Dissertations / Theses on the topic 'Genere femminile'

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1

Stecca, Michela <1983&gt. "Tossicodipendenza e genere, quando la dipendenza è al femminile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10822.

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Abstract:
L'elaborato si propone di analizzare la situazione attuale in merito alla tossicodipendenza, focalizzandosi anche sul tema del genere rispetto a tale fenomeno. Vengono sviluppate quattro macro aree: 1) la diffusione della droga e l'evoluzione del fenomeno nel corso degli anni; 2) cosa si intende per sostanze stupefacenti, come possono essere classificate le varie sostanze e come queste ultime agiscono nell'organismo; 3) come e perchè si iniziano ad utilizzare le sostanze stupefacenti e quali sono i principali fattori di rischio per l'iniziazione; 4) la tossicodipendenza al femminile, ossia quando la dipendenza riguarda la donna. In questa sessione verranno analizzate diverse categorie di consumatrici (adolescenti, madri, donne immigrate) e i vari rischi connessi alla pratica dell'uso di sostanze stupefacenti.
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2

Liviero, Anita <1989&gt. "In-migrate. Migrazioni interne in Albania e questione di genere femminile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6213.

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Abstract:
Internal migration in Albania and the issue of female gender This paper aims to highlight the role of women during two markedly different periods of Albania’s recent history: the regime of Enver Hoxha and the period dominated by an unrestrained capitalism and high rates of internal and international migration. It focuses its main attention on the interrelationships between internal migration processes and the changing context of gender relations in Albania. It aims to demonstrate the various ways in which Albanian women participate in the migratory processes. They have been and are currently the mainstay for supporting not only their families, but also the entire Albanian society, through their productive and reproductive role, often kept in the shadow. Despite some traditional norms and values persist and are reinforced during migration, as an antidote to social, economic and political changes, the shift, from the redefinition of the roles within the most important Albanian’s institution, the Family, took place. The gender relationships are being constantly transformed and negotiated over time. The essay is structured along a series of thematic and temporal lines related to women’s issues. After the description of the Albania’s history through the explanation of the phenomenon of internal migration to the achievement of current events, the discussion continues with the representation of women into the domestic, political, working, religious, Albanians context; the last part describes women as actress of internal migration processes and highlights how mobility reflects power relations and inequalities, since such movements are socially, economically and politically produced.
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3

BOSNA, VALERIA VITTORIA AURORA. "La libertà femminile in Educazione. Pratiche, protagoniste, idee." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/351307.

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Abstract:
La tematica oggetto della presente ricerca nasce da differenti fattori relazionati tra di loro. In primo luogo la considerazione secondo cui l’educazione formale attuale, ovvero l’educazione scolastica, mostra diversi aspetti critici rispetto al modello di formazione che propone, tra cui la gestione dei saperi propri dell’offerta formativa e la sua struttura, entrambe più orientate alla trasmissione di contenuti e meno alla cura di una corretta crescita integrale e armonica dei soggetti in formazione. A partire da queste considerazioni, oramai diffuse tra le famiglie di nuova generazione, aumenta il numero di genitori che scelgono percorsi alternativi alla scuola tradizionale per l’educazione dei propri figli e figlie. In base a questa panoramica è importante considerare i nuovi bisogni educativi e le nuove realtà formative sempre più presenti nei territori europei. In tale contesto di innovazione o di riscoperta di idee educative messe da parte dall’imponenza dell’istituzione scolastica è necessario analizzare quanto e come tali realtà educative alternative lavorino anche in prospettiva di un’educazione rivolta alla valorizzazione delle differenze di sesso e alla tutela del sesso femminile. Ancora oggi infatti si riscontra l’urgenza, in primo luogo educativa, di tutelare e salvaguardare una sana crescita delle bambine, ragazze e giovani, soggette a un rischio maggiore di discriminazione a causa della loro appartenenza sessuale. Il genere femminile storicamente ha incontrato nell’educazione la via per potersi emancipare e “liberare” da limiti, vecchie idee sociali e da stereotipi propri della cultura di appartenenza, connessi all’appartenenza sessuale e di genere. La scuola pubblica ha avuto un ruolo fondamentale ai fini di un cambiamento sociale in gran parte del mondo. L’analisi socio-educativa, nel secolo XXI, ha evidenziato come questo strumento liberatore sia stato però strumentalizzato per fini economici, culturali e politici, specialmente in relazione all’educazione femminile. In molti casi, infatti, l’educazione formale consolida gli stereotipi legati al sesso e al genere femminile, proponendo una formazione basata ancora su idee e discipline di impronta patriarcale. La ricerca, dal titolo “La Libertà femminile in Educazione. Pratiche, protagoniste, idee”, svolta in un regime di cotutela tra l’Università di Foggia (Italia) e l’Università di Barcellona (Spagna), e contestualizzata, per quanto riguarda l’analisi dei processi educativo-formativi spagnoli, principalmente nel territorio della Catalogna, prende in considerazione come cornice teorica l’Educazione Libera, cercando di andare più in là degli studi sino ad oggi realizzati e focalizzandosi a livello epistemologico sulla Libertà femminile in Educazione. Alla base di tale scelta vi è la considerazione della presenza, nella nostra società, di un dualismo, relazionato principalmente all’educazione femminile, tra Essere e Dover essere; un dualismo culturale in cui le bambine, le ragazze e le giovani donne sono ancora rinchiuse e in cui i modelli patriarcali di formazione e di educazione limitano il genere femminile nella sua espressione creativa e libera. In tal senso la ricerca è stata orientata in direzione della ricerca dei diversi modelli, forme e idee educative, presenti nei movimenti di Educazione Libera di ogni periodo storico, che hanno preso in considerazione l’educazione femminile in termini di valorizzazione dell’essere femminile, superando gli schemi educativi patriarcali e lavorando per la formazione di un pensiero critico e per la costruzione di un saper essere, prima che di un saper fare, con l’obiettivo di educare le ragazze alla consapevolezza di essere differenti, garantendo a se stesse il diritto di poter godere delle stesse opportunità di sviluppo e di crescita del genere maschile, ovvero di esprimere le proprie opinioni senza sentimenti di colpa o di inadeguatezza. Oltre alla motivazione dettata dall’analisi socio-educativa, il tema scelto come oggetto di riflessione è legato al mio percorso personale e professionale, come educatrice diretta di bambini e bambine, come donna e pedagogista, con una sensibilità particolare verso la discriminazione femminile, la violenza contro le donne e anche verso la ricerca continua di nuovi modelli e buone pratiche di educazione alternativa, aperta alle differenze di sesso e alla Libertà femminile.
El tema seleccionado para la presente investigación surge de diferentes factores relacionados entre de ellos. En primer lugar desde una critica a la educación formal actual que muestra diversos aspectos sobre su modelo de formación, contenidos y estructura, ya que resulta orientada más en la transmisión de contenidos y menos en el cuidado de un correcto crecimiento integral y armonioso a lo largo del proceso educativo. En ese sentido debemos considerar, con urgencia, la necesidad de una acción educativa orientada hacia todos, y en particular a las niñas, chicas y jóvenes mujeres, con mayores problemas de discriminación a causa de su sexo. En según lugar se añade el interés personal, como factor determinante para la elección del campo y del tema de esta investigación. Debido a dichas motivaciones se ha elegido como tema principal de esta investigación, el estudio y la profundización de la Libertad femenina en Educación, o sea el análisis de las ideas, de las prácticas y de los principales protagonistas de los movimientos catalanes de Educación Libre con referencia especifica a la educación femenina. La investigación se propone entonces conocer y profundizar algunos proyectos educativos alternativos de Educación Libre que han provocado la necesidad de repensar la educación, desde el punto de vista estructural y conceptual basándola en la Libertad femenina. La investigación se inicia en Italia en el curso 2011/2012, desde el Doctorado de Investigación en Pedagogía y Ciencias de la Educación de la Universidad de Foggia; para avanzar en Barcelona, con bajo el curso de Doctorado de investigación en Educación y Sociedad de la Universidad de Barcelona; en régimen de Co-Tutela entre ambas universidades. En esta investigación confluye una doble mirada: un marco teórico de Historia de la Pedagogía, área disciplinar a la que pertenece la directora italiana, Barbara De Serio; y la visión de Estrategias y Recursos Didácticos, desde el área disciplinar de la Didáctica a la que pertenece la directora Dra. Núria Rajadell de la Universidad de Barcelona. Se pretende aportar a nivel epistemológico un matiz innovador focalizado en la Historia de las Mujeres, la Historia de la educación femenina, la Pedagogía de Género y de la Diferencia, enfocando así la atención sobre la Libertad femenina en Educación. En este sentido la investigación pretende reconstruir una genealogía en femenino de las experiencias de Educación Libre desde sus inicios hasta la actualidad, y desde la teoría hasta la practica.
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4

Gramegna, Beatrice <1993&gt. "Mercato del lavoro femminile in Giappone. Disuguaglianze di genere e di opportunità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14129.

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Abstract:
L’obiettivo della ricerca è indagare i motivi per cui è presente una questione femminile nel mercato del lavoro giapponese, e perché l’occupazione femminile in Giappone stia godendo di grande risonanza e attenzione tanto da occupare un’ampia sezione della strategia politica e economica di Abe. Per una comprensione quanto più chiara del mercato femminile attuale mi avvarrò di alcuni dati come il tasso di occupazione femminile e come questo si sia evoluto negli ultimi anni, il tasso di disoccupazione e il tasso di partecipazione delle donne al lavoro non-regolare. Un altro indicatore importante per comprendere la dinamicità del mercato del lavoro sono gli investimenti in capitale umano, ovvero il livello di istruzione della popolazione attiva, con particolare attenzione per quello delle donne. La seconda parte sarà indirizzata ad analizzare le misure e le politiche di intervento di Abe, quelle rivolte a incoraggiare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Con un confronto con i Paesi dove le misure a sostegno della famiglia e dell’occupazione femminile occupano un’importane sezione nelle politiche di welfare, verranno messi in luce i limiti e le differenze di quelle che rientrano nel pacchetto “womenomics”. L’ultima parte si concentrerà invece sulla qualità delle opportunità lavorative che il mercato giapponese offre alle donne e come sia presente una disuguaglianza di genere.
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5

Guzzo, Selene <1996&gt. "Pratiche organizzative che favoriscono la leadership femminile e l’inclusività di genere nelle aziende." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17489.

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Abstract:
Questa tesi di laurea affronta il tema della leadership femminile e in particolare intende analizzare come le diverse pratiche organizzative e di gestione delle risorse umane per l’inclusività di genere favoriscano una maggior presenza femminile nelle aziende e nelle posizioni apicali. L’obbiettivo di tale studio è quindi quello di illustrare e mettere a confronto casi studio di aziende che stanno implementando interventi organizzativi a favore della parità di genere e della progressione di carriera per le donne, al fine di identificare le best practices. L’approccio scelto per condurre la ricerca empirica è stato quello di somministrare alle imprese coinvolte un’intervista volta ad approfondire nel dettaglio tali politiche e gli impatti che sono stati riscontrati a livello organizzativo. Lo studio ha dimostrato che gli strumenti maggiormente utilizzati dalle aziende sono quelli che favoriscono il work-life balance delle donne, come ad esempio lo smart working, il part time o l’asilo nido aziendale, oltre alle iniziative che supportano la progressione di carriera, ovvero il mentoring e il coaching. Vanno altresì evidenziate anche le attività di formazione circa il D&I e le politiche di reclutamento e selezione del personale.
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DEGAN, CRISTINA. "Le parole delle donne. Modalità del discorso di genere e costituzione dell'identità femminile." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23933.

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Abstract:
How women speak: Gender discourse and female identity construction. I would like to tackle some theoretical questions raised by feminist thought, particularly on the subject of gender discourse, in an effort to offer a wider re-thinking of the variables in play. We must not forget that life conditions for women everywhere are still marked by great disparities of treatment and opportunities. Gender difference is not totally biologically determined, but develops through unavoidable bio-cultural input. The “difference” question, then explores the meaning of this difference in its specificity, as it results from a complex biological and cultural process. This involves research in different fields, such as cultural anthropology and psychoanalysis, provided one does not forget to take into consideration, cautiously and determinedly, the material characteristics of each historical identity. The identity of women is historically unstable across cultures, which makes it necessary to give recognized legitimacy to individual identity, without invoking metaphysical categories but also without disembodying it. Individual, gendered, identity is the result of a long process of biological and cultural interactions buried in history. Now that neuroscience has given an important contribution to this debate, the principle of individuation has taken on dimension both scientific and cultural. A definition of difference can be based on this intersection between psychological and material cognition. This paper is aimed at identifying at least a descriptive outline of all the different issues raised by the question of gender, also through a review of the feminist positions of the 60’s, but keeping in mind the fact that the very tools of feminism have been “contaminated” by contributions from specialized fields , in particular the discovery of mirror neurons. It would be interesting to see if one could speak of “female” mirror neurons (for example, through breastfeeding) that would determine a “specialized” care-giving behavior . Women can generate a discourse no longer exclusively dependent on conceptual, asexual strictures, but open to metaphor and narrative . Along these lines we can start to build a common world, where a place is made for a“ feminine logic” that repudiates a generic neutrality of thought, and looks, instead, for the “sexed” character of each of all ideas.
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Campagnolo, Eleonora <1991&gt. "La rappresentazione del suicidio femminile in epoca Qing come risposta alla disuguaglianza di genere." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6904.

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Abstract:
Nella presente tesi affronterò la traduzione di un articolo scritto da Zhang Tao 张涛, in cui vengono analizzate le condizioni di vita delle donne cinesi in epoca Qing attraverso la rappresentazione del fenomeno del suicidio. Nel testo vengono trattati degli esempi specifici, ripresi dall’opera Qīngshǐ gǎo•liè nǚ chuán-清史稿·列女传(Accenni di storia della Dinastia Qing – Biografie di donne esemplari) con cui l’autore cerca di risalire alle cause dirette e indirette di tale fenomeno, proponendo un’analisi approfondita degli standard morali e dei tabù di quel tempo. Nell’introduzione affronterò il tema del suicidio attraverso l’analisi di fonti primarie e secondarie cercando di delineare le cause e gli sviluppi di questo fenomeno. A seguire riporterò la traduzione dell’articolo di Zhang Tao. Infine concluderò con il commento traduttologico in cui affronterò i problemi traduttivi riscontrati e legati in particolar modo alla presenza all’interno dell’articolo di idiomi, citazioni classiche e editti imperiali.
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Bragato, Sara <1993&gt. "Disuguaglianza di genere e empowerment femminile, riflessioni a partire dall'esperienza di tirocinio in Tanzania." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17325.

