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Journal articles on the topic 'Gruppi armati'

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Ragusi, Emanuele, and Francesca Greco. "Il ruolo femminile nei gruppi armati religiosi ed eversivi." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (December 2017): 52–68. http://dx.doi.org/10.3280/siss2017-002005.

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Sammartino, Luigi. "Trasferimenti di armi a gruppi armati: Le implicazioni di Diritto Internazionale per le forniture militari ai Peshmerga in Iraq." Military Law and the Law of War Review 54, no. 1 (December 2015): 117–37. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.2015.01.05.

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Sommario, Emanuele. "Luisa Vierucci, Gli accordi fra governo e gruppi armati di opposizione nel diritto internazionale, Napoli, Editoriale Scientifica, 2013, pp. 317." Italian Yearbook of International Law Online 23, no. 1 (November 17, 2014): 570–76. http://dx.doi.org/10.1163/22116133-90230066.

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Venturoli, Cinzia. "La lotta armata a Genova dal gruppo 22 ottobre alle Brigate rosse." Journal of Modern Italian Studies 22, no. 5 (October 20, 2017): 659–61. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2017.1392700.

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5

Miglietta, Donata. "Quando i conflitti sono in gioco. Gruppi, formazione, diversitŕ." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 103–10. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001009.

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Abstract:
Il passaggio dalla posizione dell'ascolto al coinvolgimento corporeo del terapeuta che avviene nei gruppi di bambini č stato spesso sentito come eretico sia rispetto alla psicoanalisi sia rispetto alle teorie sui gruppi analitici. Nella formazione non si deve perdere di vista il fatto che, anche all'interno della stessa scuola, la pratica unificata č un'illusione (Schaffer). Il lavoro dei formatori č un lavoro di confine che regola il flusso della discordanza e della differenza e siamo noi a dovere vigilare affinché la diversitŕ non si trasformi in guerra. Quando le diversitŕ entrano in campo si tratta di affrontarne gli effetti. Nei gruppi di formazione per psicoterapeuti infantili il conflitto assume spesso figurazioni visibili e invisibili. Nei processi formativi con lo psicodramma si evidenziano percorsi evocatori di immagini che vanno dallo scontro tra bande armate al gioco dei bisticci fino all'integrazione delle differenze. Le psicoterapie sono oggi una galassia dai confini incerti e, come formatori, dobbiamo pensare ad un sistema aperto di conoscenza. Si dovrebbe mantenere la consapevolezza che non č impossibile che il processo vari da analista a analista, forse da paziente a paziente, in modo molto significativo (Meltzer). La questione č in visibile nei processi formativi della scuola COIRAG alla quale affluiscono sottogruppi con matrici teorico cliniche complesse e non certo univoche. La formazione si dovrebbe muovere nello spirito della COIRAG volto a costruire una storia comune in un tempo in cui tutti abbiamo bisogno di pace. Appare dunque significativo percorrere alcuni passaggi di questo percorso attraverso la formazione dei conduttori per gruppi in etŕ evolutiva. Si descrive il percorso tra emersione delle differenze teoriche, scontro e confronto nella formazione dei conduttori di gruppi in etŕ evolutiva. In analogia con il gioco dei bambini anche i conduttori modulano l'intensitŕ del conflitto attraverso la comparsa e la circolazione di immagini ludiche. Il conflitto che si trasforma in gioco puň facilitare il confronto tra diversitŕ teorico-tecniche.
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Curami, Andrea. "Miti e realtŕ dell'industria bellica della Rsi." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 680–719. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261007.

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Abstract:
L'autore parte dalla constatazione che le ricerche sul ruolo dell'industria bellica italiana durante la Repubblica sociale italiana hanno a lungo riproposto i miti nati negli anni di guerra piuttosto che offrire dati sulla produzione sui quali riflettere. Molte affermazioni hanno ricalcato le memorie difensive degli industriali, interessati dopo il 1945 a svalutare il proprio contributo allo sforzo bellico del Terzo Reich e favoriti nella loro ricostruzione dall'indisponibilitŕ di fonti specifiche. Il tema viene cosě affrontato sulla base di una vasta ed eterogenea documentazione, utilizzata per disegnare il complesso mosaico del contributo che piccole, medie e grandi aziende italiane diedero alle forze armate tedesche, il cui obiettivo fu anzitutto rendere il Gruppo di armate B il piů possibile autonomo rispetto all'industria tedesca. L'autore ricostruisce i complessi rapporti tra gli occupanti, la Rsi e le industrie italiane, mettendo in rilievo l'importanza della mobilitazione dell'industria nazionale che, accanto a produzioni obsolete e volte a impiegare le maestranze per frenarne il malcontento, sviluppň, in sedi decentrate e coperte dal segreto, la produzione di componenti per i mezzi bellici piů avanzati di cui furono dotate le forze armate tedesche.
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Bellifemine, Onofrio. "«Praga è sola»: il Sessantotto in Cecoslovacchia raccontato dalla stampa italiana (gennaio 1968 – settembre 1969)." e-Scripta Romanica 8 (November 3, 2020): 1–21. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.08.01.

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Abstract:
La Primavera di Praga è stato uno degli eventi più significativi del 1968, capace di lasciare larghe tracce nella storia del ‘900 europeo. Analizzando i principali quotidiani e riviste italiane del periodo, questo saggio intende fornire un’interpretazione delle linee di lettura, delle analisi e delle cronache giornalistiche più interessanti di quell’evento. Particolare attenzione è stata dedicata a tre momenti che hanno avuto una particolare importanza nello svolgimento dell’intera vicenda: la caduta di Novotný e l’ascesa di Dubček; il consolidamento del gruppo riformista; l’intervento armato sovietico e la reazione della stampa italiana.
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Ferrari, Paolo. "Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Abstract:
Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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Pozzi, Maura, Carlo Pistoni, Daniela Marzana, Lorenza Arpini, Sabina Moro, and Elena Marta. "La rappresentazione sociale di (dis)obbedienza nei giovani militari italiani." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–29. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12861.

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Abstract:
Il presente studio indaga il contenuto e la struttura della rappresentazione sociale (RS) di (dis)obbedienza, al fine di comprendere la relazione con l'autorità in un gruppo di allievi delle Forze Armate Militari. Per il raggiungimento di questo obiettivo è stato utilizzato un questionario self-report, in versione online.Le analisi sono state condotte su un campione di 389 soggetti. I risultati mostrano come i concetti di (dis)obbedienza siano considerati come diametralmente opposti: l'obbedienza risulta avere una connotazione prevalentemente positiva, connessa a termini quali "rispetto", "lealtà", "fiducia" e, di contro, la disobbedienza risulta avere un'accezione per lo più negativa, connessa a termini quali "irrispettosa", "negativa" e "sbagliata". Questi risultati avvalorano l'ipotesi che il contesto specifico abbia una forte influenza nel determinare le rappresentazioni sociali sul tema in oggetto.
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Curami, Andrea. "L'industria bellica italiana dopo Caporetto." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 653–64. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261005.

