Dissertations / Theses on the topic 'Gravidanze a rischio'

To see the other types of publications on this topic, follow the link: Gravidanze a rischio.

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 32 dissertations / theses for your research on the topic 'Gravidanze a rischio.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse dissertations / theses on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

ZUMPANO, ANDREA. "Valutazione tridimensionale del volume e della vascolarizzazione della placenta in gravidanze a rischio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2006. http://hdl.handle.net/2108/208558.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Giorgetta, Francesca <1983&gt. "Ruolo diagnostico della crescita della misura della circonferenza addominale fetale nell'identificazione dei feti piccoli per l'epoca gestazionale nelle gravidanze ad alto rischio utilizzando le curve “INTERGROWTH-21st”." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8396/1/Giorgetta_Francesca_Tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Lo scopo del lavoro è stato quello di valutare se i feti SGA presentassero un incremento ridotto della circonferenza addominale rispetto ai feti AGA e comprendere se questo potesse avere un ruolo diagnostico nell’identificare i feti a rischio di sviluppare ritardo di crescita; calcolare poi l’accuratezza diagnostica nelle diverse epoche e valutare il contributo diagnostico degli esami ecografici longitudinali eseguiti dopo 24 settimane. Sono state selezionate pazienti viste consecutivamente per la presenza di fattori di rischio per restrizione di crescita e raccolte le misurazioni della CA. Su un totale di 420 donne e 1240 ecografie 151 feti erano SGA. Nella popolazione di gravide ad alto rischio i feti SGA e AGA presentano una velocità di crescita simile e statisticamente non diversa. La velocità di crescita correla debolmente con il basso peso alla nascita, per cui aggiungere il dato velocità di crescita in due esami indipendenti a distanza di 2-4 settimane al semplice z-score della CA nel primo esame non migliora la accuratezza diagnostica. Una piccola quota dei feti presenta un arresto della crescita, che si manifesta mediamente a 35 settimane; tali feti vengono partoriti prima e sono mediamente più piccoli, sia in valore assoluto che relativamente all’epoca gestazionale, con un maggiore tasso di complicazioni neonatali.
The aim of the work was to evaluate if the SGA fetuses presented a reduced increase in the abdominal circumference compared to the AGA fetuses and to understand if this could have a diagnostic role in identifying fetuses at risk of developing growth delay on the basis of an increase reduced CA; calculate the diagnostic accuracy in the different periods of pregnancy and evaluate the diagnostic contribution of longitudinal ultrasound examinations in the third trimester of pregnancy. Patients viewed consecutively at the ultrasound clinics were selected for the presence of risk factors for fetal growth restriction and fetal CA measurements were recorded at each examination performed in III trimester. Of a total of 420 women, with 1240 ultrasound scans,151 fetuses were SGA. In the high risk population, the SGA and AGA fetuses have a similar and not statistically different growth rate. The growth rate correlates with the LBW, but weakly, so adding the given growth rate in two independent examinations at 2-4 weeks to the simple CA z-score in the first exam does not improve the diagnostic accuracy. A small proportion of fetuses has a growth arrest, which occurs at 35 weeks; fetuses with growth arrest are born before and are on average smaller, both in absolute and in relation to gestational age and have a greater rate of neonatal complications. The SGA and AGA fetuses have a similar and statistically not different growth rate and the longitudinal controls of fetal growth are not very influential for the diagnosis and management of fetuses at risk of being SGA, except for that modest portion of fetuses that in the last part of pregnancy show a stop of growth. These fetuses are slightly smaller and have a slightly increased risk of complications, that may be secondary to the increased iatrogenic prematurity.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

OLIVARI, MARIA GIULIA. "Atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti in relazione a sessualità, gravidanza e genitorialità." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1060.

Full text
Abstract:
Il presente progetto di tesi si articola in due parti: una prima, composta da due capitoli, fornisce la cornice teorica che fa da sfondo alla seconda parte, che vede la presentazione di tre contributi empirici. Nel primo capitolo vengono presentati i concetti chiave della Developmental Psychopathology, soffermandosi sull’analisi delle traiettorie evolutive adolescenziali e sul ruolo che giocano i “comportamenti a rischio. Nel secondo capitolo viene trattata la tematica della sessualità in adolescenza e sono delineate le funzioni a cui essa assolve. Il Primo studio è volto ad esplorare gli atteggiamenti e i comportamenti che gli adolescenti italiani hanno nei confronti della sessualità, della gravidanza e della genitorialità. Nel secondo studio viene presentata una ricerca condotta su un campione di adolescenti inglesi sessualmente attivi volta ad approfondire l’indagine sui fattori di rischio o di protezione rispetto alla messa in atto di comportamenti sicuri vs a rischio. Nel terzo studio ci si è stato preso in esame il ruolo della processazione cognitiva maschile e femminile a fronte dell’evento gravidanza non pianificata.
My dissertation is composed of two different parts. The first one presents the theoretical framework of the second part, which comprises three different empirical studies. In the first chapter I introduce the key concepts of Developmental Psychopathology. The second chapter focuses on adolescent sexuality and its meanings. The first study is aimed at exploring Italian adolescent attitudes and behaviours toward sexuality, pregnancy and parenthood. The purpose of the second study is to deepen the analysis of risk and protective factors concerning English adolescent sexual behaviours. The third study examines female and male adolescent decision making concerning an hypothetical unplanned pregnancy.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

OLIVARI, MARIA GIULIA. "Atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti in relazione a sessualità, gravidanza e genitorialità." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1060.

Full text
Abstract:
Il presente progetto di tesi si articola in due parti: una prima, composta da due capitoli, fornisce la cornice teorica che fa da sfondo alla seconda parte, che vede la presentazione di tre contributi empirici. Nel primo capitolo vengono presentati i concetti chiave della Developmental Psychopathology, soffermandosi sull’analisi delle traiettorie evolutive adolescenziali e sul ruolo che giocano i “comportamenti a rischio. Nel secondo capitolo viene trattata la tematica della sessualità in adolescenza e sono delineate le funzioni a cui essa assolve. Il Primo studio è volto ad esplorare gli atteggiamenti e i comportamenti che gli adolescenti italiani hanno nei confronti della sessualità, della gravidanza e della genitorialità. Nel secondo studio viene presentata una ricerca condotta su un campione di adolescenti inglesi sessualmente attivi volta ad approfondire l’indagine sui fattori di rischio o di protezione rispetto alla messa in atto di comportamenti sicuri vs a rischio. Nel terzo studio ci si è stato preso in esame il ruolo della processazione cognitiva maschile e femminile a fronte dell’evento gravidanza non pianificata.
My dissertation is composed of two different parts. The first one presents the theoretical framework of the second part, which comprises three different empirical studies. In the first chapter I introduce the key concepts of Developmental Psychopathology. The second chapter focuses on adolescent sexuality and its meanings. The first study is aimed at exploring Italian adolescent attitudes and behaviours toward sexuality, pregnancy and parenthood. The purpose of the second study is to deepen the analysis of risk and protective factors concerning English adolescent sexual behaviours. The third study examines female and male adolescent decision making concerning an hypothetical unplanned pregnancy.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Salvan, Elisa. "L'efficacia del trattamento in rapporto al rischio nella sindrome da antifosfolipidi in corso di gravidanza. Studio retrospettivo multicentrico europeo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422649.

Full text
Abstract:
Background. The optimal treatment for obstetric Antiphospholipid Syndrome (APS) has yet to be established. Therapy based on Low Dose Aspirin (LDA) alone or in combination with heparin is considered conventional treatment for the disorder, although approximately 20% of pregnancies thus treated have nevertheless negative outcomes. Additional risk factors for pregnancy loss were recently identified during a multicentre study conducted by us on APS pregnant women treated with conventional treatment. Objectives. To compare pregnancy outcomes in APS patients following different treatment strategies and to define risk profiles depending on additional risk factors in order to utilize risk stratification methods to identify subsets of patients who would most likely benefit from one strategy or another. Materials and Methods. An European, multicentre, retrospective, follow-up study was conducted. Basal and pregnancy data were collected from pregnant APS patients, diagnosed on the basis of the Sidney Criteria. The recruitment criteria for our study were at least one of the following additional risk factors for pregnancy loss: Systemic lupus erythematosus, triple positivity for antiphospolipid antibodies (aPL), previous thrombosis. Patients being treated with the following therapies were considered: LDA, prophylactic dose heparin ± LDA, therapeutic dose heparin ± LDA, second-line treatment protocols (plasmapheresis/immunoabsorption and/or intravenous immunoglobulins). Anticardiolipin and anti-beta2glycoprotein I antibodies of IgG and IgM isotypes were determined by an ELISA method utilizing different home-made or commercial procedures. Lupus Anticoagulants were assessed by a series of coagulation tests using platelet-poor plasma samples and following internationally accepted guidelines. Univariate and logistic regression analyses were carried out. Results. Two hundred two pregnancies in 158 APS patients were assessed. The women’s mean age when the pregnancy began was 32.5 years ± 4.6 SD (range 20-44) and the mean disease duration was 5.2 years ± 4.5 SD (range: 0-22). Pregnancy outcome was positive in 149 cases (73.8%), which produced 150 (there was a twin delivery) viable infants (78 males = 52% and 72 females = 48%), born at 36.2 ± 3 SD mean gestational weeks. The infants’ mean Apgar score at 5 minutes was 9.1 ± 1.3 SD and their percentile weight was 55.8 ± 24.9 SD. There were 53 (26.2%) pregnancy losses. When pregnancy outcome was assessed without taking additional risk factors into consideration, there were no significant differences in the live birth rate in the women treated with different therapies. Pregnancy outcome was then assessed in relation to the risk profiles defined on the basis of the three additional risk factors considered. The only risk profile which led to significant differences in outcomes depending on the treatment utilized was the “triple positivity aPL and previous thrombosis” subset: the live birth rate in that subset was 92.9% in the patients treated with second line therapy compared to 58.3% in those treated with conventional therapy (Fisher test, p-value < 0.05; OR=9.3, CI 95%: 1.3–65.6). Those results were confirmed when a logistic regression analysis adjusted for confounding variables was conducted (OR=9.6; 95% CI: 1.1-84.3). Discussion. This study identified a subset of APS women with “triple aPL positivity + previous thrombosis”, in whom the second line treatment seemed to be more effective than the conventional treatments. It can be concluded that treatment of obstetric APS should be differentiated on the basis of the additional risk factors outlined here. In particular, the best treatment for patients with “triple aPL positivity + previous thrombosis” seems to be second line treatment in addition to the conventional therapy.
Background. Il trattamento ottimale della Sindrome da Antifosfolipidi (APS) ostetrica è attualmente sconosciuto. La terapia con aspirina a basso dosaggio (LDA) da sola o associata all’eparina rappresenta il trattamento convenzionale per l’APS ostetrica. Nonostante questo trattamento, circa il 20% delle gravidanze hanno esito sfavorevole. Recentemente abbiamo individuato alcuni fattori di rischio aggiuntivi di perdita gravidica in corso di gravidanza trattata con terapie convenzionali. Scopo della Tesi. Confrontare gli outcomes di gravidanza ottenuti a seguito dei diversi trattamenti e definire dei precisi profili di rischio al fine di analizzare l’efficacia della terapia sulla base della stratificazione del rischio. Materiali e Metodi. E’ stato condotto uno studio europeo di tipo retrospettivo e multicentrico. Sono stati raccolti i dati basali e quelli in corso di gravidanza di donne affette da APS, diagnosticata sulla base dei Criteri di Sydney, che presentavano almeno uno dei seguenti tre fattori di rischio aggiuntivi: associazione con il Lupus Eritematoso Sistemico (LES), triplice positività per Antifosfolipidi (aPL) e pregressa trombosi. Sono state prese in considerazione le pazienti trattate con le seguenti terapie: LDA, eparina a dose profilattica ± LDA, eparina a dose terapeutica ± LDA, protocolli di II livello (plasmaferesi/immunoassorbimento e/o immunoglobuline endovena) e nessuna terapia. Le determinazioni degli anticardiolipina e anti-Beta2 Glicoproteina I sono state eseguite presso i singoli Centri con il metodo ELISA seguendo procedure diverse sia “home-made” che commerciali, mentre il Lupus Anticoagulant è stato testato con una serie di metodi emocoagulativi in accordo con la corrente letteratura. I metodi statistici utilizzati sono stati l’analisi univariata e la regressione logistica. Risultati. Il numero di gravidanze considerate nello studio è stato complessivamente 202, relative a 158 pazienti. L’età media delle donne al momento della gravidanza era 32,5 anni ± 4,6 DS (range: 20-44) con una durata media di malattia di 5,2 anni ± 4,5 (range: 0-22). L’esito favorevole è stato osservato in 149 gravidanze (73,8%), che si sono concluse con la nascita di 150 neonati (un parto gemellare), di cui 78 (52%) maschi e 72 femmine (48%), nati mediamente alla 36,2^ SG ± 3 DS, con un Apgar medio a 5 minuti di 9,1 ± 1,3 DS e un peso in percentili di 55,8 ± 24,9 DS. Ci sono state 53 perdite (26,2%). In assenza della considerazione del rischio non si sono osservate differenze significative nelle prevalenze dei nati vivi tra le donne che assumevano le diverse tipologie di trattamento prese in considerazione. L’outcome primario è stato analizzato in relazione ai 7 profili di rischio definiti sulla base delle combinazioni di: pregressa trombosi, LES e triplice positività aPL. Accorpando i trattamenti convenzionali, l’unico profilo su cui è stata rilevata una differenza statisticamente significativa è stato quello caratterizzato dai fattori “triplice positività aPL + pregressa trombosi”, dove si è osservata una prevalenza di bambini nati vivi pari al 92,9% nei trattamenti di II livello versus il 58,3% nei trattamenti convenzionali (Fisher test, p-value < 0,05 e OR 9,3; 95% CI:1,3 - 65,6). Questi risultati sono stati confermati dall’analisi di regressione logistica che ha fornito una stima dell’odds ratio aggiustata per le variabili confondenti (OR 9,6; 95% CI: 1,1-84,3). Discussione. Da questo studio è emerso un sottogruppo di donne caratterizzato dalla presenza di “triplice positività aPL + pregressa trombosi”, dove la terapia di II livello è risultata più efficace per numero di nati vivi rispetto al trattamento convenzionale. In particolare si è messa in evidenza l’importanza dell’uso del trattamento di II livello nell’APS ostetrica. Possiamo concludere che la terapia dell’APS ostetrica andrebbe differenziata sulla base del rischio. In particolare, nelle donne con “triplice positività aPL + pregressa trombosi” il trattamento di elezione potrebbe essere quello di II livello associato alla terapia convenzionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Sequeira, Carlos Alberto da Cruz. "Prevalência dos comportamentos de risco e a ocorrência/gravidade do politraumatizado." Master's thesis, Universidade do Porto. Reitoria, 2001. http://hdl.handle.net/10216/9773.