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Abstract:
L’eliminazione della disuguaglianza di genere è una questione talmente importante e attuale da essere stata inserita dalle Nazioni Unite al quinto posto tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nell’Agenda 2030. Per comprendere quali sono le possibili strade da percorrere in questo senso è innanzitutto necessario comprendere al meglio come funzionano le disuguaglianze, qual è la loro portata ed estensione così da riuscire ad organizzare dei modi efficaci per sconfiggerle, questo non sarebbe infatti possibile senza comprendere i motivi che portano alla creazione e perpetrazione delle disuguaglianze. Quando si studia la disuguaglianza di genere inoltre, si entra in un mondo ancora più complesso perché riguarda l’identità dei singoli individui. Per lungo tempo si è ritenuto che una differenza biologica determinasse l’identità e i comportamenti degli individui, questo ha creato un sistema sociale improntato sulla disuguaglianza in cui le capacità, le aspirazioni e le possibilità dei singoli vengono basate sull’appartenenza a uno o all’altro genere. Questo tema è attuale in tutte le parti del mondo e assume declinazioni diverse, ma con la stessa concezione alla base. I modi per combattere il sistema di pensiero patriarcale ci sono e vengono intrapresi nei paesi in via di sviluppo come nei paesi sviluppati. In particolare, l’empowerment femminile ha la potenzialità di rivelarsi un buono strumento per ridare alle donne consapevolezza di sé e del proprio ruolo. A dimostrazione di ciò viene proposto l’esempio di un progetto di empowerment attuato in Tanzania dall’ong Cope, in cui attraverso il lavoro sartoriale si aiutano le donne di un piccolo villaggio a recuperare la fiducia nelle proprie capacità e a raggiungere l’indipendenza economica aiutandole così a riprendersi in mano le proprie vite.
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Luccioli, Alessandra. "Stereotipi di genere e traduzione automatica dall'inglese all’italiano: uno studio di caso sul femminile nelle professioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20408/.

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Abstract:
La presente tesi si pone come obiettivo quello di indagare il rapporto tra stereotipi di genere e traduzione automatica, proponendo uno studio di caso composto da frasi contenenti dei sostantivi riferiti a professioni tradotti automaticamente dall’inglese all’italiano. Il capitolo I offre una panoramica teorica sulla traduzione automatica, per poi approfondire il tema degli stereotipi di genere nella traduzione automatica. Il capitolo II si concentra invece sul rapporto tra genere e lingua, partendo dalla definizione di stereotipi e pregiudizi per passare poi alla questione dei femminili professionali. Vengono delineati gli aspetti linguistici per poi fornire una breve panoramica delle iniziative che sono state proposte nel contesto italiano e internazionale per promuovere l’uso del genere femminile nella lingua ed evitare di usarla in maniera sessista e non inclusiva. Nel capitolo III, dopo aver esposto nel dettaglio la metodologia impiegata degli studi precedenti, si presenta la struttura frasale ideata per condurre lo studio di caso. Partendo dall’elaborazione dei dati statistici sul numero di donne per ogni occupazione, si giunge alla selezione delle professioni da impiegare nello studio. Vengono inoltre illustrati gli strumenti utilizzati nell’analisi basata su corpora che verrà condotta nel capitolo IV, dove si presenta l’analisi degli output forniti da due sistemi di traduzione automatica, DeepL e Google Translate, nella combinazione linguistica inglese-italiano. L’analisi dettagliata di tutti gli aspetti della struttura frasale è corredata da tabelle e grafici esplicativi, inoltre sono presenti approfondimenti sulle traduzioni di alcune professioni di particolare rilevanza. I risultati dell’analisi verranno infine discussi in maniera approfondita, ipotizzando infine le prospettive future degli studi in questo ambito.
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Giomi, Fabio <1980&gt. "Fra genere, classe, confessione e nazione. «Questione femminile musulmana» e associazionismo in Bosnia Erzegovina (1903-1941)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3755/1/giomi_fabio_tesi.pdf.

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Giomi, Fabio <1980&gt. "Fra genere, classe, confessione e nazione. «Questione femminile musulmana» e associazionismo in Bosnia Erzegovina (1903-1941)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3755/.

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Minello, Virginia <1993&gt. "Differenze di genere nelle competenze di leadership. Il ruolo dell’higher education nello sviluppo della leadership femminile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13636.

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Abstract:
Lo scopo dell’elaborato sarà l’approfondimento degli strumenti atti a sviluppare competenze di leadership nelle donne in uno stadio antecedente quello lavorativo. Al fine di identificare i metodi di sviluppo più efficaci, si farà un’analisi delle criticità che la donna potrà incontrare nel futuro percorso di carriera, indagando gli aspetti distintivi che caratterizzano la leadership femminile e inserendola nel contesto attuale. Dopo l’introduzione del concetto di leadership e delle sfumature che questo può assumere, si approfondiranno stili di comando e competenze che li caratterizzano, e i diversi scenari in cui questi stili possono rivelarsi utili. La seconda parte della tesi si interrogherà sui fattori influenzanti la condizione della donna nelle stanze del potere, per poi concludere con la presentazione e la comparazione di alcuni tra i più rilevanti programmi di sviluppo delle competenze di leadership femminile nello scenario accademico globale. Tra i fattori influenzanti la condizione della donna si evidenzieranno la percezione della donna e le discriminazioni che essa subisce in impresa, la legislazione a sostegno, le statistiche sulla condizione femminile nel mondo lavorativo, i possibili interventi sul contesto che possano diffondere una cultura capace di dare rilievo alla figura della donna. Il contributo empirico dell’elaborato si baserà sull’analisi di dati in grado di verificare l’eventuale presenza di competenze caratterizzanti le giovani donne aspiranti leader.
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Bottignolo, Elisa. "I percorsi dell'innovazione. Le imprenditrici reinterpretano genere, professione famiglia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426551.

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Abstract:
This study is the result of the research developed in North East Italy which involves 44 female entrepreneurs who have been personally selected and interviewed using a semi structured outline in order to take down experiences, real life, stories and emotions concerning the entrepreneurship as female. The purpose, the aim of this research, is to describe and understand, through the voice of the interviewed, the instruments which are daily used by female entrepreneurs in order to transform professional bonds in suitable resources to face difficulties and issues in the organisation of the different contexts of action: company managemant, family and free time. This dissertation wants to find which styles and innovated leaderships are used to construct new cultural references, different from the models offered in the past and directed to equality between man and women, both at work and within the family/domestic framework. In this study the ''gender'' is considered a dynamic social category frequently changing and related to the concepts of profession and domestic/familiar orders. Making a careful study of the organized studies, is put in evidence that some social actors assume the role of the center of power more than others. These are able to have an effect on one's own experience and circumstantial context. The state of art presented in this study underlines how the profession studied has been for a long time described as an exclusive territory of the man which means a lot of obstacles and bonds for females, that helped to reinforce the idea of female enterpreneur as a minority, as an isolated (segregated) voice in an uninhabited world. These limits and obstacles to the access in this "field" and the issues related to reconciliation have contributed to create a weak actress in a context which prefers and encourages males. This study doesn't want to check quantitatively if the presence of female enterpreneur is more or less considerable than in the past, a fact which will be analyzed in the introduction of this essay, but it will focuse on the procedures and leaderships that have been created in order to achieve more sex equality, and the weakening and re-interpretation of those bonds for a long time described as insuperable and stigmatized. Since the initial hypothesis of this study states that the social representation of human kind can not neglect the aspects concerning the professional and domestic/familiar dimension, it is very interesting to find out in which way and through what special nets, the actresses have innovated, re-shaped and re-converted the entrepreneurship in order to live better, to live fully an equal situation pursuing and reaching the equilibrium between the working and domestic area
Questo studio è frutto di una ricerca svolta nel Nord Est Italia che ha coinvolto 44 imprenditrici, personalmente selezionate, incontrate ed intervistate utilizzando una traccia semi-strutturata ed indirizzata a raccogliere esperienze, vissuti, narrazioni ed emozioni relative al vivere l’imprenditorialità come donna. L’interesse di ricerca è mirato a descrivere e a comprendere, attraverso le voci delle intervistate, quali siano gli strumenti quotidianamente messi a punto dalle imprenditrici per trasformare i vincoli professionali in risorse da impiegare nella quotidianità, per far fronte alle problematicità e alle tensioni nell’organizzazione dei vari contesti d’azione scelti e vissuti: la conduzione aziendale, la famiglia, il tempo fuori dalle mura dell’impresa. L’obiettivo della tesi è indagare quali stili e leadership innovative vengano attivate per costruire nuovi riferimenti culturali che siano differenti dai modelli proposti in passato e che siano orientati alla parità tra i generi, sia nel lavoro che nello spazio familiare e domestico. In questa ricerca il genere è considerato una categoria sociale di carattere dinamico, in continuo cambiamento e correlato ai concetti di professione e ruoli domestico-familiari. Approfondendo alcuni spunti provenienti dalla cornice degli studi organizzativi, viene evidenziato come alcuni attori sociali più di altri vestano i panni di attivatori e centri di potere, capaci di incidere sulla propria esperienza e sul contesto circostante. Lo state of art presente in questo lavoro sottolinea come la professione indagata sia stata a lungo descritta come esclusivo territorio della maschilità, rappresentando per la donna una serie di ostacoli e vincoli che hanno contribuito a rafforzare l’immaginario dell’imprenditrice come minoranza, come voce segregata in un mondo inabitato. Barriere e limiti nell’accesso al campo e problematiche legate alla conciliazione hanno contribuito a disegnare un’attrice debole rispetto al contesto che predilige e incoraggia il genere maschile. La ricerca non è indirizzata a verificare quantitativamente se la presenza delle imprenditrici sia più o meno rilevante rispetto al passato, dato che comunque verrà preso in considerazione e problematizzato nella parte introduttiva della tesi, ma si focalizzerà su quali modalità e leadership siano state create e messe in pratica per compiere uno spostamento verso la parità tra i generi, verso l’indebolimento e la re-interpretazione di quei vincoli a lungo descritti come insuperabili e stigmatizzanti. Poiché, secondo l’ipotesi iniziale di questo lavoro, la rappresentazione sociale del genere non può trascurare gli aspetti relativi alla dimensione professionale e domestico-familiare, risulta particolarmente interessante scoprire in quale modo e attraverso l’attivazione di quali reti speciali, le attrici abbiano innovato, ri-configurato e ri-convertito l’imprenditorialità per vivere meglio, per vivere a pieno una situazione di parità inseguendo e raggiungendo l’equilibrio tra spazio lavorativo e domestico
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Giomi, Fabio. "Fra genere, classe, confessione e nazione : "questione femminile musulmana" e associazionismo in Bosnia e Erzegovina (1903-1941)." Paris, EHESS, 2011. http://www.theses.fr/2011EHES0013.

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Abstract:
Cette recherche s'intéresse aux transformations des relations de genre, et plus particulièrement au rôle de la femme, en Bosnie-Herzégovine, dans la période comprise entre 1903 et 1941. Dans ce but, la recherche place au centre de son analyse trois types différents d’associations : associations culturelles musulmanes, comme Gajret et Narodna Uzdanica; une association féministe yougoslave, Zenski Pokret ; associations philanthropiques comme Merhamet et Osvit an je. La recherche porte sur deux axes: d'un part, elle s'intéresse au discours produits par les associations, en compétition entre elles, au sujet de la « question de la femme musulmane» ; d'autre part, elle se concentre sur les pratiques envisagées par les associations pour transformer la position de la femme dans la famille, dans la communauté et dans la nation -et les réponses des femmes à ce genre d'activités. La recherche se compose en six parties. Le premier chapitre est dédié à la formation, pendant la période austro-hongroise, d'une première génération de femmes musulmanes formées « à l'occidentale». Le deuxième chapitre porte sur des formes de participations indirectes des femmes musulmanes aux activités des associations avant 1918. Le troisième chapitre analyse les modalités à travers lesquelles les femmes, après 1918, sont entrées dans les associations. Les chapitres quatre et cinq présentent quant à eux des activités mises en places par les associations pour soutenir l'éducation, le travail et la sociabilité des femmes musulmanes. Finalement le sixième chapitre analyse le développement d'un discours communiste et néo-traditionaliste sur la femme musulmane pendant la deuxième moitié des années Trente
The research deals with gender relations' transformations and specifically Bosnian Muslims at the beginning of the Twentieth century. In doing this the research chooses to put at the centre of its analysis three different kinds of associations: Muslim cultural associations, as Gajret and Narodna Uzdanica; Yougoslav feminist associations, as Zenski Pokret; Bosnian Muslim philanthropic associations, both feminine and mixed one, as Osvitanje and Marhamet. He research’s interestis twofold: on the side, it takes into account the discours produced by theassociations around the “Muslim women issue” (the muslimansko zensko pitanje in Bosnian-Croatian-Serbian); on the other side, it illustrates the practices implemented by the associations to modify the position of Muslim women in the family, community and in the national body – and Muslim women’s reactions to this. The research is divided in six parts. The first chapter is devoted to the creation, during Austro-Hungarian rule, of a first generation of educated women of Muslim faith. The second one deals with the ways of feminine participation in the associations before 1918, through financing and writing. The third is devoted to the associations’ activities involving Muslim woman in the domain of education, work and socialization. The last chapter deals with the development of communist and neo-traditionalist discourses about the “Muslim women issue” during the second half of the Thirties
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COMINELLI, CLAUDIA. "Generi e generazioni nei processi migratori: le trasformazioni dell'identità femminile nel rapporto madri e figlie." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/181.

