Academic literature on the topic 'Genere femminile'

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Journal articles on the topic "Genere femminile"

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Martini, Luisa, and Danilo Solfaroli Camillocci. "Di che genere?" RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 30 (June 2010): 5–16. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030001.

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Abstract:
Il termine "gener"' indica una vasta gamma di cose o persone con caratteristiche comuni, ma differenziali rispetto ad altri gruppi. Per quanto riguarda il genere maschile e quello femminile, la letteratura mette in luce varie differenze oltre a quelle anatomiche e fisiologiche: nella percezione, nelle abilitŕ spaziali, nelle capacitŕ verbali, nell'aggressivitŕ e nel ciclo vitale. In parte, gli ormoni sono responsabili di queste differenze, ma la loro azione non č sufficiente a spiegarne la vastitŕ e la variabilitŕ. Le varie forme di gioco sociale negli animali (play fighting, chase play, play mothering) ci aiutano a renderci conto della complessa interazione di fattori ormonali e sociali nello sviluppo e nel consolidamento di queste differenze. Si rende cosě necessario pensare alle differenze di genere in termini di un sistema concettuale sesso-genere-sessualitŕ che ci consenta di sfuggire alle rigide dicotomie maschile/femminile e omosessuale (proibito)/eterosessuale (permesso) per focalizzarci invece sull'interazione tra biologia e cultura, e non sul primato dell'una sull'altra. Č possibile cosě riflettere e ridimensionare la forza degli stereotipi di genere, che tendono a mortificare l'individualitŕ.
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2

Locatelli, Carla. "Confini di genere e generi di confini: genealogie postmoderne." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 21–27. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018004.

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Abstract:
Alla luce delle molteplici valenze che il termine "genere" ha assunto storicamente, si rivisitano qui i suoi limiti semantici, non solo in relazione a dicotomie tradizionali (sesso/genere; maschile/femminile), ma anche a grappoli di concetti prodotti in diverse discipline e prassi che ne hanno appropriato valenze specifiche, funzionali a diverse "volontŕ di sapere". Prassi emancipatorie ed epistemologie decostruttive producono discorsi con finalitŕ radicalmente diverse: la realizzazione di progetti politici e/o la decostruzione della rappresentazione di genere. Il saggio cerca di delineare la co-esistenza di teorizzazioni e pratiche nella realtŕ contemporanea e gli effetti che producono nel pensare identitŕ e sessualitŕ.
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3

Bommassar, Roberta. "La prospettiva di genere: il femminile e il materno, una distinzione dimenticata." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2021): 83–92. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003009.

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Abstract:
Per prospettiva di genere s'intende l'influenza che la differenza di genere ha nelle relazioni familiari, generalmente a discapito della figura femminile che sconta ancora un notevole gap sociale, culturale e politico. L'articolo intende proporre delle riflessioni in merito ad un atteggiamento generalizzato che scotomizza la differenza tra ruolo femminile e ruolo materno. Se nella coppia femminile-maschile il potere è appannaggio del secondo, nella coppia madre-padre è appannaggio del primo. Il mancato riconoscimento di questo doppio registro può indurre ambiguità e manipolazioni, che seppur rilevate dagli operatori del settore, non sembrano ancora far parte del bagaglio culturale e tecnico. Vengono descritte alcune situazioni a esemplificazione di queste riflessioni.
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4

Mannarini, Terri. "Il genere della sfera pubblica. Asimmetria o dialogo?" PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 55–64. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002006.