Full text
Abstract:
Dissertação de Mestrado em Saúde Pública apresentada à Faculdade de Medicina e ao Instituto de Ciências Biomédicas de Abel Salazar da Universidade do Porto
O trauma é a principal causa de morte, na faixa etária até aos 40 anos de idade, pelo que retira um número elevado de anos de vida altamente produtivos e deixa muitos jovens incapacitados permanentemente.O acidente que está na origem dos múltiplos traumas, tem essencialmente por base factores humanos, sob a forma de comportamentos / estilos de vida, que levaram à adopção de diversos comportamentos de risco, determinantes na ocorrência / gravidade do trauma.Os jovens do sexo masculino, devido a diversas circunstâncias inerentes à adolescência, apresentam um conjunto de factores predisponentes que os tornam mais vulneráveis ao risco.Trata-se de um estudo observacional analítico, que tem como objectivo determinar a prevalência dos comportamentos de risco e correlaciona-los com a ocorrência / gravidade do politraumatizado.Os dados clínicos e os dados sobre os comportamentos de risco foram registados em protocolo previamente elaborado e testado num grupo de politraumatizados anteriormente hospitalizados na UCIPU. Os dados e resultados são apresentados de diferentes formas, alguns de forma descritiva, outros agrupados e classificados em número e percentagem de acordo com o respectivo tratamento estatístico. Para avaliar o grau de associação entre as diferentes variáveis, foi calculado o Odds ratio (OR) com um intervalo de confiança (IC) de 95%.A amostra populacional foi constituída pelos doentes admitidos na (UCIPU) do (HSJ), entre 1 de Janeiro a 31 de Dezembro do ano 2000 com o diagnóstico de politraumatismo.Fizeram parte do estudo 98 politraumatizados, com uma média de 32.6 anos de idade, dos quais 88% foram do sexo masculino.72.4% dos politraumatizados foram vítimas de acidente de viação, dos quais 52.8% envolveram motociclos e 17.3% dos politraumatizados, foram vítimas de acidente de trabalho, dos quais 52.9% foram devidos a quedas.Na região do Vale do Sousa, aconteceram 66% dos acidentes que envolveram motociclos e 59% dos acidentes de trabalho.Dos 98 poli ...
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Sequeira, Carlos Alberto da Cruz. "Prevalência dos comportamentos de risco e a ocorrência/gravidade do politraumatizado." Dissertação, Universidade do Porto. Reitoria, 2001. http://hdl.handle.net/10216/9773.

Full text
Abstract:
Dissertação de Mestrado em Saúde Pública apresentada à Faculdade de Medicina e ao Instituto de Ciências Biomédicas de Abel Salazar da Universidade do Porto
O trauma é a principal causa de morte, na faixa etária até aos 40 anos de idade, pelo que retira um número elevado de anos de vida altamente produtivos e deixa muitos jovens incapacitados permanentemente.O acidente que está na origem dos múltiplos traumas, tem essencialmente por base factores humanos, sob a forma de comportamentos / estilos de vida, que levaram à adopção de diversos comportamentos de risco, determinantes na ocorrência / gravidade do trauma.Os jovens do sexo masculino, devido a diversas circunstâncias inerentes à adolescência, apresentam um conjunto de factores predisponentes que os tornam mais vulneráveis ao risco.Trata-se de um estudo observacional analítico, que tem como objectivo determinar a prevalência dos comportamentos de risco e correlaciona-los com a ocorrência / gravidade do politraumatizado.Os dados clínicos e os dados sobre os comportamentos de risco foram registados em protocolo previamente elaborado e testado num grupo de politraumatizados anteriormente hospitalizados na UCIPU. Os dados e resultados são apresentados de diferentes formas, alguns de forma descritiva, outros agrupados e classificados em número e percentagem de acordo com o respectivo tratamento estatístico. Para avaliar o grau de associação entre as diferentes variáveis, foi calculado o Odds ratio (OR) com um intervalo de confiança (IC) de 95%.A amostra populacional foi constituída pelos doentes admitidos na (UCIPU) do (HSJ), entre 1 de Janeiro a 31 de Dezembro do ano 2000 com o diagnóstico de politraumatismo.Fizeram parte do estudo 98 politraumatizados, com uma média de 32.6 anos de idade, dos quais 88% foram do sexo masculino.72.4% dos politraumatizados foram vítimas de acidente de viação, dos quais 52.8% envolveram motociclos e 17.3% dos politraumatizados, foram vítimas de acidente de trabalho, dos quais 52.9% foram devidos a quedas.Na região do Vale do Sousa, aconteceram 66% dos acidentes que envolveram motociclos e 59% dos acidentes de trabalho.Dos 98 poli ...
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Jordani, Paula Cristina [UNESP]. "Avaliação da obesidade na prevalência e gravidade das disfunções temporomandibulares." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2014. http://hdl.handle.net/11449/123835.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2015-06-17T19:34:04Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2014-03-11. Added 1 bitstream(s) on 2015-06-18T12:47:29Z : No. of bitstreams: 1 000830144.pdf: 673220 bytes, checksum: 918dda784fc3b54454589caeb53e1090 (MD5)
Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
Objetivo: A obesidade é uma doença crônica, prevalente e comórbida com condições dolorosas como as musculoesqueléticas. A Disfunção Temporomandibular (DTM) é uma dor musculoesquelética altamente prevalente. O objetivo desse estudo foi avaliar a relação entre obesidade com a presença e gravidade de DTM dolorosa. Métodos: A amostra foi estratificada de acordo com a presença e grau de DTM dolorosa de acordo com o Research Diagnostic Criteria para Temporomandibular Disorders-Eixo I e II (RDC/TMD). A composição corporal foi determinada pelo Índice de Massa Corporal (IMC) e pelo exame de bioimpedância (BIA). As cefaleias primárias (CP) foram classificadas segundo critérios da Classificação Internacional de Cefaléia II (CIC-II). Análises uni e multivariadas avaliaram associação entre DTM dolorosa e obesidade. Resultados: A amostra foi constituída por 245 indivíduos (35,89 ± 12,61 anos), sendo 183 (74,7%) mulheres. Do total, 130 (53,25%) apresentaram DTM dolorosa. Houve associação significativa entre a presença de DTM dolorosa e sobrepeso/obesidade avaliada por BIA (RP = 1,44, IC 95% = 1,09-1,91). Associação se manteve em análise multivariada corrigido por gênero e presença de cefaleias crônicas diárias (CCD) (OR= 2,02, IC95%: 1,16-3,54). Não houve associação significativa entre a gravidade de DTM e a composição corporal segundo IMC (p= 0,06) ou BIA (p= 0,08). Conclusão: Obesidade está associada a presença de DTM dolorosa, mas não com a gravidade, após o ajuste para CCD e gênero.
Objectives: Obesity is a chronic and prevalent disorder, comorbid with painful conditions such as musculoskeletal disease. Temporomandibular disorders (TMD) are a high prevalent musculoskeletal pain. The aim of this study was to evaluate the relationship between obesity and the presence and degree of painful TMD. Methods: The sample was stratified according to the presence of painful TMD following the Research Diagnostic Criteria for Temporomandibular Disorders- Axis I and II (RDC/TMD) criteria. The body composition was assessed through Body Mass Index (BMI) and bioimpedance (BIA) analysis. The primary headaches (PH) were classified according to the International Classification for Headache Disorders II (ICHD-II). Uni and multivariate analysis assessed the association between painful TMD and obesity. Results: The sample consisted of 245 individuals (35.89 ± 12.61 years), 183 (74.70%) of them were women. Of the total, 130 (53.25%) presented painful TMD. In contrast with normal weighted individuals, those presenting overweight/obesity according to BIA were more likely to present painful TMD (PR= 1.44, 95%CI= 1.09 to 1.91). Association persisted in multivariate analysis correcting for gender and presence of chronic daily headache (CDH) (OR = 2.02, 95%CI: 1.16 to 3.54). There was no significant association between the grade of the TMD pain and body composition assessed through BMI (p= 0.06) or BIA (p= 0.08). Conclusion: Obesity is associated with the presence of painful TMD, but not with the grade of TMD pain, after adjustment for the CDH and gender.
FAPESP: 2012/10935-4
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Jordani, Paula Cristina. "Avaliação da obesidade na prevalência e gravidade das disfunções temporomandibulares /." Araraquara, 2014. http://hdl.handle.net/11449/123835.

Full text
Abstract:
Orientador: Daniela Aparecida de Godoi Gonçalves
Co-orientador: Marcelo Eduardo Bigal
Banca: Janaina Habib Jorge
Banca: Leonardo Rigoldi Bonjardim
Resumo: Objetivo: A obesidade é uma doença crônica, prevalente e comórbida com condições dolorosas como as musculoesqueléticas. A Disfunção Temporomandibular (DTM) é uma dor musculoesquelética altamente prevalente. O objetivo desse estudo foi avaliar a relação entre obesidade com a presença e gravidade de DTM dolorosa. Métodos: A amostra foi estratificada de acordo com a presença e grau de DTM dolorosa de acordo com o Research Diagnostic Criteria para Temporomandibular Disorders-Eixo I e II (RDC/TMD). A composição corporal foi determinada pelo Índice de Massa Corporal (IMC) e pelo exame de bioimpedância (BIA). As cefaleias primárias (CP) foram classificadas segundo critérios da Classificação Internacional de Cefaléia II (CIC-II). Análises uni e multivariadas avaliaram associação entre DTM dolorosa e obesidade. Resultados: A amostra foi constituída por 245 indivíduos (35,89 ± 12,61 anos), sendo 183 (74,7%) mulheres. Do total, 130 (53,25%) apresentaram DTM dolorosa. Houve associação significativa entre a presença de DTM dolorosa e sobrepeso/obesidade avaliada por BIA (RP = 1,44, IC 95% = 1,09-1,91). Associação se manteve em análise multivariada corrigido por gênero e presença de cefaleias crônicas diárias (CCD) (OR= 2,02, IC95%: 1,16-3,54). Não houve associação significativa entre a gravidade de DTM e a composição corporal segundo IMC (p= 0,06) ou BIA (p= 0,08). Conclusão: Obesidade está associada a presença de DTM dolorosa, mas não com a gravidade, após o ajuste para CCD e gênero.
Abstract:Objectives: Obesity is a chronic and prevalent disorder, comorbid with painful conditions such as musculoskeletal disease. Temporomandibular disorders (TMD) are a high prevalent musculoskeletal pain. The aim of this study was to evaluate the relationship between obesity and the presence and degree of painful TMD. Methods: The sample was stratified according to the presence of painful TMD following the Research Diagnostic Criteria for Temporomandibular Disorders- Axis I and II (RDC/TMD) criteria. The body composition was assessed through Body Mass Index (BMI) and bioimpedance (BIA) analysis. The primary headaches (PH) were classified according to the International Classification for Headache Disorders II (ICHD-II). Uni and multivariate analysis assessed the association between painful TMD and obesity. Results: The sample consisted of 245 individuals (35.89 ± 12.61 years), 183 (74.70%) of them were women. Of the total, 130 (53.25%) presented painful TMD. In contrast with normal weighted individuals, those presenting overweight/obesity according to BIA were more likely to present painful TMD (PR= 1.44, 95%CI= 1.09 to 1.91). Association persisted in multivariate analysis correcting for gender and presence of chronic daily headache (CDH) (OR = 2.02, 95%CI: 1.16 to 3.54). There was no significant association between the grade of the TMD pain and body composition assessed through BMI (p= 0.06) or BIA (p= 0.08). Conclusion: Obesity is associated with the presence of painful TMD, but not with the grade of TMD pain, after adjustment for the CDH and gender.
Mestre
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Kouyoumdjian, João Aris. "Análise de fatores pessoais de risco para ocorrência e gravidade de síndrome do túnel do carpo." Faculdade de Medicina de São José do Rio Preto, 2000. http://bdtd.famerp.br/handle/tede/17.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2016-01-26T12:51:13Z (GMT). No. of bitstreams: 1 joaoariskouyoumdjian_tese.pdf: 1771362 bytes, checksum: 1fca40a2aced85e1fea351cb38a169bd (MD5) Previous issue date: 2000-11-08
Between September/98 and May/99, 210 symptomatic carpal tunnel syndrome (CTS) patients were studied. All had bilateral nerve conduction studies and none had been surgically treated. Peripheral neuropathy was excluded. Three groups were defined according to the severity of nerve conduction changes: mild = median distal sensory latency, wrist-index finger, 14 cm (P2), 3.7 to 4.4 ms or sensory median/ulnar difference ³ 0.50 ms or median palm latency ³ 2.3 ms; moderate = P2 ³ 4.5 ms; severe = unrecordable sensory nerve action potential at P2. All latencies were measured to the negative peak. Only the right hand was considered for this study (200 hands), regardless of the electrophysiological findings in the left hand. Another group of 320 subjects without any CTS symptomatology or any known systemic disorders was used as control. The mean age was 50.3 ± 10.8 years for the study group (87.6% female) and 47.3 ± 14.8 years old for the controls (89.1% female). Body mass index (BMI) was 28.4 ± 5.0 for the CTS group and 25.4 ± 4.7 for controls (p < 0.001). Right wrist index (WI) was 0.706 ± 0.041 for the CTS group and 0.689 ± 0.037 for controls (p < 0.001). Logistic regression analysis for risk of having CTS showed an adjusted odds ratio of 1.11 (95% CI 1.07-1.16) per unit increase for BMI and 1.11 (95% CI 1.05-1.16) per 0.01 increase for WI. An ordinal polychotomous logistic regression analysis of the relationship between these factors and the electrophysiological severity of CTS showed proportional odds ratios (mild to severe) of 1.20 (95% CI 1.00-1.30) for 5 years increase in age and 1.10 (95% CI, 1.00-1.20) for 0.01 increase in WI. Higher BMI did not increase the risk of severe CTS. The conclusions were: 1. The variables WI and BMI were higher in CTS cases (p < 0.001). 2. More severe nerve conduction abnormalities were associated with higher age and WI but not with higher BMI.
Foram estudados 210 pacientes com diagnóstico clínico e eletrofisiológico de síndrome do túnel do carpo (STC) entre setembro/1998 e maio/1999. Os casos foram divididos em 3 grupos com progressiva gravidade eletrofisiológica: leve = diferença de latência mediano/ulnar (14 cm, IV dedo) ³ 0,5 ms ou latência palmar mediano (8 cm) ³ 2,3 ms ou latência distal mediano (14 cm) punho-II dedo (P2) entre 3,7 e 4,4 ms; moderado = P2 > 4,4 ms; grave = ausência de potencial de ação sensitivo em P2; todas latências medidas no pico. Todos casos tiveram estudo bilateral, sendo excluídos casos com cirurgia prévia ou evidência de neuropatia periférica. Foram considerados apenas os casos de STC direito independente dos achados do lado oposto (200 mãos). Foi constituído grupo controle (GC) de 320 pessoas sem qualquer sintomatologia compatível com STC ou doenças sistêmicas conhecidas, pareando para sexo e idade. A idade média foi de 50,3 ± 10,8 para STC e 47,3 ± 14,8 anos no GC; sexo feminino 87,6% (STC) e 89,1% (GC); IMC 28,4 ± 5,0 (STC) / 25,4 ± 4,7 (GC) com p < 0,001; IP direito 0,706 ± 0,041 (STC) / 0,689 ± 0,037 (GC) com p < 0,001. Houve incremento do IP e idade com a maior gravidade eletrofisiológica do STC, o mesmo não ocorrendo com IMC. A análise de regressão logística multivariada para avaliar risco de apresentar STC revelou odds ratio ajustado de 1,11 (IC 95% 1,07- 1,16) para IMC (incremento de 1 unidade) e de 1,11 (IC 95% 1,05- 1,16) para IP (incremento de 0,01 unidade). A análise de regressão logística ordinal politômica para avaliar fator de risco de gravidade de condução nervosa em pessoas com STC revelou odds ratio proporcional (casos leve a grave) de 1,20 (IC 95% 1,00-1,30) para incrementos de 5 anos na idade e 1,10 (IC 95% 1,00-1,20) para incrementos de 0,01 no IP. O IMC não determinou risco para desenvolvimento de STC de maior gravidade. Os resultados permitem concluir: 1. As variáveis IP e IMC estão mais elevadas (p < 0,001) no STC; 2. O aumento da gravidade eletrofisiológica do STC está associado ao incremento de idade e IP, porém não ao do IMC.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

Zardetto, Cristina Giovannetti Del Conte. ""Prevalência de cárie dentária em adolescentes residentes no município de São Paulo: Indicadores de risco e gravidade"." Universidade de São Paulo, 2004. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/23/23132/tde-02022005-132339/.

