Academic literature on the topic 'Giovani italiani'

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Journal articles on the topic "Giovani italiani"

1

Pirni, Andrea. "Giovani e politica in Italia: gli studenti e la rielaborazione silenziosa del politico." OBETS. Revista de Ciencias Sociales 8, no. 2 (December 15, 2013): 315. http://dx.doi.org/10.14198/obets2013.8.2.05.

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Abstract:
L'articolo ha l'obiettivo di segnalare la dinamica di trasformazione dell'elaborazione del politico da parte dei giovani studenti italiani. Vengono presentate tre diverse coordinate attorno alle quali si è sviluppata la ricerca empirica italiana su giovani e politica e i rispettivi risultati. Successivamente vengono utilizzati i dati raccolti in una recente ricerca per presentare le discontinuità che propongono i “nuovi” giovani rispetto alle generazioni precedenti che costituiscono la base di una profonda trasformazione in corso della sfera del politico.
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2

Buonanno, Di Elisa. "Le fellowship della Società Italiana di Nefrologia: un'intervista." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 1 (January 26, 2018): 70–71. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1008.

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Abstract:
Nel 2012 la Società Italiana di Nefrologia (SIN), sotto la guida del Presidente Prof.ssa R. Coppo, ha istituito per la prima volta delle borse di studio dedicate ai giovani nefrologi, finalizzate allo svolgimento di attività cliniche e di ricerca mediante stage presso numerosi centri di Nefrologia italiani. Si riporta la testimonianza di un vincitore, il dott. G. Alfano, che ha frequentato un ambulatorio di ecografia nefrologica per approfondire tale metodica. La sua testimonianza sottolinea l'importanza delle fellowship come progetti formativi e l'auspicio che la SIN ne elargisca sempre di più, per migliorare la preparazione e la crescita professionale dei giovani nefrologi.
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3

Mastropaolo, Lia. "Nuove patologie adolescenziali o nuove emergenze sociali? L'hikikomori č solo giapponese?" TERAPIA FAMILIARE, no. 97 (January 2012): 31–57. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-097002.

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Abstract:
L'autrice, nella sua attivitŕ clinica si č trovata negli ultimi anni a lavorare, sempre piů frequentemente, con giovani adulti che presentano sintomatologie comuni: chiudersi in casa, passare la giornata a navigare in internet, crearsi una vita virtuale parallela o vivere nella stanza/tana in cui si consuma l'intera quotidianitŕ del vivere... Si pone l'interrogativo: siamo in presenza di nuove patologie o di nuove emergenze sociali? Confronta le precedenti ricerche fatte sugli adolescenti con l'attuale ricerca, il fenomeno giapponese dell'hikikomori con il nuovo fenomeno dei giovani italiani e, attraverso tre casi clinici, presenta nuove modalitŕ di intervento: le "terapie fluttuanti", il lavoro sul sé. Per rispondere al quesito racconta come nel tempo si siano modificate le sue metodologie di trattamento della patologia, come legge il sintomo, come utilizza ora le ipotesi, come tratta l'ingaggio dell'adolescente, del giovane adulto e della sua famiglia, come mantiene la relazione terapeutica ora rispetto al passato e come utilizza i sintomi all'interno del percorso terapeutico.
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Colarusso, S. "A survey to photograph Italy’s young diabetology." Journal of AMD 24, no. 4 (February 2022): 288. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.9.

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Abstract:
Il Gruppo Nazionale Giovani AMD ha condotto nel Gennaio 2020 una survey rivolta a giovani diabetologi under 45, al fine di ottenere un’istantanea della next generation diabetologica. La survey, partita il 15 gennaio 2020 via mail (Google Moduli), ha incluso 23 quesiti, suddivisi per sezioni: raccolta dati anagrafici, genere/formazione, contesto lavorativo (tipologia di contratto, sede lavorativa, attività prevalente), criticità/esigenze, rapporti con le società medicoscientifiche, utilizzo dei canali social, grado di motivazione. Fra i 259 giovani diabetologi che hanno partecipato alla survey (età: 55% 30-40, 27% 40-45, 8% <30) notevole è stata la differenza di genere con prevalenza del sesso femminile (64% ). La predominante specializzazione indicata è l’endocrinologia (~71%); circa il 45% dei giovani diabetologi italiani lavora con un contratto di dipendenza, il 25% come libero professionista e circa il 17% in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale come specialista ambulatoriale territoriale. Nel 73% dei casi il tipo di attività svolta è prevalentemente/ esclusivamente ambulatoriale , il 54% la svolge in prevalente ambito diabetologico, il 42% anche endocrinologico. Tramite una scala di grading numerico (punteggio da 1 a 4) le maggiori criticità indicate sono: l’organizzazione lavorativa, la mancanza del team diabetologico, l’impossibilità di prescrivere farmaci richiedenti un piano terapeutico se non con un contratto di lavoro pubblico, gli spazi fisici delle strutture lavorative. Fra le principali esigenze rilevate al primo posto l’implementazione della formazione professionale (73%). Le aree di maggior interesse sono: terapie innovative, tecnologie, diabete e gravidanza, telemedicina, educazione terapeutica. L’80% dei giovani diabetologi ha espresso un alto livello di motivazione ad essere coinvolti in iniziative associative grazie alla nascita del Gruppo Nazionale Giovani AMD. La forte motivazione dei giovani diabetologi rappresenta un’ottima base e punto di partenza per favorire una collaborazione fra le classi dirigenziali attuali e future, approntando insieme dei percorsi di crescita e formazione professionali in linea con il sapere, saper fare e saper essere. PAROLE CHIAVE giovane diabetologo; setting lavorativo; bisogni formativi; motivazione.
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5

Raffini, Luca. "Quando la Generazione Erasmus incontra la Generazione Precaria. La mobilità transnazionale dei giovani italiani e spagnoli." OBETS. Revista de Ciencias Sociales 9, no. 1 (June 15, 2014): 139. http://dx.doi.org/10.14198/obets2014.9.1.05.

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Abstract:
Uno dei più importanti risultati del processo di integrazione europea è la costruzione di uno spazio transnazionale in cui i cittadini europei possono muoversi liberamente. La mobilità favorisce dinamiche di europeizzazione dal basso –o di europeizzazione orizzontale–, e lo sviluppo di pratiche cross-nazionali e amplia le risorse individuali e relazionali a disposizione dei giovani per progettare i propri percorsi professionali e di vita. La Generazione Erasmus definisce giovani socializzati a un humus culturale transnazionale e fortemente identificati con l’Europa. Nell’attuale contesto di crisi economica, a sperimentare la mobilità sono sempre più i giovani altamente qualificati dei paesi dell’Europa del sud, quale strategia individuale cui ricorrere per trovare risposta ai problemi connessi alla precarietà, alla disoccupazione, alla sotto-qualificazione degli impieghi. Il risultato è che la mobilità può assumere il volto di un obbligo, più che di una scelta e, più che dinamiche di europeizzazione orizzontale, può favorire una “fuga dei cervelli” dai paesi del sud ai paesi del centro e del nord Europa. L’articolo, focalizzandosi sui giovani italiani e spagnoli, si chiede cosa succede quando la Generazione Erasmus incontra la Generazione Precaria, analizzando cause ed effetti della mobilità, sul piano micro e macro sociale e sul piano politico.
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Pintus, Andrea. "I figli degli altri: la selezione che parte dalla classe." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2010): 35–46. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003004.