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Abstract:
L'autore prende in esame la fondatezza delle affermazioni circa la straordinarietŕ dello sforzo compiuto dall'industria italiana per ripianare la perdita di artiglierie in seguito alla ritirata di Caporetto. Se tale perdita fu effettivamente consistente, va perň detto che riguardň materiali in gran parte antiquati; dopo l'ottobre 1917 in realtŕ l'industria bellica proseguě nella realizzazione dei programmi di sviluppo giŕ in atto prima dello sfondamento nemico, coordinati dal ministro delle Armi e munizioni, il generale Alfredo Dallolio, figura centrale nella mobilitazione industriale del paese. Anche il problema della scarsa disponibilitŕ di manodopera e di materie prime era stato affrontato ben prima di Caporetto e dunque non rappresentň un ostacolo per l'industria impegnata nel conflitto. L'esaltazione dello sforzo produttivo volto a ripianare le perdite di Caporetto va dunque ricondotto agli aspri scontri che opposero nel dopoguerra i gruppi industriali italiani. L'ampia pubblicistica del tempo risente della volontŕ delle diverse industrie di sottolineare, da un lato, il proprio contributo alla vittoria finale, e di difendersi, dall'altro, dalle accuse di guadagni illeciti ottenuti rifornendo le forze armate.
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Cirimwami, Ezéchiel Amani, and Pacifique Muhindo Magadju. "Prosecuting rape as war crime in the Democratic Republic of the Congo: lessons and challenges learned from military tribunals." Military Law and the Law of War Review 59, no. 1 (June 1, 2021): 44–70. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.2021.01.03.

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Abstract:
Several armed conflicts have marked the past two decades in the Democratic Republic of the Congo (DRC). As a result, the DRC is facing an unprecedented humanitarian disaster with the death of hundreds of thousands of people, the large-scale displacement of civilians and the rape of thousands of women, girls and men. These armed conflicts have led to the metamorphosis of the concept of ‘crime’ with the emergence of new forms of sexual violence, particularly the widespread sexual violence used by armed groups as a tactic of war. In response to this avalanche of sexual violence, the DRC has taken a series of legislative measures. It began with the ratification of the Statute of the International Criminal Court (Rome Statute) on 11 April 2002. This was followed by the promulgation of the Military Judicial Code and the Military Criminal Code on 18 November 2002 (MJC and MCC, respectively) criminalizing, inter alia, war crimes, crimes against humanity and genocide. In 2006, the Congolese legislator criminalized various forms of sexual crimes as defined by international law in the Military Penal Code. On 31 December 2015, the Congolese authorities promulgated Law No. 15/022, amending and supplementing the Military Penal Code, for the implementation of the Rome Statute. Through this Law, the legislator has included in the Congolese Ordinary Criminal Code rape and other sexual assaults constituting war crimes, and in some circumstances, crimes against humanity. In terms of prosecutions, around 40 cases of rape classified as war crimes and crimes against humanity have been tried by Congolese military courts, and a few other cases are being investigated. This article seeks to assess the progress made by the DRC in prosecuting rape as a war crime and the challenges to such prosecutions. La République démocratique du Congo (RDC) a été marquée par plusieurs conflits armés au cours des deux dernières décennies. Il en résulte que ce pays est confronté à une catastrophe humanitaire sans précédent avec la mort de centaines de milliers de personnes, le déplacement à grande échelle de civils et le viol de milliers de femmes, de filles et d'hommes. Ces conflits armés ont entraîné une métamorphose du concept de ‘crime’ avec l'émergence de nouvelles formes de violence sexuelle, notamment la violence sexuelle généralisée utilisée par les groupes armés comme tactique de guerre. En réponse à cette avalanche de violences sexuelles, la RDC a adopté une série de mesures législatives. La première fut la ratification du Statut de la Cour pénale internationale (Statut de Rome) le 11 avril 2002. Cette ratification fut suivie par la promulgation du Code judiciaire militaire et du Code pénal militaire le 18 novembre 2002 (respectivement le CMJ et le CCM) qui criminalisent, entre autres, les crimes de guerre, les crimes contre l'humanité et le génocide. En 2006, le législateur congolais a incriminé dans le Code pénal militaire diverses formes de crimes sexuels tels que définis par le droit international. Le 31 décembre 2015, les autorités congolaises ont promulgué la loi no 15/022, modifiant et complétant le Code pénal militaire, pour la mise en œuvre du Statut de Rome. A travers cette loi, le législateur a inclus dans le Code pénal ordinaire congolais les viols et autres agressions sexuelles constitutifs de crimes de guerre, et dans certaines circonstances, de crimes contre l'humanité. En termes de poursuites, une quarantaine de cas de viols qualifiés de crimes de guerre et de crimes contre l'humanité ont été jugés par les tribunaux militaires congolais, et quelques autres cas sont en cours d'instruction. Cet article vise à évaluer les progrès réalisés par la RDC en matière de poursuites pénales pour viol en tant que crime de guerre et les défis auxquels ces poursuites sont confrontées. Verschillende gewapende conflicten hebben de afgelopen twee decennia hun stempel gedrukt op de Democratische Republiek Congo (DRC). Als gevolg daarvan wordt de DRC geconfronteerd met een ongekende humanitaire ramp die gepaard gaat met de dood van honderdduizenden mensen, de grootschalige ontheemding van burgers en de verkrachting van duizenden vrouwen, meisjes en mannen. Die gewapende conflicten hebben geleid tot een metamorfose van het begrip ‘misdaad’ met de opkomst van nieuwe vormen van seksueel geweld, in het bijzonder het wijdverspreide seksuele geweld dat door gewapende groepen als oorlogstactiek wordt gebruikt. Als reactie op die lawine van seksueel geweld heeft de DRC een reeks wetgevende maatregelen genomen. Het begon met de ratificatie van het Statuut van het Internationaal Strafhof (Statuut van Rome) op 11 april 2002, gevolgd door de afkondiging van het militair gerechtelijk wetboek en het militair strafwetboek op 18 november 2002. Daarin worden onder meer oorlogsmisdaden, misdaden tegen de mensheid en genocide strafbaar gesteld. In 2006 heeft de Congolese wetgever verschillende vormen van seksuele misdrijven, zoals omschreven in het internationaal recht, strafbaar gesteld in het militair strafwetboek. Op 31 december 2015 hebben de Congolese autoriteiten wet nr. 15/022 tot wijziging en aanvulling van het militair strafwetboek uitgevaardigd, met het oog op de uitvoering van het Statuut van Rome. Met die wet heeft de wetgever verkrachting en andere vormen van seksueel geweld die te beschouwen zijn als oorlogsmisdaden, en in sommige omstandigheden misdaden tegen de mensheid, in het gewone Congolese Wetboek van Strafrecht opgenomen. Wat vervolging betreft, zijn ongeveer 40 gevallen van verkrachting die als oorlogsmisdaden en misdaden tegen de mensheid werden aangemerkt, door de Congolese militaire rechtbanken berecht, en enkele andere gevallen worden momenteel onderzocht. Deze studie heeft tot doel na te gaan welke vooruitgang de DRC heeft geboekt bij de vervolging van verkrachting als oorlogsmisdaad en voor welke uitdagingen dergelijke vervolgingen staan. Varios conflictos armados han dejado huella en las dos décadas pasadas en la República Democrática del Congo (RDC). A resultas de ello, la RDC se está enfrentando a un desastre humanitario sin precedentes con la muerte de cientos de miles de personas, desplazamiento de civiles a gran escala y la violación de miles de mujeres, niñas y hombres. Estos conflictos armados han llevado a la metamorfosis del concepto de ‘crimen’ con la aparición de nuevas formas de violencia sexual, en particular el uso generalizado de la violencia sexual por grupos armados como táctica de guerra. En respuesta a esta avalancha de violencia sexual, la RDC ha adoptado una serie de medidas legislativas. Todo comenzó con la ratificación del Estatuto de la Corte Penal Internacional (Estatuto de Roma) el 11 de abril de 2002. A esto siguió la promulgación del Código Judicial Militar y del Código Penal Militar el 18 de noviembre de 2002 (Código Judicial Militar y Código Penal Militar, respectivamente), penalizando, entre otros, los crímenes contra la humanidad y el genocidio. En 2006, el legislador congoleño introdujo en el Código Penal Militar varias modalidades de crimen sexual tal y como se definen en el Derecho Internacional. El 31 de diciembre de 2015, la autoridades congoleñas promulgaron la Ley Núm. 15/022, reformando y complementando el Código Penal Militar, con objeto de implementar el Estatuto de Roma. A través de esta ley, el legislador ha tipificado en el Código Penal Común la violación y otros ataques sexuales que constituyen crímenes de guerra y, en algunas circunstancias, crímenes contra la humanidad. En términos de procedimientos instruidos, cerca de 40 casos de violación tipificada como crímenes de guerra y crímenes contra la humanidad han sido tramitados por los tribunales militares congoleños, y varios casos más continúan siendo objeto de investigación. Este estudio busca valorar el progreso de la RDC en la persecución de la violación como crimen de guerra y los retos a los que se ha tenido que hacer frente en dicha tarea. Gli ultimi due decenni della Repubblica Democratica del Congo (RDC) sono stati segnati da diversi conflitti armati. Di conseguenza, la RDC sta affrontando un disastro umanitario senza precedenti con la morte di centinaia di migliaia di persone, lo sfollamento di civili su larga scala e lo stupro di migliaia di donne, ragazze e uomini. Questi conflitti armati hanno portato alla metamorfosi del concetto di ‘crimine’ con l'emergere di nuove forme di violenza sessuale, in particolare la diffusa violenza sessuale usata dai gruppi armati come tattica di guerra. In risposta a questa valanga di violenza sessuale, la RDC ha adottato una serie di misure legislative. È iniziato tutto con la ratifica dello Statuto della Corte penale internazionale (Statuto di Roma) l'11 aprile 2002. A ciò è seguita la promulgazione del Military Judicial Code and the Military Criminal Code il 18 novembre 2002 (rispet­tivamente Codice giudiziario militare e Codice penale militare), che hanno criminalizzato, tra l'altro, crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio. Nel 2006, il legislatore congolese ha definito come crimini varie forme di reati sessuali così come definito dal diritto internazionale nel Codice Penale Militare. Il 31 dicembre 2015 le autorità congolesi hanno promulgato la Legge n. 15/022, che modifica e integra il Codice Penale Militare, per l'attuazione dello Statuto di Roma. Attraverso questa legge, il legislatore ha incluso nel Codice penale Ordinario congolese lo stupro e altre aggressioni sessuali definiti crimini di guerra e, in alcune circostanze, crimini contro l'umanità. In termini di procedimenti penali, circa 40 casi di stupro classificati come crimini di guerra e crimini contro l'umanità sono stati processati dai tribunali militari congolesi e alcuni altri casi sono oggetto di indagine. Questo studio cerca di valutare i progressi compiuti dalla RDC nel perseguire lo stupro come crimine di guerra e l’impegno in tali procedimenti penali. Mehrere bewaffnete Konflikte haben die vergangenen zwei Jahrzehnte in der Demokratischen Republik Kongo (DRK) geprägt. Als Folge dessen steht die DRK vor einer beispiellosen humanitären Katastrophe mit dem Tod von Hunderttausenden von Menschen, der massiven Vertreibung von Zivilisten und der Vergewaltigung von Tausenden von Frauen, Mädchen und Männern. Diese bewaffneten Konflikte haben zu einer Metamorphose des Begriffs ‘Verbrechen’ mit dem Aufkommen neuer Formen sexueller Gewalt geführt, insbesondere der weit verbreiteten sexuellen Gewalt, die von bewaffneten Gruppen als Kriegstaktik eingesetzt wird. Als Reaktion auf diese Lawine sexueller Gewalt hat die DRK eine Reihe von gesetzlichen Maßnahmen ergriffen. Es begann mit der Ratifizierung des Statuts des Internationalen Strafgerichtshofs (Römisches Statut) am 11 April 2002. Es folgte die Verkündung des Militärgerichtsgesetzbuchs und des Militärstrafgesetzbuchs am 18. November 2002, die unter anderem Kriegsverbrechen, Verbrechen gegen die Menschlichkeit und Völkermord unter Strafe stellen. Im Jahr 2006 hat der kongolesische Gesetzgeber im Militärstrafgesetzbuch verschiedene Formen von Sexualverbrechen im Sinne des Völkerrechts unter Strafe gestellt. Am 31. Dezember 2015 haben die kongolesischen Behörden das Gesetz Nr. 15/022 zur Änderung und Ergänzung des Militärstrafgesetzbuchs im Hinblick auf die Umsetzung des Römischen Statuts verkündet. Mit diesem Gesetz hat der Gesetzgeber Vergewaltigung und andere sexuelle Übergriffe, die Kriegsverbrechen und unter gewissen Umständen auch Verbrechen gegen die Menschlichkeit darstellen, in das kongolesische ordentliche Strafgesetzbuch aufgenommen. Was die Strafverfolgung anbelangt, so wurden etwa 40 Fälle von Vergewaltigung, die als Kriegsverbrechen und Verbrechen gegen die Menschlichkeit eingestuft werden, von kongolesischen Militär­gerichten abgeurteilt, und einige weitere Fälle werden derzeit untersucht. Diese Studie versucht, die Fortschritte der DRK bei der strafrechtlichen Verfolgung von Vergewaltigung als Kriegsverbrechen und die Herausforderungen für solche Verfolgungen zu bewerten.
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Valencia, Olga Lucia, and María Fernanda Daza. "Vinculación a grupos armados: un resultado del conflicto armado en Colombia." Diversitas 6, no. 2 (December 31, 2010): 429. http://dx.doi.org/10.15332/s1794-9998.2010.0002.14.