Full text
Abstract:
Este estudo foi resultado da parceira entre as Disciplinas de Odontopediatria da FOUSP e de Nutrologia do Departamento de Pediatria da UNIFESP – Escola Paulista de Medicina –, fazendo parte do Projeto ECCCHOS (Estudos Clínicos sobre Crescimento, Comportamento, Hipertensão Arterial, Obesidade e Saúde Bucal). O objetivo do estudo foi investigar os indicadores de risco para cárie dentária em adolescentes residentes no município de São Paulo. Participaram deste estudo 230 adolescentes entre 15 e 19 anos de idade de uma escola pública do bairro da Vila Mariana. Primeiramente, foi realizado um questionário com os pais e adolescentes, obtendo informações do contexto familiar, dos hábitos alimentares e de comportamento. Para a classificação nutricional dos adolescentes, foi realizada avaliação antropométrica por nutricionistas da Disciplina de Nutrologia da UNIFESP. A avaliação odontológica foi executada por duas cirurgiãs-dentistas, previamente padronizadas, segundo as recomendações da OMS (1999). A análise quantitativa da dieta foi realizada pelas nutricionistas com base no registro alimentar de 3 dias, preenchidos pelos adolescentes, avaliando a ingestão de carboidratos, calorias totais e lipídeos, por meio do software “Programa de Apoio à Nutrição – NUTWIN 2002, versão 1.5 DIS – UNIFESP/EPM. A partir desse mesmo registro alimentar, foram calculados pela pesquisadora o número médio de refeições consumidas, a média de refeições contendo sacarose e o consumo médio de salgadinhos e refrigerantes normais e light/diet. Realizaram-se também exames laboratoriais de sangue para as dosagens de triglicérides, e colesterol total e frações. Os resultados foram tabulados e dicotomizados na mediana ou valor de risco. O CPO-D foi dicotomizado em baixo (< 5) e alto (> 5). Cerca de 29,57% dos adolescentes apresentavam-se sem lesões de cárie. O CPO-D médio encontrado foi 5,86. Os resultados foram analisados primeiramente por meio do teste de Qui-quadrado de Pearson ou teste exato de Fisher e da regressão logística, obtendo odds ratio e intervalos de confiança. A seguir foi realizada a análise dos indicadores de risco através da regressão logística múltipla com o procedimento “backward stepwise”. Conclui-se que os indicadores de risco de alto índice CPO-D entre os adolescentes pesquisados foram: o nível de escolaridade da mãe até fundamental incompleto (OR = 3,05 [IC95% (OR) = 1,15 – 8,07]); idade do adolescente igual ou superior a 17 anos (OR = 2,19 [IC95% (OR) = 1,24 – 3,87]); e o fato de ser sobrepeso (OR = 2,23 [IC95% (OR) = 1,04 – 4,75]). Os adolescentes que escovavam os dentes duas ou três vezes ao dia, apresentaram menor chance de terem alto índice CPO-D quando comparados com aqueles que higienizam uma vez ou menos ao dia (OR = 0,30 [IC 95% (OR) = 0,13 – 0,68] e (OR = 0,32 [IC 95% (OR) = 0,15 – 0,68] respectivamente); e, aqueles que foram ao cirurgião-dentista há mais de um ano, apresentaram menor chance de terem lesão de cárie quando comparados com aqueles que durante o último ano (OR = 0,62 [IC 95% (OR) = 0,35 – 1,09]).
This study is the result of a partnership between the Pediatrics Department of the University of São Paulo and the Nutrology Department at the Federal University of São Paulo,UNIFESP-EPM. It is part of a larger study called ECCCHCOS (Clinical study on growth, behavior, hypertension, obesity, and oral health). The aim of this study was to examine the risk indicators for dental caries among adolescents living in the city of São Paulo, Brazil. 230 adolescents between 15 and 19 years of age from a public school located in the neighborhood of Vila Mariana participated in this study. First, a questionnaire was administered to parents and adolescents, gathering information on the family’s socioeconomic background, and on adolescents’ behavior and eating habits. Nutritionists from the Department of Nutrology at UNIFESP-EPM, weighed and measured the adolescents and performed the nutritional classification of participants. Dental examination was performed by two trained dentists, in accordance with WHO guidelines (1999). The quantitative, dietary evaluation of adolescents was carried out by the nutritionists, who assessed total intake of carbohydrates, lipids and calories, by examining the three-day diet/food records that adolescents kept, with the help of the NUTWIN 2002 software (Version 1.5, UNIFESP-EPM). The dental researcher also analyzed these records in order to evaluate the mean number of meals consumed, the mean number of meals containing sugar, and the mean consumption of chips and regular and diet softdrinks. Blood examination looking at the level of triglycerides and total cholesterol and its fractions was also performed. Results were tabulated and dichotomized, using median values or risk factors as cut-off points. The DMF-T was categorized into high (> 5) and low (< 5) values. 29.57% of the adolescents were caries-free. The mean DMF-T was 5.86. The results were first analyzed using Pearson’s Chi-square or Fisher’s Exact tests and multiple regressions, to obtain odds-ratios and confidence intervals. Analysis of the risk factors were next obtained through logistic multiple regression and backward stepwise analysis. Results indicate that risk factors for dental caries among study participants were: mother’s low level of education (OR=3.05 [CI 95% (OR) = 1.15 – 8.07]); adolescent’s age being 17 years or higher (OR=2.19 [CI 95% (OR) = 1.24 – 3.87]); and being overweight (OR=2.23 [CI 95% (OR) = 1.04 – 4.75]). Adolescents who reported brushing their teeth two or three times a day were less likely to have high DMF-T scores as compared to those who brushed their teeth only once a day (OR = 0.30 [CI 95% (OR) = 0.13 – 0.68] and (OR = 0.32 [CI 95% (OR) = 0.15 – 0.68] respectively); and, those who most recently visited the dentists more than one year ago showed higher probability of being caries-free when compared to those who visited the dentist within the last twelve months (OR = 0,62 [CI 95% (OR) = 0,35 – 1,09]).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

Maria, Susana Isabel Teixeira de Jesus. "Percepção de gravidade da doença e compliance em utentes da Cidade de Faro." Master's thesis, Universidade de Évora, 2006. http://hdl.handle.net/10174/15924.

Full text
Abstract:
O objetivo desta investigação é verificar a existência de diferenças significativas nos grupos formados pelo local da consulta (Hospital (n=90), Centro de Saúde (n=90) e Clínicas de Odontologia (n=90)), estado de saúde (doente (n=180) ou não doente (n=63)), momento da consulta (utentes antes (n=90) e depois (n=90) da consulta) e conhecimento acerca da doença (utentes antes da consulta (n=90) e profissionais de saúde (n=90)), de acordo com as variáveis dependentes gravidade da doença, consequências da situação de doença, compliance e satisfação com as consultas médicas. Este trabalho refere-se a um estudo quase experimental de campo que assume também um caracter exploratório e que foi realizado na cidade de Faro, Portugal. Os resultados parecem indicar que os sujeitos inquiridos mostram maior compliance num contexto de consulta, uma vez que este esta “mascarado” pela situação de mal-estar dos utentes. Coloca-se a hipótese do compliance natural ser o referido pelos indivíduos não doentes e não o mostrado pelos doentes, necessitando estas conclusões de investigação. /ABSTRACT - The aim of this study is to verify the existence of significant differences between the groups formed by place of consultation (Hospital (n=90), Medical Center (n=90) and Dentist Clinic (n=90)), health state (healthy (n=63) or ill (n=180)), consultation moment (patients before (n=9O) and after consultation (n=90)) and knowledge concerning illness (patients before consultation (n=90) and doctors (n=90)), according to the dependent variables illness perception, illness consequences, compliance and medical satisfaction. This field study, attained in Faro, Portugal, that mentions a lifetime experience, is a quasi-experimental study that also assumes an exploratory character. The results seem to indicate that the compliance perception is higher in ill patients than in healthy persons. This is probably because compliance is masked by the illness’s symptoms. It seems that healthy persons have a more precise compliance perception than the ill ones, although these conclusions need further investigation.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Guarato, Juliana Cristina Castanheira. "Prevalência, gravidade e fatores de risco associados à sibilância recorrente em lactentes nascidos em Ribeirão Preto em 2010." Universidade de São Paulo, 2016. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/17/17144/tde-29032017-165711/.

Full text
Abstract:
Objetivo: Avaliar a prevalência, a gravidade e os fatores de risco associados à sibilância recorrente em crianças nos primeiros dois anos de vida em uma coorte de nascimentos. Métodos: Estudo de coorte prospectivo de 3167 crianças nascidas em Ribeirão Preto, SP, no ano de 2010 e avaliadas para esse estudo entre 12 e 24 meses. Os responsáveis pelos lactentes participantes responderam a questionários padronizados com questões referentes às características maternas, condições gestacionais, perinatais e pós-natais, antecedentes pessoais e familiares de doenças alérgicas, ocorrência e número de episódios de sibilância, ida a serviços de emergência, uso de medicações, diagnóstico de pneumonia e internações. O estudo das associações entre os desfechos e as variáveis independentes de interesse foi feito por meio de análise univariada e por modelos log-binomiais ajustados, obtendose medidas de risco relativo (RR) e seus intervalos de confiança (IC). Resultados: A prevalência de pelo menos um episódio de sibilância nos dois primeiros anos de vida foi de 56,3% (1785/3167), sendo que 35,8% (1136/3167) lactentes apresentaram sibilância ocasional (até dois episódios) e 20,1% (639/3167) apresentaram sibilância recorrente (três ou mais episódios). Sibilância recorrente grave (mais de 6 episódios) foi relatada em 8,7% lactentes (277/3167). Os fatores de risco independentes para apresentar de 3 a 6 episódios de sibilância foram: prematuridade (RR=1,46), tabagismo passivo (RR= 1,72, se menos de 10 cigarros/dia e RR=2,04. se mais de 10 cigarros/dia), frequentar a creche após os 6 meses (RR= 1,31), diagnóstico médico de rinite alérgica (RR= 1,52) e presença de carpete no domicílio (RR= 1,59). Os principais fatores de risco associados à sibilância grave foram: tabagismo passivo (RR= 2,89 para mais de 10 cigarros/dia), frequentar creche (RR= 2,43, se início até os 6 meses e RR: 1,49, se início após os 6 meses), resfriados nos 3 primeiros meses de vida (RR= 2,17), asma (RR= 1,50) e dermatite atópica na família (RR= 1,49) e diagnóstico de rinite alérgica (RR= 1,93). Lactentes brancos apresentaram prevalência menor de sibilância recorrente não grave (RR=0,68). Não houve associação entre o tempo de aleitamento materno e sibilância recorrente. Conclusões: Crianças nascidas em Ribeirão Preto apresentam alta prevalência de sibilância recorrente nos dois primeiros anos de vida. Nessa fase precoce da vida, medidas ambientais visando a diminuição da exposição à fumaça do cigarro e a prevenção de infeções virais poderiam resultar na redução dos casos de sibilância recorrente grave nesta população.
Objective: To evaluate the prevalence, severity and risk factors associated with recurrent wheezing in children in early years of life. Methods: Prospective cohort study of 3167 children born in Ribeirão Preto, São Paulo, in 2010, and evaluated for this study at 12-24 months of age. A standardized questionnaire with questions regarding maternal characteristics, gestational, perinatal and postnatal conditions, family and children allergy, occurrence of wheezing, number of wheezing episodes, daycare attendance, visits to emergency, medication use, diagnosis of pneumonia and hospitalizations was applied to caregivers . Associations between outcomes and the independent variables of interest were done through univariate analysis and adjusted log-binomial models. Relative risks (RR) and confidence intervals (CI) were calculated. Results: The prevalence of at least one episode of wheezing in the first two years of life was 56.3% (1785/3167), 35.8% (1136/3167) infants had occasional wheezing (up to two episodes) and 20,1% (639/3167) had recurrent wheezing (three or more episodes). Severe recurrent wheeze (more than 6 episodes) was reported in 8.7% infants (277/3167). The independent risk factors for presenting 3 to 6 episodes of wheezing were prematurity (RR = 1.46), passive smoking (RR = 1.72 for less than 10 cigarettes / day, RR = 2.04 for more than 10 cigarettes / day), daycare attendance after 6 months (RR = 1.31), medical diagnosis of allergic rhinitis (RR = 1.52) and the presence of carpet at home (RR = 1.59). The main risk factors associated with severe wheezing were passive smoking (RR = 2.89 for more than 10 cigarettes / day), daycare attendance (RR = 2.43 if was started before 6 months and RR=1.49, if started after 6 months), acute upper respiratory infections during the first 3 months of life (RR = 2.17), asthma (RR = 1.50) and atopic dermatitis in the family (RR = 1.49) and diagnosis of allergic rhinitis (RR = 1.93). White infants have a lower prevalence of non-severe recurrent wheezing (RR = 0.68). There was no association between duration of breastfeeding and recurrent wheeze Conclusions: Children born in Ribeirão Preto have a high prevalence of recurrent wheezing in the first two years of life. In this early stage of life, environmental measures to reduce the exposure to cigarette smoke and prevention of viral infections could result in the reduction of severe recurrent wheezing in this population.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

Pellini, Alessandra Cristina Guedes. "Estudo de fatores preditores de gravidade e óbito por varicela em residentes da região metropolitana da grande São Paulo (SP), 2003." Universidade de São Paulo, 2006. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/6/6132/tde-28102006-171631/.

Full text
Abstract:
Introdução: A varicela é uma doença exantemática benigna da infância, causada por uma infecção primária pelo vírus Varicela-zoster. No Estado de São Paulo, no ano de 2003, foram notificados 58.972 casos de varicela mediante ocorrências de surtos, configurando um ano hiperendêmico para a doença. De um total de 60 óbitos em todo o Estado, 47 ocorreram em menores de 4 anos. Mais da metade dos óbitos incidiu em moradores da Região Metropolitana da Grande São Paulo. Objetivos: Descrever e caracterizar os indivíduos residentes na Região Metropolitana da Grande São Paulo que evoluíram para gravidade ou óbito por varicela em 2003 e estudar os fatores preditores desses eventos. Métodos: Realizou-se um estudo descritivo das variáveis sociodemográficas, clínicas, antecedentes pessoais e epidemiológicos dos casos de varicela, além de uma análise exploratória dos fatores preditores de gravidade e óbito pela doença. A existência de associação entre as exposições de interesse e gravidade ou óbito por varicela foi investigada pelas estimativas não ajustadas e ajustadas do odds ratio, com os respectivos intervalos de confiança de 95%, utilizando-se a regressão logística não condicional. Resultados: As seguintes variáveis demonstraram associação independente com gravidade e óbito por varicela: complicações raras, pulmonares, hemorrágicas e neurológicas. Cirurgia realizada durante a internação por varicela também foi um fator preditor de gravidade. A taxa de mortalidade foi 36 vezes maior na faixa etária de menores de 15 anos em relação à faixa etária de adultos, e 5 vezes maior na faixa de menores de um ano em comparação à faixa de 1 a 14 anos. Conclusão: O amplo conhecimento da epidemiologia da varicela, suas complicações e fatores de risco para gravidade e óbito, é de extrema importância para fundamentar a implementação de estratégias de prevenção e controle deste agravo nos grupos de maior risco.
Introduction: Chickenpox is a benign exanthematous disease of childhood, whose primary infection is caused by the Varicella-zoster virus. In the State of São Paulo, in 2003, 58,972 chickenpox cases were notified following outbreaks, configuring a hyperendemic year for the disease. From a total of 60 deaths in the whole State, 47 happened in children up to 4 years old. More than half of the deaths occurred in residents of the Greater São Paulo Metropolitan Area. Objectives: To describe and characterize those individuals residents in the Greater São Paulo Metropolitan Area who developed chickenpox severity or death during the year 2003, and to study the predictive factors of these events. Method: A descriptive study was performed, analyzing clinical and social-demographic variables, personal and epidemiological records of the chickenpox cases. Besides, an exploratory analysis of the redictive factors of severity and death by the disease was made. Association between exposures of interest and chickenpox severity or death was investigated by unadjusted and adjusted odds ratio estimation, with 95% confidence intervals, using unconditional logistic regression. Results: The following variables keep an independent association with severity and death for chickenpox: development of rare, pulmonary, hemorrhagic and neurological complications. The need of surgery during the chickenpox hospitalization was an independent predictive factor for severity only. The mortality rate was 36 times greater in the age group from 0 to 14 years old than in the adult age group, and 5 times greater in children up to 1 year old than in the age group ranging from 0 to 14 years old. Conclusion: The comprehensive knowledge of the chickenpox epidemiology, its complications and risk factors for severity and death is extremely important to base the implementation of prevention and control strategies for groups at greater risk of infection.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

MASTRICCI, ANNA LUCIA. "PROFILO NUTRIZIONALE E DISTURBI GASTROINTESTINALI FUNZIONALI IN GRAVIDANZA: CORRELAZIONE CON I MARKERS INFIAMMATORI ED ANTROPOMETRICI MATERNI NEI TRE TRIMESTRI DI GESTAZIONE E CON IL PESO NEONATALE IN UNA POPOLAZIONE DI GRAVIDE A BASSO RISCHIO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/335056.