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Abstract:
Lo studio e la ricerca svolti, affrontano il tema delle trasformazioni che investono, nei contesti migratori, le rappresentazioni e i modelli relativi all'identità femminile, in particolare nel passaggio dalla prima alla seconda generazione, allo scopo di indagare sia rispetto a uno snodo strategico per il processo di integrazione della componente straniera, ma anche al fine di prendere in esame l'evolversi della nostra società, dal punto di vista della produzione di inedite identità. Questo lavoro si articola in due sezioni: una teorica, in cui si approfondiscono l'evolversi del concetto di identità nella tradizione culturale occidentale, fino all'attuale post-modernità, in rapporto alla dimensione culturale e all'appartenenza di genere, in particolare considerando l'agenzia di socializzazione della famiglia e il periodo dell'età adolescenziale e una empirica, in cui sono riportati i principali esiti di una ricerca qualitativa svolta nel corso degli anni 2005-2006, intervistando i componenti di 8 famiglie albanesi presenti in Italia, di cui facesse parte almeno una figlia adolescente. Ne è emerso un quadro composito dove la comunità albanese, presente ormai da diversi decenni nel nostro paese, tuttavia ancora particolarmente stigmatizzata, mostra, attraverso le speranze delle sue seconde generazioni femminili e la capacità di tenuta delle loro famiglie, creative costruzioni di identità ibride, nonché originali possibilità di integrazione.
The present study and analysis examine the transformations in the representations and the models of the female identity occurring in migratory contexts, particularly focusing on those from the first to the second generation. The aim of this research is both to study the strategic step for the integration process of the foreigner and the evolution of our society from the point of view of the birth of new identities. The study develops into two sections. A theoretic one that deeply goes into the analysis of the development of the identity concept from west cultural tradition until post-modernity. This approach takes into account the cultural dimension and the gender belonging, especially considering the family and the adolescence. The second part - empirical - summarizes the results of a qualitative research carried out between 2005 and 2006 interviewing the members of eight Albanian families living in Italy, composed of at least one adolescent daughter. The results show that the Albanian community, that despite living in our country for some decades now is still stigmatized, through the hopes of its second female generation and the "seal capacity" of the family, is able to creatively build hybrid identities, as well as original possibilities of integration.
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COMINELLI, CLAUDIA. "Generi e generazioni nei processi migratori: le trasformazioni dell'identità femminile nel rapporto madri e figlie." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/181.

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Abstract:
Lo studio e la ricerca svolti, affrontano il tema delle trasformazioni che investono, nei contesti migratori, le rappresentazioni e i modelli relativi all'identità femminile, in particolare nel passaggio dalla prima alla seconda generazione, allo scopo di indagare sia rispetto a uno snodo strategico per il processo di integrazione della componente straniera, ma anche al fine di prendere in esame l'evolversi della nostra società, dal punto di vista della produzione di inedite identità. Questo lavoro si articola in due sezioni: una teorica, in cui si approfondiscono l'evolversi del concetto di identità nella tradizione culturale occidentale, fino all'attuale post-modernità, in rapporto alla dimensione culturale e all'appartenenza di genere, in particolare considerando l'agenzia di socializzazione della famiglia e il periodo dell'età adolescenziale e una empirica, in cui sono riportati i principali esiti di una ricerca qualitativa svolta nel corso degli anni 2005-2006, intervistando i componenti di 8 famiglie albanesi presenti in Italia, di cui facesse parte almeno una figlia adolescente. Ne è emerso un quadro composito dove la comunità albanese, presente ormai da diversi decenni nel nostro paese, tuttavia ancora particolarmente stigmatizzata, mostra, attraverso le speranze delle sue seconde generazioni femminili e la capacità di tenuta delle loro famiglie, creative costruzioni di identità ibride, nonché originali possibilità di integrazione.
The present study and analysis examine the transformations in the representations and the models of the female identity occurring in migratory contexts, particularly focusing on those from the first to the second generation. The aim of this research is both to study the strategic step for the integration process of the foreigner and the evolution of our society from the point of view of the birth of new identities. The study develops into two sections. A theoretic one that deeply goes into the analysis of the development of the identity concept from west cultural tradition until post-modernity. This approach takes into account the cultural dimension and the gender belonging, especially considering the family and the adolescence. The second part - empirical - summarizes the results of a qualitative research carried out between 2005 and 2006 interviewing the members of eight Albanian families living in Italy, composed of at least one adolescent daughter. The results show that the Albanian community, that despite living in our country for some decades now is still stigmatized, through the hopes of its second female generation and the "seal capacity" of the family, is able to creatively build hybrid identities, as well as original possibilities of integration.
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Moine, Cecilia <1984&gt. "Un velo di silenzio : l’identità delle comunità monastiche femminili nel tardo Medioevo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4631.

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Abstract:
The title of this research is “A veil of silence”, because it aims to investigate the identity and daily life of female religious communities in Italy from an archaeological point of view. Usually, traditional historical studies are based on written sources, often elaborated in an official contexts by religious authority. This kind of documentation describes nunneries from the outside. The chronological range is between the late Middle Ages and the Early Modern Age, from the 13th to the 16th century, when the social role of nuns deeply changed. The “religious women affaire” literally exploded in the 16th century, at the dawn of the Council of Trento, when all nunneries were permanently conformed through standardized and detailed norms, in particular concerning the closure. The area of investigation is the Po Valley and the Adriatic Coast in Northern Italy. The research is based on different sources: historical and archaeological studies, late medieval and early modern texts, archival records, archaeological finds and sequences. Open-source GIS projects had been realised to manage the information.
Il titolo di questa ricerca, “Un velo di silenzio”, è ispirato dalla volontà di indagare l’identità e la vita quotidiana delle comunità femminili attraverso la cultura materiale, facendo emergere gli aspetti particolari, altrimenti taciuti dale fonti tradizionali. I testi scritti dell’epoca infatti erano redatti principalmente da esponenti della gerarchia ecclesiastica, che potevano osservare le dinamiche sociali di questi gruppi, solo dall’esterno. I limiti cronologici sono compresi tra il XIII e il XVI secolo, un epoca in cui il ruolo delle monache cambiò profondamente, attraverso la normative promulgate dal Concilio di Trento. Lo spazio geografico della ricerca è compreso tra la valle del Po e l’Arco Alto Adriatico. L’approccio è multidisciplinare. La gestione di una molteplicità di fonti è stata realizzata grazie a progetti GIS open-source.
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Bartolomei, Sandro <1982&gt. "Confronto fra periodizzazione Tradizionale e a Blocchi per l’allenamento della forza in atleti maschi e partecipanti di genere femminile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6962/1/Bartolomei_Sandro_Tesi.pdf.

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Abstract:
La prima parte dello studio riguarda la descrizione dell’origine e delle caratteristiche che differenziano la periodizzazione tradizionale e quella a blocchi per l’allenamento della forza. L’obiettivo della seconda parte del lavoro è stato quello di confrontare gli adattamento ormonali e prestativi ad un programma di allenamento della forza periodizzato secondo il modello tradizionale o secondo quello a blocchi in un campione di atleti di forza. Venticinque atleti maschi sono stati assegnati con procedura randomizzata al gruppo con programmazione tradizionale (TP) o a quello a blocchi (BP). Prelievi di saliva sono stati effettuati prima e dopo 6 diverse sedute di allenamento durante il programma al fine di rilevare i livelli di testosterone (T) e cortisolo (C). Le valutazioni dei parametri antropometrici e prestativi sono state effettuate prima e dopo le 15 settimane di allenamento previste. In nessuno dei due gruppi vi sono state variazioni significative nei livelli ormonali. I risultati indicano che il gruppo BP ha ottenuto incrementi superiori a quello TP riguardo alla forza massima (p = 0,040) ed alla potenza (p = 0,035) espressa alla panca piana. Nella terza parte dello studio, la periodizzazione tradizionale e quella a blocchi sono state confrontate riguardo agli effetti sulla forza massima e sull’ipertrofia in donne allenate di livello amatoriale. Diciassette donne hanno partecipato all’esperimento allenandosi 3 volte a settimana per 10 settimane. I risultati dimostrano che entrambe le periodizzazioni hanno portato a miglioramenti significativi di forza e potenza; il gruppo TP ha tuttavia ottenuto incrementi superiori di forza massima (p = 0,039) e ipertrofia degli arti inferiori (p = 0,004). La periodizzazione tradizionale quindi si è dimostrata più efficace per aumentare la forza massima e la sezione muscolare della coscia in partecipanti di genere femminile. I risultati contrastanti nei due generi potrebbero essere legati a rapporti diversi fra processi anabolici e catabolici.
The first part of the study explored the origin and the fundamental characteristics of the traditional and the block periodization models for strength training. The aim of the second part of the study was to compare the hormonal and strength responses to a block (BP) and a traditional (TP) periodized strength training programs in male athletes. Twenty-five experienced resistance trained males were randomly assigned to either a block (BP) or a traditional (TP) periodized resistance training program. Salivary samples were taken before and after six different workouts over the training period and measured for testosterone (T) and cortisol (C). Strength and power testing occurred before and after the 15-weeks training program. No differences were noted in the hormonal responses between BP and TP during any training cycle. Results indicated that BP appears to stimulate greater gains in bench press maximal strength (p = 0,040) and power (p = 0,035) compared to TP. The third part of the study was a comparison of block (BP) and traditional periodization (TP) on maximal strength and hypertrophy of recreationally strength trained women. Seventeen women participated in the study and trained 3 days a week for 10 weeks. The results revealed that both BP and TP groups made significant increases in strength and power but improvements in lower body strength and hypertrophy were significantly greater in TP group compared to BP group (p = 0,039 and p = 0,004, respectively). Results indicate that traditional model is more effective than the block periodization model for increasing maximal strength and muscle size of the lower body in women. The conflicting data between TP –vs BP training methods in men and women may be related to a gender difference in anabolic/catabolic ratio.
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Bartolomei, Sandro <1982&gt. "Confronto fra periodizzazione Tradizionale e a Blocchi per l’allenamento della forza in atleti maschi e partecipanti di genere femminile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6962/.

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Abstract:
La prima parte dello studio riguarda la descrizione dell’origine e delle caratteristiche che differenziano la periodizzazione tradizionale e quella a blocchi per l’allenamento della forza. L’obiettivo della seconda parte del lavoro è stato quello di confrontare gli adattamento ormonali e prestativi ad un programma di allenamento della forza periodizzato secondo il modello tradizionale o secondo quello a blocchi in un campione di atleti di forza. Venticinque atleti maschi sono stati assegnati con procedura randomizzata al gruppo con programmazione tradizionale (TP) o a quello a blocchi (BP). Prelievi di saliva sono stati effettuati prima e dopo 6 diverse sedute di allenamento durante il programma al fine di rilevare i livelli di testosterone (T) e cortisolo (C). Le valutazioni dei parametri antropometrici e prestativi sono state effettuate prima e dopo le 15 settimane di allenamento previste. In nessuno dei due gruppi vi sono state variazioni significative nei livelli ormonali. I risultati indicano che il gruppo BP ha ottenuto incrementi superiori a quello TP riguardo alla forza massima (p = 0,040) ed alla potenza (p = 0,035) espressa alla panca piana. Nella terza parte dello studio, la periodizzazione tradizionale e quella a blocchi sono state confrontate riguardo agli effetti sulla forza massima e sull’ipertrofia in donne allenate di livello amatoriale. Diciassette donne hanno partecipato all’esperimento allenandosi 3 volte a settimana per 10 settimane. I risultati dimostrano che entrambe le periodizzazioni hanno portato a miglioramenti significativi di forza e potenza; il gruppo TP ha tuttavia ottenuto incrementi superiori di forza massima (p = 0,039) e ipertrofia degli arti inferiori (p = 0,004). La periodizzazione tradizionale quindi si è dimostrata più efficace per aumentare la forza massima e la sezione muscolare della coscia in partecipanti di genere femminile. I risultati contrastanti nei due generi potrebbero essere legati a rapporti diversi fra processi anabolici e catabolici.
The first part of the study explored the origin and the fundamental characteristics of the traditional and the block periodization models for strength training. The aim of the second part of the study was to compare the hormonal and strength responses to a block (BP) and a traditional (TP) periodized strength training programs in male athletes. Twenty-five experienced resistance trained males were randomly assigned to either a block (BP) or a traditional (TP) periodized resistance training program. Salivary samples were taken before and after six different workouts over the training period and measured for testosterone (T) and cortisol (C). Strength and power testing occurred before and after the 15-weeks training program. No differences were noted in the hormonal responses between BP and TP during any training cycle. Results indicated that BP appears to stimulate greater gains in bench press maximal strength (p = 0,040) and power (p = 0,035) compared to TP. The third part of the study was a comparison of block (BP) and traditional periodization (TP) on maximal strength and hypertrophy of recreationally strength trained women. Seventeen women participated in the study and trained 3 days a week for 10 weeks. The results revealed that both BP and TP groups made significant increases in strength and power but improvements in lower body strength and hypertrophy were significantly greater in TP group compared to BP group (p = 0,039 and p = 0,004, respectively). Results indicate that traditional model is more effective than the block periodization model for increasing maximal strength and muscle size of the lower body in women. The conflicting data between TP –vs BP training methods in men and women may be related to a gender difference in anabolic/catabolic ratio.
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Caputo, Fabio Massimo. "La traduzione per il doppiaggio italiano degli anime: il problema del linguaggio maschile e femminile." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15377/.

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Abstract:
Questo elaborato illustra le modifiche di certuni aspetti del giapponese degli anime nell'adattamento italiano, esaminando gli aspetti lessicali e morfologici principali del giapponese che differiscono a seconda del genere del parlante. Il primo capitolo parlerà degli anime e della loro storia, illustrandone i generi e il loro impatto internazionale. Il secondo capitolo analizzerà le componenti lessicali e morfologiche del giapponese, analizzandone le differenze utilizzate da uomini e donne, sottolineando come italiano e giapponese utilizzino strumenti linguistici diversi per distinguere i due generi. Seguirà un capitolo dedicato alla traduzione audiovisiva, elencandone i sottogeneri e focalizzandosi sulla traduzione per il doppiaggio, tema principale dell'elaborato. Il quarto capitolo presenterà l'adattamento e il doppiaggio degli anime in Italia, concentrandosi sulla pratica. Si noteranno numerose differenze tra la versione originale e quella italiana, a causa dei vari accorgimenti necessari per permetterne la diffusione in televisione. Il quinto capitolo tratterà un case study. Si esamineranno battute prese da cinque anime shounen, fornendo una trascrizione della versione giapponese affiancata da una traslitterazione in lettere latine e confrontando la versione italiana. Sotto ogni segmento sarà presente un commento che ne illustrerà e spiegherà i contenuti. Per concludere l'elaborato, l'ultimo capitolo presenterà un riassunto dei punti fondamentali scoperti nell'analisi.
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Bigoni, Greta <1991&gt. "La solitudine di genere in Giappone: l’impatto socio-economico del crescente gap che si frappone tra l’universo maschile e quello femminile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13496.

