Academic literature on the topic 'Geografia dello sviluppo'

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Journal articles on the topic "Geografia dello sviluppo"

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Messina, Nunziata. "IL SAPERE GEOGRAFICO E LE TEORIE PEDAGOGICO – DIDATTICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no. 1 (July 2, 2016): 413. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.307.

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Abstract:
Anticamente, il sapere geografico era imperniato soprattutto sulla dimensione della Terra, vista prioritariamente come corpo celeste e collegata all’attività cartografica. Nel Rinascimento il rinnovamento culturale ebbe ripercussioni anche sul livello educativo, gli umanisti consideravano l’uomo all’inizio di un’era nuova. Le grandi scoperte geografiche aprirono nuovi orizzonti verso la conoscenza del mondo e verso le diverse applicazioni didattiche. Michel Eyquem de Montaigne sosteneva che l’insegnamento della geografia doveva basarsi sull’osservazione diretta, collegando la geografia alla storia. Il filosofo John Locke vide nella geografia una disciplina particolarmente proficua per lo sviluppo dello spirito di osservazione, in quanto, attraverso le passeggiate scientifiche, le gite ed i viaggi, l’allievo poteva riuscire ad avere una conoscenza diretta delle cose. Nel ‘700 si sviluppò l’Illuminismo ispirato ai principi razionali; Jean – Jacques Rousseau nella sua opera, “Emilio”, evidenziò la grande forza e il valore educativo dell’ambiente, egli ribadiva che nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza si sviluppa nel ragazzo la curiosità di conosce il mondo, in questo la geografia diviene un importante alleato anche per lo studio delle scienze. Dopo la seconda metà dell’ottocento si affermarono il naturalismo e il positivismo, in questo periodo anche nelle Università Italiane venne introdotta la geografia e un impulso positivo per l’insegnamento geografico nella scuola elementare fu dato da Filippo Porena che propose una nuova metodologia basata sull’utilizzo di diversi metodi: metodo oggettivo (immagini); metodo naturale; geografia locale e lettura e disegno delle carte geografiche. L’uso del disegno divenne una metodologia importante in tutte le scienze ma soprattutto nelle geografia.
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Pepa, Mariasole. "Cooperazione agricola Cina-Tanzania: innovazione o dipendenza?" RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2021): 105–37. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12537.

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Abstract:
Negli ultimi decenni i maggiori cambiamenti nella geografia dello sviluppo sono relativi all'ascesa dei paesi BRICS e in particolare alla Cina in Africa. L'articolo – servendosi dell'esempio fornito, attraverso una ricerca sul campo, dal Centro di dimostrazione tecnologica dell'agricoltura in Tanzania – si propone di esaminare l'evoluzione della cooperazione agricola Cina-Africa come rappresentativa di pratiche e modalità della cooperazione Sud-Sud. Il contributo interroga la presenza cinese in Africa come generatrice di relazioni di dipendenza e, allo stesso tempo, riflette sul ruolo della Cina come elemento di diversificazione della dipendenza africana. La ricerca condotta intende stimolare una riflessione critica sulla cooperazione agricola sino-africana, contribuendo al dibattito geografico circa lo sviluppo delle relazioni BRICS-Sud.
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Capriati, Michele. "Spesa pubblica e sviluppo umano nelle Regioni italiane." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 2 (June 2011): 23–56. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002002.

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Abstract:
Il lavoro ha l'obiettivo di analizzare le relazioni tra spesa pubblica e sviluppo umano nelle Regioni italiane. I principali risultati mettono in evidenza una geografia dello sviluppo umano regionale molto diversa da quella basata sul Pil pro capite. Inoltre, nel periodo considerato vi č una debole convergenza territoriale del benessere. Lo sviluppo delle Regioni sembra dipendere in misura significativa dalla spesa per il lavoro e la sicurezza sociale, capitale umano e ambiente mentre un contributo negativo sembra provenire dai trasferimenti in conto capitale per le attivitŕ produttive.
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Chiarello, Franco, and Lidia Greco. "Territorio e regolazione tra locale e globale: il caso delle politiche di sviluppo italiane." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 118 (July 2010): 40–52. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118003.

