Academic literature on the topic 'GEOMATICA E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI'

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Journal articles on the topic "GEOMATICA E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI"

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Lombardini, Giampiero. "Ontologie per rappresentare conoscenza nei sistemi informativi territoriali." SCIENZE REGIONALI, no. 3 (October 2011): 127–34. http://dx.doi.org/10.3280/scre2011-003007.

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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Dissertations / Theses on the topic "GEOMATICA E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI"

1

PIEMONTE, ANDREA. "STUDIO METODOLOGICO PER LA VALUTAZIONE INTEGRATA DELLA QUALITA' DELL'ARIA TRAMITE SISTEMI MMS." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2005. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/13070.

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Abstract:
2003/2004
Il lavoro svolto per il Dottorato di Ricerca, di cui questa tesi è la relazione riassuntiva e conclusiva, ha preso avvio dall'attività condotta per la stesura della tesi di laurea dello scrivente. Quest'ultima riprendeva una ricerca innovativa, presentata dall'Università di Trieste in collaborazione con funzionari della Provincia di Trieste in occasione del convegno INRETS ad Avignone nel 1994, e successivamente applicata a Trieste, in collaborazione con la Hydrotech, ed in altre città. La ricerca si proponeva di valutare la concentrazione di monossido di carbonio in aria, tramite un veicolo in movimento, la cui posizione topografica fosse costantemente rilevata con il sistema GPS. Il proponente, e tutore, del Dottorato è stato il Prof. Giorgio Manzoni, ordinario di Topografia presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Trieste e primo sperimentatore, già nel 1994, del sistema cinematico di misura del monossido di carbonio. Gli elementi innovativi di questo elaborato sono scaturiti dall'allestimento di un veicolo dedicato ai rilievi di parametri ambientali, il GIGI (GPS lnertial Glonass lntegrated), e dall'acquisizione di nuove apparecchiature, sia per il posizionamento che per la stima della concentrazione delle polveri sottili in aria. Durante il triennio di rilievi sperimentali è stato inoltre possibile collaborare, nelle campagne di misura e nella valutazione dei risultati, con il Dipartimento Provinciale dell'ARPA e con il Dipartimento di Prevenzione e Salute deii'ASS n.1 Triestina. Queste collaborazioni hanno permesso di poter utilizzare la strumentazione in dotazione agli Enti coinvolti e di valutare i risultati dei rilievi con gli esperti del settore. Nel corso del 2004 è stato poi intensificato il rapporto di collaborazione con la Prof.ssa Gabriella Caroti, associata di Topografia dell'Università di Pisa, che da alcuni anni sta sperimentando, in collaborazione con l'Università di Trieste, un metodo per il monitoraggio in cinematico dell'inquinamento atmosferico, in particolare quello dovuto all'ossido di carbonio prodotto dal traffico veicolare. Tramite il veicolo GIGI sono state realizzate diverse campagne di misura per testare le potenzialità della strumentazione di misura del monossido di carbonio e delle polveri sottili nel riprodurre un dato significativo e ripetibile. l rilievi sono stati realizzati sia in centro città che in zone industriali e sfruttando le caratteristiche del sistema inerziale di posizionamento si sono indagate anche zone coperte, come gallerie e autorimesse. La possibilità di effettuare misure di concentrazione d'inquinanti lungo le varie strade del territorio permette, da un lato l'acquisizione di dati in zone non coperte dalle centraline della rete fissa di monitoraggio, dall'altro può costituire motivo di confronto con i valori misurati dalle postazioni fisse. La possibilità di realizzare facilmente misure in diversi punti dislocati sul territorio, grazie alla strumentazione mobile, permette l'acquisizione di dati utili alla validazione di modelli di dispersione di inquinanti in ambito urbano. Proprio da quest'ultima potenzialità ha preso avvio una ricerca in collaborazione con la Sezione di Topografia e Fotogrammetria del Dipartimento di Ingegneria Civile, il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione (DIMNP) dell'Università di Pisa e I'ARPAT. Lo studio è rivolto a validare i modelli di dispersione e diffusione degli