Academic literature on the topic 'GEOPOLITICA DELLO SPAZIO'

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Journal articles on the topic "GEOPOLITICA DELLO SPAZIO"

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Ferrari, Vincenzo. "I chiaroscuri della geopolitica." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2012): 173–77. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001012.

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Abstract:
Questa nota offre un commento del recente libro di Mario G. Losano, La geopolitica del Novecento. Dai Grandi Spazi delle dittature alla decolonizzazione (Milano: Bruno Mondadori, 2011), con cui si descrive l'espansionismo dei regimi dittatoriali di Germania, Giappone, Italia, Spagna e Portogallo tra la fine dell'Ottocento e la prima metŕ del Novecento e le sue implicazioni nella sfera del diritto. L'opera di Losano fa riemergere figure di studiosi dimenticati (soprattutto il tedesco Karl Haushofer), alcuni dei quali appoggiarono le dittature mentre altri se ne distaccarono pur appoggiando l'idea di un mondo suddiviso in pochi "Grandi Spazi".
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Milione, Anna. "L'intercultura in pratica: saperi, competenza e professionalità per la scuola plurale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (September 2021): 191–213. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-001016.

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Abstract:
Le migrazioni odierne costituiscono un cambiamento strutturale della società contempora-nea, manifestano i segni delle trasformazioni degli assetti geopolitici mondiali, le dinamiche della globalizzazione e gli effetti che essa sta producendo sulla società (Sassen, 2014; Geisel-berger, 2017; Bauman, 2017; Latour, 2017). Il mondo sta cambiando profondamente e al tempo stesso cambiano gli strumenti di lettura della società: la globalizzazione e lo sviluppo delle nuove tecnologie hanno creato interconnessioni ed interdipendenze che mettono in di-scussione categorie concettuali autoreferenziali ed etnocentriche. In questa prospettiva, le migrazioni globali e la crescente mobilità verso l'Europa rendono molto rilevante l'analisi dei processi di inclusione sociale in relazione alle risposte che offrono i sistemi educativi. Non si tratta più solo di accogliere migrazioni temporanee, ma di imparare a costruire insieme, e imparare ad abitare uno spazio comune in vista di insediamenti durevoli (Latour, 2017). Questo cambiamento induce a rivedere radicalmente il canone monoculturale della scuola, a ripensare le strutture organizzative, il progetto pedagogico e le sue matrici curricolari. Il cambiamento epocale di questi ultimi decenni induce ad assumere una nuova vision in cui la scuola è chiamata a confrontarsi con le trasformazioni che attraversano la società globale e con il riemergere della condizione antropologica dell'homo migrans, in movimento da una parte all'altra del globo attraverso infrastrutture fisiche e/o telematiche, che porta a ridefinire i contenuti della cittadinanza sociale in una prospettiva planetaria. Questa visione avvalora e rende ancora più urgente il progetto dell'«Educazione interculturale» che, ancora impro-priamente associata al governo dei flussi migratori e all'inclusione scolastica degli alunni figli di immigrati, rappresenta un'occasione di rinnovamento culturale per la società nel suo insieme. In questa ottica, l'articolo intende definire i caratteri dell'educazione interculturale e, a partire dall'analisi delle pratiche di inclusione scolastica degli alunni con background mi-gratorio, mettere a fuoco le competenze e le professionalità necessarie a fronteggiare la plu-ralità dei bisogni educativi che si pongono nelle classi scolastiche italiane al fine di integrare tutte le diversità.
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RGI, Redazione. "Informazione bibliografica." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 125–67. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13371.