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Abstract:
Lo studio mira ad acquisire elementi di conoscenza empirici utili a comprendere se i contesti della deliberazione pubblica rappresentano uno spazio di voce non penalizzante per le donne, oppure se, al contrario, riproducono meccanismi di esclusione e discriminazione, come sostenuto da alcune studiose femministe (Young, 1996; Benhabib, 1996). Attraverso l'analisi di dodici interviste a partecipanti (metà uomini e metà donne) a tre esperienze di deliberazione, l'autrice giunge alla conclusione che i modelli di partecipazione sono qualitativamente diversi per uomini e donne, e che i setting deliberativi, pur configurandosi come contesti tendenzialmente favorevoli alla partecipazione femminile, non possono aprioristicamente essere considerati immuni ai processi di discriminazione. In prospettiva di un approfondimento, l'autrice sottolinea come questo aspetto possa essere meglio indagato attraverso l'analisi dell'interazione tra i soggetti deliberanti.
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Fiore, Arianna. "LA RAPPRESENTAZIONE DELLA VOLONTARIA NELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA ATTRAVERSO GLI ORGANI DI CONTROLLO FASCISTA." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 15 (2014): 282–92. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2014.i15.18.

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Abstract:
La partecipazione femminile nella Guerra spanogla nel 1936 rappresenta la prima forma di consapevolezza politica e delle donne come genere. In Italia il fascismo ha monitorcreò una rete di informazioni e spionaggio capaci di controllare gli oppositori che participarono come volontari antifranchisti nella Guerra Civile spagnola. Ciò nonostante la descrizione della dissidenza femminile e della sua partecipazione nel conflitto molto più sulle categorie di genere che belle ragioni di determinazione e pericolosità politica.
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6

Di Barbora, Monica. "Nuove frontiere per la storia di genere." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 258 (September 2010): 121–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-258008.

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Abstract:
Il V congresso della Societŕ italiana delle storiche (Sis) ha avuto come tema le "Nuove frontiere per la storia di genere". In apertura, Pauline Schmitt Pantel e Françoise Thébaud hanno ripercorso i vent'anni di pratica della storiografia di genere, individuandone assi portanti, elementi problematici e possibili linee di sviluppo. Un secondo momento di confronto collettivo ha riguardato il passaggio del testimone (e i mutamenti di prospettiva che esso implica), da una prima generazione di studiose impegnate ad aprire la strada alla prospettiva di ricerca femminile e direttamente coinvolte nell'impegno femminista degli anni settanta a una giovane generazione meno politicamente impegnata. Marta Petrusewicz, infine, ha analizzato i dibattiti ottocenteschi sul conflitto tra Terra e Capitale, sottolineandone il radicamento negli stereotipi di genere. Le numerose sessioni tematiche hanno posto in rilievo, spesso in ottica di confronto con altre realtŕ nazionali, alcuni snodi forti dei gender studies: il corpo e la sua cura; la partecipazione femminile alla sfera pubblica; la relazione tra donne e lavoro e tra donne e devianza; la rappresentazione del femminile; l'apertura all'approccio queer. Il congresso ha bene evidenziato la ricchezza e le difficoltŕ che nascono dal tentativo di far colloquiare discipline portatrici di metodologie e semantiche differenti.
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Bongiorno, Vito. "'Maschio’ e ‘femmina’ in quechua." ACME 74, no. 2 (September 14, 2022): 197–226. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18668.

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Abstract:
In questo articolo si descrivono e discutono le caratteristiche principali della lingua quechua relative alla distinzione tra ‘maschio’ e ‘femmina’. La prima parte del testo indica il modo in cui il quechua codifica questa distinzione attraverso il lessico, ponendo l’attenzione sui termini di parentela; la seconda parte mostra i sostantivi, aggettivi e verbi indicanti persone, comportamenti e abitudini considerati come tipicamente femminili o maschili. Sia la prima parte che la seconda sono vòlte a evidenziare alcuni fattori di tipo socio-culturale associati alla distinzione linguistica tra genere femminile e maschile.
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8

Bonomi, Ilaria. "Ambiguità delle sigle e questione di genere: il caso di Tgr." XVI, 2021/1 (gennaio-marzo), no. 1 (March 12, 2021): 87–88. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.5489.