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Abstract:
Questo articolo fa il punto del dibattito sulle politiche di sviluppo in Italia, interrogandosi sul cambiamento della regolazione intervenuto negli ultimi decenni nel nostro Paese, sull'emergere di nuove scalaritŕ e sugli esiti ad esse associate, utilizzando i contributi della sociologia economica e della geografia politica. Il Mezzogiorno č il principale riferimento dell'analisi. Si sostiene che la forte discontinuitŕ introdotta nella politica di sviluppo non č riuscita a contribuire ad una altrettanto forte discontinuitŕ nelle dinamiche economiche del Mezzogiorno. Le difficoltŕ non risiedono tanto nelle caratteristiche interne al modello quanto nella complessitŕ della tensione tra locale e globale. L'articolo suggerisce l'opportunitŕ di tornare a pensare allo sviluppo come ad una questione socio-politica e ad assumere una visione complessiva del problema. Rispetto a questo, č opportuno riconsiderare il ruolo dello Stato.
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Journals, FrancoAngeli. "Intermodalità ferroviaria e assetto territoriale dei porti gateway: il caso di La." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 4 (December 2021): 104–36. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12960.

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Abstract:
Il contributo affronta un tema rilevante per la geografia dei trasporti: l'intermodalità portuale. L'obiettivo dell'articolo è quello di verificare in particolare l'importanza dell'intermodalità ferroviaria nei porti gateway. Il caso esaminato (La Spezia) dimostra come i collegamenti intermodali ferroviari possano influenzare positivamente lo sviluppo portuale generando un aumento della movimentazione dei container marittimi e un ampliamento del retroterra servito e incidendo quindi sulla competitività dello scalo e dei territori connessi. La metodologia di analisi utilizzata per il caso di La Spezia può essere applicabile anche ad altri porti gateway dotati di connessione ferroviaria, al fine di ottenere elementi utili per l'elaborazione di politiche territoriali strategiche.
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Scaramellini, Guglielmo, and Luca Muscarà. "Calogero Muscarà(1929-2020)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 114–24. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13370.

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Abstract:
Il 5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscarà è mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidità che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unità a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo "Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscirà quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli è stato possibile invece completare un altro saggio, più approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, già steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unità e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri). Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Société de Géographie de Paris e della Società geografica italiana di Roma, Calogero Muscarà è stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.
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Molli, Samuele Davide, and Maurizio Ambrosini. "Immigrazione, Religione e Integrazione. Il caso delle comunità sikh e filippine in Lo." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (October 2021): 99–121. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12470.

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Abstract:
La trasformazione multireligiosa dell'Italia è uno dei più rilevanti fenomeni sociali seguiti ai flussi migratori, nonché una delle questioni più controverse. L'articolo entra nel merito del nuovo pluralismo e discute il rapporto tra le comunità religiose ristabilite dagli immigrati e i processi di integrazione che ne derivano. Dopo una rassegna della letteratura internazionale sul tema, il contributo prende in esame due casi studio rappresentativi dei tipi di pluralismo religioso: il caso dei sikh in provincia di Bergamo e dei cattolici filippini nella città di Milano; in chiave comparativa, si confronta il ruolo della religione per due significative esperienze di radicamento territoriale e di partecipazione economica degli immigrati in Lombardia. Nello specifico, in primo luogo, vengono ricostruiti i processi alla base dello sviluppo di una nuova geografia religiosa; si analizzano le differenti risorse che la partecipazione ai luoghi di culto fornisce ai fedeli sikh e filippini per fronteggiare le difficoltà derivanti dall'inserimento in nuovo contesto. Vengono poi esaminate le forme di accettazione nei confronti di tali tipi di pluralismo, e infine viene indagato lo spirito civico sviluppato invece verso la più ampia realtà sociale. L'articolo conclude mostrando come le comunità religiose, nonostante le difficoltà rilevate rispetto al loro riconoscimento, siano una risorsa per i processi di integrazione degli immigrati, con importanti ricadute per la società ricevente.
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8

Senatori, Iacopo. "Filiera agroalimentare, tutela del lavoro agricolo e modelli contrattuali di regolazione collettiva: una geografia negoziale dello sviluppo sostenibile." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 164 (January 2020): 593–632. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2019-164002.

