e comportamenti a rischio in un campione di 406 giovani (etŕ 13-25 anni, M: 19,93, DS: 3,58). I risultati mostrano che l'invulnerabilitŕ percepita correla con alcuni comportamenti a rischio, come l'abuso di alcol e l'autolesionismo.
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Bertani, Michele. "Il capitale sociale come bene relazionale. Un'applicazione della network analysis nello studio delle reti di social support degli immigrati." MONDI MIGRANTI, no. 2 (January 2011): 203–46. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002010.

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Abstract:
L'articolo ha come oggetto il tema del capitale sociale nello studio delle migrazioni. Attraverso un'analisi dei diversi approcci analitici sul tema del capitale sociale, viene esplorato il ruolo che questo par-ticolare bene relazionale puň esercitare nelle transazioni che facilitano l'azione sociale tra individui e gruppi di origine immigrata. Viene infine presentata una ricerca empirica condotta a Verona sulle reti di aiuto e sostegno degli immigrati, mediante le tecniche della network analysis, con lo scopo di valutare se le risorse relazionali che circolano all'interno di queste reti facilitano o meno i percorsi di integrazione.
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Matera, Camilla, and Cristina Stefanile. "Acculturazione, adattamento e status generazionale: l'esperienza di un gruppo di immigrati italiani in Belgio." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (May 2011): 25–36. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001004.

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Abstract:
L'obiettivo della ricerca č sia descrivere le varie fonti di stress relative ad ingroup di outgroup presenti durante il processo di acculturazione di immigrati con diverso status generazionale, sia di esaminare come si caratterizza il loro adattamento socioculturale e psicologico. L'indagine č stata realizzata attraverso interviste in profonditŕ a 17 immigrati italiani residenti in Belgio. Dalle analisi effettuate sembra che la seconda generazione sia esposta a piů consistenti fonti di stress rispetto alla prima. La prima generazione incontra maggiori problemi nei rapporti con l'outgroup, mentre le difficoltŕ della seconda generazione risiedono piů spesso nelle relazioni con i membri dell'ingroup. Il livello di adattamento socioculturale č buono in entrambi i gruppi. Alcune differenze si osservano in merito all'adattamento psicologico.
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Raniolo, Francesco. "Alla ricerca di democrazie ‘miti e serene' per il XXI secolo." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2021): 99–124. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001004.

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Abstract:
In questo articolo la democrazia rappresentativa e, in particolare, quella parlamentare vengono concettualizzate come regimi di riconciliazione che assicurano la convivenza pacifi-ca tra esseri umani e gruppi diversi. A tal fine esse devono affrontare il trilemma ordine, plu-ralità, legalità costituzionale. Parlamenti e partiti politici, per la loro funziona di linkage tra società e istituzione, sono stati strumenti cruciali a tale scopo. L'articolo ricostruisce, quindi, le due varianti polari di democrazia parlamentare (maggioritaria e consensuale) come tentativi di trovare un equilibrio fra i tre valori-obiettivi. Ovvero, come modi per realizzare un trade-offe accettabile tra costi/rischi di oppressione e di efficienza. Tuttavia, le sfide esterne e le trasformazioni interne (declino dei partiti tradizionali e populismo) alle democrazie del XXI secolo sembrano indicare che queste devono mostrare non solo capacità decisionale, ma soprattutto tolleranza, giustizia e non-dominio.
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Passali, D., G. Corallo, A. Petti, M. Longini, F. M. Passali, G. Buonocore, and L. M. Bellussi. "A comparative study on oxidative stress role in nasal breathing impairment and obstructive sleep apnoea syndrome." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 6 (December 2016): 490–95. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1361.

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Abstract:
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) è una malattia che può portare ad alterazioni metaboliche e a un’aumentata incidenza di patologie cardiovascolari. Questo studio ha lo scopo di definire l’espressione e il significato clinico di biomarkers coinvolti nello stress ossidativo nei pazienti con diagnosi di OSAS. I risultati degli esami di laboratorio dello stress ossidativo sono stati confrontai prospetticamente in tre gruppi di soggetti: 10 con sindrome delle apnee ostruttiva del sonno con Apnea Hypopnea Index (AHI) > 30; 10 con roncopatia notturna e AHI < 15 e 10 con insufficienza respiratoria nasale e AHI < 5. I pazienti sono stati sottoposti a test cutanei per aero-allergeni comuni, rinoscopia anteriore, rinomanometria anteriore attiva, fibrolaringoscopia e polisonnografia. Per la ricerca dei biomarkers dello stress ossidativo sono stati effettuati test diagnostici in campioni di sangue e urine. I gruppi sono risultati omogenei per età, sesso e distribuzione del Body Mass Index (BMI) (p > 0.05). Ci sono state differenze significative nell’AHI tra i tre gruppi di pazienti (p < 0.05). Nessuna significatività statistica è stata identificata (p > 0.05) tra i livelli di biomarkers di stress ossidativo nelle tre popolazioni studiate. I risultati del nostro studio hanno mostrato che il naso può svolgere un ruolo nella patogenesi dell’ OSAS, attraverso la produzione di biomarkers di stress ossidativo.
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Giliberti, Luca, and Davide Filippi. "Fare etnografia delle migrazioni ai tempi della pandemia. Note di ricerca dal confine franco-italiano nel primo lockdown." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 29, no. 61 (April 2021): 67–82. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006105.