inquinanti, richiesti dall'ARPAT e realizzati dal DIMNP, tramite i rilievi cinematici e "stop & go" effettuati con il nuovo veicolo multisensore VINCI'S (Vehicle-borne lntegrated Navigation and Cartographic lnformation Prime System) del Dipartimento di Ingegneria Civile di Pisa. Le metodologie di rilievo sperimentate in questi anni potrebbero essere sfruttate dalle pubbliche amministrazioni, che da misure di questo tipo ne trarrebbero utili strumenti di supporto alle decisioni in materia di inquinamento e gestione del territorio. La pubblica amministrazione però deriva le proprie azioni principalmente dalle norme di legge ed è proprio nella normativa che si può trovare un punto di forza del metodo sviluppato. Per quanto riguarda il veicolo GIGI, essendo la strumentazione per l'analisi della qualità dell'aria e la metodologia di misura non rispondente agli standard fissati dalla normativa, l'ambito in cui i metodi di rilievo realizzati si possono inserire, è quello della valutazione preliminare della qualità dell'aria. Infatti, per classificare zone in cui è obbligatorio o meno il monitoraggio in continuo, bisogna ricorrere a indagini o stime obiettive. Ovviamente, è impensabile realizzare queste indagini con centraline fisse, visto che devono abbracciare ampie porzioni di territorio in tempi possibilmente brevi, ed il ricorso a modelli avrebbe comunque bisogno di un elevato numero di misure di validazione su serie storiche consistenti e la precisione richiesta ai valori misurati di validazione sarebbe quella dei metodi standard. La metodologia e le tecniche di misura utilizzate, quindi, possono considerarsi valide per un'indagine speditiva. Analisi separate, vanno poi fatte per la misura del monossido di carbonio e quella delle polveri sottili. Nel primo caso il Polytron1, pur utilizzando un metodo di misura non standard, fornisce misure assolute di concentrazione con una precisione accettabile. Per quanto riguarda la misura delle polveri, il GT331 fornisce misure assolute con una precisione scarsa o per lo meno facilmente contestabile. Questo, perchè la taratura dello strumento, che in effetti è un contatore di particelle, dipende fortemente dalla tipologia delle polveri analizzate. In ogni caso, da alcuni test effettuati, è emerso che è comunque possibile identificare zone critiche per la presenza di polveri normalizzando i valori rilevati in giornate diverse e realizzando mappe di indici di concentrazione più che mappe di valori di concentrazioni assolute. Per lo stesso motivo lo strumento può essere utilizzato, grazie alla sua capacità di stimare le concentrazioni per diverse classi granulometriche, per identificare, in una stessa giornata di rilievo e quindi con tipologia di particelle abbastanza uniforme, distribuzioni differenziali delle diverse frazioni di polveri all'interno delle zone monitorate. Nuove possibilità di sviluppo, infine, si sono delineate tramite la collaborazione con l'Università di Pisa e l'utilizzo per i rilievi del veicolo MMS VINCI'S. In quest'ultimo, infatti, è installato un misuratore di concentrazione di monossido di carbonio analogo a quelli delle centraline fisse di monitoraggio, risultando, per precisione e metodo di misura, in linea con gli standard di legge. E' stato possiblile così realizzare, oltre che sperimentazioni su indagini speditive della qualità dell'aria tramite rilievi cinematici, anche test di misure per la validazione di modelli di dispersione e diffusione degli inquinanti. L'utilizzo di questi modelli, realizzati nei test di Livorno dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione dell'Università di Pisa, si sta delineando fondamentale per il futuro del monitoraggio della qualità dell'aria in ambito europeo. Infatti, le nuove norme europee stanno puntando a diminuire il numero obbligatorio di centraline fisse installate, aumentando gli sforzi per la produzione di modelli descrittivi e predittivi della concentrazione delle specie chimiche da monitorare. La possibilità, fornita dal veicolo VINCI'S, di fornire un dato per la validazione di questi modelli, realizzabile in tempi brevi e facilmente georiferibile, risulta, quindi, di notevole interesse.
XVII Ciclo
1972
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LIPIZER, MARCO. "CONFRONTO DELLE DIVERSE METODOLOGIE DI MISURA DI TIPO GEODETICO E DEI METODI DI CALCOLO DEL GEOIDE." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2004. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12442.