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Abstract:
<p style="text-align: justify;">El presente artículo inicia con un recuento histórico sobre el conflicto en Colombia, y las consecuencias de permanecer en un grupo armado, para luego describir los motivos de vinculación en adultos, en menores de edad y en mujeres. Al final se mencionan las motivaciones para pertenecer a las fuerzas armadas encontrando algunas semejanzas entre los motivos de vinculación a los grupos armados ilegales en comparación con las fuerzas estatales.</p><p style="text-align: justify;"><strong>Palabras clave: </strong>motivación, fuerzas armadas, grupos ilegales, demovilización.</p>
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Crisi, Alessandro. "Il test di Wartegg secondo la "metodica Crisi" nei processi di selezione e orientamento delle Forze Armate Italiane." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2010): 113–27. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003009.

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Abstract:
Da alcuni anni la gamma degli strumenti utilizzati nei propri processi di Selezione e Orientamento dalla Polizia di Stato e dalle Forze Armate Italiane, in particolare dalla Marina Militare, dall'Aeronautica Militare e dall'Esercito Italiano, si avvale del contributo di un nuovo strumento: il test di Wartegg (Wartegg Zeichentest o WZT) applicato secondo una nuova metodica di interpretazione, pubblicata nel 1998 e in seconda edizione riveduta e ampliata nel 2007, dall'Autore del presente articolo. Tale metodologia nel corso degli anni e grazie ai numerosi riscontri ottenuti nei vari ambiti di applicazione, č risultata in grado di soddisfare le esigenze di valutazione sia a livello di clinical assessment (grazie al software Wartegg-Selezione) sia a livello di analisi delle potenzialitŕ attitudinali (software Wartegg-Orientamento). Tali esigenze sono alla base dei processi di Selezione delle Forze Armate Italiane e della Polizia di Stato. Il Test di Wartegg č un test grafico di personalitŕ; puň essere somministrato in gruppo e le sue caratteristiche principali sono rappresentate da una profonda capacitŕ investigativa accompagnata da una estrema rapiditŕ e facilitŕ di somministrazione, di siglatura e di inserimento dei dati nel software. Tali caratteristiche rendono lo strumento particolarmente idoneo ad una sua applicazione nel caso di selezioni con numerosi partecipanti. Lo strumento č dotato, a seconda delle esigenze, di diversi programmi computerizzati che forniscono un report valutativo conclusivo. Nel 1999 il test di Wartegg č stato oggetto di una specifica sperimentazione effettuata dalla Marina Militare Italiana che, al fine di valutarne la validitŕ e l'attendibilitŕ, lo ha sottoposto ad una comparazione con i risultati ottenuti dagli strumenti utilizzati nella Selezione. L'esito altamente positivo della sperimentazione ha determinato che, a partire dal 2002, il Test di Wartegg sia entrato a far stabilmente dei processi selettivi e di orientamento della Polizia di Stato e delle Forze Armate Italiane.
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Lombardo, Simone. "I signori della collina. I Fieschi a Genova nel XIV secolo: strategie cittadine di una famiglia aristocratica." SOCIETÀ E STORIA, no. 177 (September 2022): 419–50. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-177001.