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Abstract:
Il tema immigrazione č stato a lungo trattato in Italia come qualcosa destinato ad esaurirsi nel tempo, nei confronti del quale adottare misure transitorie. Nonostante tale atteggiamento, il fenomeno si caratterizza sempre piů per la sua natura strutturale ed il crescente numero di giovani di origine straniera che nascono in Italia e che sono presenti nelle scuole italiane ne sono una conferma. La scuola rappresenta da sempre una delle principali agenzie socializzanti e quindi di inclusione e selezione sociale. Dalle indagini disponibili emerge come nella scuola italiana si realizza una forte differenziazione tra italiani e stranieri, in termini sia di rendimento, sia di scelte di indirizzo e continuitŕ negli studi: nel complesso gli studenti con cittadinanza non italiana, anche se nati in Italia, hanno un rendimento peggiore e si indirizzano verso percorsi scolastici piů brevi e maggiormente orientati al lavoro. Alla luce di questo quadro, ci si interroga se la scuola italiana possa rappresentare un veicolo per l'integrazione e la mobilitŕ sociale o rappresenti uno dei luoghi della riproduzione delle diseguaglianze sociali.
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Vellar, Agnese. ""Addicted to Passion". Performance spettatoriali nei pubblici connessi italiani." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 40 (June 2010): 167–80. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040013.

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Abstract:
"Addicted to passion". Performance spettatoriali nei pubblici connessi italiani di Agnese Vellar Nell'ultimo decennio Internet si č evoluto in una piattaforma multimediale e il Web ha raggiunto la massa critica. Da queste trasformazioni emergono nuove pratiche di consumo, di autorappresentazione e di interazione sociale, con protagoniste le giovani generazioni. All'interno dei "pubblici connessi" i fan di prodotti mediali condividono informazioni relative al proprio culto e costruiscono insieme "audience di pratica", recentemente evolutesi in un "collettivismo di rete". L'autrice propone di interpretare le culture di fan come starring systems: reti di performance spettatoriali multimediali e multisituate. Nello starring system i fan collaborano e competono per acquisire capitale sociale e culturale e dunque raggiungere visibilitŕ. Da tali attivitŕ emerge un flusso di produzioni creative che rifiniscono la relazione tra autori e spettatori. In questo articolo si descrive un'indagine sul fandom telefilmico italiano attraverso il caso di studio di "Italian Subs Addicted", una comunitŕ di fansubbing. Intepretando il fandom come uno starring system, l'autrice descrive l'emergere di un collettivismo di rete ironico e competente. I fan si autodefiniscono ironicamente "addicted", in quanto, essendo cresciuti guardando serie televisive, hanno acquisito la "dipendenza" ma anche la "passione" e il capitale subculturale che consente loro una decodifica critica e una produzione creativa.
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8

Pozzi, Maura, Carlo Pistoni, Daniela Marzana, Lorenza Arpini, Sabina Moro, and Elena Marta. "La rappresentazione sociale di (dis)obbedienza nei giovani militari italiani." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–29. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12861.

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Abstract:
Il presente studio indaga il contenuto e la struttura della rappresentazione sociale (RS) di (dis)obbedienza, al fine di comprendere la relazione con l'autorit&agrave; in un gruppo di allievi delle Forze Armate Militari. Per il raggiungimento di questo obiettivo &egrave; stato utilizzato un questionario self-report, in versione online.Le analisi sono state condotte su un campione di 389 soggetti. I risultati mostrano come i concetti di (dis)obbedienza siano considerati come diametralmente opposti: l'obbedienza risulta avere una connotazione prevalentemente positiva, connessa a termini quali "rispetto", "lealt&agrave;", "fiducia" e, di contro, la disobbedienza risulta avere un'accezione per lo pi&ugrave; negativa, connessa a termini quali "irrispettosa", "negativa" e "sbagliata". Questi risultati avvalorano l'ipotesi che il contesto specifico abbia una forte influenza nel determinare le rappresentazioni sociali sul tema in oggetto.
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Bertoloni, Luca. "Forme di scrittura audiovisiva del sé: esperienze e pratiche schermiche di studenti e docenti in Didattica a Distanza nel nuovo panorama mediale." Altre Modernità, no. 27 (May 30, 2022): 18–32. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/17874.

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Abstract:
La pandemia da Coronavirus ha scosso non solo la scuola italiana, cogliendola impreparata sul piano tecnologico, ma anche la vita degli studenti, alterando molte delle loro abitudini. I giovani della generazione Z tuttavia non stati colti così impreparati dalle innovazioni digitali, poiché da tempo sperimentano quotidianamente, sfruttando le strutture elementari del linguaggio audiovisivo, esperienze schermiche soggettive che poi diventano oggetto di narrazioni del sé, secondo modalità ritenute da loro più efficaci rispetto alla scrittura tradizionale e a quella multimediale. Con la Didattica a Distanza e con la trasformazione dell’ambiente-scuola in mediascape, tali pratiche si sono estese all’ambito scolastico: studenti e docenti si sono così ritrovati ad agire, insieme, in un unico grande ambiente mediale generato dalle rilocazioni del dispositivo-scuola e dell’ambiente domestico, con un cortocircuito tra essi. Le loro esperienze sono state testimoniate dai social network, terreno mediale in cui sia studenti che docenti, come mediantropi, sostanziano adeguatamente le proprie emozioni digitali. Per cogliere i legami tra DaD, schermi, esperienze e pratiche, si analizzerà un corpus testuale di area italiana estratto da TikTok, social network audiovisivo molto utilizzato dai giovanissimi, offrendo focus specifici su casi di docenti e studenti che si sono distinti nel flusso mediale, imprimendosi in poco tempo nell’immaginario pandemico dei giovani italiani.
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Meneghini, Anna Maria, and Sandro Stanzani. "Risvolti delle esperienze di volontariato continuativo ed episodico nei giovani italiani." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (May 2019): 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/psc2019-001003.

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Dissertations / Theses on the topic "Giovani italiani"

1

Greco, Donatella. "NUOVE ROTTE MIGRATORIE: MOBILITA' E AUTO-PERCEZIONE DI GIOVANI ITALIANI ALL'ESTERO." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10081.

