Journal articles on the topic 'Genere femminile'

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Martini, Luisa, and Danilo Solfaroli Camillocci. "Di che genere?" RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 30 (June 2010): 5–16. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030001.

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Abstract:
Il termine "gener"' indica una vasta gamma di cose o persone con caratteristiche comuni, ma differenziali rispetto ad altri gruppi. Per quanto riguarda il genere maschile e quello femminile, la letteratura mette in luce varie differenze oltre a quelle anatomiche e fisiologiche: nella percezione, nelle abilitŕ spaziali, nelle capacitŕ verbali, nell'aggressivitŕ e nel ciclo vitale. In parte, gli ormoni sono responsabili di queste differenze, ma la loro azione non č sufficiente a spiegarne la vastitŕ e la variabilitŕ. Le varie forme di gioco sociale negli animali (play fighting, chase play, play mothering) ci aiutano a renderci conto della complessa interazione di fattori ormonali e sociali nello sviluppo e nel consolidamento di queste differenze. Si rende cosě necessario pensare alle differenze di genere in termini di un sistema concettuale sesso-genere-sessualitŕ che ci consenta di sfuggire alle rigide dicotomie maschile/femminile e omosessuale (proibito)/eterosessuale (permesso) per focalizzarci invece sull'interazione tra biologia e cultura, e non sul primato dell'una sull'altra. Č possibile cosě riflettere e ridimensionare la forza degli stereotipi di genere, che tendono a mortificare l'individualitŕ.
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2

Locatelli, Carla. "Confini di genere e generi di confini: genealogie postmoderne." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 21–27. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018004.

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Abstract:
Alla luce delle molteplici valenze che il termine "genere" ha assunto storicamente, si rivisitano qui i suoi limiti semantici, non solo in relazione a dicotomie tradizionali (sesso/genere; maschile/femminile), ma anche a grappoli di concetti prodotti in diverse discipline e prassi che ne hanno appropriato valenze specifiche, funzionali a diverse "volontŕ di sapere". Prassi emancipatorie ed epistemologie decostruttive producono discorsi con finalitŕ radicalmente diverse: la realizzazione di progetti politici e/o la decostruzione della rappresentazione di genere. Il saggio cerca di delineare la co-esistenza di teorizzazioni e pratiche nella realtŕ contemporanea e gli effetti che producono nel pensare identitŕ e sessualitŕ.
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Bommassar, Roberta. "La prospettiva di genere: il femminile e il materno, una distinzione dimenticata." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2021): 83–92. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003009.

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Abstract:
Per prospettiva di genere s'intende l'influenza che la differenza di genere ha nelle relazioni familiari, generalmente a discapito della figura femminile che sconta ancora un notevole gap sociale, culturale e politico. L'articolo intende proporre delle riflessioni in merito ad un atteggiamento generalizzato che scotomizza la differenza tra ruolo femminile e ruolo materno. Se nella coppia femminile-maschile il potere è appannaggio del secondo, nella coppia madre-padre è appannaggio del primo. Il mancato riconoscimento di questo doppio registro può indurre ambiguità e manipolazioni, che seppur rilevate dagli operatori del settore, non sembrano ancora far parte del bagaglio culturale e tecnico. Vengono descritte alcune situazioni a esemplificazione di queste riflessioni.
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Mannarini, Terri. "Il genere della sfera pubblica. Asimmetria o dialogo?" PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 55–64. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002006.

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Abstract:
Lo studio mira ad acquisire elementi di conoscenza empirici utili a comprendere se i contesti della deliberazione pubblica rappresentano uno spazio di voce non penalizzante per le donne, oppure se, al contrario, riproducono meccanismi di esclusione e discriminazione, come sostenuto da alcune studiose femministe (Young, 1996; Benhabib, 1996). Attraverso l'analisi di dodici interviste a partecipanti (metà uomini e metà donne) a tre esperienze di deliberazione, l'autrice giunge alla conclusione che i modelli di partecipazione sono qualitativamente diversi per uomini e donne, e che i setting deliberativi, pur configurandosi come contesti tendenzialmente favorevoli alla partecipazione femminile, non possono aprioristicamente essere considerati immuni ai processi di discriminazione. In prospettiva di un approfondimento, l'autrice sottolinea come questo aspetto possa essere meglio indagato attraverso l'analisi dell'interazione tra i soggetti deliberanti.
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Fiore, Arianna. "LA RAPPRESENTAZIONE DELLA VOLONTARIA NELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA ATTRAVERSO GLI ORGANI DI CONTROLLO FASCISTA." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 15 (2014): 282–92. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2014.i15.18.

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Abstract:
La partecipazione femminile nella Guerra spanogla nel 1936 rappresenta la prima forma di consapevolezza politica e delle donne come genere. In Italia il fascismo ha monitorcreò una rete di informazioni e spionaggio capaci di controllare gli oppositori che participarono come volontari antifranchisti nella Guerra Civile spagnola. Ciò nonostante la descrizione della dissidenza femminile e della sua partecipazione nel conflitto molto più sulle categorie di genere che belle ragioni di determinazione e pericolosità politica.
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Di Barbora, Monica. "Nuove frontiere per la storia di genere." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 258 (September 2010): 121–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-258008.

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Abstract:
Il V congresso della Societŕ italiana delle storiche (Sis) ha avuto come tema le "Nuove frontiere per la storia di genere". In apertura, Pauline Schmitt Pantel e Françoise Thébaud hanno ripercorso i vent'anni di pratica della storiografia di genere, individuandone assi portanti, elementi problematici e possibili linee di sviluppo. Un secondo momento di confronto collettivo ha riguardato il passaggio del testimone (e i mutamenti di prospettiva che esso implica), da una prima generazione di studiose impegnate ad aprire la strada alla prospettiva di ricerca femminile e direttamente coinvolte nell'impegno femminista degli anni settanta a una giovane generazione meno politicamente impegnata. Marta Petrusewicz, infine, ha analizzato i dibattiti ottocenteschi sul conflitto tra Terra e Capitale, sottolineandone il radicamento negli stereotipi di genere. Le numerose sessioni tematiche hanno posto in rilievo, spesso in ottica di confronto con altre realtŕ nazionali, alcuni snodi forti dei gender studies: il corpo e la sua cura; la partecipazione femminile alla sfera pubblica; la relazione tra donne e lavoro e tra donne e devianza; la rappresentazione del femminile; l'apertura all'approccio queer. Il congresso ha bene evidenziato la ricchezza e le difficoltŕ che nascono dal tentativo di far colloquiare discipline portatrici di metodologie e semantiche differenti.
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Bongiorno, Vito. "'Maschio’ e ‘femmina’ in quechua." ACME 74, no. 2 (September 14, 2022): 197–226. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18668.

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Abstract:
In questo articolo si descrivono e discutono le caratteristiche principali della lingua quechua relative alla distinzione tra ‘maschio’ e ‘femmina’. La prima parte del testo indica il modo in cui il quechua codifica questa distinzione attraverso il lessico, ponendo l’attenzione sui termini di parentela; la seconda parte mostra i sostantivi, aggettivi e verbi indicanti persone, comportamenti e abitudini considerati come tipicamente femminili o maschili. Sia la prima parte che la seconda sono vòlte a evidenziare alcuni fattori di tipo socio-culturale associati alla distinzione linguistica tra genere femminile e maschile.
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Bonomi, Ilaria. "Ambiguità delle sigle e questione di genere: il caso di Tgr." XVI, 2021/1 (gennaio-marzo), no. 1 (March 12, 2021): 87–88. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.5489.

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Abstract:
Parecchi lettori hanno chiesto, alcuni lamentandosene, le ragioni e la liceità dell’espressione la Tgr, pensandola riferita al telegiornale: qualcuno ha anche citato un improbabile la tg3, o addirittura la tg. E qualcuno ha addirittura erroneamente inserito anche questo ‘strano’ genere femminile nella tendenza generale a creare il femminile dei nomi di professione in modalità ‘normali’ per la nostra lingua, ma che sono molto discusse: una tendenza illustrata e argomentata da Vittorio Coletti nel tema di questo mese.
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Maltoni, Maria. "Democrazia e partecipazione al femminile: il bilancio di genere." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 53–63. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001005.