Full text
Abstract:
Nutritional profile and functional gastrointestinal disorders in pregnancy: effects on inflammatory markers, maternal anthropometry and neonatal birth weight Anna Lucia Mastricci Purpose The deep impact of pregnancy on digestive functions and the frequent related unwanted symptoms, together with the compliance of pregnant women toward good medical advice, offer a formidable chance to induce proper nutritional habits and identify latent gastrointestinal disorders. Functional gastrointestinal disorders' (FGIDs) associations with dietary habits and body mass index (BMI) have not been thoroughly investigated in the general population and in particular in pregnant women. Epidemiological studies have associated the increase in chronic inflammatory bowel disease to the spread of the so-called “Western diet”. The Mediterranean diet has increasingly been regarded as the gold-standard diet for human health. The nutrients exert their effects on tissue inflammation because they modified the composition of the intestinal microbiota, impaired mucosal barrier function and induce a state of low grade inflammation. Gastrointestinal disorders are not only the effect of progesterone on smooth muscle, but, alternatively, these symptoms could be interpreted as preexisting subclinical condition transformed into symptomatic conditions by pregnancy. Aim The aim of this study was to investigate the nutritional profile of Caucasian pregnant women without any previous medical condition and to evaluate its impact on weight gain, digestive and immune system, and neonatal outcome. Methods A total of 126 pregnant women were enrolled for this study. Dietary habits and gastrointestinal abnormal symptoms were assessed via two validated self-administrated questionnaire during each trimester of pregnancy. Anthropometric measurements, stool test, immune profile blood tests, socio-demographical and lifestyle data were collected during pregnancy. Associations between socio-demographic characteristics, BMI, food intake frequencies, eating habits and FGIDs were investigated with univariate logistic regression. Results High adherence to Mediterranean diet (MeD score ≥ 9) was demonstrated in only 15% of patients enrolled into study group and this trend was constant during pregnancy. Mean ± SD Med-score in each trimester of pregnancy were 7.2 ± 1.4, 7.0 ± 1.2 and 7.3 ± 1.2, respectively. Among food group items, it was noted a low consumption of fish (only 4.4% reported consuming at least 3 times a week), legumes (only 9.6% reported consuming at least three times a week) and nuts (only 24.6% reported consuming at least once a week). Mean ± SD age and pre-gestational BMI of study group were 33±3.95 and 21.82 ±3.09, respectively. Only 11.9% of patients were overweight (BMI 25-29.9) and 1.6% obese (BMI ≥ 30) before pregnancy. The study participants with higher BMI, subscapularis and total skinfold measurement had significantly lower serum adiponectin levels (r= -0,3, p= 0.007 and r= -0.2, p= 0.003, respectively). In the first trimester, the most prevalent FGIDs using ROME III questionnaire was unspecified irritable bowel syndrome (IBS) (43%), followed by bloating + constipation (4%) and positive red flags (10%). There was any significantly difference in incidence of FGIDs during pregnancy. Pregnant women affected by bloating and constipation during the second trimester showed significantly lower med score ( 5.66 ± 0.57 vs 7.37 ± 1.46, p= 0.048); a negative association between mediterranean score and homocysteinemia was observed during second trimester (r= -0.2601, p= 0.028). In contrast to study group with no gastro-intestinal symptoms, pregnant women affected by unspecified IBS and more likely to have red flags during second trimester had significantly higher serum C3 levels and hyperomocisteinemia, respectively (1.46 ±0.16 vs 1.33±0.19, p= 0.007; 7.63 ± 1.36 vs 6.55 ±1.31, p=0.014). A positive association was observed between maternal weight gain, abdominal circumference, and red flags during third trimester (75.8 ± 11.69 vs 69.7 ± 9.66, p=0.04) (109.61 ±7.95 vs 104.08 ±7.06, p=0.013). Finally, positive red flags showed during third trimester were significantly associated to increased neonatal birth weight (3581.15 ±336.14 vs 3306.11 ±412.82, p=0.026). Conclusions Nutritional components have profound effects on digestive and immune systems. The different components of a “global unbalanced diet”, added to chemicals and pollutes substances might interfere with the balance between human genome and inherited microbioma, and gastrointestinal symptoms , such as constipation, bloating and cramping, appear. So far these disorders had been correlated to the effect of progesterone on smooth muscle during pregnancy; nowdays thy could be interpreted as pre-existing condition transformed into symptomatic condition by pregnancy. The findings suggest that a correct nutritional profile could prevent gastrointestinal disorders during pregnancy and prevent metabolic syndrome in the future.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Domingues, Joana de Sousa Almeida. "Contribuição para a identificação de indicadores de risco no prognóstico da pancreatite em canídeos : estudo retrospetivo de 22 casos." Master's thesis, Universidade de Lisboa, Faculdade de Medicina Veterinária, 2016. http://hdl.handle.net/10400.5/11844.

Full text
Abstract:
Dissertação de Mestrado Integrado em Medicina Veterinária
A pancreatite canina é uma doença bastante comum na prática clínica e pode variar de aguda a crónica e de ligeira a grave. A apresentação clínica desta doença varia muito, dependendo da sua gravidade, o que dificulta não só o diagnóstico mas também a elaboração de um prognóstico. Para além disso, ainda não existem sistemas objetivos de classificação da gravidade validados para a pancreatite canina. No entanto, já estão descritos alguns indicadores de doença grave. No presente estudo avaliaram-se, de forma retrospetiva, vários parâmetros, que incluíram características do animal, sinais clínicos e resultados do exame físico, exames laboratoriais, sinais ecográficos e tempo de internamento, e a relação destes com o desfecho. O estudo incidiu numa amostra de 22 indivíduos e teve como objetivos: determinar a possível influência de fatores fenotípicos na evolução de casos de pancreatite; avaliar o valor prognóstico dos sinais clínicos, exame físico, sinais ecográficos e de determinados exames hematológicos apresentados na consulta inicial em cães com diagnóstico de pancreatite; identificar possíveis fatores de risco para um desfecho fatal; e avaliar e comparar a utilidade dos sistemas de classificação de gravidade já criados para indivíduos com pancreatite na elaboração de um prognóstico. Os resultados obtidos neste estudo sugerem que a presença de letargia, a evidência de um mesentério reativo, a presença de trombocitopenia e de valores mais elevados de Spec® cPL, assim como um maior número de alterações hematológicas se encontraram associados a um mau prognóstico.
ABSTRACT - CONTRIBUTION FOR THE IDENTIFICATION OF RISK FACTORS IN THE PROGNOSIS OF PANCREATITIS IN DOGS: RETROSPECTIVE STUDY OF 22 CASES - Canine pancreatitis is a very common disease, ranging from acute to chronic, and from mild to severe forms. Its clinical presentation varies, depending on the severity of the disease, which can make it difficult to diagnose and give a prognosis. Besides, up to date there are no objective severity classification scales validated for canine pancreatitis. However, there are some known indicators of severe disease. In the present study, various parameters, including animal characteristics, clinical signs and physical examination findings, laboratorial exams, ultrasound findings and hospitalization time, and their association with the outcome, were evaluated. The present study included 22 individuals and had the following aims: evaluation of the influence of physiological factors in the evolution of pancreatitis; evaluation of the prognosis value of clinical signs, physical examination findings, ultrasound findings and laboratorial exams in dogs with pancreatitis; identification of possible risk factors for a fatal outcome; comparison of already existing severity classification sistems for pancreatites and evaluation of their prognosis value The results obtained sugest that the presence of lethargy, the evidence of a reactive mesentery, the presence of thrombocytopenia, higher values of Spec® cPL and a higher number of haematological abnormalities are associated with a negative prognosis.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

Scotta, Marcelo Comerlato. "Fatores associados à gravidade da infecção por influenza A pandêmico (H1N1) 2009 em pacientes pediátricos hospitalizados." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2012. http://hdl.handle.net/10183/67525.

Full text
Abstract:
Introdução: A pandemia causada pelo vírus Influenza A(H1N1)pdm09 teve seu ápice entre julho e agosto de 2009 no sul do Brasil com maior incidência em crianças e adultos jovens. No período pós-pandêmico, houve um novo aumento na incidência de casos nos meses de inverno em 2011 e 2012 no Brasil, com padrão semelhante ao vírus Influenza sazonal. Como este agente persiste em circulação em nosso meio, objetivamos investigar os fatores de risco para evolução clínica desfavorável em pacientes pediátricos. Métodos: Foi realizado um estudo transversal através de revisão de prontuários de internação de pacientes com idade inferior a 14 anos e infecção por Influenza A (H1N1)pdm09 confirmada por RT-PCR durante a primeira onda pandêmica em seis hospitais terciários em Porto Alegre, Brasil. A necessidade de ventilação mecânica foi definida como desfecho e idade, doenças crônicas, codetecções de vírus ou bactérias, achados na radiografia de tórax e uso de Oseltamivir foram definidos como possíveis preditores. Resultados: Foram incluídos 120 pacientes. Na análise multivariável, a presença de doenças crônicas (Razão de prevalências: 2.613, 95% Intervalo de confiança: 1.267-5.386) e codetecção viral (Razão de prevalências: 2.43, 95% Intervalo de confiança: 1.203-4.905) foram estatisticamente associados a um pior desfecho (p<0,05). Conclusões: A presença de doenças crônicas como preditor reforça evidências prévias. Além disso, encontramos codetecção viral como um fator de risco. Estudos adicionais são necessários para confirmar esta associação.
Introduction: The pandemic caused by Influenza A(H1N1)pdm09 virus peaked between July and August 2009 in southern Brazil with the highest incidence in children and young adults. In the post-pandemic period, there was an increase in the incidence of cases in the winter months in 2011 and 2012 in Brazil, similar to seasonal Influenza virus. Since infections due to pandemic Influenza are still occurring, we aim to investigate risk factors for worse outcome in children. Methods: A cross-sectional study was performed reviewing charts of hospitalized patients younger than 14 years with RT-PCR positive for Influenza A (H1N1)pdm09 during the first pandemic wave in six tertiary centers in Porto Alegre, Brazil. We defined need of mechanical ventilation as severity outcome and age, chronic medical conditions, bacterial and viral co-detection, chest radiograph findings and use of Oseltamivir as possible predictors. Results: We included 120 patients. In a multivariable analysis, chronic medical conditions (PR: 2.613, 95% CI: 1.267-5.386) and viral co-detection (PR: 2.43, 95% CI: 1.203-4.905) were statistically associated with worse outcome (p<0,05). Conclusions: The presence of chronic medical conditions as predictor reinforces previous evidences. Furthermore, we found viral co-detection as a risk factor. Further studies are necessary to confirm this association.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

Franco, Marília Miranda. "Idade com fator de risco para gravidade e complicações nos acidentes botrópicos atendidos no Hospital Vital Brazil do Instituto Butantan/SP." Universidade de São Paulo, 2006. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/5/5134/tde-17102014-150345/.

Full text
Abstract:
Alguns estudos têm proposto que os acidente ofídicos em crianças estão associados a maior gravidade e ao maior risco de desenvolvimento de complicações comparados aos acidentes em adultos. Este estudo retrospectivo descreve as características de acidentes causados por serpentes do gênero Bothrops admitidos no Hospital Vital Brazil/Instituto Butantan/SP (HVB/IB) e compara a gravidade, e necessidade de soroterapia antiveneno e o risco para o desenvolvimento de complicações entre crianças (menores de 13 anos) e adultos. Trata-se de uma coorte histórica que utilizou dados de prontuários do arquivo do HVB/IB de dezembro de 1999 a junho de 2003. Foram incluídos no estudo pacientes que trouxeram a serpente ou apresentavam manifestações clínicas ou laboratoriais compatíveis com envenenamento botrópico. Não foi observada diferença estatisticamente significante na freqüência da gravidade dos envenenamentos, no número de ampolas administradas e na freqüência de complicações entre os dois grupos estudados. O estudo sugere que os acidentes ofídicos causados por serpentes do gênero Bothrops apresentam gravidade semelhante na avaliação admissional e evolução com a mesma proporção de complicações em crianças quando comparados aos acidentes em adultos
Some studies propose that the level of severity of the accidents caused by snakes in children can be associated with a stronger envenoming and a higher risk of later complication if compared to the same accidents in adults. This retrospective study aim to describe the caracteristics of snakebites acidents of the genus Bothrops, and compare their severities, necessity of antivenom, and the risk of developing later complications between children (less than 13 years) and adults, all the accidents where admitted at Hospital Vital Brazil/Instituto Butantan/SP, Brazil (HVB). This retrospective cohort study was carried out by using HVB\'s records of snakebite victims, from December 1999 to June 2003. Patients included were those who brought the snake and/or have the clinical or laboratorial presence of abnormalities compatible with Bothrops envenoming. No statistic differences were found between the two groups of this study concerning the severity of envenoming, number of antivenom vials and the frequency of complications. This study suggests that snakebite accidents are similar between adults and children. Age is not supposed to be a predictor of complication in such accidents
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

Martins, Renato Oliveira [UNESP]. "Prevalência e gravidade da apneia nas crianças em programação de adenotonsilectomia com identificação de fatores de risco para complicações respiratórias após cirurgia." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2017. http://hdl.handle.net/11449/152074.