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Abstract:
2012/2013
Abstract Approcciando il tema delle emigrazioni dei giovani italiani appare importante rintracciare nella storia la dinamica migratoria dei flussi che hanno caratterizzato il passato del nostro Paese. In quest’ottica è stata strutturata l’analisi della storia dell’emigrazione italiana a cui è dedicato il primo capitolo che ha, pertanto, lo scopo di delinearne le principali caratteristiche in termini di cause, destinazioni e impatto sul sistema nazionale dei flussi di emigrazione nel corso dei secoli. Dal momento che il fenomeno ha radici lontane nel tempo, si è proceduto con una disamina delle principali caratteristiche che esso ha assunto nel corso dell’Età medievale, moderna e contemporanea. Su quest’ultima fase, per ragioni di prossimità temporale, ci si è maggiormente soffermati, analizzandone più nel dettaglio le caratteristiche e i flussi che l’hanno caratterizzata. Il secondo capitolo ha lo scopo di fornire un’analisi complessiva della mobilità italiana oggi, utilizzando le fonti di dati ufficiali a disposizione (Dati Aire; iscrizioni e cancellazioni anagrafiche da e per l’estero 2010-2012 Istat, dati provenienti dagli schedari consolari del Ministero degli Affari Esteri). L’intento è quello di restituire un’istantanea delle principali caratteristiche socio-demografiche della porzione di popolazione italiana residente all’estero che le rilevazioni ufficiali sono in grado di raggiungere. Questi due primi capitoli hanno la finalità di ripercorrere il presente e il passato dell’emigrazione italiana, ponendo anche in rilievo quanto il fenomeno dipenda dal contesto sociale e demografico da cui origina. La Seconda Parte si apre con il terzo capitolo, dedicato allo studio dei principali paradigmi che la sociologia delle migrazioni ha messo in campo nel corso degli anni per analizzare il fenomeno migratorio nel suo complesso. Il fine di questo percorso di analisi è quello di fornire un quadro generale sul tema attraverso l’esposizione dei principali paradigmi interpretativi prodotti nel corso degli anni. Ciò che si desidera porre in rilievo definendo quelli che sono i principali fattori che portano i soggetti a compiere la scelta di emigrare, è la complessità del fenomeno e quanto questo incida nel complesso della vita del soggetto. Il quarto capitolo ha invece lo scopo di realizzare un’analisi diacronica del concetto di identità così come viene approcciata nell’ambito della sociologia. L’analisi di tre tra i principali approcci sociologici al tema (il funzionalismo, l’interazionismo simbolico e la fenomenologia sociale), verrà utilizzata come strumento di comprensione degli elementi che, nella contemporaneità, risultano più o meno adatti per condurre una lettura calata nel contesto della post-modernità. L’analisi giunge dunque ad una riflessione alla luce delle nuove necessità messe in campo della società liquida e multiculturale che innalza il grado di incertezza e pone il soggetto davanti ad una serie sempre più ampia di scelte e opzioni. A questo proposito, attraverso le posizioni di Baumann, Beck e Hall che ben sintetizzano il contesto fluido e incerto nel quale gli individui sono inseriti, vengono delineati i presupposti sociali nel quale le emigrazioni dei giovani italiani oggi prendono forma e, di conseguenza, vengono gettate le basi per l’interpretazione delle loro testimonianze a riguardo. In un contesto in cui la vita è essa stessa “creatrice di differenze” (Maalouf 2009), ciò che accomuna gli esseri umani è, infine, la loro diversità. L’analisi così impostata consente di comprendere come si sviluppa l’auto percezione degli intervistati a fronte anche dell’esperienza migratoria in corso. Essa appare funzionale a comprendere la necessaria evoluzione del concetto a fronte delle esperienze di plurilocalismo (Albera, Audenino e Corti citati in Luconi 2011) e di mobilità vissute oggigiorno dai giovani emigranti italiani. Stabiliti nella Prima e nella Seconda parte i principi teorici, il lavoro si chiude con una Terza Parte che comprende il capitolo conclusivo contenente l’analisi della metodologia della ricerca utilizzata per la conduzione della rilevazione. A partire dai presupposti legati alla scelta del metodo, viene presentata la traccia utilizzata per le interviste semi-strutturate, condotte tra novembre 2012 e ottobre 2013. Dal momento che lo scopo del questionario è quello di riprodurre le biografie in transizione dei soggetti intercettati, ponendo l’accento sull’evoluzione del percorso migratorio che ne deriva, ampio spazio viene dato all’analisi delle testimonianze emerse dal racconto dei soggetti intercettati dalla ricerca. Essa, ponendo in rilievo la storia e le motivazioni legate dell’evento migratorio così come vengono raccontate e percepite dal soggetto, ha come finalità quella di rendere evidenti alcune delle caratteristiche legate all’emigrazione dei giovani dall’Italia. Analizzare i perché e i per come alla base di questa scelta pone in evidenza come, nell’attuale contesto economico e sociale, l’emigrazione non sia esclusivamente supportata dalla ricerca di migliori condizioni economiche ma come essa sia anche l’esempio e la testimonianza della nascita di una nuova mentalità appartenente ad una élite globale (Bauman 2006) per cui la mobilità è prima di tutto un valore.
XXVI Ciclo
1983
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2

GADIOLI, DE OLIVEIRA Joci Lene. "FORMAZIONE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE IMPRENDITORIALI NEI GIOVANI: UN CONFRONTO TRA STUDENTI UNIVERSITARI ITALIANI E BRASILIANI." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389081.

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Abstract:
This research work has originated from the observation that the importance given, in recent times, in Italy and Brazil to the promotion of the "entrepreneurial culture" among college students, has become a crucial point to provide the new generations with the necessary tools to face with increased awareness their future educational and professional choices. This importance is also explained, in both countries, mainly because of the existing economic and financial crisis that, in large part, hit the working world, determining, in addition to increasing rates of youth unemployment, a thorough revision of the very concept of "employment", with a more and more important trend towards the so-called "self-employment". In this perspective, therefore, it is essential to clarify what should be understood by the term "entrepreneurship", underlining - through a critical analysis of the current legislation, of the literature on the subject, of the projects and practices - the implications on the training plan: in particular it is the concept of "competence" in its many forms, to allow a theoretical reflection about "entrepreneurship education". The debate, in this regard, is problematic, because it points out the oscillation between two requests where conciliation is anything but straightforward: on the one hand, strong demands for professionalization immediately spendable in the labour market and, therefore, often corresponding to utilitarian training and, on the other hand, although less strong in terms of policy, requests for "humanization" of the training, that is turned to the education of the whole person so that he can be a leader aware of the change and not only better provided to conform to the pressures of the contingencies. The comparison, on these issues, between Italy and Brazil was conducted both on a strictly theoretical level, through the recognition of the legislation, literature and documentation about practices, and on an experimental one, collecting and processing information about the perception and personal experiences of university students of both countries. To this end, a questionnaire was prepared and administered to two representative samples of italian and brazilian university students, together with a qualitative interview aimed to ten selected witnesses working at the promotion of education for entrepreneurship among young people. The results of the research, in terms of interpretation, has allowed to point out the differences and similarities of the approaches to the entrepreneurial world between the two sampled realities, as well as allowed to highlight motivations, goals, methods, strategies and tools for entrepreneurship education. The work is completed with the pointing out at the strengths and weaknesses of the two approaches - that, in Italy as well as in Brazil, are still under development and experimentation - and with the formulation of some proposals relative to the meaning of education as part of a lifelong learning of the individual and social person.
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Sivertsava, Iryna <1979&gt. "Stili cognitivi e sofisticazione politica, un approccio sperimentale allo studio del comportamento di voto dei giovani elettori Italiani e Bielorussi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4969/2/Sivertsava_Iryna_tesi.pdf.