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Abstract:
Riassunto L’emergenza Covid-19 e le legislazioni d'urgenza emanate dai governi europei incidono in modo profondo sulla dimensione migratoria contemporanea, così come sulle forme e sui modi di studiarla. Il presente contributo, frutto di una “ricerca in quarantena”, si contestualizza nella prima fase dell’irrompere della pandemia in Italia e in Francia (fine febbraio - inizio giugno 2020), segnata dal lockdown nazionale in entrambi i Paesi. L’articolo propone, in primo luogo, una riflessione metodologica relativa al fare etnografia delle migrazioni in tempi pandemici e, di seguito, un’analisi delle conseguenze del Covid-19 sul confine franco-italiano e sull’azione delle reti solidali ai migranti in transito. Il materiale empirico è basato su venti interviste telefoniche semi-strutturate con interlocutori chiave della solidarietà ai migranti sul confine; è costruito inoltre attraverso tecniche di etnografia digitale, quali l’analisi di pagine Facebook e blog dei gruppi intervistati, e su una ricerca emerografica e documentale di carattere locale, nazionale ed internazionale.
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Ripamonti, Chiara A., Emanuele Preti, Andrea Bassanini, and Alice Castelli. "Immigrati e salute: cause di malattia, comportamenti di cura e accesso ai servizi sanitari in soggetti sudamericani, cinesi e filippini. Uno studio pilota sul territorio milanese." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (November 2011): 29–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003002.

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Abstract:
Questa ricerca indaga il rapporto delle minoranze etniche, presenti sul territorio di Milano e provincia, con la salute e con i servizi sanitari. Sono analizzati e confrontati tre gruppi etnici: latinoamericani, cinesi e filippini. Si ipotizza che la cultura e la tradizione popolare di queste minoranze etniche influenzino le modalitŕ con cui esse affrontano i problemi di salute e i loro comportamenti di cura. Pertanto, gli obiettivi del lavoro si concentrano sull'indagine dei comportamenti di cura intrapresi in caso di malattia, i rapporti con le strutture sanitarie e le cause che i membri dei gruppi etnici attribuiscono alle patologie tumorali. Č stata somministrata un'intervista con la metodologia free list a 114 soggetti appartenenti alle tre minoranze etniche considerate. Inoltre, č stata somministrata un'intervista semistrutturata a 10 medici di medicina generale e 15 medici volontari di alcuni centri di prima assistenza presenti a Milano. I risultati sottolineano la necessitŕ di comprendere sia le credenze che le esigenze nell'ambito della salute di persone appartenenti a culture differenti dalla nostra, cosě da poter implementare risposte da parte del sistema sanitario che siano realmente funzionali e efficaci.
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Nadler, Robert. "Multilocalitŕ: un concetto emergente fra mobilitŕ e migrazione." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 94 (April 2011): 119–33. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094009.

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Abstract:
Da tempo il tema della mobilitŕ sociale e spaziale interessa discipline come la sociologia, la geografia e l'economia. I processi migratori, dall'altro, sono diventati un oggetto specifico della ricerca scientifica. Tuttavia entrambi si sono sviluppati all'interno delle societŕ industriali moderne e appare lecito dubitare del fatto che essi possano ancora rappresentare in modo adeguato la condizione di individui e di gruppi sociali post-moderni che devono organizzare la propria vita in contesti socio-spaziali altamente flessibili. L'Ufficio Federale per l'Edilizia e la Progettazione Regionale tedesco () ha recentemente dedicato un numero speciale della rivista "Informazioni sullo Sviluppo Spaziale" () al tema della multilocalitŕ. Il termine sta assumendo sempre piů importanza nel dibattito internazionale al fine di descrivere alcuni tratti specifici della vita quotidiana postmoderna. In questo saggio l'autore ripercorre i passaggi salienti del dibattito sul tema in corso nell'ambiente scientifico di lingua tedesca. In un primo momento, descrivendo il significato attribuito al concetto di multilocalitŕ e agli elementi che lo differenziano da quelli di mobilitŕ e di migrazione. In seguito, mostrandone i campi di applicazione di maggiore interesse per la ricerca scientifica.
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Domiano, Pietro, Rossella Sironi, Anna Maria Gibin, Maristella Milglioli, and Luisa Brunori. "Psicoterapia di gruppo per i DCA: studio sull'efficacia." GRUPPI, no. 2 (April 2011): 69–83. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-002006.

