Academic literature on the topic 'Giudice dell'Unione europea'

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Journal articles on the topic "Giudice dell'Unione europea"

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Gambino, Silvio. "I diritti fondamentali fra ‘Carta dei diritti UE' e "costituzionalismo multilivello"." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2020): 47–85. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001003.

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Abstract:
L'articolo esamina la protezione dei diritti fondamentali nella prospettiva del processo di in-tegrazione europea e delle sue relazioni con l'ordine costituzionale interno nel quadro del costituzionalismo multilivello. In tale contesto, recenti nuovi indirizzi della giurisprudenza costituzionale sottolineano come il giudice nazionale ordinario sia chiamato a occupare un ruolo di crescente importanza nei rapporti con il Giudice costituzionale e nel dialogo con il Giudice dell'Unione (CGUE). Tali indirizzi restituiscono una nuova centralità alla ‘dottrina dei controlimiti' rispetto alla dottrina della CGUE sul primato del diritto dell'Unione con riguardo alle disposizioni costituzionali in tema di principi e di diritti fondamentali. In tale prospettiva, il testo esamina sia il tema dei rapporti fra libertà fondamentali economiche e processo di integrazione europea sia solleva interrogativi sul livello di protezione giurisdi-zionale di tali libertà fondamentali fra costituzioni nazionali e diritto primario dell'Unione.
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Calzolaio, Ermanno. "Europa dei diritti e giudice europeo." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001006.

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Abstract:
Il presente contributo, muovendo dal rilievo ampiamente condiviso che il sistema di tutela dei diritti umani in ambito europeo fa perno sulla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e della Corte di Giustizia, si concentra sull'esame di alcuni aspetti di contesto, sovente lasciati sullo sfondo, ma che appaiono invece essenziali per la stessa comprensione del fenomeno. Si tratta, precisamente, delle modalitŕ di nomina dei giudici, dello stile delle sentenze, dell'esistenza di una regola del precedente e dei modi del suo operare. L'analisi svolge poi alcune considerazioni sul tema dei rapporti tra le due Corti, soprattutto alla luce della adesione dell'Unione alla Convenzione europea a seguito dell'entrata in vigore del cd. Trattato di Lisbona, che riconosce lo stesso valore giuridico dei trattati alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea approvata a Nizza nel 2000 (art. 6 TUE). Alla luce del contesto cosě ricostruito, vengono svolti rilievi critici sulle modalitŕ attraverso cui i giudici italiani si rapportano alla giurisprudenza convenzionale e comunitaria.
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Gianfranco, Gilardi. "La responsabilitŕ patrimoniale dei magistrati." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (February 2011): 76–89. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006007.

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Abstract:
1. Il principio di soggezione del giudice solo alla legge2. La responsabilitŕ patrimoniale dei magistrati nel sistema dei controlli relativi all'esercizio della giurisdizione3. Le proposte di modifica della disciplina relativa alla responsabilitŕ civile dei magistrati4. La giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea precedente alla sentenza 24 novembre 2011 (C-379/10)5. La sentenza 24 novembre 2011 (C-379/10) della Corte di giustizia dell'Unione europea6. La legislazione degli altri Stati europei e i princěpi generali di riferimento nel contesto internazionaleConclusioni
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Reale, Maria Cristina. "Il giudice e lo scienziato fallibile. Riflessioni a margine di un precedente della Corte di giustizia dell'Unione europea." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (June 2019): 91–110. http://dx.doi.org/10.3280/sd2019-002004.

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Giordano, Filippo Maria. "Willem Adolph Visser't Hooft e il federalismo europeo. Dalla Resistenza alle iniziative per l'unitŕ europea nel dopoguerra." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (October 2011): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002005.