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Abstract:
L’oggetto della nostra ricerca è l’opinione pubblica e il comportamento dell’elettore in una prospettiva comparata. L’obiettivo della ricerca è stato analizzare la relevanza degli approcci psicologici per una migliore comprensiore della partecipazione politica, delle opinioni e delle scelte elettorali degli studenti Italiani e Bielorussi. Nella parte teorica, noi discutiamo i modelli dell'approccio cognitivo al comportamento di voto. Discutiamo inoltre il concetto dello stile cognitivo e le sue cinque categorie: stile sintetico, idealistico, pragmatico, analitico o realistico, come descritti da A.Harrison and R.M. Branson e adattati da A. Alexeev and L. Gromova. Nonostante il fatto che la ricerca tratta il caso degli studenti, noi crediamo che i risultati siano pertinenti per un’ulteriore ricerca dell’auditorio più vasto e variegato.
The object of our research is public opinion and voting behaviour, which we analyze in the comparative prospective. The aim of the research is to consider the relevance of psycho-political approach for a better understanding of political participation, public opinion and electoral choices of Italian and Belarusian students. In the theoreticasl part of this work, we deal with the main models of the cognitive approachto the study of political behavior. We also discuss the concept of cognitive styles, and their measurement by the questionnaire of A. Harrison and R. Branson, as modified by A. Alexeev and L. Gromova. Despite the fact that the research has dealt with the student audience only, we believe that its findings are extandable to larger audiences.
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Sivertsava, Iryna <1979&gt. "Stili cognitivi e sofisticazione politica, un approccio sperimentale allo studio del comportamento di voto dei giovani elettori Italiani e Bielorussi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4969/.

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Abstract:
L’oggetto della nostra ricerca è l’opinione pubblica e il comportamento dell’elettore in una prospettiva comparata. L’obiettivo della ricerca è stato analizzare la relevanza degli approcci psicologici per una migliore comprensiore della partecipazione politica, delle opinioni e delle scelte elettorali degli studenti Italiani e Bielorussi. Nella parte teorica, noi discutiamo i modelli dell'approccio cognitivo al comportamento di voto. Discutiamo inoltre il concetto dello stile cognitivo e le sue cinque categorie: stile sintetico, idealistico, pragmatico, analitico o realistico, come descritti da A.Harrison and R.M. Branson e adattati da A. Alexeev and L. Gromova. Nonostante il fatto che la ricerca tratta il caso degli studenti, noi crediamo che i risultati siano pertinenti per un’ulteriore ricerca dell’auditorio più vasto e variegato.
The object of our research is public opinion and voting behaviour, which we analyze in the comparative prospective. The aim of the research is to consider the relevance of psycho-political approach for a better understanding of political participation, public opinion and electoral choices of Italian and Belarusian students. In the theoreticasl part of this work, we deal with the main models of the cognitive approachto the study of political behavior. We also discuss the concept of cognitive styles, and their measurement by the questionnaire of A. Harrison and R. Branson, as modified by A. Alexeev and L. Gromova. Despite the fact that the research has dealt with the student audience only, we believe that its findings are extandable to larger audiences.
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LIMONGELLI, PAOLA ENRICA. "The hidden children. Una ricerca partecipativa relativa al fenomeno dei young caregivers italiani." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/277261.

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Abstract:
La presente ricerca indaga il fenomeno dei giovani “caregivers” nel contesto italiano. I young caregivers (yc) sono bambini/e e adolescenti che svolgono attività di cura. Questa condizione si verifica tipicamente quando un membro della famiglia soffre di malattie croniche o disabilità, e il giovane deve far fronte a queste difficoltà in prima persona. I motivi per cui i yc non hanno alternative a questa condizione possono essere molteplici, come le scarse risorse finanziarie e gli aiuti insufficienti da parte dei servizi sociali e sanitari. Anche se il fenomeno è stato studiato in diverse nazioni, non è stato ancora approfondito in Italia. Ci sono due possibili spiegazioni per questo “ritardo” nella ricerca: il sistema di welfare italiano e il concetto dell’infanzia nel nostro contesto. In Italia il welfare è di tipo familistico, ovvero lo Stato svolge un ruolo residuale nel fornire risorse e servizi a supporto dei cittadini. Inoltre, le famiglie sono abituate a provvedere ai propri bisogni autonomamente. Tuttavia viene spontaneo pensare che questo lavoro di cura è normalmente associato a persone adulte (specie donne), ma non a minorenni. Come suggerisce la nuova sociologia dell’infanzia infatti i minori sono considerati senza autonomia, dipendendo dagli adulti. A fronte di assente riconoscimento sociale e giuridico delle responsabilità di cura svolte da bambini e adolescenti, i young caregivers vengono definiti come un gruppo nascosto, pertanto sono anche difficili da individuare. Per superare questo ostacolo, è stata condotta una ricerca con approccio partecipativo. L’obiettivo infatti è stato quello di coinvolgere le persone tradizionalmente considerate come oggetto di ricerca, facendole diventare protagoniste della stessa, assumendo il ruolo di co-ricercatori. Questa inversione di prospettiva è possibile solo riconoscendo in loro un “sapere esperienziale” derivante dalla vicinanza all’oggetto di studio. I co-ricercatori collaborano con un ricercatore in un "Steering group", il quale svolge la progettazione della ricerca e analizza i dati. All'interno dello " Steering group ", i co-ricercatori sviluppano consapevolezza, rielaborano la loro identità e maturano il loro bisogno di cambiamento sociale. L’analisi della ricerca è stata condotta attraverso un mixed method, con tre livelli di analisi. In primo luogo, un'analisi secondaria sui dati dell'Istat (sondaggio multiuso su "Aspetti della vita" - 2015) è stata utile per comprendere le caratteristiche di bambini e adolescenti e confrontare le differenze tra famiglie straniere e italiane e tra nord e sud Italia. In secondo luogo, la surevy nelle scuole medie di Milano è stata utile per comprendere specifici al caregiving. Infine, è stato realizzato un focus group con potenziali yc, allo scopo di comprendere il loro livello di consapevolezza e i loro bisogni. I yc italiani hanno le stesse caratteristiche degli altri giovani caregiver in tutto il mondo. Il fenomeno è nascosto e non riconosciuto. Di conseguenza, i yc e le loro famiglie mancano di riconoscimento e supporto sociale. La ricerca mette in luce le attività svolte in famiglia, dal lavoro domestico al supporto emotivo. Le conseguenze sui yc riguardano la scuola, le relazioni con i pari e il benessere.
This paper introduces research on young carers in an Italian context. This topic describes the issue of caregiving performed by children. The activities of care begin when one family member has a chronic illness or disability and there are no alternatives for coping with these difficulties. There are many factors associated with the issue of absence of alternatives, such as: few financial resources, a weak informal support network (relatives, friends and neighbors) and insufficient aid from social and health services. Even if the phenomenon has been studied in different countries, it has not been widely investigated in Italy. There are two possible explanations for this lack of research: the Italian welfare system and the concept of childhood. In Italy welfare is familistic. It means that the State has only a residual role in providing resources or services to support citizens. Furthermore, families are mandated to provide care by themselves. One would argue that the work of care is usually associated with adult figures, in particular women, but not with minors. As the new sociology of childhood suggests, this happens because minors are considered without autonomy and their own agency and dependent on adults. . Since they are identified as a hidden group, it makes them hard to reach. In order to overcome this obstacle, a participatory approach has been used in a research on Italian young carers. Its aim was to engage people who are traditionally considered objects of research to enhance the knowledge about this topic. This way the objects of research become actors and acquire the role of co-researchers. This inversion of prospective is possible only by recognizing co-researchers being “experts by experience”, since their “experiential knowledge” comes from experiencing everyday life problems. The co-researchers work together with a researcher in a “Steering group”, which carry out the design of research and analyse the data. Inside a “Steering group”, the co-researchers develop awareness, rework their identity and mature their need for social change. The issue of this research project was analysed with a mixed-method research with three levels of analysis. Firstly, a secondary analysis on Istat data (multipurpose survey on “Aspects of life”- 2015) was useful to understand the characteristics of children and teenagers and to compare foreign verses Italian families and the differences between northern and southern Italy. Secondly, a survey in middle schools in Milan, was helpful to understand the outcomes connected to the child’s role. Lastly, focus groups were organised with young carers, in which the aim was to understand their needs, awareness and the perceptions of young caregivers. Italian young carers have the same characteristics as other young carers world-wide. The phenomenon is hidden and unrecognized. Consequently, young carers and their families lack recognition and welfare provision. The analysis shows the activities that young carers provide in their family: instrumental and care-related. The outcomes are connected to school, peer relations and personal wellness and sometimes to mental health problems.
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Bertoia, Dora <1994&gt. "La tecnologia e i lettori in epoca digitale: analisi sui cambiamenti in atto nelle preferenze di acquisto e lettura tra i giovani italiani." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18737.

