Academic literature on the topic 'Giurisprudenza europea'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Giurisprudenza europea.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Giurisprudenza europea"

1

Balboni, Marco. "Diritto dell'Unione europea. Giurisprudenza." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (September 2011): 111–27. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002008.

Full text
Abstract:
Rassegna di giurisprudenza (periodo 1.12.2010/15.6.2011). Corte di Giustizia dell'Unione europea 28.4.2011, caso Hassen El Dridi, alias Soufi Karim, causa C-61/11 - spazio di libertŕ, di sicurezza e di giustizia - rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno č irregolare - normativa nazionale che prevede la reclusione per i cittadini di Paesi terzi in soggiorno irregolare in caso di inottemperanza all'ordine di lasciare il territorio di uno Stato membro - compatibilitŕ.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Giordano, Filippo Maria. "Willem Adolph Visser't Hooft e il federalismo europeo. Dalla Resistenza alle iniziative per l'unitŕ europea nel dopoguerra." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (October 2011): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002005.

Full text
Abstract:
Con l'entrata in vigore il 1° dicembre 2009 del Trattato di Lisbona č stato conferito carattere vincolante alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. La Corte europea di giustizia, dopo quella data, ha giŕ richiamato le disposizioni della Carta in oltre trenta sentenze. Viene qui fatta una valutazione di questa prima giurisprudenza, ponendo l'accento sul fatto che la Corte ha, in linea generale, pienamente valorizzato la portata garantista del Bill of rights dell'Unione, assumendolo in alcuni casi come parametro di legittimitŕ ‘costituzionale' degli atti normativi sovranazionali. Il ruolo della Carta si profila oggi come centrale nello sviluppo della giurisprudenza ‘multilivello' ed influenzerŕ inevitabilmente anche gli orientamenti dei giudici nazionali, anche al di lŕ del suo ambito di applicazione diretta, cosě rafforzando la dimensione sostanziale della cittadinanza europea.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Calzolaio, Ermanno. "Europa dei diritti e giudice europeo." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001006.

Full text
Abstract:
Il presente contributo, muovendo dal rilievo ampiamente condiviso che il sistema di tutela dei diritti umani in ambito europeo fa perno sulla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e della Corte di Giustizia, si concentra sull'esame di alcuni aspetti di contesto, sovente lasciati sullo sfondo, ma che appaiono invece essenziali per la stessa comprensione del fenomeno. Si tratta, precisamente, delle modalitŕ di nomina dei giudici, dello stile delle sentenze, dell'esistenza di una regola del precedente e dei modi del suo operare. L'analisi svolge poi alcune considerazioni sul tema dei rapporti tra le due Corti, soprattutto alla luce della adesione dell'Unione alla Convenzione europea a seguito dell'entrata in vigore del cd. Trattato di Lisbona, che riconosce lo stesso valore giuridico dei trattati alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea approvata a Nizza nel 2000 (art. 6 TUE). Alla luce del contesto cosě ricostruito, vengono svolti rilievi critici sulle modalitŕ attraverso cui i giudici italiani si rapportano alla giurisprudenza convenzionale e comunitaria.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Staiano, Fulvia. "Diritto dei minori rom all'istruzione in condizioni di non discriminazione: il caso Orsus e altri c. Croazia." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (May 2011): 93–103. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-001006.

Full text
Abstract:
1. Il diritto all'istruzione in condizioni di non discriminazione nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo: centralitŕ del popolo Rom - 2. La tutela dei diritti fondamentali del popolo Rom nell'ambito del Consiglio d'Europa - 3. Il caso Orsus c. Croazia - 4. I Rom come "vera minoranza europea": problemi teorici e pratici relativi all'inquadramento dei Rom nel concetto di minoranza - 5. Tutela delle minoranze o principio di non discriminazione? La scelta pragmatica della Corte europea - 6. La tutela delle minoranze nell'ambito della giurisprudenza della Corte di Strasburgo: limiti e punti di forza - Conclusione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Gianfranco, Gilardi. "La responsabilitŕ patrimoniale dei magistrati." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (February 2011): 76–89. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006007.

Full text
Abstract:
1. Il principio di soggezione del giudice solo alla legge2. La responsabilitŕ patrimoniale dei magistrati nel sistema dei controlli relativi all'esercizio della giurisdizione3. Le proposte di modifica della disciplina relativa alla responsabilitŕ civile dei magistrati4. La giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea precedente alla sentenza 24 novembre 2011 (C-379/10)5. La sentenza 24 novembre 2011 (C-379/10) della Corte di giustizia dell'Unione europea6. La legislazione degli altri Stati europei e i princěpi generali di riferimento nel contesto internazionaleConclusioni
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Maffei Alberti, Verónica. "Fashion Design: Libertà dello stilista e onere di differenziazione nella giurisprudenza europea." REVISTA LEX MERCATORIA Doctrina, Praxis, Jurisprudencia y Legislación 5, no. 1 (February 6, 2018): 71. http://dx.doi.org/10.21134/lex.v5i1.1438.