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Abstract:
Parecchi lettori hanno chiesto, alcuni lamentandosene, le ragioni e la liceità dell’espressione la Tgr, pensandola riferita al telegiornale: qualcuno ha anche citato un improbabile la tg3, o addirittura la tg. E qualcuno ha addirittura erroneamente inserito anche questo ‘strano’ genere femminile nella tendenza generale a creare il femminile dei nomi di professione in modalità ‘normali’ per la nostra lingua, ma che sono molto discusse: una tendenza illustrata e argomentata da Vittorio Coletti nel tema di questo mese.
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9

Maltoni, Maria. "Democrazia e partecipazione al femminile: il bilancio di genere." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 53–63. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001005.

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Abstract:
Misurare un'azione di governo locale o nazionale, in rapporto agli effetti che si producono sulla vita delle donne, č un elemento di valutazione che si attua "pesando" la quantitŕ di risorse dedicate nei bilanci pubblici attraverso il metodo del. Il bilancio di genere č ormai una prassi adottata in vari paesi. In Italia le prime esperienze disono partite dalle amministrazioni locali: nel 2001 č stato realizzato dalla Regione Emilia-Romagna, poi in altri Comuni e Province, ma spesso sono rimaste esperienze sporadiche. Il Comune di Forlě, dopo una sperimentazione nella precedente legislatura, nel 2010 ha inserito l'attivitŕ sul bilancio di genere tra quelle "standard" dell'ente, sulla scorta di una forte presenza femminile nell'amministrazione ed una giunta composta in modo paritario tra uomini e donne, elemento che l'ha fatta classificare dal Forum della P.A., quale "cittŕ piů rosa d'Italia". Il contributo mostra come il bilancio di genere rappresenti uno strumento importante di democrazia partecipata al femminile.
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10

Savino, Ketty, and Emilia Chiuini. "Caratteristiche delle valvulopatie nel sesso femminile." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (July 31, 2022): 14–23. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-202.

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Abstract:
Le valvulopatie delle donne hanno caratteristiche distintive che le differenziano da quelle dell’uomo sia per l’anatomia che per la fisiopatologia, la clinica, la prognosi ed il trattamento clinico-chirurgico. La presente rassegna ha lo scopo di analizzare le caratteristiche di genere nelle valvulopatie di più frequente riscontro allo stato attuale delle conoscenze
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Dissertations / Theses on the topic "Genere femminile"

1

Stecca, Michela <1983&gt. "Tossicodipendenza e genere, quando la dipendenza è al femminile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10822.

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Abstract:
L'elaborato si propone di analizzare la situazione attuale in merito alla tossicodipendenza, focalizzandosi anche sul tema del genere rispetto a tale fenomeno. Vengono sviluppate quattro macro aree: 1) la diffusione della droga e l'evoluzione del fenomeno nel corso degli anni; 2) cosa si intende per sostanze stupefacenti, come possono essere classificate le varie sostanze e come queste ultime agiscono nell'organismo; 3) come e perchè si iniziano ad utilizzare le sostanze stupefacenti e quali sono i principali fattori di rischio per l'iniziazione; 4) la tossicodipendenza al femminile, ossia quando la dipendenza riguarda la donna. In questa sessione verranno analizzate diverse categorie di consumatrici (adolescenti, madri, donne immigrate) e i vari rischi connessi alla pratica dell'uso di sostanze stupefacenti.
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Liviero, Anita <1989&gt. "In-migrate. Migrazioni interne in Albania e questione di genere femminile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6213.

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Abstract:
Internal migration in Albania and the issue of female gender This paper aims to highlight the role of women during two markedly different periods of Albania’s recent history: the regime of Enver Hoxha and the period dominated by an unrestrained capitalism and high rates of internal and international migration. It focuses its main attention on the interrelationships between internal migration processes and the changing context of gender relations in Albania. It aims to demonstrate the various ways in which Albanian women participate in the migratory processes. They have been and are currently the mainstay for supporting not only their families, but also the entire Albanian society, through their productive and reproductive role, often kept in the shadow. Despite some traditional norms and values persist and are reinforced during migration, as an antidote to social, economic and political changes, the shift, from the redefinition of the roles within the most important Albanian’s institution, the Family, took place. The gender relationships are being constantly transformed and negotiated over time. The essay is structured along a series of thematic and temporal lines related to women’s issues. After the description of the Albania’s history through the explanation of the phenomenon of internal migration to the achievement of current events, the discussion continues with the representation of women into the domestic, political, working, religious, Albanians context; the last part describes women as actress of internal migration processes and highlights how mobility reflects power relations and inequalities, since such movements are socially, economically and politically produced.
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3

BOSNA, VALERIA VITTORIA AURORA. "La libertà femminile in Educazione. Pratiche, protagoniste, idee." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/351307.