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Abstract:
L’editoria italiana sta vivendo una situazione molto critica: un terzo della popolazione non legge alcun libro, l’indice di lettura è tra i più bassi d’Europa e il formato digitale non raggiunge ancora le aspettative previste. Nei primi capitoli di questa tesi, viene presentato un dettagliato resoconto sulla filiera, sugli attori, sul macroambiente, sulla domanda e sull’offerta. Nei capitoli seguenti viene esposta una ricerca personale condotta attraverso la somministrazione di un questionario online ai giovani italiani (18-30 anni). Oltre ad alcune domande generiche per comprendere le abitudini di consumo e acquisto, l’indagine si focalizza principalmente su tre macro-temi. Il primo analizza il fenomeno della pirateria libraria e gli elementi che la incentivano o che potrebbero ostacolarla. Il secondo problema verte sul comprendere come mai in Italia la percentuale di non lettori sia così elevata e se questa sia correlata all’educazione scolastica o familiare. Il problema finale e più complesso consiste nel confronto tra il formato cartaceo ed elettronico di un libro. Il formato cartaceo viene ancora preferito dalla maggioranza dei lettori, sebbene durante il 2020, il prodotto e-book si sia notevolmente diffuso sul mercato, come conseguenza della pandemia in corso. Le domande poste nel questionario hanno lo scopo di dimostrare quali fattori spingano un lettore a preferire un formato piuttosto che l’altro e se questo comportamento potrà eventualmente mutare in futuro. Attraverso questa ricerca, perciò, si vuole cercare di proporre soluzioni a problemi concreti per l’editoria, come la pirateria o l’elevata quota di non lettori, e prevedere l’andamento futuro del libro cartaceo in quest’epoca digitale.
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PARMIANI, LISA CHIARA. "Legami tra generazioni e difficoltà di separazione-individuazione durante la transizione all'età adulta. Il ruolo del divorzio dei genitori e del genere in un campione di giovani italiani." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/234.

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Abstract:
Abbiamo esaminato il ruolo della separazione coniugale e del genere nello spiegare il coinvolgimento in processi familiari disfunzionali, le difficoltà di separazione-individuazione e il benessere psicologico dei figli giovani adulti. È stata privilegiata la dimensione etica dei rapporti tra le generazioni, espressa nelle percezioni di giustizia e cura nelle relazioni familiari. Un primo studio, quantitativo, è stato condotto su un campione di 264 soggetti tra i 20 e i 30 anni, provenienti da nuclei separati e intatti, a cui è stato somministrato un questionario self report. I figli di separati tendono ad esprimere più marcatamente sentimenti di ingiustizia relativi alla famiglia d'origine, e ad enfatizzare la propria indipendenza affettiva dai genitori. Le femmine esprimono un maggiore sovraccarico legato alla cura emotiva dei familiari, riportano tendenze depressive e più intensi timori di perdere l'affetto dei genitori . Nel secondo studio, sperimentando un approccio metodologico composito, abbiamo approfondito il tema dei confini generazionali e delle difficoltà di separazione-individuazione in un piccolo campione di giovani donne provenienti da genitori separati. Abbiamo riscontrato che la transizione all'età adulta risulta rallentata dalle responsabilità di cura assunte verso la madre, o al contrario accelerato, nel bisogno di prendere le distanze da lei. Nel terzo studio, illustrando alcuni dei risultati emersi attraverso l'analisi di due casi, abbiamo rilevato la significatività della funzione paterna per la separazione delle figlie nei nuclei monogenitoriali successivi alla separazione coniugale.
We examined the role of parental divorce and gender in young adults' involvement in dysfunctional family processes, as well as in their difficulties of separation-individuation and their psychological well-being. The first study is quantitative and was conducted with a sample of 264 subjects, aged between 20 and 30, who filled in a self report questionnaire. Results showed that children of divorced parents express more feelings of unfairness towards their family of origin, and emphasize their emotional independence from their parents. Females feel the burden of emotional caregiving for their parents more than males and are more vulnerable to depression. Moreover, females are more afraid of losing their parents' love. In the second study we used a mixed method approach to study generational boundaries and separation-individuation difficulties in a small sample of young women with divorced parents. Results showed that the transition to adulthood may either be hindered by the emotional burden of children's responsibilities towards the parents (especially the mother) or accelerated by the need to put one's familiar experience at a distance. In the third study, through two case studies, we explored some of the results obtained in the multimethodological section. This analysis suggested the importance of considering the role of the paternal function in helping young women separate from their mothers in single parent families.
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PARMIANI, LISA CHIARA. "Legami tra generazioni e difficoltà di separazione-individuazione durante la transizione all'età adulta. Il ruolo del divorzio dei genitori e del genere in un campione di giovani italiani." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/234.

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Abstract:
Abbiamo esaminato il ruolo della separazione coniugale e del genere nello spiegare il coinvolgimento in processi familiari disfunzionali, le difficoltà di separazione-individuazione e il benessere psicologico dei figli giovani adulti. È stata privilegiata la dimensione etica dei rapporti tra le generazioni, espressa nelle percezioni di giustizia e cura nelle relazioni familiari. Un primo studio, quantitativo, è stato condotto su un campione di 264 soggetti tra i 20 e i 30 anni, provenienti da nuclei separati e intatti, a cui è stato somministrato un questionario self report. I figli di separati tendono ad esprimere più marcatamente sentimenti di ingiustizia relativi alla famiglia d'origine, e ad enfatizzare la propria indipendenza affettiva dai genitori. Le femmine esprimono un maggiore sovraccarico legato alla cura emotiva dei familiari, riportano tendenze depressive e più intensi timori di perdere l'affetto dei genitori . Nel secondo studio, sperimentando un approccio metodologico composito, abbiamo approfondito il tema dei confini generazionali e delle difficoltà di separazione-individuazione in un piccolo campione di giovani donne provenienti da genitori separati. Abbiamo riscontrato che la transizione all'età adulta risulta rallentata dalle responsabilità di cura assunte verso la madre, o al contrario accelerato, nel bisogno di prendere le distanze da lei. Nel terzo studio, illustrando alcuni dei risultati emersi attraverso l'analisi di due casi, abbiamo rilevato la significatività della funzione paterna per la separazione delle figlie nei nuclei monogenitoriali successivi alla separazione coniugale.
We examined the role of parental divorce and gender in young adults' involvement in dysfunctional family processes, as well as in their difficulties of separation-individuation and their psychological well-being. The first study is quantitative and was conducted with a sample of 264 subjects, aged between 20 and 30, who filled in a self report questionnaire. Results showed that children of divorced parents express more feelings of unfairness towards their family of origin, and emphasize their emotional independence from their parents. Females feel the burden of emotional caregiving for their parents more than males and are more vulnerable to depression. Moreover, females are more afraid of losing their parents' love. In the second study we used a mixed method approach to study generational boundaries and separation-individuation difficulties in a small sample of young women with divorced parents. Results showed that the transition to adulthood may either be hindered by the emotional burden of children's responsibilities towards the parents (especially the mother) or accelerated by the need to put one's familiar experience at a distance. In the third study, through two case studies, we explored some of the results obtained in the multimethodological section. This analysis suggested the importance of considering the role of the paternal function in helping young women separate from their mothers in single parent families.
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Codato, Marta. "Giovani adulti italiani: "lunghezza" della famiglia e del processo di autonomizzazione. Un'indagine svolta con gli studenti dell'Università di Padova rispetto a stili d'attaccamento, convinzioni personali,impegno civico-morale, felicità, terrore della morte." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421557.