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Abstract:
I Fieschi erano una famiglia aristocratica di estrazione rurale, che traeva l'origine della propria potenza dai possedimenti nel contado e si era insediata a Genova seguendo strategie più o meno coscienti, analizzate nell'articolo per quanto riguarda il trecento. Ciò era avvenuto innanzitutto con l'avvio di un insediamento monumentale presso la collina di Carignano, al di fuori delle mura ma al contempo in stretto rapporto con il centro abitato che sovrastava, quasi come polo urbanistico alternativo. Durante il XIV secolo si può notare una progressiva differenziazione tra una dimensione armata della famiglia, guida della fazione guelfa, e una prettamente ecclesiastica, custode dei patrimoni dinastici cittadini. Partendo dalla constatazione di queste caratteristiche, il saggio tenta di rapportarle e metterle in relazione dialettica con gli altri alberghi cittadini, al fine di evidenziare un modello alternativo di gestione familiare attuato dai Fieschi. È indagata l'importanza della parentela, le modalità di ingresso nel gruppo, le esenzioni fiscali e le politiche matrimoniali, al fine di delineare la mentalità di una famiglia aristocratica signorile inserita in un centro a vocazione mercantile.
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Grismaldo Moreno, Ana Mónica, and Alfonso Alberto Angarita Buitrago. "Linking voices for peace. Representations of the armed conflict in the Sumapaz region: Tibacuy - Pasca case." Investigación & Desarrollo 29, no. 2 (September 1, 2021): 39–67. http://dx.doi.org/10.14482/indes.29.2.303.66.

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Abstract:
El proyecto titulado “Enlazando voces para la paz. Representaciones del conflicto armado en la región del Sumapaz: Caso Tibacuy - Pasca” es una propuesta que surgió desde la Escuela de Ciencias Sociales, Artes y Humanidades de la UNAD. Los relatos de vida de los pobladores del municipio de Tibacuy, relacionados con los hechos victimizantes acaecidos durante el conflicto armado, tales como el desplazamiento forzado y el homicidio, expresan las representaciones colectivas construidas. Dichos contenidos son socializados en el escenario académico de la Normal de Pasca, a través de los programas radiales emitidos por la Radio UNAD virtual, y allí los estudiantes, a partir de los episodios contados, construyen versiones colectivas de lo acontecido en Tibacuy. A partir de un ejercicio grupal se busca activar un espacio de reflexión, discusión y apropiación en el cual se pretende un acercamiento a la vivencia propia sobre el conflicto armado, que involucra eventos familiares y/o hechos sociales y políticos asociados. Lo anterior permite actualizar las representaciones acerca del conflicto armado como experiencia colectiva localizada. Se avanza, de esta forma, en la posibilidad de escucha y la capacidad de poder entender y comprender al otro, apoyados en la mediación radial, como punto de encuentro que abre la posibilidad de diálogo, de acercamiento y el despertar de la conciencia y de la memoria histórica. Esto es posible, además de la cercanía geográfica, porque ambos municipios compartieron situaciones de conflicto similares.
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Tezón, Mariana Inés, and Amaranto Daniels Puello. "Niños, niñas y adolescentes desvinculados de grupos armados: papel de la comunidad internacional en la protección Integral de derechos." Revista Internacional de Cooperación y Desarrollo 3, no. 2 (December 26, 2016): 99. http://dx.doi.org/10.21500/23825014.2780.

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Abstract:
Uno de los tantos retos que presenta el fin del conflicto armado colombiano es el referente al papel de los organismos nacionales e internacionales en los procesos de protección integral de niños, niñas y adolescentes (NNA) desvinculados de grupos armados ilegales. Así, se pretende indagar sobre cómo diferentes características contextuales, que vulneran a esta población, invitan a una participación más activa de la Cooperación Internacional para el Desarrollo (CID) en las diferentes estrategias de intervención. Sobre esto, se considera fundamental realizar una reflexión que permita revisar cuáles son las posibilidades y obstáculos de la CID en el tratamiento de los NNA desvinculados, con el fin de repensar prácticas de cara a la implementación de los acuerdos de la Habana. La relevancia del presente artículo reside en que plantea un análisis del papel de la comunidad internacional en la construcción de políticas públicas nacionales que acompañen al fin del conflicto armado colombiano.
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Silva, Carla Luciana. "influência teórica do militante espanhol Abraham Guillén em grupos de luta armada na América Latina." Revista Eletrônica da ANPHLAC 21, no. 30 (July 19, 2021): 104–28. http://dx.doi.org/10.46752/anphlac.30.2021.3976.

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Abstract:
O objetivo deste texto é apresentar a influência de um teórico revolucionário pouco conhecido no debate sobre a luta armada brasileira. A maioria dos textos sobre o tema debatem a influência de Che Guevara e Regis Debray. Argumentamos aqui que a concepção de guerrilha no Brasil se aproximou da teoria do revolucionário Abraham Guillén. No final dos anos 1960, ele participou de várias estratégias de luta, na Bolívia, Argentina e Uruguai. Sua tese, de que a luta deveria se dar também no meio urbano, destoava da teoria do foquismo. Descobrimos que um grupo de militantes brasileiros exilados no Chile, em um momento de refluxo da luta no Brasil, estudou a obra de Guillén e elaborou um documento base para pautar a volta ao país, o Documento dos Doze Pontos. Parte dos registros são localizados no acompanhamento que a repressão brasileira, por meio do Centro de Informação do Exército – CIEX, fez dos passos de Guillén e do fluxo de revolucionários nos países do Conesul. As referências teóricas usadas pelos movimentos revolucionários ultrapassavam as fronteiras nacionais e iam muito além dos conhecidos Che Guevara e Regis Debray.
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Bejarano-Sanabria, Henry Camilo, and Ricardo Mauricio Delgado-Salazar. "Reconocimiento de los jóvenes desmovilizados de los grupos armados en Colombia: transiciones y desafíos para las prácticas de orientación escolar." Magis, Revista Internacional de Investigación en Educación 9, no. 19 (June 15, 2017): 149–64. http://dx.doi.org/10.11144/javeriana.m9-19.rjdg.

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Abstract:
Este artículo examina cómo los modelos de reconocimiento social contribuyen a las prácticas de orientación escolar de jóvenes desmovilizados de las organizaciones implicadas en el conflicto armado en Colombia, que deciden insertarse al sistema educativo. Los resultados de esta reflexión derivada de investigación se presentan en cuatro apartados.
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Patino, Rafael Andrés, Antonio Marcos Chaves, and Francisco Ramos de Farias. "ESTADO E GRUPOS ARMADOS NA COLÔMBIA: CARRASCOS, SALVADORES E EXPERIÊNCIA TRAUMÁTICA." Psicologia & Sociedade 27, no. 3 (December 2015): 629–39. http://dx.doi.org/10.1590/1807-03102015v27n3p629.