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Abstract:
L'Informazione bibliografica del numero 1/2022 della «Rivista Geografica Italiana» presenta le recensioni dei seguenti testi: Giada Peterle, Comics as a Research Practice. Drawing Narrative Geographies Beyond the Frame (Alberto Vanolo) Andrea Pase, Geografly: la mosca e la mappa. Attorno ad una foto di Alberto Schön (Egidio Dansero) Deirdre Mask, Le vie che orientano. Storia, identità e potere dietro ai nomi delle strade (Giuseppe Muti)  Laura Lo Presti, Cartografie (in)esauste. Rappresentazioni, visualità, estetiche nella teoria critica delle cartografie contemporanee (Alessandra Bonazzi) Angelo Turco, Geografie pubbliche. Le ragioni del territorio in dieci itinerari social (Filippo Celata) Angelo Turco, Epimedia. Informazione e comunicazione nello spazio pandemico (Tania Rossetto)  John Mc-Neill, Qualcosa di nuovo sotto il sole. Storia dell'ambiente nel XX secolo (Cecilia Pasini) Emanuele Bompan, Federica Fragapane, Marirosa Iannelli e Riccardo Pravettoni, Atlante geopolitico dell'Acqua. Water grabbing, diritti, sicurezza alimentare ed energia (Margherita Ciervo)  Carlos Alberto Franco da Silva, A modernização distópica do território brasileiro (Teresa Isenburg) Flavio Lucchesi, Australia, gli antipodi vicini. Tasselli geografici (Luisa Carbone) Alberto Di Monte, Sentieri migranti. Tracce che calpestano il confine (Silvia Aru)  Michela Lazzeroni, Geografie dell'università. Esplorazioni teoriche e pratiche generative (Samantha Cenere) Associazione Mecenate 90, L'Italia Policentrica. Il fermento delle città intermedie (Michela Lazzeroni)  
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Raffaele, Valerio. "Da Lagkadikia al Mediterraneo: gli spazi delle migrazioni in Grecia." Lingue Culture Mediazioni - Languages Cultures Mediation (LCM Journal) 8, no. 1 (July 29, 2021). http://dx.doi.org/10.7358/lcm-2021-001-raff.

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Abstract:
The geopolitical upheavals affecting the Middle East and North Africa at the beginning of the 21st century have created an arc of instability around the Balkan Peninsula, causing serious consequences for all the countries in the area as regards migration flows. Due to its peculiar geographical position, Greece has thus found itself at the forefront of the so-called migratory emergency, which has involved the European Union (UE) in the last few years. The Dublin Regulation first and then the closure of the borders, following the agreement on migrants between the UE and Turkey in March 2016, have made Greece a sort of first reception hotspot for the whole Eastern Mediterranean, giving rise at the same time to new Balkan migration routes managed by human traffickers. Historically a hinge between East and West, today’s Greece constitutes the ideal starting point to interpret in a multi-scalar perspective both the weaknesses of the paradigm on which the so-called ‘Fortress Europe’ is based, and the geographical variety of problematic ‘living spaces’ that recent migratory phenomena have contributed to build over time.
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Dissertations / Theses on the topic "GEOPOLITICA DELLO SPAZIO"

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Loi, Simona <1985&gt. "La ʿĀshūrā’ a Beirut: atmosfere affettive e geopolitiche quotidiane : la produzione dello spazio nel mese di Muḥarram." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18455.

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Abstract:
Questa ricerca mira ad approfondire la conoscenza della dimensione urbana dei rituali religiosi sciiti in Libano e delle loro relative atmosfere affettive. Nello specifico, lo studio si focalizza sulla struttura dei riti di ʿĀshūrā’ in tre quartieri centrali di Beirut (Khandaq al-Ghamīq, Ḥayy al-Lijā, and Zuqāq al-Balaṭ) e indaga come la quotidianità delle pratiche rituali, le sensazioni, le emozioni e gli affetti che queste suscitano nonché l’architettura degli edifici religiosi contribuiscono a creare specifiche e differenti atmosfere affettive. Queste – che non rimangono confinate nella sfera individuale – si inseriscono nella più ampia dimensione delle geopolitiche della Resistenza (al-Muqāwama), così come espresso dai due principali partiti politici sciiti, Ḥarakat Amal and Ḥizbullah, e tradotto in sensibilità (geopolitiche) quotidiane e incorporate. L’interesse verso questi quartieri parte da due motivi fondamentali. Il primo riguarda il fatto che ciascuna delle tre aree ha una sua propria (o più di una) ḥusayniyya, ossia uno spazio sacro specifico per le celebrazioni della ʿĀshūrāʼ, mentre in altri settori di Beirut che ospitano importanti comunità sciite, gli stessi rituali sono svolti in altri spazi. Il secondo concerne il fatto che le tre regioni, prima della Guerra Civile (1975-1990) avevano uno spiccato carattere multiconfessionale e ancora oggi questa peculiarità è testimoniata dalla presenza di almeno una o più chiese (all’interno dei confini amministrativi dei quartieri) e dalla vicinanza al quartiere ebraico. Il progetto metterà in luce come le atmosfere religiose hanno formato e continuano a plasmare il più ampio spazio urbano, come, a loro volta, le manifestazioni religiose, le percezioni geopolitiche e gli affetti sono influenzati dallo specifico ambiente architettonica della ʿĀshūrā’; tracceranno, infine, le connessioni che esistono tra tali pratiche quotidiane incorporate e le dinamiche geopolitiche regionali, usando l’innovativo concetto di geopolitiche affettive.
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GIUNTINI, FEDERICO MARIANO. "Fratture regionali e dinamiche geopolitiche nello spazio post-sovietico: I casi di Abcasia e Ossezia meridionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2022. http://hdl.handle.net/11584/328739.