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Abstract:
Nella prima parte del mio elaborato verrà trattato brevemente il percorso dell’evoluzione nel rapporto tra uomini e donne nel corso del ‘900 in Giappone, per giungere a delineare le nuove figure di genere contemporanee. Nonostante permangano ancora alcuni tratti tradizionali, come la divisione dei ruoli anche all’interno delle famiglie più moderne, con l’emancipazione femminile contrapposta alla “crisi di identità” del salaryman di terza generazione, si è testimoni di un importante cambiamento nelle dinamiche sociali. Per via della crisi economica, a partire dalla fine degli anni ’90 viene a mancare il tradizionale modello giapponese basato sull’”impiego a vita”, sostituito da una condizione generale più precaria. Questo, unito al trend crescente della nuova generazione di uomini “erbivori”, ovvero non interessati alla carriera o all’interazione con il genere femminile, sta contribuendo all’aumento del numero di single e al calo conseguente delle nascite e dei nuclei familiari. La seconda parte del lavoro esaminerà il conseguente business della solitudine che sta prendendo piede: analizzeremo quindi il numero sempre più in crescita delle agenzie di “renting” di partner, i “Kanoujo Rentaru” e i “Koibito Rentaru”, e i recenti fenomeni tecnologici quali Gatebox, oltre ad applicazioni e videogiochi di dating virtuale, con un focus su Love Plus della casa videoludica Nintendo. Lo scopo dell’elaborato è quello di analizzare questo allontanamento crescente tra i generi, valutando se le nuove aspettative venutesi a creare sono destinate a incontrarsi con sempre maggiore difficoltà oppure se si riuscirà a giungere a dei validi compromessi.
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RIZZO, MARIALISA. "EDUCAZIONE FEMMINILE INFORMALE E PASSAGGI GENERAZIONALI. Una ricerca etnopedagogica con tre generazioni di donne dalle origini pugliesi a Milano e hinterland." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241071.

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Abstract:
La ricerca pedagogica ha posto l’attenzione sulle storie di formazione di tre generazioni di donne dalle origini pugliesi abitanti a Milano o nel suo hinterland (“nonne”, migrate negli anni ‘50-‘60, “madri”, “figlie”); su identità non isolate ma da considerarsi in rapporto ai contesti storico-geografico-sociali vissuti; sui processi di educazione informale rintracciabili nei percorsi di vita. La ricerca, così orientata, si è collocata nel quadro teorico della pedagogia sociale. Rilevanti anche gli studi di genere e sulle migrazioni. Se per le “nonne” sono risultati centrali, per la formazione identitaria, la migrazione interna e gli stereotipi sulle meridionali; per le altre determinanti sono stati i rapporti con i nuovi territori, con le/i pari e con le/gli adulti nelle famiglie, che, diversamente da quelle settentrionali, non sono state immediatamente interessate dal miracolo economico e dalle trasformazioni di quei tempi. La ricerca – chiedendosi come stiano crescendo le “figlie” – ha provato a osservare le reiterazioni/alterazioni, da una generazione all’altra, di performances di genere; a comprendere quali siano state le possibilità trasformative aperte dalle stesse donne per le figlie; quali gli atteggiamenti collusivi alle idee di inferiorità femminile/meridionale (e non solo) “offerti” nei passaggi generazionali; quali ancora i contributi (o meno) dei territori, dove sono andate inserendosi le prime migranti e poi le loro discendenti, nella formazione di apprendimenti alternativi. La ricerca ha provato a riflettere anche sull’azione congiunta delle appartenenze di genere, generazione e del patrimonio culturale. L’analisi tematica a più livelli dei dati raccolti con un dispositivo etnopedagogico ha infatti provato a utilizzare le lenti dell’intersezionalità, translocale e intergenerazionale. Accanto alle interviste in profondità, i momenti di informalità (come la restituzione cartacea), guidati dall’osservazione inevitabilmente partecipante, di cui si è tenuta traccia nel diario di ricerca. L’analisi pedagogica ha portato alla luce “nodi identitari” non pienamente risolti, incidenti anche nell’attuale sui percorsi biografici e nei quartieri popolari, in cui oggi si sovrappongono diverse migrazioni; ha messo in evidenza “questioni irrisolte” che conducono queste donne a tentare la salvaguardia di una “centralità instabile” guadagnata nel tempo, prendendo le distanze da un’idea di “arretratezza”: vissuta nella propria biografia (con molteplici subordinazioni) e nel contesto familiare, tacitata eppure promossa dalla società contemporanea – ancora sfavorevole soprattutto per le giovani –, ma ora attribuita ad altre, considerate ai margini di una posizione vantaggiosa (illusoriamente) raggiunta nella contemporaneità. È questa presa di distanza che rischia di portare anche le “figlie” a giocarsi all’interno di guerre tra simboli, che sostengono inconsapevolmente guerre altre, allontanate dal quotidiano e basate sulla democratizzazione del Medioriente, in cui le donne sono viste come sottomesse all’uomo e alla loro cultura appunto arretrata; le porta a concorrere con queste, non percependosi invece sulla stessa barca e ostacolando così un cambiamento sociale, necessario davanti alla permanenza diffusa di una cultura maschilista. Il proporre riflessioni collegiali (dalla restituzione comune con le “figlie” alla teatralizzazione), ha come obiettivo ultimo proprio una rilettura condivisa di storie di vita e formazione, individuali eppure collettive, che illuminano alcune dimensioni della società italiana più ampia; rilettura, che vorrebbe stimolare dialoghi alternativi tra diverse femminilità (e non solo), che pure oggi si trovano a vivere insieme – in maniera concorrenziale più che cooperativa – la medesima struttura sociale ancora interessata da questioni di genere e da altri fenomeni migratori.
The pedagogical research has its focus on three female generations with Apulian origins who live in Milan or in its hinterland: “grandmothers”, migrated between ‘50s-‘60s, “mothers” and “daughters”. This research tried to observe the different educational feminine paths that there are into various social spaces and times and that are dense of informal educational experiences. The theoretical framework of this research is composed by social pedagogical studies, gender studies and studies on migrations. The internal migration and the stereotypes about Southern women played an important role in grandmothers’ educational paths. On the other hand, for the other women (“mothers” and “daughters”), the “new territories” of reference, the peer groups and the male and female adults in their families were important. Their families, differently of Northern ones, were not manifestly involved in economical-boom phenomena and in the social transformations of that time. The research – wondering how the daughters are growing – tried to reflect on the joint action of gender, generation and cultural heritage on female walks of life and it tried to observe – among three generations – the reiterations/alterations of gender messages and performances. Not only It wanted to understand the “transformative possibilities” opened by women for their daughters, but also the collusive behaviours about some hypothesis of female and Southern people’s subordination (but not only them) that were offered in the generational passages. Moreover, it wanted to study the role of the territories in which these first women arrived and in which their descendants live, in structuration of some occasions of alternative learning and critical thinking. Data were collected by an ethno-pedagogical system, mainly with semi-structural in-depth interviews. The analysis used the intersectional, translocal and intergenerational criteria. Others tools were informal moments with triads, in which it has been possible to observe in a participatory way and, in a second time, to write a diary of research. The occasions of restitution of stories were among these fundamental moments. The pedagogical analysis has raised some “identity matters” not fully resolved, affecting contemporary biographies and popular neighborhoods in which different migrations overlap now. These “unresolved issues” bring some women to try to defend their “unstable centrality”, earned during the time, by distancing themselves from backwardness that has been lived in personal biography (with several subordinations), in personal family and in current society. Actually, the society still promotes and remains silent about women’s subordinations, mainly about young women’s one. Thus, this backwardness was and it is lived by these women but it is assigned to other femininities, considered marginal relating to a (illusory) vantage position reached today. With this disregard, the daughters also risk to stake in the war of symbols, unknowingly sustaining other wars, removed from the daily life and based on the democratization of Middle East in which women are seen as subordinated to their men and to their backward culture. Today, different women compete with each other but they don’t perceive themselves in the similar social-situation and they unconsciously hinder the social transformation, necessary in the permanence of male-dominating tradition. In some common reflection about these issues (as a common restitution with daughters and a theater performance), it could be possible to reflect and to legitimize the drawing of some transversal issues among different stories and this could create a new knowledge about Italian contemporary society. These events could open some alternative dialogues between different femininities (but not only them) who now live together the same social structure characterized by gender issues and other migratory phenomena.
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Lippolis, Natalia. "La donna nel fascismo e nel nazionalsocialismo. Analisi odierna del divario di genere nella lingua tedesca." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23613/.

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Abstract:
Le donne sono da sempre sottovalutate e trattate come un oggetto. Sin dall’antichità si è radicata nella società l’idea che il sesso maschile fosse quello predominante e quello femminile, invece, gli era subordinato. Questo stereotipo così predominante ha plasmato i ruoli dei due sessi nella società, dando vita ad un divario di genere che con il passare del tempo è solo aumentato. Ancora oggi le donne devono far fronte alle innumerevoli disuguaglianze all’interno di una società segnata dalla convinzione che esista una differenza reale tra i sessi. Tra l’altro, quest’idea è così intrinseca in noi tanto che non la si mette nemmeno in questione, non ci si chiede se sia ingiusto considerare un sesso dominante e l’altro subordinato. L’elaborato tenta di individuare il momento in cui è apparso il divario di genere e quali possano essere stati i presupposti per lo sviluppo di una tale convinzione. In particolare, la ricerca verrà condotta a partire dall’antichità per descrivere la concezione della donna nei vari periodi temporali fino agli anni dopo la Seconda guerra mondiale. Inoltre, la ricerca metterà a confronto la concezione della donna in Italia e in Germania in due determinati periodi storici. Infine, l’ultima parte della ricerca si concentrerà sull’analisi del divario di genere nella lingua tedesca e le soluzioni utilizzate per eliminarne le disuguaglianze linguistiche.
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Pecori, Francesca. "Donne e scienza : il premio L'Oréal. Un modello contemporaneo per promuovere la presenza femminile." Thesis, Sorbonne Paris Cité, 2017. http://www.theses.fr/2017USPCC136/document.

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Abstract:
L'idée de départ à partir de laquelle a trouvé son origine le présent travail était de traiter le problème de l’inégalité, selon une perspective sociologique, à travers la catégorie de genre et spécifiquement dans le cadre de la science. La différence du nombre de femmes au plus haut niveau (et pas seulement) des hiérarchies du travail dans la science (universités, laboratoires, centres de recherche, institutions) est une réalité. Notre recherche s'est donnée pour objectif d'enquêter les mécanismes à travers lesquels l'inégalité de genre opère dans l’univers scientifique et, pour atteindre ce but, nous avons utilisé l'étude d'un cas jugé particulièrement important et utile, celui des lauréates du prix Pour les Femmes et la Science, une importante reconnaissance au niveau international dédié aux femmes qui travaillent dans la science. Après avoir esquissé l'horizon théorique vers lequel diriger notre attention, nous avons d'abord entrepris une analyse secondaire des données. Nous avons élaboré puis soumis les lauréates du prix à un entretien structuré, intégrant donc la phase d’étude préparatoire avec la voix directe des protagonistes. Le noyau central de la recherche est donc constitué par l'étude de cas du prix qui nous a permis d'établir un dialogue direct avec les femmes qui ont réussi à percer les murs puissants qui ont toujours entourés le “fortin” de la science et qui nous aidé à mettre en évidence certaines des dynamiques clés qui peuvent être tenues responsables de l’inégalité. D'une part, en effet, le prix indique comment la présence des femmes dans l'univers scientifique est encore perçue comme un phénomène à souligner, par conséquent, par certains aspects, à protéger, ce qui témoigne que l'égalité de genre dans la science ne doit pas être prise pour acquise, mais plutôt comme un objectif à poursuivre avec persévérance et détermination. D'autre part, il souligne que la recherche scientifique est devenue - comme la Communauté européenne n'a pas manqué de le mettre en évidence et comme la littérature le souligne - un aspect constitutif d'une société développée et de ses dynamiques économiques et politiques. Nous pouvons nous demander : pourquoi une multinationale a décidé d’investir dans un domaine apparemment si éloigné de son propre secteur ? Comment le prix se situe-t-il dans le contexte de l'entreprise ? Ce sont quelques-unes des questions que nous nous sommes posées et auxquelles nous avons tenté de répondre car considérées indispensables pour affronter de la manière la plus approfondie possible l'étude de cas choisi
The starting point from which this work originated is to understand and investigate the problem of inequality, from a sociological perspective, through the gender category and specifically in science. The difference in the number of women at the highest level (and not only) of professional hierarchies in science (universities, laboratories, research centers, institutions) is a reality. Our research aims to investigate the mechanisms through which gender inequality operates in the scientific world and, to achieve this goal, we have used a case study considered particularly important and useful, that of the For Women and Science Award, an important international recognition dedicated to women who work in science. After defining the theoretical horizon which constitutes the context of the thematics of our research, we have realised a secondary analysis of data and then, we have developed and submitted the award’s winners to a structured interview, integrating, in this way, the preparatory study phase with the direct voice of the protagonists. The core of the research is represented by the case study of the L’Oréal’s Award, which has permitted to establish a direct dialogue with the scientists who have succeeded in science and therefore it has helped us to highlight some of the key dynamics responsible of inequality. On one hand, the Award’s case study reflects how the presence of women in the scientific world is still perceived as a phenomenon to be underlined, therefore, in certain aspects, to be protected, showing that gender equality in science must not be taken for granted, but rather as an objective to be pursued with perseverance and determination. On the other hand, it stresses that scientific research has become - as the European Community has not failed to highlight and as the literature underlines - a constitutive aspect of a developed society and of its economic and political dynamics. We may wonder: why a multinational has decided to invest in an area apparently so far from its own sector? How is the Award’s placement in the company’s context? These are some of the questions we have asked and we have tried to answer in order to face the case study chosen and to receive important and innovative informations about the thematics we wanted to analyse with this research
L’idea di partenza da cui ha avuto origine il presente lavoro è stata quella di confrontarsicon il problema, secondo una prospettiva sociologica, della disuguaglianza attraverso lacategoria di genere e, specificatamente, nell’ambito della scienza. La differenza del numerodi donne ai livelli apicali (e non solo) delle gerarchie lavorative in ambito scientifico(università, laboratori, centri di ricerca, istituzioni) è un dato inoppugnabile in quantopermane costante nel tempo. Nella nostra ricerca ci siamo posti, dunque, l’obiettivo di indagarei meccanismi attraverso cui le discriminazioni di genere operano nell’universoscientifico. La nostra indagine ha principiato con un’analisi della letteratura che ci hapermesso di comprendere e definire lo stato dell’arte attuale evidenziando un trend cheresta, purtroppo, invariato. Abbiamo, in seguito, studiato e cercato di capire e mettere inluce quali siano le motivazioni e le dinamiche alla base della perdurante condizione dimarginalità in cui versano le donne e, a tal fine, siamo ricorsi allo studio di un caso giudicatoparticolarmente significativo e interessante, rappresentato dal Premio Pour les femmeset la science. I racconti delle vincitrici del Premio, rappresentanza dell’eccellenzascientifica mondiale, ci hanno permesso di raccogliere importantissime informazioni riguardoa molteplici aspetti relativi alle nostre tematiche. E’ stato infatti possibile fare lucesull’impatto effettivo esercitato sulle carriere scientifiche femminili da parte dell’iniziativadella multinazionale e, in particolar modo, abbiamo potuto raccogliere direttamente dallavoce delle scienziate opinioni, visioni ed esperienze significative che ci hanno permesso diapprofondire dall’interno e secondo un punto di vista inedito e foriero di spunti, le tematicheoggetto della presente tesi. In questo scenario, dopo aver delineato l’orizzonte teoricoentro cui dirigere la nostra attenzione, abbiamo dapprima intrapreso un’analisi secondariadei dati e, in un secondo momento, abbiamo elaborato e somministrato alle vincitrici delPremio un’intervista strutturata. Il nucleo centrale della ricerca è costituito, quindi, dallostudio del caso del Premio che ci ha permesso di instaurare un dialogo diretto con quelledonne che sono riuscite a fare breccia nelle potenti mura che da sempre hanno delimitatoil fortino della scienza, permettendoci così di rilevare alcune delle principali dinamicheche possono essere ritenute responsabili delle dinamiche discriminatorie che produconodisuguaglianze nell’operato delle donne. Da un lato, infatti, il Premio indica come la presenzafemminile nell’universo scientifico sia ancora avvertita come un fenomeno non risolto,dunque, per certi aspetti, da porre costantemente all’attenzione, a testimonianza diquanto la parità di genere nella scienza non vada data per scontata, ma sia anzi un obiettivoda perseguire con costanza e determinazione. Dall’altro lato, esso mette in evidenzache la ricerca scientifica è diventata – come la Comunità Europea non ha mancato di sottolinearee come rimarca molta letteratura – un aspetto costitutivo di una società evoluta edelle sue dinamiche economiche e politiche. Possiamo allora chiederci: perché una famosissimamultinazionale che opera nel campo della cosmesi ha deciso di investire in unaquestione apparentemente così distante e lontana dal proprio ambito di intervento nel mercato? Come si colloca il premio all’interno del contesto aziendale? Questi sono alcuni deiquesiti che ci siamo posti e a cui abbiamo tentato di rispondere perché ritenuti imprescindibiliper affrontare in modo il più possibile approfondito il caso studio prescelto
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CERVELLERA, Daniela. "Forme di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La sottostima dei rischi e la sottorappresentazione del genere femminile sul lavoro." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28644.