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Abstract:
Misurare un'azione di governo locale o nazionale, in rapporto agli effetti che si producono sulla vita delle donne, č un elemento di valutazione che si attua "pesando" la quantitŕ di risorse dedicate nei bilanci pubblici attraverso il metodo del. Il bilancio di genere č ormai una prassi adottata in vari paesi. In Italia le prime esperienze disono partite dalle amministrazioni locali: nel 2001 č stato realizzato dalla Regione Emilia-Romagna, poi in altri Comuni e Province, ma spesso sono rimaste esperienze sporadiche. Il Comune di Forlě, dopo una sperimentazione nella precedente legislatura, nel 2010 ha inserito l'attivitŕ sul bilancio di genere tra quelle "standard" dell'ente, sulla scorta di una forte presenza femminile nell'amministrazione ed una giunta composta in modo paritario tra uomini e donne, elemento che l'ha fatta classificare dal Forum della P.A., quale "cittŕ piů rosa d'Italia". Il contributo mostra come il bilancio di genere rappresenti uno strumento importante di democrazia partecipata al femminile.
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Savino, Ketty, and Emilia Chiuini. "Caratteristiche delle valvulopatie nel sesso femminile." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (July 31, 2022): 14–23. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-202.

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Abstract:
Le valvulopatie delle donne hanno caratteristiche distintive che le differenziano da quelle dell’uomo sia per l’anatomia che per la fisiopatologia, la clinica, la prognosi ed il trattamento clinico-chirurgico. La presente rassegna ha lo scopo di analizzare le caratteristiche di genere nelle valvulopatie di più frequente riscontro allo stato attuale delle conoscenze
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Crain, Merz Noemi. "Suffragio femminile e uguaglianza di genere in Piero Gobetti." MEMORIA E RICERCA, no. 49 (August 2015): 107–23. http://dx.doi.org/10.3280/mer2015-049008.

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Di Fede, O., A. Majorana, M. Manfredi, M. Pentenero, and M. Giuliani. "Odontoiatria di genere: la condizione femminile nella pratica odontoiatrica." Dental Cadmos 82, no. 1 (January 2014): 31–48. http://dx.doi.org/10.1016/s0011-8524(14)70121-7.

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Clavijo, Milagro Martín. "L’umorismo sovversivo di Eva in paradiso." Zbornik radova Filozofskog fakulteta u Splitu, no. 13 (2020): 3–18. http://dx.doi.org/10.38003/zrffs.13.9.

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Abstract:
Franca Rame e Dario Fo hanno creato numerosi spettacoli imperniati sulla donna del mito, del passato e del presente, rimaneggiando in continuazione i tradizionali modelli femminili tramandati nel corso del tempo. Eva, classico modello che incorpora il l ruolo della donna nella società, appare di frequnte nel repertorio dei due autori-attori. Quest’articolo si basa sull’analisi di due spettacoli che vedono Eva protagonista assoluta di un’altra versione della creazione del mondo: Il diario di Eva e Adamo ed Eva e si sofferma in particolare sul momento della nominatio rerum. Con questi due testi Rame e Fo propongono un’altra Genesi che rompe una tradizione narrativa che per secoli ha condizionato il rapporto tra i generi. La storia della creazione viene raccontata da due punti di vista: da quello dell’essere umano in genere e da quello femminile in specifico, quest’ultimo, caratterizzato da umanità, comprensione e un’alta dose di umorismo. Sarà infatti proprio Eva, che ha il dono della parola, a dare vita al creato attraverso il linguaggio.
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Vanzan, Anna. "Genere e spazio a Tehran: esclusione, contestazione e rinascita." STORIA URBANA, no. 167 (May 2021): 17–32. http://dx.doi.org/10.3280/su2020-167003.

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Abstract:
In Iran, almeno da quarant'anni, ovvero dall'instaurarsi della Repubblica Islamica d'Iran, le donne stanno rinegoziando gli spazi loro concessi, compresi quelli urbani. La capitale Tehran, vero microcosmo e barometro sociale dell'intero Paese, si presta come caso di studio per verificare progressi e/o regressioni nel rapporto tra spazio urbano e generi svantaggiati, non solo quello femminile, ma pure quelli rappresentati nell'acronimo LGBTIQ.
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Zanardi, Claudia. "Il desiderio erotico nella differenza di genere. Una rilettura del mito di Psiche e Eros." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 45–55. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018006.

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Abstract:
L'articolo prende in considerazione la sessualitŕ esplorando le sue origini in una cornice relazionale e alla luce della differenza di genere. Le primarie sensazioni erotiche dell'infante a contatto con il corpo della madre e condivise con lei, producono un'area di piacere e di vita che accompagna il bimbo e la bimba nel loro processo emozionale di crescita. Questo erotismo primario determina lo sviluppo di una sessualitŕ vitale adulta, parte integrante e sostegno dell'identitŕ. L'articolo analizza in particolare le radici e l'evoluzione della sessualitŕ femminile e il suo intreccio con l'acquisizione di una propria soggettivitŕ. Infine il percorso del desiderio femminile viene illustrato in una rilettura del mito di Psiche e Eros.
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Marone, Francesca. "Smart cities, pari opportunità e tecnologie informatiche. Un approccio pedagogico di genere." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 442–63. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9498.

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Abstract:
L'obiettivo del presente contributo è quello di analizzare il rapporto tra genere e tecnologie, nel contesto delle smart cities. La letteratura sul rapporto tra donne e ICT evidenzia un consistente gap tra i sessi. Ciò suggerisce la necessità di superare le persitenti dicotomie alla base delle discriminazioni sessuali che storicamente condizionano la percezione che le donne hanno di se stesse. In Italia, il digital divide è emerso come una nuova espressione del tradizionale modello socioculturale refrattario ai cambiamenti e capace di relegare le donne ai margini della vita del Paese. I dati italiani più recenti concordano con la letteratura internazionale nel mettere in evidenza un approccio femminile poco friendly al mondo digitale; ad esempio, la presenza femminile all'interno dei percorsi educativi e professionali dell'area STEM risulta significativamente inferiore a quella maschile. Pertanto, il contributo presenta i primi risultati di una ricerca condotta con metodi misti e basata sui principi della pedagogia critica femminista, con l'obiettivo di identificare quali significati le donne della città di Napoli attribuiscono a un "approccio orientato al genere" relativamente allo sviluppo tecnologico e sociale all'interno dei contesti urbani
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Porro, Eugenia. "Una questione di genere: la pratica sportiva femminile nell'Italia postbellica." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (March 2013): 155–75. http://dx.doi.org/10.3280/sa2013-001009.

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Rolandi, Francesca. "Un trionfo mai richiesto? Partecipazione politica femminile e rappresentazioni di genere nella stampa locale di Fiume e Susak dopo la Grande guerra." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 73–98. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293003.

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Abstract:
La Grande guerra sconvolse non solo l'assetto geopolitico di una parte del continente europeo, ma anche le precedenti frontiere di genere e gli equilibri familiari. Le confinanti città di Fiume e di Susak si trovarono a vivere, dopo la fine del conflitto, una lunga transizione caratterizzata da instabilità amministrativa, insicurezza economica e tensioni politiche e nazionali, per poi essere inglobate, rispettivamente, nel Regno d'Italia e nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Focalizzandosi sulle fonti disponibili in lingua italiana e croata, l'articolo analizzerà il caso studio di un'area di frontiera per indagare la presenza femminile nella sfera pubblica, mettendo in luce sia la partecipazione politica legata alle diverse forme di suffragio in atto, che il tessuto dell'associazionismo, all'interno di organizzazioni politiche e filantropiche. Inoltre, per tracciare le reazioni al protagonismo femminile, verranno analizzate le rappresentazioni di genere presenti sugli organi di stampa locali, legati in massima parte alle maggiori fazioni politiche in lotta, e quasi esclusivamente dominati da voci maschili.
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Geloso, Livia. "La questione del "genere" nel contesto della complessitŕ tardo-moderna." GROUNDING, no. 2 (December 2011): 81–100. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-002007.

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Abstract:
L'articolo descrive come il concetto di "identitŕ di genere" emerga, nel contesto della tarda modernitŕ, dal crogiolo composto dalle ricerche sul transessualismo, dai dibattiti psicanalitici sulla sessualitŕ e sull'identitŕ femminile, dal femminismo in relazione al fenomeno del postcolonialismo e dei "nuovi movimenti sociali". La scelta del termine "genere" viene correlata alla "svolta linguistica" avvenuta nella cultura anglosassone. Il contributo intende essere uno strumento di orientamento in un campo particolarmente complesso, con un'attenzione particolare al rischio che la questione del corpo, cosě come la si intende nell'Analisi bioenergetica, possa essere bypassata.
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Pavan, Stefania. "In fabbrica per vocazione. Le Suore operaie della Santa casa di Nazareth a Padova (1969-1992)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 296 (August 2021): 63–90. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-296003.

