Academic literature on the topic 'Giovanni da Legnano'

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Journal articles on the topic "Giovanni da Legnano"

1

Cavazza, Marianna, Graziella Civenti, and Roberto Ravasio. "Capitolo 4: Servizi e pazienti reclutati." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): 33–37. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000216.

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Abstract:
Lo studio ha coinvolto 10 Unità Operative di Psichiatria (UOP) della regione Lombardia:– UOP 4 di Busto Arsizio (popolazione residente 172.419);– UOP 5 di Saranno (popolazione residente 134.029);– UOP 30 di Crema (popolazione residente 122.043);– UOP 35 di Vimercate (popolazione residente 154.877);– UOP 38 di Desio (popolazione residente 218.157);– UOP 39 di Sesto San Giovanni (popolazione residente 117.355);– UOP 43 di Legnano (popolazione residente 202.798);– UOP 47 “Niguarda 2” di Milano (popolazione residente 70.447);– UOP 51 “San Paolo 1” di Milano (popolazione residente 159.421);– UOP 53 “San Carlo 1” di Milano (popolazione residente 149.002).Il bacino di utenza complessivo risulta composto da circa un milione e mezzo di abitanti, pari al 16% della popolazione lombarda.Le 10 Unità Operative esprimono realtà territoriali e sociali differenziate: includono infatti servizi collocati in area metropolitana, quali quelli della città di Milano, e servizi di aree non urbane quali, per esempio, quelli di Crema, Legnano, Desio.
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2

Bitelli, G., V. A. Girelli, M. Medica, and M. A. Tini. "From 3D surveying to replica, a resource for the valorisation of museum artifacts. The case of the bas-relief of Giovanni da Legnano in Bologna." Journal of Physics: Conference Series 2204, no. 1 (April 1, 2022): 012093. http://dx.doi.org/10.1088/1742-6596/2204/1/012093.

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Abstract:
Abstract This paper describes the experience carried out by the Geomatics group of the DICAM Dept. (Department of Civil, Chemical, Environmental and Materials Engineering) of the University of Bologna, in collaboration with the Civic Medieval Museum, about the digitization and reproduction by 3D printing of the bas-relief of Giovanni da Legnano. This artwork is one of the symbols of the University of Bologna, the oldest of the western world, and consequently of all European academic tradition. In the text, the 3D surveying and physical reproduction operations of this object are described. The faithful copy of the object was presented in Brussels in 2017, on the occasion of the inauguration of the House of the European History.
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3

Ardissino, Erminia. "Saggio per l'edizione critica dell'Ovidio Metamorphoseos Vulgare di Giovanni di Bonsignori: II “Proemio” e l' “Esordio”." Traditio 48 (1993): 107–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0362152900012903.

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Abstract:
L'importanza del volgarizzamento e dell'allegorizzazione delle Metamorfosi ovidiane per opera di Giovanni di Bonsignori, meglio conosciuti con il titolo Ovidio Metamorphoseos Vulgare, che venne lora assegnato nelle edizioni a stampa, è dovuta alla larga diffusione che ebbero nel XV secolo e nei primi decenni del XVI. Terminato nel 1377, il testa ebbe una discreta divulgazione manoscritta e conobbe una prima stampa a Venezia nel 1497 “per Zoanne Rosso Vercellese ad instantia del nobile homo miser Lucantonio Zonta fiorentino” (ovvero Lucantonio Giunti), Sempre a Venezia “ad instantia del […] Lucantonio Zonta” seguirono una seconda edizione nel 1501 “per Christofolo de Pensa” e una terza nel 1508 “per Alexandro di Bandoni.” Nel 1517 e nel 1523 si ebbero ancora a Venezia altre due edizioni, ambedue “per Georgio de' Rusconi.” Nel 1519 fu pubblicato a Milano “in Minutiana officina,” per i fratelli da Legnano; nel 1520, ancora a Milano, “per Rocho et Fratello da Valle ad instantia de Miser Nicolò Da Gorgonzola.”
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4

Izbicki, Thomas M. "All’indomani del grande Scisma d’Occidente. Jean Le Fèvre canonista al servizio dei Valois e il trattato De planctu bonorum in risposta a Giovanni da Legnano by Alessandro Fabbri." Catholic Historical Review 100, no. 3 (2014): 599–600. http://dx.doi.org/10.1353/cat.2014.0174.