Full text
Abstract:
L’industria del fashion e del lusso è un’eccellenza tutta europea, il cui valore costituisce senza dubbio un importante apporto all’economia dell’Unione. Secondo i dati raccolti dalla Commissione Europea, infatti, in tale indotto sono impiegate circa 5 milioni di persone, il valore dei beni di lusso (quali abbigliamento, accessori, gioielli e orologi, articoli in pelle, profumi e cosmetici), provenienti dalle grandi marche europee, rappresenta il 74% del valore mondiale di tutti i prodotti della stessa categoria, con una stima delle esportazioni che si aggira sui 260 miliardi di euro, corrispondenti al 10% di tutte le esportazioni europee (su questi dati, si veda la pagina web: https://ec.europa.eu/growth/sectors/fashion/high-end-industries/eu_it).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Fasone, Cristina. "La condizionalità nella nuova governance postpandemica, tra rule of law e uso del dispositivo per la ripresa e la resilienza." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (December 2022): 5–53. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002001.

Full text
Abstract:
La condizionalità è strumento di governo relativamente nuovo nel quadro dell'Unione europea. Dopo una breve ricostruzione storica dell'evoluzione della condizionalità europea, dei tipi di condizionalità e dei pro e dei contro evidenziati in dottrina, il contributo esamina la sua configurazione e attuazione nell'ambito della politica di coesione, dell'assistenza finanziaria durante la crisi dell'Eurozona e, infine, nell'ambito del Next Generation EU. Particolare spazio è dedicato all'analisi del Regolamento sul regime di condizionalità per la protezione del bilancio europeo, della giurisprudenza europea e del suo seguito. Mentre si metteranno in risalto i nodi critici tuttora irrisolti, si manifesta un generale apprezzamento dell'uso dell'istituto, pur evidenziando la necessità di un maggior rigore nell'analisi delle sue conseguenze costituzionali a livello europeo, ad oggi in larga parte trascurate.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Vuillermoz, Riccardo. "La disciplina dell'Unione europea in materia di aiuti di stato applicata al settore turistico-ricreativo." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 2 (August 2011): 27–44. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-002003.

Full text
Abstract:
Dopo aver richiamato rapidamente le condizioni necessarie affinché una intervento pubblico possa essere qualificato aiuto di Stato, l'articolo analizza l'approccio della Commissione e la giurisprudenza in merito a queste stesse condizioni applicate a casi specifici relativi al settore turistico- ricreativo. L'articolo si concentra in particolare sulla prassi e giurisprudenza relative all'analisi sull'incidenza sugli scambi tra gli Stati membri, ma analizza anche altre condizioni: trasferimento di risorse statali, vantaggio economico e selettivitŕ, incidenza sulla concorrenza. Infine, l'articolo esamina alcuni aspetti dell'approccio della Commissione europea sulla compatibilitŕ con il mercato interno degli aiuti a questo settore.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Margiotta, Costanza, and Olivier Vonk. "Doppia cittadinanza e cittadinanza duale: normative degli Stati membri e cittadinanza europea." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (February 2011): 13–34. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-004002.

Full text
Abstract:
Premessa.1. Il fenomeno della doppia cittadinanza.2. La cittadinanza duale europea.3. La doppia cittadinanza in tre contesti storico - costituzionali.- 3.1. Il contesto post-coloniale.- 3.2. Il contesto post-emigratorio.- 3.3. Il contesto post-comunista.4. La giurisprudenza della Corte di giustizia europea in materia di doppia cittadinanza.- 4.1. Il caso Micheletti.- 4.2. Il caso Zhu and Chen.5. Verso una autonomia giuridica della cittadinanza dell'UE?
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Orlandini, Giovanni. "La tutela contro il licenziamento ingiustificato nell'ordinamento dell'unione europea." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 136 (December 2012): 619–60. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-136004.