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Abstract:
L'istituto delle Suore operaie della Santa casa di Nazareth fu fondato da don Arcangelo Tadini (1900), prendendo spunto dalla Rerum novarum. È ancora poco studiato nonostante il fine, insolito per una congregazione femminile: avvicinare le operaie condividendone il lavoro e supportandole con un apostolato specifico. L'approvazione diocesana e quella pontificia dell'ordine tardarono ad arrivare soprattutto per la discrepanza tra il suo scopo e la dottrina sociale cattolica, che vedeva nel lavoro extradomestico femminile uno dei principali motivi di destabilizzazione familiare. La ricerca, all'incrocio tra storia delle donne, storia del cristianesimo e storia del lavoro, si focalizza sull'esperienza di fabbrica delle suore a Padova tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento. Fondamentali sono state le testimonianze orali e scritte di sei religiose, che testimoniano la specificità dell'approccio femminile al lavoro rispetto ai cappellani del lavoro e ai preti operai. Hanno inoltre rivelato aspetti finora sconosciuti, specie sul rapporto tra Chiesa e lavoro, anche da una prospettiva di genere.
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Fariello, Sara. "Work-life balance: la conciliazione resta un problema femminile?" SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 3 (November 2022): 27–50. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-003003.

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Abstract:
Il bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro è un oggi obiettivo fondamentale per le lavoratrici e i lavoratori che vogliano coniugare carriera e vita privata. Il rag-giungimento di buon equilibrio dipende in gran parte dal grado di condivisione del lavoro familiare tra uomini e donne: una più equa distribuzione delle attività do-mestiche e delle responsabilità genitoriali all'interno della famiglia consente alle donne una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e, allo stesso tempo, promuove l'assunzione da parte degli uomini dei compiti di cura. Il modello "dual earner dual carer" - ossia un modello di gender arrangement che prevede il riequilibrio del tempo di lavoro retribuito e non retribuito nella coppia - sembra essere il più adatto a realizzare la parità di genere. L'analisi dei dati statistici sull'uso del tempo mostra però che - al di là di qualche eccezione - esiste ancora un forte gap di genere rispetto alla redistribuzione del carico di lavoro domestico e familiare poiché i sistemi nazionali di welfare non sembrano ancora in grado di offrire adeguate risposte ai mutamenti che hanno investito le identità femminili e i rapporti tra i sessi.
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Chiuini, Emilia, and Ketty Savino. "Impatto del Long COVID sulla medicina di genere." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 3 (December 31, 2022): 165–73. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-3-3.

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Abstract:
Nei mesi successivi alla diffusione della pandemia da SARS-COV-2 molti pazienti hanno cominciato a riferire persistenza di sintomi dopo la guarigione dalla fase acuta, in prevalenza affaticamento, affanno, disturbi neurologici e psicologici. L’attenzione della comunità scientifica e delle strutture sanitarie si è dovuta quindi rivolgere a questa larga popolazione di individui con prolungamento della sintomatologia per analizzare l’impatto e le conseguenze del fenomeno, denominato “Long COVID”. I risultati delle raccolte dati a livello internazionale hanno mostrato una prevalenza netta del genere femminile in questa popolazione con sintomi persistenti. Il presente articolo passa in rassegna le caratteristiche del Long COVID, analizzando la sua incidenza sulla popolazione generale, la sua probabile eziologia, le differenze di genere e le conseguenze della pandemia in campo non solo sanitario ma anche socio-economico.
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Lupoi, Sergio, Mauro Falchetti, and Milena Jedlowski. "La casa degli specchi. Le identitŕ di genere come processo evolutivo nella differenza e nella reciprocitŕ." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 30 (June 2010): 19–33. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030002.

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Abstract:
Nella prima parte del testo gli autori provano a dare delle risposte ad una serie di quesiti riguardanti le identitŕ di genere, cercando di rintracciare i meccanismi che permettono la sopravvivenza e la trasmissione delle identitŕ (attraverso i processi relazionali), partendo da quattro dimensioni specifiche in cui si sviluppa l'essere umano: genetica, evoluzionistica, neurobiologica e antropologico-culturale. Nella seconda parte, ipotizzando l'esistenza di una trasmissione transgenerazionale dell'identitŕ di genere, gli autori si chiedono in che modo questa avvenga tra le mura domestiche e quale peso giochi la presenza di generazioni diverse nella famiglia nel creare le condizioni per un certo sviluppo del maschile, del femminile e della relazione tra i due.
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Benetton, Mirca. "LA FORMAZIONE DELL’IDENTITÀ CORPOREA FEMMINILE NELLE PRATICHE SPORTIVO-MOTORIE OGGI: PER UNA PARITÀ DI GENERE." Revista Tempos e Espaços em Educação 12, no. 28 (January 1, 2019): 77–94. http://dx.doi.org/10.20952/revtee.v12i28.10158.

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Abstract:
Il contributo intende analizzare l’influenza dell’attività motoria e sportiva, quale modello culturale, sulla costruzione dell’identità corporea della persona, in particolare della donna. Tale problematizzazione va letta in relazione all’agire pedagogico che intende indagare e chiarire a quali condizioni lo sport femminile possa definirsi educativo-formativo, in ordine ad un processo di emancipazione e di espressione libera e originale della donna d’oggi.
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Donati, Chiara. "Questioni di genere. Un corso di formazione sulla valorizzazione del ruolo femminile." STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no. 65 (October 2014): 183–91. http://dx.doi.org/10.3280/spc2014-065009.

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Gabrielli, Patrizia. "Gli uomini servono le donne a tavola. Rappresentazioni di genere nell’emigrazione antifascista italiana in URSS = Men waiting on women’s tables: Gender representation in antifascist emigration in the USSR." REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto) 31 (September 23, 2019): 65. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2019.4874.

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Abstract:
Sinopsi: A ridosso del 1917 per molte socialiste e successivamente per le comuniste, Il Paese dei Soviet si afferma quale modello politico da imitare anche per quanto concerne la parità di genere. Un ruolo che l’Urss mantiene ben saldo esercitando, anche sotto questo profilo, un indubbio fascino sull’emigrazione femminile antifascista. Partendo da queste premesse, il saggio si articola in due parti.Il primo e il secondo paragrafo delineano le principali coordinate del dibattito sull’emancipazione, si soffermano sui caratteri del nuovo modelo femminile e sulla fondazione di una nuova tradizione femminista che trova nel simbolo dell’8 marzo la propria legittimazione. Il terzo parágrafo si concentra, invece, sulla circolazione e l’assimilazione del modello femminile sovietico da parte delle militanti. Le lettere dall’Urss, in special modo, confermano una fedele adesione all’immagine della donna nuova che si riflette sull’autorappresentazione delle militanti, le quali spesso ancora ignare delle condanne subite negli anni del Terrore staliniano, informano entusiaste familiari e amici sulle opportunità e sulla autonomia acquisita. L’esperienza migratoria ebbe però in molti casi risvolti tragici e molte militanti finirono nella fitta rete della repressione staliniana.Parole chiave: mito soviético, stampa femminile socialista e comunista, emancipazione femminile, emigrazione femminile antifascista, lettere.Summary: Just prior to 1917, for many socialists and later for the communists, The Soviet Country was a political role model to be emulated, even in terms of gender equality. Not only did the USSR continue resolutely to exercise this role, but it also harboured an undoubted fascination on women’s antifascist emigration.Starting from these premises, this essay is divided into two parts. It starts by articulating the main topics of the debate on emancipation. This focuses on the features of the new women’s status and the constitution of a new feminist tradition that finds its legitimacy in the symbol of 8 March. It then moves to focus on the spread and the assimilation of the Soviet women’s model among activists. In particular, letters coming from the USSR confirm a faithful adherence to the image of the new woman which is reflected on the self-representation of militants. Communist and socialist women, who were often unaware of the sentences suffered during the years of Stalinist Terror, enthusiastically inform relatives and friends about the opportunities and independence acquired. In many cases, however, migration led to tragic consequences, and several militants were victims of the Stalinist repression.Key words: Soviet myth, Socialist and Communist women’s Press, women’s emancipation, women’s antifascist Emigration, letters.
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Facchini, Carla, and Magali Fia. "Direttrici e i Direttori di Dipartimento in un'università in transizione." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2021): 168–94. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002007.

