Academic literature on the topic 'Grande Attore'

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Journal articles on the topic "Grande Attore"

1

Di Francesco, Gabriele. "Il gioco d'azzardo nella società ludica." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 1 (April 2022): 91–105. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-001008.

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Abstract:
Il gioco d'azzardo, fenomeno sociale di massa, è legalmente e socialmente accettato, incentivato dall'illusione di una grande occasione in grado di garantire un'esistenza di ludico disimpegno. Comoda scorciatoia per aumentare la fiscalità erariale dello Stato, l'azzardo entra ambiguamente nell'ambiente domestico, in senso fisico e virtuale. Il giocatore, attore inconsapevole del rischio, viene proiettato in una dimensione apparentemente priva di limiti spazio temporali in cui la percezione del danno viene sublimata, anche fisicamente, nell'esaltazione del proprio piacere.
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Curcuruto, Claudia. "„… la buona corrispondenza de gl’animi è quella che facilità tutti i negozii“." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, no. 1 (March 1, 2019): 303–25. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0014.

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Abstract:
Riassunto Sullo sfondo della complessa trama politica europea del Seicento, il presente contributo si propone di analizzare la Nunziatura Apostolica come risorsa amministrativa e politica nei processi di produzione e circolazione del sapere nel complesso rapporto tra la Curia romana e, in particolare, la Sacra Congregatio Concilii, e le chiese locali. Allargando la prospettiva e consultando fonti che finora non state prese in considerazione, si possono rilevare alcuni elementi costitutivi. L’attenzione è focalizzata soprattutto sulla Nunziatura di Vienna nella seconda metà del XVII secolo, e lo studio si concentrerà in particolare su uno dei grandi diplomatici pontifici di questo periodo, Francesco Buonvisi (1626–1700) che, tra 1675–1689, ricoprì la carica di nunzio apostolico presso la corte dell’imperatore Leopoldo I. In questo contesto è possibile esplorare le rappresentazioni del papa come strumento indispensabile per ottenere e gestire le informazioni. Trattare il nunzio apostolico come attore offre la possibilità di comprendere meglio i diversi processi della „diplomazia“, i suoi doveri e le sue attività nella nunziatura apostolica dell’età moderna. Il ruolo del nunzio papale presso la corte imperiale si presenta come „connettore“ tra due realtà (divergenti), come partner indispensabile per la Congregazione del Concilio, la Curia romana e il papa nell’amministrare la giustizia, nonché come importante mediatore per la promozione e l’esecuzione dei decreti di riforma del Concilio di Trento a livello locale. I nunzi apostolici non sono solo „oggetti“ di comunicazione della Curia romana o del papa, ma partecipano attivamente e con grande efficacia al governo della Chiesa e alla comunicazione tra Roma, le rispettive corti, e le diocesi dell’orbis catholicus.
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3

Frangi, Lorenzo. "Best practices and human resource management in the subsidiaries of multinational corporations: a comparison between Italy and Brazil." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 91–117. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002004.