Full text
Abstract:
Il tema della tutela contro il licenziamento illegittimo nell'ordinamento dell'UE č affrontato dall'autore proponendo una lettura dinamica dell'art. 30 della Carta di Nizza che tiene conto di quanto emerge dalle altre fonti sovranazionali sul tema, in particolare dalla Carta Sociale Europea riveduta nel 1996 e dalla giurisprudenza del Comitato europeo dei diritti sociali che ne monitora l'applicazione. Ciň permette di contraddire la consolidata interpretazione riduttiva della norma della Carta in base alla quale essa si limiterebbe a porre un generale principio di giustificazione del licenziamento senza porre sostanziali limiti alla discrezionalitŕ statale nell'identificare il tipo di giustificazione e di sanzioni applicabili. Nell'ultima parte del saggio, si rende conto del modo con cui il tema del licenziamento viene affrontato nell'ambito della nuova governance economica europea e, con riferimen- to all'ordinamento italiano, dell'influenza che questa ha avuto nel processo di riforma sfociato nella l. n. 92/2012. Ciň anche al fine di valutare se ed in che misura la Carta di Nizza abbia giocato un ruolo nel guidare l'azione delle istituzioni europee e del legislatore nazionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Giurisprudenza europea"

1

Rosanò, Alessandro. "Principi penalistici e giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424753.