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Abstract:
Con l'entrata in vigore il 1° dicembre 2009 del Trattato di Lisbona č stato conferito carattere vincolante alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. La Corte europea di giustizia, dopo quella data, ha giŕ richiamato le disposizioni della Carta in oltre trenta sentenze. Viene qui fatta una valutazione di questa prima giurisprudenza, ponendo l'accento sul fatto che la Corte ha, in linea generale, pienamente valorizzato la portata garantista del Bill of rights dell'Unione, assumendolo in alcuni casi come parametro di legittimitŕ ‘costituzionale' degli atti normativi sovranazionali. Il ruolo della Carta si profila oggi come centrale nello sviluppo della giurisprudenza ‘multilivello' ed influenzerŕ inevitabilmente anche gli orientamenti dei giudici nazionali, anche al di lŕ del suo ambito di applicazione diretta, cosě rafforzando la dimensione sostanziale della cittadinanza europea.
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Zahn, Rebecca, and Bruno de Witte. "La prospettiva dell'Unione europea: dare preminenza al mercato interno o rivedere la dottrina Laval?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 131 (August 2011): 433–46. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131006.

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Abstract:
La Corte del lavoro svedese ha deciso il caso Laval con sentenza del 2 dicembre 2009. Essa ha applicato ai privati i principi del diritto dell'Unione relativi alla responsabilitŕ dello Stato al fine di condannare al risarcimento dei danni un'organizzazione sindacale per aver intrapreso un'azione collettiva illegittima. L'ampia interpretazione del diritto europeo data dai giudici svedesi č problematica sotto diversi punti di vista. Il rinnovato quadro costituzionale europeo, a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, pone in una nuova prospettiva non solo la decisione della Corte svedese, ma anche la stessa sentenzadella Corte di giustizia. Alla luce di ciň, gli autori si chiedono se la Corte svedese abbia adottato un'interpretazione corretta con riferimento alla questione della responsabilitŕ in caso di violazione del diritto dell'Unione, e discutono alcune delle piů vaste questioni sollevate dalla sentenza.
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"Recensioni." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (July 2009): 165–73. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003017.

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Abstract:
- Il volume La Carta dei diritti dell'Unione europea. Casi e materiali, a cura di Giacinto Bisogni, Giuseppe Bronzini e Valeria Piccone (Chimienti, Taranto, 2009) rappresenta insieme un importante tassello di un piů ampio progetto culturale, una rilevante documentazione del ruolo dei giudici nel processo di integrazione europea e un utile strumento di consultazione per gli operatori del diritto.
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Calin, Dragos. "Procedura di promozione effettiva dei giudici rumeni davanti alla Corte di giustizia dell'Unione europea (Effective Promotion Procedure Concerning Romanian Judges before the Court of Justice of the European Union)." SSRN Electronic Journal, 2022. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.4054850.

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Dissertations / Theses on the topic "Giudice dell'Unione europea"

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POSTIGLIONE, MIRIAM. "IL VALORE DEL 'PRECEDENTE' NELLA GIURISPRUDENZA DEL GIUDICE DELL'UNIONE EUROPEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/789947.

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Abstract:
The value of “precedent” in the case law of the Court of Justice of the European Union and the attempt to identify its characteristics within the European Union legal framework cannot be proceeded without the preemptive analysis of the legal reasoning and of the creative role of the judge. The role of the precedent in the legal reasoning and in the interpretation of the European Union law, as well as the unanimously accepted capacity of the judge to “create” law, are to be indented as the pivotal conditions allowing the development of a stare decisis system. The second part of the present thesis is focused on the peculiar features of the judicial precedent in the case law of the Court of Justice. In particular, we could notice, firstly, the absence of a clear definition and distinction between the concept of ratio decidendi and obiter dicta; secondly, we underline the need to overcome the classical distinction between persuasive precedent and binding precedent, in order to properly evaluate the scale of value that the precedent can take following the use and the function that is playing from time to time. Moreover, the analysis of the efficacy of the precedent will be confined, in this second part of the work, to the “self-precedent” of the Court, meaning to the obligation for the judge to follow his own precedent. The analysis will then highlight the role of precedent in case it is overruled or distinguished by the Court: practice that, ultimately, has to be conceived as a confirmation, as well as a recognition, of the precedent’s value. Furthermore, in spite of the absence of a doctrine of precedent in the European Union legal system, we recall two circumstances in which the judicial precedent assumes a de facto binding value. Firstly, we analyse the use of precedent in the decision-making activity of the judge, and then those norms of the rules of procedure that required the Court of Justice to decide by explicit reference to the previous judgment. Lastly, the analysis will be focus on the efficacy of the Court’s precedent with respect to the Tribunal is the evaluation of the impact of the vertical relationship between the two judges and the extension to which the Tribunal is bound by the Court’s as well as in the relationship between the Court and the national judge.
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PERI, Antonina. "La selezione dei giudici della Corte di giustizia dell'Unione. Nuove prospettive di integrazione e legittimazione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91045.