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Abstract:
Lo studio analizza la relazione tra le caratteristiche di alcune fondamentali pratiche di gestione delle risorse umane e il contesto istituzionale italiano e brasiliano in cui si inseriscono le filiali di tre grandi multinazionali. La ricerca affronta in primo luogo il dibattito in merito alla convergenza versus divergenza delle pratiche di gestione delle risorse umane a livello globale e, parallelamente, la relazione tra le linee guide gestionali stabilite dalle "case madri" delle multinazionali e la loro effettiva applicazione a livello delle filiali. Viene sottolineato come la possibilitŕ di ampia convergenza verso un unico modello gestionale abbia trovato sempre meno riscontro, e come anche nelle filiali delle multinazionali l'applicazione delle linee guida fornite dalle case madri trovino dei rilevanti limiti nel contesto istituzionale locale, in primo luogo nazionale. In seguito, lo studio compara le evidenze empiriche rilevate nelle pratiche di reclutamento, formazione e politiche salariali tra le filiali italiane e brasiliane di tre grandi multinazionali. I principali risultati ottenuti mostrano che queste pratiche di gestione di gestione delle risorse umane, anche a fronte di indicazioni comuni diffuse dalle "case madri", si strutturano secondo logiche opposte: una marcata dualitŕ nelle filiali brasiliane, con una netta differenza tra i pochi profili strategici e i molti lavoratori poco qualificati, mentre, comparativamente, tale dicotomia č meno evidente una all'interno delle filiali italiane. La spiegazione di tali differenti logiche viene ricercata guardando all'esterno delle imprese, con un focus specifico sul sistema educativo e sulle relazioni industriali. Il sistema educativo brasiliano č infatti strutturato secondo percorsi molto distinti, fin dai primi anni scolastici, tra classi popolari ed elite, che introducono marcate differenze di risorse di capitale umano nel mercato del lavoro. A ciň si sommano dinamiche di relazioni industriali di origine corporativa, in cui il sindacato č inefficace attore sociale nell'incidere sul crescente dualismo che ha luogo all'interno delle filiali. In Italia, invece, un sistema educativo ampiamente pubblico diviene accessibile opportunitŕ di crescita sociale. L'ambito delle relazioni industriali, inoltre, č caratterizzato dalla prevalenza di ampie dinamiche contrattate, e il sindacato, sia a livello nazionale che nelle singole filiali, agisce come rilevante forza equitativa. Lo studio proposto č un importante contributo alla comprensione delle pratiche di gestione delle risorse umane nelle multinazionali, soprattutto attraverso un approfondimento del caso brasiliano, paese poco studiato in questo ambito e di grande interesse attuale per il suo divenire economico. .
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4

Chase, Jeanne. "L'organisation de l'espace économique dans le nordest des États-Unis après la guerre d'Indépendance." Annales. Histoire, Sciences Sociales 43, no. 4 (August 1988): 997–1020. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1988.283536.

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Abstract:
Pour bien des chercheurs, la guerre d'Indépendance marque la fin du XVIIIe siècle. Elle forme le point de départ à partir duquel des institutions et une politique nouvelle viendront modeler le développement des États-Unis pendant la plus grande partie du XIXe siècle. Ses effets paraissent particulièrement évidents sur le littoral où le protectionnisme protège le commerce maritime, et aux frontières où la mise en vente de grands territoires attire de nombreux émigrants. Mais qu'en est-il des régions rurales de peuplement ancien ? Là, la population avait augmenté très fortement dès le milieu du XVIIIe siècle, et le marché intérieur avait commencé à être exploité systématiquement. La production textile y avait crû rapidement, en particulier dans les régions rurales voisines des grandes villes. La production de chaussures destinées à être commercialisées suivait le même mouvement ascendant.
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Piacentini, Matteo. "Afghanistan, i talebani ed il "Grande gioco"." FUTURIBILI, no. 1 (March 2011): 19–35. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001003.

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Abstract:
L'Afghanistan č stato spesso un luogo in cui macro-attori hanno giocato un "Grande gioco". L'Ottocento ha visto la Russia e l'Inghilterra attori del "Grande gioco", i paesi dell'Asia centrale e l'Afghanistan ne erano succubi. Negli anni Ottanta del Novecento la Russia sovietica cerca di risolvere autonomamente questo gioco assimilando questo paese ai paesi dell'Asia centrale. Ma altri due attori principali si inseriscono nel "Grande gioco", e cioč si tratta del Pakistan e degli Stati Uniti, che scalzano i russi dall'Afghanistan, utilizzando forze locali come, prima i, e poi dopo i talebani, fortemente sostenuti dal Pakistan e altrettanto fortemente orientati religiosamente con i caratteri sunniti. L'Autore mette in risalto perň come il petrolio sia il punto di riferimento del "Grande gioco". E, con il crollo dell'Unione Sovietica assumono importanza i paesi dell'Asia centrale, in primo luogo il Turkmenistan. Da questo punto di vista l'Afghanistan diventa il punto di connessione ditra questi paesi exsovietici e il Pakistan, con il sostegno degli Stati Uniti e dell'Arabia Saudita. L'orientamento fondamentalista dei talebani, e poi il loro approccio al terrorismo di Al Qaeda diffuso sia verso la parte occidentale del Pakistan che in alcuni paesi dell'Asia centrale, indeboliscono la posizione del Pakistan nel ruolo del "Grande gioco" ed invece inseriscono in questo, oltre agli Stati Uniti, anche la Russia, la Cina, l'India. Č un "Grande gioco" in cui elemento importante č l'utilizzo del petrolio dei paesi dell'Asia centrale, e in secondo luogo la lotta comune al terrorismo di orientamento Al Qaedista.
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Cremaschi, Marco, and Silvia Lucciarini. "Quale agency per gli esperimenti urbani? Sperimentalismo e tattiche nel Grands Voisins a Parigi e al Mitreo di Corviale a Roma." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 128 (July 2022): 95–108. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-128009.