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Molteni, Lorella <1975&gt. "L'eroina al femminile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3259/1/LORELLA_MOLTENI_TESI.pdf.

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Molteni, Lorella <1975&gt. "L'eroina al femminile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3259/.

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LENTI, ELISA. "L'economia di genere. Imprese femminili e accesso al credito." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241898.

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Abstract:
L’aumento del numero delle imprese femminili che si è verificato negli ultimi dieci anni ha portato la letteratura economica a indagare sulle difficoltà riscontrate da queste imprese in particolare nella fase di avvio della loro attività. Questa tesi analizza i temi della discriminazione e delle differenze di genere nel mercato del credito poiché è sempre più accentuata la convinzione da parte delle imprese femminili di essere discriminate nell’accesso alle risorse finanziarie. La tesi si compone di tre capitoli. Il primo capitolo è una rassegna della letteratura riguardante i modelli che descrivono la discriminazione e le differenze di genere nel mercato del lavoro e in quello del credito. Il secondo capitolo espone i risultati di un’analisi che ha lo scopo di verificare l’esistenza di differenze di genere nell’accesso al credito. L’indagine è stata effettuata analizzando un dataset contenente richieste di finanziamento avanzate da imprese maschili e femminili nei confronti di banche localizzate nelle province di Pesaro Urbino, Forlì Cesena e Teramo. L’indagine descritta nel terzo capitolo, infine, analizza il livello di cultura finanziaria delle imprese maschili e femminili della provincia di Pesaro e Urbino attraverso la somministrazione di un questionario. Si indaga inoltre sull’eventuale esistenza di una relazione tra cultura finanziaria e accesso al credito.
The constant growth of female entrepreneurs in the last 10 years has lead economic literature to investigate the difficulties encountered by these companies, in particular during the start-up phase of the business. This thesis will analyse the themes of gender discrimination and gender differences in credit market. As it is increasingly evident, the conviction on the part of female business, that they are discriminated against when it comes to access to financial resources. The thesis is divided into three chapters. The first chapter is a review of literature regarding gender discrimination in labour and credit markets. The second chapter shows the results of an analyses that is to verify the existence of a gender difference in access to loans. The query was done by analysing a dataset containing financial requests presented by male and female companies with banks in the provinces of Pesaro-Urbino, Forli-Cesena, and Teramo. The query in the third chapter, in closing, through a survey an analyses of the level of financial literacy of male and female companies in the Pesaro- Urbino province is done. Also, a question of the existence of a relationship between financial literacy and credit access is asked.
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Greggio, Giovanna <1996&gt. "Leadership femminile e politiche per rimuovere il gender gap." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18068.

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Abstract:
L’elaborato svilupperà temi relativi alla leadership aziendale femminile e alle politiche per rimuovere il gender gap. Negli ultimi anni, la parità di genere ha registrato notevoli progressi perché costituisce un impegno importante a livello globale. Sono state introdotte leggi, strumenti, metodi da implementare per favorire gli stessi diritti e lo stesso trattamento, soprattutto in un contesto aziendale. Lo scopo della tesi sarà di approfondire gli strumenti atti a sviluppare competenze e capacità di leadership nelle donne e le politiche per rimuovere i gap tra donne e uomini.
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Lovat, Irene <1996&gt. "Maschile e femminile. Due categorie interdipendenti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17071.

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Abstract:
Questa tesi nasce con l’obiettivo di voler fare chiarezza su termini quali sesso, genere, identità di genere, ruolo sociale, maschilità e femminilità e su come questi concetti siano talvolta utilizzati senza le dovute distinzioni o dando per scontato il loro significato. Gli interrogativi che stanno alla base di questa ricerca riguardano la definizione dell’identità di genere, se questa sia sovrapponibile al sesso e se quest’ultimo sia l’ultima parola sulla futura identità di genere della persona. Il lavoro comincerà con un breve excursus storico, necessario per spiegare il quadro temporale di riferimento nel quale questa analisi andrà sviluppandosi. Inoltre, mi chiederò se abbia ancora senso parlare e categorizzare, al di là del sesso biologico (ammesso che questa distinzione sia la più immediata e scontata), maschile e femminile e se si possa pensare ad un’identità di genere svincolata da esso. Se sì, cosa comporterebbe? Ulteriore l’obiettivo è valutare se e come sia possibile distinguere gli elementi che concorrono alla categorizzazione del maschile e del femminile e se le sempre maggior forme di ibridazione dei generi non comportino una destrutturazione stessa delle suddette categorie; infatti, anche ammesso che sia possibile stabilire l’identità di genere, resta da determinare in che modo questa coincida con il ruolo sociale che una determinata persona assume e rimangono da fornire spiegazioni della stratificazione sociale riguardo alle categorie di maschile e femminile.
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Capuzzo, Anna <1996&gt. "L'influenza dell'occupazione femminile sul ristagno demografico giapponese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21606.

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Abstract:
In questo elaborato si cercherà di dimostrare come e in che misura la condizione occupazionale delle donne in Giappone influisce sulle problematiche demografiche del Paese, che lo rendono una cosiddetta shōshi kōreika shakai (少子高齢化社会 lett. “una società con una popolazione in declino e una popolazione che invecchia”). Come ormai noto, il paese del Sol Levante da decadi affronta una situazione di ristagno economico da cui fatica a districarsi a causa, tra le altre cose, del fenomeno dell’invecchiamento demografico. Nella prima parte di questo scritto si ripercorrerà la storia demografica moderna e contemporanea del Giappone, insieme a tutti gli elementi che la plasmano e i fenomeni che ne conseguono. Si proseguirà poi con l’analisi della storia occupazionale femminile dal dopoguerra fino ad oggi, mettendo al confronto il sistema lavorativo giapponese con quello di alcuni altri paesi occidentali, in particolare quelli in cui il tasso di natalità è più alto e la maternità ben convive con una buona prospettiva di carriera. Infine, nell’ultima parte verranno prese in esame le diverse proposte di legge per agevolare il rientro delle donne nel mondo del lavoro dopo il parto, l’avanzamento di carriera femminile e facilitare la conciliazione tra carriera e maternità. Verranno esposte anche le iniziative delle singole imprese per disincentivare l’abbandono di carriera e formare delle figure femminili altamente specializzate. A questo punto si farà un resoconto dei successi e dei fallimenti per determinare la direzione ideale da prendere per arrivare a una soluzione efficace, che sarà distante dalla proposta di cura dell’infertilità. L’obiettivo di questo elaborato è infatti quello di smentire la posizione presa dall’ex Premier Suga Yoshihide, che durante la campagna elettorale del 2019 sul tema delle contromisure demografiche ha dichiarato che avrebbe finanziato la copertura assicurativa per il trattamento dell’infertilità. La metodologia utilizzata sarà l’analisi delle statistiche ufficiali governative, tenendo sempre conto del fatto che in diverse circostanze storiche alcuni dati vengono sotto-riportati. In aggiunta verranno esaminate e approfondite le teorie già elaborate finora tramite lettura degli elaborati. Infine, verranno condotti una ricerca e poi un confronto delle soluzioni attuate finora, sia dal governo che dalle imprese, nel tentativo di emarginare le cause delle difficoltà lavorative delle donne.
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Magnani, Elena. "Il film di sport al femminile: femminilità ed eterosessualità a rischio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25272/.

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Abstract:
La letteratura sul cinema sportivo concorda sul principio per cui il film di sport si fonda su un culto della virilità eterosessuale, articolato sull’esclusione dell’omosessualità e della femminilità. Come funziona, allora, il cinema di sport al femminile? Quali corpi, quali identità, quali orientamenti e quali contraddizioni racconta? Si propone qui di pensare l’atleta cinematografica come una «troubling figure», una figura problematica che mette in discussione le costruzioni di genere e orientamento sessuale nel cinema hollywoodiano contemporaneo e nel film di sport in particolare, riprendendo il discorso di Butler sulla performance di genere e sulla costruzione del gender. Uno studio del 2005 di Harrison e Lynch ha dimostrato che le atlete femminili vivono un conflitto tra l’essere donna e la pratica dello sport. Ma in cosa consiste questo conflitto? In che modo si legano i concetti di muscolarità, mascolinità e omosessualità femminile? Cos’è un corpo lesbico? Quali modalità vengono impiegate, nello sport e nel cinema di sport, per “scongiurare” il “rischio” di una lettura omosessuale o mascolinizzata del corpo femminile? La proposta di questo lavoro è dunque quella di analizzare le performance di genere e le rappresentazioni dell’orientamento sessuale delle protagoniste femminili del film di sport immaginando che siano il risultato di una strategia per evitare o affrontare il rischio di un’interpretazione scomoda, in cui la donna che fa sport, proprio perché fa sport, finisce per risultare, paradossalmente, “meno donna”. Si valuterà dunque come film di natura eterogenea per sport, identità e orientamento messi in scena si “posizionano” in maniera diversa rispetto a temi come femminilità, mascolinità, competitività, sessualità, omosessualità, genitorialità, identità e agency, su cui si concentrerà nel tentativo di stabilire le norme e, insieme, le “eccezioni” alla norma del cinema sportivo al femminile.
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Caputo, Federica. "Presenze femminili nell'Epistolario di Cicerone." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3421810.

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Abstract:
The aim of this research work is to investigate all the female figures mentioned in Cicero's Letters, including anonymous ones. The topic is developed from three different perspectives: firstly, prosopographic profile of all the women in Cicero's Letters will be reconstructed, also considering other ancient sources on their account. The second aim of the study is to highlight the way in which Cicero relates to them, the way he describes them, the way he judges their profile and their action, as long as this can be deducted from the letters. Finally, we will try to underline their effective action in political, social, legal, economic and family affairs, in the context of a troubled and continuously changing reality such as the late-republican one. The obtained results allow to fill a gap both in the panorama of prosopographic collections of the Republican age and in the field of gender studies applied to antiquity.
Lo scopo del presente lavoro di ricerca è porre al centro dell'attenzione tutte le figure femminili menzionate all'interno dell'Epistolario ciceroniano, comprese le anonime. L'interesse nei confronti di queste donne è sviluppato secondo tre prospettive: in primo luogo si intende ricostruire il loro profilo prosopografico, considerando anche le menzioni sul loro conto provenienti da altre fonti antiche. In secondo luogo ci si propone di porre in rilievo il modo in cui l'arpinate si relaziona con loro, come le descrive, come giudica il loro profilo e la loro azione, nella misura in cui questo può essere dedotto. Infine si cercherà  di dare rilievo al loro effettivo agire in campo politico, sociale, giuridico, economico e familiare, nel contesto di una realtà  travagliata e colpita da cambiamenti come quella tardo-repubblicana. I risultati ottenuti consentono di colmare una lacuna sia nel panorama delle raccolte prosopografiche di età  repubblicana sia nel campo dei gender studies applicati all'antichità.
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FALCONI, GABRIELE. "Relazione tra disfunzioni del pavimento pelvico femminile e attività lavorativa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1058.