Full text
Abstract:
Submitted by RENATO OLIVEIRA MARTINS null (renatoceres@yahoo.com.br) on 2017-10-31T05:14:35Z No. of bitstreams: 1 TESE FINAL Renato Oliveira Martins.pdf: 2247703 bytes, checksum: 106afd1687efe2ab88182bfadfa76408 (MD5)
Approved for entry into archive by LUIZA DE MENEZES ROMANETTO (luizamenezes@reitoria.unesp.br) on 2017-11-09T19:23:40Z (GMT) No. of bitstreams: 1 martins_ro_dr_bot.pdf: 2247703 bytes, checksum: 106afd1687efe2ab88182bfadfa76408 (MD5)
Made available in DSpace on 2017-11-09T19:23:40Z (GMT). No. of bitstreams: 1 martins_ro_dr_bot.pdf: 2247703 bytes, checksum: 106afd1687efe2ab88182bfadfa76408 (MD5) Previous issue date: 2017-05-25
Objetivo: Identificar preditores de risco para complicações respiratórias após adenotonsilectomia (AT) em crianças menores que 12 anos com AOS que aguardam cirurgia, bem como a prevalência e gravidade da AOS. Métodos: Estudo prospectivo em hospital escola da Faculdade de Medicina de Botucatu. Foram incluídas crianças de ambos os gêneros, 2 a 12 anos de idade, com AOS e indicação de AT. Todos realizaram polissonografia de noite inteira no pré- e pós-operatório. Foram utilizados o teste t independente, teste t dependente, Mann-Whitney, Kruskal-Wallis e Qui-quadrado para identificação de fatores de risco para morbidade respiratória após AT e estratificação da AOS. Resultados: As 82 crianças que realizaram AT foram divididas em 2 grupos de acordo com presença ou ausência de complicações respiratórias. Dezesseis crianças (20%), com idade média de 8,2 + 2,4 anos, apresentaram complicações respiratórias, sendo 9 gênero masculino. Foram observadas complicações respiratórias menores (SpO2 80 - 90%) e maiores (SpO2 < 80%, broncoespasmos intra- e pós-operatório e depressão respiratória). Asma, rinopatia e déficit de atenção foram preditores independentes de complicações respiratórias após AT. Entre as intervenções médicas, 1 criança realizou NBZ contínuas com broncodilatador, 6 necessitaram de reposicionamento de via aérea e NBZ com O2 suplementar e 1 fez uso de Narcan para reverter depressão respiratória. A prevalência de AOS em crianças de 2 a 12 anos foi de 93% (76 crianças), sendo 35% com AOS leve (26 crianças), 41% AOS moderada (34 crianças) e 20% AOS grave (16 crianças). Apenas 7% (6 crianças) não apresentavam AOS. A avaliação clínica por questionário e o exame otorrinolaringológico não foram capaz de estratificar clinicamente as crianças de acordo com sua gravidade, com exceção da DRGE. Conclusão: Crianças com idade entre 2 a 12 anos diagnosticadas com AOS que apresentam déficit de atenção, asma e rinopatia desenvolveram maiores complicações respiratórias após AT. A prevalência de AOS em crianças que aguardam o procedimento de AT foi de 93%.
Objective: To identify risk factors for respiratory complications after adenotonsillectomy in children ≤ 12 years of age with OSA awaiting AT surgery, as well as identify the prevalence and severity of OSA. Methods: Prospective study in a tertiary level Hospital of Botucatu Medical School. Children of both genders, aged 2 to 12 years old, with complaints of respiratory disorders and indication for adenotonsillectomy were included. All children underwent full-night PSG in the pre- and pos-operative. Independent t-test, t-dependent test, Mann-Whitney, Kruskal-Wallis and Chi-square tests were used to identify risk factors for respiratory morbidity after AT and severity of OSA. Results: Eighty-two children who performed AT were divided into 2 groups according to the presence or absence of respiratory complications. Sixteen children (20%) mean age 8.2 ± 2.4 years presented respiratory complications, (9 male). Minor (SpO2 80-90%) and major respiratory complication (SpO2 < 80%, intra and postoperative bronchospasm and respiratory depression) were observed. Asthma, rhinopathy and attention-deficit were independent predictors of respiratory complications after TA. Among the medical interventions, 1 child performed continuous NBZ with a bronchodilator, 6 required airway repositioning and NBZ with supplemental O2, and 1 used narcan to reverse respiratory depression. The prevalence of OSA in children aged 2 to 12 years was 93% (76 children). Out of these, 35% (26 children) were mild, 41% (34 children) moderate and 20% (16 children) severe OSA. Only 7% (6 children) did not present OSA. Clinical evaluation by questionnaire and otorhinolaryngological examination were not able to clinically stratify children according to their severity, with the exception of GER. Conclusion: Children up to 12 years of age diagnosed with OSA who present attention-deficit, asthma and rhinopathy developed greater respiratory complications after AT. The prevalence rate of OSA in children waiting in the surgical row for the AT procedure was 93%.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

Martins, Renato Oliveira. "Prevalência e gravidade da apneia nas crianças em programação de adenotonsilectomia com identificação de fatores de risco para complicações respiratórias após cirurgia." Botucatu, 2017. http://hdl.handle.net/11449/152074.

Full text
Abstract:
Orientador: Silke Anna Thereza Weber
Resumo: Objetivo: Identificar preditores de risco para complicações respiratórias após adenotonsilectomia (AT) em crianças menores que 12 anos com AOS que aguardam cirurgia, bem como a prevalência e gravidade da AOS. Métodos: Estudo prospectivo em hospital escola da Faculdade de Medicina de Botucatu. Foram incluídas crianças de ambos os gêneros, 2 a 12 anos de idade, com AOS e indicação de AT. Todos realizaram polissonografia de noite inteira no pré- e pós-operatório. Foram utilizados o teste t independente, teste t dependente, Mann-Whitney, Kruskal-Wallis e Qui-quadrado para identificação de fatores de risco para morbidade respiratória após AT e estratificação da AOS. Resultados: As 82 crianças que realizaram AT foram divididas em 2 grupos de acordo com presença ou ausência de complicações respiratórias. Dezesseis crianças (20%), com idade média de 8,2 + 2,4 anos, apresentaram complicações respiratórias, sendo 9 gênero masculino. Foram observadas complicações respiratórias menores (SpO2 80 - 90%) e maiores (SpO2 < 80%, broncoespasmos intra- e pós-operatório e depressão respiratória). Asma, rinopatia e déficit de atenção foram preditores independentes de complicações respiratórias após AT. Entre as intervenções médicas, 1 criança realizou NBZ contínuas com broncodilatador, 6 necessitaram de reposicionamento de via aérea e NBZ com O2 suplementar e 1 fez uso de Narcan para reverter depressão respiratória. A prevalência de AOS em crianças de 2 a 12 anos foi de 93% (76 crianças), sendo 3... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Doutor
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

Rocha, Mônica Couto Guedes Sejanes da. "Diarreia aguda em crianças hospitalizadas no município de Juiz de Fora – Minas Gerais: prevalência e fatores de risco associados à gravidade da doença." Universidade Federal de Juiz de Fora (UFJF), 2010. https://repositorio.ufjf.br/jspui/handle/ufjf/2562.

Full text
Abstract:
Submitted by Renata Lopes (renatasil82@gmail.com) on 2016-09-22T14:16:52Z No. of bitstreams: 1 monicacoutoguedessejanesdarocha.pdf: 2791889 bytes, checksum: beaef089c36fe081bd7b02079c3c2045 (MD5)
Approved for entry into archive by Diamantino Mayra (mayra.diamantino@ufjf.edu.br) on 2016-09-26T20:29:42Z (GMT) No. of bitstreams: 1 monicacoutoguedessejanesdarocha.pdf: 2791889 bytes, checksum: beaef089c36fe081bd7b02079c3c2045 (MD5)
Made available in DSpace on 2016-09-26T20:29:42Z (GMT). No. of bitstreams: 1 monicacoutoguedessejanesdarocha.pdf: 2791889 bytes, checksum: beaef089c36fe081bd7b02079c3c2045 (MD5) Previous issue date: 2010-04-29
A doença diarreica aguda (DDA) representa uma das principais causas de morbimortalidade infantil e desnutrição nos países em desenvolvimento, superada apenas pela pneumonia. A mortalidade global por diarreia em menores de 5 anos, em 2009, foi estimada em 1,5 milhão. No Brasil, em 2008, a DDA foi responsável por 7,2% das hospitalizações e 2,5% das mortes em crianças nessa faixa etária. O conhecimento da prevalência e dos fatores de risco associados à hospitalização e gravidade do episódio diarreico é fundamental no controle da morbimortalidade. Tais fatores podem ser explicados dentro de um modelo multicausal que inclui uma extensa quantidade de variáveis socioeconômico-demográficas, biológicas e culturais inter-relacionadas. A importância de cada fator envolvido varia de acordo com as características da população estudada e sua identificação contribui de maneira efetiva para o conhecimento ecoepidemiológico da DDA, auxiliando na elaboração de medidas preventivas que contribuam para diminuir os custos diretos e indiretos com a doença. Os objetivos deste estudo foram determinar a prevalência da DDA como causa de hospitalização em pacientes menores de 6 anos e avaliar a associação entre variáveis demográficas, epidemiológicas e clínicas e a gravidade do episódio diarréico. Trata-se de um estudo retrospectivo, transversal, realizado no período de janeiro de 2005 a dezembro de 2008. Foram avaliados 6.201 prontuários de crianças de 0 a 6 anos de idade, hospitalizadas em duas instituições públicas no município de Juiz de Fora - Minas Gerais. Diarreia aguda foi definida como presença de pelo menos três evacuações líquidas ou de consistência amolecida, em 24 horas, por no máximo 14 dias. Os pacientes com diarreia aguda foram divididos em dois grupos, de acordo com a intensidade do quadro e foi considerado diarreia grave um período de hospitalização maior ou igual a quatro dias. Os dados epidemiológicos e clínicos dos pacientes foram avaliados e comparados através da aplicação do Teste Qui-Quadrado e do modelo de regressão logística binomial. A prevalência de internações por diarreia aguda foi de 8,4%. Os fatores que mostraram associação significativa com gravidade do episódio diarreico foram: idade inferior a 6 meses (n = 126, p = 0,01, OR = 2,762); início da doença no outono (n = 197, p = 0,033, OR = 1,742), presença de febre(n = 333, p = 0,017, OR = 1,715) e uso de antibioticoterapia durante a internação (n = 267, p = 0,000, OR = 3,872). Neste estudo, DDA foi a terceira causa de internação em crianças abaixo dos 6 anos no município de Juiz de Fora. Baixa idade (inferior ou igual a 6 meses), febre, uso de antibiótico na internação e início do episódio diarreico no outono são fatores de risco associados ao maior tempo de hospitalização.
Acute diarrheic disease (ADD) is one of the main causes of childhood morbimortality and malnutrition in developing countries, second only to pneumonia. Diarrhea overall mortality of children under 5 years of age was estimated to be 1.5 million in 2009. In Brazil, diarrhea accounted for 7.2% of hospitalizations in 2008, being responsible for 2.5% of all deaths of children under 5 years of age. Knowing the prevalence and risk factors associated with need of hospitalization and severity of acute diarrhea is essential to control morbidity and mortality. These factors may be explained by a multi-causal model of the inter-relation of socioeconomic, demographic, biological and cultural variables. The importance of each factor involved varies according to the characteristics of the population studied and identify them can effectively contribute to a greater understanding of the eco-epidemiologic patterns of ADD, and for the adoption of preventive measures that help to reduce the direct and indirect costs with the disease. The objectives of this study were to determine the prevalence of ADD as a cause of hospitalization in patients under 6 years of age and investigate the association between demographic, epidemiological and clinical determinants and the severity of the diarrheic episodes. This is a retrospective, cross-sectional study, during the period from January-2005 through December-2008. 6,201 files from children from 0 to 6 years of age, hospitalized in two public institutions, in the municipality of Juiz de Fora – Minas Gerais, were assessed. Acute diarrhea was defined as the presence of at least three evacuations of liquid or loose stools, within 24 hours, for a maximum period of 14 days. The patients with acute diarrhea were divided in two groups, according to disease severity, severe diarrhea being considered whenever hospitalization lasted for at least four days. Epidemiologic and clinical data were assessed and compared through the application of the chi-squared test and the binomial logistic regression model. The prevalence rate for admission due to acute diarrhea was 8.4%. The factors significantly associated with the severity of the diarrheic episode were: age under 6 months (n = 126, p = 0.01, OR = 2.762); disease onset during fall (n = 197, p = 0.033, OR = 1.742), presence of fever (n = 333, p = 0.017, OR = 1.715) and antibiotic use during hospitalization (n = 267, p = 0.000, OR = 3.872). In this study, diarrhea is the third most common cause of hospitalization among children under 6 years of age in Juiz de Fora. Young age (under or equal to 6 months), fever, antibiotic use during hospitalization and disease onset during fall are risk factors associated with longer hospital stay.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

Perazzoli, Camila. "Estudo das afecções abdominais e anorretais em pacientes hematológicos neutropênicos febris. Análise da casuística, fatores de risco para mortalidade e proposta de escore de gravidade." Universidade de São Paulo, 2018. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/17/17137/tde-08012019-155704/.

Full text
Abstract:
Introdução. Pacientes neutropênicos febris, particularmente os portadores de doenças hematológicas, podem ter como causa de sua descompensação clínica afecções abdominais e anorretais. O acompanhamento do quadro infeccioso é motivo de angústia para o cirurgião coloretal, pois a literatura sobre o tema é restrita e quadros oligosintomáticos eventualmente evoluem para óbito em curto espaço de tempo. Objetivos. Descrever, estratificar e comparar com a literatura a casuística de pacientes hematológicos neutropênicos febris com foco abdominal ou anorretal identificado. Estudar o risco absoluto e relativo de mortalidade de algumas variáveis associadas com a condição. Propor um escore de gravidade das afecções abdominais e anorretais em pacientes hematológicos neutropênicos febris. Materiais e Métodos. Trata-se de um estudo a partir da análise retrospectiva de 897 prontuários médicos de pacientes internados para as equipes de Hematologia e Transplante Células Tronco Hematopoéticas, no Hospital de Clínicas da Universidade de São Paulo, Ribeirão Preto-SP, entre os anos de 2008-2013. Foram elegíveis para o estudo 74 episódios de neutropenia febril com foco infeccioso abdominal ou anorretal, ocorridos em 69 pacientes. Após coletadas as características a respeito da amostra, foram estratificados os dados, comparados com a literatura sobre o tema, realizados os cálculos de medidas de efeito e análise estatística. Por fim, considerando os resultados obtidos, a experiência clínica dos autores e critérios de plausibilidade biológica comum, foram selecionados cinco aspectos como sendo os principais preditores de mortalidade hospitalar em pacientes hematológicos neutropênicos febris, com afecção abdominal ou anorretal. Resultados. O escore proposto demonstrou possuir mortalidade crescente conforme o quadro se agrava e a pontuação se eleva (teste exato de Fischer: 0,001). Ao considerar o modelo logístico de probabilidade de óbito por nível do escore, o valor encontrado AUC foi de 0,82 (0,72-0,925) e o valor de Estatística de Hosmer-Lemeshow de 2,3, com p=0,806. Discussao. Os escores contribuem na prática clínica diária para a tomada objetiva de decisões. De forma semelhante ao escore APACHE e seus refinamentos, o sistema prognóstico proposto possui variáveis de fácil acesso e traduz de maneira satisfatória o comportamento e a confiabilidade dos resultados obtidos, através da AUC>0,8 e estatística de Hosmer-Lemeshow com p> 0,05. Conclusão. O sistema de escore proposto permite predizer a chance de óbito durante a internação em pacientes neutropênicos febris com afeccção abdominal ou anorretal. Novos estudos sobre o tema são necessários e o escore proposto necessita e deve ser validado em uma amostra maior e distinta de pacientes.
Introduction. Febrile neutropenic patients, particularly those with haematological diseases, may have abdominal and anorectal conditions as a cause of their clinical decompensation. The follow-up of the infectious condition is a cause of distress for the colorectal surgeon, because the literature on the subject is restricted and oligosymptomatic conditions can lead to death within a short period of time.Goals. To describe, stratify and compare with the literature the casuistry of febrile neutropenic haematological patients with abdominal or anorectal focus identified. To study the absolute and relative risk of mortality of some variables associated with the condition. To propose a severity score of abdominal and anorectal conditions in neutropenic hematologic febrile patients. Materials and Methods. This is a study based on the analysis of 897 medical records of inpatients for hematology and hematopoietic stem cell transplantation (HSCT) teams at the Hospital de Clínicas of the University of São Paulo, Ribeirão Preto-SP, between the years of 2008-2013. A total of 74 episodes of febrile neutropenia with infectious abdominal or anorectal conditions occurred in 69 patients. After collecting the characteristics regarding the sample, the data were stratified, compared to the literature on the subject, the calculations of effect measures and statistical analysis were performed. Finally, considering the results obtained, the author\'s clinical experience and criteria of common biological plausibility, five aspects were selected as the main predictors of hospital mortality in febrile neutropenic haematological patients with abdominal or anorectal disease. Results. The proposed score showed an increasing mortality rate as the condition worsens and the score rises (Fischer\'s exact test: 0.001). When considering the logistic model of death probability by level of the score, the AUC value found was 0.82 (0.72-0.925) and the Hosmer-Lemeshow statistic value was 2.3, with p = 0.806. Discussion. The scores contribute to daily clinical practice for objective decision making. Similar to the APACHE score and its refinements, the proposed prognostic system has easily accessible variables and satisfactorily translates the behavior and reliability of the results obtained through AUC> 0.8 and Hormer-Lemeshow statistics with p> 0,05. Conclusion. The proposed score system allows predicting the chance of death during hospitalization in febrile neutropenic patients with abdominal or anorectal disease. New studies on the subject are necessary and the proposed score needs and must be validated in a larger and different sample of patients.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

Fernandes, Ana Paula Nunes de Lima. "Gravidade do olho seco em pacientes internados em unidade de terapia intensiva: an?lise de conceito e constru??o de defini??es." Universidade Federal do Rio Grande do Norte, 2015. http://repositorio.ufrn.br/handle/123456789/20617.