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Abstract:
Why do a disproportionate number of young Italian adults stay in the family home indefinitely? We assume such behavior becomes as an unintentional barrier to their achievement and their social commitment. We hypothesized an association between this phenomenon and the prevailing anxious attachment among young people, their tendency to associate the separation from attachment figures to death, a low-grade of spiritual religious and personal beliefs, and a low level of happiness. Data was collected from 1570 students attending the University of Padua, aged between 18 and 38 years, with an average of 22.11 (std 2.508). Regarding methodology, we employed the Relationship Scales Questionnaire as a measure for the students' attachment style (Griffin, Bartholomew, 1994), the scale of moral disengagement as a measure for civil moral disengagement (Caprara, Fida, Vecchione, 2009), and the Subjective Happiness Scale as a measure for subjective happiness (Lyubomirsky & Lepper, 1999). We investigated with two questions the representation of death as annihilation or passage and their psychological experience regarding their own death. Additionally, the participants were asked if they lived on their own, in the parental home or in another residential situation. We used some questions extracted from the WHO QOL srpb to investigate the strength of their spiritual, religious and personal beliefs. The data supports the hypothesis. Thus we propose a pedagogical device, "Death Education,” which manages the horror vacui and separation from external security. It should induce young adults: (1) to build an indestructible inner strength with both strong and flexible beliefs, (2) to be aware and accept death as inevitable, and (3) to engage in society.
La presente ricerca sorge dalla volontà di comprendere le cause del fenomeno tutto italiano chiamato ‘famiglia lunga’ (Scabini & Donati, 1988) caratterizzato dalla prolungata permanenza dei giovani adulti presso la famiglia d’origine. L’ipotesi di partenza implica un’associazione tra tale fenomeno e la prevalenza di un attaccamento ansioso nei giovani; la loro tendenza a connettere alla morte la separazione dalle figure d’attaccamento; una forte ansia nei confronti della morte, percepita come la fine di tutto; deboli convinzioni personali, spirituali e religiose; un basso livello di felicità . Nella ricerca quali-quantitativa sono stati coinvolti 1570 studenti dell’Università di Padova di età compresa tra i 18 e i 38 anni, con una media di 22,11 (std. 2,508). Lo stile d’attaccamento è stato misurato con il Relationship Scales Questionnaire (Griffin, Bartholomew, 1994). Il disimpegno civile morale è stato indagato tramite la scala del disimpegno morale (Caprara, Fida, Vecchione, 2009). Due domande hanno consentito di investigare, da un lato, la rappresentazione della morte come annientamento o passaggio, dall’altro il vissuto psicologico relativo alla stessa. È stato chiesto ai partecipanti se abitassero per conto proprio, presso la casa dei genitori o in un’altra situazione residenziale. È stato somministrato il WHO QOL srpb per indagare la forza delle loro convinzioni spirituali, religiose e personali. La felicità soggettiva è stata misurata attraverso il Subjective Happiness Scale (Lyubomirsky & Lepper, 1999). Alla generale conferma dell’ipotesi di partenza da parte dei risultati è seguita una proposta pedagogica, che si rifà all’ampio concetto di Death Education e ad altri affini dispositivi educativi (quali educazione alla creatività e psicodramma) e implica l’educazione alla gestione del vuoto e alla separazione dalle sicurezze esterne, con il fine ultimo di indurre i soggetti a costruire una forza interiore indistruttibile, declinantesi in solide e al tempo stesso flessibili convinzioni personali; nella consapevolezza e accettazione della ineludibile realtà della morte; in un considerevole impegno nelle dimensioni della civitas/communitas e dei rapporti umani.
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Franco, Teresa Rita. "'Maschera della maschera' : le traduzioni dall'anglo-americano di Giovanni Giudici (anni 1950-1960)." Thesis, University of Oxford, 2013. http://ora.ox.ac.uk/objects/uuid:82618fc1-d59d-4641-aef4-70b46125ee3e.

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Abstract:
My thesis focuses on the Italian poet Giovanni Giudici (1924-2011) and specifically on his activity as a translator from Anglo-American poetry, during the decade 1950-1960. I have investigated Giudici’s translations from a twofold perspective. On the one hand, I acquired a detailed overview of the translations, attempting to establish a definitive and accurate chronology of them all – in most cases, the official dates of the individual texts published not coinciding with the later inclusion of the same texts in three separate collections. On the other hand, I analysed the stylistic and literary rendering of the foreign texts, evaluating their specific artistic value and, where relevant, emphasising in what way they are interrelated with Giudici’s original verse. In doing so, I used archival materials, examining drafts and comparing these with the final versions. In my first chapter, I discussed the emerging notion of error and showed how this soon becomes the bridging element between the poet’s alleged amateurish knowledge of the original languages and his hyperconscious conception of the literary practice. The most innovative aspect of this ambiguous poetics is the poet’s tendency to equate poetic language with what he calls ‘strange language’, that is translation itself. While dealing with each foreign text individually and showing how it contributes to the poet’s language and themes (such as, primarily, those of error, of strange language and of mask), I also argued that the translations of the 50s could fall under the category of ‘metaphysical poetry’. Not unlike other poets of his day, Giudici familiarised himself with ‘metaphysical poetry’ through T. S. Eliot, as I showed in my second chapter. I here devoted special attention to Giudici’s work on Eliot and presented some early translations of Eliot by him which have hitherto escaped critics’ attention. In the last two chapters, I analyse other foreign poets he translated, ranging from Donne to Emily Dickinson, from Milton to Pound. Finally, by mapping Giudici’s interests in Anglo-American poetry, my thesis highlights the centrality that translation progressively acquires alongside the production of the original verse and within the use of the poet’s mother tongue.
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Books on the topic "Giovani italiani"

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Pippo, Ciorra, ed. Young Italian architects =: Giovani architetti italiani. Basel: Birkhäuser, 1998.

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Alessandra, Galasso, ed. Laboratorio Italia: Giovani scultori italiani = young Italian sculptors. Milano: Johan & Levi, 2008.

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Coordinamento nazionale dei giovani architetti italiani, ed. Progetti di giovani architetti italiani. Torino: UTET scienze tecniche, 2010.

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Chiara, Bertola, Di Pietrantonio Giacinto, Vettese Angela, and Fondazione scientifica Querini Stampalia, eds. Talent/um, tolerare: Giovani artisti italiani = young italian artists. Milano: Charta, 2000.

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5

Italiani a metà: Giovani stranieri crescono. Bologna: Il mulino, 2010.

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Claudio, Cerritelli, ed. Libertà d'immagine: Venti giovani artisti italiani. Milano: Mazzotta, 1986.

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7

Alabiso, Duccio. Shanghai solo andata: Storie di giovani italiani in Cina. Milano: F. Brioschi, 2011.

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8

Zuanna, Giampiero Dalla. Nuovi Italiani: I giovani immigrati cambieranno il nostro paese? Bologna: Il mulino, 2009.

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Strassoldo, Raimondo. Gli atteggiamenti dei giovani italiani verso il mondo militare. Soveria Mannelli (Catanzaro): Rubbettino, 2005.

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10

Patrizia, Farina, and Strozza Salvatore, eds. Nuovi Italiani: I giovani immigrati cambieranno il nostro paese? Bologna: Il mulino, 2009.

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Book chapters on the topic "Giovani italiani"

1

Powell, Robert C., and Roberta Tozer. "L’Italia Giovane." In Mastering Italian 2, 167–95. London: Macmillan Education UK, 1989. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-19843-6_7.

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2

Grifoni, Cinzia. "Un giovane promettente." In Spes Italiae, 263–89. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2023. http://dx.doi.org/10.1484/m.hama-eb.5.129263.

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3

Parker, Stanley. "Cure of Giovanni of Ylerda." In St. Francis in Italian Painting, 94–95. London: Routledge, 2021. http://dx.doi.org/10.4324/9781003232278-32.

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4

Cellinese, Anna. "La voce sovversiva del corpo: Giovanna Cristina Vivinetto." In Voci Italiane, 73–89. London: Routledge, 2022. http://dx.doi.org/10.4324/9781003119746-9.

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5

Borgna, Eugenio. "Giovanni Enrico Morselli (1900-1973)." In WPA Anthology of Italian Language Psychiatric Texts, 335–45. Chichester, UK: John Wiley & Sons, Ltd, 2008. http://dx.doi.org/10.1002/9780470986714.ch21.

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6

Righi, Andrea. "The Pathos of Being: Giovanni Papini." In Italian Reactionary Thought and Critical Theory, 39–78. New York: Palgrave Macmillan US, 2015. http://dx.doi.org/10.1057/9781137476869_2.

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Comoy Fusaro, Edwige. "Il secondo Ottocento italiano visto dalla Francia." In Biblioteca di Studi di Filologia Moderna, 69–88. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-597-4.08.

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Abstract:
This study examines the current reception of second part of the 19th century Italian literature in France. The data come from 4 sources of information: the general book market on foreign literature, the scholarly book market on Italian literature, the programs of Literature in Bachelor and Master curricula of Italian Studies, and the yearly programs of the competitive exam for teachers in Italian (Agrégation). As a result, the champion of second 19th century Italian literature’s reception in French culture is Giovanni Verga, the traditional canon is mostly undiscussed but lately, both large audience publishing and academic studies show interest for relatively forgotten authors such as Grazia Deledda and movements such as Scapigliatura.
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Azzetta, Luca. "Iniziative per un centenario. Dante al Dipartimento di Lettere e Filosofia." In L'illustre volgare, 21–33. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.02.

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Abstract:
Il contributo presenta le iniziative maturate all’interno del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze in occasione del settimo centenario della morte di Dante. In particolare si sofferma su due iniziative: dapprima l’ampio ciclo di conferenze Dante e i poeti italiani del Novecento, dedicato al vario rapporto intrattenuto da venti poetesse e poeti del secolo scorso con la poesia dell’Alighieri; quindi la mostra Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante, ospitata nelle sale del Museo del Bargello, che ricostruisce le modalità con cui Firenze, pochi anni dopo la morte di Dante, si riappropriò della memoria e della figura del poeta, dando vita a un profondo processo di rielaborazione della memoria: esso culmina con la consacrazione dell’Alighieri dovuta a Giovanni Boccaccio e ha ricadute decisive per la storia della letteratura e della cultura italiana, cioè del modo in cui ancora oggi si guarda a Dante e si legge la Commedia. All’interno di questo percorso di riappropriazione un aspetto rilevante è quello che riguarda le prime traduzioni dai classici latini, che intrattengono con la Commedia un rapporto privilegiato e complesso.
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Cremante, Renzo. "Una tragedia cinquecentesca italo-spagnola: La Reyna Matilda di Giovan Domenico Bevilacqua." In Studi e saggi, 117–37. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-150-1.9.

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Abstract:
The subject of the intervention, a curious example of Italian-Spanish translingualism of the late 16th Century, the tragedy La Reyna Matilda, written in Naples in Spanish by an Italian writer, Giovanni Domenico Bevilacqua, secretary of the Prince of Conca, Matteo di Capua, and preserved in a single, very rare Neapolitan edition of 1597. It necessarily precedes a brief overview of the other few previously printed works by the author, all in Italian, including the renown octave-rhyme translation of the De raptu Proserpinae by Claudiano. Set in the city of Tarragona at the time of Reconquista, the fabula ficta is characterized by the contamination of tragic plot and novelistic themes, the representation and exaltation of Spanish values and customs, with some reflections of contemporary Neapolitan reality, the pietistic and edifying motivations. Through detailed findings, both formal and intertextual, the analysis focuses, in particular, on the debts that the tragedy has, even before the contemporary Spanish developments of the genre, towards the 16th Century Italian tragic grammar, along the entire arc of its codification, from Trissino’s Sofonisba to Tasso’s Re Torrismondo.
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Galatà, Francesco. "Per la fortuna del Decameron nella letteratura di fine Ottocento: riscritture pascoliane edite e inedite." In Studi e saggi, 155–74. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-668-1.09.

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Abstract:
Although Boccaccio’s name is rarely encountered in published works of Giovanni Pascoli (1855-1912), traces of a constant reading and reuse of the Decameron have emerged and continue to emerge from the poet’s manuscripts. The article outlines the history of the already known contacts between the two authors and adds a new document: the unknown verse drama ‘Messer Gentile’, inspired by the novella X 4. This drama, designed as a one-act play with a prologue and three scenes, has been left unfinished: only the prologue and the first scene are preserved, but it is enough to appreciate some dynamics that characterize the rewriting process. A dense network of references to the most ancient Italian poetic tradition emerges from the dramatic lines, and among the manuscripts one discovers an experimental rhythmic prose composed of hendecasyllables arranged in a line that the study reconnects to the reform of modern tragic theater envisaged by Pascoli. Sebbene il nome di Boccaccio si incontri molto raramente nell'opera di Giovanni Pascoli (1855-1912), dai manoscritti del poeta sono emerse e continuano a emergere tracce di una lettura costante del Decameron. Il contributo ripercorre la storia dei contatti già noti tra i due autori e aggiunge un nuovo documento: l'inedito dramma in versi 'Messer Gentile' ispirato alla novella X 4. Il dramma, progettatto come atto unico con prologo e tre scene, rimase incompiuto: ci sono giunti soltanto il prologo e la prima scena, che sono sufficienti per apprezzare alcune delle dinamiche che caratterizzano la riscrittura. Dai versi emerge una fitta rete di riferimente alla tradizione poetica italiana delle origini e tra i manoscritti si ritrova un esperimento di prosa modulata sul ritmo continuato degli endecasillabi riconducibile all'idea di moderno teatro tragico di Pascoli.
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Conference papers on the topic "Giovani italiani"

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Rinaldi, Simona. "L’architettura militare italiana della Cittadella di Ancona: tecniche costruttive e sistemi difensivi del XVI secolo." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11481.

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Abstract:
The Italian military architecture of Ancona’s Citadel: construction techniques and defensive systems in the sixteenth centuryThe objective of this research is regarding the construction techniques used in the military architecture of Cittadella-Fortezza (Ancona, Marche, Italy). In this case, attention will focus primarily on historical, bibliographic and archive research, then through a comprehensive analysis of building methods used in the sixteenth century and on the strategic function that this fortification covered in the coastal strip of the Middle Adriatic. Together with Rocca Paolina (Perugia) and Fortezza da Basso (Florence), it has in fact a remarkable importance in the military architecture’s history, as it was one of the first experiments of fronte bastionato all’italiana. Built from 1532 by Antonio da Sangallo il Giovane, it rises on the top of Astagno hill in a panoramic and defensive position, overlooking the city and the port. It clearly distinguishes itself from the surrounding building fabric as it is characterized by five mighty bastions in bricks and by the central bulwark with the vaulted ground floor. The study aims to investigate the structural details of Ancona’s fortress such as the modeling of walls, the suppression of protruding volumes, the extension and rounding of the corner towers and the introduction of the central type plan. A great understanding of this research will be analyzed in the drawings and the volumes’ reliefs, which highlighted the general geometric data, the materials used for the realization of the work, the angle of the curtain walls and the technical/constructive strategies. Therefore, the methodical-metric knowledge of the parts will be made more accessible also in relation to the three-dimensional modeling of the fortress, in addition to the critical comparison based on other historical examples of military architecture in the Renaissance period.
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Taddei, Domenico, Caterina Calvani, Roberto Pistolesi, Antonio Taddei, and Andrea Martini. "Recupero architettonico e strutturale del “mastio” e del suo cortile della fortezza nuova di Volterra." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11361.

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Abstract:
Architectural and structural recovery of “mastio” and its courtyard of the new fortress of VolterraThe recovery of the “mastio” and the surrounding courtyard of the new fortress of Volterra (1472-1474) has as its objective the opening to the public of this fortified work, after 542 years from its construction, with the possibility of being enjoyed without interposing with the prison function of the complex, it also represents the possibility of knowledge and study of a constructive typology in the context of the Renaissance fortified architecture of the Italian school called “transition” with the use of the first artillery. The fortress was born as a military garrison and at the time of Lorenzo the magnificent only a part was used as a prison, it will be definitively transformed into a House of Imprisonment during the Grand Duchy of Lorraine in the middle of the eighteenth century. It is the first work by Francesco di Giovanni di Matteo called the Francione (1428-1495), it has an almost square shape with large cylindrical towers at the corners (rondelle) and at the center of the inner courtyard, a large cylindrical tower like of “mastio” (donjon) and inserted the artillery in the walls. The “mastio” consists of a basement and five floors above ground with a domed roof and connected by a narrow spiral staircase. After the cognitive essays carried out on the internal domes of the “mastio”, placed in the first three floors including the cistern, the presence of “hemispherical domes” emerged, made by workers of the Opera del Duomo in Florence, built entirely in bricks without the carpentry of “centina” (self-supporting), with the system called “alla fiorentina”, as well as the dome of Santa Maria del Fiore in Florence by Filippo Brunelleschi. This construction system is also applied in the fortified structures of Pietrasanta, Poggibonsi, Sarzanello, Castrocaro, Pisa and Terra del Sole.
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Brusa, Enrica, and Chiara Stanga. "Architettura fortificata tra conservazione e riuso: i progetti di restauro novecenteschi del forte di Castelfranco a Finale Ligure." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11501.

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Abstract:
Fortified architecture between preservation and reuse strategies: the twentieth century restoration projects of Castelfranco in Finale LigureThe town of Finale Ligure, situated on the western coast of Liguria, was the site of the Del Carretto Marquisate until the sixteenth century. After that, it was under the control of the Spanish Crown (seventeenth century) and it has been an independent territory of the Republic of Genoa for a long time. The three castles were built on the top of Finale hills and they were the symbol of its independence. Gavone castle, established on the top of the historical town, has been the site of the Marquisate since the twelfth century. S. Giovanni castle was built by the Spanish in order to improve the town defensive system in the second half of the seventeenth century. Castelfranco, built by the Genoese in the fourteenth century, was rehashed many times by the Spanish and in the nineteenth century by the Savoia family. The three castles still recall these historical events and are therefore witnesses of the Finale present and past history. They are the result of the different transformations occurred over the centuries. In recent times, Castelfranco has been opened to the public and today it houses art exhibitions and cultural events. The restoration of the castle is the last step of a long-lasting rehabilitation project history that has been developed since the 1900s, when the Municipality suggested to turn it into a hotel. The article analyses the restoration projects of Castelfranco that have been carried out in the first half of the twentieth century, which had different methodologies and approaches. Though this study the article highlights the perception that the town had about the castle, identifying the changes in the balance between reuse and conservation strategies after the first Italian preservation laws.
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Valdaliso Casanova, Teresa. "El concepto de "Estación Creativa"; un proyecto reticular basado en el proceso creativo compartido." In III Congreso Internacional de Investigación en Artes Visuales :: ANIAV 2017 :: GLOCAL. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/aniav.2017.5860.

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Abstract:
A partir de la idea de metrópolis como un nudo de conexiones donde la localización geográfica del núcleo central se propone temporal y de carácter itinerante, quedando prioritariamente desplazado a la periferia, se plantea un proyecto de intercambio creativo cuya estructura de actuación viene definida en modo reticular, fomentando la regeneración y reutilizo de espacios en desuso, o bien utilizando nuevos espacios situados en territorios que no disfrutan de la consideración que merecen.La descentralización de los lugares de creación y divulgación artística implica la reconfiguración de una identidad territorial perdida que, presentándose como irrecuperable, decide reinventarse a partir de un nuevo concepto de espacio de fusión y fruición, un punto de encuentro y de adición de diversas realidades que se encuentran en un ámbito local, procedentes a su vez de otros ámbitos locales, pertenecientes todos a una misma red de intercambios.Dicha idea se materializa a partir del concepto de "Estación Creativa", desarrollado teóricamente por los italianos Paolo Rosa (artista y docente) y Andrea Balzola (dramaturgo y docente), siendo llevada a cabo por primera vez en el espacio MIL de Sesto San Giovanni (Milán) en los meses de Abril-Mayo de 2016. Creativos, artistas y estudiosos de diversas disciplinas actuaron como agentes culturales a la vez que sociales, a partir de una perspectiva de arte político entendiendo la polis como la extensión de lugar en donde todos cohabitamos. Activadores de imaginarios compartidos, incluyen al visitante como parte integrante del proceso creativo, un proceso basado en la formación, la investigación y la producción. Donde el aura no pertenece ya a la obra de arte, sino a la experiencia artistica común. http://www.spaziomil.org/evento/stazione-creativa-2/http://dx.doi.org/10.4995/ANIAV.2017.5860
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