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MAURO, GIOVANNI. "METODOLOGIE GIS E REMOTE SENSING PER L'ANALISI QUALI-QUANTITATIVA DELLA VEGETAZIONE CON L'UTILIZZO DI IMMAGINI SATELLITARI E FONTI CARTOGRAFICHE NON OMOGENEE." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2004. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12444.

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GELLETI, RAFFAELLA. "RADIAZIONE SOLARE E TECNOLOGIA FOTOVOLTAICA: STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE ED IL MONITORAGGIO DEL TERRITORIO." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2005. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/13065.

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Abstract:
2003/2004
Gli effetti negativi dovuti al crescente fabbisogno energetico del pianeta e allo sfruttamento dei combustibili fossili sono ormai evidenti, riconosciuti e verificati dalla comunità mondiale. Le alterazioni ambientali spesso utilizzate quali indicatori di impatto sull'ambiente (piogge acide, inquinamento atmosferico, dell'effetto serra), sono uno dei primi effetti di tutti i processi di combustione utilizzati per la generazione di energia elettrica nelle centrali tradizionali. L'attuale fabbisogno energetico mondiale, infatti, viene soddisfatto utilizzando le fonti energetiche non rinnovabili che si identificano sostanzialmente con i combustibili fossili e quelli nucleari. Al fine di contribuire alla realizzazione di uno scenario di approvvigionamento energetico sostenibile anche nel lungo periodo, devono invece essere sostenute ed incentivate le fonti rinnovabili d'energia, ovvero quelle riconducibili direttamente od indirettamente all'energia del Sole. Nel quadro fin qui presentato si inserisce la tecnologia fotovoltaica quale fonte inesauribile di energia elettrica pulita, disponibile per tutti, prodotta nel punto di consumo ed integrabile nel contesto urbano. Il lavoro svolto approfondisce alcuni dei temi strettamente legati alla tecnologia fotovoltaica, ai suoi problemi di diffusione e di corretto utilizzo sul territorio della Regione Friuli Venezia Giulia. L'efficacia della tecnologia è infatti vincolata alla produzione che l'impianto fotovoltaico è in grado di garantire non solo nell'arco della sua vita utile ma anche nell'arco dell'anno solare. E' immediatamente comprensibile infatti che quanta più energia l'impianto è in grado di produrre tanto più velocemente l'utente ovvero il proprietario dell'impianto rientrerà dall'investimento sostenuto. D'altro canto, la producibilità annua dell'impianto è proporzionale all'energia solare che raggiunge la superficie captante, a sua volta legata agli aspetti specifici del territorio regionale. Al fine dunque di chiarire l'efficacia reale e la convenienza economica relative all'adozione di questa tecnologia sono stati saranno elaborati tre strumenti per lo studio del territorio e della tecnologia: - un Sistema Informativo Geografico (GIS) e quindi una cartografia tematica rappresentativa dell'energia solare disponibile al suolo per la Regione Friuli Venezia Giulia; - uno strumento per il monitoraggio in loco del valore della radiazione solare che possa essere associato ad un sistema di posizionamento GPS, in modo da consentire un rapido e preciso inserimento dei dati rilevati nel database utilizzato per la realizzazione del GIS e della cartografia; - un software di valutazione economica d'impianto, sviluppato contestualmente, che consente di avere un'indicazione in merito alla convenienza legata all'adozione della tecnologia fotovoltaica a partire dai dati di radiazione elaborati dal GIS. tre strumenti, integrati sotto l'aspetto metodologico, hanno consentito di ottenere un'indicazione in merito alla convenienza associata all'installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica sul territorio della regione Friuli Venezia Giulia. E' doveroso aggiungere che la metodologia di valutazione dovrà essere ulteriormente aggiornata in funzione della rapida diminuzione dei prezzi della tecnologia e dell'evoluzione degli strumenti di incentivo. Sarà inoltre impartente provvedere all'aggiornamento e all'ampliamento del database mediante l'inserimento dei nuovi dati registrati delle centraline già presenti sul territorio regionale, di quelli forniti da eventuali nuove stazioni di monitoraggio e dai dati ottenuti per mezzo della strumentazione mobile realizzata dal Geolab. Il lavoro svolto, nel suo complesso, potrà rappresentare uno strumento efficace di supporto alle decisioni ed un punto di partenza per successivi approfondimenti nei temi del monitoraggio ambientale e della conoscenza del territorio.
XVII Ciclo
1972
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PAGURUT, ROBERTO. "GESTIONE DEI SENSORI DI UN MMS TERRESTRE." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2005. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/13067.

