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1

Rodriguez, Sandra. "Inform, engage, click forward: citizen engagement among a Web 2.0 driven generation." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 40 (June 2010): 67–80. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040006.

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Abstract:
Questo intervento esplora la relazione complessa fra ICT e impegno civile dei giovani. Sulla base dell'analisi empirica condotta nel 2008-2009 sui giovani della fascia 20-35 anni, il lavoro va oltre la classica caratterizzazione di una generazione immersa nella tecnologia, cercando di comprendere come il Web stia modificando il suo grado di partecipazione sociale e politica. Mentre una larga parte del dibattito relativo alla partecipazione dei giovani sottolinea il loro rifiuto di strumenti tradizionali, la tecnologia Web sembra in grado di fornire alle generazioni piů giovani strumenti che li aiutano a creare nuove vie, per modificare la vita sociale, culturale e politica a livello globale. Tuttavia, se una gran quantitŕ di studi sottolinea ora l'importanza di comprendere l'impegno giovanile nell'era dell'informazione, č difficile capire come e se il web stia modificando per i giovani il significato dell'impegno civile. Ben poca attenzione č data alla valutazione delle alternative, dei valori e dei significati che spingono i giovani a dar luogo ad azioni specifiche mirate al cambiamento sociale, o che al contrario glielo impediscono. Richiedendo un approccio multidisciplinare di natura flessibile, il lavoro suggerisce la necessitŕ di ripensare concetti come impegno, partecipazione, azioni rivolte al cambiamento sociale. Invece che cinici, apatici o tecnofili disimpegnati, il disegno che emerge dalla nostra ricerca rivela l'esistenza di giovani responsabili, caratterizzati dalla partecipazione ai networking del web e dalla mobilitŕ sociale, che dimostrano grande abilitŕ nell'uso dell'ICT per promuovere valori di giustizia e solidarietŕ.
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2

Granata, Anna. "Di padre in figlio, di figlio in padre. Il ruolo innovativo delle seconde generazioni nelle comunitŕ religiose di minoranza." MONDI MIGRANTI, no. 2 (January 2011): 87–100. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002004.

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Abstract:
Le comunitŕ religiose di minoranza sono caratterizzate da una forte e dinamica presenza di giovani. Molti di loro appartengono alla cosiddetta seconda generazione dell'immigrazione: sono nati in Italia o giunti da bambini al seguito dei propri genitori, parlano, pensano, sognano in italiano e in questo paese immaginano di costruire il proprio futuro. Allo stesso tempo e senza contraddizione, sono inseriti in una tradizione religiosa che hanno ereditato dalle proprie famiglie, con riti, valori e linguaggi fortemente intrecciati con le culture dei paesi d'origine. Questo articolo - basato su una ricerca in pedagogia interculturale, condotta con metodi etnografici e interviste in pro-fonditŕ presso alcune comunitŕ religiose di minoranza nella cittŕ di Milano - descrive i tratti e le potenzialitŕ comuni alle seconde generazioni e le competenze interculturali che possono sviluppare a contatto con piů riferimenti culturali e linguistici nei propri contesti di vita. A conclusione della riflessione, si auspica che la lezione delle seconde generazioni possa parlare non solo alle comunitŕ religiose di minoranza, ma a tutte quelle realtŕ in cui convivono generazioni diverse per uno scopo comune.
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3

Grunow, Daniela. "Flexicurity, insicurezza del lavoro e formazione di una famiglia: la condizione giovanile in Danimarca." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 75–92. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124005.

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Abstract:
Questo articolo descrive come il processo di flessibilizzazione del mercato del lavoro e l'attuale crisi economica abbiano modificato l'assetto occupazionale dei giovani in Danimarca dagli anni '80 del novecento al 2010. L'autrice si interroga se la flessibilizzazione abbia influenzato le decisioni di lungo termine dei giovani, quali l'unione di coppia, l'autonomizzazione dai genitori, la costruzione di una famiglia. Dai dati a disposizione sembra che il modello danese abbia successo, se paragonato alla maggior parte dei paesi che fanno parte dell'Oecd, in riferimento al basso incremento della disoccupazione giovanile. Non ci sono evidenze del fatto che i cambiamenti nell'economia danese abbiano condizionato decisioni relative alle unioni di coppia, alla formazione di una famiglia, alla fertilitŕ. Le politiche attive del lavoro unite a un mercato del lavoro flessibile sembrano distribuire i rischi occupazionali in modo più uniforme tra i giovani e le generazioni più anziane.
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Antonelli, Fulvia. "Le due etŕ dell'emigrazione." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2011): 85–97. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003006.

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Abstract:
In questo articolo si analizzano il ruolo e gli effetti degli immaginari dei giovani che aspirano alla migrazione dal Marocco. Appartenenti a strati sociali popolari e residenti nelle periferie urbane di Casablanca, l'attenzione č posta sui ragazzi che vivono in condizioni economiche e sociali di marginalitŕ nei loro contesti di origine e tentano la migrazione clandestina o irregolare verso l'Europa. Le loro pratiche quotidiane e le loro visioni dell'Europa vengono messe a confronto con quelle delle generazioni di migranti a loro precedenti, dalle quali hanno assorbito esperienze e racconti, reinterpretandoli perň alla luce di un contesto politico e legislativo internazionale profondamente mutato negli ultimi decenni. Attraverso il metodo etnografico si indaga su come questa generazione di giovani costruisca, attraverso reti di apprendimento ed esperienza collettiva autonome, nuove rotte e strategie migratorie e proiezioni di sé e di altrove funzionali alla liberazione dagli stigmi sociali da cui si sentono segnati.
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5

Pirni, Andrea. "Giovani e politica in Italia: gli studenti e la rielaborazione silenziosa del politico." OBETS. Revista de Ciencias Sociales 8, no. 2 (December 15, 2013): 315. http://dx.doi.org/10.14198/obets2013.8.2.05.

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Abstract:
L'articolo ha l'obiettivo di segnalare la dinamica di trasformazione dell'elaborazione del politico da parte dei giovani studenti italiani. Vengono presentate tre diverse coordinate attorno alle quali si è sviluppata la ricerca empirica italiana su giovani e politica e i rispettivi risultati. Successivamente vengono utilizzati i dati raccolti in una recente ricerca per presentare le discontinuità che propongono i “nuovi” giovani rispetto alle generazioni precedenti che costituiscono la base di una profonda trasformazione in corso della sfera del politico.
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Nocenzi, Mariella. "Sostenibilitŕ e dimensione generazionale." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 1 (April 2011): 75–91. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-001010.

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Abstract:
La sostenibilitŕ di qualsiasi sistema č tale se si assume una prospettiva orientata al futuro: in particolare, se il sistema in questione č quello sociale, ne deriva che parlare di sostenibilitŕ non puň prescindere dal considerare la dimensione generazionale. Considerato che oggi la definizione della generazione giovanile non puň piů poggiare sulle tradizionali categorie cognitive, l'obiettivo di questo lavoro č quello di proporre delle riflessioni in merito al ruolo che č possibile attribuire ai giovani rispetto all'obiettivo della sostenibilitŕ sociale. Pertanto, le considerazioni proposte focalizzano l'attenzione su alcuni percorsi dell'analisi sociologica sulle nuove generazioni, soprattutto su quelli che maggiormente hanno posto l'accento sulla sostenibilitŕ del sistema sociale ed hanno studiato l'azione sociale in un'ottica non eminentemente ancorata al presente. Tale rassegna teorica consente di soffermarsi sui contenuti sociologici dedicati al tema della sostenibilitŕ sociale e di registrare l'acquisizione di strumenti di analisi sempre piů "sostenibili" nell'interpretazione della realtŕ in evoluzione, quali si possono riconoscere nei modelli e nelle sperimentazioni di tipo interdisciplinare prescelti.
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Meroni, Chiara, Anna Maria Paulis, and Alessandro Sevi. "Adolescenti di oggi e generazioni precedenti: Emo & Co." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 35 (July 2012): 17–27. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-035002.

