Journal articles on the topic 'Geografia dello sviluppo'

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1

Messina, Nunziata. "IL SAPERE GEOGRAFICO E LE TEORIE PEDAGOGICO – DIDATTICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no. 1 (July 2, 2016): 413. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.307.

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Abstract:
Anticamente, il sapere geografico era imperniato soprattutto sulla dimensione della Terra, vista prioritariamente come corpo celeste e collegata all’attività cartografica. Nel Rinascimento il rinnovamento culturale ebbe ripercussioni anche sul livello educativo, gli umanisti consideravano l’uomo all’inizio di un’era nuova. Le grandi scoperte geografiche aprirono nuovi orizzonti verso la conoscenza del mondo e verso le diverse applicazioni didattiche. Michel Eyquem de Montaigne sosteneva che l’insegnamento della geografia doveva basarsi sull’osservazione diretta, collegando la geografia alla storia. Il filosofo John Locke vide nella geografia una disciplina particolarmente proficua per lo sviluppo dello spirito di osservazione, in quanto, attraverso le passeggiate scientifiche, le gite ed i viaggi, l’allievo poteva riuscire ad avere una conoscenza diretta delle cose. Nel ‘700 si sviluppò l’Illuminismo ispirato ai principi razionali; Jean – Jacques Rousseau nella sua opera, “Emilio”, evidenziò la grande forza e il valore educativo dell’ambiente, egli ribadiva che nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza si sviluppa nel ragazzo la curiosità di conosce il mondo, in questo la geografia diviene un importante alleato anche per lo studio delle scienze. Dopo la seconda metà dell’ottocento si affermarono il naturalismo e il positivismo, in questo periodo anche nelle Università Italiane venne introdotta la geografia e un impulso positivo per l’insegnamento geografico nella scuola elementare fu dato da Filippo Porena che propose una nuova metodologia basata sull’utilizzo di diversi metodi: metodo oggettivo (immagini); metodo naturale; geografia locale e lettura e disegno delle carte geografiche. L’uso del disegno divenne una metodologia importante in tutte le scienze ma soprattutto nelle geografia.
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2

Pepa, Mariasole. "Cooperazione agricola Cina-Tanzania: innovazione o dipendenza?" RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2021): 105–37. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12537.

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Abstract:
Negli ultimi decenni i maggiori cambiamenti nella geografia dello sviluppo sono relativi all'ascesa dei paesi BRICS e in particolare alla Cina in Africa. L'articolo – servendosi dell'esempio fornito, attraverso una ricerca sul campo, dal Centro di dimostrazione tecnologica dell'agricoltura in Tanzania – si propone di esaminare l'evoluzione della cooperazione agricola Cina-Africa come rappresentativa di pratiche e modalità della cooperazione Sud-Sud. Il contributo interroga la presenza cinese in Africa come generatrice di relazioni di dipendenza e, allo stesso tempo, riflette sul ruolo della Cina come elemento di diversificazione della dipendenza africana. La ricerca condotta intende stimolare una riflessione critica sulla cooperazione agricola sino-africana, contribuendo al dibattito geografico circa lo sviluppo delle relazioni BRICS-Sud.
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Capriati, Michele. "Spesa pubblica e sviluppo umano nelle Regioni italiane." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 2 (June 2011): 23–56. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002002.

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Abstract:
Il lavoro ha l'obiettivo di analizzare le relazioni tra spesa pubblica e sviluppo umano nelle Regioni italiane. I principali risultati mettono in evidenza una geografia dello sviluppo umano regionale molto diversa da quella basata sul Pil pro capite. Inoltre, nel periodo considerato vi č una debole convergenza territoriale del benessere. Lo sviluppo delle Regioni sembra dipendere in misura significativa dalla spesa per il lavoro e la sicurezza sociale, capitale umano e ambiente mentre un contributo negativo sembra provenire dai trasferimenti in conto capitale per le attivitŕ produttive.
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Chiarello, Franco, and Lidia Greco. "Territorio e regolazione tra locale e globale: il caso delle politiche di sviluppo italiane." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 118 (July 2010): 40–52. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118003.

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Abstract:
Questo articolo fa il punto del dibattito sulle politiche di sviluppo in Italia, interrogandosi sul cambiamento della regolazione intervenuto negli ultimi decenni nel nostro Paese, sull'emergere di nuove scalaritŕ e sugli esiti ad esse associate, utilizzando i contributi della sociologia economica e della geografia politica. Il Mezzogiorno č il principale riferimento dell'analisi. Si sostiene che la forte discontinuitŕ introdotta nella politica di sviluppo non č riuscita a contribuire ad una altrettanto forte discontinuitŕ nelle dinamiche economiche del Mezzogiorno. Le difficoltŕ non risiedono tanto nelle caratteristiche interne al modello quanto nella complessitŕ della tensione tra locale e globale. L'articolo suggerisce l'opportunitŕ di tornare a pensare allo sviluppo come ad una questione socio-politica e ad assumere una visione complessiva del problema. Rispetto a questo, č opportuno riconsiderare il ruolo dello Stato.
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5

Journals, FrancoAngeli. "Intermodalità ferroviaria e assetto territoriale dei porti gateway: il caso di La." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 4 (December 2021): 104–36. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12960.

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Abstract:
Il contributo affronta un tema rilevante per la geografia dei trasporti: l'intermodalità portuale. L'obiettivo dell'articolo è quello di verificare in particolare l'importanza dell'intermodalità ferroviaria nei porti gateway. Il caso esaminato (La Spezia) dimostra come i collegamenti intermodali ferroviari possano influenzare positivamente lo sviluppo portuale generando un aumento della movimentazione dei container marittimi e un ampliamento del retroterra servito e incidendo quindi sulla competitività dello scalo e dei territori connessi. La metodologia di analisi utilizzata per il caso di La Spezia può essere applicabile anche ad altri porti gateway dotati di connessione ferroviaria, al fine di ottenere elementi utili per l'elaborazione di politiche territoriali strategiche.
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Scaramellini, Guglielmo, and Luca Muscarà. "Calogero Muscarà(1929-2020)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 114–24. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13370.