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Abstract:
Northwestern Transcaucasia is one of the post-Soviet areas most affected by regional cleavages and ethno-political conflicts. Following the fall of the Russian Empire, Georgia tried to build its own statehood, while in Abkhazia and South Ossetia there was a confrontation between Kartvelian communities oriented towards Tbilisi and the Abkhazian and Ossetian ones facing Moscow and Ciscaucasia. With the Sovietization of Transcaucasia in 1921 and the creation of the Georgian Soviet Socialist Republic (GSSR), South Ossetia was converted to an Autonomous Oblast within the GSSR, while Abkhazia became a proper SSR (albeit with an ambiguous Union Treaty with the GSSR) but, in 1931, it was downgraded to an Autonomous Soviet Socialist Republic within the GSSR. For at least a decade after their Sovietization, Abkhazia and South Ossetia could benefit from a certain cultural and linguistic autonomy, but from the second half of the 1930s they were affected by a growing policy of Georgianization and, in the Abkhazian case, also by a massive Kartvelian immigration. After Stalin’s death and Beria’s execution in 1953, Abkhazians and South Ossetians experienced a new phase of broadening their cultural and linguistic rights. The following decades were characterized by the deepening of the contraposition and mutual stimulation dynamics between Abkhazian and Ossetian national identities and the Georgian one. In the second half of the 1980s, radical nationalism progressively imposed its hegemony over Georgian society and, in 1990, the GSSR parliament assumed the objective of the country’s independence. Consequently, the Abkhazian and South Ossetian legislative assemblies proclaimed their own sovereign republics. Then, in January 1991 Georgia attacked South Ossetia, resulting in the outbreak of military conflict in the region, during which both Tbilisi and Tskhinval declared their independence. In 1992, following the coup against the nationalist Gamsakhurdia and Shevardnadze’s return as Georgian leader, a ceasefire agreement between Tbilisi and Tskhinval was reached in June with Russian mediation, consolidating South Ossetian control over most of the region. Soon, the Conference on Security and Co-operation in Europe (CSCE) was involved in the ceasefire monitoring process, but failed to foster concrete steps towards a negotiated solution to the Ossetian-Georgian political conflict. Contextually, inter-ethnic tensions grew in Abkhazia and, in August 1992, Georgia militarily attacked the region, initially conquering a large part of it but subsequently suffering the progressive counter-offensive of the Abkhazians, who in September 1993 re-established their control over Sukhum and large part of the region. Meanwhile, in August 1993, the United Nations Observer Mission in Georgia (UNOMIG) had been established to monitor the conflict in Abkhazia. Following the Abkhazian military victory, a complex phase of Abkhazian-Georgian talks began, under the aegis of the United Nations and with the participation of the Russian Federation and the CSCE. Then, in May 1994, a ceasefire and separation of forces agreement was reached, with the establishment of a security zone on which a CIS peacekeeping contingent was deployed, and UNOMIG was expanded. Once the military dimension of the conflict was frozen, the parties were engaged in complex talks to reach a negotiated political solution, under the auspices of the UN and with an active role of Russia. However, the positions were no longer reconcilable: on the one hand, Tbilisi intended to establish its sovereignty over Abkhazia within the framework of a federalist compromise, on the other hand, Sukhum was willing to accept at most a confederal and symbolic solution. Therefore, in 1999, the parliament of the Republic of Abkhazia formally declared state independence, greatly reducing the prospects for a negotiated solution to the political conflict with Georgia.
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SBARBATI, Claudia. "LE STRAGI E LO STATO. NARRAZIONI SU CARTA DELLO STRAGISMO ITALIANO:CRONACA, MEMORIA E STORIA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251127.