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Abstract:
Le disfunzioni del pavimento pelvico femminile (DPPF) sono purtroppo molto diffuse e possono compromettere la salute e/o peggiorare la qualità di vita delle donne. La spesa sanitaria per le DPPF supera la spesa per l’osteoporosi, per i tumori ginecologici e della mammella; infatti l’incidenza delle più comuni DPPF sulla popolazione femminile è molto elevata (30% per il prolasso genitale, 22% per l'incontinenza urinaria, 12% per l’incontinenza fecale e 20% per i disordini della defecazione). Nonostante ciò e sebbene la necessità di investigare il rapporto tra DPPF e attività lavorative sia stata evidenziata da diversi autori, in pratica non esistono studi sufficientemente approfonditi su questo argomento. Le difficoltà nell’analisi della patofisiologia è dovuta ai molteplici fattori eziologici. L’International Pelvic Floor Dysfunction Society ha pianificato il presente lavoro multicentrico con lo scopo di studiare sia gli effetti del lavoro sulle DPPF, sia gli effetti delle DPPF sul lavoro, confrontando il rischio lavorativo con gli altri fattori di rischio conosciuti. Questa tesi contiene i primi risultati dell’IPFDS Work-Related DPPF Multicenter Study su una popolazione italiana di lavoratrici. Oltre ad aver rilevato la correlazione tra il carico di lavoro movimentato manualmente (CLMM) e lo sviluppo di DPPF, sono state evidenziate altre importanti associazioni che giustificano ulteriori indagini. Il CLMM si correlava anche alla severità delle DPPF mentre la stazione prevalentemente assunta sul luogo di lavoro non era un fattore di rischio per DPPF, ma ne peggiorava l’impatto sull’attività lavorativa avvertito dalla donna.
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LOMAZZI, VERA. "IL CAMBIAMENTO DEGLI ATTEGGIAMENTI DEGLI EUROPEI VERSO I RUOLI FEMMINILI NELLA SFERA PUBBLICA. ANALISI MULTILIVELLO E VALUTAZIONE CRITICA DEGLI STRUMENTI DI RILEVAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6103.

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Abstract:
La tesi propone una lettura multilivello e situata delle dinamiche di genere e ha l’obiettivo di studiare, attraverso un approccio comparativo, il cambiamento degli atteggiamenti degli europei nei confronti dei ruoli femminili nella sfera pubblica, intesi come indicatori dei valori di parità. Lo studio utilizza dati di indagini transnazionali come l’European Values Study e l’Eurobarometro. Gli strumenti di rilevazione degli atteggiamenti inclusi in tali indagini sono stati valutati criticamente, testandone l’adeguatezza per l’analisi comparativa. L’analisi multilivello, condotta in 22 paesi europei, evidenzia il diverso apporto esplicativo dei fattori individuali e contestuali. Il cambiamento degli atteggiamenti dal 1988 al 2008, in 7 contesti culturali (tra cui le “Tre Italie”), si è concentrato sull’analisi dei trend, osservando le differenze di genere e generazione, sui meccanismi del cambiamento e i suoi predittori. I risultati confermano la rilevanza del contesto nello sviluppo di valori di parità e, per promuovere una cultura paritaria, invitano a fare leva sull’istruzione e sulla partecipazione al mercato del lavoro delle donne. Per poter ottenere questo, le società necessitano di riorganizzarsi soprattutto in termini di servizi e benefit a favore delle famiglie, in modo che il modello di relazione tra i generi basato sulla reciprocità sia effettivamente possibile.
The thesis studies the gender dynamics as a multilevel and situated concept. It aims to investigate, by a comparative perspective, the change of attitudes toward female roles in the public sphere, here assumed as indicators of egalitarian values. The study uses data from cross-national surveys as the European Values Study and the Eurobarometer. The scales included in these surveys are critically evaluated in order to test their adequacy for comparative analysis. The multilevel analysis, performed in 22 European countries, shows the different contributes of individual and contextual factors. The attitudinal change from 1988 to 2008, in 7 cultural contexts (included the “Three Italies”) focused on the trend analysis, observing gender and generations differences, mechanism of change and its predictors. The results confirm that the context is relevant in the development of egalitarian values and, to promote an egalitarian culture, they invite societies to increase the educational level and the female economic participation. To get this, societies need to re-organize themselves in terms of services and benefits for families, in order to get the model of relationship based on the reciprocity between gender really possible.
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LOMAZZI, VERA. "IL CAMBIAMENTO DEGLI ATTEGGIAMENTI DEGLI EUROPEI VERSO I RUOLI FEMMINILI NELLA SFERA PUBBLICA. ANALISI MULTILIVELLO E VALUTAZIONE CRITICA DEGLI STRUMENTI DI RILEVAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6103.

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Abstract:
La tesi propone una lettura multilivello e situata delle dinamiche di genere e ha l’obiettivo di studiare, attraverso un approccio comparativo, il cambiamento degli atteggiamenti degli europei nei confronti dei ruoli femminili nella sfera pubblica, intesi come indicatori dei valori di parità. Lo studio utilizza dati di indagini transnazionali come l’European Values Study e l’Eurobarometro. Gli strumenti di rilevazione degli atteggiamenti inclusi in tali indagini sono stati valutati criticamente, testandone l’adeguatezza per l’analisi comparativa. L’analisi multilivello, condotta in 22 paesi europei, evidenzia il diverso apporto esplicativo dei fattori individuali e contestuali. Il cambiamento degli atteggiamenti dal 1988 al 2008, in 7 contesti culturali (tra cui le “Tre Italie”), si è concentrato sull’analisi dei trend, osservando le differenze di genere e generazione, sui meccanismi del cambiamento e i suoi predittori. I risultati confermano la rilevanza del contesto nello sviluppo di valori di parità e, per promuovere una cultura paritaria, invitano a fare leva sull’istruzione e sulla partecipazione al mercato del lavoro delle donne. Per poter ottenere questo, le società necessitano di riorganizzarsi soprattutto in termini di servizi e benefit a favore delle famiglie, in modo che il modello di relazione tra i generi basato sulla reciprocità sia effettivamente possibile.
The thesis studies the gender dynamics as a multilevel and situated concept. It aims to investigate, by a comparative perspective, the change of attitudes toward female roles in the public sphere, here assumed as indicators of egalitarian values. The study uses data from cross-national surveys as the European Values Study and the Eurobarometer. The scales included in these surveys are critically evaluated in order to test their adequacy for comparative analysis. The multilevel analysis, performed in 22 European countries, shows the different contributes of individual and contextual factors. The attitudinal change from 1988 to 2008, in 7 cultural contexts (included the “Three Italies”) focused on the trend analysis, observing gender and generations differences, mechanism of change and its predictors. The results confirm that the context is relevant in the development of egalitarian values and, to promote an egalitarian culture, they invite societies to increase the educational level and the female economic participation. To get this, societies need to re-organize themselves in terms of services and benefits for families, in order to get the model of relationship based on the reciprocity between gender really possible.
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Akhmad, Mariyam. "Donne dal corpo "politicamente scorretto": la percezione del corpo femminile nel contesto politico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Questo elaborato si pone l'obiettivo di prendere in esame la maniera in cui le donne appartenenti al mondo della politica vengono presentate dai media in una prospettiva di genere. Più precisamente, ciò su cui verte la mia analisi è la percezione del corpo femminile in politica, cui vengono indirizzate critiche e lodi, cosicché il corpo non passi mai inosservato. L’aspetto fisico, per una politica, assume un ruolo molto più importante di quello che ha per un politico, e finisce in ogni caso per penalizzarla. Protagoniste del mio elaborato sono Hillary Clinton e Melania Trump, due donne che ricoprono due ruoli completamente diversi nella politica statunitense, ma che subiscono una discriminazione molto simile. Attraverso un confronto diretto con articoli di giornale statunitensi e italiani da me selezionati, ho cercato di mettere in evidenza tutti gli stereotipi sessisti di cui i media continuano a servirsi nel riportare notizie riguardanti donne in politica.
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Bruni, Silvia. "Riti femminili a Meknes. Le figlie e i "figli" di Lalla Malika." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3421963.

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Abstract:
In Morocco the term m'allmat means “female craft masters”, but in Meknes it has come to indicate more specifically musical groups of women and sometimes effeminate men as well. They main role provide musical performances for the various rites practiced by women, and especially in the rites of female spirit evocation and possession. The main spirit is Lalla Malika (“lady queen”). In Meknes the cult devoted to her is particularly important, and special rituals are celebrated in her honor in which women and effeminate men play and dance. The m'allmat officiate these rituals. The inquiry draws on my fieldwork in the ritual context in Meknes, on musical practices, possession cults and daily life of both musicians and devotees. By first investigating the interaction between religious brotherhood and female practices, then analyzing in detail the musical and ritual tradition of m'allmat groups, I demonstrate how m'allmat are characterized by a complex relationship between marginality and centrality. They live and work as musicians – alongside the more famous religious confraternities – in the city of Meknes, where they have put down roots and share rites, repertoires, and musical instruments of their own. Lalla Malika, and her cult, play a central role both for women and effeminate men in Meknes and offer them a way to actively reshape gender and social relations. For female devotees, she represents an ideal model of femininity to which they can aspire; they also conceptualize and experience this relationship as a fundamental element of their identity, a way of thinking and positioning themselves in the world. Effeminate men possessed by Malika, find an organic place within in the system of female practices, often as an officiant of cults or musician in a m'allmat group.
In Marocco il termine m’allmat significa “maestre artigiane”, ma a Meknes si è specializzato ad indicare dei gruppi musicali composti da donne a cui, talvolta, si affiancano degli uomini effeminati. Il ruolo principale di questi gruppi è l’esecuzione musicale in diversi riti praticati dalle donne, e soprattutto nei riti di evocazione e possessione da parte degli spiriti femminili. Lo spirito principale è Lalla Malika (“la signora regina”). A Meknes il culto a lei dedicato ha una speciale importanza, e vengono officiati per lei dei riti specifici, nel corso dei quali suonano e danzano donne e uomini effeminati. Le m'allmat sono le officianti di questi riti. La ricerca si basa sul mio lavoro sul campo nel contesto rituale di Meknes, sulle pratiche musicali, i culti spiritici e la vita quotidiana delle musiciste e devote. A partire da un’indagine sull’interazione tra le confraternite religiose e i riti femminili, e dall’analisi dettagliata della tradizione rituale e musicale dei gruppi m'allmat, intendo dimostrare come le m'allmat si situino in un complesso rapporto tra marginalità e centralità. Vivono e operano come musiciste – accanto alle confraternite religiose più note –nella città di Meknes, dove sono radicate e condividono riti, repertori, strumenti musicali propri. Lalla Malika e il culto a lei dedicato hanno un ruolo centrale sia per le donne che per gli effeminati di Meknes e offre loro la possibilità di rimodellare le relazioni sociali e di genere. Per le devote è un modello ideale di donna a cui si aspira; ma il rapporto con Malika è anche pensato e vissuto come un elemento fondante della propria identità, del proprio modo di essere, di pensare, di collocarsi nel mondo. Gli effeminati posseduti da Malika trovano una collocazione organica nel sistema di pratiche femminili, spesso come officianti dei culti o come musicista in un gruppo m'allmat.
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SALIMBENI, ALICE. "Città, genere e discriminazioni. Interpretare le esperienze urbane attraverso le cartografie femministe nomadi e le parodie filmiche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2022. http://hdl.handle.net/11584/333633.

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Abstract:
In this thesis, I have chosen to direct my attention toward the way space makes gender differences concrete, starting from the everyday experience of white and cis-gender women, a group both privileged and oppressed, to intercept some of the forms of discrimination in urban space. The objective of studying discrimination imposes an active confrontation with the subjects who experience it (Marion-Young 1990) and the sharing of intimate and subjective conditions, located, and rooted in bodies and particular contexts. However, it is also necessary to understand which levels of discrimination intersect the self (in this case, white and cis-gender women) and which of these also intersect the "we" (women) in space. Given these assumptions, and 'conceding that there are huge and sometimes irreconcilable differences between women', how can we 'recover the minimum common ground that allows them to identify as a collective political subject, to return to a "we", to give themselves goals that (...) can (...) be shared by all?" (bell hooks 2018 [1990]). How can the personal and affective dimensions of discrimination be reconciled in urban geographic studies with the collective social and political dimensions? Finding an interpretive potential in Rosi Braidotti's (2012, 2017, 2019) Nomadic Feminist Theory, in this thesis, I introduce it into the geographical disciplines, spatialising it, and elaborating the 'nomadic feminist methodology' (NFT). The NFT, which I theorise and then experiment in the two participatory field experiences in Cagliari and Brussels, is based on three assumptions: positioning, research ethics, and the critical study and representations of spatial experience. Concerning positioning, NFT is based on strong reflexivity (Harding 1992), on the art of failure (Halbestram 2011), and on the attempt to decentralise, to become nomads by assuming a "minor" perspective (Kats 1996) when observing the power structures taking place in society through space. On the level of research ethics, the NFT is characterised by the attempt to find and use tools of care for the subjects involved in the work, rather than violent extraction of knowledge and encourage lightness and joy in the modes of observation and languages used. On the level of the critical realisation of representations of spatial experience, NFT helps to realise what in Braidotti's theory is called "singular and multiform cartographies", and thus maps of the functioning of power in contemporary society. In this work, I produce a spatialised version of these cartographies to represent the functioning of power in urban space in the two contexts of Cagliari and Brussels. Through the NFT I propose also collective and multiform cartographies that consisted of the realisation of three fictional and parodic films, through which the group of participants collectively reflected on the discrimination that affects women as a collective political subject. The films were written, shot, and edited together, thus offering multiple perspectives on the same spatial issues. They are titled: By bike she lives, Urban Piss-Ups, Freedom for Jeanneke-Pis. In creating the singular and collective cartographies, numerous ways emerge through which space produces differences between subjects, discriminating them according to intersectional planes, with particular attention in this case to the dimensions of gender, whiteness and cis-heteronormativity. The singular cartographies contribute to a theoretical and urban planning discourse - by raising specific questions related to precise spaces and contexts - while the collective ones are helpful in the dissemination and political interpretation of the events concerning the common ground of women, a social group united - also and above all in space - by the fight against sexism (Bell Hooks 2020 [1994]).
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Di, Daniel Caterina. "Parola di donna: giuramenti femminili nella letteratura greca e latina." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3421860.