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Abstract:
Il 5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscarà è mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidità che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unità a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo "Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscirà quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli è stato possibile invece completare un altro saggio, più approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, già steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unità e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri). Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Société de Géographie de Paris e della Società geografica italiana di Roma, Calogero Muscarà è stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.
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Molli, Samuele Davide, and Maurizio Ambrosini. "Immigrazione, Religione e Integrazione. Il caso delle comunità sikh e filippine in Lo." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (October 2021): 99–121. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12470.

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Abstract:
La trasformazione multireligiosa dell'Italia è uno dei più rilevanti fenomeni sociali seguiti ai flussi migratori, nonché una delle questioni più controverse. L'articolo entra nel merito del nuovo pluralismo e discute il rapporto tra le comunità religiose ristabilite dagli immigrati e i processi di integrazione che ne derivano. Dopo una rassegna della letteratura internazionale sul tema, il contributo prende in esame due casi studio rappresentativi dei tipi di pluralismo religioso: il caso dei sikh in provincia di Bergamo e dei cattolici filippini nella città di Milano; in chiave comparativa, si confronta il ruolo della religione per due significative esperienze di radicamento territoriale e di partecipazione economica degli immigrati in Lombardia. Nello specifico, in primo luogo, vengono ricostruiti i processi alla base dello sviluppo di una nuova geografia religiosa; si analizzano le differenti risorse che la partecipazione ai luoghi di culto fornisce ai fedeli sikh e filippini per fronteggiare le difficoltà derivanti dall'inserimento in nuovo contesto. Vengono poi esaminate le forme di accettazione nei confronti di tali tipi di pluralismo, e infine viene indagato lo spirito civico sviluppato invece verso la più ampia realtà sociale. L'articolo conclude mostrando come le comunità religiose, nonostante le difficoltà rilevate rispetto al loro riconoscimento, siano una risorsa per i processi di integrazione degli immigrati, con importanti ricadute per la società ricevente.
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Senatori, Iacopo. "Filiera agroalimentare, tutela del lavoro agricolo e modelli contrattuali di regolazione collettiva: una geografia negoziale dello sviluppo sostenibile." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 164 (January 2020): 593–632. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2019-164002.

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De Falco, Stefano. "Un'analisi geografica dei determinanti insediativi delle imprese a Napoli." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 147–57. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095016.

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Abstract:
Il contributo riporta la sintesi di un'attività di ricerca triennale svolta nell'ambito di un progetto finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico. L'obiettivo del lavoro è verificare l'influenza di configurazioni topologiche delle imprese, in forma clusterizzata o indipendente, e tipologiche in termini di diverso settore industriale di loro afferenza, sui determinanti di scelta localizzativa in ambito urbano. L'analisi empirica ha riguardato l'area urbana di Napoli e il campione di imprese analizzate è stato selezionato in ottica della strategia regionale di sviluppo aziendale RIS3 (Research Innovation Smart Specialization Strategy) della Regione Campania per la piena conformità tra le linee di intervento ministeriali e quelle regionali.
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Candela, Andrea. "Il contributo della riflessione ecologica negli studi di storia della cultura materiale. Considerazioni di sintesi." SOCIETÀ E STORIA, no. 137 (September 2012): 627–39. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137005.

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Abstract:
La storia della cultura materiale ha ormai assunto la funzione di utile strumento di ricerca mediante il quale accrescere l'insieme delle conoscenze riguardanti una specifica area geografica, consentendo la valorizzazione del suo complesso patrimonio di risorse naturali ed antropiche. Gli studi di cultura materiale hanno infatti acquisito, nel contesto delle indagini storiche e paesaggistiche italiane, sulla scia della lezione europea ed internazionale, un ruolo preliminare nelle differenti iniziative di riqualificazione economica e culturale del territorio. Si veda, ad esempio, l'esperienza, ormai diffusa, che ha incoraggiato la nascita di diverse realtÀ ecomuseali. L'articolo cerca dunque di chiarire l'importanza di tale settore di ricerche nello studio interdisciplinare della storia e della conservazione del territorio, ripercorrendone gli andamenti storico-epistemologici e illustrandone alcune linee di sviluppo relativamente recenti, che hanno coinvolto ambiti quali le scienze naturali e biologiche.
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Tavoletti, Ernesto. "Un'alternativa alla retorica della dimensione aziendale e degli IDE: sistemi agro-alimentari sostenibili di PMI ed internazionalizzazione endogena per mezzo delle indicazioni geografiche." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (January 2021): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002003.

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Abstract:
Le indicazioni geografiche (IG) fanno riferimento a prodotti con speciali caratteristiche, qualità o reputazione riconducibili all'origine geografica, e sono proprietà intellettuali. Sono, quindi, per loro natura uno strumento di marketing e di tutela della denominazione, ed hanno il potenziale per innescare un circolo virtuoso di sviluppo economico locale endogeno, coinvolgendo tutti gli stakeholder territoriali. Offrono un'alternativa alla retorica della dimensione aziendale e degli investimenti diretti esteri. La sostenibilità economica è una pregiudiziale a tutto questo e il multiple case study Fao di Vandecandelaere et al. (2018) aggiunge un modello ed una generalizzazione analitica alle meta-analisi quantitative esistenti, che già evidenziano il contributo positivo delle IG alla sicurezza alimentare, ai prezzi, ai redditi dei produttori e alle quantità prodotte. La raccomandazione di policy principale è quella di promuovere le IG a livello globale perché, lungi dall'essere strumenti protezionistici, favoriscono lo sviluppo di sistemi di produzione alimentari endogeni, sostenibili e resilienti, capaci di contribuire allo sviluppo economico ed imprenditoriale locale, oltre che alla sicurezza e alla qualità alimentare.
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Arzenton, Andrea, and Cinzia Nicolais. "Nuove geografie urbane. Le mappe dei rider riscrivono la città." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 92–103. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100011.