Full text
Abstract:
Serious forms of crime have abandoned the merely national dimension and become transnational: think of terrorism, organized crime, computer crime, trafficking in human beings, just to name a few. In order to adequately fight this kind of phenomena, criminal law should do the same and not be so tied to the merely national dimension. European citizens ask for security and their request should be interpreted as expressing the need for regulatory interventions in the criminal field. Of course they deserve certainty as to the fact that appropriate sanctioning measures will be taken by all the Member States of the European Union (EU) in order to effectively deal with crime. Anyway, one should remember that criminal law must not be dissociated from the protection of fundamental rights because that would result in the denial of basic values inherent in democratic societies, first of all the rule of law. Then, the need for an axiological horizon and principles which found and limit the EU criminal system arises. So, my research question is: what are the axiological horizon and the principles which found and limit the EU criminal system? This work focuses on the precedents of the European Court of Justice (ECJ), so on a judge-made law whose development has basically been made possible thanks to the preliminary ruling procedure. No one denies that case law should remain bound to the specific case, inasmuch the extension of the ratio decidendi to other cases always is the result of selective operations. However, the presentation of the topics in this PhD thesis shows not only that the judgments of the ECJ in the criminal field are numerous, but also that they are characterized by the progressive emergence of a criminal law consciousness, a criminal law sensibility, and the will to create a system which is intrinsically consistent. The case law of the European Court of Human Rights (ECtHR) is also taken into account in light of the phenomenon called cross-fertilization. The works of Italian and European legal scholars are considered too. So, after an Introduction on the relationship between globalization, crime, and competences of the EU in criminal matters, the thesis deals with the concept of criminal law (First Chapter), the principles of legality of criminal offences and penalties (Second Chapter), offensiveness (Third Chapter), guilt (Fourth Chapter), and proportionality (Fifth Chapter) in the case law of the ECJ. In the Conclusion, an assessment of the results is provided. As problematic as it seems, the search for an axiological horizon and principles of EU criminal law has proven fruitful. In the first chapter, I found out that it is possible to identify two notions of criminal law which have been developed by the ECJ in the last twenty-five years. According to the former, criminal law is that branch of law which aims at protecting the values that are deemed fundamental by national communities. According to the latter, the criminal nature of a sanction should be asserted in light of the so-called Engel criteria as developed by the EctHR (legal classification of the offence under national law, very nature of the offence, and degree of severity of the sanction). The latter approach is now prevailing. At first sight, they do not look so different, but I think the latter should be preferred because of the different axiological horizon. The former approach relies on the values that are deemed fundamental by national communities, while the latter one implicitly relies on the European Convention on Human Rights. So, it is characterized by an inclusive dimension which may lack in the former one, since fundamental national values may not be consistent with human rights (think of the case of Hungary). The second chapter is devoted to the principle of legality of criminal offences and penalties and takes into account five major issues: the interpretative incidence of EU directives in criminal matters (the prohibition of determining or aggravating the liability in criminal law and the duty of conforming interpretation); the interpretative incidence of EU regulations and frameworks decisions (the duty of conforming interpretation); the integrating incidence of EU law (how EU law shapes the meaning of national legislation); the disapplying incidence (in case national provisions are not consistent with EU law, with in bonam partem effects); the lex mitior principle. The analysis led to the conclusion that the principle of legality of criminal offences and penalties is not dead, as someone said, but has adapted to national and international realities which have changed. The third chapter deals with the principle of offensiveness and is divided into two parts. In the first part, an analysis is provided with reference to those judgments (Amsterdam Bulb, Commission v Hellenic Republic) in which the ECJ ruled that some legal interests which belong to the EU (above all, the financial ones) should be protected by the Member States under conditions, both procedural and substantive, which are analogous to those applicable to infringements of national law of a similar nature and importance and which, in any event, make the penalty effective, proportionate and dissuasive, in light of the principle of sincere cooperation. In the second part, recent judgments concerning criminal law and immigration law (El Dridi, Achughbabian, Sagor) are considered in order to show how the ECJ has questioned national lawmakers' choices which were inconsistent with the principle of sincere cooperation. The fourth chapter is dedicated to the principle of guilt and, more specifically, to six topics: The distinction between intentionally-committed and unintentionally-committed offences, the concept of intentional offence, the concept of negligence, strict criminal liability, Ignorantia legis non excusat, and the concept of force majeure. In the fifth chapter, the case law concerning the principle of proportionality is taken into consideration by highlighting how the ECJ has solved the cases in which a clash between national regulations criminal in nature and one of the four fundamental freedoms had occurred. It is quite interesting to notice that the solution given by the Court has always aimed at finding a balance point between the values at stake by identifying some conditions under which the four fundamental freedoms may be sacrificed. In conclusion, the gradual recognition of competences in criminal matters to the European Union is the result of the emergence of the political identity of the Union, since the creation of criminal law – both at the international and national level – requires the prior identification of a system of shared fundamental values, which are expressive of an identity. Some legal scholars, in analyzing the events and reasons for the failure of the draft European Constitution, spoke of the absence of a European people characterized by common ethnicity, culture, society and language. Such reasoning has been discussed among criminal law scholars for a long time with reference to European criminal law, since the unification of criminal law presupposes the cultural unification of Europe. The point is that, without assuming a world legal commonality, one can hypothise a European legal commonality. In my opinion, it is very convincing the reasoning of those who state that the foundation of human rights must be sought not – or not only – in the human nature, but also – and most of all – in the history and culture of peoples, considering, at least at the European level, the set of ideas and principles of the tradition of the old continent, through the reference to the Christian roots of Europe and the Enlightenment. So, those values already exist. Undoubtedly, the culture of the Europeans is the culture of human rights, and the lingua franca of Europe is the language of rights as declined in the Nice Charter and the European Convention of Human Rights. As demonstrated in the thesis, the jurisprudential experience of the Court of Justice has been mature enough to get to deal with the issues of protection of fundamental rights and, most of all, the protection of those rights through criminal law. The Court did so by progressively becoming aware of the nature of that branch of law – as explained in the first chapter – which has been considered not as a simple tool of repression, but as a means through which affirm and reaffirm freedoms. I believe that can reasonably be confirmed by turning the attention to the essence of the principles of legality, offensiveness, guilt, proportionality. As a matter of fact, they represent the limits to the use of criminal methods of repression, the observance of which leads to the outcome of legitimization and re-legitimization of criminal law, both at the national and international level; they indicate the existence of criminal awareness and sensitivity of the Court; they mark the road that will lead to the final result of the emergence of a criminal law of the European Union, made up of both a general part and a special part, both inspired, supported and controlled by those principles.
Il testo è così organizzato: Introduzione: nella quale si trattano le questioni relative al riconoscimento di una competenza in materia penale in favore dell'Unione europea alla luce dei problemi posti dal fenomeno della globalizzazione. Si provvede altresì all'illustrazione della metodologia della ricerca, basata sull'analisi delle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea e, ove necessario, della Corte europea dei diritti dell'uomo. Capitolo I: dedicato al concetto di diritto penale come definito da parte degli avvocati generali nelle loro conclusioni e quindi adottato da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea nelle proprie pronunce. Esso assume rilievo in quanto delimita l'orizzonte assiologico di riferimento, rappresentato, in un primo momento, dai valori fondamentali delle singole comunità statali, per essere individuato in seguito nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in un'ottica di cross-fertilization fondata sul richiamo alla sentenza della Corte EDU Engel e altri c. Paesi Bassi (1976) e sulla giurisprudenza sviluppatasi successivamente. Capitolo II: nel quale è affrontato il tema del principio di legalità, considerato a partire dai diversi angoli prospettici dell'incidenza interpretativa delle fonti comunitarie / dell'Unione europea (regolamenti, direttive e decisioni quadro) sul diritto penale interno (soprattutto con riferimento al divieto di determinare o aggravare la responsabilità penale e l'obbligo di interpretazione conforme relativi alle direttive), dell'incidenza integratrice (il rapporto tra normativa interna e normativa dell'Unione quanto alla nozione di rifiuto), dell'incidenza disapplicatrice (la disapplicazione della normativa penale statale contrastante con quella europea con efficacia in bonam partem) e del principio di lex mitior, per quindi volgere l'attenzione al problematico rapporto tra legalità europea ed erosione della sovranità statale. Capitolo III: dedicato al principio di offensività, nel quale si analizzano due orientamenti giurisprudenziali. Il primo, a partire dal principio di leale cooperazione, ha condotto all'affermazione dell'obbligo per gli Stati membri di predisporre per gli interessi comunitari / dell'Unione europea una tutela analoga a quella stabilita per i corrispondenti interessi a livello statale, facendo ricorso a sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive (sentenze Amsterdam Bulb, Commissione c. Grecia); il secondo ha invece portato a escludere che scelte di criminalizzazione operate da parte dei legislatori nazionali possano impedire la realizzazione dell'effetto utile del diritto dell'Unione europea, con un conseguente e tendenziale abbandono dello strumento di repressione penale nell'ambito del diritto dell'immigrazione (sentenze El Dridi, Achughbabian, Sagor). Capitolo IV: nel quale si tratta del principio di colpevolezza, dando conto di una giurisprudenza puntiforme che ha individuato la distinzione tra reati intenzionali e non intenzionali, definito i concetti di intenzionalità e negligenza grave, affermato e quindi superato la responsabilità penale oggettiva, cercato di valorizzare la regula iuris secondo cui ignorantia legis non excusat ed esplicitato una nozione di forza maggiore. Capitolo V: dedicato al principio di proporzionalità, nel quale si considera come la Corte di giustizia, posta dinanzi a situazioni caratterizzate da un contrasto tra la normativa penale interna, da un lato, e una delle quattro libertà fondamentali riconosciute nell'ordinamento dell'Unione europea, dall'altro, abbia valorizzato detto principio, in un senso non esclusivamente protezionistico, cercando anzi di individuare un punto di equilibrio tra valori tutelati, valori sacrificati e mezzi attraverso i quali realizzare la tutela dei primi e il sacrificio dei secondi. Conclusioni: nelle quali si sottolinea come l'Unione europea sia ormai diventata un soggetto avente natura costituzionale, dato che il processo di integrazione ha raggiunto il livello più autenticamente costituzionale, ossia la tutela dei diritti fondamentali, il quale rappresenta l'espressione più alta della sovranità e l'elemento principale di legittimazione di essa, cosa che sembra dunque militare a favore di una definitiva attribuzione di competenza penale alle istituzioni dell'Unione, almeno per quel che riguarda la protezione di beni giuridici propriamente europei.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