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Abstract:
La tematica oggetto della presente ricerca nasce da differenti fattori relazionati tra di loro. In primo luogo la considerazione secondo cui l’educazione formale attuale, ovvero l’educazione scolastica, mostra diversi aspetti critici rispetto al modello di formazione che propone, tra cui la gestione dei saperi propri dell’offerta formativa e la sua struttura, entrambe più orientate alla trasmissione di contenuti e meno alla cura di una corretta crescita integrale e armonica dei soggetti in formazione. A partire da queste considerazioni, oramai diffuse tra le famiglie di nuova generazione, aumenta il numero di genitori che scelgono percorsi alternativi alla scuola tradizionale per l’educazione dei propri figli e figlie. In base a questa panoramica è importante considerare i nuovi bisogni educativi e le nuove realtà formative sempre più presenti nei territori europei. In tale contesto di innovazione o di riscoperta di idee educative messe da parte dall’imponenza dell’istituzione scolastica è necessario analizzare quanto e come tali realtà educative alternative lavorino anche in prospettiva di un’educazione rivolta alla valorizzazione delle differenze di sesso e alla tutela del sesso femminile. Ancora oggi infatti si riscontra l’urgenza, in primo luogo educativa, di tutelare e salvaguardare una sana crescita delle bambine, ragazze e giovani, soggette a un rischio maggiore di discriminazione a causa della loro appartenenza sessuale. Il genere femminile storicamente ha incontrato nell’educazione la via per potersi emancipare e “liberare” da limiti, vecchie idee sociali e da stereotipi propri della cultura di appartenenza, connessi all’appartenenza sessuale e di genere. La scuola pubblica ha avuto un ruolo fondamentale ai fini di un cambiamento sociale in gran parte del mondo. L’analisi socio-educativa, nel secolo XXI, ha evidenziato come questo strumento liberatore sia stato però strumentalizzato per fini economici, culturali e politici, specialmente in relazione all’educazione femminile. In molti casi, infatti, l’educazione formale consolida gli stereotipi legati al sesso e al genere femminile, proponendo una formazione basata ancora su idee e discipline di impronta patriarcale. La ricerca, dal titolo “La Libertà femminile in Educazione. Pratiche, protagoniste, idee”, svolta in un regime di cotutela tra l’Università di Foggia (Italia) e l’Università di Barcellona (Spagna), e contestualizzata, per quanto riguarda l’analisi dei processi educativo-formativi spagnoli, principalmente nel territorio della Catalogna, prende in considerazione come cornice teorica l’Educazione Libera, cercando di andare più in là degli studi sino ad oggi realizzati e focalizzandosi a livello epistemologico sulla Libertà femminile in Educazione. Alla base di tale scelta vi è la considerazione della presenza, nella nostra società, di un dualismo, relazionato principalmente all’educazione femminile, tra Essere e Dover essere; un dualismo culturale in cui le bambine, le ragazze e le giovani donne sono ancora rinchiuse e in cui i modelli patriarcali di formazione e di educazione limitano il genere femminile nella sua espressione creativa e libera. In tal senso la ricerca è stata orientata in direzione della ricerca dei diversi modelli, forme e idee educative, presenti nei movimenti di Educazione Libera di ogni periodo storico, che hanno preso in considerazione l’educazione femminile in termini di valorizzazione dell’essere femminile, superando gli schemi educativi patriarcali e lavorando per la formazione di un pensiero critico e per la costruzione di un saper essere, prima che di un saper fare, con l’obiettivo di educare le ragazze alla consapevolezza di essere differenti, garantendo a se stesse il diritto di poter godere delle stesse opportunità di sviluppo e di crescita del genere maschile, ovvero di esprimere le proprie opinioni senza sentimenti di colpa o di inadeguatezza. Oltre alla motivazione dettata dall’analisi socio-educativa, il tema scelto come oggetto di riflessione è legato al mio percorso personale e professionale, come educatrice diretta di bambini e bambine, come donna e pedagogista, con una sensibilità particolare verso la discriminazione femminile, la violenza contro le donne e anche verso la ricerca continua di nuovi modelli e buone pratiche di educazione alternativa, aperta alle differenze di sesso e alla Libertà femminile.
El tema seleccionado para la presente investigación surge de diferentes factores relacionados entre de ellos. En primer lugar desde una critica a la educación formal actual que muestra diversos aspectos sobre su modelo de formación, contenidos y estructura, ya que resulta orientada más en la transmisión de contenidos y menos en el cuidado de un correcto crecimiento integral y armonioso a lo largo del proceso educativo. En ese sentido debemos considerar, con urgencia, la necesidad de una acción educativa orientada hacia todos, y en particular a las niñas, chicas y jóvenes mujeres, con mayores problemas de discriminación a causa de su sexo. En según lugar se añade el interés personal, como factor determinante para la elección del campo y del tema de esta investigación. Debido a dichas motivaciones se ha elegido como tema principal de esta investigación, el estudio y la profundización de la Libertad femenina en Educación, o sea el análisis de las ideas, de las prácticas y de los principales protagonistas de los movimientos catalanes de Educación Libre con referencia especifica a la educación femenina. La investigación se propone entonces conocer y profundizar algunos proyectos educativos alternativos de Educación Libre que han provocado la necesidad de repensar la educación, desde el punto de vista estructural y conceptual basándola en la Libertad femenina. La investigación se inicia en Italia en el curso 2011/2012, desde el Doctorado de Investigación en Pedagogía y Ciencias de la Educación de la Universidad de Foggia; para avanzar en Barcelona, con bajo el curso de Doctorado de investigación en Educación y Sociedad de la Universidad de Barcelona; en régimen de Co-Tutela entre ambas universidades. En esta investigación confluye una doble mirada: un marco teórico de Historia de la Pedagogía, área disciplinar a la que pertenece la directora italiana, Barbara De Serio; y la visión de Estrategias y Recursos Didácticos, desde el área disciplinar de la Didáctica a la que pertenece la directora Dra. Núria Rajadell de la Universidad de Barcelona. Se pretende aportar a nivel epistemológico un matiz innovador focalizado en la Historia de las Mujeres, la Historia de la educación femenina, la Pedagogía de Género y de la Diferencia, enfocando así la atención sobre la Libertad femenina en Educación. En este sentido la investigación pretende reconstruir una genealogía en femenino de las experiencias de Educación Libre desde sus inicios hasta la actualidad, y desde la teoría hasta la practica.
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Gramegna, Beatrice <1993&gt. "Mercato del lavoro femminile in Giappone. Disuguaglianze di genere e di opportunità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14129.