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Abstract:
Alla luce di una cartografia inadeguata a rappresentare la complessità della città contemporanea, con il ricco mosaico di pratiche generato dalle sue molteplici popolazioni, la ricerca qui presentata intende contribuire a costruire una diversa immagine urbana che possa descrivere la nascita e l'evoluzione di nuove dinamiche di vita e di lavoro, legate in particolare alla comparsa della popolazione dei rider. Lavoratori nomadi della città, i rider sono portatori di un punto di vista innovativo, che viene indagato attraverso un metodo volto a far emergere dalle mappe mentali disegnate dagli stessi rider la geografia generata dal loro movimento. Da qui si sviluppa un progetto di infrastrutturazione leggera della città, a servizio del lavoro dei rider e di tutti i cittadini. Parole chiave: rider; mappe mentali; geografie
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Grandi, Alberto, and Stafano Magagnoli. "Ai margini dell'intervento straordinario. Le Marche tra la Cassa per il Mezzogiorno e la piccola impresa." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 169–91. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130007.

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Abstract:
Le politiche di sviluppo economico attuate nella regione marchigiana a partire dal secondo dopoguerra si confrontano con due variabili significative che definiscono il contesto di intervento. Da un lato, la caratteristica dimensionale e qualitativa del tessuto produttivo locale: esso č composto per lo piů da piccole imprese, sviluppatesi seguendo un percorso di industrializzazione di natura sostanzialmente endogena, ed č segnato dalla presenza di una imprenditoria diffusa, la cui origine si lega a strutture economiche e sociali formatesi nel lungo periodo. Dall'altro lato, la peculiaritŕ amministrativa e geografica, per cui la parte piů meridionale del territorio regionale č interessata dai provvedimenti della Cassa per il Mezzogiorno. Le politiche pubbliche a sostegno dell'industrializzazione intervengono in questo contesto secondo due differenti strategie. Nel primo trentennio dopo la Seconda guerra mondiale, esse sembrano soprattutto orientate a sostenere la competizione territoriale, nel quadro delle scelte nazionali di localizzazione industriale e di allocazione delle risorse; le Aree industriali attrezzate rappresentano, per tutto questo periodo, uno strumento attraverso il quale attrarre l'insediamento di imprese "esterne". L'istituzione del Consorzio per il Nucleo d'industrializzazione di Ascoli Piceno, nell'ambito degli interventi della Cassa per il Mezzogiorno, si inquadra in questa prima fase. Una seconda fase, dalla metŕ degli anni Settanta, vede invece prevalere l'obiettivo di riequilibrare le asimmetrie createsi negli anni precedenti e rappresentate dal maggiore sviluppo economico, sociale e demografico della fascia costiera e delle zone d'imbocco delle valli. Le Aia di iniziativa regionale attivate in questa seconda fase mostrano una diversa declinazione dell'uso di questo strumento, mirata a interagire con le dinamiche della piccola impresa.
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Redaelli, Riccardo. "Premessa: l'Iran fra complessitŕ e costanti storiche." STORIA URBANA, no. 131 (November 2011): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131001.

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Abstract:
L'Iran viene spesso presentato in Occidente attraverso stereotipi che ne semplificano la storia, la politica, la cultura, ignorando la complessitŕ che ne č, invece, la cifra caratterizzante. L'Iran vive appieno le contraddizioni che derivano dall'essere una nazione ricca di risorse, forte dal punto di vista identitario (nel senso del "moderno statonazione", la cui origine, nel caso iraniano, viene fatta risalire al 1500), con aspirazioni egemoniche dal punto di vista geopolitico, grazie alla sua cruciale posizione geografica, ma isolata dal punto di vista religioso, linguistico ed etnico nelle regioni mediorientale e centro-asiatica. La natura religiosa dello stato iraniano, risultato della rivoluzione del 1979, contribuisce inoltre all'isolamento diplomatico del paese, alimentando un continuo sospetto da parte dei governi vicini. Questi sono gli assi tematici - scoperta dell'"Altro", solitudine strategica e peculiaritŕ culturale - su cui si sviluppano i contributi del presente volume di «Storia Urbana», tessere di un mosaico difficile da percepire - per noi occidentali - nella sua interezza e sofisticata complessitŕ.
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Rubans’ka, Yuliya, and Gianfranco Franz. "Geografia del potere e grandi progetti urbani in una cittŕ dell'ucraina." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 123–39. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104008.