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5

Squassina, Angela Paola. "La Casa dell’abate a San Giovanni in Persiceto: Indagini conoscitive e questioni operative per la conservazione di un «edificio-fossile»." Arqueología de la Arquitectura, no. 5 (December 30, 2008): 207. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2008.96.

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Abstract:
manufatto medioevale a struttura mista in legno e muratura, uno dei pochi superstiti in Italia, probabile sede dell’Abate del Monastero di Nonantola. Si tratta di un «edificio-fossile», oggetto di grande interesse data la rarità, l’antichità della struttura e delle modalità costruttive, nonché per la presenza di una stratificazione quasi millenaria. La Casa dell’Abate è stata infatti sottoposta ad un lento ma continuo processo di trasformazione per sostituzione graduale degli elementi lignei con muratura, che lo ha condotto da una condizione di edificio-fondaco a carattere non residenziale, verso un assetto prevalentemente abitativo. A ciò si aggiunge una generale condizione di ridotta leggibilità stratigrafica, dovuta ad un intervento risalente agli anni Sessanta, che ha comportato profonde trasformazioni strutturali ed una generale alterazione delle superfici esterne sistematicamente rinnovate, con conseguente modifica della percezione di antichità dell’insieme. Una condizione che suggerisce alcune riflessioni sul rapporto fra leggibilità stratigrafica e conservazione dell’autenticità. In un edificio fortemente alterato, viene drasticamente ridotta la capacità risolutiva dello strumento stratigrafico, di cui diventa necessario ricalibrare codici e modalità applicative. Tuttavia, da questa necessità di continuo adattamento a diverse condizioni di lettura, risulta un’articolazione della stratigrafia – qualora inclusa organicamente nella concezione del progetto di restauro – e la leggibilità stratigrafica può divenire anche prezioso indicatore delle alterazioni indotte e criterio tecnico-culturale di orientamento del progetto, come tensione ideale verso il controllo delle trasformazioni nell’intervento. Che si configura qui in termini minimali e rispettosi delle testimonianze superstiti frammentate e della loro leggibilità stratigrafica.
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Catturi, Giuseppe. "Arte figurativa e arte contabile. Le tavolette della biccherna del comune di Siena (XIII–XVII secolo)." De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 10, no. 19 (December 31, 2013): 175. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v10i19.270.