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Abstract:
2003/2004
I laboratori cartografici mobili (noti come Mobile Mapping Systems, MMS) terrestri sono sistemi di concezione relativamente recente, con i primi veicoli completi operanti all'inizio degli anni 90. L'Università degli Studi di Trieste è stata capofila in un progetto (COFIN 2001) coinvolgente diversi atenei italiani per la realizzazione operativa di un veicolo MMS ad alta produttività con elevata precisione di posizionamento. Il veicolo finale monta strumentazione di qualità, il pezzo più importante essendo un sistema integrato GPS/INS di elevata precisione, ed è in grado di raccogliere dati di posizione contemporaneamente a dati di tipo geografico; il sistema è "aperto", nel senso che nuovi sensori possono venire integrati in caso di necessità o per sperimentazioni. Il lavoro di tesi è incentrato sul veicolo, o, meglio, sui vari sensori presenti sul veicolo e sull'elaborazione dei dati forniti da essi. Il contributo originale si può riassumere schematicamente nei seguenti punti: Allestimento di parte della strumentazione e gestione dell'alimentazione Sincronizzatore degli eventi Analisi ed elaborazione dei fotogrammi Interpretazione, analisi ed elaborazione dei dati del laser scanner La suddivisione della tesi rispecchia i punti appena citati: il primo capitolo si occupa dell'evoluzione del veicolo GIGI, del allestimento strumentale e dei componenti hardware aggiuntivi che sono stati approntati; il secondo capitolo si occupa del problema traiettografico, accennando alle diverse tecniche impiegate dalla strumentazione per ottenere la migliore traiettoria possibile, riportando i risultati di alcuni esperimenti effettuati con l'INS, e mostrando, con un buon numero di esempi, la qualità del risultato finale. Il terzo capitolo infine, incentrato sui sensori dedicati al rilievo "geografico", si può dividere idealmente in due sezioni: la prima si occupa delle telecamere e dei dati raccolti con esse; la seconda parte verte tutta sul laser scanner. Nella sezione dedicata alle telecamere viene studiato un problema legato al tempo d'esposizione del fotogramma, e viene presentato un metodo che consente, entro ampi margini, di recuperare informazione dai fotogrammi sottoesposti. Inoltre viene proposto un algoritmo per la ricerca automatica delle fessurazioni sulla pavimentazione stradale. La sezione relativa al laser scanner si occupa prima dell'interpretazione del dato del sensore, che, per poter essere utilizzato nella maniera che serviva, ha richiesto la scrittura di un apposito programma (in Visual Basic). Seguono un certo numero di esempi di scansioni, con le quali viene mostrato quale tipo d'informazione può essere ottenuta implementando questo nuovo sensore sul veicolo, e sulle quali vengono effettuate delle misure, che vengono confrontate con i valori veri misurati in loco. In chiusura è presentato un algoritmo mediante il quale è possibile, sotto opportune ipotesi, determinare in maniera automatica, data una serie di scansioni, le pendenze trasversali della strada e la distanza fra gli elementi che la delimitano ai bordi.
XVII Ciclo
1964
Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea.
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6

BENVENUTI, ALESSANDRA. "RETI DI SISTEMI E "RETI DI CONOSCENZE" PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO. STRATEGIE PER L'INFORMAZIONE SPAZIALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2006. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/13225.

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Abstract:
2004/2005
L'attività di ricerca ha avuto come oggetto il tema della integrazione e condivisione delle conoscenze geografiche in ambito inter e intraistituzionale, tema di forte attualità attorno la quale sta convergendo da alcuni l'attenzione di molteplici settori della ricerca nel campo dei Sistemi Informativi Territoriali. Assumendo come sfondo di riferimento la generale revisione che sta attraversando, in ambito nazionale, il settore del "governo del territorio" e la nuova "domanda di conoscenza" che esso esprime con sempre maggiore urgenza, sono stati indagate le fondamentali problematiche sottese alla creazione di basi di conoscenze condivise in contesti complessi, caratterizzati da eterogeneità degli obiettivi, delle modalità operative e da diverse "visioni" della realtà, oltre che da differenti approcci alla gestione delle informazioni geografiche. Si è cercato a questo riguardo di mettere in luce, attraverso una "lettura critica", le questioni ancora aperte e le aporie correlate alla necessità di complementare l'approccio prevalentemente "tecnico" con categorie interpretative che tipicamente appartengono alle discipline umanistiche. Per individuare le risposte che provengono, a questo riguardo, dal settore dell' IT (Information Tecnology) è stata analizzata l' evoluzione che i SIT hanno subito nell'ultimo decennio, contraddistinta dal passaggio da sistemi "mano-utente" alla cosiddetta Distributed Geographic Information, che suggerisce un approccio policentrico e "reticolare" alla gestione delle informazioni, comprese quelle di natura spaziale.
XVIII Ciclo
1963
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7

Erti, Susanna. "Studi per la caratterizzazione dei punti d'acqua nella carta geologico tecnica digitale del Friuli-Venezia Giulia:rapporti esistenti tra la falda freatica e le falde artesiane della Pianura Friulana." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2556.