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Abstract:
L’obiettivo della ricerca è indagare i motivi per cui è presente una questione femminile nel mercato del lavoro giapponese, e perché l’occupazione femminile in Giappone stia godendo di grande risonanza e attenzione tanto da occupare un’ampia sezione della strategia politica e economica di Abe. Per una comprensione quanto più chiara del mercato femminile attuale mi avvarrò di alcuni dati come il tasso di occupazione femminile e come questo si sia evoluto negli ultimi anni, il tasso di disoccupazione e il tasso di partecipazione delle donne al lavoro non-regolare. Un altro indicatore importante per comprendere la dinamicità del mercato del lavoro sono gli investimenti in capitale umano, ovvero il livello di istruzione della popolazione attiva, con particolare attenzione per quello delle donne. La seconda parte sarà indirizzata ad analizzare le misure e le politiche di intervento di Abe, quelle rivolte a incoraggiare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Con un confronto con i Paesi dove le misure a sostegno della famiglia e dell’occupazione femminile occupano un’importane sezione nelle politiche di welfare, verranno messi in luce i limiti e le differenze di quelle che rientrano nel pacchetto “womenomics”. L’ultima parte si concentrerà invece sulla qualità delle opportunità lavorative che il mercato giapponese offre alle donne e come sia presente una disuguaglianza di genere.
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Guzzo, Selene <1996&gt. "Pratiche organizzative che favoriscono la leadership femminile e l’inclusività di genere nelle aziende." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17489.