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Abstract:
L'adolescenza č una delicata fase del ciclo vitale individuale in cui le nuove generazioni cercano di trovare un loro modo di inserirsi nel mondo attraverso modalitŕ specifiche, come per esempio la ribellione e la contrapposizione. Questo, se da un lato č una condizione necessaria per accedere ad un processo evolutivo di differenziazione, che porta alla crescita individuale, dall'altro puň considerarsi un'occasione affinché gli adulti possano comprendere la "risposta" dei giovani alla societŕ e al mondo che stanno preparando per loro. In ogni epoca storica ci sono stati fenomeni di appartenenza che hanno visto i giovani aderire a regole ideologiche (politiche e/o religiose), di comportamento e di abbigliamento che conferivano loro quel senso di unitŕ che li portava a esprimere un disagio che in realtŕ era allargato al contesto piů ampio. Anche oggi si assiste a fenomeni simili. Sono cambiate le modalitŕ e le caratteristiche specifiche ma non la funzione, che sembra essere ancora quella di costituire un contenitore di emozioni e di sofferenza che in questo modo riescono a trovare una loro identitŕ. Gli autori hanno osservato e individuato i gruppi di giovani con i quali ci si trova a convivere nella societŕ attuale cercando di demarcarne le relative caratteristiche distintive.
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Ricucci, Roberta. "Fra ansia di assimilazione e timori di comportamenti antisociali. Riflessioni intorno alle seconde generazioni." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 65–73. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002006.

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Abstract:
L'articolo vuole offrire alcuni elementi di analisi sui processi di inclusione e integrazione di ragazze e ragazzi figli di famiglie immigrate sul territorio nazionale negli ultimi decenni. I flussi migratori sono divenuti nel tempo un fattore strutturale (e strutturante) della società italiana. In questi anni molti giovani di origine straniera si stanno confrontando con la delicata fase della transizione all'età adulta. Le loro dinamiche identitarie sono complesse e ricche di sfaccettature: lo studio di alcuni fenomeni sociali può contribuire a capirle. Particolare attenzione va posta a situazioni di marginalizzazione, microcriminalità giovanile e conflitto di matrice etnica. Allo stesso tempo il contributo sottolinea l'esistenza di percorsi di integrazione ed emancipazione per la gran parte dei giovani figli dell'immigrazione, soprattutto attraverso l'associazionismo e la costruzione di una presenza attiva in ambito sportivo e culturale. Il contributo propone quindi alcune riflessioni sull'identità e sulla convivenza al fine di cogliere i bisogni dei territori e sviluppare risposte in grado di contrastare il disagio e l'emarginazione delle seconde generazioni.
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Bardelli, Patrizia, and Vincenza Briscioli. "Covid-19: il ruolo dei pediatri di famiglia." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 62–68. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004006.

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Abstract:
L'articolo discute le importanti difficoltà e le sfide che i pediatri di famiglia si trovano ad affrontare in questo periodo di pandemia. I bambini e i giovani rappresentano le fasce più deboli della popolazione, spesso dimenticate dalle politiche pubbliche, che stanno pagando un prezzo molto alto in termini di salute non solo fisica ma anche psicologica. Il punto di vista dei pediatri costituisce un osservatorio privilegiato per l'indicazione alle politiche pubbliche circa gli interventi prioritari a tutela delle generazioni più giovani.
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Polizzi, Gaspare. "Il seminario di Enzo Collotti con gli insegnanti: una comunità di lettura." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 72–81. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298009.

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Abstract:
L'articolo descrive la vicenda quasi trentennale di un seminario sulla storiografia del Novecento che ha unito Enzo Collotti a un gruppo di insegnanti, producendo una comunità di appassionati discepoli, rivolta all'impegno comune di educare le giovani generazioni alla cultura storica e alla cittadinanza democratica.
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Gerzeli, Simone, and Silvia Figini. "AMBIENTE, SOSTENIBILITÀ, ECOLOGIA. PERCEZIONI E COMPORTAMENTI DELLE GIOVANI GENERAZIONI." Il Politico 257, no. 2 (January 17, 2023): 211–22. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2022.775.

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Ricucci, Roberta. "Seconde e altre generazioni. Peculiarità al femminile?" MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2021): 33–42. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003004.

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Abstract:
Il contributo presenta una riflessione sui figli dell'immigrazione, con una particolare attenzione alla componente femminile. Il tema delle seconde e altre generazioni è da tempo al centro dell'attenzione di studiosi e policy-makers, anche se spesso è trattato da alcuni privilegiati punti di vista (la scuola, il rapporto con le origini o l'appartenenza religiosa), talora tralasciando il confronto fra bambini e bambine, ragazzi e ragazze, giovani, nella definizione e nelle dinamiche dei percorsi d'inclusione. Su tale confronto, che spesso non evidenzia peculiari e specifici tratti distintivi per sesso, si concentra il presente saggio.
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De Luigi, Nicola, and Roberto Rizza. "La vulnerabilitŕ dei giovani nel mercato del lavoro italiano: dinamiche e persistenze." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 117–47. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124007.

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Abstract:
L'obiettivo di questo contributo è esaminare se e come si è modificata negli ultimi decenni la posizione dei giovani nel mercato del lavoro italiano. A partire dall'esame di alcuni indicatori generali e dalle risultanze delle più rilevanti indagini empiriche, l'analisi si è focalizzata sui più importanti nodi critici che ormai da alcuni decenni rendono il mercato del lavoro italiano un luogo decisamente poco accogliente per i giovani. Innanzitutto, l'attenzione si concentrerŕ sulle cosiddette barriere all'ingresso e sulla durevole presenza, tra le giovani generazioni, di preoccupanti aree di inattivitŕ. In secondo luogo, sarŕ evidenziata la persistente differenza tra giovani uomini e giovani donne, nonché il resistente divario territoriale presente nel nostro paese. Infine, sarŕ presa in esame la forte concentrazione fra i giovani delle forme di lavoro atipiche introdotte a partire dalla seconda metŕ degli anni Novanta e il ruolo ancora determinante della famiglia per affrontare la fase di transizione al lavoro. Se ne deduce che i meccanismi di funzionamento del mercato del lavoro italiano, con le sue differenziazioni territoriali e il forte dualismo generazionale e di genere, non possono risolvere, senza importanti e mirati interventi esterni, il problematico rapporto tra i giovani e il lavoro nel nostro paese.
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Roma, Giuseppe. "Senza giovani la societŕ inaridisce." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 177–88. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003014.

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Abstract:
La questione giovanile ha avuto, dall'avvio della Repubblica, un alterno interesse da parte delle istituzioni e dell'opinione pubblica. Dopo una declinante attenzione ci troviamo, ora, in un punto di possibile rimbalzo. La progressiva marginalizzazione delle nuove generazioni e la passivitŕ che ha caratterizzato l'ultimo decennio sembra cedere il passo a un attivismo che riempie le piazze della protesta in Italia, in Spagna e in Francia. Strumenti come i social networks, ritenuti parte del problema in quanto causa della minore capacitŕ di relazione diretta e aggregazione, costituiscono, ora, il riferimento decisivo per far circolare informazioni e rendere piů attive le culture di gruppo. Da cosa deriva quella che č apparsa improvvisamente come una rivendicazione innanzitutto di maggiore visibilitŕ e considerazione? I giovani appaiono nel dibattito politico come una massa amorfa e indifferenziata, ed č per questo che le proposte sono sempre troppo generiche. Č utile, quindi, cercare di dipanare una matassa aggrovigliata, mettendo in fila le varie componenti di questa crisi generazionale.
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Beccaria, Franca. "Stili del bere delle giovani generazioni: vent'anni di ricerche qualitative." SALUTE E SOCIETÀ, no. 3 (October 2010): 62–82. http://dx.doi.org/10.3280/ses2010-su3005-ita.

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Gaibazzi, Paolo. "Qui, nell'Altrove: giovani, migrazione e immaginazione geo-sociale nel Gambia rurale." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2011): 117–29. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003008.