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Abstract:
L'evoluzione delle politiche di sviluppo urbano nel contesto europeo degli ultimi decenni č stata caratterizzata da modifiche strutturali nelle relazioni di potere: dal governo della cittŕ, incentrato sulla pianificazione urbanistica e il piano regolatore si č passati a forme piů o meno articolate e solo in parte pluraliste di governance urbana, grazie alle quali importanti gruppi immobiliari, immobiliaristi improvvisati e free-riders, importanti gruppi industriali alleati con le grandi centrali del credito e della finanza, hanno trovato maggiori consensi politico-culturali e minori difficoltŕ procedurali nel dirigere, imporre e realizzare grandi progetti di trasformazione urbana. La progressiva crescita del mercato immobiliare, sostenuto e drogato dal mercato finanziario, ha facilitato la proposizione e la realizzazione di GPU, almeno fino al 2007/2008, anno del crack finanziario occidentale, dal quale sono rimasti parzialmente immuni Paesi emergenti le cui economie non erano state ancora tanto profondamente modificate dal sistema finanziario di Stati Uniti ed Europa occidentale. Con differenze di scala e di magnitudo una folta schiera di cittŕ europee e nordamericane si sono impegnate nella realizzazione di GPU, seguite in questo processo dalle principali cittŕ di Paesi emergenti o di potenze in via di consolidamento (Pechino, Shangai, San Paolo, Cittŕ del Messico ecc.). Anche cittŕ piccole e medie si sono impegnate nella sfida di innovare e trasformare i propri tessuti, la propria economia e il proprio rango urbano, investendo in progetti affidati molto spesso alle cosiddette "archistar" internazionali o a societŕ di progettazione parti- colarmente avanzate sui temi della costruzione ecologica e del risparmio energetico. Il presente saggio propone un caso studio particolarmente interessante, caratterizzato da dinamiche precipue e non riscontrabili in molti altri contesti: le recenti trasformazioni urbane nella cittŕ di Dnipropetrovsk (Nipropetrovsk), capoluogo dell'omonima regione, una delle cittŕ principali dell'Ucraina dal punto di vista economico, politico e culturale.
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Nadler, Robert. "Multilocalitŕ: un concetto emergente fra mobilitŕ e migrazione." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 94 (April 2011): 119–33. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094009.

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Abstract:
Da tempo il tema della mobilitŕ sociale e spaziale interessa discipline come la sociologia, la geografia e l'economia. I processi migratori, dall'altro, sono diventati un oggetto specifico della ricerca scientifica. Tuttavia entrambi si sono sviluppati all'interno delle societŕ industriali moderne e appare lecito dubitare del fatto che essi possano ancora rappresentare in modo adeguato la condizione di individui e di gruppi sociali post-moderni che devono organizzare la propria vita in contesti socio-spaziali altamente flessibili. L'Ufficio Federale per l'Edilizia e la Progettazione Regionale tedesco () ha recentemente dedicato un numero speciale della rivista "Informazioni sullo Sviluppo Spaziale" () al tema della multilocalitŕ. Il termine sta assumendo sempre piů importanza nel dibattito internazionale al fine di descrivere alcuni tratti specifici della vita quotidiana postmoderna. In questo saggio l'autore ripercorre i passaggi salienti del dibattito sul tema in corso nell'ambiente scientifico di lingua tedesca. In un primo momento, descrivendo il significato attribuito al concetto di multilocalitŕ e agli elementi che lo differenziano da quelli di mobilitŕ e di migrazione. In seguito, mostrandone i campi di applicazione di maggiore interesse per la ricerca scientifica.
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Bollens, Scott A. "Trincee in cittŕ: muri, confini, costituzioni." STORIA URBANA, no. 128 (February 2011): 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-128003.

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Abstract:
Questo articolo indaga tre diversi approcci politico-territoriali alla gestione del conflitto tra gruppi nazionalisti. Sono particolarmente interessato al modo in cui il la creazione di queste barriere nel territorio urbano ["", NdT] influenza l'abilitŕ delle cittŕ contese (in questo caso Gerusalemme, Sarajevo e Beirut) nel contribuire positivamente alla coesistenza pacifica a livello locale e nazionale. Il mio focus principale č su tre casi: (I) la costruzione del muro di separazione israeliano a Gerusalemme e i suoi effetti sulla parte araba della cittŕ e sulle prospettive per una soluzione del conflitto israelo-palestinese; (II) la demarcazione di nuovi confini politici alla fine della guerra in Bosnia (ex Jugoslavia) del 1992-95 e i suoi effetti sulla sulle prospettive della convivenza etnica nella cittŕ di Sarajevo; (III) la relazione tra la rigida geografia elettorale data dalla ripartizione costituzionale del potere politico in Libano e le possibilitŕ di sviluppo - in particolare a Beirut e nelle periferie della cittŕ - di coalizioni politiche trasversali rispetto all'elemento confessionale. In ognuno di questi casi le differenze tra gruppi etnonazionali sono adattate e rinforzate geograficamente. L'articolo si conclude ponendo l'enfasi sull'importanza della cittŕ in situazioni di negoziazione di soluzioni politico-territoriali alternative in paesi divisi.
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Bragazzi, Nicola Luigi, and Cristina Tornali. "La medicina del rinascimento e la scoperta della circolazione minore." Acta medico-historica Adriatica 15, no. 2 (2017): 271–82. http://dx.doi.org/10.31952/amha.15.2.5.

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Abstract:
Michele Serveto (1511-1533) è stato un umanista, medico e teologo. Si dedicò allo studio della Bibbia e si interessò anche alle scienze, astrologia, meteorologia, filosofia scolastica, geografia, legge, anatomia e matematica. Michele Serveto sviluppò una solida conoscenza delle lingue classiche (latino, greco ed ebraico) che egli utilizzerà molto per i suoi studi. Dopo i primi studi in casa e poi nella scuola del convento di Monte-Aragón, nel 1524 Serveto prestò servizio per due anni presso Juan de Quintana di Majorca, dottore alla Sorbona di Parigi, francescano minorita e importante membro delle Cortes di Aragona. Inizialmente sembrava essere destinato al sacerdozio ma poi, all’età di diciassette anni, nel 1528, Serveto fu mandato dal padre a studiare legge all’università di Tolosa, prestigiosa università per gli studi di giurisprudenza, ma dopo appena un anno abbandonò richiamato nel 1529 da Quintana, diventato nel frattempo confessore personale dell’imperatore Carlo V. È stato tardivamente riconosciuto come il primo medico – almeno in Europa – ad aver descritto la circolazione polmonare o circolazione minore. Per le sue posizioni contro la Trinità, è stato arrestato, processato e mandato al rogo a Champel, nel sobborgo ginevrino. Serveto rappresenta un profondo innovatore, sia nell’ambito della teologia che della medicina, un martire e un gigante del libero pensiero.
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Perletta, Giorgia. "Insicurezza idrica come causa di trasformazioni nello spazio e fonte di dissenso politico: il caso del Khuzestan iraniano." STORIA URBANA, no. 167 (May 2021): 91–117. http://dx.doi.org/10.3280/su2020-167006.

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Abstract:
I cambiamenti climatici e l'impronta ecologica contribuiscono ad aggravare una problematica storicamente presente nel territorio iraniano, ovvero la scarsita d'acqua. Alcune province, come quella del Khuzestan, accusano una grave insicurezza idrica dovuta non solo alla penuria della risorsa, ma anche alla sua scarsa qualita, spesso compromessa dall'inquinamento atmosferico e dagli scarichi industriali, fattori che hanno alterato l'equilibrio degli ecosistemi locali. Al fine di contrastare l'insicurezza idrica e stato predisposto un massiccio investimento nella costruzione di dighe che, tuttavia, non hanno alleviato la mancanza d'acqua, ne limitato i frequenti fenomeni di alluvione a danno di vite umane, infrastrutture, agricoltura e insediamenti abitativi. La penuria idrica e la costruzione delle dighe hanno cosi costretto numerose comunita a ristabilirsi nei centri cittadini della provincia, abbandonando i villaggi e modificando la geografia urbana con un ingente sviluppo di aree informali. Questo saggio analizza la problematica idrica in Iran osservando, in prospettiva storica, la realta del Khuzestan. Si esamineranno gli effetti sociopolitici generati dalla scarsita d'acqua e l'impatto delle dighe sul fiume Karun a livello ambientale, urbano e demografico. Si vorra concludere su come l'emergenza idrica sia attualmente determinante ad innescare proteste popolari che uniscono la richiesta d'acqua a rivendicazioni di natura politica, economica e sociale e risultano quindi una minaccia per la stabilita del Paese.
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De Angelis, Franco. "Estimating the agricultural base of Greek Sicily." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 111–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003895.

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Abstract:
UNA STIMA DELLA BASE AGRICOLA DELLA SICILIA GRECALo studio dell'agricoltura dell'antica Grecia si è sviluppato notevolmente in questi ultimi decenni; tuttavia in Sicilia, un'isola nota in antichità per la sua capacità e prodotti agricoli, l'interesse sembra essere stato alquanto limitato. Una delle ragioni per questa mancanza di interesse va ricercata nella struttura delle discipline accademiche, che tradizionalmente prevedono la divisione degli studiosi in due gruppi distinti: gli storici, che concentrano la loro attenzione primariamente sulle incomplete fonti scritte, e gli archeologi, che si occupano principalmente di storia dell'arte e della conferma della veracità delle fonti scritte. Numerosi problemi di studio e potenziali aree di interesse, quali ad esempio quelle relative all'ambiente naturale, all'uso del territorio ed ai modelli insediativi (le quali rientrano nell'ambito della geografia umana o storica), non sono toccati da questi due approcci. Questo articolo vuole rappresentare un primo passo nello studio di questi problemi, in risposta al recente appello di Nenci per un'indagine di quella che lui chiama la ‘Sicilia frumentaria’. Loscopo di questo studio è di proporre una stima delle dimensioni della base agricola della Sicilia greca. La prima parte discute le fonti e la metodologia. La seconda prende in considerazione il clima e tenta di stabilire le approssimative dimensioni e la natura dei territori utilizzati dalle undici principali città-stato dell'isola. Inoltre, una quantificazione della terra agricola disponibile e dei limiti superiori della popolazione che poteva essere sostenuta da tali risorse nel momento in cui queste venissero adoperate al loro massimo potenziale viene anche discussa. I risultati supportano l'idea che la Sicilia greca possedesse una grande potenziale agricolo, e che l'isola potesse sostenere una popolazione due volte superiore a quella creduta da Beloch, come anche Holm aveva in precedenza concluso.
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Chieffallo, Lucia, Annunziata Palermo, and Maria Francesca Viapiana. "Tecniche geo-statistiche per la mappatura territoriale di divari multipli. La "geografia" della Regione Calabria." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 133 (March 2022): 104–29. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-133005.

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Abstract:
La ricerca muove dalla necessità di ripensare la dimensione spaziale entro cui collocare le politiche regionali di sviluppo e coesione per una effettiva riduzione dei divari nei territori intermedi. A questo scopo la metodologia di mappatura proposta e applicata al caso della Regione Calabria individua un'inedita "geografia" dei territori soggetti a divari multipli dimostrando l'utilità dei risultati nella definizione degli ordini di priorità di azione per il riequilibrio regionale.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Gabellieri, Nicola. "Il patrimonio bio-culturale alpino: un approccio geografico-storico al pascolo alberato di larici in Trentino (XVIII-XXI sec.)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2021): 82–104. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12533.

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Abstract:
Recentemente l'UNESCO ha invitato gli studiosi ad approfondire lo studio delle dinamiche storiche e ambientali che hanno portato nel corso del tempo allo sviluppo di specifici ecosistemi e paesaggi, definiti come ‘bio-cultural heritage'. Raccogliendo questo stimolo, il contributo è dedicato a caratterizzare storicamente i pascoli alberati di larix decidua alpini: a partire dalla bibliografia sulla storia e sull'ecologia del larice, due casi studio di lariceti passati e presenti in Trentino sono approfonditi utilizzando un metodo geostorico che combina analisi di fonti documentali e osservazione di terreno. In conclusione, i lariceti risultano essere un prodotto di pratiche di uso e gestione delle risorse pascolive e forestali, capaci di fornire vari servizi ecosistemici, ma ad oggi a rischio di scomparsa.
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Deplano, Valeria. "Dall'anticolonialismo all'antimperialismo: associazionismo e attivismo degli studenti africani nell'Italia degli anni Sessanta." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 225–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic299-oa2.