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Abstract:
A partire dagli anni Duemila nel repertoire delle idee urbanistiche, ha preso piede la cosiddetta "urbanistica tattica", o transitoria, un'iniziativa svolta su terreni non occupati e edifici vuoti che mira a coinvolgere la comunità circostante prima che il sito sia sviluppato. Un aspetto cruciale nelle analisi sull'urbanistica tattica nelle sue forme istituzionalizzate -e quindi nelle public policy- è relativo alla composizione delle arene locali, la rappresentazione dei diversi interessi, le narrative dei diversi attori, e la scelta dei processi negoziali nelle decisioni condivise. Ovvero quali meccanismi di costruzione del consenso all'interno dell'arena degli attori locali siano presenti nell'implementazione di politiche urbane transitorie, che si muovono tra competizione e collaborazione. Questo breve paper esamina queste dinamiche per esplorare natura e prossimità degli interessi degli attori in due casi: i Grands Voisins a Parigi e il Mitreo di Corviale a Roma.
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Achukwi, M. D., V. N. Tanya, O. Messiné, and L. M. Njongmeta. "Etude comparative de l’infestation des bovins Namchi (Bos taurus) et Goudali de Ngaoundéré (Bos indicus) par la tique adulte Amblyomma variegatum." Revue d’élevage et de médecine vétérinaire des pays tropicaux 54, no. 1 (January 1, 2001): 37. http://dx.doi.org/10.19182/remvt.9803.

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Abstract:
L’attraction relative exercée par les bovins taurin Namchi et zébu Goudali de Ngaoundéré sur la tique adulte Amblyomma variegatum a été évaluée à travers l’exposition de ces animaux à l’infestation naturelle au pâturage. Le comptage des tiques adultes a été effectué une fois par semaine pendant six semaines. La méthode de l’analyse de variances (Anova) avec données répétées et les modèles linéaires généralisés (Glim) ont montré que l’infestation individuelle a été variable. Les Namchi ont moins attiré les tiques adultes que les Goudali (P < 0,05). Le taux d’infestation a varié aussi avec le temps et lesite de fixation des tiques sur l’animal (P < 0,05), la zone ventro-génitale ayant porté la plus grande charge tandis que les oreilles, le dos et la croupe ont été les moins infestés. Ces résultats suggèrent une résistance naturelle des Namchi à la tique A. variegatum. Cette aptitude innée des bovins Namchi à attirer le minimum de tiques pourrait être exploitée dans la mise en place d’une stratégie de contrôle durable et non-nocive à l’environnement.
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Labelle, Ronald. "Geneviève Massignon et les contes oubliés du Madawaska : un patrimoine à redécouvrir." Études 12 (September 29, 2014): 25–37. http://dx.doi.org/10.7202/1026782ar.

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Abstract:
Après avoir parcouru les régions acadiennes des provinces Maritimes en 1946-1947 afin de réaliser une thèse doctorale sur les parlers français d’Acadie, Geneviève Massignon y est revenue en 1961, attirée cette fois-ci par les conteurs et chanteurs traditionnels qu’elle avait découverts. Florent Gervais, conteur vivant dans le Madawaska américain, avait particulièrement attiré son intérêt. Massignon a présenté des contes du Madawaska lors du congrès de l’Isfnr à Athènes en 1964, mais elle est décédée deux ans plus tard et son grand projet d’édition de contes n’a jamais été réalisé. Massignon considérait que les contes du Madawaska méritaient d’être connus à travers le monde, mais son travail est tombé dans l’oubli. L’auteur s’interroge donc sur les tendances qu’ont les chercheurs de développer sans cesse de nouveaux chantiers de recherche, alors que des travaux importants demeurés inachevés mériteraient d’être repris. Selon lui, les contes traditionnels demeurent un domaine d’étude pertinent à l’heure où la pratique du contage connaît partout un renouveau.
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Rapini, Andrea. "Attori, spazi e saperi della riforma sociale durante la Grande guerra." PASSATO E PRESENTE, no. 99 (October 2016): 59–86. http://dx.doi.org/10.3280/pass2016-099004.