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Abstract:
La valle del Gambia conosce da diverse generazioni l'emigrazione su scala internazionale. In diverse zone del Paese, come i villaggi Soninke analizzati in questo articolo, la migrazione ha assunto un peso sociale ed economico notevole. I giovani, soprattutto se uomini, crescono in un ambiente migratorio e spesso coltivano il sogno di raggiungere parenti ed amici all'estero in un futuro quanto piů prossimo. Tuttavia, prestare attenzione ai desideri di migrazione dei giovani gambiani significa anche prendere in considerazione altri e piů ampi processi di immaginazione di luoghi e mondi culturali lontani. Beni materiali e immateriali provenienti dall'estero attraversano il Gambia e contribuiscono alla costruzione di una realtŕ sociale in cui l'Altrove diventa una dimensione del Qui. Pensare e pensarsi altrove assume cosě diversi significati nella vita quotidiana dei giovani gambiani, plasmando non solo i loro progetti migratori, ma pratiche culturali e narrazioni personali attraverso le quali essi cercano di dar forma e senso alla propria esistenza a ‘casa'. Questo articolo mette pertanto in evidenza i molteplici aspetti ‘locali' dell'immaginazione geo-sociale nella vita dei giovani uomini.
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Puma, Paola, Stefano Rossi, and Giuseppe Nicastro. "Il progetto Cortona Heritage." Eikon / Imago 8 (October 15, 2019): 329–55. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.73447.

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Abstract:
Il paper presenta i primi risultati del progetto Cortona Heritage, che utilizza le tecniche del virtual heritage per implementare modalità concrete e innovative che rendono il ricco patrimonio culturale dell'antica città toscana accessibile a più persone e coinvolgono nuovi pubblici promuovendone la conoscenza tra le giovani generazioni. Cortona Heritage ha preso inizio nel 2016 su proposta dell'Università degli Studi di Firenze, con la collaborazione del Comune di Cortona e del Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona-MAEC.
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Ripamonti, Silvio, Andreina Bruno, Laura Galuppo, and Cesare Kaneklin. "Le forme di scambio tra le generazioni nei contesti organizzativi: la transizione dei neolaureati al mondo del lavoro." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–33. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12858.

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Abstract:
Scopo del lavoro è discutere quali processi generativi si possano attivare nella relazione tra senior e junior nei contesti di lavoro, durante il momento critico della socializzazione organizzativa dei più giovani. Il framework teorico utilizzato rimanda al costrutto di generatività, così come definito da Bradley e Marcia (1998) e da Cigoli e Scabini (2006). Viene presentato uno studio qualitativo condotto mediante interviste narrative a 24 professionisti senior e 24 junior. Le narrazioni raccolte mostrano differenti tipologie di relazione tra senior e junior, riconducibili a diverse forme di generatività. Tali risultati consentono di discutere il rapporto tra generatività e socializzazione organizzativa, e di riflettere su quale contributo possano dare i lavoratori senior alla socializzazione organizzativa dei più giovani.
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Colombo, Maddalena. "I giovani migranti nelle scuole italiane: percorsi formativi, disuguaglianze, risorse." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, no. 42 (June 2014): 159–70. http://dx.doi.org/10.1590/s1980-85852014000100010.

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Abstract:
Nel 2013 la presenza di minori stranieri in Italia ha raggiunto quote numeriche importanti, soprattutto per la presenza di seconde generazioni (44%). Famiglie e giovani stranieri puntano sull'istruzione anche a compensazione di diritti sociali che sentono negati (ius sanguinis); i livelli formativi degli immigrati stanno aumentando gradatamente, ma si segnalano alcune criticità: a) la persistenza di un gap negativo tra i risultati scolastici degli alunni di nazionalità italiana e straniera; b) in certi istituti la maggiore visibilità delle diverse provenienze etniche in alcune aree sembra provocare disagi nelle interazioni tra autoctoni e immigrati; c) in alcune sezioni scolastiche ad elevata incidenza di stranieri, la concentrazione di problematiche sociali mette in allarme la concezione anti-discriminatoria e liberale della scuola. Tuttavia anche in tali sezioni ci sono risorse educative che non vanno sottovalutate.
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Zampieri, Sandra, Luca Botturi, and Spartaco Calvo. "Giovani e tecnologie: tra nativi digitali e competenze effettive." Swiss Journal of Educational Research 40, no. 2 (October 24, 2018): 307–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.40.2.5063.

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Abstract:
Il confronto generazionale nell’ambito delle tecnologie digitali è stato fortemente segnato dal concetto di «nativo digitale», che contrappone le nuove generazioni ai più anziani «immigrati digitali». Diversi studi confutano queste tesi, o quantomeno le mettono in discussione, anche se il dibattito è ancora aperto. L’indagine ICILS offre dati solidi per approfondire il rapporto tra giovani e tecnologie, in particolare contestualizzandolo in un contesto geografico e sociale puntuale nel quale le istituzioni scolastiche non hanno finora assunto un ruolo importante e definito. Questo studio cerca di rispondere alle seguenti domande: Quali caratteristiche del sistema educativo favoriscono lo sviluppo di competenze digitali? Esiste una relazione tra età di inizio dell’uso delle tecnologie, frequenza d’uso e tipologia d’uso e le competenze digitali nei diversi ambiti? In conclusione si cerca di aprire la riflessione al ruolo della scuola e delle politiche educative nell’uso dei dispositivi digitali e di internet da parte degli allievi.
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Ravecca, Andrea. "Partecipazione religiosa, seconde generazioni e successo scolastico: quali connessioni?" MONDI MIGRANTI, no. 2 (January 2011): 61–86. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002003.

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Abstract:
Č comunemente riconosciuto che il successo scolastico degli alunni d'origine straniera rappresenti un valido indicatore della buona riuscita dei processi d'inclusione. I fattori che influenzano le dinamiche sottostanti al successo scolastico sono in gran parte riconducibili agli aspetti socio economici famigliari, i quali perň da soli non sono sufficienti a spiegarne gli esiti, sia perché all'interno dei fenomeni migratori questi assumono forme inedite ed accentuate, sia perché entrano gioco altri fattori che, se pur comuni a tutti gli studenti, risultano anch'essi piů intensificati nel loro agire nelle popolazioni migranti. Questi aspetti sono molteplici e fanno in gran parte riferimento alla capacitŕ di produrre ed utilizzare il capitale sociale, sia nelle sue forme generali, sia specifiche (capitale sociale etnico), inteso come risorsa in grado di accompagnare i giovani nel loro cammino educativo. Religione, religiositŕ e partecipazione religiosa sono tra i piů potenti mezzi attraverso i quali i migranti possono generare capitale sociale: lo scopo del presente contributo č quello di presentare una rassegna ragionata della letteratura per identificare quando ed in quali circostanze gli aspetti religiosi si presentino come fonti di supporto per il successo (scolastico) dei migranti, o quando al contrario lo inibiscono.
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Magni, Carlo, and Eleonora Renda. "Universitŕ e lavoro nel circolo vizioso della crisi." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 92 (October 2010): 83–122. http://dx.doi.org/10.3280/qua2010-092006.

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Abstract:
L'articolo intende affrontare il problema della difficile transizione dei giovani laureati dalla formazione universitaria al mercato del lavoro. Il tema della scarsa capacitŕ del sistema produttivo, specie in tempi di crisi, di valorizzare le competenze dei giovani laureati č di grande attualitŕ e ricco di implicazioni teoriche e di ricerca applicata sia in campo economico che sociale. Dopo una sommaria descrizione del contesto occupazionale generato dalla crisi, il lavoro illustra il quadro normativo di carattere prevalentemente nazionale che ha guidato la fase di attuazione delle politiche attive per il lavoro negli ultimi anni, con particolare riferimento a quelle che coinvolgono il sistema formativo universitario. Successivamente, sulla base dei dati raccolti, vengono esaminate e valutate le politiche nazionali di intermediazione universitaria divenute uno dei nuovi strumenti istituzionali per favorire l'incontro fra la domanda e l'offerta di lavoro. Inoltre č stato esaminato criticamente l'approccio tradizionalmente utilizzato per studiare il comportamento delle imprese e dei lavoratori nelle scelte di investimento in capitale umano e formazione per verificare se, tale approccio, č ancora in grado di interpretare adeguatamente la realtŕ emersa dalla crisi. Infine si giunge alla definizione di politiche desiderabili per favorire una buona occupazione e contrastare il consolidarsi degli effetti negativi della congiuntura sfavorevole sul mercato del lavoro, specie per le giovani generazioni di laureati.
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Bello, Barbara Giovanna. "Gli "altri giovani" tra inclusione ed esclusione: uno sguardo socio-giuridico alle seconde generazioni rom." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (January 2020): 119–38. http://dx.doi.org/10.3280/sd2019-003006.