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9

De Falco, Stefano. "Un'analisi geografica dei determinanti insediativi delle imprese a Napoli." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 147–57. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095016.

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Abstract:
Il contributo riporta la sintesi di un'attività di ricerca triennale svolta nell'ambito di un progetto finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico. L'obiettivo del lavoro è verificare l'influenza di configurazioni topologiche delle imprese, in forma clusterizzata o indipendente, e tipologiche in termini di diverso settore industriale di loro afferenza, sui determinanti di scelta localizzativa in ambito urbano. L'analisi empirica ha riguardato l'area urbana di Napoli e il campione di imprese analizzate è stato selezionato in ottica della strategia regionale di sviluppo aziendale RIS3 (Research Innovation Smart Specialization Strategy) della Regione Campania per la piena conformità tra le linee di intervento ministeriali e quelle regionali.
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Candela, Andrea. "Il contributo della riflessione ecologica negli studi di storia della cultura materiale. Considerazioni di sintesi." SOCIETÀ E STORIA, no. 137 (September 2012): 627–39. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137005.

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Abstract:
La storia della cultura materiale ha ormai assunto la funzione di utile strumento di ricerca mediante il quale accrescere l'insieme delle conoscenze riguardanti una specifica area geografica, consentendo la valorizzazione del suo complesso patrimonio di risorse naturali ed antropiche. Gli studi di cultura materiale hanno infatti acquisito, nel contesto delle indagini storiche e paesaggistiche italiane, sulla scia della lezione europea ed internazionale, un ruolo preliminare nelle differenti iniziative di riqualificazione economica e culturale del territorio. Si veda, ad esempio, l'esperienza, ormai diffusa, che ha incoraggiato la nascita di diverse realtÀ ecomuseali. L'articolo cerca dunque di chiarire l'importanza di tale settore di ricerche nello studio interdisciplinare della storia e della conservazione del territorio, ripercorrendone gli andamenti storico-epistemologici e illustrandone alcune linee di sviluppo relativamente recenti, che hanno coinvolto ambiti quali le scienze naturali e biologiche.
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Dissertations / Theses on the topic "Geografia dello sviluppo"

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Buzzi, Monica <1973&gt. "Conservazione della natura e sviluppo locale: un binomio possibile? Il sistema delle aree protette della Provincia di Bologna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/287/1/tesimonicabuzzi.pdf.

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Buzzi, Monica <1973&gt. "Conservazione della natura e sviluppo locale: un binomio possibile? Il sistema delle aree protette della Provincia di Bologna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/287/.

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Negro, Erica <1992&gt. "Turismo responsabile e sviluppo sostenibile delle comunità locali. Il caso della Rift Valley in Kenya." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13808.

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Abstract:
Come dichiarato dal UNWTO, il turismo rappresenta un importante strumento per lo sviluppo sostenibile e la riduzione della povertà nel mondo. Tuttavia, nei Paesi del Global South il settore turistico è in gran parte gestito dalle compagnie turistiche internazionali, escludendo le comunità locali dai processi decisionali e di condivisione dei benefici. Il seguente elaborato si prefigge l’obiettivo di esaminare il ruolo del turismo responsabile, quale modalità di turismo sostenibile, nello sviluppo socio-economico dei territori rurali e marginali, ma caratterizzati da un significativo patrimonio naturale e culturale. La questione viene affrontata attraverso l’analisi del caso studio dell’area del bacino del fiume Molo nella regione della Rift Valley in Kenya, dove l’Ong italiana Mani Tese ha promosso lo sviluppo turistico inclusivo attraverso un progetto di Community-Based Tourism (CBT). Grazie al lavoro di ricerca sul campo si è resa possibile l’osservazione degli impatti generati dal turismo sul territorio, e un’attenta valutazione, attraverso l’uso di interviste semi-strutturate, del livello di partecipazione comunitaria. Sebbene le numerose sfide che interessano le CBT organizations in Kenya, come la sostenibilità nel lungo periodo e l’accesso al mercato, il turismo responsabile si presenta come un’importante opportunità per lo sviluppo socio-economico locale e la sensibilizzazione di viaggiatori e locali ai temi della sostenibilità ambientale e dell’equità sociale.
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Dal, Borgo Alice Giulia <1976&gt. "Il futuro delle Alpi sui sentieri della sostenibilità. Qualità ambientale e sviluppo economico nelle regioni alpine." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/289/1/Alice_Giulia_Dal_Borgo._Tesi_Dottorato._Il_Futuro_delle_Alpi.pdf.