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Abstract:
ResumoObjetiva-se compreender as implicações psicossociais da elaboração da experiência traumática em familiares de desaparecidos forçados do conflito armado colombiano, a partir de uma perspectiva histórico-cultural da Psicologia Social. A pesquisa foi desenvolvida numa abordagem qualitativa de estudo de casos múltiplos. Utilizaram-se um instrumento de complementação de frases, entrevistas em profundidade e grupos de discussão. A análise das informações foi realizada em uma unidade hermenêutica no programa Atlas-ti 6.2. Depreende-se que os familiares de desaparecidos forçados permanecem em um estado de enlutamento, o que produz uma fratura na memória pela incerteza sobre o que ocorreu com o ente querido e, ao mesmo tempo, constroem sentidos contraditórios a respeito do Estado e dos grupos armados. Concluiu-se que a possibilidade de elaboração do luto envolve dimensões individuais, sociais e institucionais. Enfim, grupos armados, sociedade e Estado têm uma função fundamental na tentativa de significação da experiência traumática.
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MORA MÉNDEZ, BLANCA LUCÍA. "Instrumentos de Justicia Transicional implementados en la desmovilización de grupos armados en Colombia." Nova et Vetera 1, no. 27 (November 29, 2018): 8–29. http://dx.doi.org/10.22431/25005103.500.

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Abstract:
A través del análisis de conceptos básicos sobre justicia transicional, se examinará en este escrito la desmovilización del Movimiento 19 de abril (en adelante M-19) y las Auto Defensas Unidas de Colombia (en adelante AUC), haciendo una revisión de las medidas implementadas, sus resultados y aportes, tanto en la conceptualización jurídica, como en la incorporación de estándares internacionales que buscan la promoción y defensa de los derechos humanos, así como la reducción y/o eliminación de los efectos del conflicto armado. Se buscará establecer si las medidas aplicadas en los procesos de desmovilización en Colombia se pueden considerar como instrumentos de justicia transicional teniendo en cuenta su eficacia, porcentaje de miembros realmente desmovilizados, medidas de carácter penal, judicial y administrativo aplicadas a los miembros de esos grupos, y finalmente, el reconocimiento de las víctimas como figuras de relevante importancia; la evolución del reconocimiento de sus derechos a la verdad, justicia, reparación y no repetición.
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Arroyave, Edgar Orlando. "Resentimiento como respuesta emocional al daño en dos grupos de mujeres en el conflicto armado en Colombia." Revista de Psicología Universidad de Antioquia 11, no. 1 (December 24, 2019): 93–115. http://dx.doi.org/10.17533/udea.rp.v11n1a04.

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Abstract:
Este artículo de investigación tiene como objetivo contrastar el resentimiento como respuesta al daño en dos grupos de mujeres, cuyos hijos o familiares padecieron actos criminales (desaparición forzada, tortura, ejecuciones extrajudiciales) por grupos armados (reinsertados, paramilitares, Ejército). Un primer grupo está conformado por mujeres que habitan en un barrio popular, ubicado en la zona nororiental de Medellín, que participaron de encuentros para pensar el daño y las respuestas morales para enfrentarlo. El segundo grupo está conformado por mujeres entrevistadas en forma individual, que tienen una larga experiencia de denuncias por crímenes contra sus hijos y familiares a la luz del discurso de los derechos humanos. El resentimiento es una emoción presente en los dos grupos de mujeres, teniendo consecuencias en sus lazos cercanos, en su concepción sobre la sociedad e incluso sobre su propia identidad personal y colectiva. El resentimiento no solo produce un efecto de impotencia, sino que puede servir como un movilizador para la acción política.
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Muñoz Astudillo, Maria Nelcy, Maria Neyfeth Posada Morales, and Jose Alonso Andrade Salazar. "Reconfiguraciones familiares de excombatientes de grupos armados ilegales en procesos de reintegración y en desmovilización voluntaria." El Ágora USB 21, no. 1 (September 17, 2021): 346–57. http://dx.doi.org/10.21500/16578031.5575.

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Abstract:
Esta es una reflexión derivada de investigación abordada desde la teoría fundamentada, que busca reconocer las posibles reconfiguraciones familiares presentes en excombatientes de grupos armados ilegales en procesos de reintegración y endesmovilización voluntaria. Para ello se aplicó una entrevista semiestructurada validada por expertos, con la cual se exploraron las Transformaciones Familiares de acuerdo con tres momentos: antes (estructura), durante (curso) y después (trayectorias), y en función de las categorías: tipos de familia, dinámicas familiares, relaciones externas, influencias insurgentes previas, conflictos intrafamiliares, y conflictos social-comunitarios. Los resultados revelan que existen procesos de familiarización más que de conformación de familias durante la estancia en el grupo insurgente, al tiempo que proto-configuraciones familiares que dan pie, ya en el posconflicto y por fuera del grupo armado, a reconfiguraciones de lo familiar y de nuevas familias.
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Leoni, Juan B. "La arqueología y el estudio del conflicto armado en contextos prehistóricose históricos: un estado de la cuestión." Anuario de la Escuela de Historia, no. 27 (December 5, 2015): 8–38. http://dx.doi.org/10.35305/aeh.v27i27.168.

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Abstract:
El estudio de la guerra y hechos de violencia grupal de distintos tipos y escalas ha experimentado un enorme crecimiento en la arqueología contemporánea. Aunque se los suele incluir bajo la denominación genérica de Arqueología del Conflicto, la misma dista mucho de constituir un campo unificado programáticamente. Por el contrario, existen varios subcampos que se diferencian notoriamente entre sí, siendo la división fundamental la determinada por el estudio de casos prehistóricos o históricos. El tipo de información disponible es lo que determina las diferencias en el abordaje teórico-metodológico, en el primer caso vinculándose con la antropología mientras que en el segundo se acerca más a la historia militar. En este trabajo se pasa revista al desarrollo de la Arqueología del Conflicto, recapitulando las principales posturas antropológicas en relación al estudio de la guerra, el estudio arqueológico de conflictos prehistóricos y la arqueología histórica de campos de batalla, así como proponiendo formas de lograr una mayor integración entre estos distintos campos disciplinares. Palabras clave: Arqueología del Conflicto; guerra; campos de batalla; indicadores arqueológicos
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Ramírez, Maria Clemencia. "Reconfiguración del conflicto armado en coyunturas de transición: nuevas y viejas dinámicas de los grupos armados no estatales y su incidencia en la vida cotidiana de la población civil de Putumayo (Colombia)." Maguaré 36, no. 2 (July 1, 2022): 161–204. http://dx.doi.org/10.15446/mag.v36n2.102864.

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Abstract:
Desde una perspectiva de larga duración y en el marco de la antropología del conflicto, este artículo analiza contextos de posacuerdo en el departamento de Putumayo, como la desmovilización de paramilitares en 2006 y de guerrilleros en 2017 a partir del Acuerdo de Paz. Con base en documentos de los grupos armados no estatales, del ejército y de líderes comunitarios, examino la inserción del conflicto armado en la vida cotidiana de sus pobladores y examino los órdenes sociales alternos instaurados por estos grupos armados durante las décadas de 1980 y 1990 en la región. Analizo sus rupturas y continuidades en esta coyuntura crítica, la legitimación de sus acciones ⸺a partir de retomar y resignificar narrativas anteriores que explicaban su misión⸺, así como el impacto y las respuestas de la población civil ante esta reconfiguración del conflicto armado.
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Guzmán Moreno, Kevin, Miriam Cristina Fernandez Cediel, and Leidy Yasmid Villalba Herrera. "Emociones en niños y adolescentes desde la experiencia del desplazamiento y la vinculación a los grupos armados en Colombia." Panorama 10, no. 19 (October 13, 2016): 85–96. http://dx.doi.org/10.15765/pnrm.v10i19.834.