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Abstract:
La ricerca si č posta come obiettivo la valutazione dell'efficacia della terapia gruppoanalitica a tempo limitato su un campione di soggetti con DCA afferenti al Programma di trattamento dell'AUSL di Parma. L'indagine, di tipo quantitativo, ha misurato il cambiamento nel tempo di diverse variabili sia individuali (valutazione del funzionamento globale, sintomatologia clinica, autoefficacia percepita, qualitŕ della vita, autostima) a livello relazionale (Carta di rete) e a livello gruppale (questionari clima di gruppo e di gradimento dell'esperienza). Inoltre, si č voluto verificare se una terapia gruppoanalitica a tempo limitato di 6+6 mesi possa produrre dei sostanziali cambiamenti nelle aree sopraelencate per i diversi sottotipi di DCA. I risultati sottolineano come le modificazioni siano piů evidenti per la Bulimia confermando le ipotesi che alla base di questa sindrome vi siano strutture di personalitŕ piů flessibili rispetto all'Anoressia e ai BED. I gruppi a tempo limitato di 6+6 mesi sono parsi uno strumento terapeutico adeguato per una casistica di pazienti con disturbi alimentari cronici solo rispetto alla sintomatologia di facciata ma č troppo breve perché si possa verificare un cambiamento profondo e permanente della personalitŕ e delle modalitŕ relazionali in pazienti con disturbi alimentari cronici.
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Grassi, Aldrigo, and Maria Cristina Falzoni. "Employment/unemployment and psychological discomfort. A survey among young people living in an Italian industrial area." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 2 (August 1996): 136–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004085.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Mettere a confronto la prevalenza di stati di disagio psichico in quattro gruppi di giovani di diversa condizione sociale (operai metalmeccanici esposti e non esposti a rischi occupazionali per la salute mentale, disoccupati o in cerca di prima occupazione e studenti a tempo pieno); lo studio inoltre valuta tra gli stessi gruppi, a distanza di sei anni, i cambiamenti di stato e le variazioni del disagio psichico. Disegno – I soggetti, selezionati attraverso accurate procedure di randomizzazione, sono maschi, in età compresa tra 20 e 29 anni, residenti da almeno 10 anni nella stessa area geografica e ancora conviventi con il nucleo famigliare originario. Sono stati reclutati 157 giovani, suddivisi nei seguenti gruppi: metalmeccanici esposti a rischi occupazionali specifici per la salute mentale (n° = 30); metalmeccanici non esposti (n° = 57); disoccupati (n° = 40); studenti a tempo pieno (n° = 30).La prevalenza degli stati di disagio psichico è stata confrontata nei quattro gruppi; a distanza di sei anni, sono stati valutati, nei 116 soggetti che hanno partecipato allo studio di follow-up, i cambiamenti di status e i livelli di disagio psichico.Setting – L'indagine è stata condotta a Cento (Ferrara), una zona economicamente ricca e con tassi di disoccupazione molto bassi. Le interviste sono state effettuate nel 1987 e nel 1993; i giovani, dopo essere stati contattati telefonicamente, sono stati intervistati nella propria abitazione, sempre dallo stesso psicologo. Principali misure utilizzate – Nel 1987 a ciascun soggetto sono stati somministrati una scheda «Posizione sociale e salute» (PSS) e un questionario, precedentemente validato, per la determinazione dell'indice di disagio psichico (IDP).Inoltre gli operai metalmeccanici, mediante il «Questionario di rischio lavorativo» (QRL), sono stati suddivisi nei due gruppi «a rischio» e «non a rischio» occupazionale per la salute mentale.Nel 1993, nello studio di follow-up, è stato nuovamente somministrato il questionario per la rilevazione dell'IDP ed è stata fatta compilare una scheda (Scheda per la posizione sociale e occupazionale) per raccogliere dettagliate informazioni sui cambiamenti lavorativi o di stato sociale intervenuti nei sei anni precedenti.Risultati – Nel 1987 si sono riscontrate situazioni di disagio psichico significativamente più frequenti e di maggior rilevanza negli operai metalmeccanici esposti a rischi occupazionali per la salute mentale (mentre nulla di significativo è emerso negli altri gruppi, in quello dei disoccupati in particolare). Dallo studio di follow-up si sono potuti rilevare miglioramenti significativi, per quanto riguarda il disagio psichico, negli operai metalmeccanici che sono passati dal lavoro manuale ad un altro tipo di impiego; si è inoltre riscontrata la tendenza, nei giovani disoccupati che hanno trovato, nei corso dei sei anni, un lavoro fisso, ad un peggioramento del grado di disagio psichico.Conclusioni – L'aspetto piu interessante della nostra ricerca sembra essere rappresentato dall'analisi delle relazioni tra prospettive occupazionali e salute mentale di giovani che vivono in un'area economicamente forte. Ulteriori ricerche dovranno tuttavia approfondire le problematiche specifiche connesse con le possibili prospettive occupazionali di studenti e giovani disoccupati e/o in cerca di prima occupazione.
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Dondi, Cristina, and Matilde Malaspina. "L'ecosistema digitale del CERL per lo studio del libro antico a stampa: dal progetto 15cBOOKTRADE a oggi." DigItalia 17, no. 1 (June 2022): 134–56. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00044.