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Gastaldi, Francesco, and Giuseppe Guida. "Made in sud. L'industria tra intervento pubblico e territorio dilapidato." CRIOS, no. 23 (October 2022): 42–55. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023005.

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Abstract:
Le politiche per il sud dell'Italia attuate dal dopoguerra ad oggi, hanno contribuito a ridurre il divario con il Nord ma, nonostante ciò, questa area costituisce ancora un nodo irrisolto politico e socioeconomico del Paese. Tale condizione si riflette nelle forme territoriali, la cui crisi oggi reclama, da un punto di vista urbanistico, una lettura pertinente e modelli solutivi di tipo strate- gico e un approccio rigenerativo. Il quadro che viene tracciato relativamente all'intervento pub- blico a Sud è centrato sul ruolo di tre attori: la grande industria e lo Stato, con la loro reciproca commistione e il milieu territoriale meridionale. Dal punto di vista territoriale, si è determinato, tra agli altri esiti, un rapporto critico tra le grandi aree industriali e i territori di medie e piccole città attorno alle quali furono impiantate le grandi "piastre" produttive, in particolare delle Aree di Sviluppo Industriale. Attraverso il caso studio della provincia di Caserta, si suggerisce la necessità di un quadro analitico adeguato e un approccio rigenerativo replicabile dove le identità rurali, l'abbandono, il palinsesto storico e una vocazione industriale ancora persistente si contendono il territorio incidendo sulle prospettive di futuro.i.
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Dissertations / Theses on the topic "Grande Attore"

1

Bernardini, Livia <1989&gt. "Professione stagista. Il tirocinio tra politiche attive di inserimento e sfruttamento: il caso della Grande Distribuzione Organizzata a Bologna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5511.

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Abstract:
L’elaborato si propone di indagare il rapporto tra tirocini e mondo del lavoro al fine di comprendere se questo strumento borderline, a cavallo tra formazione e impiego, può effettivamente rivelarsi un mezzo di politiche attive del lavoro. Si parlerà, nello specifico, di tirocinio extracurriculare, strumento del quale verranno esaminati globalmente utilizzo e diffusione a livello quantitativo mentre, da un punto di vista qualitativo, ne verrà invece valutata l’efficacia nell’ambito del settore della grande distribuzione (GD, GDO e CashCarry). Il lavoro è articolato secondo una precisa tripartizione: dopo una parte introduttiva relativa all'analisi strutturale del settore e alla descrizione globale della situazione stage in Italia, il cuore del lavoro di ricerca consisterà in una serie di interviste ad enti promotori, sindacalisti, ispettori e stagisti impiegati in questo settore nell'area di Bologna. La terza ed ultima parte offre poi un quadro conclusivo e compendiato dell’intera ricerca proponendo, attraverso la disamina delle differenti prospettive di analisi affiorate nel corso delle interviste, un’organica e complessiva panoramica in merito alla tematica trattata.
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Simone, Andrea. "Dante in scena. Percorsi di una ricezione: dalla fine dell'Ancien Régime al Grande Attore." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1152148.

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Abstract:
La ricerca ricostruisce, nel mare magnum degli studi danteschi, la storia della fortuna scenica e performativa del poema nel corso del XIX secolo, rintracciandone le origini, le cause e le specifiche modalità di fruizione, fra prassi esecutive e influenze culturali, sondate sia all’interno che fuori dai confini nazionali, in particolar modo oltremanica. Il fenomeno è osservato nella sua ampiezza e nella sua evoluzione storica attraverso indagini bibliografiche e archivistiche che ripercorrono le principali tappe italiane ed europee di questa diffusione, da cui emerge la costante di una peculiare trasmissione orale-aurale che ha conosciuto un ininterrotto successo dal Trecento fino ad oggi. È proprio seguendo la via dell’oralità e del consumo orale-aurale della Commedia che si vuole tracciare una mappa della sua fortuna e della sua ricezione in ambito performativo, in particolare nel cruciale passaggio tra i secoli XVIII e XIX, con uno sguardo volto all’indietro, vale a dire a una possibile storia della trasmissione “a viva voce” a partire dai secoli a torto definiti “senza teatro”, e uno in avanti, cioè alle performances otto e primo novecentesche. La “recitazione pubblica” del poema è dunque al centro dell’indagine la cui fondamentale acquisizione consiste nell’aver mostrato che le pratiche performative extra-drammatiche, alimentate dalle terzine dantesche, reagiscono ai mutamenti storici e alle attese del pubblico, delineando drammaturgie parallele e autonome rispetto a quelle dei generi teatrali.
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Books on the topic "Grande Attore"