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Lovaglio, Pier Giorgio. "Il ruolo del capitale umano nella transizione Universitŕ-lavoro: fattori individuali e sociali." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 97 (June 2012): 71–83. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-097005.

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Abstract:
Il presente lavoro introduce recenti sviluppi metodologici ed evidenze empiriche per la stima del capitale umano (CU) individuale, considerato come fattore decisivo per la transizione scuola-lavoro. A partire dall'approccio di Dagum e Slottje (2000), che hanno stimato il capitale umano come variabile latente integrando un approccio attuariale per la sua stima monetaria, vengono presentati nuovi metodi di stima del capitale umano che integrano indicatori formativi di investimento (fattori individuali) in CU e riflessivi (di esito) del CU, coerentemente con gli assunti della teoria economica. Infine si illustrano recenti evidenze empiriche inerenti le famiglie italiane, utilizzando i dati Bankitalia e gli effetti dell'istruzione universitaria seguendo una coorte di laureati nei primi anni di ingresso nel mercato del lavoro e sul mercato del lavoro, specie per le giovani generazioni di laureati
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Cangiano, Ciro, and Rosalba Sarnataro. "Il lavoro che vorrei. Uno studio sulla capacità di aspirare dei giovani studenti napoletani." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 157 (August 2020): 209–24. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-157011.

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Abstract:
Dopo una lunga stagione in cui le categorie di rischio e di incertezza hanno dominato il panorama delle scienze sociali, negli ultimi anni il tema del futuro si è imposto nel dibattito sociologico. A testimonianza di ciò le aspirazioni, proficuo strumento di operativizzazione dell'avvenire, si sono configurate come un'imprescindibile dimensione da esplorare quando si rivolge lo sguardo in direzione dei giovani. Basandosi sull'analisi di 30 storie di vita di studenti universitari raccolte a Napoli, il contributo utilizza le aspirazioni lavorative per interrogarsi sulla relazione tra disuguaglianza e futuro. Ciò che viene messo in luce è come, nonostante la generalizzata difficoltà di guardare al "domani", a fare la differenza nel modo in cui le nuove generazioni sviluppano la propria capacità di aspirare sia la dotazione di capitale culturale, non tanto nella sua forma istituzionalizzata quanto nella sua più complessa e ampia accezione di capitale di esperienza, situato nella soggettività delle singole biografie.
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Sandrini, Simona. "Pedagogical professions. In support of a green and human transition." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 2 (July 31, 2021): 6–20. http://dx.doi.org/10.36253/form-11328.

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Abstract:
An increasing number of initiatives related to Agenda 2030 are being launched. Educators, trainers and teachers are dedicated themselves to interpret the approach to sustainability in light of the climate crisis and within the planetary boundaries. Looking toward the future, the pedagogical professions in their core can help the younger generation to recompose the prospective of “global human”, avoiding the risk of flattening sustainability on purely functional devices that forget the value and relational texture of human dignity. Coordinating experiences is crucial to support a transition both green and human. This means preparing fraternal training environments in which young people experience the culture of relation and proximity, with the intent of realising the sustainable development goals. This contribution presents a laboratory of dialogue on the paradigmatic union between sustainable development and fraternity, experience by young university students. Professioni pedagogiche. A sostegno di una transizione verde e umana Si moltiplicano le iniziative nel solco dell’Agenda 2030. Educatori, formatori, pedagogisti e insegnanti sono impegnati a interpretare l’accostamento alla sostenibilità, tra l’allarme della crisi climatica e dentro i confini planetari. Volgendosi verso orizzonti di senso, le professioni del pedagogico possono aiutare le giovani generazioni a ricomporre un intero umano, evitando il rischio di appiattire la sostenibilità su dispositivi puramente funzionali che dimenticano la valenza e la trama relazionale della dignità umana. Coordinare esperienze in questa chiave di sostegno a una transizione che sia al contempo verde e umana, può significare predisporre ambienti formativi fraterni in cui i giovani sperimentino la cultura dell’incontro e della prossimità, anche per avverare i sustainable development goals. Il contributo presenta un’esperienza di laboratorio vissuta in mezzo a giovani studenti universitari, di dialogo sul connubio paradigmatico tra sviluppo sostenibile e fraternità.
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Lo Piccolo, Alessandra. "Pedagogia e cura delle fragilità: suggestioni educative e proposte didattiche per la prevenzione dei comportamenti aggressivi." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 531–51. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9495.

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Abstract:
La scuola è un sistema relazionale complesso in cui abitano persone portatrici di bisogni, desideri, emozioni, aspettative, paure, angosce, ansie. La Pedagogia, che ha avuto da sempre il compito di interpretare, conoscere e orientare l'educazione e la formazione, ancora una volta deve cercare di fornire ad ognuno strumenti e competenze, lenti per leggere e criteri per, sviluppare abilità di adattamento, responsabilità, autonomia di pensiero e di azione. Una riflessione sui fenomeni di aggressività e violenza che caratterizzano il panorama sociale, oggi, specie tra le più giovani generazioni, impone domande specifiche su quali possano essere gli interventi educativi per gestirli e prima ancora, poterli prevenire. Si sente più che mai la necessità di percorsi educativi fondati sulla convivenza, la relazione pacifica, la condivisione, il riconoscimento di tutti e di ciascuno. In questa sede si è cercato di promuovere un approccio integrato, che tenga conto di istanze multidisciplinari e multidimensionali, individuando in una efficace educazione e formazione umana alle emozioni, una via possibile per rispondere a tale emergenza. Il contributo cerca di mettere in evidenza percorsi possibili, in una visione sistemica e complessa del fenomeno.
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Marchesi, Andrea. "Qui ci vuole (anche) il maschio. Sulla latitanza degli uomini nelle professioni educative." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 114–25. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018012.

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Abstract:
Gli uomini impegnati in campo educativo sono, ormai, una minoranza sempre piů residuale e di questa evidenza invisibile si discute poco, come se fosse un dato naturale che ad occuparsi di educazione siano solo le donne. Eppure non č sempre stato cosě, basti pensare alla figura del maestro elementare come all'educatore dei servizi extrascolastici. Che cosa ha determinato la scomparsa degli uomini dal mondo dell'educazione? E quali effetti sta producendo sulle pratiche e sui soggetti? La perdita di prestigio sociale e l'indebolimento della carica trasformativa dell'educazione possono spiegare, in parte, l'assenza degli uomini, senza sottovalutare i cambiamenti che investono il genere maschile: la crisi della figura del padre, del principio di autoritŕ e responsabilitŕ. L'educazione sembra, allora, ridursi alla dimensione della cura, con una presenza esclusivamente femminile, indebolendo il gioco dei ruoli e delle differenze che segna il confronto tra generazioni. Č forse il sintomo di una crisi piů ampia, che prefigura nuovi orizzonti nei quali si collocano proprio i giovani uomini che, in controtendenza, scelgono di impegnarsi come educatori.
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Vannotti, Marco, Michèle Gennart, and Liliana Redaelli. "Controversie etiche e cliniche di fronte al Covid-19." TERAPIA FAMILIARE, no. 129 (October 2022): 111–28. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-129007.

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Abstract:
Gli psicoterapeuti, fin dall'inizio della pandemia di Covid-19 e ancora oggi, sono alle prese non solo con una morte onnipresente e con un lutto in sospeso, ma anche con le questioni etiche poste agli individui, alle famiglie, alla società intera, come quelle della giustizia, della libertà, della frattura sociale, della solidarietà tra le generazioni. Devono curare, a livello esistenziale, le persone più colpite dalla pandemia il cui impatto è stato multiforme, grave e ha fatto perdere la fiducia nel futuro soprattutto tra i più giovani, perdita che ha avuto come corollario l'aumento dei comportamenti suicidari. Nell'ultimo anno i terapeuti hanno dovuto anche confrontarsi con il rifiuto della vaccinazione e l'esacerbarsi di posizioni che amplificano il senso di sfiducia e d'ingiustizia. Spetta ai terapeuti testimoniare pubblicamente - e non solo compatire privatamente - le sofferenze e i bisogni dei loro pazienti, per contribuire allo sviluppo di una dimensione sociale che sostenga sì la sopravvivenza, ma anche il desiderio di vivere una vita che trovi ai loro occhi un senso sufficientemente degno e giusto.
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Anfilocchi, Silvia. "Ri-inventare il passato per sognare il futuro." GRUPPI, no. 3 (December 2012): 75–87. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003006.

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Abstract:
Depressione strisciante, angoscia senza nome, mancanza di energia e dinamismo, scarsitŕ o assenza di risorse materiali e personali sono spesso lo sfondo, ma anche l'oggetto, delle richieste di aiuto - o della rinuncia al lavoro - che riceviamo dai nostri pazienti. I vissuti soggettivi di insufficienza e impossibilitŕ trovano facilmente riscontro negli eventi economici e sociali che caratterizzano il clima culturale in cui viviamo e, spesso, la realtŕ oggettiva viene utilizzata per giustificare posizioni emotive dolorose o insostenibili. La fiducia e la fede nei nostri strumenti terapeutici viene messa costantemente in discussione da chi propone tecniche e setting appositamente modulati per appoggiarsi - e incastrarsi - comodamente sui fatti esterni. A partire da situazioni cliniche in cui il reale entra potentemente sulla scena terapeutica, l'autrice analizza i processi di trasformazione avvenuti in un gruppo di "giovani adulti" nel corso di alcune sedute di psicoterapia. Come tutti i cambiamenti veramente creativi, ciň che č avvenuto nel gruppo e nei suoi componenti, si fonda sulla convergenza di presente e passato, sul riconoscimento delle proprie radici, sull'acquisizione della consapevolezza del proprio posto tra le generazioni e sulla conquista di un buon uso della posizione depressiva.
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D'ambrosio, Mariangela. "Educare alle emozioni: l'approccio pedagogico dell'agire emotivo." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 504–19. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9292.

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Abstract:
Il benessere emotivo ed affettivo degli individui, soprattutto dei minori, diventa uno fra gli obiettivi primari, seppur sfidante, della comunità educativa adulta che ha il compito di ripensare il proprio ruolo in un'ottica sociologicamente e pedagogicamente orientata dove le emozioni rivendicano il proprio posto al centro della relazione. Utilizzare l'approccio pedagogico dell'agire emotivo consente ai docenti e agli educatori tutti, da un alto, di ri-leggere e ri-costruire nel discente gli stili e le diverse sue modalità di apprendimento, orientando il proprio lavoro in maniera più efficace ed efficiente; dall'altro, di collettivizzare il processo conoscitivo e di acquisizione di nuovi saperi, in un rispecchiamento dinamico. Per gli insegnanti e gli educatori, focalizzarsi sulla comprensione emotiva dei propri ragazzi attraverso modalità, strumenti e attività specifiche proposte, in coerenza con gli obiettivi prefissati, diventa strumento non solo di approfondimento di tematiche umane più ampie ma anche possibilità per intercettare e prevenire condotte devianti o a rischio, e stimolare il benessere complessivo. I minori, d'altra parte, focalizzandosi sulle emozioni, diventano protagonisti attivi della loro crescita e del loro divenire, nonché del processo formativo, motivando e orientando comportamenti. Ritornare all'agire umano come agire emotivo consapevole significa, dunque, educare le giovani generazioni alla complessità societaria sia come individui che come gruppo all'interno di una comunità sia reale che virtuale.
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Bianco, Adele. "Qualitŕ della vita e invecchiamento della popolazione. Materiali per un'ipotesi alternativa alla questione pensionistica." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 2 (September 2009): 67–91. http://dx.doi.org/10.3280/sa2009-002004.

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Abstract:
The topic of this article is quality of life and ageing process specially focused on today young generations and their coming retirement situation. The main idea is that quality of life is increasing, that means longer, safer and better living condition; consequently positive ageing processes mean also reforming retirement sector. The hypothesis carried out in this paper is an alternative one. Despite of the positive trends, we describe how three main factor of nowadays life are, on the contrary, turning into worse condition the future of young generations and their coming life situation. Firstly we consider the socio-economic aspects, the impact on health and the implications connected with precarious work. Secondly we consider pollution and its effects on health, life quality and life expectation. Thirdly we pay attention about climate and environmental change and their effect on health, life quality and expectation. In conclusion, the retirement future of today young generations may be very different (worse) than expected. The paper in based on WHO, IPCC and European Agency for Safety and Health at Work data and reports.Key words: Young generations; Coming quality of life; Population ageing and future of retirement question.Parole chiave: Giovani generazioni; Qualitŕ della vita; Invecchiamento della popolazione e pensioni.
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Vellar, Agnese. ""Addicted to Passion". Performance spettatoriali nei pubblici connessi italiani." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 40 (June 2010): 167–80. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040013.

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Abstract:
"Addicted to passion". Performance spettatoriali nei pubblici connessi italiani di Agnese Vellar Nell'ultimo decennio Internet si č evoluto in una piattaforma multimediale e il Web ha raggiunto la massa critica. Da queste trasformazioni emergono nuove pratiche di consumo, di autorappresentazione e di interazione sociale, con protagoniste le giovani generazioni. All'interno dei "pubblici connessi" i fan di prodotti mediali condividono informazioni relative al proprio culto e costruiscono insieme "audience di pratica", recentemente evolutesi in un "collettivismo di rete". L'autrice propone di interpretare le culture di fan come starring systems: reti di performance spettatoriali multimediali e multisituate. Nello starring system i fan collaborano e competono per acquisire capitale sociale e culturale e dunque raggiungere visibilitŕ. Da tali attivitŕ emerge un flusso di produzioni creative che rifiniscono la relazione tra autori e spettatori. In questo articolo si descrive un'indagine sul fandom telefilmico italiano attraverso il caso di studio di "Italian Subs Addicted", una comunitŕ di fansubbing. Intepretando il fandom come uno starring system, l'autrice descrive l'emergere di un collettivismo di rete ironico e competente. I fan si autodefiniscono ironicamente "addicted", in quanto, essendo cresciuti guardando serie televisive, hanno acquisito la "dipendenza" ma anche la "passione" e il capitale subculturale che consente loro una decodifica critica e una produzione creativa.
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Müller, Monika. "Le prospettive sull'Islam dei giovani maschi: sempre in equilibrio instabile tra l'identificazione e l'esclusione." MONDI MIGRANTI, no. 2 (January 2011): 171–99. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002009.

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Abstract:
Nei dibattiti pubblici in Svizzera gli immigrati musulmani vengono spesso percepiti come una minaccia ai valori svizzeri. In questo con-tributo, al contrario, si cerca di distogliere l'attenzione dai modi di vedere problematici e invece, di concentrarsi sui processi complessi dell'auto-rappresentazione. Il contributo analizza come i giovani maschi musulmani nelle loro discussioni di gruppo trattino il tema dell'Islam, come lo situino nel contesto e come si identifichino con esso. Il gruppo oggetto della ricerca č quello formato da giovani della seconda generazione di immigrazione i cui genitori sono immigrati in Svizzera dal Kosovo e dalla Macedonia, che hanno un'etŕ compresa tra 16 e 21 anni e che frequentano regolarmente la moschea cittadina in un gruppo giovanile. I dati sono stati raccolti con l'aiuto di focus-group e con una traccia aperta. I due esempi selezionati mostrano che entrambi i gruppi giovanili assumono una posizione di difesa nei confronti dell'Islam e si preoccupano di esprimere la loro relativa specifica appartenenza sia all'Islam che alla societŕ svizzera. Il processo dell'appartenenza multipla viene reso difficoltoso a causa dell'opposizione presunta tra l'Islam e le societŕ occidentali. Questo processo non contiene solo le rappresentazioni della religione e della cittadinanza statale bensě rinvia in generale al superamento delle frontiere sociali ad esempio attraverso la sensazione di essere contemporaneamente musulmano e svizzero, giovane e religioso, come anche di essere musulmano e contemporaneamente appartenente alla corrente di pensiero principale.
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Morbini, P., and M. Benazzo. "Papillomavirus umano e carcinomi del tratto aerodigestivo: il punto sulle evidenze nella babele dei dati scientifici." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 4 (August 2016): 249–58. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-853.

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Abstract:
I carcinomi squamosi dell'orofaringe associati all'infezione da papillomavirus umano (HPV) costituiscono ormai una entità ben caratterizzata, che interessa prevalentemente maschi, giovani adulti o di mezza età, non fumatori. Essi hanno generalmente una prognosi più favorevole rispetto alla controparte non associate ad infezione, e per questo è stato proposto di dedicare a questo gruppo di pazienti un approccio terapeutico meno aggressivo. L'incidenza dei carcinomi dell'orofaringe associati a HPV è in rapido aumento nella maggior parte dei paesi occidentali, ma per quanto riguarda la popolazione italiana non sono disponibili dati epidemiologici in merito. Per quanto riguarda le altre regioni del distretto testa-collo, una più modesta porzione di lesioni displastiche di alto grado e di neoplasie appare essere correlata all'infezione da HPV, mentre il ruolo del virus nei tumori della laringe è stato parzialmente ridimensionato. HPV determina la trasformazione neoplastica delle cellule infettate tramite l'espressione dei suoi due oncogeni, E6 ed E7, che interagiscono con i meccanismi di apoptosi e regolazione del ciclo cellulare della cellula ospite. L'unica metodica in grado di documentare con certezza l'espressione degli oncogeni virali è attualmente l'amplificazione dell'RNA messaggero trascritto dai due oncogeni. Il consenso riguardo la strategia per l'identificazione dei pazienti affetti da carcinoma dell'orofaringe associato a HPV dal punto di vista clinico e diagnostico è tuttora limitato. Le metodiche diagnostiche più utilizzate, singolarmente o in combinazione, comprendono l'immunocolorazione con anticorpi diretti contro p16, l'ibridazione in situ per genotipi virali ad alto rischio e l'amplificazione del DNA virale mediate PCR. La possibilità di ottenere una diagnosi precoce grazie all'identificazione dell'infezione virale nelle cellule epiteliali esfoliate dal cavo orale o dall'orofaringe non ha finora fornito risultati soddisfacenti, tuttavia la persistenza del virus nel cavo orale in pazienti trattati per carcinoma dell'orofaringe ha dimostrato una significativa associazione con il rischio di recidiva del tumore. Non sono ancora disponibili sufficienti dati che documentino in maniera dettagliata la storia naturale dell'infezione a la sua progressione verso lo sviluppo di una neoplasia, e che definiscano con chiarezza le modalità di trasmissione e i fattori di rischio, comunque è chiaro che i comportamenti sessuali hanno un peso rilevante nel determinare il rischio di sviluppo di neoplasia dell'orofaringe HPV-correlata. La progressive diffusione nelle giovani generazioni del vaccino contro HPV, e soprattutto la sua estensione agli adolescenti di entrambi i generi è sicuramente destinata a modificare in maniera rilevante anche l'epidemiologica dei tumori HPV-correlati nel distretto testa-collo nel prossimo futuro.
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Veronesi, Umberto. "Ricordo Di: Pietro Bucalossi." Tumori Journal 78, no. 2 (April 1992): 1. http://dx.doi.org/10.1177/030089169207800201.

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Abstract:
Contrariamente a quanto ci saremmo attesi, la scomparsa di Pietro Bucalossi è passata quasi inosservata ed è stata come frettolosamente archiviata dalla memoria collettiva nella categoria dei politici e dei personaggi sociali più che in quella dei medici e degli uomini di scienza. Eppure, se può avere senso che per molti italiani Pietro Bucalossi venga ricordato per la legge che porta il suo nome e per quanto ha fatto come Sindaco di Milano, per chi lavora nel vasto campo della lotta contro il cancro, egli va onorato dai più anziani e raccontato ai più giovani per le grandi energie dedicate allo sviluppo della oncologia, anzi della « cancerologia », come egli amava definirla. E, come la sua figura politica appare oggi di statura ancora maggiore per la sua integrità morale e per l'infinita distanza dai personaggi che negli ultimi anni hanno invaso le nostre istituzioni, così il suo contributo all'oncologia emerge oggi ancora più evidente per essere stato tra i primi a credere nella specificità di questa scienza e nella sua autonomia culturale e operativa rispetto al resto della medicina. Perché proprio in questo sta l'originalità del suo pensiero, nella determinata certezza che a occuparsi dei malati di cancro dovessero essere i « cancerologi » e che l'oncologia clinica fosse quindi l'ambito corretto in cui chirurghi, medici e radioterapisti potessero esprimere collettivamente un equilibrato piano di cura. Convinto assertore quindi dell'interdisciplinarietà dell'oncologia ma anche della necessità di un dialogo continuo fra ricercatori clinici e sperimentali, Pietro Bucalossi ha lasciato un'eredità scientifica di alto profilo all'intero Paese ed un imperativo morale di intransigenza ed onestà intellettuale per le nuove generazioni.
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Caradonna, Giampiero. "OVER 65 E SOCIAL MEDIA, EVOLUZIONE E BENEFICI." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (October 28, 2016): 243. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n2.v1.678.

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Abstract:
Abstract.Since the invention of internet ,the first at transpose the innovations are always been the “new” (puoi mettere young che é più simile alla traduzione italiana) generation; that are comprise in a range of 19 to 35 years of age, while the over 65 are always been considered bearers of digital dividing. In reality, if is investigated so careful the period of the last 30 years, it results a very interesting evolutionary framework. The article suggest an investigation of internet’s development in the last few years,analyzing also the use of the over 65,and looking to the future perspectives. Furthermore submit a research undertaken for the purpose to better investigate the motivations that prompt this society’s age range (from 65 to 75 years old) at the use of the new media, and what can be the new healthy’s implications that occurs from this.Key words: Elderly , mobile , computer , communication , innovation , internetRiassuntoFin dalla nascita di internet le prime a recepire le innovazioni sono sempre state le generazioni “Giovani”, comprese in un range di età che va da 19 ai 35 anni, mentre gli over 65 sono stati considerati sempre portatori di digital divide. In realtà se s’indaga in modo attento l’arco temporale degli ultimi 30 anni si determina un quadro evolutivo molto interessante. L’articolo avanza un esame dello sviluppo di internet negli ultimi anni, analizzando la fruizione degli over 65 e guardando alle prospettive future. Presenta inoltre una ricerca intrapresa al fine di indagare meglio sulle motivazioni che spingono questa fascia della società (dai 65 ai 75 anni) all’utilizzo dei nuovi media e quali possono essere le implicazioni di ordine salutistico che ne conseguono.Parole chiave: Anziano, cellulare, computer, comunicazione, innovazione, internet
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Raffini, Luca. "Quando la Generazione Erasmus incontra la Generazione Precaria. La mobilità transnazionale dei giovani italiani e spagnoli." OBETS. Revista de Ciencias Sociales 9, no. 1 (June 15, 2014): 139. http://dx.doi.org/10.14198/obets2014.9.1.05.