Full text
Abstract:
Submitted by Automa??o e Estat?stica (sst@bczm.ufrn.br) on 2016-06-06T20:36:54Z No. of bitstreams: 1 AnaPaulaNunesDeLimaFernandes_DISSERT.pdf: 1379064 bytes, checksum: a03ad37f1ddd78ddc22531d83f0a3c8c (MD5)
Approved for entry into archive by Arlan Eloi Leite Silva (eloihistoriador@yahoo.com.br) on 2016-06-08T19:52:06Z (GMT) No. of bitstreams: 1 AnaPaulaNunesDeLimaFernandes_DISSERT.pdf: 1379064 bytes, checksum: a03ad37f1ddd78ddc22531d83f0a3c8c (MD5)
Made available in DSpace on 2016-06-08T19:52:06Z (GMT). No. of bitstreams: 1 AnaPaulaNunesDeLimaFernandes_DISSERT.pdf: 1379064 bytes, checksum: a03ad37f1ddd78ddc22531d83f0a3c8c (MD5) Previous issue date: 2015-10-15
Conselho Nacional de Desenvolvimento Cient?fico e Tecnol?gico (CNPq)
Coordena??o de Aperfei?oamento de Pessoal de N?vel Superior (CAPES)
A S?ndrome do Olho Seco ? uma doen?a multifatorial do filme lacrimal, resultado da instabilidade da unidade funcional lacrimal que produz altera??o de volume, composi??o ou distribui??o da l?grima. Em pacientes internados em terapia intensiva a causa ? potencializada devido aos diversos fatores de risco, como ventila??o mec?nica, seda??o, lagoftalmia, baixas temperaturas, entre outros. O estudo tem por objeto a constru??o de um instrumento de avalia??o da Gravidade do Olho Seco em pacientes internados em unidades de terapia intensiva com base na Sistematiza??o da Assist?ncia de Enfermagem e seus sistemas de classifica??o. O objetivo geral deste estudo ? construir um instrumento de avalia??o da Gravidade do Olho Seco em pacientes internados em Unidade de Terapia Intensiva. Trata-se de um estudo metodol?gico realizado em tr?s etapas, a saber: an?lise de contexto, an?lise de conceito, constru??o das defini??es e magnitudes operacionais do resultado de enfermagem. Para a primeira etapa utilizou-se o referencial metodol?gico de Hinds, Chaves e Cypress (1992). Para a segunda etapa foram empregados o modelo de Walker e Avant e uma revis?o integrativa segundo Whitemore, Knalf (2005). Esta etapa possibilitou a identifica??o dos atributos do conceito, os antecedentes e os consequentes e fundamentou a constru??o das defini??es para o resultado de enfermagem gravidade do olho seco. Para a constru??o das defini??es e magnitudes operacionais, foi utilizada a Psicometria proposta por Pasquali (1999). Como resultado da an?lise de contexto, visualizou-se a partir da reflex?o que o assunto deve ser discutido e que a enfermagem necessita atentar para a problem?tica das les?es oculares, para que sejam criadas estrat?gias de minimiza??o deste evento com elevada preval?ncia. Com a revis?o integrativa foram localizados a partir dos cruzamentos 19.853 t?tulos, e selecionados 215, e a partir dos resumos 96 artigos foram lidos na ?ntegra Com a leitura 10 foram exclu?dos, o que culminou na amostra de 86 artigos utilizados para analisar o conceito e constru??o das defini??es. Os artigos selecionados foram encontrados em maior n?mero na base de dados Scopus (55,82%), realizados nos Estados Unidos da Am?rica (39,53%), e publicados principalmente nos ?ltimos 5 anos (48,82%). Em rela??o ? an?lise de conceito identificaram-se como antecedentes: idade, lagoftalmia, fatores ambientais, uso de medicamentos, doen?as sist?micas, ventila??o mec?nica e cirurgias oft?lmicas. Como atributos: TBUT< 10s, teste de Schimer I < 5mm, teste de Schimer II < 10mm, osmolaridade diminu?da. Como consequentes: dano ? superf?cie ocular, desconforto ocular, instabilidade visual. As defini??es foram constru?das e acrescidos indicadores como: mecanismo de piscar diminu?do e fadiga ocular.
Dry eye syndrome is a multifactorial disease of the tear film, resulting from the instability of the lacrimal functional unit that produces volume change, up or tear distribution. In patients in intensive care the cause is enhanced due to various risk factors, such as mechanical ventilation, sedation, lagophthalmos, low temperatures, among others. The study's purpose is to build an assessment tool of Dry Eye Severity in patients in intensive care units based on the systematization of nursing care and their classification systems. The aim of this study is to build an assessment tool of Dry Eye Severity in hospitalized patients in Care Unit Intensiva.Trata is a methodological study conducted in three stages, namely: context analysis, concept analysis, construction of operational definitions and magnitudes of nursing outcome. For the first step we used the methodological framework for Hinds, Chaves and Cypress (1992). For the second step we used the model of Walker and Avant and an integrative review Whitemore seconds, Knalf (2005). This step enabled the identification of the concept of attributes, background and consequent ground and the construction of the settings for the result of nursing severity of dry eye. For the construction of settings and operational magnitudes, it was used Psicometria proposed by Pasquali (1999). As a result of context analysis, visualized from the reflection that the matter should be discussed and that nursing needs to pay attention to the problem of eye injury, so minimizing strategies are created this event with a high prevalence. With the integrative review were located from the crosses 19 853 titles, selected 215, and from the abstracts 96 articles were read in full. From reading 10 were excluded culminating in the sample of 86 articles that were used to analyze the concept and construction of settings. Selected articles were found in greater numbers in the Scopus database (55.82%), performed in the United States (39.53%), and published mainly in the last five years (48.82). Regarding the concept of analysis were identified as antecedents: age, lagophthalmos, environmental factors, medication use, systemic diseases, mechanical ventilation and ophthalmic surgery. As attributes: TBUT <10s, Schimer I test <5 mm in Schimer II test <10mm, reduced osmolarity. As consequential: the ocular surface damage, ocular discomfort, visual instability. The settings were built and added indicators such as: decreased blink mechanism and eyestrain.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

Magalhães, Renata Ferreira 1972. "Polimorfismos dos genes HLA e regiões promotoras do TNF-'alfa'-238 e -308 como fatores de sucetibilidade a psoriase e gravidade da doença." [s.n.], 2009. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/310969.

Full text
Abstract:
Orientador: Maria Helena Stangler Kraemer
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-14T09:37:26Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Magalhaes_RenataFerreira_D.pdf: 45600840 bytes, checksum: c3be46b9fbfab6e5433e2e91db336bb3 (MD5) Previous issue date: 2009
Resumo: Psoríase é uma dermatose inflamatória crônica, determinada por desregulação do sistema imune e associada a várias comorbidades. O marcador genético mais associado à psoríase em todas as populações é o HLA-CW06. Polimorfismos na região promotora do TNF-a, especialmente a troca de uma guanina por uma adenina nas posições -238 e -308 estão relacionados à alta produção de TNF-a e risco aumentado para psoríase nas populações caucasóides e não em asiáticos. Com o objetivo de determinar se polimorfismos destes genes podem ser fatores de risco para susceptibilidade ou gravidade da doença em pacientes brasileiros, foi realizado um estudo caso-controle com 69 pacientes com psoríase de início até 40 anos, com acompanhamento por dez anos para caracterização de sua evolução clínica em doença leve (grupo I) e grave (grupo II), e 70 indivíduos sadios. Foi feita a identificação dos alelos HLA classe I e II e SNPs da região promotora do TNF-a -238 e -308. Coletaram-se 10 mL de sangue periférico dos indivíduos e se realizou a extração do DNA através do método salting out. O DNA foi amplificado pela reação em cadeia da polimerase (PCR), com primers sequência-específica. As freqüências alélicas e gênicas foram estimadas por contagem direta e a comparação entre as frequências dos grupos foi efetuada por Teste de Fisher (programa GraphPad InStat 3.05). Dois métodos computacionais foram usados para determinar os haplótipos dos indivíduo: (1) o algoritmo ELB implementado pelo software Arlequin 3.1 e (2) um método de base coalescente implementado pelo software PHASE v2, e as freqüências de cada haplótipo foram comparadas por Teste de Fisher. No grupo II, observou-se maior associação com fatores desencadeantes como estresse, início na adolescência e predominância do sexo masculino. Pode-se sugerir que os alelos HLA-B*37, -Cw*06, -Cw*12 e -DRB1*07 foram associados ao curso mais grave da doença, enquanto - B*57 à doença mais leve. O aielo DRBT04 teve tendência a associação negativa. Ao se comparar o grupo I com o grupo II, o alelo HLA-B*37 pode ser interpretado como fator de mau prognóstico. Não houve diferença estatística entre polimorfismos da região promotora do TNF-a entre pacientes e controles. Este estudo apontou uma alta frequência do genótipo TNF-a -238 G/G {OFt 3,21; Cl:1,06-9,71; p=0,04), assim como do alelo -238 G, no grupo com doença mais grave e, ao contrário, o genótipo -238 G/A com frequência maior no grupo de boa evolução. O haplótipo -238A-308G mostrou frequência reduzida conferindo um efeito protetor. Estes dados não correspondem ao reportado para as populações caucasianas, considerando que a população brasileira é miscigenada. Polimorfismos dos SNPs do TNF-a não parecem ser um fator de susceptibilidade genética mais importante do que o já conhecido HLA-Cw*06 em pacientes brasileiros, mas podem ter relação com as manifestações e evolução da doença.
Abstract: Psoriasis is an erythematous, scaly inflammatory dermatosis with a complex immunologic basis. The strongest genetic marker for psoriasis is HLA-Cw*06. Polymorphisms in the TNF-a promoter region, especially replacement of guanine with adenine in positions -238 and -308 are related to higher TNF-a production and higher risk for psoriasis in Caucasoid populations, not found in Asians. We did a case-control study of 69 patients with psoriasis type I and 70 controls, characterized clinical progression along 10-years of follow-up in mild or severe disease and determined HLA class I, II and TNF-a SNPs -238 and -308 polymorphisms to demonstrate whether these polymorphisms may be genetic risk for susceptibility to psoriasis or severity of the disease in Brazilians. Peripheral blood (10 ml) was collected. Genomic DNA from both psoriasis patients and controls was isolated using a salting out procedure. Polymorphisms were identified by PCR/SSP. Alleles and genotypes frequencies were compared by Fisher's test (GraphPad InStat 3.05 software). Two computational methods were used to determine the haplotypes of each subject, without taking into account any prior information: (1) the ELB algorithm implemented by the ARLEQUIN 3.1 software and (2) a coalescence based method as implemented by the PHASE v2 software. The haplotype frequencies were compared between group pairs by Fisher's test. Severe disease was found more frequently in male patients, associated with environmental factors and onset at adolescence. It may be suggested that alleles HLA- B*37, -Cw*06, -Cw*12 and -DRB1*07 were associated with severe disease course, while -B"57 with mild disease. No statistical difference was found between the patients and controls regarding polymorphisms frequencies in TNF SNPs. This study pointed to a higher TNF-238 G/G genotype frequency (OR 3,21; Cl:1,06-8,71; p=0,04) in the group with severe disease and -238A-308G haplotype was found in reduced frequencies revealing a protective effect. These data do not correspond to those reported for the Caucasian population, considering that Brazilian population is admixed, and this is the first consideration about TNF-a SNPs in psoriasis in this population. Polymorphisms in the TNF-a SNPs do not seem to be a more important genetic risk factor for psoriasis than the already known Cw*06 in Brazilian patients, but these markers may be related to clinical manifestations.
Doutorado
Clinica Medica
Doutor em Clínica Médica
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

Eiras, Flavia Regina Cocuzza das. "A utilização do indicador de gravidade meld (modelo para doenças hepáticas terminais) como fator preditivo do uso de recursos de apoio em unidades de transplante hepático." Universidade Nove de Julho, 2014. http://bibliotecadigital.uninove.br/handle/tede/1119.

Full text
Abstract:
Submitted by Nadir Basilio (nadirsb@uninove.br) on 2015-07-17T14:28:35Z No. of bitstreams: 1 Flavia Regina Cocuzza das Eiras.pdf: 1667187 bytes, checksum: b039c92b8913ea5abb2e449b63917ea6 (MD5)
Made available in DSpace on 2015-07-17T14:28:35Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Flavia Regina Cocuzza das Eiras.pdf: 1667187 bytes, checksum: b039c92b8913ea5abb2e449b63917ea6 (MD5) Previous issue date: 2015-12-05
With the evolution of healthcare expertise and the incorporation of new medical technologies, Terminal Hepatic Insufficiency nowadays has the possibility of liver transplantation as a therapeutic means of great effectiveness. For the establishment of fully qualified service units implementation several of the following a resources needs to be available. Manage these resources is one basic concern of health managers. The main objective of the study was the evaluation of usefulness of MELD severity indicator for end-stage liver disease as a predictive element for the use of support resources to patients undergoing liver transplantation in a Teaching Hospital. The study was characterized as quantitative, retrospective, and prospected variables were classified by 6 main dimensions; the identification and classification of patient risk, the use of advanced life support structures, imaging diagnostic, clinical tests, the appointment of special procedures and haemotherapeutics procedures. It were analyzed their frequencies by linear regression with analysis of variance (ANOVA), with the application of software STATATM 12.1 to detect which variables had relevance in view of the dependent variable and were analyzed 76 cases occurred in the period in terms of 6 dimensions. As a result, what it were found that some variables and dimensions included in the model explain the dependent variable, which implies the assumption of the deterministic character of the same. Among the dimensions in which the indicator was featured as a predictive factor were identified laboratory test results variables, same imaging tests and blood products. Given the results obtained and considering the main purpose of the study is concluded that the indicator "MELD" has projected potential capacity in terms of utilization of resources necessary for the postoperative management of patients undergoing liver transplantation.
Com a evolução da competência assistencial e a incorporação de novas tecnologias, a Insuficiência Hepática Terminal passou a contar com a possibilidade de transplante hepático como uma via terapêutica de grande efetividade. Para a constituição de unidades de atendimento plenamente habilitadas na execução destes procedimentos várias são as necessidades de recursos que deverão estar disponíveis. Gerenciar estes recursos é preocupação básica dos gestores de saúde. O objetivo principal deste estudo foi avaliar a utilidade do indicador de gravidade MELD para doenças hepáticas terminais como elemento preditivo do uso de recursos de apoio aos pacientes submetidos ao transplante hepático em um Hospital de Ensino de São Paulo. O estudo caracterizou-se como quantitativo e retrospectivo, foram classificadas variáveis objeto da prospecção segundo seis dimensões principais: a identificação e classificação do risco do paciente; a utilização de estruturas de suporte avançado à vida, de exames de apoio diagnóstico por imagem, de exames de análises clínicas; a indicação de procedimentos especiais; e de uso de hemoderivados. Foram analisadas suas frequências por regressão linear com análise de variância (ANOVA), com a aplicação do software STATATM 12.1 para detecção de quais variáveis apresentaram relevância face à variável dependente, sendo analisados 76 casos ocorridos no período frente às dimensões. Como resultado, o que se verificou foi que algumas variáveis e dimensões incluídas no modelo explicam a variável dependente, o que implica na assunção do caráter determinístico do mesmo. Dentre as dimensões em que o indicador se apresentava como fator preditivo foram identificadas variáveis de exames laboratoriais, de imagens e no uso de hemoderivados. Dados os resultados obtidos e considerando-se o propósito principal do estudo, conclui-se que o indicador "MELD" apresenta potencial capacidade previsão de utilização de recursos necessários ao tratamento pós-operatório dos pacientes submetidos a transplantes hepáticos.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
26

Simões, Heitor do Amaral. "Avaliação do ROPScore como preditor de retinopatia da prematuridade em neonatos prematuros. Estudo comparativo." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2018. http://hdl.handle.net/11449/157199.