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Abstract:
Il tema dello sviluppo sostenibile, e i numerosi ambiti di ricerca e di applicazione a esso connessi, è oramai coralmente accettato dalla comunità scientifica, intellettuale e politica internazionale. Tuttavia, una certa tendenza a una sua iper-utilizzazione può comportare svuotamento di significati e perdita di valore. Obiettivo della presente ricerca, dunque, è quello di ripensare il concetto della sostenibilità tenuto conto delle trasformazioni strutturali che hanno interessato le regioni alpine tra il XIX e il XX secolo e sulla base di esperienze realizzate, in atto o in potenza che ben ne evidenzino le possibili applicazioni a livello regionale e locale. A tal fine, nel corso della trattazione si propone un’analisi delle buone pratiche incontrate lungo il cammino compiuto sui sentieri della sostenibilità.
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Dal, Borgo Alice Giulia <1976&gt. "Il futuro delle Alpi sui sentieri della sostenibilità. Qualità ambientale e sviluppo economico nelle regioni alpine." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/289/.

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Abstract:
Il tema dello sviluppo sostenibile, e i numerosi ambiti di ricerca e di applicazione a esso connessi, è oramai coralmente accettato dalla comunità scientifica, intellettuale e politica internazionale. Tuttavia, una certa tendenza a una sua iper-utilizzazione può comportare svuotamento di significati e perdita di valore. Obiettivo della presente ricerca, dunque, è quello di ripensare il concetto della sostenibilità tenuto conto delle trasformazioni strutturali che hanno interessato le regioni alpine tra il XIX e il XX secolo e sulla base di esperienze realizzate, in atto o in potenza che ben ne evidenzino le possibili applicazioni a livello regionale e locale. A tal fine, nel corso della trattazione si propone un’analisi delle buone pratiche incontrate lungo il cammino compiuto sui sentieri della sostenibilità.
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BORGO, A. G. DAL. "Il futuro delle Alpi sui sentieri della sostenibilità : qualità ambientale e sviluppo economico nelle regioni alpine." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/42481.

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Maric, Nina <1988&gt. "Sviluppo sostenibile del territorio turistico - il caso della Lecca Segna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2679.

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Brusarosco, Anna. "Geografia e cooperazione: i progetti di sviluppo rurale della cooperazione italiana in Bosnia Erzegovina." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427454.