POSTIGLIONE, MIRIAM. "IL VALORE DEL 'PRECEDENTE' NELLA GIURISPRUDENZA DEL GIUDICE DELL'UNIONE EUROPEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/789947.

Full text
Abstract:
The value of “precedent” in the case law of the Court of Justice of the European Union and the attempt to identify its characteristics within the European Union legal framework cannot be proceeded without the preemptive analysis of the legal reasoning and of the creative role of the judge. The role of the precedent in the legal reasoning and in the interpretation of the European Union law, as well as the unanimously accepted capacity of the judge to “create” law, are to be indented as the pivotal conditions allowing the development of a stare decisis system. The second part of the present thesis is focused on the peculiar features of the judicial precedent in the case law of the Court of Justice. In particular, we could notice, firstly, the absence of a clear definition and distinction between the concept of ratio decidendi and obiter dicta; secondly, we underline the need to overcome the classical distinction between persuasive precedent and binding precedent, in order to properly evaluate the scale of value that the precedent can take following the use and the function that is playing from time to time. Moreover, the analysis of the efficacy of the precedent will be confined, in this second part of the work, to the “self-precedent” of the Court, meaning to the obligation for the judge to follow his own precedent. The analysis will then highlight the role of precedent in case it is overruled or distinguished by the Court: practice that, ultimately, has to be conceived as a confirmation, as well as a recognition, of the precedent’s value. Furthermore, in spite of the absence of a doctrine of precedent in the European Union legal system, we recall two circumstances in which the judicial precedent assumes a de facto binding value. Firstly, we analyse the use of precedent in the decision-making activity of the judge, and then those norms of the rules of procedure that required the Court of Justice to decide by explicit reference to the previous judgment. Lastly, the analysis will be focus on the efficacy of the Court’s precedent with respect to the Tribunal is the evaluation of the impact of the vertical relationship between the two judges and the extension to which the Tribunal is bound by the Court’s as well as in the relationship between the Court and the national judge.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Pieragnolo, Matteo <1993&gt. ""Il principio del ne bis in idem tra ordinamento italiano e giurisprudenza europea"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10208.