Full text
Abstract:
Submitted by HEITOR DO AMARAL SIMOES (heitor.simoes@unesp.br) on 2018-09-13T01:17:04Z No. of bitstreams: 1 MEPAREM - Heitor do Amaral Simoes - Avaliação do ROPScore como preditor de retinopatia da prematuridade em neonatos prematuros. Estudo Comparativo.pdf: 1887030 bytes, checksum: 2e9cfdf0558f9a8d0105c14a99fd67ad (MD5)
Rejected by ROSANGELA APARECIDA LOBO null (rosangelalobo@btu.unesp.br), reason: Solicitamos que realize uma nova submissão seguindo as orientações abaixo: problema 1: Númeração das folhas As folhas pré-textuais são contadas mas não numeradas. A inclusão da numeração é a partir da Introdução. problema 2: folha em branco Há uma folha em branco logo após o Abstract. Assim que tiver efetuado a correção submeta o arquivo, em formato PDF, novamente. Agradecemos a compreensão. on 2018-09-14T12:56:03Z (GMT)
Submitted by HEITOR DO AMARAL SIMOES (heitor.simoes@unesp.br) on 2018-09-28T22:22:28Z No. of bitstreams: 1 MEPAREM - Heitor do Amaral Simoes - Avaliação do ROPScore como preditor de retinopatia da prematuridade em neonatos prematuros. Estudo Comparativo.pdf: 1885675 bytes, checksum: a64bed9e84aad34bc646de4d1e0bd75c (MD5)
Approved for entry into archive by ROSANGELA APARECIDA LOBO null (rosangelalobo@btu.unesp.br) on 2018-10-02T12:31:30Z (GMT) No. of bitstreams: 1 simoes_ha_me_bot.pdf: 1885675 bytes, checksum: a64bed9e84aad34bc646de4d1e0bd75c (MD5)
Made available in DSpace on 2018-10-02T12:31:31Z (GMT). No. of bitstreams: 1 simoes_ha_me_bot.pdf: 1885675 bytes, checksum: a64bed9e84aad34bc646de4d1e0bd75c (MD5) Previous issue date: 2018-07-25
Introdução: A retinopatia da prematuridade (ROP) é uma doença vaso proliferativa multifatorial e uma das principais causas de cegueira infantil no mundo. O exame oftalmológico seriado identifica a forma grave da doença, porém pode causar estresse e instabilidade cardiorrespiratória nos neonatos prematuros. O algoritmo ROPScore, aferido na sexta semana de vida é efetivo em predizer o risco de ROP e diminuir o número de exames necessários para o diagnóstico. No entanto, nos casos em que a doença grave é precoce ou se desenvolve em neonatos mais maduros, o ROPScore seria mais efetivo se aferido antes da sexta semana de vida. Objetivo: avaliar a acurácia do ROPScore aferido na segunda semana de vida quando comparada com a da sexta semana. Métodos: Realizou-se um estudo coorte prospectivo de neonatos pré-termos com peso ao nascimento (PN) ≤1500 g e / ou idade gestacional (IG) ≤ 32 semanas. O ROPScore foi aplicado na 2ª e na 6ª semanas de vida. Curvas ROC foram utilizadas para determinar os melhores valores de sensibilidade, especificidade e seus valores preditivos positivos (VPP) e negativos (VPN) para o desenvolvimento de ROP em qualquer estágio (RQE) e ROP grave (RG). Resultados: Dos 282 RNPT, 40 (14,2%) desenvolveram ROP e 27 (9,5%) a sua forma grave. A sensibilidade do ROPScore na 2ª semana para prever ROP em qualquer estadiamento foi de 92,5% e de 92,8% na ROP grave. Na 6ª semana foi de 90% e 92,6% respectivamente. O VPN foi alto tanto na 2ª (99%) como na 6ª (98%) semanas, para ROP em qualquer estadiamento e ROP grave (98,4% e 99%). Utilizando o ROPScore na 2ª semana, 191 RNPT não precisariam ser avaliados, diminuindo em 67,30% o número total de exames necessários para detectar ROP. Na 6ª semana, 199 não precisariam ser avaliados com a mesma frequência, diminuindo em 70,56% o número total de exames. Conclusão: O ROPScore foi uma ferramenta útil para detecção de ROP e da sua forma grave, mantendo a acurácia quando aferido na segunda semana de vida.
Background: Retinopathy of prematurity (ROP) is a multifactorial proliferative vessel disease and one of the leading causes of childhood blindness in the world. Serial ophthalmic examination identifies the severe form of the disease but may cause cardiorespiratory stress and instability in preterm infants. The ROPScore algorithm, measured in the sixth week of life, is effective in predicting ROP risk and decreasing the number of tests required for diagnosis. However, in cases where the severe disease is early or develops in more mature neonates, ROPScore would be more effective if measured before the sixth week of life. Objective: to evaluate the accuracy of ROPScore measured in the second week of life when compared to the sixth week. Methods: A prospective cohort study of preterm newborns with birth weight (BW) ≤1500 g and/or gestational age (GA) ≤ 32 weeks was performed. ROPScore was applied in the 2nd and 6th weeks of life. ROC curves were used to determine the best values of sensitivity, specificity and positive predictive values (PPV) and negative predictive value (NPV) for the development of ROP at any stage (RQE) and severe ROP (RG). Results: Of the 282 preterms, 40 (14.2%) developed ROP and 27 (9.5%) developed their severe form. The sensitivity of ROPScore at 2nd week to predict ROP at any stage was 92.5% and 92.8% at ROP. In the 6th week, it was 90% and 92.6% respectively. The NPV was high in both the second (99%) and the sixth (98%) weeks, for ROP in any stage and severe ROP (98.4% and 99%). Using ROPScore at week 2, 191 newborns would not need to be evaluated, decreasing the total number of exams needed to detect ROP by 67.30%. At week 6, 199 did not need to be evaluated at the same frequency, decreasing the total number of exams by 70.56%. Conclusion: ROPScore was a useful tool for detecting ROP and its severe form, maintaining accuracy when measured in the second week of life.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
27

Garcia, Marcelo. "Inteligência estatística na tomada de decisão médica: um estudo de caso em pacientes traumatizados." Universidade de São Paulo, 2018. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/55/55137/tde-25032019-141951/.

Full text
Abstract:
O principal objetivo do estudo foi utilizar informações de ocorrência do Traumatismo Crânio Encefálico (TCE) que possam inferir/gerar descobertas associadas ao risco de gravidade do paciente, bem como auxiliar na tomada de decisão médica ao definir o melhor prognóstico, indicando quais as possíveis medidas que podem ser escolhidas para a gravidade na lesão sofrida pela vítima. Inicialmente, foram analisadas as estatísticas descritivas dos dados dos pacientes de TCE de um hospital do interior de São Paulo. Participaram desse estudo 50 pacientes. Os resultados mostraram que a maior frequência do trauma é por acidentes de trânsito (62%), seguidos de acidentes por queda (24%). Traumas em pacientes do sexo masculino (88%) são muito mais frequentes do que em pacientes do sexo feminino. Para modelagem, transformou-se a variável resposta \"Abbreviated Injury Scale (AIS)\" em dicotômica, considerando 0 (zero) aos pacientes fora de risco e 1 (um) aos que apresentaram algum tipo de risco. Em seguida, técnicas de aprendizado estatístico foram utilizadas de modo a comparar o desempenho dos classificadores Regressão Logística sendo um caso do Generalized Linear Model (GLM), Random Forest (RF), Support Vector Machine (SVM) e redes probabilísticas Naïve Bayes (NB). O modelo com melhor desempenho (RF) combinou os índices Accuracy (ACC) , Area Under ROC Curve (AUC) , Sensitivity (SEN), Specificity (SPE) e Matthews Correlation Coefficient (MCC), que apresentaram os resultados mais favoráveis no quesito de apoio no auxílio da tomada de decisão médica, possibilitando escolher o estudo clínico mais adequado das vítimas traumatizadas ao considerar o risco de vida do indivíduo. Conforme o modelo selecionado foi possível gerar um ranking para estimar a probabilidade de risco de vida do paciente. Em seguida foi realizado uma comparação de desempenho entre o modelo RF (novo classificador) e os índices Revisited Trauma Score (RTS), Injury Severity Score (ISS) , Índice de Barthel (IB) referente à classificação de risco dos pacientes.
The main objective of this study was to consider the information related to the occurrence of traumatic brain injury (TBI) that can infer new results associated with the patients risk of severity as well as assisting in the medical decision in order to find the best prognosis; this can lead to indicate possible measures that can be chosen for severity in the injury suffered by the victim. Initially, we have presented descriptive statistics from the patients with TBI from a hospital located in the heartland of São Paulo. Fifty patients were recruited for this study. Descriptive analyzes showed that the highest frequency of trauma is due to traffic accidents (62 %) followed by crashes per accident (24 %). The causes related to trauma occur much more often in male patients (88 %) than in female patients. To order model, the response variable Abbreviated Injury Scale (AIS) was considered as dichotomous, where 0 (zero) was to out-of-risk patients and 1 (one) to those who presented some type of risk. Further, statistical learning techniques were used in order to compare the performance of the Logistic Regression as a Generalized Linear Model (GLM), Random Forest (RF), Support Vector Machine (SVM) and Naive Bayes (NB) model. The best performing (RF) model combined the Accuracy (ACC) , Area Under ROC Curve (AUC) , Sensitivity (SEN), Specificity (SPE) e Matthews Correlation Coefficient (MCC), which presented the most favorable results in terms of support in medical decision, making it possible to choose the most appropriate clinical study of traumatized victims based on the individual life risk. According to the selected model it was possible to generate a rank to estimate the probability of life risk of the patient. Then a performance comparison was performed between the RF model (proposed classifier) and the Revisited Trauma Score (RTS), Injury Severity Score (ISS), Barthel index (IB) referring to the risk classification of patients.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
28

Sposeto, Valdinélia Bomfim Barban. "Análise dos fatores de risco para peritonite bacteriana espontânea em pacientes cirróticos e do perfil da flora infectante com o uso de antibióticos profiláticos." Universidade de São Paulo, 2009. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/5/5147/tde-29092009-172840/.

Full text
Abstract:
INTRODUÇÃO: A realização de procedimentos invasivos e o comprometimento da função hepática têm sido apontados como importantes fatores predisponentes à peritonite bacteriana primária (PBE) em pacientes cirróticos. Apesar das bactérias gram-negativas ainda serem os agentes mais freqüentemente isolados, a incidência de infecção por bactérias gram positivas tem aumentado. OBJETIVOS: Analisar os fatores de risco para PBE em pacientes cirróticos e relacionar o perfil da flora infectante do líquido ascítico com o uso de antibióticos. MÉTODOS: Estudo retrospectivo de resultados de 1.114 paracenteses realizadas em 348 pacientes no período de 2005 a 2007 no Departamento de Gastroenterologia do Hospital das Clínicas da Universidade de São Paulo. Foram definidos dois grupos: com e sem PBE, segundo resultado da leucometria do líquido ascítico. Os seguintes fatores foram analisados: aspartato aminotransferase (AST); alanina aminotransferase (ALT); bilirrubinas totais; INR; creatinina; uso do propranolol e sua resposta hemodinâmica; antecedente de hemorragia digestiva alta; choque hipovolêmico; tratamento endoscópico de varizes de esôfago; sondagem vesical; cateteres intravenosos; gravidade da doença hepática (escores de Child-Pugh, MELD e MELD-Na); infecções associadas e o perfil da flora infectante, segundo o uso de antibióticos. RESULTADOS: 852 paracenteses em 303 pacientes foram incluídas. A etiologia mais freqüente da cirrose hepática foi hepatite crônica C (25,4%), seguida por álcool (24,1%). O diagnóstico de PBE foi estabelecido em 82 (9,6%) paracenteses, 27 (33%) da forma clássica e 55 (67%) com cultura negativa. No grupo com PBE, observamos níveis mais elevados de bilirrubinas totais e INR (p<0,0001 e p= 0,0016, respectivamente). Não houve diferença entre os grupos, quanto ao uso de betabloqueadores e risco de PBE (32,9% versus 37,3%, p=0,533) e a resposta hemodinâmica ao propranolol (68,2% versus 70%, p=1,00), assim como em relação às seguintes variáveis: hemorragia digestiva alta (6,1% versus 2,5%, p=0,074), escleroterapia endoscópica (2,4% versus 0,8%, p=0,178), sondagem vesical (4,9% versus 2,3%, p=0,138), cateterismo venoso (2,4% versus 1,7%, p= 0,649). O grupo com PBE apresentou maior percentual de pacientes Child C, 51% versus 37%, (p=0,022) e maior frequência de choque hipovolêmico 2,5% versus 0,3% (p=0,0484). Não houve diferença quanto às infecções associadas (p=1,00). No grupo com PBE, as bactérias gram-positivas foram isoladas em 55,6% e as gram-negativas em 44,4% (p=0,3848). Não houve relação entre a presença de infecção por gram positivos e o uso de quinolonas (p=1,00). O aumento de um ponto no escore MELD aumentou o risco de infecção em 1,059 vezes [IC 95% : 1,0266; 1,0930] ou 6%. Não houve diferença no risco de PBE quando analisamos faixas de valores do MELD. O aumento de um ponto no MELD-Na aumentou o risco de infecção em 1,0283 vezes [IC 95%: 1,0073; 1,0497] ou 2,8%. Entretanto, o aumento de um ponto de MELD-Na na faixa entre 6 e 15 aumentou a probabilidade de infecção em 1,3371vezes [IC 95%: 1,0230; 1,7476], entre 16 e 24 aumentou em 3,2371 vezes [IC 95%: 0,1958; 53,5291] e acima de 24 pontos em 14,2663 vezes [IC 95%: 1,2441; 163,5990]. CONCLUSÕES: Pacientes com PBE apresentaram níveis mais elevados das bilirrubinas e de INR, maior frequência de choque hipovolêmico e maior gravidade da cirrose hepática, avaliada pelos escores Child-Pugh, MELD e MELD-Na, sendo o declínio da função hepática, o principal fator de risco para desenvolvimento de PBE. O uso de betabloqueadores e a resposta hemodinâmica ao propranolol não foram associados à proteção contra PBE. O MELD-Na discriminou o risco de infecção em faixas de pontuação e de gravidade. Não houve diferença significante na frequência de infecção por bactérias gram positivas e gram negativas nos pacientes com PBE. Não observamos relação entre a frequência de infecção por gram positivos e uso de quinolonas
INTRODUCTION: Invasive procedures and the decline of the liver function have been considered predisposing factors for spontaneous bacterial peritonitis (SBP) in cirrhotic patients. In spite of the predominance of gram negative, the incidence of gram positive agents is increasing in literature. OBJETIVES: To analyze the risk factors for SBP in cirrhotic patients and to assess if there is increase in the frequency of infection by gram positive agents, according to the use of antibiotics. METHODS: In this retrospective study, the results of 1.114 paracentesis carried out in 348 patients from 2005 to 2007 in the Department of Gastroenterology of the University of São Paulo were enrolled. According to the result of ascitic fluid leucometry, two groups were formed: with and without SBP. The following factors were assessed: aspartate aminotransferase; alanine aminotransferase; bilirubin; INR; creatinine; use of propranolol and hemodynamic response; previous gastrointestinal hemorrhage; hypovolemic shock; endoscopic therapy of esophageal varices; vesical catheter, indwelling vascular catheter, severity of the underlying liver disease (scores Child-Pugh, MELD and MELD-Na); concurrent bacterial infections and the frequency of gram positive bacteria according to the use of antibiotics. RESULTS: 852 paracentesis performed in 303 patients were included. The most prevalent etiology of cirrhosis was hepatitis C virus infection (25.4%), followed by alcoholic (24.1%). The diagnosis of SBP was established in 82 (9.6%) paracentesis, 27 (33%) of them were classical SBP and 55 (67%) were negative-culture SBP. In the SBP group, we found higher levels of bilirubin and more enlarged INR (p<0.0001 e p= 0.0016, respectively). There was no difference between the groups regarding the risk of SBP and the use of betablockers (32.9% versus 37.3%, p=0.533) or hemodynamic response to propranolol therapy (68.2% versus 70%, p=1.00). The following parameters did not reach statistical significance: gastrointestinal bleeding (6.1% versus 2.5%, p=0.074), endoscopic sclerotherapy of varices (2.4% versus 0.8%, p=0.78), vesical catheters (4.9% versus 2.3%, p=0.138), vascular catheters (2.4% versus 1.7%, p= 0.649). The SBP group had a higher frequency of Child C status patients, 51% versus 37%, (p=0.022) and higher frequency of hypovolemic shock 2.5% versus 0.3% (p=0.0484). There was no difference in the frequency of SBP in patients with or without concurrent bacterial infections (p=1,00). In the SBP group, gram positive staining bacteria were found in 55.6% and gram negative in 44.4% (p=0.3848). We found no relationship between gram positive bacteria infection and the use of quinolones (p=1.00). Every single point increased in the MELD score increased the risk of SBP in 1.059 times [95% IC: 1.0266; 1.0930] or by 6%. There was no significant difference in the odds ratio for SBP according to the stratification of MELD values. Every single point increased in the MELD-Na increased the risk of infection in 1.0283 times [95% IC: 1.0073; 1.0497] or 2.8%. Nevertheless, every point increased in the MELDNa between 6 and 15 increased the probability of infection in 1.3371 times [95%] IC: 1.0230; 1.7476], between 16 and 24 in 3.2371 times [95% IC: 0.1958; 53.5291] and higher than 24 points in 14.2663 times [95% IC: 1.2441; 163.5990]. CONCLUSIONS: Patients with SBP had higher levels of bilirubin and INR, higher frequency of hypovolemic shock and more severe underlying liver cirrhosis, as assessed by the Child-Pugh score, MELD and MELD-Na, indicating that the decline of the liver function is the main risk factor for developing SBP in cirrhosis. The use of betablockers and the hemodynamic response to propranolol were not associated to protection against developing SBP. The odds ratios for developing SBP increased according to the stratification of MELD-Na values, but not according to MELD stratification. There was no significant difference in the frequency of gram positive and gram negative infections in patients with SBP. The use of quinolones was not associated with increased frequency of gram positive infections in this series .
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
29