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Abstract:
Abstract The appointment of judges to supranational and international courts has long been a neglected area of sovereign activity. However, the growing role and significance of the European Court of Justice (ECJ), by now one of the most significant players within the European political and constitutional space, demands reforms which also affect its architecture. The creation of the advisory panel under article 255 TFUE, whose task is to provide the Council with opinions on candidates suitability, it could be considered one of the most interesting novelties introduced by the Lisbon Treaty. Indeed, the panel is definitely a way to improve judicial independence and proficiency but also a means to centralize judicial selection process at the supranational level. we argue that panel activity is much more influential than the modesty of its formal powers let suppose. After a deep analysis on judicial selection procedures for the ECJ, we underline the strength and the weakness points of the new panel 255. This study let us to believe that the new panel is an important step forward a stronger European integration. In the second part, adopting a comparative approach, we propose some judicial selection models for supranational and international courts. In this way, the thesis contextualizes art.255 TFUE within a general trend present at a comparative level. Finally the thesis offers a critical reading of art.255 TFUE analyzing some important cross-cutting issues concerning independence, transparency, democracy and diversity in judicial nominations. To this extent, this doctoral thesis shows how judicial selection procedures may have important substantial implications: especially with regard to ECJ legitimacy.
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Adamo, D. "L'intervento di terzi nel processo dinanzi ai giudici comunitari." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/64594.

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BARBIERI, Samuele. "La ragione del conflitto. Il rinvio pregiudiziale tra giudici ordinari e Corte costituzionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2023. https://hdl.handle.net/11392/2502850.