Full text
Abstract:
Tramite il presente elaborato, ci si propone di far luce sull’attuale querelle che investe il principio del ne bis in idem in relazione alla materia dei reati tributari. Verrà introdotto il tema oggetto della tesi tramite un iniziale excursus del principio, analizzandolo sia in un contesto prettamente italiano che in quello europeo: verranno quindi comparati i due ordinamenti, cercando di sottolinearne gli eventuali accostamenti, commistioni e fragilità. Nel proseguo dell’elaborato, verranno introdotte le principali nozioni inerenti ai reati tributari presi in considerazione per la trattazione della casistica che sarà riportata a conclusione della tesi. Essendo il tema oggetto del presente studio un argomento dalle molteplici sfaccettature e rinvenibile in un numero elevato di casistiche, sono stati selezionati i casi che si sono dimostrati essere di maggior importanza per l’analisi condotta, grazie al loro diretto collegamento con i reati descritti nella parte nozionistica e ad alcune delle sentenze più rilevanti delle Corti europee in materia. Nell’ultima parte dell’elaborato, si entrerà dunque nel cuore della materia attraverso l’analisi e le possibili interpretazioni dei casi più discussi, quali, ad esempio, il caso Grande Stevens e il caso Ricucci. Si tenterà infine, nelle conclusioni della presente tesi, di ricercare una possibile soluzione per l’adeguamento dei principi ordinamentali italiani a quelli europei, riservando particolare attenzione a quelle che la dottrina maggioritaria ritiene essere le “aree a rischio di violazione” del principio nel ne bis in idem.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

BERTARELLI, CHIARA. "TUTELA DEI DIRITTI E TIME LIMITS: UNO STUDIO ALLA LUCE DELLA GIURISPRUDENZA EUROPEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233253.

Full text
Abstract:
The purpose of this comparative law thesis is to investigate the measure and the modalities in which time limits to the exercise of a right influence its effectiveness. In particular the study focus on the evolutionary aspect of the right of the prescription (limitation of action using common law expression) and the incidence that national and European jurisprudence has on it. This analysis has shown that rules on time limits for bringing judicial claims are designed to ensure the proper administration of justice and compliance with both the principle of legal certainty and equity, especially in guarantying the right of access to a court. This aim should be achieved by a casuistic approach by Courts. Set the premises, the analysis look at recent reforms of the right of limitation of action and soft law instruments, to extrapolate general trends in Europe and highlight the inadequacy of the Italian discipline at last.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

PAGANUZZI, Marco. "La coerenza del sistema fiscale nazionale quale causa di giustificazione nella giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28804.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

DE, PASQUAL LAURA. "L'Unione Europea e la sfida del post-secolarismo: un'analisi della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea in materia di discriminazione religiosa sul luogo di lavoro." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/122310.

Full text
Abstract:
L'obiettivo del presente lavoro è l'analisi dell'approccio che le istituzioni dell'Unione Europea hanno adottato fino ad oggi nei confronti del fenomeno religioso, indagando se l'applicazione fattuale degli strumenti regolatori dell'UE in materia di discriminazione religiosa sul luogo di lavoro sia adeguata al contesto post-secolare e pluralistico contemporaneo. Per raggiungere tale obiettivo, dopo aver discusso della nascita del concetto di post-secolarismo e aver indagato a livello preliminare se gli strumenti normativi europei in materia religiosa possano essere considerati adeguati all'attuale scenario post-secolare, il presente lavoro analizza e discute le sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione Europea riguardanti sia l'esibizione di simboli e abbigliamento religioso sul luogo di lavoro che il grado di autonomia riconosciuto agli Stati Membri nell'organizzare le proprie relazioni con le organizzazioni religiose. In aggiunta, verrà analizzata nel dettaglio la giurisprudenza sviluppata dalla Corte Europea dei Diritti Umani in materia di utilizzo di capi d'abbigliamento religiosamente connotati e di autonomia delle organizzazioni religiose.
The aim of the present work is to analyse the approach that the institutions of the European Union have developed so far with regards to the management of religion, evaluating whether the concrete application of EU regulatory instruments in matters of religious discrimination in the workplace can be considered adequate to a post-secular and pluralistic context. In order to answer such question, after having discussed the emergence of post-secularism and having conducted a preliminary assessment of whether or not the EU normative instruments concerning religion can be considered appropriate to the contemporary post-secular context, the present work analyses and makes considerations on the CJEU judgments concerning both the exhibition of religious apparel in the workplace and the degree of autonomy left to Member States in organizing their relations with religious organizations in the occupational field. In addition, a thorough examination of the jurisprudence developed by the European Court of Human Rights on the use of religious symbols and apparel and on religious organizations’ autonomy will be conducted.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

BOLDRIN, ALVISE. "LA TEORIA DELLA COMPENSAZIONE NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO: UN NUOVO MODO DI CONCEPIRE LE GARANZIE NEL PROCESSO PENALE." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2021. https://hdl.handle.net/11577/3464426.