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Abstract:
Nel corso dei cinque anni del suo svolgimento, il progetto 15cBOOKTRADE, finanziato con un Consolidator Grant dello European Research Council (2014-2019) ha favorito il consolidamento e l’espansione di una serie di strumenti digitali e di una ampia rete di collaborazione tra individui, istituzioni e progetti di ricerca incentrati sull’utilizzo degli incunaboli, e più in generale del libro antico a stampa, come fonte storica. Dopo la conclusione ufficiale progetto, il lavoro dei membri e della rete di studiosi e bibliotecari costituita durante i cinque anni della durata del finanziamento è continuato. Singoli ricercatori o gruppi di ricerca hanno orientato le proprie indagini verso categorie ben precise di libri antichi a stampa: edizioni di testi di diritto, di materia medica, edizioni illustrate, collezioni di alcuni possessori antichi, biblioteche monastiche, censimenti illustrati, e così via. Vari tra questi progetti hanno esteso il limite cronologico dell’interesse di ricerca oltre il dicembre 1500, assottigliando la convenzionale distinzione tra incunaboli e post-incunaboli. Di fatto però, la metodologia per tutte queste nuove strade di ricerca resta basata sull’utilizzo delle informazioni di provenienza come dati storici; sull’integrazione di fonti bibliografiche e documentarie allo scopo di arricchire ulteriormente il dato materiale; sulla creazione di collaborazioni internazionali di ampio respiro che consentano di raccogliere dati che difficilmente sarebbero accessibili altrimenti (specialmente in questi anni difficili di pandemia); infine, sull’utilizzo di strumenti digitali efficaci per facilitare la raccolta dei dati e l’accesso agli stessi. Il presente contributo fornisce una panoramica sullo stato attuale di questi progetti e propone una serie di riflessioni sui benefici e sulle sfide connessi alla creazione di un ecosistema digitale per lo studio del libro antico a stampa, una necessità di recente condivisa anche dall’ICCU, quale soluzione intelligente e sostenibile.
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Forti, Dario, and Paola Scalari. "Cantieri. Un maestro con lo sguardo bambino. Generare l'inedito." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 34 (January 2021): 123–35. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-034012.

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Abstract:
Voglio condividere, attraverso alcune pennellate, le immagini che emergono dalla mia me-moria a seguito della morte di Francesco Berto (8 maggio 1934-8 luglio 2020), psicosocioa-nalista e già socio di Ariele. Fa da sfondo alla narrazione l'incontro tra Berto e Pagliarani. Su questo intreccio umano e professionale, intellettuale ed emotivo emergono gli ambiti del pensiero nei quali Berto ha applicato il pensiero psicosocioanalitico. Quelli principali sono il mondo scolastico, la consulenza ai genitori, la formazione degli operatori dei servizi socio-educativi. Ne sono testimonianza i molti libri sull'argomento. La ricerca teorica e applicativa di Berto dunque si è attestata in un modello di apprendimento psicosocioanalitico capace di far emergere l'inconscio e di utilizzare il gruppo per rielaborarlo. Molto ci ha insegnato. Ora a tutti noi far germinare la sua eredità. Per dare avvio a questo impegno nel testo sono riportate le parole di amici e colleghi, di allievi e studiosi, di psicoanalisti e psicosocioanalisti che, alla sua morte, mi hanno inviato una riflessione riconoscendo la potenza del suo modo di operare con grandi e piccini, in aula e nella polis, con l'individuo e con i gruppi.
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