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D'Amico, Silvio. Tramonto del grande attore. Firenze: La Casa Usher, 1985.

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Roberto, Festi, and Andreotti Giulio, eds. Alberto Sordi: Un attore grande grande. Trento: Stampalith, 2003.

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3

Memo Benassi: Un grande attore diverso. Bologna: P.E. Persiani, 2007.

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4

Achille Majeroni: Grande attore sul palcoscenico dell'Ottocento. Milano: Crocetti, 2005.

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5

Muscarà, Sarah Zappulla. Giovanni Grasso: Il più grande attore tragico del mondo. Acireale, Catania: Cantinella, 1995.

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6

Raffaele Viviani: Fortune e sfortune d'un grande autore-attore. Napoli: Guida editori, 2017.

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7

Racconti del grande attore: Tra la Rachel e la Duse. Città di Castello (Pg) [i.e. Perugia, Italy]: Edimond, 2004.

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8

Buonaccorsi, Eugenio. L'arte della recita e la bottega: Indagini sul grande attore dell'800. Genova: Bozzi, 2001.

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Tramonto e risurrezione del grande attore: A ottant'anni dal libro di Silvio D'Amico. Corazzano (Pisa): Titivillus, 2009.

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10

illustrator, Mazzone Luisa, ed. Ugo Tognazzi: Storia, stile e segreti di un grande attore = story, style, and secrets of a great actor. Roma: Luce Cinecittà, 2018.

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Book chapters on the topic "Grande Attore"

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Idrīs, Yūsuf. "Atto primo." In I grandi libri della letteratura araba. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-240-6/003.

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Idrīs, Yūsuf. "Atto secondo." In I grandi libri della letteratura araba. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-240-6/004.

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"Atto primo • Cospirazioni." In I grandi libri della letteratura araba. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-475-2/003.

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"Atto secondo • I destini." In I grandi libri della letteratura araba. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-475-2/004.

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5

Cox, Karen L. "Cold Justice." In Goat Castle. University of North Carolina Press, 2017. http://dx.doi.org/10.5149/northcarolina/9781469635033.003.0010.

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Abstract:
This chapter covers the trial of Emily Burns as an accessory in the murder of Jennie Merrill. It demonstrates the double standard of justice that befell her in late November when the weather in Natchez turned cold. Jim Crow injustice meant that Emily did not have an attorney until she was indicted by the grand jury of Adams County. Within one week she went on trial and was convicted in a day and a half. She could have received the death penalty, but was sentenced to life in the Mississippi State Penitentiary. Her attorney Wilfred Geisenberger was said to have saved her from death.
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Grogan, Martha. "Cardiac amyloidosis." In ESC CardioMed, 1545–49. Oxford University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780198784906.003.0373.

Full text
Abstract:
Cardiac amyloidosis is an important cause of heart failure and cardiac arrhythmias, yet cardiologists often miss the diagnosis. Immunoglobulin light-chain amyloidosis (AL) is relatively rare, but likely underdiagnosed. The median survival of untreated patients with cardiac AL is 6 months after the onset of heart failure, highlighting the importance of early diagnosis. Wild-type transthyretin amyloidosis (ATTR) is increasingly recognized, especially in males over the age of 60 years. Although the clinical course of wild-type ATTR is more indolent, the median survival is approximately 3.5 years from diagnosis. Typical echocardiographic findings of increased left and right ventricular wall thickness, diastolic dysfunction, and pericardial effusion may suggest cardiac amyloidosis, along with abnormal delayed gadolinium enhancement and difficulty nulling the myocardium on cardiac magnetic resonance imaging. For AL, a tissue diagnosis is required. In contrast, ATTR may be diagnosed non-invasively with grade 2/3 uptake by nuclear scintigraphy in the absence of a monoclonal protein. Treatment of cardiac amyloidosis is entirely dependent on the type of amyloid and is directed at the underlying precursor protein or disrupting existing deposits. Cardiac care is supportive and challenging. Standard heart failure medications such as beta blockers and angiotensin-converting enzyme inhibitors are not routinely indicated and often cause haemodynamic deterioration. Outcomes of source-directed therapy for AL are improving and several clinical trials of treatment for ATTR are ongoing.
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Cox, Karen L. "Hollow Victory." In Goat Castle. University of North Carolina Press, 2017. http://dx.doi.org/10.5149/northcarolina/9781469635033.003.0011.

