Dissertations / Theses on the topic 'Geografia dello sviluppo'

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Buzzi, Monica <1973&gt. "Conservazione della natura e sviluppo locale: un binomio possibile? Il sistema delle aree protette della Provincia di Bologna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/287/1/tesimonicabuzzi.pdf.

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Buzzi, Monica <1973&gt. "Conservazione della natura e sviluppo locale: un binomio possibile? Il sistema delle aree protette della Provincia di Bologna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/287/.

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Negro, Erica <1992&gt. "Turismo responsabile e sviluppo sostenibile delle comunità locali. Il caso della Rift Valley in Kenya." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13808.

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Abstract:
Come dichiarato dal UNWTO, il turismo rappresenta un importante strumento per lo sviluppo sostenibile e la riduzione della povertà nel mondo. Tuttavia, nei Paesi del Global South il settore turistico è in gran parte gestito dalle compagnie turistiche internazionali, escludendo le comunità locali dai processi decisionali e di condivisione dei benefici. Il seguente elaborato si prefigge l’obiettivo di esaminare il ruolo del turismo responsabile, quale modalità di turismo sostenibile, nello sviluppo socio-economico dei territori rurali e marginali, ma caratterizzati da un significativo patrimonio naturale e culturale. La questione viene affrontata attraverso l’analisi del caso studio dell’area del bacino del fiume Molo nella regione della Rift Valley in Kenya, dove l’Ong italiana Mani Tese ha promosso lo sviluppo turistico inclusivo attraverso un progetto di Community-Based Tourism (CBT). Grazie al lavoro di ricerca sul campo si è resa possibile l’osservazione degli impatti generati dal turismo sul territorio, e un’attenta valutazione, attraverso l’uso di interviste semi-strutturate, del livello di partecipazione comunitaria. Sebbene le numerose sfide che interessano le CBT organizations in Kenya, come la sostenibilità nel lungo periodo e l’accesso al mercato, il turismo responsabile si presenta come un’importante opportunità per lo sviluppo socio-economico locale e la sensibilizzazione di viaggiatori e locali ai temi della sostenibilità ambientale e dell’equità sociale.
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Dal, Borgo Alice Giulia <1976&gt. "Il futuro delle Alpi sui sentieri della sostenibilità. Qualità ambientale e sviluppo economico nelle regioni alpine." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/289/1/Alice_Giulia_Dal_Borgo._Tesi_Dottorato._Il_Futuro_delle_Alpi.pdf.

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Abstract:
Il tema dello sviluppo sostenibile, e i numerosi ambiti di ricerca e di applicazione a esso connessi, è oramai coralmente accettato dalla comunità scientifica, intellettuale e politica internazionale. Tuttavia, una certa tendenza a una sua iper-utilizzazione può comportare svuotamento di significati e perdita di valore. Obiettivo della presente ricerca, dunque, è quello di ripensare il concetto della sostenibilità tenuto conto delle trasformazioni strutturali che hanno interessato le regioni alpine tra il XIX e il XX secolo e sulla base di esperienze realizzate, in atto o in potenza che ben ne evidenzino le possibili applicazioni a livello regionale e locale. A tal fine, nel corso della trattazione si propone un’analisi delle buone pratiche incontrate lungo il cammino compiuto sui sentieri della sostenibilità.
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Dal, Borgo Alice Giulia <1976&gt. "Il futuro delle Alpi sui sentieri della sostenibilità. Qualità ambientale e sviluppo economico nelle regioni alpine." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/289/.

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Abstract:
Il tema dello sviluppo sostenibile, e i numerosi ambiti di ricerca e di applicazione a esso connessi, è oramai coralmente accettato dalla comunità scientifica, intellettuale e politica internazionale. Tuttavia, una certa tendenza a una sua iper-utilizzazione può comportare svuotamento di significati e perdita di valore. Obiettivo della presente ricerca, dunque, è quello di ripensare il concetto della sostenibilità tenuto conto delle trasformazioni strutturali che hanno interessato le regioni alpine tra il XIX e il XX secolo e sulla base di esperienze realizzate, in atto o in potenza che ben ne evidenzino le possibili applicazioni a livello regionale e locale. A tal fine, nel corso della trattazione si propone un’analisi delle buone pratiche incontrate lungo il cammino compiuto sui sentieri della sostenibilità.
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BORGO, A. G. DAL. "Il futuro delle Alpi sui sentieri della sostenibilità : qualità ambientale e sviluppo economico nelle regioni alpine." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/42481.

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Maric, Nina <1988&gt. "Sviluppo sostenibile del territorio turistico - il caso della Lecca Segna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2679.

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Brusarosco, Anna. "Geografia e cooperazione: i progetti di sviluppo rurale della cooperazione italiana in Bosnia Erzegovina." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427454.