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Abstract:
Fra le arti figurative comprese in quelle cosiddette “belle”, cioè le forme di attività che, secondo l'opinione del Vasari, hanno esclusivamente un fine di bellezza, un valore estetico, come l'architettura, la danza, la poesia, la pittura, la scultura e la musica, in questo articolo focalizziamo l'attenzione sulla pittura e su di una sua particolare espressione e manifestazione, irripetibile ed originalissima.Le composizioni pittoriche che rappresentano eventi e situazioni di vita vissuta o configurazioni di ambienti costituiscono tutte una fonte conoscitiva di inestimabile valenza. Agli attenti osservatori esse costituiscono archivi storici e giacimenti culturali di particolare ampiezza ed intensità.D'altra parte è arte anche il complesso delle tecniche, degli strumenti e dei loro metodi d'uso concernenti una realizzazione, un'applicazione pratica nel campo dell'operare umano; cosicché è possibile scrivere di arte riferendosi ora ad un mestiere ora ad una professione. Si ha così l'arte medica, l'arte forense, etc., ma anche l'arte contabile, quella cioè esercitata da coloro che si mostrano capaci di memorizzare e di sistematizzare, seguendo un metodo preordinato e rigoroso, i fatti amministrativi, ridotti in termini quantitativi – monetari, che caratterizzano l'attività economico – finanziaria realizzata da una qualunque azienda, in modo da offrire al gestore informazioni determinanti per il buon governo dell'azienda medesima.L'obiettivo conoscitivo dell'arte contabile rimane costante nel tempo, ma gli strumenti ed il loro metodo d'uso, relativi a quell'arte, cambiano mano a mano aumenta il bagaglio delle conoscenze concernenti l'efficace utilizzo a fini gestionali dei risultati contabili rilevati periodicamente. Nel nostro studio intendiamo riferirci all'arte contabile esercitata nel Medioevo nell'ambito di famiglie di mercanti, banchieri, amministrazioni comunali, ospedali, opere pie e congregazioni religiose. In particolare, vogliamo trattare dell'ufficio della Biccherna del Comune di Siena preposto alla gestione delle pubbliche risorse finanziarie. Esso era composto da un “presidente” - il Camarlingo - e da quattro Provveditori in carica per sei mesi.I registri contabili sui quali il Camarlingo annotata giornalmente le varie operazioni finanziarie erano a fogli mobili e, pertanto, inizialmente venivano tenuti assieme da un foglio più grande sul quale veniva scritto il periodo di riferimento ed il nome del Camarlingo. Successivamente, per tenere uniti i numerosi fogli contabili si incominciò ad usare del materiale rigido, appunto delle tavolette di legno, la cui consistenza e rigidezzarendevano più agevole l'adozione e la consultazione dell'insieme dei fogli contabili relativi ai vari semestri.Le due tavolette, quella superiore e l'altra inferiore, erano legate da lacci di cuoio che costituivano la costola e sul davanti veniva posta una fibbia di chiusura, in modo da formare un vero e proprio “libro”. Fu proprio per sopperire all'anonimicità ed alla ripetitività di quei libri che, almeno a Siena, si affermò l'uso, a partire dal 1257, di far dipingere le tavolette di legno che tenevano legate e congiunte le pagine del libro contabile.Molti e di grande fama furono i pittori senesi che dipinsero le tavolette della Biccherna: Duccio di Boninsegna, Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Domenico Beccafumi e molti altri. I pittori per lo più disegnavano l'ambiente principale della Biccherna, quello in cui si svolgevano le transazioni finanziarie e, talvolta, gli operatori dell'ufficio: il Camarlingo, i Provveditori e qualche cittadino raffigurato mentre pagava le imposte. Sul tavolo da lavoro si disegnavano spesso gli strumenti per l'esercizio dell'arte contabile: libri, penna, calamaio, grattino, forbici, monete, borse etc.È così che scorrendo le numerose rappresentazioni pittoriche delle tavolette, raccolte per lo più nell'Archivio di Stato di Siena, altre fanno bella mostra di sé nei maggiori musei del mondo, possiamo leggere, in estrema sintesi, alcuni significativi aspetti dell'evoluzione culturale della comunità medievale senese. Da esse possiamo trarre informazioni immediate non solo dei cambiamenti nell'arte pittorica adottata dagli autori dei dipinti, ma anche sull'organizzazione dell'Ufficio finanziario del Comune, la Biccherna appunto, e l'importanzasempre maggiore che veniva attribuita agli strumenti indispensabili per esercitare l'arte contabile. Possiamo acquisire informazioni concernenti l'evoluzione del “metodo” adottato nell'annotare i dati finaqnziari relativi all'attività della Biccherna solo dalla lettura dei fogli compresi nei vari “libri”, ma tale obiettivo conoscitivo è complementare e collaterale rispetto a quello principale che ci siamo posti. Insomma, osservando in ordine cronologico le tavolette di Biccherna, si “legge il tempo” nella contemporaneità dei momenti di vita vissuta da Siena, dalla sua comunità e in particolare dal suo più importante Ufficio finanziario pubblico, la Biccherna.Lo studio intende evidenziate appunto la correlazione fra arte figurativa e arte contabile attraverso le tavolette dipinte dei libri contabili della Biccherna senese.
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Zendri, Christian. "Utrum regis ad subditos sit amicitia : droit, politique et amitié dans la pensée de Giovanni da Legnano (vers 1320-1383)." Astérion, no. 6 (April 3, 2009). http://dx.doi.org/10.4000/asterion.1473.