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Abstract:
Oggetto del presente studio è la narrazione pubblica delle stragi degli anni Settanta, realizzata attraverso il filtro della carta stampata di ieri e di oggi. In particolare, le stragi delle quali è stato ricostruito il pubblico racconto sono quelle di Milano (12 dicembre 1969), di Brescia (28 maggio 1974) e di Bologna (2 agosto 1980). L’interesse di ricerca è nato dalla percezione di un vuoto storiografico rispetto all’“impressione di realtà” - quindi all’immaginario - che nel corso dei decenni quotidiani e periodici nazionali hanno edificato riguardo allo stragismo neofascista. In generale, l’eversione di destra – seppur oggetto di preziosi studi - è stata meno analizzata rispetto a quella di sinistra e quello che è divenuto il cosiddetto “caso Moro”, perché sovente stigmatizzata come subalterna allo Stato e quindi priva di una sua dimensione particolare. È esattamente in questo spazio che la ricerca s’inserisce, guardando alla storia d’Italia attraverso l’interpretazione dello stragismo offerta dall’informazione a stampa. La scelta della fonte giornalistica come fonte storica per analizzare le categorie interpretative e i quadri di riferimento messi a disposizione dell’opinione pubblica, ha richiesto di tenere in considerazione gli elementi distintivi del giornalismo italiano e i suoi rapporti con il contesto politico nazionale coevo alle stragi, con attenzione anche per i cambiamenti occorsi nel tempo nel mondo dell’informazione e nel panorama internazionale, definendo un arco temporale che dal 1969 giunge sino al 2017. Inoltre, gli scenari politici sovranazionali della Guerra Fredda sono costantemente richiamati in virtù dell’intima connessione fra eversione di destra, forze dell’ordine e servizi di sicurezza italiani da un lato, ed equilibri geopolitici internazionali dall’altro. Si è scelto di attingere a numerose testate nazionali per dare conto delle diverse linee editoriali, delle molteplici caratterizzazioni politiche delle stesse, dei differenti stili comunicativi e della pluralità di lettori cui ogni quotidiano o periodico è destinato. Fra gli archivi storici più attenzionati emergono quelli del “Corriere della Sera”, “La Stampa”,“la Repubblica”, “L’Unità”, “Il Giorno”, “La Notte”, “La Nazione”, “L’Avanti!”, “il Manifesto”, “Lotta Continua”, “Umanità Nova”, “Il Popolo”, “il Secolo d’Italia”, “Candido” e “il Borghese”. A ogni strage è stato dedicato uno specifico capitolo in cui sono introdotti i fatti e gli esiti giudiziari, analizzate le prime reazioni della stampa, ricostruiti gli anni dei processi e la ricezione delle sentenze, sino a riproporre l’eco pubblica delle opere che nel corso dei decenni sono intervenute sul tema. Gli articoli di cronaca e gli editoriali di approfondimento analizzati permettono di vagliare la riproposizione su carta delle versioni ufficiali delle forze dell’ordine, della magistratura e della politica; le memorie dei protagonisti degli eventi e l’analisi offerta dagli opinion makers che di volta in volta hanno raccontato le stragi dell’Italia repubblicana (giornalisti, storici, magistrati, scienziati sociali). L’ultimo capitolo è stato invece dedicato al problema della Memoria e dei suoi rapporti con la Storia, analizzando la produzione memorialistica degli ex terroristi, delle vittime di prima, seconda e terza generazione, sino al tema della riconciliazione e della pacificazione. Si è dunque ricostruito il dibattito sviluppatosi “a caldo” ed “ex post”, nella consapevolezza che l’informazione e la comunicazione pubblica della Storia sono fondamentali per la storicizzazione del passato traumatico della Nazione.
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Books on the topic "GEOPOLITICA DELLO SPAZIO"

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Epasto, Simona. Spazio e popolazione: Temi di geopolitica e geoeconomia della popolazione. Firenze: Le lettere, 2012.

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Spazio e popolazione: Temi di geopolitica e geoeconomia della popolazione. Firenze: Le lettere, 2012.

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La geopolitica del Novecento: Dai grandi spazi delle dittature alla decolonizzazione. [Milan, Italy]: B. Mondadori, 2011.

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Antonielli, Arianna, and Donatella Pallotti, eds. “Granito e arcobaleno”. Forme e modi della scrittura auto/biografica. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-976-8.

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Abstract:
"Granito e arcobaleno". Forme e modi della scrittura auto/biografica raccoglie saggi che affrontano questioni che attengono alle relazioni, e ai loro fragili equilibri, tra realtà e finzione, esperienza e memoria, privato e pubblico, autonomia e relazionalità, verità referenziale e verità soggettiva, tra il sé e l’Altro. I contributi chiamano in causa, inoltre, concetti quali lo spazio – sociale, culturale, geopolitico, ma anche retorico – nel quale il soggetto auto/biografico è posizionato; la 'materialità' del corpo che percepisce e interiorizza le immagini, le sensazioni e le esperienze del mondo esterno; l’agentività (agency) e i vincoli linguistici, discorsivi, sociali e culturali cui è sottoposta. Dopo un’apertura teorica, il volume approfondisce singoli casi di studio riconducibili a realtà culturali diverse e, talora, distanti tra loro, per approdare a una riflessione d’artista sull’arte e sulla vita.
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