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Abstract:
The research starts from the assumption that the Bosnian War (1992-1995) can be interpreted as an event of de-territorialization, which entailed both material and immaterial changes in the territory of this country. After the conflict, the international cooperation has acted as an external actor in the reconstruction process of this territory. The thesis focuses in particular on the role played in this process by the rural development projects which have been carried out by Italian NGOs with the Italian Ministry of Foreign Affairs’ funding. In the first part the theoretical framework of the research is illustrated, including both the strictly geographical theories and the ones concerning the concepts of development and international cooperation. Then the story of these concepts is delineated and some critical elements are underlined. In the third chapter the relationship between geography and cooperation is deepened, making reference to some fundamental authors which has studied this theme; finally, the research questions are defined. Therefore the thesis intends to move within the framework of both a geography of cooperation and a geography for cooperation. In the second part the model adopted for the analysis is described, as well as some methodological aspects and the study cases chosen for the survey, which will be precisely illustrated in the Attachment n. 1.In the third part the temporal and spatial background of the research are illustrated, describing first of all the physical geography of Bosnia and Herzegovina. The history of this country is developed focusing above all on some issues which are useful in order to understand the construction process of this territory over the time, paying particular attention to the rural context. Finally, in the eighth chapter the territorial outcomes of the war and the current situation of Bosnia and Herzegovina are explained; the specific territories involved in the analysed projects are described, too. The fourth part is dedicated to the analysis of both the context actors (European Union, State, Entities, UTL – Local Technical Unit of Italian Cooperation) and the specific projects. The involved external and internal actors are identified, as well as their logic, strategies, systems of action and also the territorial outcomes of each intervention. Starting from this analysis, in the fifth part we propose some considerations concerning both the role of Italian NGOs in the reconstruction process of the Bosnian rural territory and the relationship between geography and international cooperation.
La ricerca nasce dal presupposto che la guerra in Bosnia Erzegovina (1992-1995) possa essere letta come evento deterritorializzante, che ha comportato una modificazione sia materiale che immateriale del territorio del Paese. La cooperazione internazionale allo sviluppo è successivamente intervenuta come attore esterno nel processo di ricostruzione di questo territorio. La tesi si concentra particolarmente sul ruolo in questo processo dei progetti di sviluppo rurale, realizzati da ONG italiane con il finanziamento del Ministero Affari Esteri italiano. Nella prima parte viene quindi descritto il quadro teorico di riferimento, prima di tutto quello strettamente geografico, e poi quello relativo ai concetti di sviluppo e di cooperazione internazionale. Viene quindi delineata la storia di questi concetti e messi in luce alcuni elementi critici. Nel Cap. 3, invece, si approfondisce il tema dei rapporti tra geografia e cooperazione internazionale, riprendendo alcuni autori fondamentali che si sono occupati della questione, per giungere poi alla definizione delle domande di ricerca. La tesi si muoverà quindi nel quadro di una geografia della cooperazione e di una geografia per la cooperazione. Nella seconda parte vengono descritti il modello analitico adottato, alcuni aspetti metodologici e i casi di studio scelti per l’indagine, che verranno poi dettagliati nell’Allegato 1. Nella terza parte verrà quindi fornito il quadro temporale e spaziale della problematica, descrivendo innanzitutto le caratteristiche fisiche della Bosnia Erzegovina. La storia del Paese verrà sviluppata concentrandosi soprattutto su alcune questioni utili a comprendere come il territorio si sia costruito nel tempo, con particolare attenzione a quello rurale. Il Cap. 8, infine, tratterà degli esiti territoriali del conflitto e della situazione della Bosnia Erzegovina oggi. Verranno quindi descritti i territori specifici in cui si inseriscono i progetti analizzati. La quarta parte della tesi è dedicata all’analisi, prima degli attori di contesto (Unione Europea, Stato, Entità, UTL) e poi dei singoli progetti. Verranno individuati gli attori, esterni ed interni, coinvolti, le loro logiche, le strategie, i sistemi di azione e gli esiti territoriali di ciascun intervento. A partire da questa analisi, nella quinta parte si proporranno alcune considerazioni relative al ruolo delle ONG italiane nella ricostruzione del territorio rurale bosniaco e al rapporto tra geografia e cooperazione allo sviluppo.
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Ravanelli, Elena <1990&gt. "La partecipazione delle comunità locali come strumento di sviluppo turistico sostenibile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5179.

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Abstract:
La partecipazione delle comunità locali rappresenta uno strumento alla base dello sviluppo turistico sostenibile, in quanto, senza un processo di tipo bottom-up, difficilmente si otterranno risultati sostenibili nel medio-lungo periodo. Per tale motivo, l’elaborato tratterà questa tematica, soffermandosi sul concetto di partecipazione, sugli strumenti utilizzati per il coinvolgimento della popolazione ed, in particolar modo, sulla partecipazione a livello turistico nella Provincia autonoma di Trento. Verrà proposta una letteratura sulla partecipazione, cui faranno seguito casi di studio legati al territorio trentino, con un particolare riferimento al processo di certificazione del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino con la Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette. L’elaborato si pone quindi l’obiettivo di dimostrare che un processo partecipato può risultare maggiormente efficace e sostenibile nel lungo periodo, rispetto ad un processo di tipo gerarchico.
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CORONATO, MARIA. "La Dimensione geografica della Green economy: dimensione, prospettive e sviluppo territoriale. Il caso della Regione Sardegna." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/184670.

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Abstract:
Il lavoro di tesi sui temi della Green Economy, dal titolo ‘La dimensione geografica della green economy: applicaizoni, prospettive, sviluppo territoriale. Il caso della Regione Sardegna’, ha l’obiettivo di analizzare le opportunità di sviluppo territoriale rappresentate dalla green economy. Partendo dall’analisi della letteratura di livello nazionale, europea ed internazionale guardando, oltre a quanto prodotto dalle discipline prevalentemente geografiche, anche quanto suggerito dall’Unione Europea in termini di competitività territoriale (Agenda di Lisbona, 2000 e sue rivisitazioni) e di sostenibilità (Agenda di Gothenbourg, 2001, Rio+20, 2012, Europe 2020 Strategy, ecc), il lavoro si è concentrato nello studiare le politiche energetiche a livello europeo e nazionale soffermandosi in particolare sul paradigma della Green Economy. Dal confronto dei documenti prodotti (nazionali, europei ed internazionali), si è scelto di applicare alla tesi di dottorato, un approccio di tipo territoriale delle scelte di policy, preferendolo ad un approccio "spatial". Un approccio di tipo territoriale applicato alle questioni della sostenibilità delle attività umane mette al centro delle osservazioni il territorio e i suoi rapporti con le attività umane, rapporti che oltre all’occupazione di suolo includono lo sfruttamento delle risorse naturali locali, che eventualmente producono degrado, inquinamento, perdita di biodiversità ecc., ma che comprendono anche le relazioni economiche e sociali delle comunità insediate e le relative esigenze di sviluppo. Una chiave di lettura territorialista propone il territorio come un insieme di relazioni materiali ed immateriali complesse che non appartengono alla sola sfera socio economica (non si esauriscono solo nelle reti tra attori sociali) ma interessano anche le relazioni con l’ambiente e con gli ecosistemi (Capitolo 1). Nell’ambito dei nuovi indirizzi comunitari, la green economy è stata posta in relazione alla politica di coesione europea, valutandone la coerenza, il supporto e le opportunità che da essa ne scaturiscono. Essa appare infatti come uno strumento di sviluppo territoriale in grado di favorire il raggiungimento del livello di coesione, intesa come mezzo, strumento e obiettivo di misura delle diverse opportunità di sviluppo dei territori riducendo gli squilibri economico-sociali, ambientali e culturali (Capitolo 2). La transizione verso uno sviluppo sostenibile richiede l’elaborazione di criteri quantitativi e qualitativi per misurare la capacità dei sistemi ambientali di supportare la pressione attuale e potenziale delle attività umane. Si tratta in pratica di stabilire i livelli di uso di risorse ambientali in rapporto alla capacità dell’ambiente di ripristinare condizioni di integrità e produttività, stabilire quindi la c.d. capacità di carico dell’ambiente (carrying capacity) che, applicata allo sviluppo sostenibile intende uno sviluppo la cui domanda di risorse e la cui pressione esercitata attraverso l’emissione di sostanze inquinanti non supera la capacità di assorbimento e riproduttiva dell’ambiente. Tuttavia è chiaro che transitare verso un nuovo modello economico richiede un'evoluzione anche degli strumenti attuativi e delle valutazioni delle policy. Il tenere in considerazione la dimensione territoriale di fianco a quella ambientale, sociale ed economica è un primo importante passo nello stabilire le basi di un nuovo modello di sviluppo territoriale. Si evince quindi l'inadeguatezza dei tradizionali indicatori di tipo esclusivamente quantitativo ed il bisogno di un nuovo approccio alle scelte economiche, sociali ed ambientali che richiede anche l'utilizzo di nuovi strumenti di valutazione delle policy. L’attuale crisi energetica, ambientale, finanziaria ed economica ha sostenuto il bisogno di ricorrere a nuovi indicatori di performarce economica ed ambientale che siano in grado di guidare i decisori politici nella definizione delle politiche territoriali di sviluppo. Diventa sempre più importante l’individuazione dei cosiddetti sistemi di “indicatori di sviluppo sostenibile”, ossia l’insieme di indicatori ambientali, economici e sociali il cui utilizzo congiunto rende visibili i processi e le complesse interazioni tra le diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile alle diverse scale e, in ultima analisi, tra sistema antropico e sistema ambientale al fine di stimare la distanza che separa la società da una reale sostenibilità ambientale. Lo studio evidenzia il bisogno sempre maggiore di raggiungere una crescita economica sostenibile, che tuteli il patrimonio naturale affinché esso possa fornirci le risorse e i servizi ambientali sui quali si basa il nostro attuale benessere. Al fine di misurare, quantitativamente e qualitativamente, le opportunità provenienti dalla green economy, attraverso un’attenta selezione/costruzione degli indicatori relativi al cambiamento climatico, al rischio energetico e potenzialità energetiche, alla qualità della vita, e indicatori economici più tradizionali, è risultato opportuno lavorare a livello di policy ricorrendo quindi al Territorial Impact Assessment. Tra le varie metodologie nazionali ed internazionali sviluppate per la valutazione ex ante e misurazione ex post degli impatti delle scelte di policy sullo sviluppo territoriale locale, regionale e nazionale, si è scelto il Sustainable Territorial environmental Management Approach – SteMA (Prezioso, 2001) per la valutazione delle potenzialità offerte dalla green economy per la Regione Sardegna (Capitolo 3). Attraverso un confronto tra la situazione ex ante (territorializzate) e quella ex post (territorializzata) verificatesi a seguito dell’applicazione di politiche coerenti con la Europe 2020 strategy, si sono misurati gli impatti territoriali delle scelte di policy green oriented. La metodologia è stata applicata al caso studio della Regione Sardegna (Capitolo 4).
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De, Pellegrin Alessia <1995&gt. "Equilibrio tra protezione delle zone montane e sviluppo economico sostenibile, l'iniziativa Bergsteigerdörfer." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20996.