Full text
Abstract:
In the year following the trial to convict Emily Burns, Octavia Dockery seethed with resentment for the sheriff of Adams County. One year to the day of her arrest and that of Dick Dana, she filed lawsuits for herself and on Dick’s behalf, seeking damages from Book Roberts for their unlawful arrest and humiliation. Roberts, who believed the pair was involved in the murder, re-arrested them on murder charges. During arguments among the attorneys it was revealed that the previous grand jury had voted to indict the pair for murder, but Adams County district attorney Clay Tucker would not prosecute. The case had exhausted the town of Natchez. A venire of more than 200 men was passed over so there were not enough to field a jury of 12. The judge declared a mistrial, but the murder charges against Dana and Dockery remained.
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Adkison, Danny M., and Lisa McNair Palmer. "Impeachment and Removal from Office." In The Oklahoma State Constitution, 147–50. Oxford University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780197514818.003.0013.

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Abstract:
This chapter discusses Article VIII of the Oklahoma constitution, which concerns impeachment and removal from office. Section 1 states that “the Governor and other elective state officers, including the Justices of the Supreme Court, shall be liable and subject to impeachment for wilful neglect of duty, corruption in office, habitual drunkenness, incompetency, or any offense involving moral turpitude committed while in office.” Moreover, “all elected state officers, including Justices of the Supreme Court and Judges of the Court of Criminal Appeals, shall be automatically suspended from office upon their being declared guilty of a felony by a court of competent jurisdiction.” Two other methods for removing elected officials not mentioned in Section 1 are specified in state law pursuant to Section 2. The first provides for a grand jury to accuse an official and present its findings to a district judge. The second allows the governor to instruct the attorney general to investigate an official and, if official misconduct is found, to institute proceedings in court. Section 3 designates the chief justice of the Oklahoma Supreme Court as the presiding officer in an impeachment trial. Lastly, Section 4 requires senators to take an oath and specifies a two-thirds vote of those present in order to convict.
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CEA, Roberto. "Politique de santé entre concurrence scientifique et pouvoir des experts." In Les épidémies au prisme des SHS, 109–14. Editions des archives contemporaines, 2022. http://dx.doi.org/10.17184/eac.5996.

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Abstract:
La communication vise à analyser les épidémies de choléra en Italie à la fin du XIXe siècle comme une étude de cas utile pour étudier la relation entre les experts et les décideurs politiques lors les situations d'urgence épidémiques. L’épidémie de 1884-1887 a marqué un tournant décisif dans l’histoire des institutions sanitaires de l’État italien. Le nombre élevé de décès, environ 34.000, a attiré l’attention sans précédent de la presse, alors que l'opinion publique a été particulièrement impressionnée par les effets de la maladie dans les grandes villes comme Naples, qui est devenu rapidement le symbole de la relation entre le choléra et la dégradation hygiénique-environnemental. Sous la pression des événements, le gouvernement a décidé de modifier sa stratégie initiale en matière de santé, passant d'une approche strictement contagionniste à une approche anti- contagionniste, tandis que les questions concernant la santé et la sécurité collectives devenaient de plus en plus centrales dans le débat public et politique. La principale conséquence de l'épidémie a été l'approbation en 1888 d'une vaste réforme sanitaire, qui a conduit à la création d'une Direction de la santé publique au Ministère de l'Intérieur et à la mise en place d'un corps de fonctionnaires hygiénistes au sein de l'administration publique. Le cadre institutionnel créée par la réforme est resté en place pendant environ un siècle, jusqu'à l'entrée en fonction du SSN (Service Sanitaire National) en 1978. L’étude de cas proposée a donc une double portée. D'une part, il permet de vérifier la configuration des épidémies passées en tant que phénomènes d'accélération des processus sociaux et institutionnels. D'autre part, il souligne la capacité des crises épidémiques à avoir des effets durables sur l'organisation institutionnelle et administrative des États. En partant de ces hypothèses, et en utilisant les sources archivistiques et imprimées nécessaires à la réalisation d'une étude historiographique, la question sera abordée sur la base de deux niveaux d'analyse. Le premier entend reconstruire le champ scientifique des experts, avec ses caractéristiques et ses conflits internes. Les mesures sanitaires proposées par les différents groupes d'experts, au-delà de leur attribution à la doctrine contagionniste ou anti-contagionniste, étaient enracinées dans des traditions scientifiques d'origine locale, antérieures à l'Unité nationale et dotées d'une forte valeur identitaire pour les élites médicales régionales. Le domaine médical a produit des indications qui n'étaient pas unanimes, mais qui reflétaient les contrastes présents en son sein et qui n'étaient que partiellement justifiés par des raisons scientifiques. Le deuxième niveau d'analyse explorera la relation entre les experts et les décideurs politiques. Cette relation a été certainement décisive pour le gouvernement central, mais elle a pris forme également au niveau local et périphérique, puisque presque toutes les municipalités et de nombreuses préfectures ont formé des commissions spéciales chargées d'élaborer des mesures sanitaires pour contenir l'épidémie. Les médecins et les hygiénistes ont pu définir le champ des possibilités dans lequel les décideurs politiques pouvaient agir, même si leur rôle, externe à l'administration publique, était peu formalisé sur le plan institutionnel. Les conclusions illustreront les conséquences produit par la relation entre les experts et le pouvoir politique construit entre 1884 et 1887, notamment en ce qui concerne le contenu de la réforme de la santé, les compétences des hygiénistes employés par le Ministère de l'Intérieur et la réglementation sanitaire du commerce international.
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"LXIX. Lettre sur la foi et la hiérarchie de l'église orientale, adressée an catholicos arménien Ter Grigor; à l'occasion de certains doutes ayant attiré leur attention, les évêqnes de pays ont écrit ce document d'orthodoxie et de concorde, par l'entremise de Ter Stéphannos, évêque de Sionnie, primat métropolitain et premier suffragant de la Grande-Arménie." In Histoire de la Siounie, edited by Marie-Félicité Brosset, 250–59. Piscataway, NJ, USA: Gorgias Press, 2013. http://dx.doi.org/10.31826/9781463229832-068.

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Conference papers on the topic "Grande Attore"

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Decandia, Lidia. "Rimettere in moto e lavorare il tempo per prendersi cura dei territori contemporanei." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7976.

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Abstract:
Il saggio intende problematizzare e argomentare l’idea che le sopravvivenze del passato presenti nei territori contemporanei non debbano essere trattate come immagini e simulacri di un tempo che non è più, ma piuttosto come dei sintomi, dei segnali, degli inciampi di tempo che possono aiutarci a comprendere e ad avere cura del nostro presente. Un presente che non è una terra desolata e priva di qualità, ma piuttosto un mare che contiene abissi, grovigli vortici in cui si mescolano diverse temporalità. In questo senso il passato, contenuto nel territorio, può essere inteso come una sorta di grande inconscio con cui fare i conti per avviare un lavoro di smontaggio, attraverso cui sciogliere quei grovigli che bloccano il nostro presente, ma anche come un lavoro di scavo che potrebbe aiutarci a portare alla luce perle inabissate, liberare energie sepolte, profezie di futuro dimenticate che potrebbero contribuire a ripensare il nostro presente. E' partendo da questo presupposto che si vuole introdurre il tema della cura. L’idea attorno a cui si intende lavorare è quella di esplorare questo concetto partendo dal presupposto che sia proprio attraverso questo lavoro complesso di erosione e di scavo in profondità che occorra ripartire per stabilire relazioni profonde e significanti con il territorio. Un territorio che non può più essere inteso come una superficie a cui sovrapporre qualsiasi contenuto, ma piuttosto semmai come un “campo di energie” che contiene placente d’ombra, latenze, memorie che entrano in collisione col presente.
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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Abstract:
Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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