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Abstract:
L'università pubblica italiana è stata coinvolta nel 2010, con la legge n. 240, in un processo di riforma ispirato al New Public Management che, tra i suoi aspetti rilevanti, ha visto un mutamento della governance, ovvero degli assetti decisionali di Ateneo e di Dipartimento. Obiettivo del presente lavoro è quello di rilevare le percezioni dei Direttori di dipartimento sugli assetti decisionali nei Dipartimenti nel post-riforma e le valutazioni che dei Direttori sul proprio ruolo, prestando inoltre attenzione alla presenza di eventuali differenze di genere. Come suggerito dalla letteratura, le percezioni dei soggetti coinvolti sono meglio in grado di dare conto, rispetto alle regole formali scritte, delle relazioni di potere che caratterizzano gli as-setti di governance. In particolare, oltre alle percezioni complessive sui mutati as-setti decisionali, ci interessa verificare se vi siano anche differenze di genere per quanto riguarda la percezione della governance nei Dipartimenti e la percezione del proprio ruolo a seconda che a dirigere i il Dipartimento sia un uomo o una don-na. A tal fine si utilizzeranno i dati di una ricerca nazionale effettuata nel 2015 in-viando un questionario a tutti i Direttori di dipartimento delle università italiane. In generale gli assetti decisionali nel post-riforma non sembrano implementare, alme-no per i Dipartimenti, un modello puro di New Public Management, dato che la verticalizzazione appare contenuta e che consistenti sono i bilanciamenti al potere del Direttore negli assetti decisionali. Per quanto riguarda le differenze di genere, esse risultano contenute per quanto riguarda le percezioni di Direttori e Direttrici sull'influenza delle diverse figure accademiche nella governance. Questo apre ad un'interpretazione più in linea con l'esistenza di una pluralità di modelli di gover-nance sia tra gli uomini che tra le donne rispetto ad un'idea di stili di governo ‘ma-schili' e ‘femminili'. Infine, contrariamente a quanto rilevato per i modelli di go-vernance, vi sono differenze di genere abbastanza significative nelle valutazioni dei Direttori e delle Direttrici sul proprio ruolo e sulla rappresentanza del Diparti-mento negli organi di Ateneo. Rispetto ai loro colleghi, infatti, le donne tendono ad essere più autocritiche su entrambi gli aspetti. Questa risultanza appare in linea con il c.d. self-assessment bias, ovvero alla minor propensione femminile a riconoscere - e quindi valorizzare- il proprio ruolo -e conseguentemente, le proprie capacità e competenze. Questo potrebbe ripercuotersi negativamente sul proprio contesto la-vorativo e, in particolare, sulla capacità non solo di contrattare migliori condizioni retributive, ma anche di accedere alle posizioni apicali, accentuando, così, lo spe-cifico svantaggio femminile determinato in primo luogo dalla necessità di concilia-re ruoli professionali e ruoli familiari, ma anche, in non pochi casi, dallo stesso as-setto decisionale in cui si trovano ad operare.
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Weber, Carla. "Ambiguitŕ della differenza." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 28–44. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018005.

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Abstract:
Il contributo, avvalendosi di un approccio clinico, considera l'identitŕ di genere in relazione ai processi di individuazione psichica e sessuale. Mette in evidenza come tali processi siano simultaneamente interni ed esterni, cioč non riconducibili solo alla base endogena del dato biologico, ma co-generati nelle relazioni primarie fin dal concepimento, e co-evolutivamente appresi nell'esperienza. Accanto al costrutto culturale di genere e alla differenza genitale del sesso, viene proposta la rilevanza dei codici affettivi inconsci, nella loro funzione di significanti dell'esperienza di sé e dell'altro che si esprime nella risonanza della relazione. Viene posta l'attenzione, inoltre, alla dimensione creativa della differenza in un margine d'individuazione possibile che rinvia ad un femminile e maschile, che si perturbano e si ibridano conflittualmente.
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Iaconis, Valeria. "“Una sola donna, una sola voce”: Un'indagine “investigativa” su una novella d'autrice di fine Ottocento." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (March 9, 2019): 408–24. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831967.

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Abstract:
La scrittura di mano femminile, fenomeno vistoso dell’Italia del secondo Ottocento, porta all’attenzione del pubblico le problematiche legali e sociali legate alla condizione della donna. Questo articolo analizza la novella Dopo la sentenza (1894) di Bruno Sperani, pseudonimo di Beatrice Speraz, quale esempio di tematizzazione dell’omicidio d’onore e di critica femminile ai codici postunitari. L’indagine si soffermerà sulle strutture narrative del testo, che privilegia il punto di vista situato del reo e l’uso sistematico delle figure dell’ellissi e della reticenza. Più che sulle informazioni esplicite nella novella, questa lettura si concentrerà sulla ricostruzione di quelle censurate. A tal fine verranno formulate ipotesi e deduzioni, instaurando un dialogo tra il testo e il contesto culturale e legale ad esso sottostante. Verranno così individuate le coordinate della percezione sociale del delitto d’onore, se ne osserverà il significato simbolico, e si evidenzierà la contestazione della nozione di rilevanza legale, attuata attraverso la valorizzazione del punto di vista femminile. Questo approccio, che prende le mosse dal movimento Law and Literature e dagli assunti del giusfemminismo, permetterà in ultima battuta di comprendere le dinamiche della violenza di genere ritratte da Sperani, violenza perpetrata materialmente dal protagonista, ma permessa e legittimata dall’orizzonte giuridico e sociale coevo.
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Simonelli, Chiara, Francesca Tripodi, Stefano Eleuteri, and Marta Giuliani. "Lo sviluppo sessuale ed affettivo in etŕ scolare." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 1 (July 2010): 5–22. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2010-001001.

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Abstract:
Lo studio della "seconda infanzia", definita in letteratura internazionale middle childhood, ci offre una chiave di lettura piů ampia dei processi di sviluppo sessuo-affettivi che si sono avviati giŕ dai primi anni di vita. Il sesso biologico di appartenenza č infatti solo l'elemento primario dal quale si costruisce poi l'identitŕ di genere, che viene intesa come la percezione soggettiva di appartenere al genere maschile o femminile. L'etŕ scolare, nonostante non sia stata molto indagata dai ricercatori, si configura invece come una tappa fondamentale nel consolidamento del ruolo di genere, mediante il processo di socializzazione che la caratterizza. Nel presente articolo gli Autori si focalizzano proprio sui cambiamenti e le trasformazioni che contraddistinguono la fascia di etŕ 6-12, affrontando il tema secondo un'ottica multidimensionale, che rispetti la complessa interazione di corpo, mente e societŕ. L'analisi del consolidamento nella seconda infanzia dell'empatia, della reciprocitŕ e dell'amicizia conduce ad un approfondimento critico del concetto di latenza sessuale.
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Artico, Tancredi. "Lo scudo di Artemidora. Genere e formazione nell’“Amor di Marfisa” di Danese Cataneo." AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 3, no. I (July 15, 2022): 169–91. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/18440.

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Abstract:
Concentrandosi sul poema epico-cavalleresco Amor di Marfisa (1562) di Danese Cataneo, il presente articolo mira a sottolineare gli aspetti della ricezione e dell’aggiornamento del modello ariostesco per quello che riguarda la questione di genere e la formazione dell’eroina. Cataneo recupera selettivamente l’eredità ariostesca, raccogliendo dal capolavoro gli spunti narrativi e tematici utili alla definizione di un canone della “virtù donnesca” e integrandoli con il repertorio della classicità, in particolare con il mito di Lucrezia. Marfisa e il personaggio di nuovo conio di Artemidora, regina d’Islanda e nuova Bradamante, sono due eroine in formazione, destinate a rappresentare – una volta compiuto il loro percorso – i gradi più alti della virtù femminile: la regina-vergine e la regina-sposata.
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Falzarano, Angelo, and Raffaele Sibilio. "Ambiente, lavoro e donne per una sostenibilità al femminile nelle istituzioni scolastiche." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (August 2022): 63–73. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-001006.

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Abstract:
Questo contributo presenta i risultati di uno studio qualitativo mediante intervi-ste a dirigenti scolastici di diverse regioni italiane sul lavoro e donne per una sostenibilità al femminile nelle Istituzioni scolastiche. In particolare, lo studio si è proposto di esplorare l'ordine delle disuguaglianze di genere e le sue conse-guenze nell'attuale configurazione dell'ambiente scolastico. La ricerca ha rileva-to che gli impegni professionali e familiari trovano non pochi vincoli nel momen-to in cui le docenti decidono di costruire un percorso familiare. La difficoltà di conciliazione produce effetti negativi sulle condizioni di lavoro e sulla carriera professionale delle donne, generando una metamorfosi nel loro rapporto con la scuola.
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Cazzato, Luigi. "L’ASSENZA ‘‘PRESENTE’’ DI GEORGE ELIOT: FRA CENTRO INGLESE E MARGINE MEDITERRANEO." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 13 (2013): 195–202. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2013.i13.17.