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Abstract:
The research starts from the assumption that the Bosnian War (1992-1995) can be interpreted as an event of de-territorialization, which entailed both material and immaterial changes in the territory of this country. After the conflict, the international cooperation has acted as an external actor in the reconstruction process of this territory. The thesis focuses in particular on the role played in this process by the rural development projects which have been carried out by Italian NGOs with the Italian Ministry of Foreign Affairs’ funding. In the first part the theoretical framework of the research is illustrated, including both the strictly geographical theories and the ones concerning the concepts of development and international cooperation. Then the story of these concepts is delineated and some critical elements are underlined. In the third chapter the relationship between geography and cooperation is deepened, making reference to some fundamental authors which has studied this theme; finally, the research questions are defined. Therefore the thesis intends to move within the framework of both a geography of cooperation and a geography for cooperation. In the second part the model adopted for the analysis is described, as well as some methodological aspects and the study cases chosen for the survey, which will be precisely illustrated in the Attachment n. 1.In the third part the temporal and spatial background of the research are illustrated, describing first of all the physical geography of Bosnia and Herzegovina. The history of this country is developed focusing above all on some issues which are useful in order to understand the construction process of this territory over the time, paying particular attention to the rural context. Finally, in the eighth chapter the territorial outcomes of the war and the current situation of Bosnia and Herzegovina are explained; the specific territories involved in the analysed projects are described, too. The fourth part is dedicated to the analysis of both the context actors (European Union, State, Entities, UTL – Local Technical Unit of Italian Cooperation) and the specific projects. The involved external and internal actors are identified, as well as their logic, strategies, systems of action and also the territorial outcomes of each intervention. Starting from this analysis, in the fifth part we propose some considerations concerning both the role of Italian NGOs in the reconstruction process of the Bosnian rural territory and the relationship between geography and international cooperation.
La ricerca nasce dal presupposto che la guerra in Bosnia Erzegovina (1992-1995) possa essere letta come evento deterritorializzante, che ha comportato una modificazione sia materiale che immateriale del territorio del Paese. La cooperazione internazionale allo sviluppo è successivamente intervenuta come attore esterno nel processo di ricostruzione di questo territorio. La tesi si concentra particolarmente sul ruolo in questo processo dei progetti di sviluppo rurale, realizzati da ONG italiane con il finanziamento del Ministero Affari Esteri italiano. Nella prima parte viene quindi descritto il quadro teorico di riferimento, prima di tutto quello strettamente geografico, e poi quello relativo ai concetti di sviluppo e di cooperazione internazionale. Viene quindi delineata la storia di questi concetti e messi in luce alcuni elementi critici. Nel Cap. 3, invece, si approfondisce il tema dei rapporti tra geografia e cooperazione internazionale, riprendendo alcuni autori fondamentali che si sono occupati della questione, per giungere poi alla definizione delle domande di ricerca. La tesi si muoverà quindi nel quadro di una geografia della cooperazione e di una geografia per la cooperazione. Nella seconda parte vengono descritti il modello analitico adottato, alcuni aspetti metodologici e i casi di studio scelti per l’indagine, che verranno poi dettagliati nell’Allegato 1. Nella terza parte verrà quindi fornito il quadro temporale e spaziale della problematica, descrivendo innanzitutto le caratteristiche fisiche della Bosnia Erzegovina. La storia del Paese verrà sviluppata concentrandosi soprattutto su alcune questioni utili a comprendere come il territorio si sia costruito nel tempo, con particolare attenzione a quello rurale. Il Cap. 8, infine, tratterà degli esiti territoriali del conflitto e della situazione della Bosnia Erzegovina oggi. Verranno quindi descritti i territori specifici in cui si inseriscono i progetti analizzati. La quarta parte della tesi è dedicata all’analisi, prima degli attori di contesto (Unione Europea, Stato, Entità, UTL) e poi dei singoli progetti. Verranno individuati gli attori, esterni ed interni, coinvolti, le loro logiche, le strategie, i sistemi di azione e gli esiti territoriali di ciascun intervento. A partire da questa analisi, nella quinta parte si proporranno alcune considerazioni relative al ruolo delle ONG italiane nella ricostruzione del territorio rurale bosniaco e al rapporto tra geografia e cooperazione allo sviluppo.
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Ravanelli, Elena <1990&gt. "La partecipazione delle comunità locali come strumento di sviluppo turistico sostenibile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5179.

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Abstract:
La partecipazione delle comunità locali rappresenta uno strumento alla base dello sviluppo turistico sostenibile, in quanto, senza un processo di tipo bottom-up, difficilmente si otterranno risultati sostenibili nel medio-lungo periodo. Per tale motivo, l’elaborato tratterà questa tematica, soffermandosi sul concetto di partecipazione, sugli strumenti utilizzati per il coinvolgimento della popolazione ed, in particolar modo, sulla partecipazione a livello turistico nella Provincia autonoma di Trento. Verrà proposta una letteratura sulla partecipazione, cui faranno seguito casi di studio legati al territorio trentino, con un particolare riferimento al processo di certificazione del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino con la Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette. L’elaborato si pone quindi l’obiettivo di dimostrare che un processo partecipato può risultare maggiormente efficace e sostenibile nel lungo periodo, rispetto ad un processo di tipo gerarchico.
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CORONATO, MARIA. "La Dimensione geografica della Green economy: dimensione, prospettive e sviluppo territoriale. Il caso della Regione Sardegna." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/184670.