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Abstract:
Colombia es un país que ha vivenciado múltiples periodos de violencia y muy poco se conoce sobre las afectaciones emocionales de los niños, niñas y adolescentes víctimas del conflicto armado. Este artículo recupera las experiencias del desplazamiento forzado y la vinculación a los grupos armados, a través de una revisión documental donde se resalta el área emocional de esta población. Es importante mencionar las consecuencias generadas en estos hechos violentos porque atentan contra sus derechos fundamentales, especialmente los relacionados con: el derecho a la vida, a una familia, al sano esparcimiento, a la libertad; entre otros. En ellos se desarrollan emociones motivadas por el contexto hostil y agresivo, en el cual se desenvuelven e incluso están obligados a participar.
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Reina Mosquera, Melany, Dahiana Giraldo Ríos, and José Alonso Andrade Salazar. "Apreciaciones sobre la funcionalidad familiar en personas desmovilizadas de grupos armados insurgentes asentadas en el Eje Cafetero." Cuaderno de investigaciones: semilleros andina, no. 12 (December 6, 2019): 66–75. http://dx.doi.org/10.33132/26196301/1521.

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Abstract:
Esta es una investigación cualitativa, de tipo exploratoria, cuyo objetivo es comprender las apreciaciones sobre la funcionalidad familiar antes, durante y después de la desmovilización, en personas desmovilizadas que pertenecieron a grupos armados insurgentes. Se trabajó con tres entrevistas a profundidad orientadas hacia la percepción de la familia en tanto, adaptación, participación, recursos, afectividad, y capacidad resolutiva. Se encontró que ideas como “escapar” de la presión familiar, una mala convivencia sociofamiliar o de pareja, o ideología política discordante al común general, constituyeron elementos motivadores de ingreso al grupo armado, mientras que, los cambios en las ideas de familia permanecieron relativamente estables, con una clara tendencia a la independencia y desvinculación de sus familias de origen después de la desmovilización. En las familias desmovilizadas se vieron muy afectadas las áreas de adaptación, participación y consecución de recursos.
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Gallego Montes, Gabriel, and Sebastián Giraldo Aguirre. "¿La guerra siempre es de antemano heterosexual? Homoerotismo, emparejamiento y luto entre hombres combatientes de grupos armados ilegales en Colombia." Revista Colombiana de Antropología 59, no. 1 (January 1, 2023): 8–31. http://dx.doi.org/10.22380/2539472x.2402.

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Abstract:
Las guerras siempre se han presentado como escenarios eminentemente heterosexuales.Hasta ahora, lo documentado en torno a las poblaciones LGBT se ha centrado,principalmente, en sus procesos de victimización y sobrevivencia, lo que haproducido un vacío en la comprensión del homoerotismo en la población combatiente. El objetivo del artículo es reflexionar sobre otros escenarios que ponen en tensión la supuesta heterosexualidad de la guerra, en especial las prácticas de emparejamiento, corresidencia y luto entre hombres guerreros. Para ello, presentamos la historia de Mauricio, un miembro de las filas paramilitares del oriente de Caldas, Colombia. Sus vivencias nos aproximan a una lectura cuir/queer a la que hemos denominado falotopías maricas, que tensiona los dispositivos de género y sexualidad en los territorios de confrontación armada.
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Olivar Rojas, Andrés Francisco. "Políticas públicas, enfoque diferencial y epistemologías decoloniales: una vuelta de tuerca en la reivindicación de derechos de grupos minoritarios." Centro Sur 3, no. 2 (July 4, 2019): 20–32. http://dx.doi.org/10.31876/cs.v3i2.23.

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Abstract:
El artículo propone un análisis de políticas públicas al margen de los abordajes clásicos, centrados en el impacto o resultados de las políticas, sin tener en cuenta elementos contextuales e ideológicos de la población receptora. En ese sentido, las políticas públicas con enfoque diferencial, dirigidas en Colombia a poblaciones minoritarias víctimas del conflicto armado, deben responder a un proceso de reivindicación de derechos que la democracia liberal no cubre de manera satisfactoria. Por ello, opuesto a la democracia liberal, se propone la democracia radical como estrategia para profundizar la participación ciudadana y, al mismo tiempo, cuestionar las políticas que emanan del Estado y perjudican las comunidades y los territorios. En este punto, las epistemologías decoloniales se entrecruzan con la democracia radical, pues a través del cuestionamiento a decisiones estatales que perjudican a poblaciones destinatarias de las políticas con enfoque diferencial, se proyectan formas diferentes de pensar el desarrollo, cuyo paradigma actual niega la diferencia y excluye proyectos políticos que van en contra del consenso neoliberal-desarrollista.
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Mendoza Tovar, Víctor Hugo. "El fenómeno del reclutamiento de niños, niñas y adolescentes por grupos armados organizados ilegales : caso Colombia." Derecho y Realidad 19, no. 37 (July 1, 2021): 127–41. http://dx.doi.org/10.19053/16923936.v19.n37.2021.13012.

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Abstract:
El presente ensayo muestra de manera sucinta las dinámicas derivadas del conflicto interno armado en Colombia y el valor estratégico de la economía ilegal donde cada día se incrementa el número de niños, niñas y adolescentes (NNA) que son utilizados por grupos armados al margen de la ley para trabajos propios de inteligencia, remesas, servidumbre sexual, fabricación e instalación de minas antipersonales, entre otras. El Tratado de Paz firmado en 2016 por el Estado colombiano y la guerrilla de las FARC, permitió una reducción en el reclutamiento de NNA; sin embargo, el aumento de las disidencias de las ex–FARC y los Grupos Armados Organizados (GAO) que hacen presencia en el territorio nacional, han vuelto a utilizar el reclutamiento como política interna para ensanchar las filas de combatientes y su accionar delictivo aun cuando el Derecho Internacional Humanitario (DIH), la jurisprudencia nacional e internacional lo prohíben. La metodología empleada en esta investigación académica es descriptiva con enfoque cualitativo, en el cual se enuncia la normatividad y jurisprudencia internacional enmarcada en el Derecho Internacional Humanitario de los conflictos armados y la declaración Universal de los Derechos Humanos, pretendiendo realizar una radiografía sobre el fenómeno del reclutamiento de NNA en Colombia, siendo este un documento insumo de consulta en el estudio y consecución de investigaciones de índole social, donde se abordan fenómenos sociales.
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Meneses Copete, Yeison Arcadio. "Niñeces de Gorée e da plantação: criança e relações raciais em Chocó, Colômbia." Zero-a-Seis 23, no. 43 (March 12, 2021): 1008–33. http://dx.doi.org/10.5007/1980-4512.2021.e76489.