Full text
Abstract:
Il tema della ricerca concerne il giudizio che la Corte europea dei diritti dell’uomo effettua sul rispetto del ‘diritto a un equo processo’ sancito all’art. 6 Cedu. Più specificamente, il lavoro intende approfondire l’approccio compensativo al quale il giudice europeo sembra fare ricorso con sempre maggiore frequenza in questo ambito. Esso fa riferimento a un passaggio valutativo che pare oggi rappresentare il fulcro sul quale si basano molte delle decisioni in materia di equità processuale pronunciate dalla Corte di Strasburgo. Sempre più spesso, infatti, il giudice convenzionale non arresta il proprio vaglio sancendo la violazione del diritto a un equo processo ove riscontri l’inosservanza di una delle molteplici garanzie tutelate dall’art. 6. Al contrario, in tali ipotesi la Corte europea si spinge a esaminare l’impatto di quella defaillance sull’equità complessiva del procedimento, andando a verificare se sussistano sufficienti fattori di contro-bilanciamento che nel corso del procedimento siano stati in grado di compensare i pregiudizi derivanti dalla violazione in esame. Dopo aver ricostruito origini e sviluppi di questo nuovo modo di gestire le garanzie nel processo penale, il lavoro cerca di mettere in luce le criticità e le aporie che da esso derivano.
The topic of the research concerns the jurisprudence of the European Court of Human Rights on the "right to a fair trial" enshrined in art. 6 ECHR. More specifically, the work aims to analyze the compensatory approach which the European judges seems to use with increasing frequency in this field. The so-called ‘counterbalancing test’ refers to an assessment which today seems to represent the fulcrum on which many of the decisions on procedural fairness pronounced by the Strasbourg Court are based. Infact more and more often the European Court does not stop its scrutiny by pronouncing the violation of the right to a fair trial when it ascertains the failure to comply with one of the guarantees protected by article 6, but goes on to examine the impact of that failure on the overall fairnees of the proceeding. To do so the Court verifies whether or not during the proceeding there were sufficient counterbalancing factors capable of compensating the prejudices deriving from the non-compliance with the specific guarantee listed in art. 6. After having examined origins and developments of this new way of managing guarantees in criminal trials, the work tries to highlight the criticalities and aporias that derive from it.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

GIANNOTTE, ROBERTA PATRIZIA. "Giurisprudenza della Corte di Giustizia e Amministrazione nazionale: poteri, doveri e spunti per un’analisi comparata." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266830.

Full text
Abstract:
Nowadays, a huge judicial phenomenon involves European Countries: the crisis of law. In particular, written law, as acts and regulaments, are losing importance, while case law and jugdements are enhancing their influence. Most of times, the domestic law of European countries is influnced by E.U. Court of Justice’s judgements. The European Court of Justice is very different from other courts, both domestic and international. Her original main role focused on uniform intepretation of European law. This function may be related just to intepretation of rules. But, sometimes, the Court also create rules and principles, that became self-executive in Member States. The Court of Justice, also, organised a “nomofilachia network” (as some Authors used to say), in which national courts and Public Administration provide to guarantee the uniform intepretation and application of E.U. case law. Referring to Public Administrations, three types of competences can be clearly seen: the administrative re-examination of an anti-comunitarian decision, the positive execution of European judgements (that, many times, provide to extend citizens’ rights), the competence that involve the principle of precaution. The question is: has the European Court of Justice an administrative role? Is her function internal or only international? The thesis is completed by a brief comparate analysis about Court of Justice’s role in a common law Country and a civil law Country: United Kingdom and Spain.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Imparato, Domenico <1989&gt. "Il "bis de eadem re ne sit actio" nel quadro del sistema sanzionatorio tributario italiano: impatto della giurisprudenza europea e comparazione con l'esperienza anglo-americana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8720/1/Imparato_Domenico_Tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Nell’Europea del XXI Secolo tendente verso una progressiva armonizzazione (rectius, potenziale unificazione) fiscale, nondimeno scarsa coerenza pare oggi intravedersi tra la giurisprudenza delle Corti centrali (europea ed internazionale pattizia) e quella delle Corti periferiche nel settore delle sanzioni tributarie e dell’annesso principio del “bis de eadem re ne sit actio” che ne vieta la duplicazione con altre ed ontologicamente differenti sanzioni. Ne origina, per il giudice tributario del merito, un’incertezza applicativa di fondo sul quale debba essere il suo atteggiamento di fronte alle differenti soluzioni proposte, che il presente progetto si propone di analizzare con riferimento precipuo alla posizione del giudice fiscale italiano, al fine di cogliere il ventaglio delle alternative a sua disposizione allo stato attuale dell’evoluzione del diritto e della giurisprudenza esterna ed interna. Questo nella consapevolezza che le difficoltà odierne del giudice tributario italiano di fronte alla problematica prospettata siano sovente le stesse – in un ordinamento giuridico europeo oramai «reticolare» e «multidirezionale» – anche di altri giudici fiscali di altri Stati continentali, sicché eventuali sistematizzazioni giuridiche a favore del primo potrebbero giovare anche ai secondi.
Although Europe seems to be moving towards a progressive fiscal harmonization (or a potential unification either), nevertheless it's still difficult to find out any consistency between the jurisprudence of central Courts (European Court of Justice and European Court of Human Rights) and that of National Courts upon the Double Jeopardy Clause/Ne Bis In Idem Principle's meaning inside the tax field. Latest rulings issued by both the Court of Justice (ECJ) and the European Court of Human Rights (ECtHR) are causing an evident clash among divergent beliefs, given that: European Courts have defined the notion of ‘sameness’ as “the same conduct by the same persons at the same date” whereby, with respect to the imposition of several sanctions for the same conduct, they have forbidden a second set of proceedings (the criminal case) once that the previous set (the tax penalty) concerned the same offence – ‘the same conduct’ – and the content of the relevant provisions was mainly identical (embedded the ‘same facts/essential elements’). On the other side, the criterion of the "legal classification" of acts is still relevant as a prerequisite for the applicability of the Double Jeopardy Clause/Ne Bis In Idem Principle according to the Italian Court of Cassation, so that the latter deems the imposition of tax surcharges and a conviction for tax fraud may not be been found as capable to violate such Clause/Principle. Therefore, this scenario does give rise to an ambiguity in the judicial process since many Tax Judges are not sure whether to follow up the European Courts' opinion or the alternative path set by the National Court of Cassation. Probably, the current difficulties to find out any compromise solution is the mirror of a "multi-directional legal system", the European one, where relations between various different Judges have not been well absorbed yet.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Quabin, Davide <1992&gt. "La giurisprudenza all'interno dei maggiori campionati professionistici europei." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10674.