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Abstract:
Uno dei più importanti risultati del processo di integrazione europea è la costruzione di uno spazio transnazionale in cui i cittadini europei possono muoversi liberamente. La mobilità favorisce dinamiche di europeizzazione dal basso –o di europeizzazione orizzontale–, e lo sviluppo di pratiche cross-nazionali e amplia le risorse individuali e relazionali a disposizione dei giovani per progettare i propri percorsi professionali e di vita. La Generazione Erasmus definisce giovani socializzati a un humus culturale transnazionale e fortemente identificati con l’Europa. Nell’attuale contesto di crisi economica, a sperimentare la mobilità sono sempre più i giovani altamente qualificati dei paesi dell’Europa del sud, quale strategia individuale cui ricorrere per trovare risposta ai problemi connessi alla precarietà, alla disoccupazione, alla sotto-qualificazione degli impieghi. Il risultato è che la mobilità può assumere il volto di un obbligo, più che di una scelta e, più che dinamiche di europeizzazione orizzontale, può favorire una “fuga dei cervelli” dai paesi del sud ai paesi del centro e del nord Europa. L’articolo, focalizzandosi sui giovani italiani e spagnoli, si chiede cosa succede quando la Generazione Erasmus incontra la Generazione Precaria, analizzando cause ed effetti della mobilità, sul piano micro e macro sociale e sul piano politico.
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Recchi, Ettore. "LE MOSCHE BIANCHE. PERCHÉ I GIOVANI ATTIVISTI DI PARTITO SONO POCHI?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 28, no. 3 (December 1998): 515–42. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026265.

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Abstract:
IntroduzioneI partiti politici detengono il triste primato di essere le istituzioni pubbliche in cui i giovani italiani nutrono minor fiducia – meno che nella burocrazia statale, nel governo, nella magistratura, nelle forze di polizia, nell'esercito, nella Chiesa, nei sindacati, nelle banche, nei giornali e nelle televisioni (Buzzi et al. 1997, 382). Per quanto aggravatosi in tempi recenti, questo discredito ha radici lontane e trova espressione in un distacco crescente, dagli anni settanta in poi, dei giovani dalla vita dei partiti. Generazione dopo generazione, stando alle survey condotte negli ultimi cinque lustri, i cittadini dai 18 ai 25 anni che prendono parte regolarmente alle attività di qualche organizzazione politica sono passati dal 7,3% del 1970, al 6,2% del 1983, al 4,1% del 1987, al 2,7% del 1992 e del 19% (Tullio-Altan e Marradi 1976, 472; Cavalli e de Lillo 1993, 286; Buzzi et al. 1997, 419). Più precisamente, gli individui tra i 20 e i 24 anni che negli ultimi sei mesi hanno svolto «attività gratuita per un partito» ammontano nel 1994 ad un misero 1,8% – meno di un terzo della quota di attivisti di partito che si ritrova nella popolazione fra i 35 e i 44 anni d'età (Istat 1996, 143). Dati di fonte partitica, del resto, confermano il quadro: a cavallo fra il 1995 e il 1996 le organizzazioni giovanili dei partiti contavano 204.000 membri (Turi 1997, 126) – ossia, il 2% della popolazione tra i 19 e 29 anni (Istat 1995, 102).
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Karlsson Minganti, Pia. "Matrimoni contestati. Giovani musulmani in contesti transnazionali." MONDI MIGRANTI, no. 2 (January 2011): 117–29. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002006.

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Abstract:
Nella ricerca accademica si presta sempre piů attenzione al fenomeno del raggiungimento dell'etŕ adulta tra i musulmani di seconda e terza generazione presenti in Europa. Quest'articolo tratta in particolare dei membri delle associazioni islamiche giovanili esistenti in Svezia e in Italia. Presenterň qui un mio nuovo progetto di ricerca, finalizzato allo studio delle trattative sulla pianificazione dei loro matrimoni: con chi, quando, dove e come. Le trattative in questione riguardano l'idea che i giovani hanno del matrimonio islamico, idea che si č venuta formando nel quadro delle emergenti sfere pubbliche dell'Islam. Inoltre, nelle negoziazioni sono coinvolti membri appartenenti a famiglie transnazionali e a network etnici, che hanno orientamenti religiosi diversi e diverse motivazioni nella pianificazione matrimoniale. Poiché i giovani musulmani vivono in Europa, i loro matrimoni sono influenzati anche dagli atteggiamenti e dalle condizioni della societŕ che li circonda. Strutturato in forma di indagine comparata, questo progetto si basa su interviste di carattere qualitativo e osservazioni partecipative tra i giovani attivisti musulmani di due paesi europei: Svezia e Italia. La questione centrale delle trattative di matrimonio č qui presa in esame a partire da ideali, desideri, obblighi e condizioni dei singoli giovani. Tale questione č intesa come un punto di osservazione strategico per l'esame degli aspetti significativi del cambiamento in corso. Da questo punto di osservazione, si ha modo di vedere come le azioni delle persone nella quotidianitŕ si colleghino a processi societari di globalizzazione e alla riorganizzazione delle relazioni di genere. Parole chiave: Giovani musulmani, Svezia, Italia, Matrimonio, Genere, Migrazioni.
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Manganaro, Maria. "DALLA LINGUA MATERNA ALLA SECONDA LINGUA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (October 28, 2016): 359. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n2.v1.677.

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Abstract:
Abstract.Learning a second language, in addition to the mother tongue, helps to significantly improve the maturation and cultural education of the child, and to enhance its expressive and communicative skills. The 85 New Programs for the Primary School, emphasize the need to strengthen the pupils’ ability to make linguistic relationship with various interlocutors using the language in its variety of codes and its main functions. You need to direct the child to take account of extra-linguistic elements (situations, characters, topics, roles) as a fundamental condition for understanding texts and to produce oral and written messages, in relation to cognitive situations. On 1 September 2012, the Minister Profumo issues the New Indications, maintaining continuity with the previous ones. They assume an intercultural aspect, which concerns, not only the presence of foreign students in the classes, but also an open attitude towards the world and the reality of which the younger generation will be part. In recent years, mankind has achieved a considerable progress in the field of mass communication, the economic and cultural exchanges with different peoples and in the field of science and technology; hence the use of foreign languages is becoming indispensable tool of modern man, open to a broader vision of life. In this regard, school is primarily called to make its contribution, because it first must fulfill these needs, as an institution to which it is specifically entrusted with the task of preparing the new generations in society. So the early teaching of a second language is possible, as long as you lay down clearly achievable goals and implement a suitable educational mediation. In addition, to know how one acquires a language, you have to observe the evolution in the period of growth of the child since he is infant and, above all, the relationship between language and thought.Keywords: Learning a second language - L2 - Bilingualism - Learning motivationRiassunto.Apprendere una seconda lingua oltre a quella materna contribuisce a migliorare in modo considerevole la maturazione e la formazione culturale del bambino, nonché a potenziare le sue capacità espressive e comunicative. I Nuovi Programmi dell’85, per la Scuola Elementare, mettono in evidenza la necessità di potenziare nell’alunno la capacità di porsi in relazione linguistica con interlocutori diversi usando la lingua nella sua varietà di codici e nelle sue numerose funzioni. Bisogna avviare il bambino a tener conto degli elementi extralinguistici (situazioni, personaggi, argomenti, ruoli) come condizione fondamentale per comprendere testi e per produrre messaggi, orali e scritti, rapportati alla situazione cognitiva. Il 1° Settembre 2012 il Ministro Profumo emana le nuove indicazioni, mantenendo una continuità con quelle precedenti. Esse assumono un carattere interculturale, che non riguarda soltanto la presenza di alunni stranieri nelle classi, ma anche un atteggiamento di apertura verso il mondo e la realtà in cui si troveranno le giovani generazioni. Negli ultimi anni l’umanità ha raggiunto un notevole progresso nell’ambito delle comunicazioni di massa, degli scambi economico-commerciali e culturali con diversi popoli e nel campo delle scienze e della tecnologia, di conseguenza l’uso delle lingue straniere è diventato strumento indispensabile dell’uomo moderno, aperto ad una visione più ampia ed universale della vita. A tal proposito, la scuola è chiamata principalmente a dare il suo contributo, perché essa in primo luogo, come istituzione a cui è specificatamente affidato il compito di preparare le nuove generazioni alla vita sociale, deve assolvere a queste necessità. Dunque l’insegnamento precoce di una seconda lingua è possibile, purché si fissino chiaramente gli obiettivi raggiungibili e si attui un’ idonea mediazione didattica. Inoltre, per sapere come si acquisisce una lingua, bisogna osservare le evoluzioni nel periodo di crescita del bambino sin da quando è infante e, soprattutto il rapporto intercorrente tra linguaggio epensiero.Parole Chiave: Apprendere una seconda lingua- L2- Bilinguismo- Motivazione all’apprendimento
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Taddeo, Gabriella. "La "memoria giovane": processi, interfacce e significati sociali della memoria nell'era digitale." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 40 (June 2010): 81–89. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040007.