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Abstract:
2006/2007
Il lavoro di tesi è stato sviluppato con l'obiettivo di individuare l'influenza delle acque della falda freatica sulle caratteristiche idrochimiche e idrodinamiche delle falde artesiane della Pianura friulana. Per raggiungere questo scopo ci si è proposti di avere una visione d'insieme del chimismo delle acque di falda e delle sue modificazioni nel tempo, di individuare i bacini di alimentazione e di evidenziare eventuali areali scarsamente monitorati, utilizzando gli strumenti di elaborazione e grafici di ArcGIS. Al fine di evidenziare i rapporti tra la falda freatica e le falde artesiane della Pianura friulana sono stati raccolti dati riguardanti i pozzi che pescano in queste falde e che quindi forniscono indicazioni sul chimismo delle acque, dati sulla stratigrafia dei pozzi e sui livelli piezometrici delle falde. Accanto ai dati sui pozzi sono stati raccolti dati riguardanti il chimismo di alcune sorgenti montane e dati inerenti il valori isotopici delle acque piovane. Si è usufruito prevalentemente del materiale raccolto dalla regione F.V.G., dai dipartimenti provinciali dell' A.R.P.A. F.V.G. e dal Dipartimento di Scienze Geologiche Ambientali e Marine (Di.S.G.A.M.) dell'Università di Trieste. Successivamente è stato creato un database in MS Access, in quanto di facile importazione in ArcGIS, che consentisse di organizzare in maniera opportuna i dati raccolti. In particolare il database è composto dalle schede relative ad ogni singolo pozzo, sorgente e pluviometro, nelle quali vengono inseriti i dati topografici e i dati chimici e geochimici raccolti nel tempo e per i quanto riguarda i pozzi anche i dati stratigrafici e le freatimetrie. In base alla tipologia dei dati raccolti, per ciascuno dei tre elementi la scheda è stata strutturata in maniera tale da essere composta da una tabella principale, dedicata ai dati topografici e di caratterizzazione, e da una o più tabelle secondarie per l’inserimento di tutti gli altri dati opportunamente suddivisi. Va sottolineato che indipendentemente dalla quantità di dati a disposizione, il database è stato strutturato anche in modo da rispondere a quelle che sono le indicazioni fornite dell’attuale normativa (Dlgs. 3 aprile 2006, n. 152) per la tutela delle acque dall’inquinamento, offrendo quindi la possibilità di un utilizzo più ampio del database di quanto previsto per il presente lavoro, consentendo ad esempio la definizione delle classi che evidenziano lo stato chimico dei corpi idrici sotterranei o la caratterizzazione delle acque destinate al consumo umano. Dopo un analisi preventiva del materiale raccolto è stata selezionata una rete di pozzi sulla quale effettuare alcune elaborazioni dei principali parametri chimici e isotopici che consentissero la caratterizzazione delle falde. La rete scelta per effettuare le elaborazioni è quella utilizzata nell'ambito della convenzione di ricerca tra A.R.P.A. F.V.G. e Di.S.G.A.M. “Per il rilevamento dello stato dei corpi idrici sotterranei” (2004-2006), in quanto oltre alle analisi chimiche sono state effettuate anche analisi isotopiche che risultano di fondamentale importanza per la definizione di bacini di alimentazione. Il database creato è stato poi importato in G.I.S., (Geographic Information System) costituendo in tal modo un sistema informativo territoriale, al fine di effettuare le opportune elaborazioni per raggiungere gli obiettivi prefissati. I G.I.S. infatti sono attualmente tra gli strumenti maggiormente utilizzati per la gestione e la tutela del territorio, in quanto strumenti di analisi che hanno la capacità di mettere in relazione discipline diverse. Queste correlazioni tra tematiche diverse sono possibili in quanto i software G.I.S. hanno la capacità di georeferenziare i dati, di legarli attraverso mutue relazioni spaziali e di attribuire ai singoli dati inseriti elementi descrittivi di varia natura. Sfruttando queste potenzialità, attraverso il software ArcGIS della ESRI e tutte le sue applicazioni, sono state create alcune carte tematiche di isoconcentrazione dei principali parametri chimici delle acque di falda che in primo luogo hanno permesso di avere una visione panoramica del chimismo delle acque sotterranee a partire da un insieme di dati tabellari di difficile interpretazione. Questo ha permesso una prima individuazione delle relazioni tra la falda freatica e la falda artesiana dal punto di vista chimico ed ha consentito la suddivisione del territorio in province idrogeologiche. Inoltre, tenendo conto dei risultati derivanti dalle elaborazioni sui parametri chimici, il confronto tra i dati isotopici delle acque sotterranee di pianura con i dati isotopici delle acque piovane ha consentito una prima individuazione dei bacini di alimentazione. Altri tipi di analisi statistiche sulla distribuzione geografica dei pozzi hanno permesso di evidenziare gli areali scarsamente monitorati, all’interno dei quali ulteriori indagini produrrebbero risultati più attendibili. Le analisi effettuate avevano l’obiettivo di estrapolare informazioni su tutto il territorio di interesse sulla base di dati localizzati puntualmente, realizzando infine delle carte tematiche di isoconcentrazione. Questo procedimento di estrapolazione è stato effettuato mediante il modello Kriging esponenziale, che è stato selezionato attraverso un analisi geostatistica dei dati, al fine di quantificarne l’autocorrelazione spaziale. L’analisi ha infatti dimostrato che il modello esponenziale era tra tutti quello che offriva maggiori garanzie di attendibilità. Senza questa fase d’indagine preventiva che serve a capire quanto il valore di un certo parametro nella zona circostante una misurazione “dipenda” da quest’ultima, le carte tematiche che vengono sviluppate con il Kriging possono rappresentare un situazione molto diversa da quella reale. Le elaborazioni presentate hanno sicuramente consentito di raggiungere gli obiettivi prefissati. Tuttavia è opportuno puntualizzare che il progetto può essere oltre che facilmente aggiornato, anche utilizzato per altri scopi come ad esempio la valutazione della qualità delle acque sotterranee dal punto di vista dei parametri chimici fondamentali, la valutazione della qualità per il consumo umano, per uso irriguo, ecc., e questo perché il database è stato creato anche in linea con le indicazioni delle attuali normative sulle acque sotterranee. Sempre nell’ottica di rendere il progetto più completo possibile, il database è stato strutturato con l’idea di rendere possibile l’inserimento dei dati riguardanti le sorgenti. Nel presente lavoro questi dati non sono stati coinvolti nelle elaborazioni, ma nell’ambito di studi idrogeologici più dettagliati, potrebbero risultare molto importanti (ad esempio contribuire ad una definizione più accurata dei bacini di alimentazione). In conclusione possiamo dire che gli aspetti fondamentali e trattati con maggior attenzione che caratterizzano questo lavoro sono stati: 1. la creazione di un progetto G.I.S. basato su un database di facile utilizzo che fosse il più completo possibile e in linea con le vigenti normative in materia ambientale, in modo tale da prestarsi ad elaborazioni di vario tipo; 2) lo studio attraverso gli strumenti di arcGIS dell'autocorrelazione spaziale dei dati riguardanti i pozzi, che ha permesso la realizzazione di mappe tematiche che si possono considerare le più attendibili tra quelle ottenibili con questo software e che in ultima istanza hanno permesso di individuare delle diverse aree di alimentazione nella falda freatica e di dimostrare l'influenza dal punto di vista chimico della falda freatica sulle falde artesiane della Pianura friulana.
XX Ciclo
1971
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8

Braini, Massimo. "Trieste antica: applicazioni e sistemi informativi per la carta archeologica." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/5972.

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Abstract:
2009/2010
Grazie alla grande mole di dati archeologici e topografici acquisiti negli ultimi quindici anni, frutto in modo particolare degli scavi condotti nel quartiere di Cittavecchia di Trieste, l’immagine e la conoscenza generale del periodo romano della città hanno avuto un incremento importantissimo, probabilmente senza pari nella lunga storia degli studi sullo sviluppo della città soprattutto nel periodo romano. Gran parte dei dati acquisiti deriva dai numerosi interventi di indagine archeologica promossi appunto nell’area di Cittavecchia in relazione al progetto di recupero architettonico e del tessuto sociale denominato “Programma di Iniziativa Comunitaria (PIC) Urban” che interessò, a partire dal 1998, un’ampia zona del quartiere, soprattutto lungo la dorsale costituita dalla via dei Capitelli. La Soprintendenza ai Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione di numerose ditte specializzate e figure professionali, ha seguito con metodo stratigrafico tutte le indagini archeologiche che sono state realizzate nei vari lotti di risanamento strutturale, architettonico e dei servizi, precedendo e in alcuni casi eccezionali anche condizionando l’attività di recupero edile. In questo contesto anche l’Università degli Studi di Trieste, in particolare il Dipartimento di Scienze dell’Antichità, con il Progetto Crosada, attivo dal 2000 al 2001 nell’area del cantiere presso via delle Mura, ha svolto un fondamentale ruolo di indagine e di studio, grazie ad un’attività di scavo molto lunga e, a differenza di altri interventi più mirati, sviluppata su un ‘area piuttosto estesa. Parallelamente all’incremento delle conoscenze di carattere storico, archeologico / stratigrafico e documentaristico, è stato possibile, grazie alle moderne tecniche di rilievo strumentale, arricchire in modo molto significativo la conoscenza dello sviluppo urbano della Trieste del passato, potendone ricostruire, almeno nelle sue linee generali, le diverse fasi cronologiche; la quantità e qualità dei dati acquisiti, uniti alla metodologia applicata, ha permesso la creazione di una banca dati topografica senza precedenti, utilissima per la lettura di quanto è attualmente conosciuto e, grazie all’analisi dei risultati degli scavi, fondamentale per la descrizione della città del passato, in modo particolare, per quanto riguarda la determinazione e la ricostruzione delle trasformazioni del tessuto della Tergeste del periodo romano. Questo lavoro di ricerca si è basato principalmente su questa banca dati, il cui nucleo originario è stato impostato e realizzato dal geom. Giovanni Meng, per moltissimi anni prezioso collaboratore della Soprintendenza Regionale; tale importante archivio, strutturato su una rete poligonale che va a coprire quasi l’intera articolazione del tessuto urbano del rione di Cittavecchia, è stato successivamente ampliato ed integrato da chi scrive sia con ulteriori numerosi rilievi strumentali nei cantieri, sia con materiale di archivio della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Trieste e dei Musei Civici del Comune di Trieste, prima nel corso della stesura della Tesi di Laurea in Topografia dell’Italia Antica e successivamente nel presente progetto di ricerca. L’obiettivo di questo lavoro è stato pertanto quello di rieditare l’archivio topografico in modo da ottenere una planimetria generale su supporto digitale (disegno vettoriale su supporto CAD) che funga al tempo stesso da banca dati e da strumento di ricerca; di integrarlo di tutto quel materiale che negli ultimi anni è stato prodotto grazie a diverse indagini che sono state promosse dalla Soprintendenza Regionale nel centro storico della città; di creare un sistema GIS all’interno del quale far confluire e poter incrociare i dati cartografici e planimetrici con una serie di metadati raccolti da bibliografia, relazioni di scavo e archivi di vario genere; di proporre una serie di strumenti di facile fruizione ed immediata comprensione per la divulgazione e la trasmissione dei contenuti, frutto di interrogazioni mirate del sistema GIS e/o CAD o di visualizzazioni complessive di piante generali, di dettaglio e tematiche a varie scale di rappresentazione.
XXIII Ciclo
1972
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9

SANTULIN, MARCO. "RICLASSIFICAZIONE SISMICA DEL TERRITORIO DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2007. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12219.

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Abstract:
2005/2006
Questa tesi di dottorato ha avuto come obiettivo la creazione di un Sistema Informativo Territoriale per la gestione della Pericolosità Sismica regionale, in particolare per la realizzazione delle carte di pericolosità sismica regionale che contemplino la variazione dell'accelerazione massima a seconda delle diverse tipologie di terreno e la quantificazione a larga scala della risposta sismica locale. E' inserito nell'ambito di una convenzione tra la Regione, attraverso la Direzione Regionale della Protezione Civile ed i tre enti, OGS, Università' di Trieste ed Università' di Udine, con obiettivo finale una proposta di riclassificazione sismica del territorio del Friuli Venezia Giulia, non trattata nel presente lavoro. Con tale spirito è stato sviluppato un sistema GIS in cui confluiscono le informazioni geologico-geofisiche e quelle prettamente sismologiche. Tutte le informazioni sono state archiviate in modo da poter gestire adeguatamente le varie problematiche territoriali ai fini di classificazione sismica e da permettere un comodo scambio di dati tra gli enti coinvolti. Alla luce delle misure geofisiche effettuate nel corso della convenzione, è stata calcolata la risposta locale per effetto litologico tramite modellazione mono- e bidimensionale. I fattori amplificativi così ottenuti, sono stati applicati alla carta di pericolosità riferita a roccia relativamente ai terreni specificativamente individuati in dettaglio dalle indagini geologiche condotte dall'Università di Trieste. La precedente suddivisione del territorio regionale in tre tipologie di terreni è stata cosi affinata basandosi sulla classificazione NEHRP, che suddivide le diverse litologie in termini di velocita' delle onde S nei 30 metri superficiali (V30), applicata alle aree campione ed espansa all'intera regione. Oltre a questo, sono stati applicati i fattori amplificativi regionali per effetto morfologico, calcolati dall'Università di Udine, sempre alla mappa di pericolosità riferita a roccia e sulla base della caratterizzazione morfologica dei terreni predisposta dall'Università di Trieste. Mettendo assieme tutte queste informazioni, sono state realizzate, e strumento indispensabile in questo lavoro è stato l'utilizzo intensivo del GIS, tutta una serie di mappe di pericolosità' sismica del territorio regionale ai fini di una riclassificazione sismica del territorio del Friuli Venezia Giulia. Dall'esperienza condotta nell'ambito di questo studio, si ritiene che, ormai, non sia possibile prescindere dall'impiego dei sistemi informativi territoriali in alcuna ricerca ad alto livello che si basi sull'acquisizione, trattamento e restituzione di dati territoriali.
XIX Ciclo
1971
Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea.
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10

Visintin, Luca. "Realizzazione di un sit finalizzato allo studio delle aree carsiche." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4513.

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Abstract:
2009/2010
L’obiettivo primo del lavoro di ricerca è stato la creazione di un SIT finalizzato allo studio delle aree carsiche che rispondesse a precisi requisiti; tra tutti, vi era la necessità di progettare uno strumento rapido, intuitivo e di facile consultazione che ponesse l’attenzione non tanto all’aspetto scientifico dello studio del carsismo, bensì ai risvolti applicativi che il fenomeno carsico comporta nella pianificazione territoriale e nella progettazione di infrastrutture in genere. Inoltre, in un’ottica applicativa, si è voluto proporre le linee guida per la standardizzazione e l’informatizzazione dei dati desunti dal rilevamento dei fenomeni carsici in campagna. La costruzione del SIT si è fondata su alcune esperienze lavorative inerenti, per lo più, la progettazione di infrastrutture ferroviarie ed autostradali nell’area del Carso Classico triestino; inoltre, sono state studiate nel dettaglio le possibili applicazioni nel campo dell’idrogeologia carsica, della gestione del territorio e della valorizzazione delle risorse naturali riconoscendo i caratteri distintivi del carsismo ed i loro risvolti applicativi. Dapprima, sono state analizzate le morfologie carsiche in termini genetici ed evolutivi; successivamente, è stata valutata l’eventuale criticità di ciascuna morfologia carsica in rapporto ai diversi usi del territorio e ne sono stati definiti i parametri utili ad una sua descrizione che intrecci il significato scientifico con quello tecnico ed ingegneristico della forma. Definiti tali parametri, si è avviata la progettazione di un Personal GeoDatabase che permettesse l’archiviazione, l’elaborazione e la consultazione dei dati; a tal scopo si è optato per l’utilizzo combinato di ArcGis ed Access per la creazione del Geodatabase e l’utilizzo di AutoCad Map 3D per la digitalizzazione e l’editing dei dati. La raccolta dei dati è partita da una riesamina degli archivi informatici e bibliografici del Dipartimento di GeoScienze dell’Università di Trieste; contemporaneamente, sono stati acquisiti i dati relativi alle cavità ed alla geologia delle aree studio direttamente dalle banche dati della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Sono state definite quattro feature class fondamentali per gli scopi prefissati: Grotte, Doline, Karren e Punti Acqua. Il popolamento dei campi delle tabelle associate alle feature class del Geodatabase è stato integrato con i dati provenienti dai rilevamenti di dettaglio in campagna e da fotointerpretazione. Le relazioni tra feature class e tra le tabelle associate sono state prodotte contemporaneamente sia in ArcGis che in Access; in ArcGis vi è stata la possibilità di interrogare il Geodatabase dal punto di vista statistico creando, contemporaneamente opportune mappe tematiche, in Access, si sono create le maschere per una rapida ed agevole immissione dei dati. I casi studio proposti nella tesi hanno lo scopo di dimostrare l’utilità del SIT in un contesto applicativo importante come quello della progettazione di grandi linee viarie; l’interrogazione statistica dei dati ha premesso di localizzare i tratti dei progetti a diversa criticità per carsismo ed a proporre un criterio decisionale per la scelta dei tracciati ottimali. Uno studio in modalità back analysis relativamente a quanto emerso durante la costruzione di un tunnel autostradale ha restituito un feedback positivo relativamente alla distribuzione dei fenomeni carsici sul territorio indagato; è, infatti, emersa una correlazione tra quanto prevedibile e quanto scoperto durante gli scavi del traforo in termini di zone a maggior o minor grado di carsificazione sotterranea. Pur necessitando di ulteriori implementazioni e verifiche applicative, il SIT creato si propone come base per i futuri lavori di pianificazione territoriale nell’area del Carso Classico; non si esclude, inoltre, la possibilità di adottare la base informatica qui proposta per indagare anche altre aree carsiche con caratteristiche simili a quella su cui è stato indirizzato il lavoro di ricerca.
XXIII Ciclo
1980
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Books on the topic "GEOMATICA E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI"

1

Gomarasca, Mario A. Elementi di geomatica: Con elementi di geodesia e cartografia, fotogrammetria, telerilevamento, informatica, sistemi di ripresa, sistemi di posizionamento satellitare, elaborazione digitale delle immagini, sistemi informativi territoriali, sistemi di supporto alle decisioni, SIT in rete, INSPIRE e GMES, dizionario tecnico, acronimi. [Milan?]: Associazione italiana di rilevamento, 2004.

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2

Martino, F. Di. I sistemi informativi territoriali: Teoria e metodi. Roma: Aracne, 2005.

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3

Carolis, Guido De. Sistemi informativi territoriali, teoria ed esperienze: Guida bibliografica. Firenze: Alinea, 1987.

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4

Orlando, Marilena. Il ruolo dei sistemi informativi territoriali nel processo di recupero dei centri storici. Milano: F. Angeli, 2008.

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5

Progetti di territorio: La costruzione di nuove tecniche di rappresentazione nei sistemi informativi territoriali. Firenze: Firenze University Press, 2005.

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6

Alberto, Giordano. Il controllo di qualità nei sistemi informativi territoriali: Come valutare e mantenere l'accuratezza del database. Venezia: Cardo, 1994.

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7

Amaduzzi, Salvatore. Geomarketing: I sistemi informativi territoriali (SIT-GIS) a supporto delle aziende e della pubblica amministrazione. Roma: EPC editore, 2011.

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8

Atlante cartografico della Puglia: Conoscenza storica e sistemi informativi territoriali. Firenze: Alinea, 2006.

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Conference papers on the topic "GEOMATICA E SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI"

1

Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano, and Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Abstract:
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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