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Abstract:
Con la fine degli imperi coloniali europei, l'afflusso di studenti universitari provenienti dai paesi di nuova indipendenza crebbe da entrambe le parti della Cortina di ferro. Questi si resero protagonisti di attività e mobilitazioni politiche tanto nei paesi del blocco orientale, quanto in Germania occidentale, Francia, Gran Bretagna. Gli studi su questi aspetti sono invece assenti per il caso italiano. Questo articolo intende proporre una prima ricostruzione della geografia dell'attivismo studentesco africano in Italia negli anni Sessanta, ricostruendone le modalità associazionistiche e proponendo una prima mappatura dei legami di tale attivismo con varie organizzazioni italiane, in particolare con alcuni gruppi studenteschi anticoloniali e con l'Ufficio centrale studenti esteri in Italia, di matrice cattolica. L'articolo mostra come, nel corso del decennio, negli interessi dei gruppi africani l'anticolonialismo venga sostituito dall'antimperialismo, e come l'associazionismo africano subisca un processo di radicalizzazione in parte connesso alla similare trasformazione del movimento studentesco italiano, e in parte connesso agli sviluppi della politica africana
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Treccani, Gian Paolo. ""Voci di un'Italia bambina". Monumenti toponomastica e allestimenti celebrativi nella costruzione della cittŕ risorgimentale." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132001.

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Abstract:
Sono numerosi gli studi dedicati ai processi di trasformazione delle cittŕ italiane, avvenuti dopo l'unitŕ del Paese. In particolare, si tratta di ricerche che hanno indagato gli aspetti quantitativi di tale fenomeno, che riguardano lo sviluppo territoriale dei centri abitati, la dotazione di nuove infrastrutture, quali strade, ferrovie, porti, ecc, o la realizzazione di grandi opere pubbliche con finalitŕ di carattere sociale. Meno numerosi sono invece gli studi dedicati alle trasformazioni dei centri abitati e dei territori prodotte da quel fenomeno che si definisce di "costruzione dell'identitŕ nazionale". Lo scritto delinea il contesto in cui prende forma tale progetto e inquadra i temi che ne costituiscono la concretizzazione. Si tratta, nello specifico, di individuare quella "geografia" (costituita da un numero infinito di monumenti commemorativi del Risorgimento, di luoghi simbolici, di targhe in ricordo di eventi insurrezionali, di lapidi con epigrafi dedicatorie, di toponomastiche e itinerari d'ispirazione patriottica, di restauri dei cosiddetti "monumenti nazionali") in cui prende forma tale progetto e di evidenziarne i caratteri specifici. Tale rappresentazione dell'identitŕ nazionale costituisce oggi un tratto imprescindibile del volto delle cittŕ italiane, e richiede politiche di tutela e valorizzazione.
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Blake, Emma. "The Mycenaeans in Italy: a minimalist position." Papers of the British School at Rome 76 (November 2008): 1–34. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000398.

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Abstract:
Gli ultimi cinque decenni hanno visto un forte incremento del numero dei siti che in Italia hanno restituito frammenti di ceramica micenea. L'elevata presenza attribuita ai Micenei ha incoraggiato la teoria che furono loro ad innescare gli sviluppi sociali sperimentati in Italia alla fine dell'età del Bronzo. Concentrandosi sull'evidenza ceramica, questo contributo assume una posizione minimalista, sostenendo che le relazioni tra i Micenei e le genti d'Italia erano infrequenti, di piccola scala e avevano, al massimo, un impatto circoscritto in aree limitate. Comunque, esiste una marcata variabilità nella distribuzione della ceramica micenea in Italia, sia geografica sia cronologica, con nessuna chiara coerenza nelle azioni e risposte micenee e italiche.L'evidenza suggerisce che i Micenei non trassero molto giovamento dalle visite, che per questo divennero meno frequenti. In aggiunta i Micenei non ebbero la capacità di fare più che commerci di oggetti e prodotti con l'Italia, e così ebbero scarsa influenza su altri settori della vita.
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Pasquariello, Massimo, Michela Bia, and Alberto Cassone. "Uno studio economico-territoriale del Nord-Ovest italiano tramite l'analisi delle componenti principali." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 1 (March 2011): 43–81. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-001002.

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Abstract:
L'analisi economica di contesti micro-territoriali č di grande interesse per le scienze sociali, in quanto capace di contribuire all'interpretazione di processi sociali ed economici complessi spesso sottostanti a dinamiche macro-economiche. Scopo di questo studio č descrivere e analizzare una realtŕ economica e sociale articolata, attraverso l'utilizzo di adeguati indicatori. In particolare il presente lavoro sviluppa un'analisi empirica dei Sistemi locali del lavoro. L'area geografica presa in considerazione č il Nord-Ovest dell'Italia (Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle d'Aosta). Allo scopo di individuare i principali fattori economici descrittivi delle diverse realtŕ locali, applichiamo la tecnica dell'analisi delle componenti principali. In particolare i risultati ottenuti mettono in evidenza tre componenti che risultano meglio descrivere le aree studiate: la componente, la componentee la componente. La prima segnala la relazione positiva tra la numerositŕ delle imprese manifatturiere, livelli occupazionali piů elevati e infrastrutture piů diffuse nell'area oggetto di studio; la seconda individua una relazione positiva tra i settori dei servizi alle imprese, il commercio e piů alti tassi di disoccupazione; la terza rileva la correlazione positiva tra il valore aggiunto, il tasso di occupazione e la densitŕ imprenditoriale ma negativa se ci si condiziona alle strutture imprenditoriali di tipo micro. L'articolo pone in evidenza le relazioni esistenti tra il territorio, le specializzazioni produttive e il posizionamento geografico delle unitŕ di osservazione. Particolare attenzione č stata data all'aspetto geo-spaziale individuando aree di analisi omogenee che trascendono i meri confini amministrativi.
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Lagomarsino, Francesca, and Jacques Ramirez. "I coyotes del Pacifico. Quito-Los Angeles A/R." MONDI MIGRANTI, no. 2 (October 2009): 147–60. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002010.

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Abstract:
In questo contributo presentiamo la storia di Luis (l'intervista qui riportata č stata raccolta a Quito nel 2008, dopo il suo rientro in Ecuador), giovane migrante ecuadoriano in transito verso gli Stati Uniti. Luis ha attraversato per alcune settimane paesi diversi, utilizzando mezzi di trasporto diversi, spesso nascondendosi, insieme ai suoi compagni, per non farsi prendere dalle polizie di frontiera dei numerosi paesi di transito. L'esperienza di Luis insieme a quella di migliaia di ecuadoriani e altri latinoamericani ripercorre quella che in letteratura viene definita "migrazione di transito". Partendo dall'esperienza di questo giovane migrante vogliamo qui riflettere sul significato che negli ultimi anni hanno assunto i cosiddetti "paesi di transito", paesi cioč che per la loro posizione geografica vengono attraversati da potenziali migranti diretti verso i paesi sviluppati del nord Europa o del nord America. Ci troviamo all'interno di un tema molto complesso, non a caso ad oggi non esiste una definizione universalmente accettata dei termini "migranti in transito" e i "paesi di transito" e soprattutto non esiste nel diritto internazionale una categoria specifica che li identifichi. Tuttavia il dibattito sul tema č oggi molto intenso non solo a livello accademico ma soprattutto a livello politico poiché la questione sul ruolo svolto dai paesi di transito nel controllo e nella gestione dell'immigrazione irregolare (come si puň osservare nel caso degli accordi tra Italia e Libia) appare sempre piů centrale e determinante. Come si puň facilmente intuire la preoccupazione politica attorno al ruolo dei paesi di transito č strettamente legata alle ansie sicuritarie e di controllo dei paesi ricchi loro confinanti; si parla di paesi di transito per lo piů da un punto di vista di politiche migratorie restrittive che cercano di bloccare flussi in entrata percepiti come pericolosi e sostanzialmente non desiderati. Č infine importante sottolineare che l'inasprimento dei controlli alle frontiere e le enormi difficoltŕ di accesso legale hanno agevolato lo sviluppo di un'industria della clandestinitŕ, in cui coyoteros, chulqueros, intermediari di vario tipo sono diventati soggetti indispensabili. In questo senso il caso del cammino verso gli Stati Uniti č paradigmatico: piů i controlli si sono inaspriti e piů si č sviluppato un sistema capillare e organizzato di gestione dell'immigrazione illegale. E cosě proprio quei paesi che retoricamente si dichiarano in lotta contro i trafficanti di esseri umani sono i primi a incrementare lo sviluppo di queste organizzazioni, attraverso politiche evidentemente fallimentari che non riescono a bloccare gli arrivi dei migranti ma rendono altamente rischioso il viaggio e violano i loro diritti innanzitutto come esseri umani.
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Guglielmo, Matteo. "Dinamiche politiche e regimi di conflitto nella Mogadiscio contemporanea." STORIA URBANA, no. 126 (September 2010): 17–36. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126002.

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Abstract:
La guerra civile in Somalia si protrae ormai da diciotto anni, cambiando spesso attori, interessi e caratteri. A causa di essa, le sue cittŕ sembrano essere mutate, non tanto in seguito alla definizione di politiche urbane ufficiali, ma piuttosto seguendo linee imposte dal conflitto stesso. Mogadiscio, capitale della Repubblica Somala dal 1960, č uno dei centri che ha risentito maggiormente dei cambiamenti politici e sociali post- 1991, adattando i suoi spazi e confini ai processi di scontro e, conseguentemente, di mobilitŕ forzata che continuano a contraddistinguere l'intero paese e la sua popolazione. Cosě, la geografia del conflitto ha finito col trasferire i suoi caratteri nella stessa conformazione urbana della capitale, trasformando profondamente quartieri, mercati, spazi e, al tempo stesso, aprendola a nuovi centri di potere e di autoritŕ i quali, seppur brutali e illiberali, sembrano comunque aver registrato un certo grado di successo. In tale contesto, i processi di globalizzazione hanno trovato campo fertile: Mogadiscio č diventato uno dei centri economici piů dinamici del Corno d'Africa, aperto non solo ai mercati regionali, ma anche a quelli arabi, i cui vettori principali si sviluppano tutt'oggi attraverso l'asse Dubai-Mogadiscio. Questo articolo si propone di fornire uno spaccato sulle dinamiche politiche e sociali che hanno contraddistinto la capitale somala dallo scoppio della guerra civile nel 1991 ad oggi, cercando di individuare non solo i suoi mutamenti fisici e strutturali, ma anche di identificare gli attori che ne hanno determinato i nuovi assetti economici e di potere.
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Bazzoffi, Paolo. "Indicatori per la valutazione a scala geografica regionale dell’efficacia dello Standard 1.1 di condizionalità (solchi acquai temporanei)." Italian Journal of Agronomy 10, no. 1s (January 13, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/ija.2015.718.

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Abstract:
<p>Il Reg. di esecuzione (CE) N. 808/2014 (All. V - Questionario valutativo comune per lo sviluppo rurale) impone che nelle relazioni annuali sull’attuazione (RAE) presentate nel 2017 e nel 2019, nonché nella relazione di valutazione ex post, debba essere fornita risposta all’Aspetto specifico 4C: “in che misura i PSR hanno contribuito alla prevenzione dell’erosione dei suoli e a una migliore gestione degli stessi?”. Il “Valutatore Indipendente”, chiamato ad effettuare la valutazione del PSR sotto la responsabilità dell’Autorità di Gestione (art. 84, paragrafo 4, del Reg. (CE) n. 1698/2005), per quantificare correttamente l’efficacia ambientale delle misure di Sviluppo Rurale aventi valenza nel diminuire l’erosione del suolo (in modo particolare le azioni della Misura 10 dei PSR 2014-2020), dovrà valutare preventivamente l’effetto della baseline, ovvero l’efficacia dello Standard 1.1 (impegno a) di condizionalità. Una volta effettuata questa valutazione, sarà possibile determinare l’efficacia <strong>aggiuntiva</strong> delle diverse misure dell’agroambiente finalizzate alla Priorità 4.c – Prevenire l'erosione del suolo e migliorarne la gestione. Per la valutazione dell’efficacia dei solchi acquai temporanei nella diminuzione del rischio di erosione è consigliabile che il Valutatore Indipendente utilizzi una modellistica di facile applicazione, in modo da limitare al massimo la soggettività e conseguentemente l’interpretazione e la comprensione dei risultati ottenuti.</p>
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Gavinelli, Dino, Giovanni Baiocchetti, and Sara Giovansana. "Percorsi di geografie letterarie, percettive, educative e dello sviluppo locale." Geography Notebooks 5, no. 1 (July 25, 2022). http://dx.doi.org/10.7358/gn-2022-001-edit.

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"Legami familiari violenti: in ascolto del silenzio che brucia." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 219–31. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002020.

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Abstract:
È esperienza diffusa che l'intensità delle passioni sperimentabili nelle relazioni familiari possa far sì che quelle diventino incandescenti allorquando non siano disponibili le condizioni per una loro adeguata espressione e comprensione. Gli autori si propongono di fornire un contributo sul tema della violenza intrafamiliare attraverso la descrizione del caso di una minore, i cui segni di acuto malessere sono stati intercettati nella scuola che frequentava. Essi intendono mostrare come il modello dell'analisi interdisciplinare possa favorire l'acquisizione di conoscenze multidimensionali e multilivello, a cui può collegarsi lo sviluppo di un senso di maggiore competenza personale e fiducia nel lavoro collettivo. Nell'articolo sono complementarmente considerati i rapporti istituzionali, circa i quali il gruppo ha elaborato il concetto di geografia procedurale.
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BSGI, Redazione. "Recensioni." Bollettino della Società Geografica Italiana, September 29, 2022, 147–58. http://dx.doi.org/10.36253/bsgi-1756.

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Abstract:
Gaga Shurgaia, Vaxt'ang I Gorgasali Re di Kartli. Alle origini dell'autocefalia della Chiesa ortodossa di Georgia, Roma, Pontificio Istituto Orientale (Orientalia Christiana Analecta 303), 2018, 706 pp., ill. (Patrizia Licini de Romagnoli) Michela Lazzeroni, Geografie dell’università. Esplorazioni teoriche e pratiche generative, Bologna, Misesis, 2020, 178 pp. (Alessandro Ricci) Maria Luisa Sturani, Dividere, Governare e Rappresentare il Territorio in uno Stato di Antico Regime. La costruzione della maglia amministrativa nel Piemonte Sabaudo (XVI-XVIII sec.), Alessandria, Edizioni Dell’Orso (“Geographica”, 6), 2021, 222 pp., ill. (Floriana Galluccio) Claudio Greppi, Tracce di Humboldt. Osservare, descrivere, misurare, Trieste, Asterios, 2021, 256 pp. 8 (Annalisa D’Ascenzo) Maria Sorbello (a cura di), Identità, cultura e sviluppo sostenibile. Popolazioni, territori e paesaggi in Terra Santa, Roma, Aracne, 2021, 219 pp. (Laura Cassi) Dino Gavinelli, Matteo Bolocan Goldstein, Regioni e regionalizzazione. Lo spazio- mondo in divenire, Pearson, Milano, 2022, 284 pp., ill. (Marco Maggioli)
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Michelini, Samanta, Simon Tscholl, Johannes Erschbamer, Daniel Plaikner, Lukas Egarter Vigl, and Walter Guerra. "KULTIVAS: studio di fattibilità di un modello sito-varietale per la melicoltura." Laimburg Journal 4 (September 27, 2022). http://dx.doi.org/10.23796/lj/2022.008.

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Abstract:
Scegliere le zone più idonee per la coltivazione di una determinata varietà è una decisione difficile e di ampio spettro che coinvolge non solo gli agricoltori, ma tutta la filiera coinvolta nel processo, dalla produzione alla vendita. La scelta varietale ha ripercussioni economiche di lungo termine. In tale prospettiva, con KULTIVAS vorremmo proporre un approccio data-driven a questo importante problema del settore melicolo. In questo progetto, dati storici selezionati sulla produttività e qualità delle mele, moderni sistemi di gestione dei dati, algoritmi e tecniche di apprendimento automatico sono stati impiegati adottando un approccio multidisciplinare che coinvolge esperti di diversi settori, quali agronomia, fisiologia, climatologia e informatica, per valutare l'idoneità sito- specifica alla coltivazione di determinate varietà di mele. Il modello di previsione sviluppato nell’ambito del progetto si basa su dati climatici e topografici interpolati spazialmente, oltre che su dati di produzione e qualità delle mele provenienti da diverse cooperative altoatesine. Usando informazioni spazialmente disponibili sul clima, il modello è in grado di stimare vari parametri di produzione, come calibro, colore e resa. La previsione degli indicatori predetti dal modello statistico è più̀ precisa quanto più̀ il set di dati di training copre la variabilità̀ climatica e topografica delle aree di indagine. In aree con caratteristiche al di fuori di questa variabilità, il modello avrà un potere predittivo limitato. I risultati di questo studio saranno arricchiti con dati provenienti da altre località e valutando ulteriori algoritmi per la corrispondenza geografica dei dati di cernita, in quanto il set di dati influenza in maniera importante i risultati.
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