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Abstract:
Il saggio si cimenta con la questione dell’assenza di George Eliot come autoredonna sulle scene letterarie. La romanziera inglese scelse di celare il proprio genere sotto uno pseudonimo maschile, apparentemente, per poter affrontare nel suo centro ciò che è stato chiamato “the regime of the male gaze”. Questo suo atto, considerato ambiguo dalla critica femminista, può dirci qualcosa, non solo in relazione a questioni di posizionamento di genere, ma anche in relazione a questioni di posizionamento di ciò che nel suo secolo veniva chiamata “razza”. In altre parole, il saggio si occupa, dal punto di vista postcoloniale, dei suoi rapporti di autrice al centro della cultura patriarcale metropolitana con i margini mediterranei (Italia e Spagna) orientalizzati, ovvero meridionizzati, che lei visitò durante i suoi viaggi e di cui scrisse nelle sue lettere e nei suoi romanzi. Parole chiave: Scrittura femminile, sguardo maschile, Mediterraneo, meridionismo
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Laghi, Fiorenzo, Roberto Baiocco, Daniela Troilo, and Antonia Lonigro. "Binge eating e stili d'identitŕ in adolescenza." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2012): 539–53. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-004004.

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Abstract:
La ricerca ha indagato la relazione esistente tra il Binge Eating Disorder, indagato attraverso la Binge Eating Scale (Gormally, 1982), la tendenza al conformi- smo, indagato attraverso lo Iowa- Netherlands Comparison Orientation Measure (Gibbons, 1999) e gli stili d'identita, indagati attraverso l'Identity Style Inventory (Berzonsky, 1992). Lo studio e stato effettuato su 450 studenti frequentanti alcune scuole Secondarie di II grado. La ricerca ha dimostrato che il Binge Eating Disorder e maggiormente diffuso tra i soggetti di genere femminile rispetto a quelli di genere maschile. Le dimensioni che hanno un forte potere predittivo per il Binge Eating Disorder risultano essere la presenza di alti livelli di conformismo rispetto ai comportamenti, di uno stile d'identita evitante e di una bassa tendenza ad assumere impegni precisi. Inoltre e emerso che i soggetti appartenenti al gruppo dei soggetti con patologia BED presentano uno stile d'identita evitante, mentre i soggetti che non presentano disturbi alimentari presentano uno stile d'identita informativo ed un'elevata tendenza ad assumere impegni precisi.
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Paoloni, Paola, Francesca Dal Mas, and Amelia Barcellini. "Leadership femminile in sanità: possibili soluzioni e strumenti. Un caso di studio." MECOSAN, no. 120 (February 2022): 83–104. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-120006.

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Abstract:
Obiettivo Lo scopo dell'articolo e approfondire le tematiche relative alla leadership femminile delle imprese sanitarie, andando a individuare, nella letteratura internazionale e mediante un caso di studio, le caratteristiche rilevanti che impattano sulle pari opportunita. L'articolo intende, quindi, approfondire i possibili strumenti e soluzioni al fine di supportare la leadership femminile e rafforzare il ruolo della donna nel management delle aziende sanitarie.Nell'articolo viene utilizzata la metodologia di analisi di un caso di studio. Oggetto dello studio e il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Fondazione CNAO) di Pavia. La Fondazione CNAO e caratterizzata dalla presenza di un middle management a prevalenza femminile (dei 130 operatori, 66 sono donne, di cui 30 madri). A capo della direzione scientifica, medica, tecnico- infermieristica vi sono donne. Sempre donne rivestono il ruolo di responsabili della Comunicazione e URP, Qualita e Regulatory Affairs, Contabilita Generale e Aspetti Fiscali, Amministrazione Clinica, Risorse Umane, Pianificazione Acquisti e Servizi Generali. Dei 12 medici attuali, 10 sono donne, compreso il Direttore Medico, in controtendenza con la media internazionale (per la quale solo il 25% dei medici in ambiente ospedaliero e rappresentato da donne). Risultati L'analisi condotta attraverso il modello del CAOS consente, a partire dall'esperienza della Fondazione CNAO, di determinare alcuni strumenti operativi per facilitare l'accesso delle donne a posizioni di leadership in ambito sanitario. Tramite il caso di studio sono investigate e mappate le soluzioni di flessibilita adeguatamente applicate durante il periodo dell'emergenza causata dalla pandemia da Covid-19. I risultati consentono di proporre strumenti per valorizzare il ruolo delle donne nel management sanitario, in ambiti fortemente multidisciplinari e a elevato impatto di innovazione e tecnologia. Implicazioni teoriche L'articolo contribuisce al tema della diversita di genere nelle aziende sanitarie, con particolare riferimento a barriere, vantaggi e strumenti operativi per facilitare la leadership femminile. Implicazioni operative L'esperienza della Fondazione CNAO, adeguatamente collocata nella letteratura, consente di individuare alcune best practices di concreta applicabilita per le aziende sanitarie, stimolando eventuali studi comparativi.
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Di Giambattista, Cristina, Monica Esposito, Marcella Pulino, and Alessandro Rizzo. "Gli interventi di contrasto alla crisi socio-economica provocata dalla pandemia da Covid-19: una possibile lettura di genere." Sinappsi 11, no. 1 (2021): 22. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2021-01-2.

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Abstract:
L’integrazione della dimensione di genere nelle fasi del ciclo di una policy rappresenta un elemento dirimente per la produzione di risultati equi ed efficaci. L’articolo fornisce una panoramica delle policy di contrasto dei Paesi europei alla crisi socio-economica provocata dalla pandemia, relative alla tutela dell’occupazione e dei redditi e al sostegno delle esigenze di cura e alla fragilità economica, verificando secondo la logica del dual approach la presenza di interventi dedicati alla componente femminile del mercato del lavoro e, parallelamente, le principali implicazioni in chiave di genere. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- The integration of gender mainstreaming in each stage of the policy cycle is essential to achieve equitable and effective results in policy making. This paper provides an overview of all european measures programmed to face the economic crisis due to Covid-19 pandemic. By analysing social protection measures related to social distancing, income protection, unemployment, job protection and work life balance, it tries to investigate if a gender perspective has been taken into account in the policy making process or if all policies are programmed as gender blind.
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Rossi, Mario. "Una voce femminile al vaglio dell'etica dell'autotraduzione assistita: Il paese dove non si muore mai di Ornela Vorpsi." iQual. Revista de Género e Igualdad, no. 1 (February 22, 2018): 159. http://dx.doi.org/10.6018/iqual.301191.

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Abstract:
<p><strong>Riassunto</strong> Nel saggio si pone il problema della valutazione dell'autotraduzione in una prospettiva che analizza le molle che nel profondo muovono un testo letterario. Si analizza l'autotraduzione assistita del romanzo breve di Ornela Vorpsi Il paese dove non si muore mai dal francese all'italiano prendendo in considerazione la presenza di marche di genere in passi in cui siano presenti oggetti; la questione di genere percorre tutto il testo e quindi appare interessante verificare come questa si cristallizzi in significanti apparentemente poco permeabili alla modulazione denotativa e connotativa. Si giungerà alla conclusione che l'analisi dell'autotraduzione assistita può esser strumento valido per la definizione del grado di coerenza delle strutture profonde di un testo tanto più importante se la tematica è centrata sulla questione di genere.<strong></strong></p><p><strong>Abstract </strong>This article approaches the problem of how to evaluate the significance of the critical feminist instances on an assisted self-translation text by applying the contrastive analysis method. The analysed work is O. Vorpsi novel <em>Il paese dove non si muore mai</em>, which has been translated from Italian to French by M. Pozzoli, with the author’s collaboration. The main aspect which will be analysed is the to investigate the presence of gender marks in passages which mention objects – informative and at the same time formative elements of the text-, since the gender issue crystallize in a particular way also in signifiers of an apparently low permeability to the connotative modulation, as it is the case for those signifiers related to objects. By contrasting the oscillations between the two texts, we will emphasize on the possible contradictions in the text’s deep-lying structure. In this way, through the assisted self-translation analysis it can be measured to what extent the intended critical instances regarding the gender issue which are present throughout the novel are coherent and valid.</p><strong>Keywords </strong>self-translation, gender, connotation and deep structure, objects, Ornela Vorpsi.
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Valsecchi, Giulia. "Oltre queste mura (in)visibili: memoria, rivoluzione e straniamento nella poesia femminile irano-americana." STORIA URBANA, no. 167 (May 2021): 63–89. http://dx.doi.org/10.3280/su2020-167005.