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Abstract:
La nostra ricerca prende in esame la rappresentazione dei personaggi femminili coinvolti nelle scene di giuramento all’interno della letteratura classica. Una prima sezione del lavoro è dedicata alla definizione di cosa sia il giuramento attraverso studi linguistici, antropologici, giuridici, storici e fornisce gli opportuni riferimenti alle fonti storiche e letterarie. La seconda sezione comprende una selezione di testi dalla letteratura greca e latina di epoca arcaica, classica ed ellenistica, di cui si offre un commento incentrato sull’analisi della formula di giuramento, degli aspetti gestuali descritti e del ruolo femminile nella scena. All’interno di ciascun quadro tematico si delinea una fenomenologia specifica, della quale si discute di volta in volta evidenziando il delicato rapporto tra la rappresentazione del personaggio femminile e il giuramento come forma del linguaggio autorevole e performativo. In questa dialettica tra performance di genere e parola efficace trovano spesso spazio la contestazione delle convenzioni sociali e una critica all’etica tradizionale, ma è anche possibile intravvedere dei tipi cristallizzati e delle ricorrenze topiche all’interno dei differenti generi letterari.
Our dissertation discusses the literary representation of female characters involved in the oath scenes of classic literature. In the first section of this work oath is analyzed from a linguistic, historical, juridical and anthropological point of view, providing references to many historical and literary sources. The second section consists of a selection of greek and latin texts of the archaic, classic and hellenistic period: our comment focuses on the oath formula, gestures and on the role of female characters, underlining the complex relation created by the interaction of female representation and oath as a speech act and an authoritative utterance. Each text is both exemplary for a specific phenomenology and it is indicative of peculiar literary themes, which are discussed. This tension between gender performance and performative language sometimes reveals a criticism concerned with social conventions and traditional values. Furthermore, it is also possible to identify some topic elements in different literary genres and to define some fixed and recurrent schemes.
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Frati, E. R. "EPIDEMIOLOGIA MOLECOLARE DELLE INFEZIONI DA HUMAN PAPILLOMAVIRUS (HPV) E CHLAMYDIA TRACHOMATIS NELLA POPOLAZIONE GENERALE FEMMINILE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/169571.

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Abstract:
Introduction Sexually transmitted infections (STIs) are a major public health concern: according to WHO estimates, 448 million new cases of curable STIs (syphilis, gonorrhoea, chlamydia and trichomoniasis) occur annually throughout the world in adults aged 15-49 years. There are more than 30 different sexually transmissible bacteria, viruses, mycetes and protozoa. Human Papillomavirus (HPV) and Chlamydia trachomatis are the causes of two of the most common STIs. HPVs are double-stranded DNA viruses, grouped into cutaneous and mucosal types according to their infection site, and further subdivided into high-risk (HR) and low-risk (LR) genotypes, depending on their association with disease malignancy. More than 40 HPV genotypes can infect the genital area: HR-HPVs (e.g. HPV types 16 and 18) can cause cervical cancers and LR-HPVs (e.g. HPV types 6 and 11) can cause genital warts. It has been estimated that more than 50% of sexually active persons become infected with HPV at least once in their lifetime. Most of these infections are asymptomatic or subclinical and, fortunately, usually self-limiting. However, persistence of HPV infection can occur in 30% of cases and when these infections are sustained by HR types the risk to develop cancer is increased. Chlamydia trachomatis is an obligate intracellular bacterium. Currently, 18 different serovars of C. trachomatis have been identified, 10 of these infect the genital area. Silent and asymptomatic infection is common in both women and men. In women, acute infection with C. trachomatis can result in pelvic inflammatory disease, whose long-term consequences include chronic pain, ectopic pregnancy and infertility. C. trachomatis infection has also been demonstrated to be a risk factor for the acquisition of HPV infection. This work aimed at studying the molecular epidemiology of HPV and C. trachomatis infections; carrying out a microbiological surveillance of these infections by molecular and phylogenetic methods; evaluating the HPV/C. trachomatis co-infection in sexually active young women aged 13-24 years; evaluating the epidemiological aspects in relation to novel preventive strategies (for example the opportunity to set C. trachomatis screening programme). Materials and methods 1,557 cervical brush samples were collected from 1,557 women between January 2009 and December 2011. In particular: - 688 were collected from women aged 25-64 years (median age 36 years); - 563 from sexually active females aged 13-24 years (median age 19 years); - 306 from sexually active young women (median age 19 years, range: 19-21 years) vaccinated with a tetravalent HPV vaccine. These samples were collected one year after the end of the vaccination schedule. All samples were analyzed to identify the presence of HPV infection and genotypes using molecular methods. HPV-16 and HPV-18 positive samples were analyzed through phylogenetic methods in their L1 gene coding for the major capsid protein to characterize the potential vaccine escape mutants and in the LCR to investigate the circulation of geographical variants. Samples collected from adolescents/young women aged 13-24 years were analyzed to determine the presence of C. trachomatis by molecular methods. All C. trachomatis positive samples were phylogenetically analyzed in the ompA gene (coding for the major membrane protein MOMP) to evaluate the circulating serovars. Results The prevalence of HPV infection in sexually active women aged 13-64 years was 16.5%. In details, among adolescent/young women aged 13-24 years the prevalence was 22.7%, whereas in women aged 25-64 was 11.3%. According to several epidemiological studies, our data show a decrease in prevalence with increasing age of women (26% in 19-24-year old, 18.5% in 25-34-year old, 6.9% in the 35-44 years old and 4.9% in the 45-64 years old). Over 86% (among women aged 25-64 years) and 64%(among women aged 13-24 years) of the detected infections were attributable to HR genotypes. The type-specific prevalence showed HPV-16 as the predominant type, being 22.7% among HPV-positive women aged 25-64 years and 20% among those aged 13-24 years. The prevalence of HPV infections observed in young women vaccinated with tetravalent HPV vaccine was 17.3%, significantly lower (p<0.05) than that (26%) observed in age-matched unvaccinated population. It is noteworthy that, though the occurrence of infections decreased in vaccinated women, the number of HPV-genotypes involved in such infections remained constant; most of these infections were sustained by HR-clade genotypes. Virological surveillance is necessary to capture potential changes in circulating viruses and the potential emergence of escape mutants, which may affect the vaccine efficacy. Thus, the phylogenetic analysis of the two prevalent oncogenic HPV (HPV-16 and HPV-18) identified the spread of European variants in analyzed samples. Only two HPV-16 sequences belonged to Asian-American lineage. To understand the circulation of potential escape mutants, characterization of the L1 protein showed 11 amino acid mutations in HPV-16 and 7 in HPV-18. Of these mutations 27.3% and 42.9%, respectively, fell into L1 epitopes. Nevertheless, analysis of selective pressures showed that these sequences were under strong purifying selection. The prevalence of C. trachomatis infections in adolescent/young women aged 13-24 years was 5.7%. The phylogenetic analysis of C. trachomatis positive samples demonstrated 7 different serovars (D, E, F, G, H, J, and K). The prevalent serovars were the E and F - 38.1% and 23.8%, respectively. It has been demonstrated that serovars E and F have a biological advantage over the other serovars thanks to both their ability to escape the host immune response and the presence of specific virulence factors, which can facilitate the transmission and infectious processes. Three percent of adolescent/young women had C. trachomatis/HPV co-infection. The prevalence of C. trachomatis infection was higher among HPV-DNA positive women than among HPV-negative ones (13.2% vs. 3.4%, p<0.001), thus suggesting that persons with an ongoing STI are more likely to acquire other STIs. Conclusion The results of this research project provide new information on the spread of HPV and Chlamydia trachomatis infections in women aged 13-64. In the HPV vaccination era, epidemiological studies and virological surveillance of HPV infections in the general population can improve the understanding of the natural history and dynamics of the HPV infection, can shed lights on how the vaccines affect the incidence of HPV-infection and can point out whether current vaccines can confer cross-protection against other viral types. The HPV/Chlamydia trachomatis co-infections observed in adolescent/young women emphasize the greater vulnerability of this cohort with risky sexual behaviors. These results suggest that the introduction of a screening program for Chlamydia trachomatis in Italy should be considered to better understand the spread of this infection and to early treat the subjects.
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PARMA, ANDREA. "Donne tra lavoro e maternità: chi rimane occupata?" Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/32068.

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Abstract:
Female labour force participation is now a crucial feature for social research and policy makers. Even if less comprehensive than for men, women in the labour market are now a reality. All countries have seen the numbers of working women increasing in the last couple of decades. However this growth has not been uniform. The differences between countries include: its size, when it started, when it stabilized, until when it continued, if it had been linear or if it has showed different trends over the years. Family and occupational contests are not always favourable for the working woman and this is one of the major problems for policy makers and one of the most interesting aspects for social research: working out how to solve the work-life balance problem. Childbirth is one of those life-course events that increases the likelihood of leaving paid employment to take family responsibilities full-time. This exit strategy is penalizing women twice: first, because of problems in being able to re-enter the labour market (especially in some countries) and then because of occupational downgrading (if they are successful in their re-entering path). The ongoing changes to the economic structure of Western countries has made the double earning family more and more indispensable. In this context, supporting mothers and allowing them to work and raising family at the same time is crucial. Otherwise there is a risk of pushing those families (and their children) in to the poverty trap. The aim of this paper is to analyze what happens in terms of labour market participation to women having children. Do they leave the labour market? Do they continue in the same way as before? Do they opt for reduced working hours? Do some differences emerge between countries? We aim to analyze 10 EU countries. Those chosen differ in terms of their dominant welfare regimes. We include Scandinavian social-democratic universalistic welfare states (Denmark, Finland), liberal means tested English speaking countries (UK and to a lesser extent Ireland); South Europe familistic countries (Spain, Italy and Greece) and corporatist, statist mainland states (France, Germany, Austria). Data comes from two big datasets: ECHP (which covers 1994-2001 years) and EU SILC (which starts from 2004). The decision to combine the two databases is to maximize the number of cases to be included in our sample. The dependent variable, in our analysis, is represented by whether the female worker experiencing a reproductive event remains employed or not (we use the year following the birth of the child as our reference point). First, we aim to propose some logistic models to show which characteristics are more associated with the likelihood of leaving the labour market after a new child is born. We include some variables concerning the mother’s occupational status and the characteristics of their participation in the labour market. We also take under control socio-demographic variables and potential external factors influencing the transitions in question. Secondly, we are proposing to use propensity score matching techniques to investigate if, and in what way, countries differ from each other once some variables potentially affecting the results are standardized. The aim is to equalize the distribution of individual characteristics within countries to check if any differences remain in the proportion of new mothers leaving their employment. The most interesting results emerging concern part-time work: women already working part-time are less likely to keep their job one year after the birth of their child. The reduced number of hours worked may be indicative of a minor attachment to paid work. This could be an explanation for the bigger ratio of women leaving their occupation as the minor attachment makes the exit less penalizing. Interesting results also emerge from the comparison between countries. In particular, Denmark, Germany and Italy are the countries with the best occupational performance for new mothers already into employment. The outcome is similar but the underlying factors explaining it are very different between these 3 countries. Finland shows a different path compared to Denmark even if the welfare regime is similar: this can be explained by the importance of individual preferences into mothers’ choices.
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Vecchies, Michela <1989&gt. "Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa. Sapere e fare sé stessi superando le influenze degli stereotipi di genere." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4243.

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Abstract:
L'elaborato ha inizio con il mettere in luce uno degli aspetti che caratterizzano l'esistenza dell'essere umano, ossia la dicotomia tra uomo e donna. Nascere maschi e femmine significa possedere determinati attributi sessuali differenziati; in seguito, mediante il processo di socializzazione, le persone acquisiscono modi di sentire, comunicare e interagire che ne determinano l'appartenenza sessuale. La questione del genere viene affrontata come concetto culturalmente e socialmente appreso: dalla prima infanzia si imparano quali sono i comportamenti consoni al proprio corredo biologico e come costruire l'identità di genere. Attribuendo fondamentale importanza al principio del "partire da sé", si è ritenuto importante partire dalle esperienze e dai vissuti personali, presupposto imprescindibile per fondare un percorso di presa di coscienza della propria identità. Per tal motivo verrà rivolta l'attenzione, nella seconda parte dell'elaborato, ad un progetto educativo che da quattro anni si svolge nelle Scuole secondarie di primo grado del Comune di Jesolo: il Progetto Educativo "In&Out" il quale, partendo dall'esperienza e dai vissuti dei ragazzi li accompagna al confronto diretto allo scopo di contrastare il prima possibile gli stereotipi di genere, in particolar modo quelli trasmessi dal media più pervasivo, la televisione, allo scopo di instaurare rapporti e relazioni rispettosi e paritari. Alla conclusione delle sperimentazioni contro gli stereotipi di genere, si metteranno in luce gli aspetti cruciali e le criticità del lavoro a partire da una profonda riflessione su come si è vissuta l'esperienza, sia a livello personale-individuale sia a livello professionale, proiettandosi in un possibile futuro operativo nell'ambito del Servizio Sociale.
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Esposito, Carmela Anna <1989&gt. "Il ruolo della donna nella Croce Rossa Americana e Italiana. Spunti per un'analisi comparativa storica e sociologica dei ruoli femminili nel corso della Grande Guerra." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8685/1/Esposito_CarmelaAnna_Tesi.pdf.

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Abstract:
La Croce Rossa è una delle organizzazioni umanitarie laiche più grandi e più longeve. Vanta la sua presenza in 190 realtà nazionali e una storia di oltre 150 anni. Il fatto che essa sia presente in quasi tutti i paesi del mondo e sia riconosciuta e apprezzata a livello nazionale e internazionale ha influito sulla volontà di analizzare, in chiave storica, sociologica e comparativa, quell’organismo. Capire maggiormente i modi attraverso i quali un ente di terzo settore, come quello della Croce Rossa, funzionasse, individuando possibili correlazioni tra contesto storico, sociale, politico e specifica società di Croce Rossa, sono stati i motivi alla base. L’adozione di un approccio sensibile al genere, nonché la comprensione dei modi attraverso i quali le società di Croce Rossa Americana e Italiana considerassero il personale maschile e femminile e gli riconoscessero le più differenziate mansioni lavorativi, sono stati gli obiettivi alla base della ricerca. Affinché quelle finalità fossero possibili, è stata adottata una specifica metodologia. Rivolgendo l’attenzione a un momento storico preciso (quello della Grande Guerra), sono stati prediletti strumenti di indagine non intrusivi e “non reattivi”. È stato pertanto considerato il materiale archivistico presente al riguardo e detenuto da specifici archivi pubblici. Ho pertanto sottoposto il materiale raccolto a un’analisi qualitativa – mediante l’aiuto del software NVivo, versione 12 – e ad una quantitativa – impiegando SPSS, versione 20. I risultati raggiunti hanno stabilito una forte disparità tra le due società di Croce Rossa considerate, ravvisando, nel diverso assetto socioculturale e nel tipo organizzazione intrinseca, le basi di ciò.
Red Cross is one of the biggest and most long-lived humanitarian organizations ever. The institution has been alive for more than 150 years and it is present in 190 States. I decided to do a sociological and historical research because I wanted to analyze the women’s roles of the American Red Cross and the Italian one during the First World War. Therefore, this thesis shows some social and cultural differences between Italian and American realities. I have taken a gendered approach to both case studies (American Red Cross and Croce Rossa Italiana) and organized the thesis in three parts. The first one is about the theoretical framework. In the second part I talk about the subject of study and the historical context of the Great War. Finally, in the third section I describe the research and the results achieved. I chose a non-intrusive methodology, and I collected many archival documents in Italy and in the United States to better understand the roles of women within those two institutions. Therefore, I did a quantitative and qualitative comparative analysis by using SPSS20 and NVivo12.
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Alfano, Irene. "Sessismo nella lingua cinese e creazioni di nuovi pronomi nel corso della storia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
In questo elaborato si discuterà della figura della donna e degli stereotipi di genere nella lingua cinese e, di come, sebbene il cinese sia una lingua senza genere, in realtà è una lingua fortemente genderizzata. In particolare, si parlerà del carattere 女 (nǚ “donna”) e di come spesso sia legato a concetti negativi e a stereotipi di genere fortemente connessi al patriarcato. Inoltre, si discuterà anche della terza persona singolare femminile 她 (tā) e di come negli ultimi anni si stia cercando di sviluppare e sia prendendo piede una terza persona singolare senza genere.
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Carpanoni, Elisa <1993&gt. "Le pratiche professionali di servizio sociale con utenza femminile immigrata : lo studio di caso dei progetti sociali del Centro di Solidarietà di Reggio Emilia Onlus con le donne immigrate residenti nella zona della stazione di Reggio Emilia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14946.