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Abstract:
Questa tesi di laurea affronta il tema della leadership femminile e in particolare intende analizzare come le diverse pratiche organizzative e di gestione delle risorse umane per l’inclusività di genere favoriscano una maggior presenza femminile nelle aziende e nelle posizioni apicali. L’obbiettivo di tale studio è quindi quello di illustrare e mettere a confronto casi studio di aziende che stanno implementando interventi organizzativi a favore della parità di genere e della progressione di carriera per le donne, al fine di identificare le best practices. L’approccio scelto per condurre la ricerca empirica è stato quello di somministrare alle imprese coinvolte un’intervista volta ad approfondire nel dettaglio tali politiche e gli impatti che sono stati riscontrati a livello organizzativo. Lo studio ha dimostrato che gli strumenti maggiormente utilizzati dalle aziende sono quelli che favoriscono il work-life balance delle donne, come ad esempio lo smart working, il part time o l’asilo nido aziendale, oltre alle iniziative che supportano la progressione di carriera, ovvero il mentoring e il coaching. Vanno altresì evidenziate anche le attività di formazione circa il D&I e le politiche di reclutamento e selezione del personale.
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DEGAN, CRISTINA. "Le parole delle donne. Modalità del discorso di genere e costituzione dell'identità femminile." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23933.

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Abstract:
How women speak: Gender discourse and female identity construction. I would like to tackle some theoretical questions raised by feminist thought, particularly on the subject of gender discourse, in an effort to offer a wider re-thinking of the variables in play. We must not forget that life conditions for women everywhere are still marked by great disparities of treatment and opportunities. Gender difference is not totally biologically determined, but develops through unavoidable bio-cultural input. The “difference” question, then explores the meaning of this difference in its specificity, as it results from a complex biological and cultural process. This involves research in different fields, such as cultural anthropology and psychoanalysis, provided one does not forget to take into consideration, cautiously and determinedly, the material characteristics of each historical identity. The identity of women is historically unstable across cultures, which makes it necessary to give recognized legitimacy to individual identity, without invoking metaphysical categories but also without disembodying it. Individual, gendered, identity is the result of a long process of biological and cultural interactions buried in history. Now that neuroscience has given an important contribution to this debate, the principle of individuation has taken on dimension both scientific and cultural. A definition of difference can be based on this intersection between psychological and material cognition. This paper is aimed at identifying at least a descriptive outline of all the different issues raised by the question of gender, also through a review of the feminist positions of the 60’s, but keeping in mind the fact that the very tools of feminism have been “contaminated” by contributions from specialized fields , in particular the discovery of mirror neurons. It would be interesting to see if one could speak of “female” mirror neurons (for example, through breastfeeding) that would determine a “specialized” care-giving behavior . Women can generate a discourse no longer exclusively dependent on conceptual, asexual strictures, but open to metaphor and narrative . Along these lines we can start to build a common world, where a place is made for a“ feminine logic” that repudiates a generic neutrality of thought, and looks, instead, for the “sexed” character of each of all ideas.
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7

Campagnolo, Eleonora <1991&gt. "La rappresentazione del suicidio femminile in epoca Qing come risposta alla disuguaglianza di genere." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6904.