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Abstract:
L'esperienza delle migrazioni riflette antiche tensioni e condiziona rappresentazioni identitarie molteplici. Il caso della diaspora iraniana e caratterizzato, in particolare, da flussi diretti in Occidente prima e dopo lo scoppio della Rivoluzione nel 1979. In concomitanza con gli eventi dell'11 settembre 2001, tali esodi sono accompagnati da cronache femminili di prigionia e memoir incentrati su restrizioni e prassi di confinamento di genere nel contesto della Repubblica Islamica. A quarant'anni dallo spartiacque storico e traumatico della Rivoluzione Iraniana, e obiettivo di questo contributo accantonare la fissazione occidentale sul velo islamico e le narrazioni imperniate su ritratti femminili di segregazione, per prendere in esame una selezione di poesie a firma di tre autrici irano-americane - Laleh Khalili, Aphrodite Desiree Navab e Persis M. Karim - appartenenti a diverse generazioni di espatriati, nonche distinte per carriere professionali. I componimenti verranno analizzati per mettere in luce una dimensione piu sottile e vulnerabile di riscrittura del se incentrata sugli sdoppiamenti di simbologie, memorie e retaggi culturali connessi a motivi di perdita, straniamento e "stati del tra". Le poesie saranno lette, infine, come spazi di riconfigurazione di un discorso sul passato e di drammatizzazione del rapporto tra un se che (re)immagina e un'identita diasporica sempre piu plurale.
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Biondi, Teresa. "Donne in rivalsa e nuove “simboliche dei corpi femminili” tra antropomorfismo filmico, moda e idealismo di genere nel primo periodo del cinema viscontiano." dObra[s] – revista da Associação Brasileira de Estudos de Pesquisas em Moda, no. 35 (July 29, 2022): 55–82. http://dx.doi.org/10.26563/dobras.i35.1414.

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Abstract:
Il verismo filmico viscontiano riguarda il racconto delle trasformazioni identitarie degli italiani dal dopoguerra al boom economico, e si basa sulla rappresentazione del contesto psico-socio-antropologico in cui “modelli di donne della contemporaneità” appaiono per tratti erotizzati, e sempre emblematici di tentativi di una rivalsa femminile ancora in germe. Nei primi film di Visconti questo particolare aspetto prende dunque forma in toni solo idealmente progressisti e non concreti, rappresentati in personaggi interpretati da dive del tempo quali Giovanna-Calamai in Ossessione (1943), Maddalena-Magnani in Bellissima (1951) e Pupe-Schneider ne Il lavoro (1962). Alla base dei potenziali espressivi di queste opere vi è il valore antropomorfico del cinema, descritto in un suo saggio famoso che sembra più una “dichiarazione di intenti”, un preambolo ai suoi film atto a evidenziare la capacità, tutta da costruire, di riprodurre il valore dell’autenticità umana nella recitazione attoriale e nella scena, o a partire dagli aspetti materiali di cui è composta. Proprio la teoria filmica alla base dei suoi film e la correlata rappresentazione scenica, sia nelle forme simboliche costruite dalla regia, sia in quelle materialistiche dell’insieme di scenografie, costumi e fabbisogno scena, inizialmente assumono i tratti del neorealismo, o come egli precisava del “verismo umano” del quale manterrà sempre il carattere, anche nei film del secondo periodo definito dalla critica barocco e decadentista. Questo cambiamento sarà determinato dalla comprensione che il boom economico e il correlato avvento di una nuova società capitalista hanno cambiato radicalmente la vita e la cultura degli italiani, e non sempre verso il meglio. Per narrare tale cambiamento Visconti definirà nuove forme del racconto “realisticamente pre-strutturate” che mostrano, nella ricchezza della materialità degli ambienti e dei costumi, gli aspetti simbolici di un nuovo verismo umano degenerato dal denaro e spesso celato dietro la maschera dell’apparente crescita sociale. A partire da questo discorso si analizzano i tre personaggi femminili citati sopra, con particolare attenzione a Pupe-Schneider, caso di studio scelto per le particolari connotazioni drammaturgiche costruite tramite elementi barocchi della scena e costumi/abiti del marchio Chanel.
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Cagnolati, Antonella. "Le frontiere del corpo. Il velo e l’identità femminile nella società multiculturale." El Futuro del Pasado 3 (June 1, 2012): 223–35. http://dx.doi.org/10.14201/fdp.24721.

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Abstract:
La categoria di genere ed il concetto di multiculturalismo possono convivere? Se lo chiedeva già a metà degli anni Novanta Susan Moller Okin, dando origine ad un dibattito che oggi appare di scottante attualità in conseguenza delle polemiche sul velo. In Francia la discussione procede con toni aspri che rivelano la difficoltà di far coincidere teorie libertarie con modelli comportamentali che suscitano ostilità, rancore, diffidenza. Nella realtà la diatriba sul velo nasconde altri significati che rivelano la volontà di marcare con confini precisi l’identità, sia da un parte che dall’altra del confine socio-antropologico. La relazione vuole indagare dietro le prese di posizione per comprendere quali siano i nodi del contendere e per quale motivo le distinzioni e la xenofobia passino ancora una volta sul corpo delle donne, intesi come una trincea per la difesa di valori in opposizione. ¿La categoría de género y el concepto de multiculturalismo pueden vivir uno al lado del otro? se preguntaba a mediados de los años noventa Susan Moller Okin, dando lugar a un debate de gran actualidad como resultado de la controversia sobre el velo. En Francia la discusión se desarrolla con tonos ásperos que revelan la dificultad que existe para conciliar las teorías libertarias con los patrones de conducta que despiertan la hostilidad, el resentimiento, la desconfianza. De hecho, la controversia sobre el velo, esconde otros significados que revelan la voluntad de marcar la identidad con límites claros de un lado y del otro de la frontera socio-antropológica. El artículo tiene como objetivo investigar acerca de las posiciones adoptadas en Europa sobre el velo con el fin de comprender cuáles son los nudos de la controversia y por qué las diferencias y la xenofobia pasan una vez más por el cuerpo de la mujer, entendido como una trinchera para la defensa de valores en oposición.
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Vivo, Eleonora, Davide Mazzoni, Pamela Monteverdi, and Elvira Cicognani. "Stili di assunzione e motivazioni all'uso di alcol in un gruppo di studenti universitari italiani. Uno studio qualitativo." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 133–55. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001008.

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Abstract:
L'abuso di alcol espone i giovani a numerosi rischi di natura sociale e psicofisica. L'obiettivo della presente ricerca era approfondire le motivazioni alla base dell'assunzione di alcol e i profili di consumo in un gruppo di studenti universitari italiani. Sono state condotte trentaquattro interviste con studenti di sesso maschile e femminile, di etŕ compresa tra i 19 e i 25 anni. Sul materiale testuale č stata effettuata l'analisi qualitativa ispirata alla grounded theory. I risultati evidenziano la presenza di molteplici motivazioni (gestire emozioni negative, ricercare sensazioni, motivazioni sociali, ricerca del gusto, richiamo culturale/ identitario, rimedio rispetto ad altre sostanze) e di diversi pattern di consumo che variano in funzione della condizione residenziale (fuorisede, residente, pendolare), dell'anno di corso, del genere, della rappresentazione del divertimento (convivialitŕ, sregolatezza) costruita all'interno del gruppo di amici e del significato che l'alcol assume nel contesto specifico. Alla luce della letteratura psicosociale, questi risultati sottolineano il ruolo giocato dal contesto universitario nel modulare il consumo di alcolici fra gli studenti.
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Gorla, Gioia. "Prima e dopo la legge 180: una psicologa in manicomio." SETTING, no. 28 (May 2010): 41–58. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028006.