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Abstract:
Il tema della memoria č stato negli ultimi anni esplorato in modo approfondito dalla sociologia dei processi culturali. Molti studiosi hanno evidenziato in modi diversi come proprio in un'era sempre piů caratterizzata dal movimento, dalla liquiditŕ di valori e identitŕ, dalla globalizzazione di immaginari e saperi, il tema della memoria prenda forza, a volte sotto forma di strumento funzionale, altre come nostalgia, altre ancora come commemorazione e rito sociale, o infine solo come "feticcio" identitario. Nel presente articolo si proverŕ a restituire un'analisi del tema della memoria, per come essa č emersa da una ricerca empirica svolta attraverso cinquantadue interviste in profonditŕ a giovani studenti. Si tratterŕ di affrontare, quindi, una memoria "giovane": ovvero l'esperienza di una generazione che sta muovendo i primi passi nella definizione del suo rapporto con il passato, e che probabilmente sta ulteriormente riconfigurando lo statuto funzionale, emotivo e culturale della memoria nella nostra societŕ.
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Morgan, Philip. "Book Review: L’epoca giovane. Generazioni, fascismo e antifascismo." European History Quarterly 35, no. 2 (April 2005): 347–49. http://dx.doi.org/10.1177/026569140503500209.

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Della Puppa, Francesco, and Giulia Storato. "Cricketers tra inclusione e distinzione. Percorsi e aspirazioni di cittadinanza di giovani bangladesi a Venezia." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE 40, no. 3 (December 2022): 101–15. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-003009.

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Abstract:
Il presente articolo si propone di analizzare il rapporto tra sport, cittadinanza e inclusione sociale, esperito da giovani adulti di origine immigrata in Italia. Nello specifico, ci si concentrerà sulle aspirazioni e sui percorsi di cittadinanza di giovani giocatori di cricket di origine bangladese che vivono nella Città di Venezia. A partire da 15 interviste in profondità con questi giovani adulti, emerge come l'aspirata cittadinanza italiana e, quindi, il passaporto europeo possano diventare, da un lato, uno strumento per reagire al misconoscimento, agito dai coetanei autoctoni e dai connazionali della generazione dei loro genitori, e, dall'altro lato, una chiave di accesso per una potenziale mobilità transnazionale. L'acquisizione della cittadinanza italiana, cioè, si configurerebbe sia come un percorso volto all'inclusione sociale a livello locale, sia come un tentativo di distinzione dispiegato a livello europeo e internazionale.
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Qualizza, Gabriele, and Claudio Sambri. "Giovani consumatori e nuovi media: una generazione di "nativi digitali"?" MERCATI E COMPETITIVITÀ, no. 1 (March 2013): 119–41. http://dx.doi.org/10.3280/mc2013-001008.

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Orientale Caputo, Giustina. "Disoccupazione, precarietŕ lavorativa e emigrazione giovanile a Napoli: percorsi di vita che si riproducono da una generazione all'altra." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 182–204. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124010.

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Abstract:
Gli effetti della crisi economica sono stati particolarmente pesanti per i giovani del Mezzogiorno che presentano alti tassi di disoccupazione e di inattivitŕ. L'articolo illustra, attraverso i principali risultati di una ricerca condotta nella periferia nord di Napoli, la complessitŕ dei percorsi di vita dei giovani che non sembrano riuscire, neanche con la flessibilitŕ, ad allontanarsi dal destino dei padri.
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Viehweg, Julia. "Dante und die cantautori." Deutsches Dante-Jahrbuch 94, no. 1 (September 23, 2019): 154–68. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2019-0008.

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Abstract:
Riassunto Se Wolf Biermann dice che i cantautori sono quelle persone »[...] che non sanno suonare la chitarra, ma in compenso... non sanno neppure cantare«1, si tratta di una riduzione polemica del concetto del cantautore. I cantautori stessi si vedono non solo come una nuova generazione di cantanti, ma anche di scrittori e storiografi, che attraverso l’impegno politico vogliono essere la voce di una nuova generazione di giovani negli anni ’60. Questo contributo esamina come il fenomeno dei cantautori sia legato alla ricezione di Dante in questi anni. Prima viene presentata una definizione del termine ›cantautore‹, poi si posiziona il movimento dei cantautori nella discussione della intertestualità nella letteratura, che nasce proprio negli stessi anni, e in ultimo si analizza l’esempio Odysseus dall’album Ritratti (2004) di Francesco Guccini.
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Boccacci, Daniel. "Il laboratorio "Il filo di Arianna" Un'esperienza tra le nuove frontiere dell'apprendimento." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 43 (June 2012): 41–49. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-043005.

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Abstract:
Il saggio prende in esame il nuovo stile cognitivo dei giovani, che, in simbiosi con le tecnologie digitali, apprendono in maniera multitasking, condividendo conoscenze e resistendo ad approcci sistemici. Tali caratteristiche si presentano in forme talmente marcate e naturali, da far pensare a un nuovo orizzonte antropologico, evidente nelle difficoltÀ di comunicazione tra giovani e insegnanti, oggigiorno vera urgenza della scuola. Per le sue potenzialitÀ multicodice, "Il filo di Arianna", laboratorio coordinato dall'autore e rivolto a ragazzi della scuola secondaria di primo grado con disturbi specifici dell'apprendimento, viene proposto qui come pratica didattica da estendere a tutti i preadolescenti che, in quanto nativi digitali, si possono considerare ‘dislessici generazionali'.
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Gianecchini, Martina. "Apprendistato: formare al futuro artigiano." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 99 (May 2013): 103–17. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099006.

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Abstract:
Le recenti riforme del mercato del lavoro hanno individuato l'apprendistato come canale prioritario per l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Tuttavia, le analisi sulla sua diffusione dimostrano come ne venga spesso fatto un uso improprio, al fine di ridurre i costi del personale e aumentarne la flessibilitŕ in entrata. In questo articolo si propone una riflessione che, legando l'apprendistato all'evoluzione dei sistemi produttivi, analizza come diverse modalitŕ di organizzazione del lavoro abbiano favorito (oppure ostacolato) questo contratto nel realizzare la sua missione di supporto allo sviluppo professionale dei giovani. Per fare questo si introduce una classificazione delle attivitŕ lavorative basata sulle modalitŕ di generazione della conoscenza e sul contenuto del lavoro. La tesi proposta č che l'apprendistato possa rappresentare lo strumento contrattuale che meglio di altri permette di supportare lo sviluppo di moderne professionalitŕ artigiane.
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A. Davis, John. "Revisiting Pasquale Villani's Mezzogiorno tra riforme e rivoluzione." SOCIETÀ E STORIA, no. 171 (February 2021): 129–41. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-171006.

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Abstract:
Il saggio intende sottolineare l'originalità e la coerenza interpretativa del contributo di Pasquale Villani alla storia del mezzogiorno d'Italia, e inoltre a mettere in luce le ragioni per cui lo storico insisteva sull'importanza costitutiva del secolo precedente l'Unità. Le idee di Villani - esponente della generazione dei giovani meridionalisti del dopoguerra - e il suo programma storiografico presero forma sullo sfondo della seconda guerra mondiale, della caduta del fascismo e delle rivolte contadine. La sua prospettiva storiografica si definì alla luce del dibattito condotto da Rosario Romeo, Antonio Gramsci, Rosario Villari, Emilio Sereni e Ruggiero Romano. Vicino a Sereni, a Villari e a Romano, Villani seguì tuttavia una propria linea interpretativa che acquistò valore e rilevanza grazie alla capacità di avvicinare giovani allievi e mobilitarne le forze nella direzione di un progetto ambizioso e definito: studiare e mappare la transizione del Mezzogiorno rurale dall'antico regime all'epoca contemporanea. Tali studi, oltre a costituire un tributo alla statura intellettuale di Villani, rappresentano un fondamentale punto di partenza per la comprensione della storia del Mezzogiorno prima e dopo l'Unità.
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