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Abstract:
Il lavoro di tesi sui temi della Green Economy, dal titolo ‘La dimensione geografica della green economy: applicaizoni, prospettive, sviluppo territoriale. Il caso della Regione Sardegna’, ha l’obiettivo di analizzare le opportunità di sviluppo territoriale rappresentate dalla green economy. Partendo dall’analisi della letteratura di livello nazionale, europea ed internazionale guardando, oltre a quanto prodotto dalle discipline prevalentemente geografiche, anche quanto suggerito dall’Unione Europea in termini di competitività territoriale (Agenda di Lisbona, 2000 e sue rivisitazioni) e di sostenibilità (Agenda di Gothenbourg, 2001, Rio+20, 2012, Europe 2020 Strategy, ecc), il lavoro si è concentrato nello studiare le politiche energetiche a livello europeo e nazionale soffermandosi in particolare sul paradigma della Green Economy. Dal confronto dei documenti prodotti (nazionali, europei ed internazionali), si è scelto di applicare alla tesi di dottorato, un approccio di tipo territoriale delle scelte di policy, preferendolo ad un approccio "spatial". Un approccio di tipo territoriale applicato alle questioni della sostenibilità delle attività umane mette al centro delle osservazioni il territorio e i suoi rapporti con le attività umane, rapporti che oltre all’occupazione di suolo includono lo sfruttamento delle risorse naturali locali, che eventualmente producono degrado, inquinamento, perdita di biodiversità ecc., ma che comprendono anche le relazioni economiche e sociali delle comunità insediate e le relative esigenze di sviluppo. Una chiave di lettura territorialista propone il territorio come un insieme di relazioni materiali ed immateriali complesse che non appartengono alla sola sfera socio economica (non si esauriscono solo nelle reti tra attori sociali) ma interessano anche le relazioni con l’ambiente e con gli ecosistemi (Capitolo 1). Nell’ambito dei nuovi indirizzi comunitari, la green economy è stata posta in relazione alla politica di coesione europea, valutandone la coerenza, il supporto e le opportunità che da essa ne scaturiscono. Essa appare infatti come uno strumento di sviluppo territoriale in grado di favorire il raggiungimento del livello di coesione, intesa come mezzo, strumento e obiettivo di misura delle diverse opportunità di sviluppo dei territori riducendo gli squilibri economico-sociali, ambientali e culturali (Capitolo 2). La transizione verso uno sviluppo sostenibile richiede l’elaborazione di criteri quantitativi e qualitativi per misurare la capacità dei sistemi ambientali di supportare la pressione attuale e potenziale delle attività umane. Si tratta in pratica di stabilire i livelli di uso di risorse ambientali in rapporto alla capacità dell’ambiente di ripristinare condizioni di integrità e produttività, stabilire quindi la c.d. capacità di carico dell’ambiente (carrying capacity) che, applicata allo sviluppo sostenibile intende uno sviluppo la cui domanda di risorse e la cui pressione esercitata attraverso l’emissione di sostanze inquinanti non supera la capacità di assorbimento e riproduttiva dell’ambiente. Tuttavia è chiaro che transitare verso un nuovo modello economico richiede un'evoluzione anche degli strumenti attuativi e delle valutazioni delle policy. Il tenere in considerazione la dimensione territoriale di fianco a quella ambientale, sociale ed economica è un primo importante passo nello stabilire le basi di un nuovo modello di sviluppo territoriale. Si evince quindi l'inadeguatezza dei tradizionali indicatori di tipo esclusivamente quantitativo ed il bisogno di un nuovo approccio alle scelte economiche, sociali ed ambientali che richiede anche l'utilizzo di nuovi strumenti di valutazione delle policy. L’attuale crisi energetica, ambientale, finanziaria ed economica ha sostenuto il bisogno di ricorrere a nuovi indicatori di performarce economica ed ambientale che siano in grado di guidare i decisori politici nella definizione delle politiche territoriali di sviluppo. Diventa sempre più importante l’individuazione dei cosiddetti sistemi di “indicatori di sviluppo sostenibile”, ossia l’insieme di indicatori ambientali, economici e sociali il cui utilizzo congiunto rende visibili i processi e le complesse interazioni tra le diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile alle diverse scale e, in ultima analisi, tra sistema antropico e sistema ambientale al fine di stimare la distanza che separa la società da una reale sostenibilità ambientale. Lo studio evidenzia il bisogno sempre maggiore di raggiungere una crescita economica sostenibile, che tuteli il patrimonio naturale affinché esso possa fornirci le risorse e i servizi ambientali sui quali si basa il nostro attuale benessere. Al fine di misurare, quantitativamente e qualitativamente, le opportunità provenienti dalla green economy, attraverso un’attenta selezione/costruzione degli indicatori relativi al cambiamento climatico, al rischio energetico e potenzialità energetiche, alla qualità della vita, e indicatori economici più tradizionali, è risultato opportuno lavorare a livello di policy ricorrendo quindi al Territorial Impact Assessment. Tra le varie metodologie nazionali ed internazionali sviluppate per la valutazione ex ante e misurazione ex post degli impatti delle scelte di policy sullo sviluppo territoriale locale, regionale e nazionale, si è scelto il Sustainable Territorial environmental Management Approach – SteMA (Prezioso, 2001) per la valutazione delle potenzialità offerte dalla green economy per la Regione Sardegna (Capitolo 3). Attraverso un confronto tra la situazione ex ante (territorializzate) e quella ex post (territorializzata) verificatesi a seguito dell’applicazione di politiche coerenti con la Europe 2020 strategy, si sono misurati gli impatti territoriali delle scelte di policy green oriented. La metodologia è stata applicata al caso studio della Regione Sardegna (Capitolo 4).
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Books on the topic "Geografia dello sviluppo"