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Abstract:
O objetivo principal da pesquisa foi analisar e compreender os processos de resiliência em Niñeces Chocó (afro-colombianas e indígenas) afetadas pelo conflito armado, des / pregadas, entre 1991 e 2020. No entanto, para falar sobre processos de resiliência é sine qua non aprofundar os contextos de formação de meninos, meninas e crianças (diversidades sexuais); ou seja, a família, a família extensa (comunidade), o jardim de infância e a escola. Método: a pesquisa seguiu o que denominei de hermenêutica do retorno, que é construída a partir de estudos pós-coloniais, a teoria da afrocentricidade e hermenêutica (FANON, 2009; CÉSAIRE, 2000; ASANTE, 2003, 1998; FOUCAULT, 1987). A partir daí, a pesquisa não só se aprofunda por meio de entrevistas e oficinas de narrativas grupais nas vivências dos mesmos, dos sujeitos envolvidos (crianças, famílias, líderes-esses e professores), mas o autor se aprofunda culturalmente em sua própria experiência como pessoa. Afro-Chocoana e racializada (retorno) como âncora no processo de pesquisa. Este trabalho é o produto de uma busca autobiográfica fortalecida com as investigações realizadas no campo na Colômbia.
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Rincón Angarita, Dubán. "Crímenes de guerra y grupos de delincuencia organizada: problemáticas desde el principio de congruencia y la competencia para su juzgamiento." Opinión Jurídica 17, no. 34 (December 31, 2018): 45–61. http://dx.doi.org/10.22395/ojum.v17n34a2.

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Abstract:
Aunque existen posturas teóricas dispares sobre la naturaleza de los grupos de delincuencia organizada que operan en la actualidad en Colombia, las reglas hermenéuticas de la jurisprudencia de la Corte Constitucional establecen que es posible que estas agrupaciones cometan delitos contra las personas y bienes protegidos por el derecho internacional humanitario (también DIH), es decir, crímenes de guerra. Respecto de estos delitos, la competencia por el factor objetivo —en su vertiente de la naturaleza del asunto— corresponde a los jueces penales del circuito especializado. No obstante, dado el carácter difuso de las relaciones entre la criminalidad organizada y el conflicto armado, no sería inusitado que el fiscal yerre en la determinación del nomen iuris y acuse por un crimen común, y no por un crimen de guerra. El artículo pretende responder a la pregunta de cuál es la solución que debe adoptarse en estos eventos. La propuesta que aquí se presenta es que el juez debe decantarse por la declaratoria de la nulidad a partir de la presentación del escrito de acusación, como forma de armonizar las garantías del procesado con los derechos de las víctimas.
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Castrillón, Jolyn Elena, Juan David Villa Gómez, and Andrés Felipe Marín Cortés. "Acciones colectivas como práctica de memoria, realizadas por una organización de víctimas en Medellín (Colombia)." Revista Colombiana de Ciencias Sociales 7, no. 2 (July 1, 2016): 404. http://dx.doi.org/10.21501/22161201.1779.

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Abstract:
La reconstrucción de los relatos de las víctimas del conflicto armado en Colombia es una herramienta para el fortalecimiento del tejido social; esta premisa orientó la investigación que tuvo como objetivo comprender los significados y sentidos de las acciones de memoria colectiva, realizadas por personas pertenecientes a una organización de víctimas de Medellín. El estudio se realizó desde un enfoque de investigación interpretativo con diseño cualitativo, fundamentado en el método fenomenológico-hermenéutico. Las técnicas de generación de información empleadas fueron la construcción de historias de vida, talleres participativos y entrevistas semi-estructuradas. Los hallazgosrefieren que el apoyo del grupo familiar es fundamental, pues establece significantes biográficos que facilitan el proceso de construcción de memoria. Además, el apoyo grupal favorece el afrontamiento del dolor, la soledad, la tristeza y la desolación. El recuerdo es importante para la elaboración del duelo, más aún si se reconstruye junto con otros. El dolor se reconoce como parte de la experiencia vivida, pero no se acepta la inacción, puesto que la búsqueda de la verdad y la reparación son los horizontes de las acciones colectivas. © Revista Colombiana de Ciencias Sociales.
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Rueda, Gerson, Luisa S. Paz, and William R. Avendaño. "Análisis de la Educación Intercultural en Grupos de Estudiantes de la Universidad Francisco de Paula Santander, en Colombia, que Fueron Víctimas del Conflicto Armado." Formación universitaria 12, no. 4 (August 2019): 95–104. http://dx.doi.org/10.4067/s0718-50062019000400095.

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Jima González, Alexandra, Miguel Paradela-López, Hernán Darío Pineda Gómez, Ana María Serrano Ávila, Liliana Marcela Arango Arango, Sara Liliana Areiza Villa, César Augusto García Marín, et al. "Colombia: entre el rechazo y la negociación. Análisis de las campañas electorales sobre la negociación con los grupos guerrilleros en las elecciones presidenciales de 2018." Revista de Ciencias Sociales Ambos Mundos, no. 2 (November 17, 2021): 105. http://dx.doi.org/10.14198/ambos.21283.

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Abstract:
El presente artículo realiza un análisis de las agendas presidenciales de Colombia en las elecciones a la Presidencia de la República de 2018, enfatizando en las principales propuestas de los candidatos, en relación con la implementación de lo acordado en La Habana con la insurgencia de las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo (FARC-EP) y el proceso de negociación con el Ejército de Liberación Nacional (ELN). Para ello se realiza un seguimiento a los programas políticos de los diferentes candidatos a la Presidencia, sus comparecencias públicas y los mensajes emitidos a través de sus redes sociales. En este sentido, el artículo muestra cómo durante la campaña electoral se configuraron dos posturas: una basada en rectificar, ajustar o modificar el acuerdo suscrito con las FARC-EP y priorizar la respuesta armada al ELN; y otra sustentada en el mantenimiento de los Acuerdos de La Habana y la búsqueda de una solución negociada al conflicto con el ELN. Se concluye, mostrando cómo la campaña electoral a la Presidencia de la República de 2018 supuso un agudizamiento de la polarización y radicalización en la resolución de los conflictos internos.
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Pérez Ortiz, Marcelino Andrés, and Eduardo Cola López Echaniz. "Análisis de los elementos pedagógicos del currículo actual de la zona rural de Córdoba Colombia, para generar cultura de paz en la educación que se imparte en las zonas de post conflicto." Revista Oratores, no. 13 (December 30, 2020): 85–99. http://dx.doi.org/10.37594/oratores.n13.414.

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Abstract:
Esta investigación se realizó en el departamento de Córdoba-Colombia. Se buscó Identificar cuáles son los elementos pedagógicos del currículo educativo de la zona rural de córdoba Colombia, que podían contribuir para la construcción de una cultura enfocada hacia la paz desde la educación que se imparte. Se tomó al municipio de Tierralta como caso de estudio, dado su ubicación estratégica en la zona de conflicto del país durante el conflicto armado que azoto varios municipios de Colombia, entre ellos Tierralta. La zona de rural de Tierralta fue afectada por la violencia, hoy, después del proceso de paz, en el post conflicto, desde la educación se debe reparar o, por lo menos contribuir a la sanación de las secuelas de la violencia en los contextos de las instituciones educativas. Para ello es necesario que el currículo contenga elementos pedagógicos que ayuden a este proceso. Se encontró a través de una entrevista grupal, una entrevista semiestructurada a los directivos de Tierralta-zona rural, un estudio de casos y un análisis documental, que no hay suficientes elementos en el currículo para este fin, y que antes que nada se le ha añadido un cumulo de conceptos y contenidos temáticos que solo sirven como historia pero que no permean el tejido social de las instituciones educativas. Se propone un eje transversal no temático para ayudar al currículo de la zona rural de Tierralta a construir una cultura de paz en el post conflicto desde la educación que se imparte.
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Roux, Clément. "La mujer combatiente en la propaganda de los grupos insurgentes. El caso de las FARC-EP./Female combatants in the propaganda of the insurgent groups. The case of the FARC-EP." Pacha. Revista de Estudios Contemporáneos del Sur Global 2, no. 4 (April 26, 2021): 9–23. http://dx.doi.org/10.46652/pacha.v2i4.51.