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Abstract:
L'Associazione di Studi Psicoanalitici (A.S.P.) ha ricordato il 24 ottobre 2009 Teresa Piacentini Corsi, psicoanalista e pediatra, scomparsa nel 2008, fondatrice dell'Associazione e psicoanalista che ha influenzato con la sua opera molti allievi e colleghi. Per il suo tempo Teresa Piacentini Corsi č stata un'innovatrice, una voce diversa in sede clinico-teorica, che ha saputo affrontare temi che sarebbero emersi nella psicoanalisi molti anni dopo, quali le tecniche dell'approccio relazionale e l'attenzione alla differenza di genere nel setting clinico. I due articoli qui pubblicati costituiscono gli interventi presentati da Eugenia Omodei Zorini e Claudia Zanardi il 24 ottobre 2009 in suo ricordo, lasciati nella loro forma spontanea ed emozionale in cui sono stati pronunciati, essi descrivono, attraverso i suoi scritti e le esperienze dirette di lei da parte delle Autrici, il vasto appassionato lavoro di Teresa nei campi della psicoanalisi individuale, di gruppo e nelle Istituzioni. Gli articoli mostrano anche il caldo e profondo legame delle Autrici con un'analista intuitiva, brillante, aperta; una straordinaria maestra, ed una libera pensatrice. Viene anche riproposto in questa sede un articolo del 1994 di Teresa Piacentini Corsi e Claudia Zanardi, scelto tra molti altri perché incentrato sullo sviluppo psichico femminile e sulla comunicazione pre-verbale nella relazione analitica, uno dei principali temi di interesse di Teresa. Esso prende in considerazione i sintomi del corpo delle donne come voci del conflitto tra l'attaccamento inconscio a vecchie identificazioni trasmesse per via intergenerazionale e i nuovi modelli di identitŕ femminile della societŕ in trasformazione. I disturbi alimentari delle donne sono ascoltati come linguaggio del corpo in una cornice psicologica/ sociale che legge gli esempi clinici attraverso la teoria psicoanalitica e quella del femminismo. Č grande l'affetto con cui tutti noi ricordiamo Teresa Piacentini Corsi.
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Rizzi, Sara. "Violenza domestica al tempo del Covid-19." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 155–206. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002011.

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Abstract:
La sicurezza delle donne sembra lentamente entrare a pieno titolo nell'agenda politica dei governi nazionali e locali. Tuttavia, non è così per la sicurezza femminile nei luoghi apparentemente più sicuri e più tutelanti come la famiglia o i rapporti di coppia. Ciò che accade in quei rapporti sembra ancora relegato a questione privata e non rappresenta un problema che, invece, a ragione è un fatto sociale. L'obiettivo di questo lavoro è quello di presentare un'analisi dell'andamento della violenza domestica durante il periodo del lockdown. Le fonti dei dati sono l'ISTAT e D.i.Re , enti che hanno rilevato in modo continuato e sistematico la questione sociale della violenza di genere e domestica. Oltre all'analisi quantitativa abbiamo approfondito il tema dal punto di vista qualitativo, ricorrendo a tre interviste rivolte a Testimoni Privilegiati, ciò si è reso necessario per meglio inserire i dati in un frame concettuale e teorico in grado di restituire la complessità del fenomeno, dell'importanza della presenza dei servizi sul territorio e del lavoro svolto dagli operatori antiviolenza.
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Marchesi, Andrea. "Qui ci vuole (anche) il maschio. Sulla latitanza degli uomini nelle professioni educative." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 114–25. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018012.

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Abstract:
Gli uomini impegnati in campo educativo sono, ormai, una minoranza sempre piů residuale e di questa evidenza invisibile si discute poco, come se fosse un dato naturale che ad occuparsi di educazione siano solo le donne. Eppure non č sempre stato cosě, basti pensare alla figura del maestro elementare come all'educatore dei servizi extrascolastici. Che cosa ha determinato la scomparsa degli uomini dal mondo dell'educazione? E quali effetti sta producendo sulle pratiche e sui soggetti? La perdita di prestigio sociale e l'indebolimento della carica trasformativa dell'educazione possono spiegare, in parte, l'assenza degli uomini, senza sottovalutare i cambiamenti che investono il genere maschile: la crisi della figura del padre, del principio di autoritŕ e responsabilitŕ. L'educazione sembra, allora, ridursi alla dimensione della cura, con una presenza esclusivamente femminile, indebolendo il gioco dei ruoli e delle differenze che segna il confronto tra generazioni. Č forse il sintomo di una crisi piů ampia, che prefigura nuovi orizzonti nei quali si collocano proprio i giovani uomini che, in controtendenza, scelgono di impegnarsi come educatori.
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Antonella Meccariello and Renata Mentasti. "Parola d’ordine STEM-conoscere per colmare il divario di genere. L'importanza del curricolo interdisciplinare di educazione finanziaria per promuovere il pensiero scientifico nella scuola primaria." IUL Research 1, no. 2 (December 1, 2020): 107–17. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i2.57.

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Abstract:
L’articolo rientra nella categoria delle “reflection papers” in quanto rappresenta un contributo teorico di approfondimento sulle tematiche della pedagogia e curricula innovativi nell'educazione STEM nonché sugli approcci e le metodologie per la ricerca educativa STEM. Nel documento vengono messe in evidenza le problematiche legate alla didattica delle STEM, partendo dalle evidenze dell’ultima indagine dell’OCSE PISA che sottolinea fortemente l’attuale divario di genere nell’apprendimento delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. Tale differenza sembra condurre inevitabilmente ad una disuguaglianza sociale crescente, allontanando sempre di più i cittadini dal traguardo di sostenibilità individuato dall’Assemblea delle Nazioni Unite nella Risoluzione adottata nel 2015 e limitando fortemente l’indipendenza della popolazione femminile. Nell’articolo viene evidenziato che l’indagine summenzionata rivela una stretta correlazione tra l’alfabetizzazione matematica e quella finanziaria, tanto da indurre a considerare l’importanza dell’educazione precoce alle STEM anche attraverso percorsi didattici di educazione finanziaria nella scuola primaria, da inserire nei curricoli verticali degli istituti scolastici. Vengono suggerite alcune delle tematiche da affrontare con le diverse fasce d’età, le strategie educative da mettere in atto e le metodologie didattiche da utilizzare passando attraverso l’interdisciplinarietà e l’innovazione tecnologica. L’articolo si conclude con la convinzione che la scuola, non solo la famiglia, sia un contesto efficace per fornire ai giovanissimi gli strumenti di pensiero per sviluppare le competenze di problem solving e per effettuare scelte consapevoli ed informate.
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Colarusso, S. "A survey to photograph Italy’s young diabetology." Journal of AMD 24, no. 4 (February 2022): 288. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.9.

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Abstract:
Il Gruppo Nazionale Giovani AMD ha condotto nel Gennaio 2020 una survey rivolta a giovani diabetologi under 45, al fine di ottenere un’istantanea della next generation diabetologica. La survey, partita il 15 gennaio 2020 via mail (Google Moduli), ha incluso 23 quesiti, suddivisi per sezioni: raccolta dati anagrafici, genere/formazione, contesto lavorativo (tipologia di contratto, sede lavorativa, attività prevalente), criticità/esigenze, rapporti con le società medicoscientifiche, utilizzo dei canali social, grado di motivazione. Fra i 259 giovani diabetologi che hanno partecipato alla survey (età: 55% 30-40, 27% 40-45, 8% <30) notevole è stata la differenza di genere con prevalenza del sesso femminile (64% ). La predominante specializzazione indicata è l’endocrinologia (~71%); circa il 45% dei giovani diabetologi italiani lavora con un contratto di dipendenza, il 25% come libero professionista e circa il 17% in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale come specialista ambulatoriale territoriale. Nel 73% dei casi il tipo di attività svolta è prevalentemente/ esclusivamente ambulatoriale , il 54% la svolge in prevalente ambito diabetologico, il 42% anche endocrinologico. Tramite una scala di grading numerico (punteggio da 1 a 4) le maggiori criticità indicate sono: l’organizzazione lavorativa, la mancanza del team diabetologico, l’impossibilità di prescrivere farmaci richiedenti un piano terapeutico se non con un contratto di lavoro pubblico, gli spazi fisici delle strutture lavorative. Fra le principali esigenze rilevate al primo posto l’implementazione della formazione professionale (73%). Le aree di maggior interesse sono: terapie innovative, tecnologie, diabete e gravidanza, telemedicina, educazione terapeutica. L’80% dei giovani diabetologi ha espresso un alto livello di motivazione ad essere coinvolti in iniziative associative grazie alla nascita del Gruppo Nazionale Giovani AMD. La forte motivazione dei giovani diabetologi rappresenta un’ottima base e punto di partenza per favorire una collaborazione fra le classi dirigenziali attuali e future, approntando insieme dei percorsi di crescita e formazione professionali in linea con il sapere, saper fare e saper essere. PAROLE CHIAVE giovane diabetologo; setting lavorativo; bisogni formativi; motivazione.
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Trębski, Krzysztof. "LA QUESTIONE “GENDER”: UNA SFIDA PER L’ANTROPOLOGIA CRISTIANA." Forum Teologiczne 20 (December 13, 2019): 97–108. http://dx.doi.org/10.31648/ft.4806.