1

Arnoldi, Maria Rosa. La dismisura: Temi di geografia dello sviluppo. Torino: G. Giappichelli, 2002.

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2

Bonora, Paola, Giuseppe Dematteis, and F. Boggio. Geografia dello sviluppo: Diversità e disuguaglianze nel rapporto Nord-Sud. Torino: UTET libreria, 2002.

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3

author, Serra Sergio, and Usai Alessia author, eds. Locus Amoenus: Pianificare il patrimonio culturale per una nuova geografia dello sviluppo. Firenze: Altralinea edizioni, 2018.

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4

Boggio, F. Geografia dello sviluppo: Spazi, economie e culture tra ventesimo secolo e terzo millennio. Novara: UTET università, 2008.

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5

Scutti, Paul. Campo Imperatore e Piana di Navelli: Per una geografia e un'antropologia dello sviluppo locale. Sulmona (AQ): Synapsi, 2004.

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6

Geografia Sistemica Dello Sviluppo. UTET Libreria, 2002.

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Conference papers on the topic "Geografia dello sviluppo"

1

Zucchi, Giovanni. "Nuovi dispositivi spaziali per la rigenerazione urbana: il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello di Secondigliano a Napoli." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7909.

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Abstract:
Le aree dimesse, veri propri buchi neri nei tessuti urbani, rappresentano un’importante occasione per lo sviluppo delle città da contrapporre ai modelli dello sprawl, intervenendo come nodo centrale del dibattito e della ricerca urbana contemporanea. Bisogna però interrogarsi sulle possibilità del progetto di tali aree, le cui trasformazioni possono avere ricadute enormi sull’assetto della città stravolgendone la geografia e gli stessi rapporti posizionali. Considerare la rigenerazione un modello da contrapporre allo sprawl, necessita innanzitutto un’analisi di quei caratteri che hanno favorito i modelli di diffusione urbana, rendendoli appetibili sia agli investimenti che alle pratiche insediative. Bisogna quindi capire cosa porta una persona a preferire l’outlet alle vie del centro o la villetta suburbana all’appartamento in città. Si delinea così un nuovo modello di spazi per la città, che ibrida le tipologie tipicamente urbane con quelle più contemporanee dello spawl, secondo i dispositivi dinamici e flessibili della rigenerazione urbana. In questo senso si intende proporre il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello situate a Napoli nel quartiere di Secondigliano ed oggetto della sperimentazione progettuale da me svolta nell’ambito della tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura presso l’Università Federico II di Napoli. In questa vasta area militare sottoposta a dismissione dalla Variante al piano regolatore,si pensa di collocare un nuovo tessuto urbano che, in un territorio altamente complesso, vuole rappresentare una nuova forma di centralità urbana capace di riattivare l’intera periferia Nord di Napoli.
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Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Abstract:
Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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Maccarrone, Maria. "Una città nomade e multidimensionale: il caso della reale Aci." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7973.