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Abstract:
Il presente lavoro parte con un’introduzione di come è nato il turismo e come si è arrivati al concetto di turismo sostenibile, per poi passare in un secondo momento alla definizione di turismo montano valutandone gli impatti economici, ambientali e socioculturali, ma si analizzeranno anche proposte e progetti innovativi nati in questi territori. Ovviamente, verrà dedicato un capitolo alle Dolomiti come sito UNESCO e cosa comporta questo riconoscimento a un piccolo comune di montagna. La seconda parte del lavoro viene dedicata alla Convenzione delle Alpi e alla sua concreta applicazione attraverso i “Bergsteigerdörfer” (Villaggio degli Alpinisti), un’iniziativa che mira a promuovere attivamente il turismo sostenibile. In questi comuni, situati nell’arco alpino, viene attribuita una grande importanza alla cultura locale e a un turismo montano senza l’intervento di troppi ausili tecnici e grandi infrastrutture. Successivamente verranno utilizzati due villaggi appartenenti a questa rete come casi studio. Si tratta di una tesi che esamina empiricamente fino a che punto gli statuti del trattato internazionale trovano concreta espressione nell’attuazione del marchio “Bergsteigerdörfer” e cosa comporta per le rispettive comunità.
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Deiana, Denise. "Dall'Ade all'inferno : Genesi e sviluppo della geografia infernale in Occidente tra tardo antico e alto medioevo." Thesis, Lyon, 2019. http://www.theses.fr/2019LYSE2063.

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Abstract:
La recherche analyse les représentations de l’enfer à travers l’étude de l’évolution de sa géographie et de sa structure entre l’antiquité tardive et le haut Moyen Âge dans les sources littéraires.La thèse montre comment entre le II et le III après J. C . l’enfer fût employé comme un synonyme d’enfers avec le significat de lieu de l’atteinte du jugement. L’idée de la punition du feu était connue à partir des premières siècles du christianisme avec la parabole du pauvre Lazare et du riche narrée chez l’Evangile de Luc : cette parabole fut employée par les Peres de l’Eglise pour démontrer la séparation entre âmes impies à l’enfer et les âmes justes dans le sein d’Abraham. Par contre, la géographie de l’enfer ne fut pas entièrement décrite et, donc, ne fut pas encore si riche, jusqu’au V siècle, puisque les auteurs préférèrent faire un usage métaphorique de l’enfer, conçu comme un synonyme du mal dans la terre. À partir du V siècle, toutefois, les auteurs commencèrent à s’occuper du destin de l’âme après la mort et donc le représentations de l’enfer devinrent plus claires et caractérisées par une géographie plus définie, comme témoigné par des texte comme la Visio Pauli et les prédications de Faust de Ries et Augustin. À partir du VI siècle, avec Grégoire le Grand, l’enfer fut représenté comme le lieu de la damnation éternelle, surtout grâce à l’usage des modèles de la tradition ancienne et à l’association avec des lieux de la terre, comme les volcans de la Sicile, avec l’objectif de démontrer la vie de l’âme dans l’au-delà. Avec les visions du VII et VIII siècles la structure et la géographie de l’au-delà furent plus définies ensuite à sa division en trois parties, avec l’adjonction du purgatoire. Les auteurs du VII et VIII siècles employèrent des éléments et des imagines de la tradition précédente pour la représentation de l’enfer
The research analyzes the representations of hell through the study of the evolution of its geography and its structure between late antiquity and the early middle ages in the literary sources. It is highlighted how in an era between the second and fifth centuries A. D. the hell was used as a synonym for inferi with the meaning of a place of waiting before the final judgment. The idea of the punishment of fire after death was already known from the early centuries of Christianity with theparable of Lazarus the poor and the rich man, narrated in the Gospel of Luke: this parable was used by the Church Fathers to demonstrate the separation between wicked souls in hell and right souls placed in the bosom of Abraham. The geography of the underworld, however, was not fully described until at least the fifth century, because the authors preferred a metaphorical use, which represented hell as synonymous of evil and sin. Starting from the fifth century with greater attentionto the destiny of the soul in the moment following death, the descriptions of hell became clearer and characterized by a more defined geography, as evidenced by the text of Visio Pauli, Augustine and Faustus's preaching. From the sixth century, and in particular with pope Gregory the Great, hell was definitively represented as the seat of eternal damnation, also thanks to the help of models belonging to the ancient tradition and the association with some places on earth, such as the volcanoes of Sicily, all being used as an important political tool which the papacy appropriated to explain the activity of the soul in the otherworld, against an environment who denied it. With the visions of the seventh and eighth centuries, finally, the structure and geography of hell became more complicated and defined in three spaces, because the authors added the purgatory space. To describe the otherworld the visions of the seventh and eight centuries used the pictures and themes already employed in the previous centuries
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Deiana, Denise. "Dall'Ade all'Inferno. Genesi e sviluppo della geografia infernale in Occidente tra tarda antichità e alto medioevo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3422228.