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Abstract:
Entre 2004 y 2016, la guerrilla colombiana de las FARC-EP pasó por varias mutaciones antes de firmar un acuerdo de paz que marcó el fin de su lucha armada. En cada una de estas etapas, lo que los guerrilleros llamaban “propaganda” ha jugado un papel central en la estrategia del grupo. Este artículo analiza 37 números de Resistencia, la revista publicada clandestinamente por las FARC-EP. Interroga críticamente la evolución de la representación de la mujer combatiente, elemento central del discurso fariano y de la guerra propagandística en Colombia. Revela dos estrategias sucesivas. En un primer tiempo, las FARC-EP desarrollaron un discurso de compensación simbólica, ofreciendo a las mujeres farianas constantes homenajes en su revista, pero dejando poco espacio para la expresión de la voz femenina. A partir de 2012, se observa una progresiva transversalización del género, que corresponde a la emergencia de figuras femeninas de primer plano tanto en la mesa de negociación como en las páginas de Resistencia. Confirmando los efectos materiales que puede tener el discurso feminista sobre las organizaciones insurgentes, el análisis también revela la persistencia en Colombia de estrategias discursivas que buscan reciclar estereotipos de género militarizados producidos por los actores armados durante la guerra.
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Blanco Blanco, Jacqueline, Román Francisco Téllez Navarro, and Henry Bocanegra Acosta. "LA VIOLENCIA SEXUAL CONTRA LA MUJER COMO EL PROCEDER TÁCTICO DE LOS GRUPOS ARMADOS ILEGALES EN EL MARCO DEL CONFLICTO ARMADO INTERNO COLOMBIANO: LOS PROBLEMAS DE LA VISIBILIZACIÓN, LA PREVENCIÓN Y LA ATENCIÓN." Revista Republicana, no. 30 (February 28, 2021): 125–46. http://dx.doi.org/10.21017/rev.repub.2021.v30.a99.

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Neves Almeida, Helena, and Bibiana Esperanza Chiquillo. "Metodologías de intervención para la atención del conflicto: Retos y herramientas desde la experiencia de Trabajo Social en Colombia. Dialogo de saberes, intercambio de experiencias." Comunitania. Revista Internacional de Trabajo Social y Ciencias Sociales, no. 15 (November 22, 2019): 51. http://dx.doi.org/10.5944/comunitania.15.3.

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Abstract:
Existen múltiples metodologías de Atención y-o acompañamiento Psicosocial a las víctimas de diversos tipos de violencia, entre ellas la del conflicto armado Metodologías que reconocen el sufrimiento y dolor en contextos socioeconómicos particulares que han sido objeto de confrontaciones armadas (Baró 1990) En el caso de países latinoamericanos en donde han sido predominantes históricos de guerra y conflicto interno se formulan y desarrollan diversas formas de atender a nivel individual, grupal o colectiva ya sea desde lo institucional o desde las organizaciones sociales, en donde procesos concernientes al el arte, la cultura, así como, técnicas relacionadas con la salud en líneas denominadas alternativas o integrativas. Estas metodologías inciden en la reparación emocional, en la reconstrucción de proyecto de vida. De igual manera contribuyen a la recuperación de la confianza en sí mismo, la reconstrucción de las relaciones sociales. El artículo desarrollará algunos elementos generales partiendo de tres preguntas centrales y terminando con la experiencia de haber diseminado la experiencia a estudiantes de pregrado y postgrado de la Universidad de Coímbra (Portugal) que tienen algún tipo de relacionamiento con la atención y acompañamiento a víctimas de diversos tipos de violencia y a quienes les interesaba conocer el caso colombiano.There are multiple methodologies of care and psychosocial support to the victims of various types of violence, including armed conflict. Methodologies that recognize suffering and pain in particular socioeconomic contexts that have experienced armed confrontations (Baró 1990). In the case of Latin American countries, where war and internal conflict have prevailed, different forms of care have been formulated and developed at the individual or collective level, both in institutions and in social organizations, namely processes related to art and culture, as well as the health-related techniques, in line with so-called alternative or integrative techniques. These methodologies affect the emotional repair, the reconstruction of the life project. In the same way, they contribute to the recovery of self-confidence, the reconstruction of social relations. The article will develop some general elements based on three central questions and ends with the dissemination of the experience for undergraduate and graduate students of the University of Coimbra (Portugal) that have some kind of relation with the attention and accompaniment of victims of diverse types of violence and are interested in the Colombian case.
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Guerra, Edgar. "Organización armada. La dinámica operativa de los grupos de autodefensa tepalcatepenses." Estudios Sociológicos de El Colegio de México 36, no. 106 (October 31, 2017). http://dx.doi.org/10.24201/es.2018v36n106.1432.

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Abstract:
Este artículo contribuye a llenar un vacío en la investigación académica sobre grupos armados en México en el contexto de la guerra contra las drogas: el de las Autodefensas de Michoacán. En particular, interesa saber cómo se estructuró el proceso de toma de decisiones dentro de este grupo, tomando un caso de estudio, el de Tepalcatepec, durante la primera fase de su movilización. Con base en un marco teórico sistémico y a través de una metodología cualitativa, se reconstruye la cadena de decisiones organizativa desde dos puntos de vista: 1) la formación de una línea de mando funcionalmente diferenciada; 2) la emergencia de procesos de toma de decisiones en un contexto de tensión y conflicto.
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Noscué Mera, Eliana. "Periferias en Cali: alfabetización digital con grupos sociales subalternos en medios sociales digitales." Emerging Trends in Education 1, no. 2 (June 19, 2019). http://dx.doi.org/10.19136/etie.a1n2.3232.

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Abstract:
El presente artículo describe las experiencias relacionadas con la construcción de representaciones socioculturales y mediáticas en los medios sociales digitales (Facebook, Instagram, YouTube) durante el desarrollo del proceso pedagógico de alfabetización digital denominado Alto Nápoles en Red. Esta técnica metodológica cualitativa se desarrolló con una comunidad migrante involuntaria y en situación de desplazamiento forzado proveniente de las zonas rurales del suroccidente colombiano (Departamento del Cauca) y radicada en una de las periferias de Santiago de Cali. Se trata de dar cuenta sobre las posibilidades, las resistencias y los obstáculos históricos que han transitado estos grupos sociales subalternos en el marco del conflicto interno armado en Colombia. El objetivo es conocer sobre los usos y apropiaciones de las Tecnologías de Información y Comunicación (TIC) digitales a partir de las diferencias culturales, las desigualdades socioeconómicas y las desconexiones mediáticas.
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Zapata, Edwin Alexander Hernandez, Milton Danilo Morales Herrera, and Nayib Esther Carrasco Tapias. "Discurso e Ideología en la Afiliación a Grupos Guerrilleros en Colombia: Más Allá de la Simpatía Ideológica." Dados 66, no. 3 (2023). http://dx.doi.org/10.1590/dados.2023.66.3.299.

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Abstract:
RESUMEN El artículo es producto de la investigación “Significados del trabajo y prácticas de reintegración laboral en excombatientes”. Su objetivo fue analizar las ideologías en cuanto formaciones discursivas en las que se articularon los motivos de afiliación de excombatientes a grupos armados guerrilleros. Se utilizó un diseño cualitativo, el análisis del discurso como método y la entrevista a profundidad como técnica de generación de información. Los resultados muestran que, las versiones sobre los motivos de afiliación al grupo armado van más allá de la simpatía ideológica mas no de lo ideológico. Se exponen seis motivos de afiliación que se analizan a partir de los efectos de ciertos discursos en la subjetividad de los excombatientes. Se concluye que, el camino hacia la construcción de paz implica nuevas narrativas sobre la comunidad, desvinculadas del individualismo como ethos contemporáneo, asimismo, del paradigma inmunológico y de normalización a partir del cual se ha pensado al excombatiente.
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