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Dissertations / Theses on the topic "Giovanni da Legnano"

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Iannacci, Lorenza <1980&gt. "Il De Pace di Giovanni da Legnano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2590/1/Iannacci_Lorenza_Tesi.pdf.

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2

Iannacci, Lorenza <1980&gt. "Il De Pace di Giovanni da Legnano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2590/.

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3

Giani, F. M. "IL CANTIERE DEL DEAMBULATORIO DEL SANTUARIO DI SANTA MARIA DEI MIRACOLI PRESSO SAN CELSO A MILANO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/488289.

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Abstract:
La tesi di dottorato affronta la ricostruzione del cantiere decorativo del deambulatorio del Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso, tra il 1540 e il 1566 circa, attraverso l'esame delle opere, dei documenti e della bibliografia. La prima parte è dedicata al Santuario nel suo complesso ed è costituita da un capitolo che analizza la storiografia artistica dalla fine del Cinquecento ad oggi, e da tre appendici, rispettivamente dedicate alla guidistica, alla fortuna visiva e ai fabbricieri. La seconda parte è dedicata al cantiere decorativo del deambulatorio ed è costituita da un capitolo che analizza in ordine cronologico l'intero sviluppo del cantiere (con aperture sul periodo precedente il 1540 e successivo il 1566, in particolare sull'epoca borromaica e sui restauri ottocenteschi) e da schede specifiche per ogni opera (pala d'altare) o intervento (stucchi e affreschi). La tesi è corredata da un consistente apparato di immagini (in larga parte derivate da una campagna fotografica realizzata grazie alla strumentazione messa a disposizione dal Dipartimento), da un ricco regesto dei documenti e dalla bibliografia.
The PhD thesis consists in a reconstruction of the different phases of the decoration of the ambulatory of the Sanctuary of Santa Maria dei Miracoli presso San Celso (between 1540 and 1566) through the examination of works, documents and bibliography. The first part is dedicated to the Sanctuary as a whole, and consists of: a chapter that analyzes the art historiography from the end of the Sixteenth century to today; three appendices, respectively dedicated to the guides (of the Sanctuary and of Milan), the visual fortune and the "fabbricieri" (the Sanctuary holders). The second part is dedicated to the phases of the decoration of the ambulatory and consist of: a chapter that analyzes in chronological order the making of the decoration (with digressions on the period prior to 1540 and next to 1566, in particular on the Borromaic period and on the nineteenth-century restorations); a entry for each work (altar piece) or decorative intervention (stuccoes and frescoes). The thesis is accompanied by a substantial array of images (largely derived from a photo campaign thanks to the instrumentation made available by the Department), a rich document summary and a bibliography.
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FABBRI, ALESSANDRO. "il De Planctu bonorum. Un trattato di parte clementista al tempo dello scisma della Chiesa (1379)." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/558899.

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Books on the topic "Giovanni da Legnano"

1

Giovanni. Somnium [di] Giovanno da Legnano. Legnano (Milano): Banca di Legnano, 2004.

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Bagatin, Pier Luigi. Preghiere di legno: Tarsie ed intagli di fra Giovanni da Verona. Firenze: Centro editoriale toscano, 2000.

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3

Bagatin, Pier Luigi. Preghiere di legno: Tarsie ed intagli di fra Giovanni da Verona. Firenze: Centro editoriale toscano, 2000.

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Book chapters on the topic "Giovanni da Legnano"

1

Boudet, Jean-Patrice. "Giovanni da Legnano et la genèse de son interprétation astrologique du Grand Schisme d’Occident." In Église et État, Église ou État ?, 347–65. Éditions de la Sorbonne, 2014. http://dx.doi.org/10.4000/books.psorbonne.3576.

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