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Abstract:
The research analyzes the representations of hell through the study of the evolution of its geography and its structure between late antiquity and the early middle ages in the literary sources. It is highlighted how in an era between the second and fifth centuries A. D. the hell was used as a synonym for inferi with the meaning of a place of waiting before the final judgment. The idea of the punishment of fire after death was already known from the early centuries of Christianity with the parable of Lazarus the poor and the rich man, narrated in the Gospel of Luke: this parable was used by the Church Fathers to demonstrate the separation between wicked souls in hell and right souls placed in the bosom of Abraham. The geography of the underworld, however, was not fully described until at least the fifth century, because the authors preferred a metaphorical use, which represented hell as synonymous of evil and sin. Starting from the fifth century with greater attention to the destiny of the soul in the moment following death, the descriptions of hell became clearer and characterized by a more defined geography, as evidenced by the text of Visio Pauli, Augustine and Faustus's preaching. From the sixth century, and in particular with pope Gregory the Great, hell was definitively represented as the seat of eternal damnation, also thanks to the help of models belonging to the ancient tradition and the association with some places on earth, such as the volcanoes of Sicily, all being used as an important political tool which the papacy appropriated to explain the activity of the soul in the otherworld, against an environment who denied it. With the visions of the seventh and eighth centuries, finally, the structure and geography of hell became more complicated and defined in three spaces, because the authors added the purgatory space. To describe the otherworld the visions of the seventh and eight centuries used the pictures and themes already employed in the previous centuries.
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Rivera, Sanchez Sandy Carolina <1993&gt. "Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e parità di genere: il caso dell'Ecuador." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13058.

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Abstract:
In questo lavoro di ricerca sono stati studiati i passi in avanti che l’ONU ha portato a termine nel promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne nella realtà economica e sociale. Dopo un breve riassunto sulla storia dell’ONU e le distinte fasi dalla sua nascita a oggi, si è arrivati a esporre gli obiettivi di sviluppo sostenibile e in particolare l’obiettivo numero cinque, ossia “uguaglianza di genere e empowerment di donne e bambine”. Con questo tema si è sviluppato il resto della tesi. Il secondo capitolo si concentra sull’empowerment economico delle donne nel mercato del lavoro a livello mondiale, tenendo in considerazione le opinioni di donne e uomini sull’importanza della donna nel mercato del lavoro e cercando di capire i motivi per cui l’uguaglianza tra i sessi non è ancora stata completamente raggiunta. Sono state poi analizzate le sfide che le donne lavoratrici affrontano e infine quanto importante è il lavoro delle donne come fonte di reddito per la famiglia. Nel terzo e ultimo capitolo, grazie a dati oggettivi, sono stati studiati i fattori che riportano alla differenza di genere nel mercato del lavoro mettendo a confronto diverse aree del mondo. In seguito sono stati dimostrati i benefici economici a livello di sistema che si potrebbero ottenere attraverso la riduzione di questa differenze.
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Collauto, Dario <1993&gt. "Turismo delle origini: uno sguardo sul fenomeno a livello globale e sulle possibilità di sviluppo per l'Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10748.

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Abstract:
La tesi si occuperà di turismo delle origini, un fenomeno che coinvolge soprattutto (ma non solo) emigrati di prima e successiva generazione che durante le vacanze decidono di intraprendere un'esperienza di viaggio e turismo nel Paese d'origine loro o dei propri antenati. La tesi sarà così strutturata: il primo capitolo costituirà un'introduzione teorica al tema centrale, verranno brevemente illustrati fondamentali concetti di psicologia del turismo e di scienza genealogica, il secondo e il terzo capitolo valuteranno il fenomeno rispettivamente negli altri Paesi del mondo e in Italia. L'ultimo capitolo infine sarà una riflessione sulle prospettive di sviluppo di questa particolare forma di turismo in Italia. All'interno della tesi verranno presentati (nel primo, terzo e quarto capitolo) dei questionari dedicati a rilevare l'interesse (in particolare di italiani emigrati o discendenti di emigrati in altri Paesi del mondo) verso esperienze di turismo genealogico.
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Magarotto, Alessandro <1995&gt. "Memoria e sviluppo turistico dei fiumi della Grande Guerra. Piave e Isonzo durante e dopo il Centenario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16922.

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Abstract:
Lo studio analizza le opere di valorizzazione turistica compiute dagli enti pubblici e privati italiani e sloveni sui luoghi della memoria della Grande Guerra nei territori circostanti i fiumi Piave e Isonzo, prima e durante il Centenario del Primo conflitto mondiale. Verranno inoltre suggeriti nuovi itinerari di visita atti a rendere il Piave e l’Isonzo due destinazioni turistiche della memoria fondate sul rispetto della verità storica e la sostenibilità ambientale.
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Silivestru, Anamaria <1994&gt. "Il turismo diasporico per la comunità romena presente in Italia: una risorsa per lo sviluppo della Romania." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17682.

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Abstract:
Questo elaborato ha l’obiettivo di comprendere la funzione del turismo diasporico nel contesto della diaspora romena presente in Italia. Verranno esposti da un punto di vista teorico gli studi e le riflessioni relativi ai concetti di diaspora e turismo diasporico. Verrà infine analizzato il caso specifico della diaspora romena attraverso delle interviste sotto forma di questionario inoltrato online con l’intento di far emergere le caratteristiche, le percezioni e i punti di vista dei suoi membri sulle visite di ritorno nel Paese di origine considerando il rapporto con quest’ultimo.
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Calabrese, Maura <1987&gt. "La costruzione sociale della natura. Il Parco Nazionale di Yellowstone e lo sviluppo controverso del turismo sostenibile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4119.

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Abstract:
La creazione del Parco Nazionale di Yellowstone il 1 marzo del 1872, è stato il primo caso nella storia mondiale della preservazione di una vasta area naturale incontaminata ed è divenuto stimolo ed esempio per altri Paesi per la creazione di altre aree protette. La stessa concezione di Parco Nazionale ha riflettuto ed esportato nel mondo alcuni dei valori centrali della cultura americana. Ciò si è potuto determinare per svariati fattori fra cui: l’esperienza unica e peculiare degli Stati Uniti con la natura incontaminata; l’esistenza di un’ideologia democratica; la disponibilità di vaste aree naturali che hanno suscitato nel corso del tempo il desiderio di proteggerle; e infine, la ricchezza economica degli Stati che hanno permesso di non sfruttare le suddette aree per lo sfruttamento delle risorse. Annualmente circa 2 milioni di persone visitano il Parco di Yellowstone e le aree limitrofe. Scopo di questa tesi è analizzare i flussi turistici coinvolti nell'area, analizzare le pratiche sostenibili attivare sia dalla direzione del parco sia dall'azienda ricettiva e concessionaria Xanterra Parks and Resorts che vi opera e infine, individuare le principali problematiche presenti nel Parco derivanti dai flussi turistici.
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Mascaro, Giorgia <1991&gt. "Il Turismo come opportunità di Sviluppo Sostenibile: il ruolo delle ONG e il caso Art in Tanzania." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12254.

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Abstract:
Il turismo sostenibile, è da anni al centro di accesi dibattiti circa la sua capacità di promuovere lo sviluppo nei paesi emergenti e contribuire, quindi, al raggiungimento dei Sustainable Development Goals. L’eterogeneità del settore, che si configura come composto da panieri diversi di beni e servizi, unita alle sue straordinarie performance in termini di incassi e flussi, sembrano dare credito a questa corrente di pensiero, che guarda al turismo come un mezzo per il raggiungimento della sostenibilità socio-economica e naturalistica. Lo scopo di questa tesi è dunque quello di investigare e comprendere quale sia il tipo rapporto che lega lo sviluppo turistico allo sviluppo sostenibile focalizzando l’attenzione sulla posizione delle Organizzazioni Non Governative all’interno di questo rapporto. Le ONG, infatti, hanno assunto un ruolo maggiormente rilevante all’interno dell’industria turistica, facendosi promotrici di nuove tipologie e nuovi modi di fare turismo. All’interno di questo elaborato si farà riferimento, quindi, alle diverse modalità attraverso cui tali organizzazioni portano avanti progetti di sviluppo, ponendo l’accento su quello che sembra aver rappresentato per molti anni un vero e proprio trend in ambito turistico: il turismo di volontariato. Tale scelta trova una sua giustificazione nell’esperienza di tirocinio effettuata presso una ONG in Tanzania durante la quale è stato possibile comprendere in che modo questa, attraverso il sostegno di volontari e dei tirocinanti, contribuisca allo sviluppo delle comunità locali nella periferia di Dar Es Salaam.
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CILIBERTI, Diana. "Migrazioni, reti di cooperazione e sviluppo locale: dinamiche socio-territoriali della comunità senegalese in Italia." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2022. https://hdl.handle.net/11695/114308.

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Abstract:
La comunità senegalese in Italia rappresenta da anni un caso di studio nell’ambito di diverse discipline sociali interessate ad approfondirne le dinamiche migratorie, le strutture relazionali, ma anche le caratteristiche socio-spaziali e culturali. Certamente l’elemento che più di altri ha destato maggiormente l’attenzione verso questa collettività riguarda la sua capacità di organizzazione in forme aggregative riconosciute – associazioni e fondazioni – allo scopo di fornire sostegno ai propri connazionali immigrati, ma anche di agire per lo sviluppo dei territori di insediamento e di origine attraverso l’attivazione di reti relazionali transcalari. La tesi pone l’attenzione sull’associazionismo senegalese in Italia cercando di identificare quei fattori territoriali che hanno agito sulla sua evoluzione, in particolare sullo sviluppo di nuove progettualità, di network relazionali più forti, multi-situati e istituzionalmente riconosciuti. L’indagine empirica condotta in diversi contesti italiani ha fatto emergere una geografia dell’associazionismo senegalese assai diversificata che offre uno spunto di riflessione sulla possibilità di considerare queste associazioni reali agenti di sviluppo sia nei territori di origine che in quelli di destinazione; e sul ruolo che le politiche locali, in materia di intercultura, possono avere nel favorire la partecipazione attiva di queste organizzazioni alla vita pubblica locale e nel rafforzamento del capitale sociale territoriale.
The Senegalese community in Italy has been for years a relevant case study for different social disciplines interested in deepening its migratory dynamics, relational structures, but also its socio-spatial and cultural characteristics. Certainly the element that strongly attracted the attention toward this community is its ability to organize itself in recognized aggregative forms – associations and foundations – in order to provide support to co-nationals, but also to act for the development of territories, both in that of settlement than in those of origin, through the activation of transcalar relational networks. The thesis focuses on Senegalese associations in Italy, trying to identify the territorial factors that influenced its evolution, in particular the development of new projects and stronger, multi-located and institutionally recognized relational networks. The survey conducted in different italian contexts brought out a diversified geography of Senegalese associations which offers a reflection on the possibility of considering these associations as real agents of territorial development, both in territories of origin than in those of destination; and on the role that local policies, in the field of inter-culture, can play in encouraging the active participation of these organizations in local public life and in strengthening the territorial social capital.
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NICOLA, CHIARA. "Sviluppo della tecnologia di produzione del vetro : dalla protostoria all’età del Ferro." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/64143.