Full text
Abstract:
La tesi si concetrerà sull'analisi dello sport professionistico ed il rapporto giuridico che l'atleta verrà ad instaurare con la società e con la federazione di appartenenza. Tramite questo lavoro si cercherà di comprendere la metodologia giuridica utilizzata non solo all'interno della dottrina italiana, ma anche in alcune di quelle europee. La comparazione giuridica riguarderà per lo più il calcio a livello professionistico, ma le conclusioni che verranno ad essere tratte varrano anche per gli altri sport professionistici. L'indagine prevederà una prima parte in cui ci si focalizzerà sulla relazione tra stato ed ordinamento sportivo, una seconda che permetterà di analizzare le maggior federazioni calcistiche europee ed una terza si concentrerà sul rapporto giuridico tra società, calciatore professionista e federazione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Giurisprudenza europea"

1

Crivelli, Elisabetta. La tutela dell'orientamento sessuale nella giurisprudenza interna ed europea. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2011.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Riondato, Silvio. Competenza penale della Comunità europea: Problemi di attribuzione attraverso la giurisprudenza. Padova: CEDAM, 1996.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Vincenzo, Starace, ed. La giurisprudenza costituzionale in materia internazionale ed europea: 2001-2009, III. Napoli: Editoriale scientifica, 2010.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

La tutela dell'ambiente nella giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani. Napoli: Jovene, 2011.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e influenza sul diritto interno. Napoli [etc.]: Edizioni scientifiche italiane, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

La libera circolazione dei lavoratori e il diritto all'istruzione superiore nella Comunità europea. Padova: CEDAM, 1995.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Bartone, Nicola. Diritto penale italiano: Sistema e valori : giurisprudenza e ottica europea : attuale e nuova codificazione. 2nd ed. Padova: CEDAM, 2007.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Ninatti, Stefania. Giudicare la democrazia?: Processo politico e ideale democratico nella giurisprudenza della Corte di giustizia europea. Milano: A. Giuffrè, 2004.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Petti, Giovanni Battista. La Costituzione europea e la tutela civile dei diritti umani: Commento con dottrina e giurisprudenza. Santarcangelo di Romagna (Rimini): Maggioli, 2006.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Defilippi, Claudio. Il diritto di proprietà ed alla vita privata e familiare nella giurisprudenza della Corte europea. Torino: G. Giappichelli, 2003.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Book chapters on the topic "Giurisprudenza europea"

1

Paola Costantini, Maria. "La donazione dei gameti tra giurisprudenza italiana e dimensione Europea: la pronuncia della corte costituzionale sulla fecondazione eterologa n. 162/2004." In Questioni di inizio vita, 235–50. Mimesis Edizioni, 2015. http://dx.doi.org/10.4000/books.mimesis.1523.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Trocker, Nicolò. "La metamorfosi della tutela risarcitoria per fatto illecito: itinerari della giurisprudenza italiana." In Arbeits- und Sozialrecht für Europa, 907–20. Nomos Verlagsgesellschaft mbH & Co. KG, 2020. http://dx.doi.org/10.5771/9783748909231-907.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography