Dissertations / Theses on the topic 'Gestione impresa'
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De, Re Linda <1994>. "Imprese culturali e creative: le Fondazioni di Impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21516.
Full textVardanega, Eder <1986>. "Balanced Scorecard nella piccola e media impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2114.
Full textVecchiato, Erika <1989>. "Il Lean Management nella piccola-media impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5198.
Full textToffon, Gregorio <1995>. "Impresa 4.0: opportunità e sfide del futuro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17511.
Full textBortoletto, Nicolo' <1987>. "Media impresa, strategia e innovazione: il caso Cuboxal." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2559.
Full textMeneguzzo, Irene <1986>. "Cultura e Impresa. Il caso Operaestate festival Veneto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2763.
Full textGasparini, Cristina <1992>. "Incrementare il valore di impresa tramite risorse intangibili." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15617.
Full textBianco, Denise <1992>. "Sulla relazione tra Arte e Impresa: modelli ed esperienze. Approfondimento: il progetto Art and Business e l'artificazione delle imprese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10524.
Full textBalaso, Elisa <1987>. "SOCIAL MEDIA E MERCATO ASSICURATIVO: IL RAPPORTO IMPRESA-CLIENTE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5320.
Full textCallegaro, Giorgia <1989>. "L'internazionalizzazione della piccola e media impresa. Evidenze dal settore orafo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4164.
Full textBruzzi, Valeria <1994>. "Letteratura e Management. Impresa e lavoro nelle narrazioni letterarie contemporanee." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18607.
Full textNARDONE, GAIA. "Gestione dell'impresa e assemblea nella SpA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/43830.
Full textTavian, Lisa <1993>. "Il rapporto dialettico tra arte e impresa: il caso Oikos Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15284.
Full textMORICONI, Agnese. "La gestione del personale nelle reti di impresa e i risvolti applicativi della codatorialità." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77158.
Full textGianesini, Nicolò. "Il rischio penale nella gestione della crisi d'impresa." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423881.
Full textLa tesi riguarda il rischio penale nella gestione della crisi di impresa, ed è finalizzato ad indagare i rapporti tra le tradizionali fattispecie penali previste dal Regio Decreto n. 267 del 1942 e le nuove soluzioni alternative al fallimento introdotte con le ultime riforme della “parte civilistica” della legge fallimentare, in particolare il nuovo concordato preventivo (art. 160 ss. l.f.), l’accordo di ristrutturazione dei debiti (art. 182-bis l.f.) e il piano di risanamento attestato (art. 67, comma 3, lett. d) l.f.). Negli ultimi anni, infatti, per rendere maggiormente appetibili i modelli concordatari finalizzati al superamento della crisi d’impresa, il Legislatore ha operato una profonda modifica dell’impostazione originaria dell’impianto della legge fallimentare. A ciò, tuttavia, non ha fatto seguito anche una parallela operazione di coordinamento dei rinnovati istituti con le tradizionali disposizioni penalistiche. Ne è derivata un’evidente sfasatura tra gli istituti in questione, venendo meno quel parallelismo che aveva opportunamente contraddistinto la nascita della legge fallimentare nel 1942 ove, nel solco della migliore politica legislativa, venivano punite le condotte fraudolente poste in essere nell’ambito degli strumenti liquidatori o concordatari del relativo comparto “civilistico”. Dopo un’analisi del percorso evolutivo che ha avuto la legge fallimentare dal 1942 ad oggi - in modo da delinare il volto attuale degli istituti diretti a regolare il momento della crisi d’impresa e cogliere l’evoluzione delle direttive di tutela che sono emerse nell’ambito delle recenti riforme - la ricerca si muove essenzialmente in due direzioni. Da un lato viene affrontato il problema che gli atti posti in essere in ossequio (o meno) alle nuove strumentazioni civilistiche a disposizione dell’imprenditore in difficoltà possano cadere sotto la scure delle tradizionali fattispecie penalistiche - in particolare le varie forme di bancarotta, rimaste del tutto inalterate – nel malaugurato caso in cui il piano di salvataggio dell’impresa non dia i frutti sperati. Per impedire tal evenienza, con la legge n. 122/2010 di conversione del d.l. n. 8/2010, è stato introdotto, nell’ambito dei reati fallimentari, l’art. 217 bis, rubricato “Esenzione dai reati di bancarotta”. La norma, nata evidentemente col fine di assicurare, anche sotto il profilo penalistico, la protezione dell’imprenditore che ponga in essere, ad esempio, pagamenti preferenziali nei confronti di solo alcuni dei debitori in ossequio ad un piano concordato, sconta una serie di problematiche – prime tra tutte la relativa collocazione dogmatica e l’effettiva portata applicativa - che fanno dubitare della sua concreta attitudine a risolvere tutte le criticità presenti sul tappeto. Una seconda direttiva di ricerca riguarda poi la responsabilità penale del c.d. “professionista attestatore”. Questa figura - presente sotto varie forme in tutti e tre i nuovi istituti concordatari che sono stati introdotti - rappresenta una significativa novità, atteso il ruolo peculiare che essa è chiamata a svolgere in questa fase delicatissima di risoluzione della crisi di impresa. In estrema sintesi, il Legislatore ha devoluto a tale professionista il giudizio circa la bontà e la realizzabilità del piano, predisposto unilateralmente dall’imprenditore o comunque concordato con i propri debitori. Questo snodo fondamentale, tradizionalmente affidato al tribunale fallimentare – per gli evidenti interessi sottesi a tale accertamento – ora è stato demandato ad una figurata privata, scelta direttamente dallo stesso imprenditore, in modo da consentire una maggiore rapidità nella procedura in vista di una più proficua risoluzione della crisi. Anche in tale ambito va registrata l’introduzione, da parte del d.l. n. 83/2012 di una nuova norma, l’art. 236 bis f.fall. (“Falso in attestazioni e relazioni”), volta a punire l’esposizione d’informazioni false o l’omissione d’informazioni rilevanti da parte di questi professionisti attestatori nei programmi e nei piani che sono chiamati a redigere e di cui devono verificare la concreta tenuta economico-patrimoniale. Il presente lavoro, inoltre, prende in considerazione anche le ricadute del nuovo volto del concordato preventivo rispetto alla inalterata fattispecie dell’art. 236 l. fall., l’unica direttamente volta alla tutela degli strumenti alternativi al fallimento. Più in generale, la ricerca, all’esito della risoluzione di questi e altri passaggi ermeneutici, trae un quadro generale dei nuovi equilibri presenti tra le due parti della legge fallimentare, in particolar modo con riferimento ai nuovi beni giuridici tutelati nell’ambito della legge fallimentare, ove è dato scorgere una significativa compressione del tradizionale principio della par condicio creditorum, a favore dell’esigenza di proteggere il “bene impresa”.
Zulian, Stefania <1989>. "Fashion e imprenditorialità: processi di creazione di impresa nell’industria della moda italiana." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5248.
Full textCottica, Giulia <1993>. "LE RETI DI IMPRESA COME STRUMENTO DI SVILUPPO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12752.
Full textFranceschini, Diego <1994>. "Il Social Business, un nuovo modo di fare impresa: Il progetto HumanAx." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14098.
Full textScarparo, Eugenia <1991>. "La cultura fa impresa: una strategia d'impresa per promuovere la cultura nel territorio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12068.
Full textTAMBURRELLA, LAURA. "IL RAPPORTO BANCA-IMPRESA E IL FENOMENO DI CONCENTRAZIONE BANCARIA: UN'INDAGINE SU UN CAMPIONE DI IMPRESE DOMESTICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/482.
Full textThis work develops a detailed analysis focusing on certain aspects of the impact that the change in the structural bank concentration has brought to the bank-enterprise relation in our country. The interest in this subject, frequently discussed within the economics literature, can be explained by two reasons. The first reason is the involvement in the current events and the extraordinary impact that the M&A operations between banks have had on the structure of the Italian financial system. The second reason is the current attempt to estimate how the enterprises face the economic and financial dealers internal reorganization change. The main purpose of the analysis focus on a survey based on a sample of 2,500 small and medium domestic companies that have been questioned to describe how they "live" the relation with the traditional banks and the new forms of finance businesses organized like investment banks. The responses have led to remarkable observations and ideas in regards to the different contest of the bank offer system, because it has been possible to verify not only the reorganization impact, but also the existence of a climate of uncertainty within the traditional bank system. Moreover, questioning the companies about how they face the change and the relation with the banks, has allowed considering how much they feel understood and whether they are suitably valued. Thus, the companies have been allowed to openly express their point of view in order to identify improvement advices to overcome the lack of relations.
Maritan, Martina <1992>. "Le relazioni possibili tra arte e impresa. Il caso di un distretto produttivo del Veneto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13416.
Full textCastellin, Roberto <1993>. "Il rischio di liquidità nell'attività di impresa bancaria: rilevanza e criticità nella gestione della liquidità operativa e strutturale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20052.
Full textVALERI, MARCO. "Innovazione e cooperazione per la competitività delle imprese ricettive: tra agriturismi e alberghi diffusi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1141.
Full textThe aim of this work is to verify if the development of innovative accommodation tourist firms (agri-businesses and “albergo diffuso”) might be a way to start a creating process of new entrepreneurship, in an area like that of Italy characterized by tourist strong. Hence the assumption is to verify if the development of intersystemic relations between the firms and the “alberghi diffusi” and between these and the environment might be a possible ways to improve the competitiveness of the tourist sector. The pursuit of that goal may be an important diagnostic point of departure for the search of specific solutions that, based on the contextual circumstances, prove capable of strengthening the competitiveness of the investigated reality.
Benedetti, Samanta <1988>. "Il controllo di gestione nella piccola impresa da opportunità a necessità nei periodi di crisi: Focus nel caso "Pacifico Srl"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3945.
Full textPierani, C. "NUOVI MODELLI COLLABORATIVI DI IMPRESA: NASCITA E TRASFORMAZIONE DELL'ENTERPRISE 2.0." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/155489.
Full textPierfranceschi, Serena <1993>. "La transizione da associazione culturale ad impresa creativa. Analisi dei festival di cultura e del caso specifico "Animavì Festival Internazionale di animazione poetica e cinematografica"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13679.
Full textMAGNO, Francesca (ORCID:0000-0002-5607-6309). "Gli effetti delle crisi di prodotto sulla relazione impresa-mercato: uno studio delle reazioni dei consumatori a diverse modalità di gestione dei product recall." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/516.
Full textLipparini, Giacomo. "Transizione al 2030 verso le zero emissioni: sviluppi organizzativi necessari alla best – practice nella gestione degli asset in una moderna Impresa di Trasporto. L’esperienza di TPER S.p.a." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22373/.
Full textGiacomello, Jessica <1991>. "il controllo di gestione nelle imprese sociali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12809.
Full textFavaro, Alberto <1988>. "Il controllo di gestione nelle piccole e medie imprese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4387.
Full textNoventa, Cristiano <1998>. "Il Sistema di Controllo di Gestione nelle Imprese Commerciali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21921.
Full textCONDOSTA, LUCA. "MULTINAZIONALI E PAESI IN VIA DI SVILUPPO: LA RILEVANZA STRATEGICA DEL COMMUNITY INVESTMENT." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/755.
Full textThe thesis is aimed at examining the phenomenon of community investments in developing countries by multinationals. After studying existing literature on CSR and its application in developing countries by MNC, the research has been split in two parts. The first past, explorative, has been done through a survey sent in the first 6 months of 2009 to 100 companies, randomly extracted from the Fortune Global 500 at 31/12/2008. The purpose of the survey was to start understanding the phenomenon of CSR activities done by MNC to communities in developing countries. Once surveys have been collected, the second part of the research has been based on the selection and analysis of 5 cases with the technique of multiple case study analysis. For those 5 companies the work has been done with the analysis of lots of primary source, integrated with data coming from other sources. AT the end data have been interpreted defining a model by which read strategies realized by companies to communities in developing countries.
GUZZO, ROSA. "Gestione della conoscenza e capacità di assorbimento nelle imprese biotech." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1299.
Full textThe research joins a recent scholarly conversation in the fields of knowledge management, and dynamic capabilities approach. The aim is to understand how specific organizational determinants can influence the potential and realized absorptive capacity (which is considered as a dynamic capability) in firms operating in biotech industry (a high-velocity environment). The methodology starts from a literary review, following which we frame the research problem and then we propose a theoretical model that has been field-tested through the (qualitative) method of multiple case study analysis, applied in two Italian red-biotech firms. The main findings are that the formalization of procedures has a positive impact either on potential and realized absorptive capacity of the firms. Cross-functional coordination and meetings have a positive effect as well. Surprisingly, job rotation does not seem to be a significant variable, unlike other empirical studies. Finally, we discuss the main limitations and implications of our work, and suggest some directions for future research.
Scanu, Arianna <1988>. "Il controllo di gestione per le piccole e medie imprese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2598.
Full textLucadamo, Edoardo <1992>. "Il controllo di gestione per le micro e piccole imprese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13826.
Full textMarin, Edoardo <1996>. "Climate Change Risk: La gestione della transizione nelle singole imprese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17673.
Full textBergamini, Laura <1993>. "Imprese Cooperative e Settore Vitivinicolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15649.
Full textMarinello, Alice <1988>. "La partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese: il metodo dell'azionariato." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3262.
Full textFranceschi, Paolo <1989>. "La gestione integrata del rischio. L'Enterprise Risk Management nelle imprese italiane." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6435.
Full textPaquola, Mattia <1994>. "La gestione del rischio nelle imprese di assicurazione: l'Enterprise Risk Management." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16854.
Full textBernardel, Flora. "Gestione del rischio nelle reti di imprese: uno strumento di analisi." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422003.
Full textNegli ultimi anni, la crescente complessità e dinamicità dei modelli di business e la necessità per le aziende di confrontarsi con uno scenario produttivo e competitivo internazionale, ha facilitato lo sviluppo del Supply Chain Risk Management (SCRM) come un’interessante area di ricerca sia per il mondo accademico che per il mondo manageriale. Il crescente aumento delle pubblicazioni scientifiche che affrontano lo studio di proprietà sistemiche delle Supply Chain, come incertezza, resilienza, agilità e robustezza, fa da sfondo ad importanti iniziative in campo manageriale, ma anche civile e politico. Alcuni esempi sono il programma di certificazione stabilito dalla norma ISO 28000:2007 nel campo del Information Security, l’introduzione dei concetti di rischio e variabilità negli strumenti di bechmarking e business process reengineering come il modello SCOR del Supply Chain Council, ma anche i provvedimenti antiterrorismo intrapresi dagli Stati Occidentali che hanno avuto implicazioni di vasta portata per il commercio internazionale. I protocolli Customs–Trade Partnership Against Terrorism (C-TPAT) and the Container Security Initiative (CSI), introdotti a partire dal 2002 sono esempi di come il dipartimento di Homeland Security degli Stati Uniti ha inteso promuovere l’adozione di Best Practices SCM, nella gestione dei rischi per i controlli alle frontiere. L’introduzione della legge Sarbanes-Oxley Act nel 2002, ha posto sotto la sorveglianza delle autorità di regolamentazione dei mercati finanziari alcuni accordi di risk sharing ed altre pratiche comuni di SCM. Tuttavia l’indeterminatezza del confine tra questioni commerciali e organizzazioni di pubblico servizio sta gettando nuove sfide di gestione del rischio per tutti gli enti interessati. Nel Regno Unito, ad esempio, il Civil Contingencies Act (2004) comprende ogni situazione che minaccia il benessere umano, tra cui l’interruzione nella disponibilità di denaro, cibo, acqua, energia e altri beni. Tutte le iniziative citate ed altre ancora, si collocano nel contesto del mercato attuale, caratterizzato principalmente da turbolenza e incertezza. Un molteplicità di motivi è alla base della tendenza all’aumento della turbolenza dei mercati. La domanda in quasi tutti i settori industriali sembra essere più volatile che in passato. I cicli di vita di prodotti e tecnologie sono diminuiti sensibilmente e la competizione sui nuovi prodotti rende la previsione della domanda e del ciclo di vita più difficile. Allo stesso tempo è aumentata la vulnerabilità delle Supply Chain ai disturbi e alle perturbazioni. Da un lato l’ambiente operativo esteso ha comportato una maggiore esposizione agli effetti di fattori esogeni come guerre, scioperi, attacchi terroristici o speculazioni, dall’altro esso ha amplificato la portata di certe variazioni nella strategia aziendale. Molte aziende hanno sperimentato un cambiamento nel profilo di rischio delle proprie Supply Chain a seguito di modifiche nei propri modelli di business, ad esempio attraverso l’adozione di pratiche lean, l’estensione dell’outsourcing e una tendenza generale a ridurre l’ampiezza della base di fornitura. A fronte delle argomentazioni precedenti che delineano l’importanza del tema, non esiste un approccio o uno schema universalmente riconosciuto per definire che cosa effettivamente costituisce un rischio a livello di Supply Chain. Secondo lo studio di Juttner et al. (2003) il SCRM può comprendere quattro aspetti gestionali chiave: - Definizione delle sorgenti di rischio nella Supply Chain - Definizione delle potenziali conseguenze avverse per la Supply Chain - Identificazione dei risk drivers - Mitigazione dei rischi per la Supply Chain Alcuni studiosi evidenziano che sebbene la letteratura sul Risk Management sia piuttosto ben sviluppata, la ricerca relativa all’identificazione dei rischi è ancora ad uno stadio preliminare. Le aziende devono investire risorse per identificare i rischi cui sono esposte attraverso un approccio sistematico; tuttavia le metodologie formali di supporto a questi tipi di approccio sono ampiamente insufficienti. Lo scopo di questa tesi è dunque di sviluppare e validare uno strumento di SCRM, strutturato e robusto che supporti le aziende nella gestione e valutazione dei rischi proveniente dalle Supply Chain. Esso è stato approntato nel rispetto dei seguenti requisiti: - che sia uno strumento di Risk Assessment, e consenta la valutazione contestuale dei rischi di tipo puro e speculativo, con una focalizzazione sull’analisi delle pratiche organizzative e delle scelte gestionali che in funzione del contesto sono più suscettibili di veicolare forme diversificate di Supply Chain Risk; - che ponga l’attenzione sull’impatto dei rischi attraverso l’adozione di un sistema di variabili aggregate (misure di prestazione della Supply Chain). Non si realizza pertanto la mappatura di tutto il network, che richiederebbe la disponibilità o l’accesso ad informazioni e dati, che spesso l’azienda di riferimento non possiede. La prospettiva adottata è infatti relativa all’azienda focale, ovvero alla valutazione dei rischi cui un’azienda è esposta in virtù delle caratteristiche del network o dei network in cui è inserita, e degli strumenti o pratiche organizzativo-gestionali di cui si è dotata. Poiché il riferimento è a contesti e strutture interconnesse e interdipendenti come tipicamente sono le Supply Chain, il rischio deve essere considerato relativamente all’intero network di organizzazioni coinvolte. Questa ricerca si basa su un adattamento e un’estensione del modello di rischio proposto da Ritchie and Marshall (1993). Secondo quanto ipotizzato, la funzione “Supply Chain Risk” si configura come un’espressione composta, in cui confluiscono i contributi (per ora assunti indipendenti) di alcune macro-aree o domini (Variabili ambientali, Variabili di settore, Variabili sulla configurazione della Supply Chain, Variabili relative ai membri della Supply Chain, Variabili relative alla strategia organizzativa, Variabili specifiche, Variabili collegate ai decision-maker). Questa schematizzazione consente di collocare nelle macro-famiglie elencate un numero potenzialmente infinito di “fattori di rischio”, che espongono il business aziendale e l’organizzazione a conseguenze indesiderate in termini di rischio ma anche di performance. Il concetto “fattore di rischio” è qui introdotto per indicare un vasto insieme di pratiche gestionali ed organizzative che possono avere un impatto (in termini di probabilità e conseguenze) sui risultati; così come possono fornire delle opportunità per migliorare le prestazioni sebbene a fronte di un incremento del rischio potenziale. La ricerca è volta a dimostrare che una tale struttura costituisce un’ottima base di riferimento per ogni schema di Assessment del rischio nella Supply Chain. Essa assume quindi un significato rilevante dal punto di vista concettuale, inserendosi in un filone di letteratura ancora non completamente esplorato, e dal punto di vista pratico attraverso gli obiettivi elencati.
Grezzani, Matteo <1988>. "Gestione del Credito. "Caso API"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4872.
Full textCogo, Alessandro <1993>. "Digital Transformation e impatto sulla gestione dei processi aziendali. Caso aziendale sulla gestione delle trasferte." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14181.
Full textRAPANA', PAOLA. "La gestione dei rischi della logistica nelle imprese della grande distribuzione despecializzata." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/623.
Full textIn the last 20 years large retailers have increased their importance in the commercial distribution and Italian economic system. The thesis is focused on these firms and, specifically, it has the purpose of identifying supply chain risks and risk responses in large-scale retail trade, by a experimental verification of theoretical models. Beginning by large retailer’s mission, its key management processes were explained, with a particular focus on goals, processes and tools of retail logistics. Furthermore supply chain risks and connected risk responses, as described in literature, were elucidated. Besides, a supply chain risk map was presented. Case studies was carried out on some of the most important Italian large retailers, with the aim to validate the risk map. It has been possible, thus, to validate the model and to identify typical supply chain risks and the most common risk response strategies.
Colusso, Alberto <1995>. "Climate change : analisi e gestione del rischio climatico per le imprese venete." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16649.
Full textBianco, Federica. "Innovazione tecnologica ed organizzazione nelle imprese editoriali: il ruolo dei sistemi di gestione dei contenuti." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425037.
Full textMinesso, Stefano <1995>. "L'integrazione della sostenibilità nella governance delle imprese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15411.
Full textFavaro, Elena <1987>. "La gestione degli stakeholders di un museo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1831.
Full textRizzo, Alessio <1989>. "Il controllo di gestione negli studi professionali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4016.
Full textLongo, Federico <1985>. "Brand reputation, la gestione della marca online." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4293.
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