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Abstract:
Dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona sempre più frequenti e gravi risultano i conflitti tra la Corte di giustizia e i giudici costituzionali o supremi degli Stati membri. Una tendenza che non ha lasciato intatta neppure la posizione della Corte costituzionale italiana, la quale ha attuato un cammino di “riaccentramento” rispetto al diritto dell'Unione europea, superando assiomi del modello di rapporti tra diritto interno e sovranazionale che sino ad oggi aveva guidato la propria giurisprudenza “comunitaria”. A giustificazione di tale fenomeno, la dottrina maggioritaria ha addotto l’attuale fisionomia del diritto sovranazionale a seguito del trattato di riforma. Tali motivi rappresentano, semmai, la premessa. È l’(ab)uso del rinvio pregiudiziale da parte dei giudici italiani il principale responsabile delle tensioni intercorse che tra le Corti. Un giudice ordinario che, negli “spazi” aperti dall’incontro tra le potenzialità proprie del meccanismo del rinvio pregiudiziale e l’ampia discrezionalità ad esso riconosciuta dal “modello Granital” (al quale va associata il colpevole isolamento della Consulta dal dialogo pregiudiziale), ha trovato il terreno fertile per il proprio attivismo. Nel Capitolo I viene offerta una ricostruzione del ruolo dell’art. 267 TFUE nel sistema di tutela giurisdizionale dei trattati. Da una parte oggetto di attenzione sono i fondamenti della procedura pregiudiziale, quali la ricevibilità (soggettiva e oggettiva) del rinvio nonché l’obbligo che ai sensi del co. 3 grava sui giudici di ultima istanza; dall’altra parte non si mancherà di approfondire l’interrelazione tra il dialogo fra i giudici nazionali e la Corte di giustizia e i sistemi di giustizia costituzionali presenti in alcuni degli Stati membri, fra i quali l’Italia. Nel Capitolo II viene proposta l’analisi di alcuni rinvii pregiudiziali pervenuti dagli organi giurisdizionali italiani dal Trattato di Lisbona ad oggi particolarmente esemplificativi del contributo non marginale, ma centrale, del giudice ordinario al conflitto fra Corti. Il caso Kamberaj, il quale somma le spinte verso una “comunitarizzazione” della CEDU presenti in una parte della giurisprudenza italiana, e altri rinvii che testimoniano la tendenza dei giudici ordinari di invocare la Carta fuori dal suo ambito di applicazione. Il potenziale contrasto tra il diritto derivato e il principio costituzionale dell’accesso alla pubblica amministrazione mediante concorso (art. 97, co. 4 Cost.) e la relativa giurisprudenza costituzionale nella saga dei contratti a termine della scuola pubblica (da Scattolon, passando per Mascolo e Rossato fino a YT e a.). Il caso Taricco, con il rischio più che concreto dell’attivazione del sindacato della Consulta sui controlimiti. La “guerra tra giudici supremi” alla quale è possibile assistere nei rinvii pregiudiziali Randstadt e Hoffman-La Roche. Nel Capitolo III, infine, viene preso in analisi il “cammino comunitario” del Giudice costituzionale dalla diffusione al recente “riaccentramento”, dunque, dal modello di relazioni tra ordinamenti cristallizzato dalla pronuncia Granital sino alla recente «inversione» – facoltativa per il giudice e non preclusiva del “percorso europeo” – della doppia pregiudiziale.
In the aftermath of the entry into force of the Treaty of Lisbon, conflicts between the Court of Justice and Constitutional or Supreme Courts of the Member States have become increasingly frequent and serious. This trend has involved also the Italian Constitutional Court, which has taken a stance of "re-centralisation" towards European Union Law, overcoming axioms of the model of relations between domestic and EU Law (the so-called "Granital Model") and laying the foundations for a new era of the "cammino comunitario" (the "269 temperate model"). As a root cause for this phenomenon, Legal Scholars have put forward the current momentum of EU law after the Treaty of Lisbon: the expansion of European competences in matters deeply linked to State sovereignty and the strengthening of the Union's system of protection of fundamental rights, due to the attribution by Article 6(1) TEU to the Charter of Nice of the same legal value of the Treaties. These grounds are the premise, the general context. Another is claimed to be, in the present work, the real reason for the conflict between the Constitutional Court and the Court of Justice: the preliminary reference of the Italian ordinary judge. It is the (ab)use of the preliminary references procedure by Italian judges that is mainly responsible for the tensions arisen between the two Courts, a circumstance that has led “il giudice delle leggi” to review the relations between itself, the Court of Luxembourg and the ordinary judges. An ordinary judge who, in the “spaces” opened up by the encounter between the potential of the preliminary ruling mechanism and the broad discretion recognised to it by the “Granital model” (not to mention the Consulta's isolation derived from the refraining to use the preliminary ruling procedure), has found fertile ground for its own activism. Chapter I offers a reconstruction of the role of Article 267 TFEU in the EU judicial system. On the one hand, the focus is on the fundamentals of the preliminary ruling procedure, such as the admissibility (subjective and objective) of the reference, as well as the obligation imposed on the last instance courts; on the other hand, the interrelation between Article 267 TFEU and the Constitutional justice systems present in some Member States, including Italy, will not be ignored. Chapter II proposes an analysis of some references received by Italian courts since the Treaty of Lisbon that are particularly illustrative of the ordinary courts’ not marginal, but central, contribution to the conflict between courts. The Kamberaj case, which sums up the will towards a "comunitarizzazione" of the ECHR, and other references testifying to the tendency of Italian ordinary courts to invoke the Charter outside its scope. The potential conflict between EU secondary law and the constitutional principle of access to the public administration through competition (Art. 97, para. 4 Const.) and the related constitutional case law in the saga of fixed-term contracts in public schools (from Scattolon, through Mascolo and Rossato to YT and others). The Taricco case and the alarming risk of the activation of counter-limits. The “war between Supreme Judges” that can be witnessed in the Randstadt and Hoffman-La Roche cases. Finally, in Chapter III, the "cammino comunitario" of the Constitutional Court from the decentralization to the recent "re-centralisation" is analysed, thus, from the model of relations between legal systems in Granital to the recent "inversion" – not mandatory for the judge and not preclusive of the "European path" – of the dual preliminarity in Judgment No. 269 of 2017. The re-shaping by the Italian Constitutional Court of its role and of that of the ordinary judge toward EU Law could not be analyzed if not in the light of the reason of the conflict, topic of this Ph.D Thesis.
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Books on the topic "Giudice dell'Unione europea"

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Adamo, Daniela. L'intervento di terzi nel processo dinanzi ai giudici dell'Unione europea. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2011.

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