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Abstract:
Viviamo strani giorni, tempi di rapide accelerazioni, cambiamenti sociali e trasformazioni ambientali stressanti, che richiedono soluzioni contenitive e culturali improcrastinabili. Poniamo il caso di Acireale, città insulare di circa 50.000 abitanti, posta lungo la costa orientale sicula, stretta fra l’azzurra ionia marina, il nero del Vulcano Etna e il sempreverde degli agrumi. Il paesaggio dell’Aci trattiene geomorfologie e memorie antiche. Ricomporne le alterne vicende significa riflettere sulle “reali” specificità di una città siciliana per la quale è esistita un’articolata continuità storica di frequentazione in una porzione ampia di suolo vulcanico denominato Timpa. Nel corso dei secoli, le comunità hanno identificato in questo unico complesso lavico un salubre avamposto su cui migrare, tendenzialmente da Sud a Nord, fino a stanziarsi sul pianoro su cui sorge la città di Acireale. In età recente, la maggior crescita edilizia ha consumato pregevoli parti di terreno agricolo, inducendo uno sprawl urbano verso l’entroterra ed esponendo la Timpa a grandi rischi generati dalla progressiva assenza di organici interventi d’assetto territoriale. Questo contesto storico e paesaggistico aspetta d’essere attraversato, curato e valorizzato per ricomporre di quei valori percettivi che giacciono latenti nella memoria collettiva. La riqualificazione della Timpa può essere il tema per l’infrastrutturazione geografica con cui ri-connettere le inevitabili istanze di trasformazione urbana all’improrogabile sviluppo sostenibile del territorio acese. We live in strange days, periods of rapid acceleration, with stressful social changes and environmental changes, which require cultural solutions. Take the case of Acireale, city of about 50.000 inhabitants, located along the eastern coast of Sicily, between the Ionio sea, Mount Etna and evergreen citrus. The landscape of Aci holds geomorfologie and ancient memories. Over the centuries, communities have identified in this unique building of lava a place healthy where migrate, from South to North. In recent years, the growth of buildings has consumed valuable pieces of agricultural land, causing urban sprawl inland and exposing the Timpa large risks generated by the progressive absence of organic interventions of regional planning. This historical context and landscape is waiting to be crossed, edited and enhanced. The project of the Timpa may be the theme for re-connect the inevitable instances of urban transformation at the sustainable development of the territory.
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Reports on the topic "Geografia dello sviluppo"

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Sarafian, Iliana. Considerazioni chiave: affrontare le discriminazioni strutturali e le barriere al vaccino covid-19 per le comunità rom in italia. SSHAP, May 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.024.

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Abstract:
Questo rapporto evidenzia come le discriminazioni strutturali e l'esclusione sociale influenzino le percezioni e gli atteggiamenti nei confronti del vaccino per il COVID-19 tra le comunità rom in Italia. Uno degli obiettivi è mettere in luce il ruolo che le autorità pubbliche e le comunità possono svolgere nel sostenere l'adozione del vaccino e nel contrasto ai più ampi processi di esclusione sociale.1 Le risposte contraddittorie che lo Stato italiano ha fornito durante la pandemia di Covid-19, insieme alle forme di esclusione già in atto, hanno comportato un aumento della sfiducia delle comunità rom nei confronti delle iniziative statali, impattando anche sull’adesione alla campagna vaccinale.2 Questo documento si propone di supportare e informare le amministrazioni locali e le istituzioni sanitarie pubbliche coinvolte nell’assistenza e nei processi di inclusione delle comunità rom in Italia. Il presente documento si basa su una ricerca condotta di persona e a distanza dal novembre 2021 al gennaio 2022 in Italia con le comunità rom e sinti di Milano, Roma e Catania. Sebbene queste comunità si caratterizzino per diversità storica e per differenti forme di identità linguistica, geografica, religiosa, sono state individuate delle somiglianze nel modo in cui hanno vissuto la pandemia di COVID-19 e nelle decisioni a proposito del vaccino. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Iliana Sarafian (LSE) con i contributi e le revisioni di Elizabeth Storer (LSE), Tabitha Hrynick (IDS), Marco Solimene (University of Iceland), Dijana Pavlovic (Upre Roma) e Olivia Tulloch (Anthrologica). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058) e si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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