Ribeiro, António Augusto. "Avaliação de Riscos : Estimação Qualitativa da Probabilidade e da Gravidade em Contexto de Risco Elevado." Master's thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10437/3974.

Full text
Abstract:
Orientação: João Pedro da Cruz Fernandes Thomaz ; co-orientação: Rui António Veiga
O processo de gestão de risco consiste, no estudo estruturado de todos os aspetos inerentes ao trabalho e é composto pela análise de risco, avaliação de risco e controlo de risco. Na análise de risco, é efetuada a identificação de todos os perigos presentes e a estimação da probabilidade e da gravidade, de acordo com o método de avaliação de risco escolhido. Este estudo centra-se na primeira etapa do processo de avaliação de risco, mais especificamente na análise de risco e nos marcadores de informação necessários para se efetuar a estimação de risco na industria extrativa a céu aberto (atividade de risco elevado). Considerando que o nível de risco obtido, depende fundamentalmente da estimação da probabilidade e da gravidade, ajustada a cada situação de risco, procurou-se identificar os marcadores e compreender a sua influência nos resultados da avaliação de risco (magnitude). O plano de trabalhos de investigação foi sustentado por uma metodologia qualitativa de recolha, registo e análise dos dados. Neste estudo, a recolha de informação foi feita com recurso às seguintes técnicas de investigação: - Observação estruturada e planeada do desmonte da rocha com recurso a explosivos; - Entrevista individual de formadores e gestores de risco (amostragem de casos típicos); Na análise e discussão qualitativa dos dados das entrevistas recorreu-se às seguintes técnicas: - Triangulação de analistas e tratamento de dados cognitiva (técnicas complementares); - Aposição dos marcadores de informação, versus, três métodos de avaliação de risco validados. Os resultados obtidos apontam no sentido das hipóteses de investigação formuladas, ou seja, o tipo de risco influi da seleção da informação e, existem diferenças significativas no nível de risco obtido, quando na estimação da probabilidade e da gravidade são utilizados marcadores de informação distintos.
The process of risk management is a structured study of all aspects inherent to the work and is composed of risk analysis, risk assessment and risk control. The risk analysis is performed to identify all hazards present in activities and estimate the probability and severity according to the risk assessment method chosen. This study focuses on the first stage of the risk assessment process, specifically in the analysis of risk and markers of information needed in order to perform the estimation of risk in the quarrying industry (high risk activity). Considering that the level of risk crucially depends on estimation of the probability and severity, adjusted to each situation, we aimed at identifying markers and understand its influence on the results of the risk assessment (magnitude of risk). The plan research was supported by a qualitative methodology of collecting, recording and analyzing data. In this study, data collection was done using the following techniques: - Structured and planned observation of rock dismantling with explosives in quarries; - An individual interview to be carried out with teachers and risk managers (sampling typical cases). In the qualitative analysis and discussion of interview data we used the following techniques: - Triangulation of analyst’s opinion and cognitive data processing technique ( complementary techniques); - Juxtaposing markers of information, versus three validated risk assessment methods. The results point the effect of research hypotheses made, ie the type of risk influences the selection of information and there are significant differences in risk level obtained when distinct information markers are used in the estimation of the probability and severity.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
30

Antunes, Catarina Isabel Baía. "A Pneumonia no Idoso em Portugal: Avaliação das Escalas de Risco." Master's thesis, 2017. http://hdl.handle.net/10316/81837.

Full text
Abstract:
Trabalho de Projeto do Mestrado Integrado em Medicina apresentado à Faculdade de Medicina
A pneumonia adquirida na comunidade é uma das causas mais frequentes de internamento hospitalar, principalmente na população idosa, com significante morbilidade e mortalidade. Torna-se, por isso, essencial recorrer a meios de avaliação da gravidade desta doença, como o CURB-65 e o SOAR, que auxiliem o médico na decisão quanto ao tipo de intervenção médica e local de tratamento. O objetivo deste estudo foi avaliar a eficácia destas escalas numa população idosa internada e identificar variáveis que aumentem a sua capacidade de predição, tornando-se assim mais sensíveis e adaptadas. Realizou-se um estudo retrospetivo e observacional, utilizando como amostra populacional 148 doentes com mais de 65 anos, internados com diagnóstico de pneumonia adquirida na comunidade no Serviço de Medicina Interna A do Centro Hospitalar Universitário de Coimbra, de Janeiro a Março de 2014. As variáveis analisadas foram a idade, dias de internamento, Índice de Katz, score do CURB-65, score do SOAR, hipoxemia, valor da proteína C-reativa, infiltrado bilateral radiográfico, reinternamento aos 30 dias, mortalidade no internamento, após 6 meses e após 1 ano. O estudo estatístico foi feito com o SPSS Statistics. Os indivíduos analisados apresentavam uma média de idades de 84,6 anos e 57,4% do total de doentes avaliados tinha uma idade superior a 85 anos. Os resultados verificaram que o CURB-65 tinha capacidade de predição da mortalidade no internamento estatisticamente significativa (p <0,05), bem como da mortalidade após 6 meses (p <0.001) e após 1 ano (p <0.001). No entanto, não previu o reinternamento aos 30 dias. Conjugando os critérios do CURB-65 com os valores da proteína C-reativa, hipoxemia e infiltrado bilateral radiográfico não se aumentou a capacidade de predição. Concluiu-se ainda que a capacidade de predição do CURB-65 depende do Índice de Katz. O SOAR, por sua vez, apenas mostrou predizer a mortalidade após 1 ano, com significado estatístico. Porém, não previu a mortalidade nem no internamento nem aos 6 meses, e não previu o reinternamento aos 30 dias. O Índice de Katz pareceu constituir um bom indicador de mortalidade na população geriátrica. Com base nos resultados obtidos, o CURB-65 é efetivamente a escala que deve ser utilizada, uma vez que é capaz de prever a mortalidade por pneumonia adquirida na comunidade, não só no internamento mas também após 6 meses e 1 ano. No entanto, os resultados da conjugação do CURB-65 com a proteína C-reativa, hipoxemia ou infiltrado radiográfico bilateral não evidenciaram um incremento nessa capacidade de predição. Isto poderá dever-se ao pequeno tamanho da amostra, podendo estudos futuros com uma amostra populacional maior evidenciar essa relação. O nosso estudo sugere que o Índice de Katz pode desempenhar um papel importante na predição da mortalidade. Já o SOAR apenas prevê a mortalidade após 1 ano, o que sugere que pode ser usado em situações mais específicas que o justifiquem. Em conclusão, apesar de o CURB-65 ser a escala a ser utilizada na avaliação de uma pneumonia no idoso, o médico encarregue pelo bem-estar do doente não se pode limitar às informações disponibilizadas por esta escala e deve também integrar a avaliação geriátrica global e o raciocínio clínico na tomada de decisão e gestão do doente.
Community-acquired pneumonia as one of the most frequent causes of hospitalization in the medical services also concerns a high morbidity and mortality, especially in the elderly population. This leads to the need of having validated severity assessment criteria like CURB-65 and SOAR, that guide clinical decisions regarding the site of care and level of medical intervention required. The primary objective of this study was to assess the efficiency of these score-risks in the elderly and to identify other criteria that combined would augment their predicting ability, making them more adapted to this population. An observational and retrospective study was performed with 148 patients with age over 65 years, hospitalized with the diagnosis of community-acquired pneumonia in the Hospital of Coimbra, from January to March 2014. We analyzed age, days of hospitalization, Katz index score, CURB-65 score, hypoxemia, the C-reactive protein, bilateral infiltrates on the radiograph, re-hospitalization in 30 days, and mortality during hospitalization, after 6 months and after one year. All statistics analyses were performed using SPSS. Of the 148 individuals analyzed, 57,4% were over 85 years old and the average of the sample population was 84,6 years. It was verified that CURB-65 score-risk had the capacity to predict mortality during the hospitalization statically significant (p <0,05). It also predicted mortality after 6 months (p <0,001) and after 1 year (p <0,001). However, it couldn't predict the re-hospitalization in 30 days. Combining the CURB-65 criteria with the C-reactive protein values, hypoxemia or bilateral infiltrates we couldn’t increase the predictive ability. However, CURB-65's capacity to predict mortality depends on the Katz score. The SOAR score-risk only demonstrated to predict the mortality statically significant after one year. Moreover, it didn’t predict the mortality during hospitalization neither after 6 months, and also didn’t predict the re-hospitalization after 30 days. Furthermore, the Katz score test appeared to be a good indicator of mortality in the geriatric population. Based on the above mentioned results, CURB-65 should be the scale of choice, once it can predict the mortality during the hospitalization, after 6 months and after 1 year. Nonetheless, the results couldn’t demonstrate that combining CURB-65 with the C-reactive protein, hypoxemia or bilateral infiltrates increases the predicting capacity. This could be due to the small sample size, and future studies might highlight these assumptions. Still, our study suggests that Katz index score possibly plays a role in the prediction of mortality of the elderly. SOAR score-risk only predicts mortality after 1 year of being hospitalized, so it should be used only in specific situations. In spite of CURB-65 being the score-risk of choice in the severity assessment of the community-acquired pneumonia, physicians can’t solely rely on this information and must integrate the clinical judgment along with the global geriatric evaluation in the patient management.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
31

Martins, Nuno Filipe Saraiva. "How health knowledge that can influence patient outcome." Master's thesis, 2021. http://hdl.handle.net/10071/24163.

Full text
Abstract:
Since Covid-19 was declared a global pandemic, it has killed more than two million people worldwide. Some directly due to complications and symptoms of the virus others due to lack of resources to take care of all the patients affected by it. A proper triage can go a long way to an efficient resource allocation, which makes it extremely relevant to understand which factors can affect Covid-19 complications or mortality risk. With the input form front-line Portuguese doctors, it was possible to identify the main comorbidities and health issues that can influence patient outcome: age, cancer, immunosuppression, transplant, obesity, diabetes, hypertension, and kidney, respiratory and cardiovascular disease, body temperature, blood pressure, oxygen saturation, glucose, C-protein, D-dimer and PaO2/FiO2 levels.
Desde que a Covid-19 foi declarada como uma pandemia global, já matou mais de dois milhões de pessoas em todo o mundo. Algumas mortes diretamente devido a complicações e sintomas causados pelo vírus, outras devido à falta de recursos para cuidar de todos os pacientes afetados pelo mesmo. Uma triagem adequada pode contribuir muito para uma atribuição eficiente de recursos, o que torna extremamente relevante compreender quais os fatores que podem influenciar as complicações ou o risco de mortalidade pela Covid-19. Com o preenchimento de formulário de entrada realizado pelos médicos portugueses da linha da frente, foi possível identificar as principais comorbilidades e problemas de saúde que podem influenciar o efeito no paciente: idade, cancro, imunossupressão, transplante, obesidade, diabetes, hipertensão, doenças renais, respiratórias e cardiovasculares, temperatura corporal, pressão sanguínea, saturação de oxigénio, glicose, proteína C, D-dímero e níveis de PaO2/FiO2.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
32

Bergel, Agnieszka Izabella. "On the sparre - Andersen risk model with different type of interclaim times distributions." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10400.5/13446.

Full text
Abstract:
Doutoramento em Matemática Aplicada à Economia e Gestão
The inevitability of taxes and regulations, that cause agents to go underground, forces the authorities to tolerate some underground economic activity and grants the underground economy natural features. The natural level of the underground economy is defined as the level of underground economic activity in the decentralized equilibrium, provided that the actual structural characteristics of the economy and social preferences are accounted for by imbedding them in the Walrasian system of general equilibrium equations. Its existence is proven using two variants of neoclassical general equilibrium models. The underground economy is found to influence the successfulness of fiscal consolidation programmes, depending on the position of the economy relative to critical fiscal thresholds associated with the natural level of the underground economy. Tax increases yield higher tax proceeds up to the threshold, and lower tax proceeds, passed the threshold, due to a stronger expansion of the natural level of the underground economy. Tax proceeds reach their maximum at the threshold. Tax based programmes are found ineffective in high tax developed economies, operating passed the threshold. In contrast, its successfulness in the developing world, where most economies operate below the threshold with low taxes, is not influenced by the underground economy.
Perante a inevitabilidade de impostos e regulamentação, que estão na origem da economia subterrânea, as autoridades vêem-se forçadas a tolerar actividades económicas subterrâneas. Isto confere um carácter natural à economia subterrânea. A existência de uma taxa natural de economia subterrânea é provado utilizando dois modelos neoclássicos de equilíbrio gereal. A taxa natural de economia subterrânea define-se como o nível de actividade económica subterrânea no equilíbrio descentralizado, dadas as propriedades estruturais da economia e das preferências sociais, que se incluem no sistema Walrasiano de equações de equilíbrio geral. Prova-se que a economia subterrânea influencia o resultado de programas de consolidação orçamental. Isto depende da localização da economia face a valores fiscais críticos associados à taxa natural de economia subterrânea. A seguir a um aumento de impostos, as receitas começam por crescer, atingindo o máximo no ponto crítico, para a seguir cair, devido a uma expansão da taxa natural de economia subterrânea. Programas assentes no aumento de impostos não são bem sucedidos em países desenvolvidos com cargas fiscais elevadas, que operam além do ponto crítico. Já os países em desenvolvimento, cuja maioria opera abaixo do ponto crítico com cargas fiscais baixas, a economia subterrânea não parece influenciar a eficácia dos programas. Palavras chave: Economia subterrânea, evasão de impostos, politica orçamental, consolidação orçamental, defice, divida, modelos de equilíbrio geral aplicados, modelos de crescimento economico de dois sectores, simulação.
N/A
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography