Academic literature on the topic 'Governo del territorio e del paesaggio'

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Journal articles on the topic "Governo del territorio e del paesaggio"

1

Amato, Fabio, Giovanni Laino, and Cristina Mattiucci. "Ripensare l'ospitalità. I migranti nei paesaggi campani in trasformazione." CRIOS, no. 19 (May 2021): 60–71. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019006.

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Abstract:
L'articolo presenta una sintesi di un'indagine sulla presenza degli stranieri in Cam¬pania, concepita come contributo alla descrizione interpretativa del paesaggio su scala regionale. I dati restituiscono un paesaggio abitato secondo traiettorie di residenza e di impiego da parte di stranieri che configurano in modo peculiare parti di territorio, facendo rilevare componenti di una path dependency cui corrispondono vocazioni territoriali, ovvero opportunità di attivare efficaci politiche territoriali e per il paesaggio. Sulla base dell'evidenza della componente straniera della popolazione, che connota di fatto il paesaggio e indica alcuni squilibri locali (demografico, del mercato del lavoro e degli alloggi), gli autori sostengono che l'indagine contribuisce al riconoscimento di una risorsa locale, che si configura come una opportunità per il governo del territorio e interroga politicamente lo statuto biunivoco dell'ospite. .
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2

López Sánchez, Marina, Rossella Salerno, Mercedes Linares, Gómez del Pulgar, and Antonio Tejedor Cabrera. "Pianificazione del paesaggio e patrimonio digitalizzato: verso una convergenza necessaria." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 101–6. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099014.

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Abstract:
In Europa il paesaggio si è consolidato come un tema che richiede un nuovo approccio etico al governo del territorio. Con riferimento alla Convenzione Europea del Paesaggio, il paesaggio si è già confermato come l'attuale sfida della pianificazione territoriale. Derivante dalla revisione di diverse pratiche europee convergenti sul tema, questo testo evidenzia il ruolo centrale del patrimonio nell'affrontare sfide poste dalla visione paesaggista e sostiene la necessità di stabilire sinergie con ricerche che propongono una strategia della conoscenza del patrimonio basata sulla rappresentazione e visualizzazione digitale. Queste tecniche possono contribuire efficacemente all'inclusione della dimensione sociale nella pianificazione territoriale come oggi richiede l'approccio paesaggistico.
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3

Zanon, Bruno, Giorgio Tecilla, Roberto Paoli, and Marco Piccolroaz. "Trentino. Territorio, paesaggio e architettura del regionalismo / Territory, landscape and critical regionalism in Trentino." Regionalità e produzione architettonica contemporanea nelle Alpi, no. 1 ns, november 2018 (November 15, 2018): 138–51. http://dx.doi.org/10.30682/aa1801p.

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Abstract:
The progress of the practice and the debate on architecture in the Alpine region of Trentino, in the last fifty years, has been characterised by a pivotal role of the Autonomous Province, the local authority with key competencies in environmental matters and spatial organisation, on the one hand, and by the experimentation and the promotion of discussion events on architecture, on the other. In the Sixties, spatial planning was conceived as a key instrument to support the development of a mountain province. Change was the perspective, and this required the activation of landscape control procedures centred on the control of the quality of architectural projects. This was not enough to qualify the professional practice, although some architects were able to propose innovative projects and began to animate the cultural debate, to establish supra-local relationships and to consolidate the awareness of the role of the architectural project. The contributions proposed are aimed at critically examine such issues, with a particular focus on the experience of institutions such as the “Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio” within the Trentino School of Management, the “Osservatorio per il Paesaggio” within the Autonomous Province and the “Circolo Trentino Architettura Contemporanea”. Factors that led a decisive evolution of the spatial planning framework in the last decade, characterised by a new attention to the landscape and to the quality of architectural design, thanks to cultural initiatives, occasions of debate, and training paths.
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4

Biondi, Edoardo, and Marina Allegrezza. "II paesaggio vegetale del territorio collinare anconetano." Giornale botanico italiano 130, no. 1 (January 1996): 117–35. http://dx.doi.org/10.1080/11263509609439515.

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5

Nuti, Lucia. "Le alterne fortune dell'acqua nella storia del territorio." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125001.

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Abstract:
Questa nota introduttiva propone alcune riflessioni sulla presenza dell'acqua nel paesaggio della Toscana e sulle sue variazioni nel corso dei secoli. Momenti di forte espansione dell'acqua nelle sue diverse forme, acque vive,morte,naturali, artificiali,navigabili o di deflusso, si sono alternati a momenti di regressione in favore delle terre coltivate. Nell'attuale clima culturale sembrano risorgere le fortune dell'acqua ed i piani di recupero urbano e territoriale le assegnano un ruolo attivo come componente del paesaggio e si torna a invocarne la presenza anche nei luoghi da cui č stata tenacemente estromessa.
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6

Cotella, Giancarlo, and Rivolin Umberto Janin. "Europeizzazione del governo del territorio: un modello analitico." TERRITORIO, no. 73 (June 2015): 127–34. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-073019.

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7

Fornasin, Alessio, and Segio Zilli. "Agricoltura, popolazione rurale, ambiente. Uno studio sul Catasto agrario del 1929." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (January 2022): 76–94. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297004.

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Abstract:
Le trasformazioni del paesaggio agrario sono il risultato di elementi molto vari. Alcuni di questi riguardano le modifiche strutturali del territorio, che ne cambiano l'aspetto in termini di lungo periodo. Vi sono fattori, invece, che agiscono in tempi molto più brevi, come l'alternarsi delle stagioni. Il presente studio rappresenta un primo tentativo di introdurre il tema dell'ambiente e del paesaggio attraverso una lettura del territorio che viene vista in relazione al periodo vegetativo del frumento e del mais. Le informazioni, raccolte a livello di zona agraria e provincia, sono tratte dal Catasto agrario del 1929. Nel lavoro si propongono alcune osservazioni riguardo alle principali coltivazioni cerealicole dell'agricoltura italiana, in relazione alla superficie a essi dedicata, alla popolazione rurale e al calendario dei lavori agricoli.
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8

Garzilli, Francesca. "Latenze del paesaggio periurbano: in dialogo con François Jullien." CRIOS, no. 19 (May 2021): 34–45. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019004.

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Abstract:
Il paper rilegge criticamente il territorio periurbano e le sue potenzialità a partire da un'intervista rilasciata da François Jullien in merito ad alcuni concetti, pertinenti all'oggetto di riflessione, espressi all'interno del libro "Vivre de paysage ou l'impensé de la raison" (2014) . Scopo del sag¬gio è di mettere in relazione il concetto di paesaggio espresso da Jullien, riferito alla tradizione cinese, ed in particolare le sue condizioni di spazio entre ed ècart, con le caratteristiche tipiche del territorio periurbano. Questa impostazione sembra particolarmente utile per superare i limiti descrittivi e prefigurativi legati alla condizione topologica di questo spazio, frammentario, ibrido, discontinuo, contradditorio. La visione olistica sostenuta dallo studioso francese sembra infatti esaltare le potenzialità del periurbano come "campo di transizione", aiutando ad uscire da alcune secche concettuali persistenti nel dibattito disciplinare. La contaminazione tra questa interpretazione del paesaggio e gli studi provenienti dalla tradizione del landscape ecology possono così contribuire a un nuovo discorso sul paesaggio periurbano e sulle possibilità di una sua risignificazione mediante una rinnovata idea di progetto.
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9

Canciullo, Giovanna. "L'ateneo e il governo del territorio." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (September 2019): 104–12. http://dx.doi.org/10.3280/asso2019-001010.

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10

Gibelli, Gioia, and Riccardo Santolini. "Reti ecologiche e governo del territorio." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 61–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058009.

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Abstract:
Alla luce delle emergenze climatiche ed economiche, che spingono a riempire di contenuti concreti i concetti di sostenibilitŕ all'interno degli strumenti di pianificazione, si č attivata una profonda riflessione che ha portato a considerare la biodiversitŕ come un obiettivo da perseguire in quanto dimensione primaria dei sistemi naturali ma con funzione prioritaria di conservare un capitale naturale di qualitŕ, il cui ruolo č quello di garantire la durabilitŕ dei processi e la conservazione delle risorse per le generazioni future e di erogare una serie di servizi ecosistemici alle generazioni presenti. Il progetto di rete ecologica ligure (Rel) rappresenta, allo stato attuale delle conoscenze, i luoghi dove il capitale naturale č allocato. I Ptcp di nuova generazione vedranno le province impegnate nella ridefinizione dello scenario strategico di valorizzazione e conservazione del capitale naturale e nell'acquisizione e eventuale maggiore definizione delle cause di vulnerabilitŕ del sistema paesistico-ambientale.
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Dissertations / Theses on the topic "Governo del territorio e del paesaggio"

1

Osmani, Laura. "Database relazionali e applicazioni gis e webgis per la gestione, l'analisi e la comunicazione dei dati territoriali di un'area protetta. Il Parco Regionale del Conero come caso applicativo." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3637.

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Abstract:
2008/2009
Alla base del lavoro di ricerca è stato posto un impianto metodologico a carattere multidisciplinare contrassegnato da un lato da un’analisi introduttiva teorico-geografica relativa alle tematiche inerenti il governo del territorio e del paesaggio in area protetta, dall’altro, da una fase di esame (connessa ad un ambito di indagine più strettamente cartografico – digitale) tesa a fare il punto sullo stato di avanzamento -a livello comunitario e nazionale- in merito al tema della costruzione di infrastrutture di dati spaziali, pubblicazione e condivisione di servizi legati al settore del Geographical Information System, con attenzione alla comunicazione degli elementi di natura ambientale (rintracciabili anche all’interno del contesto aree protette). Entrambe le panoramiche, arricchite al loro interno dalla descrizione del quadro normativo transcalare di riferimento, risultano necessarie ai fini della contestualizzazione e impostazione del lavoro e conducono ad una fase di screening in merito al tema comunicazione dei dati territoriali in ambiente webgis da parte degli enti italiani gestori delle aree protette, nello specifico parchi nazionali e regionali. Tali elementi teorici, legislativi e conoscitivi sono stati poi presi a riferimento nel corso della fase applicativa della ricerca con lo scopo di guidare e supportare i momenti che hanno condotto alla realizzazione di applicazioni dedicate all’area Parco del Conero facenti seguito ad una fase di survey sul campo, ad un’organizzata raccolta di dati territoriali (di base e di Piano del Parco) e successive fasi di analisi spaziale. Lo scopo è quello di supportare (grazie agli applicativi realizzati) le operazioni di gestione, studio e comunicazione territoriale che un Ente responsabile di un’area protetta si trova a dover definire e implementare alla luce delle tematiche considerate nel corso della sezione teorica. I risultati tangibili si incarnano nella creazione di un’architettura che partendo dal relational database, passando per il geodatabase e giungendo alle piattaforme webgis dinamiche e interattive funga da supporto ai processi di coordinamento, analisi e diffusione di selezionati elementi territoriali relativi al comprensorio Parco del Conero e al suo principale strumento di pianificazione (Piano del Parco) agevolando e supportando così sia processi gestionali e decisionali più “consapevoli”, sia percorsi informativi e partecipativi strutturati. Il corpus definitivo dell’elaborato è stato suddiviso in due parti distinte allo scopo di scandire i momenti dello studio e consentirne una più immediata lettura. Ciascuna si articola in tre capitoli. La prima parte, a cui si è assegnato il titolo “Governo del territorio e condivisione del dato informativo e cartografico. Scenari evolutivi verso lo sviluppo di dinamiche partecipative” esplicita al suo interno il quadro teorico, normativo e conoscitivo posto alla base della ricerca. - Nel corso del primo capitolo si è ritenuto opportuno introdurre brevemente alle recenti dinamiche che hanno interessato i concetti, le definizioni e gli aspetti normativi inerenti le tematiche relative al governo del territorio e del paesaggio in area protetta, più nel dettaglio di quello dei parchi naturali regionali in Italia e forme del paesaggio da tutelare. Un excursus che ha preso in esame gli scritti geografici nazionali e internazionali sul tema, facendo emergere posizioni eterogenee, in continua evoluzione e, comunque, oggi in linea con i recenti indirizzi di contesto sviluppati e approvati in ambito comunitario e convenientemente riletti alla scala nazionale. Il tutto ha la necessità di essere supportato da un’adeguata rappresentazione cartografico-tassonomica delle diverse tipologie, unità e categorie di paesaggio e parco. Principio, quello della classificazione, che caratterizza una delle fondamentali linee di dibattito, internazionale e nazionale sull’argomento. - Il secondo, attraverso un approccio che lega il mondo del Geographical Information System e le aree protette tramite il tema della pubblicazione e condivisione dei dati spaziali e ambientali, configura brevemente lo stato dell’arte nel contesto di realizzazione di infrastrutture ad essi dedicate, di implementazioni relative alla stesura dei metadati da indicare per set e serie di elementi territoriali, nonché servizi per i medesimi. Lo sguardo viene rivolto alle direttive, ai regolamenti e alle decisioni in ambito comunitario e alle trasposizioni delle stesse all’interno del contesto nazionale. - Nel terzo si inizia ad entrare nella parte del lavoro di ricerca caratterizzata da un’impronta più conoscitiva che teorico-normativa. Ci si spinge oltre il quadro concettuale e si cerca di capire, attraverso la realizzazione di uno screening sul tema della comunicazione e diffusione (da parte dei rispettivi enti gestori) dei più rilevanti dati territoriali relativi ai parchi nazionali e regionali italiani tramite piattaforme webgis, cosa nel nostro paese è stato fatto a favore della loro divulgazione e quali possono configurarsi come margini di miglioramento futuro. L’analisi è corredata da grafici e tabelle di dettaglio in relazione alle quali si espongono commenti relativi ai risultati ricavati nel corso dell’indagine -sia in valore assoluto che in valore percentuale-. Il capitolo funge da ponte tra la sezione teorica del lavoro e quella dedicata invece al caso di studio specifico. La seconda parte “Un’applicazione territoriale: il Parco del Conero. Da un’analisi geografica di contesto ad una di dettaglio attraverso tools gis-analyst. Database Management System e Web Service Application per la gestione e la comunicazione”, memore dell’indagine teorico-conoscitiva, è dedicata alla presentazione del caso applicato all’area protetta del Conero. Nel dettaglio: - all’interno del capitolo quarto si fornisce un inquadramento territoriale dell’area oggetto di esame tramite analisi condotte grazie a tools gis-analyst (ArcGis – ArcToolbox). Tale inquadramento viene arricchito dal rilievo sul campo della rete sentieristica interna al Parco del Conero in relazione alla quale si descrivono le modalità di acquisizione dei dati e le successive fasi di post-elaborazione. Il rilievo dei sentieri (reso necessario dal fatto che la rete era stata solo digitalizzata sulla carta) ha consentito di completare il quadro di analisi relativo alla viabilità pedonale interna all’area parco, ponendo l’accento non solo sulle caratteristiche di fruibilità turistico-paesaggistica che questa possiede, ma integrando i dati raccolti con quelli del Piano del Parco già a disposizione dell’Ente al fine di giungere alla realizzazione di modelli di analisi spaziale (ESRI Model Builder) da poter applicare in successive fasi di valutazione territoriale dell’area stessa o di programmazione concernente interventi puntuali da effettuarsi sulla rete sentieristica in relazione a tratti di percorso caratterizzati da elementi di criticità. Di tali modelli si sottolineano le caratteristiche di versatilità e adattabilità a qualsiasi tipologia di territorio, protetto e non, che risulti attraversato da sentieri, percorsi e itinerari turistico - culturali o di fruibilità paesaggistica e naturalistica. Il capitolo si conclude con la descrizione delle finalità di indagine e struttura dei modelli stessi. - Nel capitolo quinto i dati alfanumerici, quelli ricavati dalle survey della rete sentieristica, quelli di piano, nonché quelli riguardanti le fonti bibliografiche vengono integrati all’interno di un database relazionale MS Access pensato ai fini della loro consultazione anche da parte di utenti non esperti GIS. Tale database consente collegamenti e interazioni sia con un personal geodatabase ESRI che con il database spatial PostgreSQL (estensione PostGIS) all’interno dei quali sono stati archiviati i dati spaziali dedicati invece ad una utenza GIS specialist. Si prosegue con la descrizione delle tipologie di dataset territoriali in essi inseriti ai fini della loro archiviazione e del loro aggiornamento. - Il sesto capitolo risulta, infine, dedicato al testing e sviluppo (localhost) di un applicativo Webgis UMN Mapserver con front-end dinamico P.Mapper contenente una selezione dei dati spaziali di cui sopra. In relazione ad esso si delineeranno le caratteristiche fondanti, le categorie e le query di interrogazione, i parametri degli strati informativi di cui si intende consentire la visualizzazione. Il tutto consapevoli che la pubblicazione web di un Sistema Informativo Territoriale trova, di fatto, il suo fine ultimo non solo nel mero passaggio da un’utenza locale a una multiutenza condivisa del dato/database spaziale, ma anche nella sua auto-identificazione a strumento atto a supportate, favorire e attivare processi di condivisione informativa e partecipazione decisionale collettiva secondo dinamiche che, alternativamente, vertano ad un andamento di tipo top - down e bottom – up. Il lavoro, dopo le note conclusive, si chiude con le consuete indicazioni bibliografiche e sitografiche e tre allegati all’interno dei quali si riportano: due tabelle sinottiche relative allo screening sui parchi nazionali e regionali presentato nel corso del terzo capitolo, l’estratto di alcuni strati informativi inseriti nel file .map di Mapserver e infine un elenco delle sigle e degli acronimi incontrati nel corso dello scritto.
XXII Ciclo
1979
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2

Casini, Lorenzo. "L'equilibrio degli interessi nel governo del territorio." Doctoral thesis, La Sapienza, 2004. http://hdl.handle.net/11573/917493.

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3

SERRA, VITTORIO. "La frammentazione del paesaggio: Teoria ed applicazioni." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2020. http://hdl.handle.net/11584/290546.

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Abstract:
The conviction that inspires the 'Landscape fragmentation theories and application project' is that today more than ever, it is vital to study and invest in issues related to the fragmentation of the landscape. The Landscape Fragmentation, i.e. the process in which habitats are divided into increasingly small and isolated portions, cannot be analyzed from a mono-specialist perspective. On the contrary, its study involves the development of multidisciplinary insights into both urban planning and environmental sciences and the necessary synthesis into a single overview. A special thanks for the development of this three years PhD goes to the Miur, which made available the grant destined to Innovative Doctorates with industrial characterization, in implementation of the measures in support of human capital provided by the PON Research and Innovation 2014-2020. This type of PhD has involved a classic period of research at a foreign university, a period of study and research at a company that deals with activities related to the project as well. As far as my project is concerned, I have carried out my research activity both abroad, at the University of Cardiff, and at the studio of associated professionals specialized in territorial, landscape and environmental planning "Criteria s.r.l.", based in Cagliari. During the six months spent at the School of Geography and Planning, University of Cardiff (UK), I was able to deepen my knowledge of environmental policy by attending the course "Principles and Practices of Environmental Governance", a module divided into three main components complementary to each other.The "Governance Tools" have been explored through a detailed overview of how particular environmental governance mechanisms are put into practice and tested "in the field" on the basis of international case studies. During the research period at the host company, I was able to apply some methods and tools for the quantification of landscape fragmentation to a real process of protected area planning, the management plan of the site of Community interest Campo di Ozieri and Pianure between Tula and Oschiri. During the research, I noticed that the current legislation on environmental planning lacks in terms of the application of tools able to quantify the Environmental Landscape Fragmentation, and in terms of the indication of methods and interventions able to prevent its effects. In ecology, the most straightforward unit of reference is the fragment or patch, which corresponds to a portion with its own spatial, ecological and structural characteristics. Contemporary landscapes, especially in intermediate urban-rural areas, are increasingly characterized by the presence of obstacles and barriers consisting of linear infrastructure and urbanized areas. These elements are among the main determinants of environmental landscape fragmentation (FPA). In my thesis, I experimented new methods of FPA measurement useful to support the planner in the activities (1) of analysis of fragmented landscapes and (2) of the definition of defragmentation strategies. The activities of my research were developed in different stages. In the first phase of the study, we reconstructed the scientific panorama concerning FPA and its consequences on the habitats of plant and animal species and the acquisition of methods able to quantitatively evaluate the evolution of FPA in space and time. Among these, some were selected for application to specific case studies. The calculation techniques used are of great importance in the construction of these new FPA measurement methods. The most innovative analysis tools based on the used of geographic information systems enabled me to achieve equally innovative results. Finally, within the perspective of a more and more territorial coordination planning, a further principal aim of the project was to test procedures, in which the evaluation.
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4

Vallone, Federica. "Jesolo - area "central park" un museo del territorio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/8038/.

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Abstract:
La mia ricerca di tesi si è focalizzata sull'analisi del territorio e del paesaggio di Jesolo. Ho deciso di intervenire in un'area di collegamento tra Jesolo Lido e Jesolo paese, progettando un un museo del territorio. Il mio progetto di museo didattico-sensoriale permette ai visitatori di scoprire il territorio e l'ecosistema del territorio veneto.
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5

Bonetti, Tommaso <1979&gt. "Il diritto del governo del territorio tra assetti territoriali e sviluppo economico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1303/1/bonetti_tommaso_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
L’oggetto della tesi di dottorato è costituito, nel quadro delle reciproche relazioni tra assetti territoriali e sviluppo economico, dalla dimensione giuridica del governo del territorio. Il diritto del governo del territorio, infatti, sta attraversando, con un ritmo ed una intensità crescenti, una fase di profonde e non sempre lineari trasformazioni. Questi mutamenti, lungi dal limitarsi ad aspetti specifici e particolari, incidono sui «fondamentali» stessi della «materia», arrivando a mettere in discussione le ricostruzioni teoriche più accreditate e le prassi applicative maggiormente consolidate. A dispetto della rilevanza delle innovazioni, però, la dimensione giuridica del governo del territorio seguita ad essere un campo segnato da una notevole continuità ed ambiguità di fondo, dove le innovazioni stesse procedono di pari passo con le contraddizioni. Un’ambiguità che, fatalmente, si riflette sull’azione delle pubbliche amministrazioni cui sono attribuiti compiti in materia. Queste, infatti, trovandosi spesso tra l’«incudine» (delle innovazioni) ed il «martello» (delle contraddizioni), sono costrette ad operare in un contesto fortemente disomogeneo e disarticolato già sul piano normativo. Da qui deriva, altresì, la difficoltà di restituirne una cifra complessiva che non sia la riproposizione di piatte descrizioni del processo di progressivo, ma costante incremento della «complessità» - normativa, organizzativa e funzionale - del sistema giuridico di disciplina del territorio, a cui corrisponde ciò che appare sempre di più come una forma implicita di «rinuncia» a logiche e moduli d’azione più o meno unitari nella definizione degli assetti territoriali: in questo senso, pertanto, vanno lette le ricorrenti affermazioni relative allo stato di crisi che, anche prescindendo dai difetti congeniti della disciplina per come si è venuta giuridicamente a configurare, caratterizza il sistema di pianificazione territoriale ed urbanistica. Si spiega così perché, nonostante il profluvio di interventi da parte dei diversi legislatori, specialmente regionali, si sia ancora ben lontani dal fornire una risposta adeguata ai molteplici profili di criticità del sistema giuridico di disciplina del territorio: tra i quali, su tutti, va sicuramente menzionata la sempre più marcata asimmetria tra la configurazione «ontologicamente» territoriale e spaziale degli strumenti cui si tende a riconoscere la funzione di «motore immobile» dei processi di governo del territorio - i piani - e la componente temporale degli stessi in relazione alle vorticose modificazioni del contesto socio-economico di riferimento. Né, a dire il vero, gli «antidoti» alla complessità, via via introdotti in sede regionale, sembrano aver sortito - almeno fino ad ora - gli effetti sperati. L’esito di tutto ciò, però, non può che essere il progressivo venir meno di logiche unitarie e, soprattutto, «sistemiche» nella definizione degli assetti territoriali. Fenomeno, questo, che - paradossalmente - si manifesta con maggiore intensità proprio nel momento in cui, stante il legame sempre più stretto tra sviluppo socio-economico e competitività dei singoli sistemi territoriali, l’ordinamento dovrebbe muovere nella direzione opposta. Date le premesse, si è dunque strutturato il percorso di ricerca e analisi nel modo seguente. In primo luogo, si sono immaginati due capitoli nei quali sono trattati ed affrontati i temi generali dell’indagine e lo sfondo nel quale essa va collocata: le nozioni di governo del territorio e di urbanistica, nonché quella, eminentemente descrittiva, di governo degli assetti territoriali, i loro contenuti e le funzioni maggiormente rilevanti riconducibili a tali ambiti; la tematica della competitività e degli interessi, pubblici, privati e collettivi correlati allo sviluppo economico dei singoli sistemi territoriali; la presunta centralità riconosciuta, in questo quadro, al sistema di pianificazione territoriale ed urbanistica in una prospettiva promozionale dello sviluppo economico; ma, soprattutto, i riflessi ed i mutamenti indotti al sistema giuridico di disciplina del territorio dall’azione delle dinamiche cosiddette glocal: questo, sia per quanto concerne le modalità organizzative e procedimentali di esercizio delle funzioni da parte dei pubblici poteri, sia per quanto attiene, più in generale, alla composizione stessa degli interessi nella definizione degli assetti territoriali. In secondo luogo, si è reputato necessario sottoporre a vaglio critico il sistema pianificatorio, cercando di evidenziare i fattori strutturali e gli ulteriori elementi che hanno determinato il suo insuccesso come strumento per realizzare le condizioni ‘ottimali’ per lo sviluppo economico delle collettività che usano il territorio. In terzo luogo, poi, si è rivolto lo sguardo al quadro delle soluzioni individuate dalla normativa e, per certi versi, offerte dalla prassi alla crisi che ha investito il sistema di pianificazione del territorio, soffermandosi, specificatamente e con approccio critico, sull’urbanistica per progetti e sull’urbanistica consensuale nelle loro innumerevoli articolazioni e partizioni. Infine, si è provato a dar conto di quelle che potrebbero essere le linee evolutive dell’ordinamento, anche in un’ottica de jure condendo. Si è tentato, cioè, di rispondere, sulla base dei risultati raggiunti, alla domanda se e a quali condizioni il sistema di pianificazione territoriale ed urbanistica possa dirsi il modello preferibile per un governo degli assetti territoriali funzionale a realizzare le condizioni ottimali per lo sviluppo economico.
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Bonetti, Tommaso <1979&gt. "Il diritto del governo del territorio tra assetti territoriali e sviluppo economico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1303/.

Full text
Abstract:
L’oggetto della tesi di dottorato è costituito, nel quadro delle reciproche relazioni tra assetti territoriali e sviluppo economico, dalla dimensione giuridica del governo del territorio. Il diritto del governo del territorio, infatti, sta attraversando, con un ritmo ed una intensità crescenti, una fase di profonde e non sempre lineari trasformazioni. Questi mutamenti, lungi dal limitarsi ad aspetti specifici e particolari, incidono sui «fondamentali» stessi della «materia», arrivando a mettere in discussione le ricostruzioni teoriche più accreditate e le prassi applicative maggiormente consolidate. A dispetto della rilevanza delle innovazioni, però, la dimensione giuridica del governo del territorio seguita ad essere un campo segnato da una notevole continuità ed ambiguità di fondo, dove le innovazioni stesse procedono di pari passo con le contraddizioni. Un’ambiguità che, fatalmente, si riflette sull’azione delle pubbliche amministrazioni cui sono attribuiti compiti in materia. Queste, infatti, trovandosi spesso tra l’«incudine» (delle innovazioni) ed il «martello» (delle contraddizioni), sono costrette ad operare in un contesto fortemente disomogeneo e disarticolato già sul piano normativo. Da qui deriva, altresì, la difficoltà di restituirne una cifra complessiva che non sia la riproposizione di piatte descrizioni del processo di progressivo, ma costante incremento della «complessità» - normativa, organizzativa e funzionale - del sistema giuridico di disciplina del territorio, a cui corrisponde ciò che appare sempre di più come una forma implicita di «rinuncia» a logiche e moduli d’azione più o meno unitari nella definizione degli assetti territoriali: in questo senso, pertanto, vanno lette le ricorrenti affermazioni relative allo stato di crisi che, anche prescindendo dai difetti congeniti della disciplina per come si è venuta giuridicamente a configurare, caratterizza il sistema di pianificazione territoriale ed urbanistica. Si spiega così perché, nonostante il profluvio di interventi da parte dei diversi legislatori, specialmente regionali, si sia ancora ben lontani dal fornire una risposta adeguata ai molteplici profili di criticità del sistema giuridico di disciplina del territorio: tra i quali, su tutti, va sicuramente menzionata la sempre più marcata asimmetria tra la configurazione «ontologicamente» territoriale e spaziale degli strumenti cui si tende a riconoscere la funzione di «motore immobile» dei processi di governo del territorio - i piani - e la componente temporale degli stessi in relazione alle vorticose modificazioni del contesto socio-economico di riferimento. Né, a dire il vero, gli «antidoti» alla complessità, via via introdotti in sede regionale, sembrano aver sortito - almeno fino ad ora - gli effetti sperati. L’esito di tutto ciò, però, non può che essere il progressivo venir meno di logiche unitarie e, soprattutto, «sistemiche» nella definizione degli assetti territoriali. Fenomeno, questo, che - paradossalmente - si manifesta con maggiore intensità proprio nel momento in cui, stante il legame sempre più stretto tra sviluppo socio-economico e competitività dei singoli sistemi territoriali, l’ordinamento dovrebbe muovere nella direzione opposta. Date le premesse, si è dunque strutturato il percorso di ricerca e analisi nel modo seguente. In primo luogo, si sono immaginati due capitoli nei quali sono trattati ed affrontati i temi generali dell’indagine e lo sfondo nel quale essa va collocata: le nozioni di governo del territorio e di urbanistica, nonché quella, eminentemente descrittiva, di governo degli assetti territoriali, i loro contenuti e le funzioni maggiormente rilevanti riconducibili a tali ambiti; la tematica della competitività e degli interessi, pubblici, privati e collettivi correlati allo sviluppo economico dei singoli sistemi territoriali; la presunta centralità riconosciuta, in questo quadro, al sistema di pianificazione territoriale ed urbanistica in una prospettiva promozionale dello sviluppo economico; ma, soprattutto, i riflessi ed i mutamenti indotti al sistema giuridico di disciplina del territorio dall’azione delle dinamiche cosiddette glocal: questo, sia per quanto concerne le modalità organizzative e procedimentali di esercizio delle funzioni da parte dei pubblici poteri, sia per quanto attiene, più in generale, alla composizione stessa degli interessi nella definizione degli assetti territoriali. In secondo luogo, si è reputato necessario sottoporre a vaglio critico il sistema pianificatorio, cercando di evidenziare i fattori strutturali e gli ulteriori elementi che hanno determinato il suo insuccesso come strumento per realizzare le condizioni ‘ottimali’ per lo sviluppo economico delle collettività che usano il territorio. In terzo luogo, poi, si è rivolto lo sguardo al quadro delle soluzioni individuate dalla normativa e, per certi versi, offerte dalla prassi alla crisi che ha investito il sistema di pianificazione del territorio, soffermandosi, specificatamente e con approccio critico, sull’urbanistica per progetti e sull’urbanistica consensuale nelle loro innumerevoli articolazioni e partizioni. Infine, si è provato a dar conto di quelle che potrebbero essere le linee evolutive dell’ordinamento, anche in un’ottica de jure condendo. Si è tentato, cioè, di rispondere, sulla base dei risultati raggiunti, alla domanda se e a quali condizioni il sistema di pianificazione territoriale ed urbanistica possa dirsi il modello preferibile per un governo degli assetti territoriali funzionale a realizzare le condizioni ottimali per lo sviluppo economico.
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SAU, ANTONELLA. "Il principio di proporzionalità nel governo “amministrativo” del territorio." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/11578/278357.

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8

GHERARDI, Lorenzo. "La disciplina del "governo del territorio" in Lombardia e l'urbanistica concertata. Profili comparatistici." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/26691.

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9

Latini, Susanna <1998&gt. "Bette agreste: antropologia del paesaggio e tutela del territorio fra i caprari nella Barbagia di Nuoro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20921.

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Abstract:
L'elaborato è il frutto di una ricerca etnografica svolta nella provincia di Nuoro assieme ad alcuni caprari della zona. Servendosi degli strumenti dell'antropologia si va ad analizzare il complesso sistema di relazioni che compongono il paesaggio barbaricino. Oltre a questo si presentano le opportunità insite nel rapporto tra comunità locali e ambiente ai fini di una efficace gestione e tutela del territorio e della sua biodiversità.
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10

Giovanelli, Martina. "Paesaggio e modelli di ruralità: una chiave di lettura del territorio Marche." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2015. http://hdl.handle.net/11566/242924.

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Abstract:
Il tema dell’indagine intrapresa riguarda il paesaggio e le sue trasformazioni in seguito al consumo e all’utilizzo indiscriminato del territorio in cui viviamo. All’interno di questo processo, un significato rilevante viene assunto dal ruolo del paesaggio rurale nel contesto insediativo. Questa ricerca intende proporre un nuovo approccio alla lettura del territorio, con riferimento al caso studio Marche, inteso non solo come strumento conoscitivo, ma anche come base progettuale utile al raggiungimento di criteri di qualità del paesaggio e dell’ambiente. L’analisi si arricchisce di nuovi approcci che tengono conto della sua complessità in toto, assegnando al paesaggio il significato di patrimonio, in quanto grande risorsa non adeguatamente tutelata e valorizzata. Il lavoro si svolge attraverso la realizzazione di una sorta di “abaco dei paesaggi rurali” o “modelli di ruralità”, che rendono immediatamente riconoscibile quella porzione di territorio in cui si sovrappongono le “classiche” componenti naturale ed antropica, più quella percettiva, che organizza la struttura di quel particolare tassello. In ciascuno coesistono quell’insieme di caratteri e segni che hanno dato origine ad una certa struttura tradizionale (preesistenze), insieme a tutta una serie di nuovi elementi (trasformazioni). I modelli riflettono le diverse nature del rapporto paesaggio/morfologia/ ruralità/insediamento, e proprio questi rappresentano i campioni su cui si applica la metodologia basata sulla lettura e interpretazione critica del ruolo della ruralità e delle sue trasformazioni nel concetto contemporaneo di paesaggio. Questa fase permette di individuare delle “regole” di trasformazione del territorio che consentano di superare la discrasia in atto tra norma teorica e azione progettuale. Da qui prende vita il progetto, inteso come strumento attraverso il quale affrontare le problematiche e attuare modifiche in grado di misurarsi con i caratteri e le specificità del territorio che investono.
The aim of this report is to focus on the landscape and its transformations, as a result of the indiscriminate use and consumption of our territory. Within this process, the role of the rural landscape in the settlement context becomes of great importance. The report is aimed to define a new approach to the interpretation of the territory, with regard to that of the Marche region as a case study, intended not only as a cognitive tool, but also as a planning basis helpful in achieving quality criteria of the landscape and the environment. The analysis includes also new approaches that consider the whole complexity of the landscape, which is compared to a heritage, seen as great resource not properly preservated and valorized. The study continues with the realization of a “schedule of rural landscape” or “rurality models”. This makes immediately recognizable that portion of territory in which the “classic” components, natural and anthropic, together with the perceptive one which organizes the structure of that unique part, overlap. That combination of signs and symbols – that have originated a specific traditional structure (preexistences) together with a complex of new elements (transformations) coexist in each of them. Further, the research should identify some models able to reflect the different kind of the relationship between landscape / morphology / rurality / settlement. An innovative methodology, based on a critical interpretation of the rurality role and its transformations in the contemporary concept of landscape, is applied to the above mentioned models, which are considered as “sample”. This phase leads to the identification of “territory transformation rules” which help to overcome the existing discrepancy between theoretical standard and planning process. This leads to the development of the project, intended as a tool by which facing problems and proposing appropriate changes, able to face up characters and peculiar features of the territory in question.
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Books on the topic "Governo del territorio e del paesaggio"

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Morisi, Massimo, Daniela Poli, and Maddalena Rossi, eds. Il paesaggio nel governo del territorio. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-670-5.

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Abstract:
Può oggi il paesaggio tornare ad essere un costrutto vivo, agito e plasmato da una pluralità di attori che operano per il suo mantenimento con modalità condivise? Il testo indaga il ruolo del paesaggio e dei suoi connotati strutturali nel governo del territorio, a partire dall’esperienza del piano paesaggistico della Toscana: questa riflessione, polifonica, ricca e sfaccettata, è indirizzata a favorire la nascita di strumenti comunicanti e pattizi, che non solo rafforzino dal basso il sistema decisionale – per superare il dichiarato distacco fra piani, politiche e sentire comune –, ma che aprano anche la strada al rinnovamento degli assetti consolidati della democrazia rappresentativa.
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Italy) Paesaggio e la sua struttura nel governo del territorio (Conference) (2017 Florence. Il paesaggio nel governo del territorio: Riflessioni sul piano paesaggistico della Toscana. Firenze, Italy: Firenze University Press, 2018.

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Piani del verde & piani del paesaggio: Elementi di evoluzione metodologica nell'ambito del dibattito sui nuovi piani comunali per il governo del territorio. Firenze: Alinea, 2001.

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Riccardo, Lorenzi, Semprini Mario Paolo, Italy. Ministero per i beni e le attività culturali., and Associazione per il restauro del paesaggio ambiente e territorio., eds. La tutela del paesaggio tra economia e storia: Dal restauro dei monumenti al governo del territorio : atti del Convegno di studi, ex Palazzo Reale, Pisa 25-26 febbraio 2005. Roma: Ministero per i beni e le attività culturali, 2006.

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Cadastres et territoires: L'analyse des archives cadastrales pour l'interprétation du paysage et l'aménagement du territoire = Catasti e territori : l'analisi dei catasti storici per l'interpretazione del paesaggio e per il governo del territorio. Firenze: Alinea, 2008.

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6

Conti, Gian Luca. Le dimensioni costituzionali del governo del territorio. Milano: Giuffrè, 2007.

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Erba, Valeria. Urbanistica e governo del territorio. 2nd ed. Milano: Città studi, 1992.

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8

(Italy), Piedmont, ed. La storia del territorio per il progetto del paesaggio. Savignano (Cuneo): Editrice artistica piemontese, 2004.

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Perrone, Camilla, and Gianfranco Gorelli, eds. Il governo del consumo di territorio. Florence: Firenze University Press, 2012. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-191-1.

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Abstract:
(Good) government of the consumption of the territory is now one of the most difficult challenges facing planning and all the other sciences that contribute to the design of effective urban and territorial policies. With a view to contributing to debate on such issues, the authors reflect on the new forms of public decision-making, on the potential of territorial equalisation and on other sizing mechanisms, with reference both to the areas under transformation and the consolidated urban contexts. Based on an in-depth investigation of regeneration, requalification and densification projects for urban areas or metropolitan regions in Italy, Europe or the rest of the world, the text suggests various strategies for intervention with reference to the Tuscan case.
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10

Umberto, Janin Rivolin, and Mazza Luigi, eds. Governo del territorio e pianificazione spaziale. Novara: Città studi, 2013.

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Book chapters on the topic "Governo del territorio e del paesaggio"

1

Marson, Anna. "Massimo Quaini, studioso del paesaggio." In Il pensiero critico fra geografia e scienza del territorio, 155–69. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-322-2.12.

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Abstract:
Landscape represents, for Massimo Quaini’s research activities and publications, a recurrent and growing focus: from early 70’s studies about rural landscapes of Liguria, to Hérodote/Italia, to later writings directly inquiring this concept and relating its fortune to ‘modernity crisis’, calling for grassroots action in order to reactivate local practices and knowledge, essential for developing landscape potentialities as a political project. This essay reflects upon publications and research experiences which contribute to define the specific legacy of Quaini as a landscape scholar, outlining a unique figure in the Italian context.
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2

Pressenda, Paola, and Maria Luisa Sturani. "Paesaggio e musei: sulle tracce di Massimo Quaini." In Il pensiero critico fra geografia e scienza del territorio, 171–85. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-322-2.13.

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Abstract:
International policies have recently acknowledged the responsibilities of museums towards the landscape. We trace a critical summary of the debate developed in museology and geography about the relationships between museums and the territories and landscapes surrounding them. As stated by Massimo Quaini, the complex challenge posed by these relationships lies in the balancing between conservation of landscapes and local development: a challenge that in the Italian context could be successfully taken on by eco-museums.
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Panetta, Alessandro, and Valentina Pescini. "Dalla geografia storica all’archeologia del paesaggio e dell’ambiente. Una irrinunciabile eredità di Massimo Quaini." In Il pensiero critico fra geografia e scienza del territorio, 277–94. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-322-2.19.

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Abstract:
This contribution discusses the legacy of Massimo Quaini’s research in the field of postclassical rchaeology and, in particular, in the study of landscape and environment. Its active participation in the archaeological theoretical debate is highlighted through the analysis of his bibliography and experiences from the 70’s until his last works with the Territorialist Society and the Laboratory of Environmental Archaeology and History (LASA) of the University of Genoa.
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4

Sigari, Dario. "L’arte rupestre si fa paesaggio. Il caso del Morricone del Pesco (Civitanova del Sannio, IS)." In L’arte rupestre dell’età dei metalli nella penisola italiana: localizzazione dei siti in rapporto al territorio, simbologie e possibilità interpretative, 117–30. Archaeopress Publishing Ltd, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zckz2x.9.

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5

Germoni, Paola, Lucia De Gregorio, Carla Ninel Pischedda, and Ascanio D’Andrea. "Indagini archeologiche preventive nell’area della necropoli di Pianabella (area 12) : nuove acquisizioni per la ricostruzione del paesaggio extraurbano di Ostia Antica tra I e IV secolo d.C." In Ricerche su Ostia e il suo territorio. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.3919.

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6

Varanini, Gian Maria. "Castellani e governo del territorio nei distretti delle città venete. Età comunale, regimi signorili, dominazione veneziana (XIII-XV sec.)." In « De part et d’autre des Alpes », 25–57. Éditions de la Sorbonne, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.psorbonne.12240.

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Conference papers on the topic "Governo del territorio e del paesaggio"

1

Lutzoni, Leonardo. "Paesaggi in divenire: la territorialità attiva dei nuovi abitanti: il caso di Luogosanto in Alta Gallura." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7998.

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Abstract:
Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo e natura, una vera e propria svolta etico-culturale. Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il progetto di territorio.
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Gorgo, Letizia, and Gloria Riggi. "URBAN TRACES: revitalization strategies for abandoned villages." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5938.

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Abstract:
Letizia Gorgo¹, Gloria Riggi² ¹Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma ² Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma E-mail: letiziagorgo@hotmail.it, gloriariggi@libero.it, Keywords : abandoned villages, urban morphology, scattered hotel, existing fabric, revitalization strategies Conference topics and scale: City transformations In Italy today, one can count more than 6000 villages that have been abandoned(deserted) for a variety of causes. This negletc state produces a serious problem related to a wider phenomenon of abandonment of entire portions of italian territories. Realities that differ form the city because of their morphology: Does urban shape represent an urban limit? or is it an alternative testimony to the city? Research purpose is to understand how relationship, between these cases and the territory, works; in particular during the absence of the main component: the human one. The case study Santo Stefano di Sessanio, an ancient village in the center of Italy, inhabited until 90's, shows how the examination of urban shape represents the potentiality of his own revitalization. By relating his historical identity to the scattered hotel projectual approach, it contributes to combine conservation, valorization and sustainability of the existing building fabric, in order to claim the authenticity of these villages declaring their own autonomy and dimension to major urban centers polarization. In this example transformation is meant as conscious project that grow up from the built reality not from the project itself, transformation as knowledge of urban facts, tool to approach to the structure of this reality. References Rossi A., (1966 ) ‘L’architettura della città’, Quodlibet, Macerata Muratori S., (1967) ‘Civiltà e territorio’, Centro studi di storia e urbanistica, Roma Cartei, G. F., (2007) ‘Convenzione europea del paesaggio e governo del territorio’, Il Mulino, Bologna Caravaggi L., (2014) ‘La montagna resiliente’, Quodlibet, Macerata, Strappa, G., Carlotti, P., Camiz, A., (2016) ‘Urban Morphology and Historical Fabrics’, Gangemi Editore, Rome
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Mininni, Mariavaleria, Luigi Guastamacchia, and Teresa Pagnelli. "Rinaturalizzare/reinventare/riparare: azioni paesaggistiche per il riuso del paesaggio estrattivo: il caso studio della nuova provincia BAT." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8021.

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Abstract:
L’attività estrattiva ha costituito per la Puglia un importante motore di sviluppo economico e produttivo, uso del territorio legato alla sua tradizione storico-costruttiva. In particolare il bacino estrattivo della nuova provincia Barletta – Andria – Trani (BAT), a nord di Bari, in crisi ed in parte dismesso, è stato per la Regione uno dei riferimenti per l’ economia, non sempre sensibile verso le indotte trasformazioni sul paesaggio e territorio. Il presente contributo si propone di indagare quale possa essere il punto d’incontro tra il processo di pianificazione e quello produttivo, al fine di individuare strategie con cui operare il ripristino e la restituzione di usi, significati e valori a siti estrattivi ormai dismessi; attivando proattivamente e propositivamente processi virtuosi capaci di innescare da un lato una migliore gestione del paesaggio e dall’altro la necessaria innovazione nel sistema di gestione del comparto estrattivo risorse per il territorio. Partendo dall’atto di avvio del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), attento al recupero di cave esaurite ed abbandonate, si è cercato di definire un percorso metodologico e progettuale, nel quale il presupposto di riacquisire le cave esaurite in un processo di sviluppo sostenibile del territorio trova, attraverso azioni di paesaggio ripensate come le “3R”: Rinaturalizzare, Reinventare, Riparare, proposte strategiche di trasformazione territoriale in grado di delineare scenari futuri per il territorio e per i nuovi contesti di vita. Operativamente attraverso lo strumento delle linee guida sono state messe a sistema le tre azioni di paesaggio in risposta alle criticità che derivano dai processi e conflitti in atto individuati dai progetti territoriali di paesaggio regionale, con l’obiettivo di pensare al riuso delle cave esaurite per consolidare e valorizzare i caratteri di ciascun contesto di vita, e creare nuovi valori e risignificazione dei luoghi. The mining activity has been an important driver of economic and productive development for the Apulia region, representing a land use inextricably linked to its historical and constituting tradition. In particular, the mining basin of the comprehensive province Barletta - Andria - Trani (BAT), north of Bari, is now undergoing a crisis and has been partly dismissed. However, it has always been an important driving force for the local economy of the region. The consequent problems associated with landscape modification and alteration, land use,waste and sludge proper disposal have never been sufficiently taken into account This paper aims to investigate a possible meeting point between the planning and the production processes, in order to identify recovery and recycling strategies, as well as identifying how to return the dismissed extraction sites their former uses, meanings and values by proactively activating virtuous processes capable of triggering a better landscape management on the one hand and, on the other hand, the necessary innovation of the mining management system, allowing it to be a territorial resource again. Starting from the act of initiating the PTCP (Provincial Territorial Coordination Plan), attentive to the recovery of exhausted quarries and abandoned, we have tried to define a methodological and design, in which the assumption of regaining the exhausted quarries in the process of development sustainable land is, through actions of landscape rethought as the "3R" renaturalise, Reinvent, Repairing, policy proposals of territorial transformation can outline future scenarios for the region and for new life contexts. Operationally, through the instrument of the guidelines have been put in the system landscape of three actions in response to the issues that arise from the processes and ongoing conflicts as identified by the local projects of regional landscape, with the aim of thinking about the reuse of exhausted quarries for consolidate and enhance the characteristics of each context of life, and create new values and re-signification of places.
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Fedeli, Raul Enzo, and Stefano Magaudda. "Il progetto rewetland: riqualificazione ambientale dell’Agro Pontino attraverso la valorizzazione ricostruzione del paesaggio storico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8011.

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Abstract:
Il progetto “Rewetland” (programma LIFE+ 2008 – environment and governance. www.rewetland.eu) prevede la predisposizione di un Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) della Pianura Pontina attraverso la sperimentazione di tecniche di fitodepurazione diffusa. Il PRA si basa sull’analisi approfondita del paesaggio a partire da quello delle bonifiche dei Papi (XV–XVII sec.), fino ad arrivare ai giorni nostri. La finalità dell’analisi del paesaggio è stata quella di ricomporre gli elementi costituenti i diversi ambiti paesaggistici del territorio in quadri unitari, quanto più possibile coerenti al loro interno e confrontabili tra loro per valutarne le qualità paesaggistiche, le trasformazioni avvenute nel tempo o in atto, le necessità di processi di riqualificazione, le potenzialità di assorbire nuovi interventi progettuali. L’utilizzo di strumenti gis è stato indispensabile, sia per individuare le permanenze del paesaggio storico e rurale, sia per definire e valutare i possibili scenari di intervento. Le azioni, i progetti e gli interventi del PRA riguardano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di aree umide ed ecosistemi filtro e favoriscono l’attivazione di buone pratiche non solo per la gestione dei canali della bonifica ma anche per quella delle aziende agricole. La metodologia utilizzata ha permesso di interpretare le trasformazioni del paesaggio dell’Agro Pontino e nel contempo progettare interventi e azioni di riqualificazione ambientale che rispondano a molteplici esigenze/obiettivi: il miglioramento della qualità delle acque, il potenziamento della rete ecologica e della biodiversità, la rigenerazione dei paesaggi tipici delle zone umide (re-wetland) che rappresentano la memoria del territorio. "Rewetland" project (LIFE+ 2008 - environment and governance. www.rewetland.eu) requires the preparation of an Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) of the Pontine Plain through experimentation with techniques of widespread phytoremediation. The PRA is based on a thorough analysis of the landscape from those of the reclamation of the Popes (XV -XVII cent.), up to the present day. The aim of the landscape analysis has been to reconstruct the elements making up the different areas of the local landscape into unified framework, as much as possible internally coherent and comparable to each other in order to assess the quality of the landscape, the changes through time or now being implemented, the necessity of regeneration processes, the potentialities to absorb new project interventions. GIS software tools have been essential, both to identify the permanence of the historic and rural landscape, and to define and evaluate the possible intervention scenarios. PRA actions, projects and interventions regard the renaturalization of waterways and the creation of wetlands and ecosystem filters and promote the activation of good practices not only for the management of the drainage channels but also for the farms. The methodology used allowed us to read the changes in the landscape of the Pontine Plain and at the same time to design interventions and actions that respond to multiple environmental restoration needs and objectives: improvement of water quality, enhancement of biodiversity and the ecological network, regeneration of the typical landscapes of wetlands (re-wetland) that represent the memory of territory.
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Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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Abstract:
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Abstract:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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Middea, Alexandra. "Identita', cultura, paesaggio: costruzione di una responsabilità condivisa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7970.

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Abstract:
L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e di alluvioni sono tutti sintomi della dissonanza tra attività antropiche e fenomeni naturali, dei cambiamenti climatici in atto. I rischi per il pianeta e per le generazioni future saranno incalcolabili se non s’interverrà con urgenza a partire proprio dalle nuove generazioni. Per questo, quando si parla di politiche urbane, è indispensabile che si tenga presente che esistono cittadini, che la loro partecipazione, il loro coinvolgimento nella cura del territorio rappresenta la strategia migliore per guidare le trasformazioni urbane; garantirsi una migliore qualità della vita e garantirla ai luoghi. Produrre inclusione sociale significa assicurare la realizzazione degli interventi. La memoria del passato, la condivisione, la trasparenza nell’informazione, la consapevolezza di far parte di una collettività attiva permette di salvaguardare l’identità storica di un luogo e di una popolazione. Rising temperatures, melting glaciers, the increased frequency of droughts and floods are all symptoms of dissonance between human activities and natural phenomena, of climate changes. The risks for the planet and for future generations will be incalculable if we not intervene urgently, starting from the new generations. For this reason, when it comes to urban policies, it is imperative that you understand that there are citizens, their participation, their involvement in the care of the land is the best strategy to guide urban transformations; ensure a better quality of life and ensure it to places. Produce social inclusion means ensuring the implementation of the interventions. The memory of the past, sharing, transparency of information, awareness of being part of a community active allows to preserve the historical identity of a place and of a population
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Zocchi, Angela Maria, and Barbara Raggiunti. "Il territorio tra rigenerazione e riconoscimento." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7901.

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Abstract:
Da tempo, nelle analisi delle trasformazioni dello spazio e della tutela dell’ambiente, si ricorre all’uso di metafore; ad esempio, quella della rigenerazione che, in quanto metafora “biologica”, evoca anche interventi di tipo “terapeutico”. Scopo del nostro contributo è mettere a fuoco senso e significati della “rigenerazione”, facendo riferimento a specifici processi di ri-costruzione e re-interpretazione che hanno interessato il territorio abruzzese negli ultimi anni, a partire dal terremoto dell’aprile 2009 che ha distrutto il capoluogo de L’Aquila. Seguendo una struttura argomentativa centrata sulla dicotomia “recupero versus ricostruzione”, e coniugando prospettiva teorica e ricerca empirica, l’articolo propone una riflessione su alcune pagine di un “classico” della sociologia – La memoria collettiva di Maurice Halbwachs – mettendole in relazione con evidenze empiriche emerse da una recente ricerca partecipativa sui bisogni sociali rilevati all’interno del progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) di Assergi, in provincia de L’Aquila. Esplorando, poi, il possibile nesso tra riconoscimento e rigenerazione del territorio, le Autrici richiamano l’attenzione sul processo di re-interpretazione, in chiave bioclimatica, bioedilizia e antisismica, delle cosiddette case di terra, vere e proprie architetture della memoria, presenti in diverse Regioni italiane, tra le quali anche l’Abruzzo. La riflessione su alcune dinamiche di rivalutazione e di riappropriazione dello spazio, costituisce l’occasione per mettere a fuoco una diversa dimensione del costruire che, tra paesaggio e memoria, intende proporsi come strumento fondamentale per la realizzazione di una buona qualità della vita. It’s long since, in the analysis of environment and space transformation, researchers have used metaphors such as that of “regeneration”, a biological metaphor that evokes therapeutic interventions as well. The aim of our contribution is to focus on the sense and meaning of “regeneration” by referring to the specific processes of re-construction and re-interpretation that have concerned Abruzzo in the last years, starting from April 2009 earthquake that destroyed the city of L’Aquila. The following paper will deal with the dichotomy “recovery versus reconstruction” through the combining of the theoretical perspective of Maurice Halbwachs and the empirical research of the social needs observed in the C.A.S.E. Project of Assergi (L’Aquila). Then, by exploring the possible connection between territory recognition and regeneration, the authors will refer to the process of re-interpretation of the bioclimatic, bio-constructive and antiseismic built in earth houses, which are present in Abruzzo as well as in a number of other Italian regions. The analysis of some space reevaluation and re-appropriation dynamics will give us the opportunity to focus upon a different building dimension, between landscape and memory, that wants to be proposed as a fundamental instrument for the amelioration of life.
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Basso, Marzia. "Paesaggi in movimento." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8037.

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Abstract:
Negli ultimi decenni del secolo scorso si è diffusa nel mondo occidentale una nuova coscienza ambientale ed ecologica che, assieme alla rivoluzione tecnologica ed informatica, ha orientato anche la progettazione architettonica ed urbanistica verso una integrazione/ibridazione di elementi naturali, artificiali e tecnologici, con particolare attenzione per gli aspetti della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico, alle varie scale di intervento, dagli edifici “intelligenti” alla rete delle smart cities. Ogni giorno assistiamo alla creazione di ambienti sempre più interconnessi, interattivi e interagenti con gli utenti, flessibili e capaci di scambiare informazioni con il mondo esterno. Siamo ormai in grado di monitorare i nostri contesti di vita come mai fino ad ora era stato possibile, raccogliendo e mettendo a sistema una mole di informazioni senza precedenti. Inoltre le nuove tecnologie in molti casi vengono utilizzate per semplificare e facilitare la comunicazione bidirezionale e in tempo reale fra utenti e gestori dei servizi, tra cittadini ed amministrazioni e, più in generale, fra i vari attori del paesaggio, all’interno di una rete di interconnessioni fisiche ed immateriali sempre più fitta e diversificata. Il progetto ecosostenibile di paesaggio richiede, pertanto, un approccio sistemico e uno sguardo ampio che riesca a far incontrare la tutela e la conservazione con la trasformazione e la rigenerazione, inevitabile quanto vitale per i nostri contesti di vita, passando anche attraverso l’uso di strumenti non convenzionali, impiegati diffusamente sia per uno studio del territorio più rispondente alla complessità delle dinamiche reali, sia per la costruzione di un progetto comune di paesaggio. During the last decades of the 20th century a new environmental and ecological awareness has spread in the western world. Together with the technological and digital revolution, it has also directed the architectural and urban design towards an integration/crossbreeding of natural, artificial and technological elements, giving special attention to the aspects of environmental sustainability and of energy saving at the different levels of intervention, from the “intelligent” buildings to the network of the smart cities. Every day we witness to the creation of spaces that are more and more interconnected, user interactive and interagent, flexible and able to exchange information with the outside world. We are now able to supervise our life contexts as never before by collecting and organizing a huge amount of information without precedent. Furthermore, new technologies are used in many cases to simplify and facilitate bidirectional and real-time communication between users and providers, citizens and administrative offices and, in wider terms, among the various actors of the landscape inside a more and more close and diversified network of physical and immaterial interconnections. The eco-sustainable landscape design requires therefore a systemic approach and an overlook in order to permit the match between safeguard and preservation on one hand and transformation and regeneration on the other. This is as inevitable as it is essential for our life contexts, as well as the use of unconventional tools diffusely employed whether for a territorial study in accordance with the complexity of the actual dynamics or for the construction of a collective project of landscape.
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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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