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Abstract:
In questa tesi di dottorato sono stati studiati i materiali vetrosi di due grandi culture italiane: la Golasecchiana e la Nuragica. La scelta è stata fatta al fine di coprire lacune di tipo temporale e geografico. Lacune temporali perchè la cultura di Golasecca (datata fine età del Bronzo – prima età del Ferro) rappresenta cronologicamente il passaggio tra le già ben studiate età del Bronzo ed età del Ferro; infatti in letteratura mancano proprio dati analitici relativi ai materiali vetrosi riguardanti questo periodo. Lacune geografiche perché non esistono dati su reperti protostorici provenienti dall’Italia insulare e meridionale. Sono stati infatti acquisiti dati analitici utili per la determinazione delle caratteristiche chimico-fisiche, per la conoscenza delle materie prime e delle tecniche utilizzate nella produzione dei reperti in esame. Inoltre lo studio ha il fine di rispondere a diverse domande archeologiche, ovvero se i reperti provengono da una produzione locale oppure se siano prodotti da artigiani itineranti, che avrebbero messo a disposizione delle popolazioni locali la loro esperienza tecnica e se parte delle materie prime fossero in seguito sostituite con quelle presenti in loco, oppure se siano avvenuti degli scambi commerciali. Per questo motivo, sono stati selezionati reperti archeologici a diversa tipologia e colorazione, di diversi contesti archeologici, provenienti dalle due grandi culture italiane. Si è proceduto con analisi chimiche tradizionali utilizzando un Microscopio Elettronico a Scansione (SEM) e una Microsonda Elettronica (EPMA). Le immagini ottenute al SEM sono state utilizzate per effettuare l’analisi d’immagine computerizzata (DIP). Le indagini archeometriche dei reperti delle due differenti culture hanno evidenziato notevoli differenze sia a livello composizionale che tipologico. Per quanto riguarda la cultura di Golasecca sono stati selezionati 35 reperti in materiale vetroso provenienti da 7 siti archeologici dell’area di Como. Fatta eccezione per una testa di spillone del XIII sec. a.C. (appartenente alla cultura di Canegrate) proveniente da Appiano Gentile, e tre vaghi del IX sec. a. C. provenienti dalla Cà Morta, i restanti campioni sono datati al Primo Ferro. La composizione chimica dei campioni, determinata tramite EPMA, ha mostrato principalmente la presenza di una ricetta di vetri tipo LMG (Low Magnesium Glasses) riscontrata nei campioni di tipologia predominante rappresentata da vaghi globulari bruni con decorazione ad occhi concentrici gialli, datati principalmente VII-V secolo a.C. Alcuni vetri hanno una composizione intermedia tra LMG ed HMG (High Magnesium Glasses) con un contenuto di MgO variabile tra 1 e 2%. I corpi di questi materiali presentano una fase vetrosa ricca in PbO (circa 20-40%), limitata a questo periodo, ed inclusioni di diversa natura. Mentre le decorazioni devono la loro colorazione gialla alla presenza di cristalli di antimoniati di piombo, riscontrati per la prima volta nei campioni provenienti dall’area di Como a partire dal VII secolo a.C. Solo per le tre perle del IX sec. a.C. è stata riscontrata una ricetta ad alcali misti o LMHK (Low Magnesium High Potassium), già ampiamente diffusa in Europa (Francia, Svizzera e Irlanda) nel Bronzo Finale, mentre la testa di spillone è HMG, ricetta utilizzata in Italia nel BM3-BR e indice di importazione dal Vicino Oriente. Per quanto riguarda la cultura Nuragica i reperti analizzati, costituiti da vaghi di collane, sono circa un centinaio e provengono da 14 contesti diversi delle provincie di Cagliari, Nuoro ed Oristano e sono datati a diverse fasi dell’età del Bronzo, fino alla prima età del Ferro. Nella maggior parte dei casi i reperti provengono da siti che gli archeologi non sono stati in grado di datare con esattezza. Fatta eccezione per le perle ad occhi e per alcuni campioni con tipologia unica e particolare, i vaghi analizzati hanno tipologia semplice, globulare o anulare, che non consente considerazioni specifiche circa la provenienza dei reperti. Vi è invece una notevole varietà di colorazioni, anche per vetri provenienti da uno stesso sito. I materiali vetrosi studiati sono classificabili in vetri e faience. I vetri risultano essere nella maggior parte dei casi ben conservati; le ricette utilizzate sono diverse: principalmente sono quelle di tipici vetri LMG ed HMG, mentre alcuni vetri hanno una composizione intermedia tra LMG ed HMG con un contenuto di MgO variabile tra 1 e 2% ed altri si collocano in un gruppo caratterizzato da un contenuto elevato di MgO (4-8%), come per gli HMG, ma da un contenuto leggermente superiore di K2O (fino a 5%). Non compaiono mai vetri a composizione LMHK diffusi in tutta Europa nell’età del Bronzo Finale. Le colorazioni sono le più svariate; di notevole interesse sono i vetri gialli opachi che devono la loro colorazione alla presenza di inclusioni di antimoniati di piombo. Le faience sono principalmente di due tipologie: segmentate e discoidali. In funzione della colorazione sono divisibili in due classi principali: bianche/azzurre e nere/marroni. Alcuni campioni presentano una superficie molto alterata e quindi non è stato possibile determinare la composizione chimica della matrice vetrosa originale. La maggior parte delle faience alterate sono quelle discoidali di colore azzurro/bianco caratterizzate da analisi chimiche con chiusure molto basse e matrice povera di alcali. Tuttavia è ancora visibile l’elevato tenore di CuO responsabile della colorazione. Questi reperti sono caratterizzati da rare inclusioni di ossido di Sn con stechiometria tipo SnO2. Mentre le faience ben conservate sono quelle di colore nero/marrone e presentano una composizione peculiare, con concentrazioni di MgO tra 0.57 e 0.99%, tipici di vetri LMG, ma con contenuti di K2O superiori ( 3%). Inoltre presentano un interessante e caratteristico alto tenore di FeO e MnO, che è direttamente correlabile all’elevato numero di inclusioni di ossidi di Fe e Mn.
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Piastra, Stefano <1977&gt. "Il Parco Regionale della Vena del Gesso romagnola: i valori ambientali e culturali, il faticoso iter di approvazione, le prospettive di sviluppo locale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1021/1/Tesi_Piastra_Stefano.pdf.

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Piastra, Stefano <1977&gt. "Il Parco Regionale della Vena del Gesso romagnola: i valori ambientali e culturali, il faticoso iter di approvazione, le prospettive di sviluppo locale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1021/.

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GASPARINI, NICOLETTA. "La dimensione culturale della politica regionale dell'Unione europea: i fondi strutturali per la cultura: criticità e prospettive di sviluppo per il territorio laziale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/201853.

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De, Marchi Luca <1985&gt. "Validazione idromorfologica dei siti di riferimento fluviali in Friuli-Venezia Giulia e sviluppo di una metodologia sperimentale per la valutazione della qualità morfologica dei corsi d'acqua di risorgiva." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4754.

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Abstract:
Condizioni di riferimento tipo specifiche che descrivano i siti senza (o con piccoli) disturbi antropici sono una delle basi per l'applicazione della Direttiva Europea Quadro Acque; secondo le indicazioni di questa, per poter essere definiti “di riferimento”, i tratti necessitano di risultare in condizioni elevate sia per quanto riguarda i “classici” parametri chimico-fisici e biologici, sia, innovativamente, per quelli idromorfologici. In questo lavoro, tramite il calcolo dell'Indice di Qualità Morfologica (Rinaldi et al., 2011), ho potuto effettuare la validazione morfologica dei siti candidati, proposti seguendo la metodologia “criteri per la selezione dei siti di riferimento fluviali per la direttiva 2000/60/EC” (Buffagni et al., 2008) adottata dall'ARPA FVG. Tale metodologia ha permesso di identificare 23 tratti idonei in tre delle quattro idroecoregioni presenti in Friuli-Venezia Giulia (02, 03, 07), mentre i criteri richiesti sono risultati troppo penalizzanti per l'idroecoregione 06 “Pianura Padana”. La seconda parte del lavoro è stata quindi incentrata sullo sviluppo di un metodo sperimentale, basato sull'IQM, per la valutazione morfologica dei corpi idrici più rappresentativi della porzione veneto-friulana dell'HER 06: i corsi d'acqua di risorgiva. Ho modificato gli indicatori per il calcolo dell'IQM in modo che risultassero specifici per il contesto. Questo ha reso il metodo più sensibile alle variazioni morfologiche peculiari dei corsi d'acqua di risorgiva e, a sua volta, ciò ha permesso di stilare una lista di tratti potenzialmente candidabili a “siti di riferimento” (per la cui validazione dovrà essere sviluppata la procedura di eccezione prevista nel metodo Buffagni).
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MAFFI, LUCIANO. "Territorio e vitivinicoltura nell'Oltrepò Pavese: dall'indagine geostorica alle sfide attuali della geoeconomia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/383.

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Abstract:
La ricerca analizza l’evoluzione della vitivinicoltura nell’Oltrepò Pavese quale elemento caratterizzante il paesaggio di questo territorio. Tale settore produttivo risulta essere una delle principali attività svolte nell’area in esame e ne caratterizza l’economia, il paesaggio collinare, le tradizioni e le forme identitarie, specialmente nellla zona centro-orientale, ossia nei territori che gravitano sui centri urbani di Casteggio, Broni e Stradella. Il lavoro si propone di approfondire anzitutto la valorizzazione della tipicità e del locale, riassunti e rappresentati nel termine terroir, che indica l’insieme degli elementi geomorfologici, climatici, antropici e culturali che rendono unico un prodotto (in questo caso il vino), mettendo così il locale al centro di un’analisi che si può estendere poi a riflessioni di ordine generale. L’indagine geografica ha studiato gli aspetti ambientali e quelli antropici, nonché le loro relazioni. Si è fatto riferimento ai fattori geologici, pedologici e climatici, che altresì sono gli elementi imprescindibili degli studi di «zonazione» che si occupano proprio dell’interazione tra viticoltura e ambiente. L’indagine geostorica-territoriale si è rivolta soprattutto ai seguenti temi: il paesaggio vitivinicolo; i tipi di vitigni impiantati e i relativi sistemi di coltivazione; le produzioni e la commercializzazione del prodotto; la rappresentazione delle proprietà e del territorio attraverso i catasti. Inoltre si approfondiscono i temi geoeconomici sia a scala globale sia a scala locale, grazie alla rielaborazione delle informazioni relative al settore produttivo. Il contesto locale pertanto è confrontato con quello regionale, nazionale e globale, al fine di comprenderne i legami, soprattutto in relazione alle attuali sfide geoeconomiche.
In this thesis we analyse the evolution of grape growing and wine making as two of the elements which have contributed to the shaping of the landscape in the Oltrepò Pavese and represent two of the main economic activities of this geographic area, with is often identified with them – particularly in the mid-western part, i.e., the areas around the towns of Casteggio, Broni and Stradella. My main goal is to investigate the ways in which the values of locality and typicity – represented by the term terroir – are promoted. “Terroir” stands for, and comprises, a number of elements such as geo-morphological and climatic features, as well as human and cultural factors, all of which contribute to the uniqueness of a product like wine. My research thus starts from, and gives prominence to, the local level, in order to formulate a set of observations from which more general conclusions may then be drawn. The geographical investigation focusses on the environmental and human factors as well as their interrelationships. In its course, we refer to factors such as geology, pedology and climate, the crucial elements of all studies of «zoning», which describe precisely the complex interaction between grape growing and the environment. The geo-historical analysis concentrates especially on thematic areas such as the landscape; the varieties of grape that are planted and the respective growing techniques; the production and marketing of the produce; the ways in which property boundaries and the territory have been represented in land registries. The geo-economic factors, at both the local and global levels, are investigated through the analysis of the data from the production sector. The local context is thus compared to the regional, national and global ones in order to better understand the nature of their interactions and provide useful insights in relation to the challenges posed by the current geo-economic scenarios.
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MAFFI, LUCIANO. "Territorio e vitivinicoltura nell'Oltrepò Pavese: dall'indagine geostorica alle sfide attuali della geoeconomia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/383.

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Abstract:
La ricerca analizza l’evoluzione della vitivinicoltura nell’Oltrepò Pavese quale elemento caratterizzante il paesaggio di questo territorio. Tale settore produttivo risulta essere una delle principali attività svolte nell’area in esame e ne caratterizza l’economia, il paesaggio collinare, le tradizioni e le forme identitarie, specialmente nellla zona centro-orientale, ossia nei territori che gravitano sui centri urbani di Casteggio, Broni e Stradella. Il lavoro si propone di approfondire anzitutto la valorizzazione della tipicità e del locale, riassunti e rappresentati nel termine terroir, che indica l’insieme degli elementi geomorfologici, climatici, antropici e culturali che rendono unico un prodotto (in questo caso il vino), mettendo così il locale al centro di un’analisi che si può estendere poi a riflessioni di ordine generale. L’indagine geografica ha studiato gli aspetti ambientali e quelli antropici, nonché le loro relazioni. Si è fatto riferimento ai fattori geologici, pedologici e climatici, che altresì sono gli elementi imprescindibili degli studi di «zonazione» che si occupano proprio dell’interazione tra viticoltura e ambiente. L’indagine geostorica-territoriale si è rivolta soprattutto ai seguenti temi: il paesaggio vitivinicolo; i tipi di vitigni impiantati e i relativi sistemi di coltivazione; le produzioni e la commercializzazione del prodotto; la rappresentazione delle proprietà e del territorio attraverso i catasti. Inoltre si approfondiscono i temi geoeconomici sia a scala globale sia a scala locale, grazie alla rielaborazione delle informazioni relative al settore produttivo. Il contesto locale pertanto è confrontato con quello regionale, nazionale e globale, al fine di comprenderne i legami, soprattutto in relazione alle attuali sfide geoeconomiche.
In this thesis we analyse the evolution of grape growing and wine making as two of the elements which have contributed to the shaping of the landscape in the Oltrepò Pavese and represent two of the main economic activities of this geographic area, with is often identified with them – particularly in the mid-western part, i.e., the areas around the towns of Casteggio, Broni and Stradella. My main goal is to investigate the ways in which the values of locality and typicity – represented by the term terroir – are promoted. “Terroir” stands for, and comprises, a number of elements such as geo-morphological and climatic features, as well as human and cultural factors, all of which contribute to the uniqueness of a product like wine. My research thus starts from, and gives prominence to, the local level, in order to formulate a set of observations from which more general conclusions may then be drawn. The geographical investigation focusses on the environmental and human factors as well as their interrelationships. In its course, we refer to factors such as geology, pedology and climate, the crucial elements of all studies of «zoning», which describe precisely the complex interaction between grape growing and the environment. The geo-historical analysis concentrates especially on thematic areas such as the landscape; the varieties of grape that are planted and the respective growing techniques; the production and marketing of the produce; the ways in which property boundaries and the territory have been represented in land registries. The geo-economic factors, at both the local and global levels, are investigated through the analysis of the data from the production sector. The local context is thus compared to the regional, national and global ones in order to better understand the nature of their interactions and provide useful insights in relation to the challenges posed by the current geo-economic scenarios.
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Cervesato, Carlotta. "Office du Niger e Progetto Gezira: da progetti di affermazione coloniale a nuove territorialità." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422607.

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Abstract:
The research I’ve been carrying on sets its main issue on the link between irrigation projects and the territorial outputs in Sahelian-Sudanese region, focusing particularly on the research question about how the territory can be created by the projects themselves and when this process could be identified with a local development process. This paper focuses on two peculiar case studies, as the biggest irrigation projects in the considerated area: Gezira Project in Sudan and Office du Niger in Mali; both present interesting features to pursue a comparative study about their own territorial evolution along with the hydraulic territorialization and the new territoriality. After two research missions on the field, it has been possible to have a complete analysis of the social dynamics on the two project territories, to better understand the processes that have been implemented along with the territorialization and territoriality issues. In the final part of the paper the theoretical framework and the territorial outputs are linked, to better analyze the territorialization process according to the territorial sustainability (in which can be found the economic, social, political and environmental one).
La ricerca svolta ha posto il suo focus principale sul legame tra i progetti irrigui e il territorio nell’area Saheliano-Sudanese, e nello specifico sul capire quanto i progetti irrigui abbiano creato territorio e quanto questo possa effettivamente portare ad una creazione di processi di sviluppo locale nell’area considerata,. Per la stesura della tesi sono stati scelti come casi studio due grandi progetti irrigui dell’area Saheliano-Sudanese, il Progetto Gezira in Sudan e l’Office du Niger in Mali; entrambi progetti molto estesi, presentano caratteristiche interessanti per uno studio comparativo dell’evoluzione del territorio inserita all’interno del processo di territorializzazione idraulica. Dopo aver messo a fuoco i concetti fondamentali necessari per affrontare un’analisi completa delle dinamiche territoriali, si è potuto svolgere due brevi missioni sul campo nei mesi di dicembre 2010 in Sudan e in novembre-dicembre 2011 in Mali. Lo scopo delle missioni è stato quello di avere una mappatura più dettagliata delle dinamiche attoriali sul territorio in corso in questo momento, capirne i processi che hanno portato allo stato attuale delle cose e analizzarne le caratteristiche secondo gli apporti teorici della territorializzazione e della territorialità. È nella parte finale della trattazione che si mettono in relazione il quadro teorico e le nuove territorialità dell’Office du Niger e del Progetto Gezira, analizzando i risultati territoriali del processo di territorializzazione idraulica secondo i paradigmi della sostenibilità territoriale (che si articola in economica, sociale, politica e ambientale).
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GABBRIELLI, EMANUELE. "L’impatto delle Misure Agroambientali nella Regione Toscana. Un'Analisi Multicriteriale Geografica." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/995008.

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Abstract:
SOMMARIO. Le misure agroambientali, inserite nei Piani di Sviluppo Rurale (PSR), rivestono un ruolo di primaria importanza all’interno delle Politiche Comunitarie. Sia dal punto di vista degli importi stanziati, sia da quello delle superfici interessate, queste misure costituiscono in quasi tutte le regioni il principale strumento di finanziamento dei Programmi di Sviluppo Rurale. La valutazione degli effettivi impatti generati delle misure agroambientali sui sistemi rurali non risulta però completamente chiara. I vari documenti di valutazione ex post degli effetti dei PSR mostrano evidenti lacune nella quantificazione di diversi impatti attribuiti a queste misure. Questa complessità è dovuta principalmente alla specificità tecnica dei servizi ambientali, che sono difficilmente identificabili e misurabili. La ricerca ha avuto lo scopo di fornire un modello di analisi adattabile alle diverse situazioni territoriali, in grado di analizzare la distribuzione e l’impatto dei finanziamenti comunitari, per le misure del Piano di Sviluppo Rurale che prevedono aiuti a superficie. In particolare l’analisi si è concentrata sulle misure agroambientali dell’agricoltura biologica e dell’agricoltura integrata, del PSR 2007-2013 della Regione Toscana. Nella prima parte, grazie all’utilizzo di un database appositamente costruito è stato possibile delineare un quadro completo degli interventi, valutandone gli obiettivi politici e analizzandone l’effettiva assegnazione sul territorio. La seconda parte ha visto l’impiego di un modello geografico di valutazione multicriteriale, con lo scopo di identificare una metodologia per un’analisi approfondita della distribuzione e dell’impatto sul territorio delle misure stesse. In particolare, è stata condotta una simulazione sugli effetti economici ed ambientali di riduzioni del budget di finanziamenti comunitari, attraverso l’impiego dei dati georeferenziati dei singoli poligoni di tutte le particelle aziendali oggetto d’impegno agroambientale. L’obiettivo è stato quello di sviluppare un supporto all’intervento pubblico nelle strategie di gestione e di programmazione degli interventi, con riferimento specifico alle interazioni tra sviluppo agricolo e qualità ambientale. L’approccio metodologico utilizzato potrà costituire uno strumento utile per coadiuvare i policy maker nelle loro decisioni, in sede di analisi ex-ante, intermedia ed ex-post, anche in previsione delle nuove misure relative alla programmazione 2014-2020. ABSTRACT. Agri-environment measures, included into the Rural Development Programmes (RDPs), play a major role within the Community Policies. In most regions these measures are the main funding of Rural Development Programmes, from the point of view of amount allocated and areas concerned. However, the evaluation of the impacts generated by agri-environment measures on rural systems, is not completely definite. The various ex-post evaluations on the effects of RDPs show evident gaps in the quantification of different impacts attributed to these measures. This complexity is mainly due to the technical peculiarity of environmental services, which are hardly identifiable and measurable. The research was aimed to provide an analysis pattern suitable to different territorial situations. Through the research it was possible to analyze the distribution and impact of EU funding for the measures of Rural Development Plan which provide aid to area. The analysis particulary focused on agri-environment measures of organic farming and integrated agriculture, of RDP 2007-2013 in Tuscany. In the first part, thanks to the use of a purpose-built database, it was possible to define a complete framework for all interventions. It was also possible to evaluate political aims and analyze the actual assignment in the area. The second part of this research shows the use of a multi-criteria’s geographic pattern evaluation, with the aim of identifying a methodology for an in-depth analysis of distribution and impact on territory of the measures. In particular, it was conducted a simulation on the economical and environmental effects of EU funding budget reductions, through the use of geo-referenced data of individual polygons for all business particles subject to agri-environmental commitment. The aim was to develop a support for public intervention in management strategies and operations planning, with specific reference to the interactions between agricultural development and quality environmental. The methodological approach employed will be a helpful tool to assist policy makers in their own decisions, in ex-ante, interim and ex-post analysis, also in preparation for the new measures on programming 2014-2020.
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