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Abstract:
La tesi tratta il tema delle pratiche professionali di servizio sociale con l’utenza femminile immigrata. Primariamente, viene esaminata la letteratura sul tema, sia rileggendo le pratiche tipiche del servizio sociale alla luce dell’incontro con questo tipo di utenza sia osservando i principali bisogni e risorse delle donne immigrate come utenti dei servizi. Secondariamente, viene esplorato il caso dei progetti sociali con le donne immigrate residenti nella zona della stazione di Reggio Emilia promossi dal Centro di Solidarietà di Reggio Emilia Onlus tramite l’analisi di un’intervista semi-strutturata alle responsabili dei progetti, al fine di confrontare la prassi con le stesse dimensioni considerate nella teoria. Infine, grazie ad alcuni stimoli derivanti dall’intervista alle professioniste e attraverso l’analisi di alcune interviste in profondità sul campo, vengono indagati specificatamente i bisogni e le risorse di alcune donne immigrate coinvolte nei progetti e le ricadute che questi ultimi hanno avuto in termini di risposta ai bisogni e valorizzazione e acquisizione di risorse e competenze.
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VIAN, NICOLE. "Narrare di sé per condividere un tessuto di resilienza: l’autobiografia multipla. Analisi di narrative autobiografiche femminili: il lutto perinatale e la Procreazione Medicalmente Assistita." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199193.

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Abstract:
Questo lavoro prende le mosse da una riflessione teorica su quattro nuclei: il concetto di lutto come perdita sia in un momento perinatale sia in occasione di una diagnosi di infertilità di coppia; la resilienza come processo di superamento del lutto stesso, la scrittura autobiografica e femminile come strumento di aiuto e di condivisione della resilienza delle donne. Lo sfondo è evidentemente socio costruttivista e metodologicamente legato al metodo qualitativo della Grounded Theory. Questa ricerca ha portato all’elaborazione di una metodologia definita “autobiografia multipla”. Che comporta la raccolta di frammenti autobiografici tra loro legati da una autobiografia principale con precise indicazioni procedurali e narratologiche. Inoltre sono stati effettuai due studi quali-quantitativi sul 22 narrative autobiografiche di donne colpite da lutto perinatale o in condizione di infertilità in un percorso di Procreazione Medica Assistita PMA. La raccolta dei dati e l’analisi degli stessi hanno seguito procedure complesse ed elaborate con l’utilizzo di sistemi quantitativi: il software Nvivo (per supportare la ricerca con metodi qualitativi e misti), e qualitativi: come le “parole dense” di Carli e Paniccia (2003). Sono stati elaborati grafici di occorrenza e quantità di parole dense in nodi concettuali significativi e ripartiti in 4 organizzazioni cognitive (Guidano, 1988) delle narrative autobiografiche. I risultati mostrano che lo scopo della ricerca, cioè indagare se, in occasione di un evento luttuoso, la scrittura di sé, all’interno di un contesto di autobiografia multipla, in una prospettiva cioè socio-costruttivista, dimostri una azione resiliente nei confronti del lutto stesso, è stato dimostrato ma non per tutte le organizzazioni cognitive mostrando variabilità di atteggiamento resiliente rispetto alle stesse. Emergono possibili approfondimenti e riflessioni legate sia alla procedura, sia all’elaborazione e analisi dei dati sia ad altri aspetti emersi nella ricerca.
This research work builds on a theoretical reflection on four nucleuses: the concept of mourning as pregnancy loss and on the occasion of a diagnosis of couple’s infertility; the resiliency as process of overcoming of this mourning, the autobiographic and female writing as tool of help and sharing of the resiliency of the women. The background is evidently linked to the social constructivist theory and methodologically tied up to the qualitative method of the Grounded Theory. This research has brought to the elaboration of a methodology called “multiple autobiography”. The multiple autobiography behaves the harvest of autobiographic fragments among them legacies from a principal autobiography with precise procedural and narrative indications. Besides I have been effected two qualitative and quantitative studies on the 22 autobiographic narratives of women struck by pregnancy loss or in condition of infertility involved in Medically assisted procreation. The picked up of the data and the analysis of them have followed complex and elaborate procedures with the use of quantitative system: software Nvivo (that supports qualitative and mixed methods research), and qualitative: the "dense words" of Carli and Paniccia (2003). Graphs of quantitative occurrences of dense words have been elaborate in meaningful conceptual knots and divided in 4 cognitive organizations (Guidano,1988) of the autobiographic fictions. The results show that the purpose of the search, that is to investigate if, on the occasion of a mournful event, the writing of itself, inside a context of multiple autobiography, in a socio-costructivism perspective, show a resilient action towards the same mourning, it has been shown but not for all the cognitive organizations, showing variability of resilient attitude in comparison to the same. Possible close examinations and tied up reflections emerge both to the procedure, both to the elaboration and analysis of the data and to other aspects emerged in the search.
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KOKKIZIL, MELIKE. "Essays on Religiosity and Women's Empowerment." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/330689.

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Abstract:
La religione rappresenta un importante determinante degli atteggiamenti degli agenti economici. Pertanto, l'interesse degli studiosi per le norme sociali radicate nella cultura religiosa non è nuovo e i dibattiti sulle loro implicazioni sulle economie sono stati attivi sin dall'istituzione delle scienze sociali moderne. Ma, oltre a questo, i partiti populisti di destra stanno acquisendo più potere al giorno d'oggi, ei sentimenti religiosi delle persone sono stati uno dei tanti strumenti a cui le figure politiche spesso si rivolgono quando mirano a soddisfare rapidamente gli elettori. Pertanto, non sorprende che un giovane economista si interessi maggiormente alle conseguenze economiche e sociali della religiosità. Questa tesi riguarda gli effetti della religiosità musulmana sulla disuguaglianza di genere nell'istruzione. Le tradizioni religiose della società hanno storicamente dato una forma particolare alle regole formali e informali che modellano atteggiamenti e decisioni. La natura patriarcale della maggior parte delle tradizioni religiose porta a uomini e donne ruoli ideali diversi, con alcune conseguenze negative per le capacità delle donne. Sebbene lo svantaggio femminile in un contesto religioso non rimanga confinato all'Islam, la maggior parte dei paesi a maggioranza musulmana oggi mostra scarse prestazioni in termini di parità di genere. Con questa motivazione, la tesi esamina l'effetto della religiosità musulmana sul capitale umano, che si pone come elemento essenziale dello sviluppo economico e dell'uguaglianza di genere. Il primo capitolo si concentra sulle abilità STEM degli studenti dei paesi musulmani e indaga se la religiosità spiega le profonde disuguaglianze di genere nel mondo islamico perché tale formazione di abilità determinerà il futuro delle economie a lungo termine. L'altro capitolo si concentra sulla prima generazione della Repubblica turca, il primo paese laico a maggioranza musulmana, ed esplora come la religiosità dei genitori influenzi il livello di istruzione delle donne e le loro successive esiti di vita in Turchia. In questi studi, il Ramadan costituisce la fonte esogena di variazione nella religiosità. Il Capitolo 1 analizza le origini delle disuguaglianze di genere nei paesi musulmani esaminando l'effetto della religiosità sui risultati delle studentesse e degli studenti in Matematica e Scienze. Utilizzando i punteggi dei test di Trends in International Mathematics and Science Study di studenti dell'ottavo anno nei paesi musulmani, mostro che le prestazioni STEM delle studentesse peggiorano significativamente nei tre mesi successivi al Ramadan. Tuttavia, il Ramadan non influisce sui punteggi degli studenti maschi. Questo risultato è dovuto all'aumento della religiosità e al successivo rafforzamento delle norme di genere tradizionali tra i genitori. Fornisco inoltre prove di un aumento degli stereotipi di genere, provocato da una bassa autostima, pressione negativa dei pari, esaurimento della memoria e trattamento parentale rigoroso sulle donne, all'indomani del Ramadan. Il Capitolo 2 analizza gli effetti della religiosità genitoriale sui risultati scolastici e di altra vita della prole femminile. Il verificarsi del Ramadan al momento del periodo di iscrizione alla scuola primaria riduce le possibilità delle ragazze di completare l'istruzione primaria. Nasce dalla salienza delle norme tradizionali di genere che la religiosità genera. La religiosità genitoriale ha effetti persistenti sui risultati del mercato del lavoro femminile. Diventano meno propensi a trovarsi nel mercato del lavoro e persone che percepiscono un reddito e meno probabilità di lavorare in lavori professionali. Invece, una maggiore religiosità nell'età critica della scolarizzazione aumenta il numero di bambini che le donne hanno partorito e la probabilità che le donne rimangano fuori dalla forza lavoro a causa delle responsabilità familiari.
Religion represents an important determinant of economic agents’ attitudes. Thus, the interest of scholars in the social norms rooted in the religious culture is not new, and the debates over their implications on economies have been active since the establishment of modern social sciences. But, over and above this, populist right-wing parties are getting more power nowadays, and religious sentiments of people have been one of the several instruments that the political figures frequently address when they aim to please voters quickly. Therefore, it is an unsurprising circumstance that a young economist takes a greater interest in the economic and social consequences of religiosity. This thesis is about the effects of Muslim religiosity on gender inequality in education. Religious traditions of society have historically given a particular form to the formal and informal rules shaping attitudes and decisions. The patriarchal nature of most religious traditions brings different ideal roles to men and women, with some negative consequences for women’s abilities. Although the female disadvantage in a religious context does not remain confined to Islam, most of the Muslim-majority countries today exhibit poor performance in gender equality. With this motivation, the thesis examines the effect of Muslim religiosity on human capital, which stands as the essential element of economic development and gender equality. The first chapter focuses on the STEM skills of students from Muslim countries and investigates whether religiosity explains the deep-rooted gender inequalities in the Islamic world because such skill formation will dictate the future of economies in the long run. The other chapter concentrates on the first generation of the Turkish Republic, the first secular Muslim-majority country, and explores how parental religiosity affects women's educational attainment and their later life outcomes in Turkey. In these studies, Ramadan constitutes the exogenous source of variation in religiosity. Chapter 1 analyzes the origins of gender inequalities in Muslim countries by examining the effect of religiosity on female and male students' achievements in Mathematics and Sciences. Using Trends in International Mathematics and Science Study test scores of eighth-graders in Muslim countries, I show that STEM performances of female students significantly worsen in the three months after Ramadan. Yet, Ramadan does not affect male students' scores. This result is due to increased religiosity and subsequent reinforcement of traditional gender norms among parents. I further provide evidence of increased gender stereotypes, proxied by low self-confidence, negative peer pressure, memory depletion, and strict parental treatment on females, in the aftermath of Ramadan. Chapter 2 analyzes the effects of parental religiosity on female offsprings' educational and other life-long outcomes. The occurrence of Ramadan at the time of the primary school enrollment period reduces girls' chance to complete primary education. It arises from the salience of traditional gender norms that religiosity engenders. Parental religiosity has persistent effects on females’ labor market outcomes. They become less likely to be in the labor market and income-earners and less likely to work in professional jobs. Instead, increased religiosity at the critical age of schooling increases the number of children that women have given birth and the probability of women being out of the labor force due to household responsibilities.
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RICCIARDI, TERESA. "Differente sopravvivenza tra maschi e femmine associata a polimorfismi e miRNA correlati ai clock-genes in pazienti con cancro metastatico del colon-retto." Doctoral thesis, Urbino, 2015. http://hdl.handle.net/11576/2629249.

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Rubbini, Isabella. "Mujeres Cuidadoras: Tessere comunità intraprendenti partendo dalla cura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24142/.

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Abstract:
In molti paesi come la Colombia, l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro ha avuto progressi importanti, tuttavia questo inserimento accade in condizioni di svantaggio. Svantaggi che si esprimono in una maggiore disoccupazione, informalità e segregazione delle donne in determinate tipologie di occupazioni nonché nei rami più bassi delle strutture gerarchiche. Questa ricerca vuole individuare e analizzare le dinamiche che inducono le donne in Colombia e in particolar modo a Bogotà, a rimanere segregate nel mercato del lavoro e in molti casi addirittura fuori dalla formalità. Inoltre si vuole indagare il valore che l’intraprendenza e l’imprenditoria formale possono avere nella ricerca dell’indipendenza economica delle donne che si ritrovano in situazioni di svantaggio. Il tema centrale dunque è quello dell’empowerment femminile e la gender equality analizzati e rielaborati in un’ottica sistemica, ovvero cercando di coinvolgere diversi attori nella ricerca e valutando l’importanza che possono avere le comunità locali in questi processi. Sotto questo punto di vista diventano ancora più rilevanti le opportunità di ascolto e dialogo tra i diversi attori locali (singoli, pubblici, privati, ecc) e la promozione di strategie collaborative e di corresponsabilità cittadina. Infine, questa tesi ha come obiettivo il proporre processi che portino alla progettazione di servizi attraverso i quali le donne di Bogotá possano avere l’opportunità di sviluppare la propria intraprendenza e agentività nella ricerca della propria indipendenza economica.
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