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Abstract:
La teoria del “gender” si riferisce all’opinione che l’identità sessuale non è determinata dal sesso biologico di una persona, ma indica il genere in cui un individuo si identifica in base ai propri desideri soggettivi. Tale teoria tratta le differenze tra i sessi come elettive e socialmente costruite. Sostiene che una persona può nascere con un corpo che non corrisponde all’identità maschile o femminile “percepita”. Questo ha profonde implicazioni sociali: nega la differenza e la reciprocità nella natura di un uomo e una donna e immagina una società senza differenze sessuali, eliminando così la base antropologica della famiglia.La Chiesa cattolica respinge questa ideologia, insegnando che Dio crea le persone come maschio o femmina e che il corpo e l’anima sono così uniti da formare un essere completo; quindi la differenza sessuale non è un incidente o un difetto, ma è un dono di Dio che aiuta le persone ad avvicinarsi l’uno all’altra e a Dio stesso. La Chiesa afferma altresì che il proprio sesso biologico fa parte del piano divino e che ogni persona dovrebbe riconoscere e accettare la propria identità sessuale basata sulla complementarietà dei sessi. Ogni persona è chiamata a sviluppare la propria identità sessuale in un modo che integri la propria mascolinità o femminilità nell’ambito delle relazioni con gli altri.L’articolo presenta l’insegnamento del Magistero della Chiesa cattolica e spiega che la complementarità tra i sessi non è intesa come fonte di oppressione o disuguaglianza, ma testimonia la bellezza del piano di Dio per l’umanità.
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Garista, Patrizia, and Cristina Coccimiglio. "Digital resilient narratives. Pedagogic gender frailties crossing time and space in emergency." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 422–30. http://dx.doi.org/10.36253/form-12608.

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Abstract:
In times of crisis, vulnerable groups face more challenges and experience a greater sense of exclusion, due to being separated from positive relationships, caregivers, supporters. A challenge that many women face is having multiple identities as mothers, workers, wives, caregivers. However, fragility can become the wheel of positive change if well supported by technologies and appropriate educational strategies. We know how narratives can serve to hold all these identities together, creating a digital space, where everyone can recognize similar stories or share their own. This article proposes a theoretical reflection on gender frailties during the time of the pandemic, and reflects on spaces and time which generate digital resilient narratives. Narrazioni digitali resilienti. Le fragilità educative al femminile attraversano spazi e tempi dell’emergenza. In tempo di crisi, i gruppi vulnerabili devono affrontare più sfide e vivere di più la dimensione dell'esclusione, lontani da relazioni positive, caregivers, sostenitori. Tra loro, le donne si trovano a dover agire con le loro molteplici identità di madri, lavoratrici, mogli, caregivers. Tuttavia, la fragilità può essere riscattata se supportata da tecnologie e strategie educative e formative adeguate. Soprattutto sappiamo come le narrazioni condivise anche digitalmente creino uno spazio dove ognuno può riconoscere storie simili o condividerne una propria. Questo articolo propone una riflessione teoretica sulle fragilità attraverso uno sguardo di genere durante il periodo della pandemia, riflettendo su spazi e tempi che generano narrazioni resilienti digitali.
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Hansbury, Griffin. "L'uomo vaginale: lavorare con la corporeità di uomini queer al confine del transgender." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2021): 19–40. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001003.

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Abstract:
Invece di esaminare i fenomeni espliciti dell'esperienza transgender, viene discusso il "confine del transgender" in persone non transgender, ed esplorato il rapporto tra gli uomini e "il Vaginale", inteso sia come reale che come fantasticato. Concepire il Vaginale come una controparte del Fallico permette di scollegare dal femminile in senso stretto gli stati vaginali psichici e corporei, così che, come il Fallico, diventano accessibili da persone di tutti i generi e sessi. Il concetto di Vaginale va al di là dell'esperienza reale e incarnata di molti uomini transgender che vivono in corpi "femminili" interi, parziali e/o temporanei, e può trovare applicazione anche alla realtà psico-fisica di numerosi uomini non transgender. Viene anche presentato il caso clinico di un paziente omosessuale che fa la fantasia che il proprio ano sia una vagina.
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Burden, Amy. "Lipstick on pigs: Critical discourse and image analysis of non-humans in U.S. children’s ESL textbooks." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 8, no. 1 (March 31, 2021): 52–74. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.13.218.

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Abstract:
EN Gender equality in language learning has received considerable attention in research on classroom policy and materials. Within studies of materials like language learning texts, most research focuses on content analyses of character roles and images, with sometimes purposeful exclusion of non-human characters. However, non-humans in children’s picture books comprise almost 60% of the characters children read. Therefore, their representations of gender, including biases, overt sexism, and covert sexism should be examined. In this study, I examine gendering of non-human characters using corpus linguistics and critical discourse analysis. Additionally, I use critical image analysis to discuss pictorial gendering of non-human characters within 12 textbooks in two of the United States’ most widely used textbook series for language learning in elementary schools. Results indicate a strong preference for aggressive and adventurous male characters, male supremacist ideologies, and the suppression of female agency. Key words: CORPUS LINGUISTICS, CRITICAL DISCOURSE ANALYSIS, TEXTBOOK ANALYSIS, GENDER AND LANGUAGE, ENGLISH AS A SECOND LANGUAGE (ESL), CRITICAL IMAGE ANALYSIS ES La igualdad de género en el aprendizaje de idiomas ha recibido una atención considerable en la investigación sobre la política y los materiales en el aula. Dentro de los estudios sobre materiales como los textos para el aprendizaje de idiomas, la mayoría de las investigaciones se centran en el análisis del contenido de los roles y las imágenes de los personajes, con una exclusión de los personajes no humanos. Sin embargo, los personajes no humanos de los libros ilustrados para niños representan casi el 60% de los personajes que leen los niños. Por lo tanto, deben examinarse sus representaciones de género, incluyendo los prejuicios, el sexismo manifiesto y el sexismo encubierto. En este estudio, examino la representación de género de los personajes no humanos utilizando la lingüística de corpus y el análisis crítico del discurso. Además, utilizo el análisis crítico de la imagen para analizar el género pictórico de los personajes no humanos en 12 libros de texto de dos de las series de libros de texto más utilizados en Estados Unidos para el aprendizaje de idiomas en las escuelas primarias. Los resultados indican una fuerte preferencia por personajes masculinos agresivos y aventureros, ideologías de supremacía masculina y la supresión de la agencia femenina. Palabras clave: LINGÜÍSTICA DE CORPUS, ANÁLISIS CRÍTICO DEL DISCURSO, ANÁLISIS DE LIBROS DE TEXTO, GÉNERO E LINGUAJE, INGLÉS COMO SEGUNDA LENGUA (ESL), ANÁLISIS CRÍTICO DE LA IMAGEN IT L’uguaglianza di genere nell'apprendimento delle lingue ha ricevuto una notevole attenzione nella ricerca sulle norme di comportamento nelle classi così come nei materiali didattici. All'interno degli studi su materiali didattici come i testi per l'apprendimento delle lingue, la maggior parte della ricerca si concentra sull'analisi del contenuto dei ruoli e delle immagini dei personaggi con l'esclusione, a volte intenzionale, di personaggi non umani. Tuttavia, i non umani nei libri illustrati per bambini costituiscono quasi il 60% dei personaggi. Pertanto, dovrebbero essere esaminate le loro rappresentazioni di genere, inclusi pregiudizi, sessismo palese e sessismo nascosto. In questo studio si esamina la sessuazione di personaggi non umani usando la linguistica dei corpora e l’analisi critica del discorso. Inoltre, viene utilizzata l'analisi critica delle immagini per discutere la sessuazione di personaggi non umani all'interno di 12 libri in due delle serie di libri di testo più utilizzate negli Stati Uniti per l'apprendimento delle lingue nelle scuole elementari. I risultati indicano una forte preferenza per personaggi maschili aggressivi e avventurosi, ideologie suprematiste maschili e soppressione dell'agire femminile. Parole chiave: LINGUISTICA DEI CORPORA, ANALISI CRITICA DEL DISCORSO, ANALISI DEI LIBRI DI TESTO, GENERE E LINGUAGGIO, INGLESE COME SECONDA LINGUA, ANALISI CRITICA DELLE IMMAGINI
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