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Abstract:
Nella presente tesi affronterò la traduzione di un articolo scritto da Zhang Tao 张涛, in cui vengono analizzate le condizioni di vita delle donne cinesi in epoca Qing attraverso la rappresentazione del fenomeno del suicidio. Nel testo vengono trattati degli esempi specifici, ripresi dall’opera Qīngshǐ gǎo•liè nǚ chuán-清史稿·列女传(Accenni di storia della Dinastia Qing – Biografie di donne esemplari) con cui l’autore cerca di risalire alle cause dirette e indirette di tale fenomeno, proponendo un’analisi approfondita degli standard morali e dei tabù di quel tempo. Nell’introduzione affronterò il tema del suicidio attraverso l’analisi di fonti primarie e secondarie cercando di delineare le cause e gli sviluppi di questo fenomeno. A seguire riporterò la traduzione dell’articolo di Zhang Tao. Infine concluderò con il commento traduttologico in cui affronterò i problemi traduttivi riscontrati e legati in particolar modo alla presenza all’interno dell’articolo di idiomi, citazioni classiche e editti imperiali.
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Bragato, Sara <1993&gt. "Disuguaglianza di genere e empowerment femminile, riflessioni a partire dall'esperienza di tirocinio in Tanzania." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17325.

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Abstract:
L’eliminazione della disuguaglianza di genere è una questione talmente importante e attuale da essere stata inserita dalle Nazioni Unite al quinto posto tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nell’Agenda 2030. Per comprendere quali sono le possibili strade da percorrere in questo senso è innanzitutto necessario comprendere al meglio come funzionano le disuguaglianze, qual è la loro portata ed estensione così da riuscire ad organizzare dei modi efficaci per sconfiggerle, questo non sarebbe infatti possibile senza comprendere i motivi che portano alla creazione e perpetrazione delle disuguaglianze. Quando si studia la disuguaglianza di genere inoltre, si entra in un mondo ancora più complesso perché riguarda l’identità dei singoli individui. Per lungo tempo si è ritenuto che una differenza biologica determinasse l’identità e i comportamenti degli individui, questo ha creato un sistema sociale improntato sulla disuguaglianza in cui le capacità, le aspirazioni e le possibilità dei singoli vengono basate sull’appartenenza a uno o all’altro genere. Questo tema è attuale in tutte le parti del mondo e assume declinazioni diverse, ma con la stessa concezione alla base. I modi per combattere il sistema di pensiero patriarcale ci sono e vengono intrapresi nei paesi in via di sviluppo come nei paesi sviluppati. In particolare, l’empowerment femminile ha la potenzialità di rivelarsi un buono strumento per ridare alle donne consapevolezza di sé e del proprio ruolo. A dimostrazione di ciò viene proposto l’esempio di un progetto di empowerment attuato in Tanzania dall’ong Cope, in cui attraverso il lavoro sartoriale si aiutano le donne di un piccolo villaggio a recuperare la fiducia nelle proprie capacità e a raggiungere l’indipendenza economica aiutandole così a riprendersi in mano le proprie vite.
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Luccioli, Alessandra. "Stereotipi di genere e traduzione automatica dall'inglese all’italiano: uno studio di caso sul femminile nelle professioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20408/.

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Abstract:
La presente tesi si pone come obiettivo quello di indagare il rapporto tra stereotipi di genere e traduzione automatica, proponendo uno studio di caso composto da frasi contenenti dei sostantivi riferiti a professioni tradotti automaticamente dall’inglese all’italiano. Il capitolo I offre una panoramica teorica sulla traduzione automatica, per poi approfondire il tema degli stereotipi di genere nella traduzione automatica. Il capitolo II si concentra invece sul rapporto tra genere e lingua, partendo dalla definizione di stereotipi e pregiudizi per passare poi alla questione dei femminili professionali. Vengono delineati gli aspetti linguistici per poi fornire una breve panoramica delle iniziative che sono state proposte nel contesto italiano e internazionale per promuovere l’uso del genere femminile nella lingua ed evitare di usarla in maniera sessista e non inclusiva. Nel capitolo III, dopo aver esposto nel dettaglio la metodologia impiegata degli studi precedenti, si presenta la struttura frasale ideata per condurre lo studio di caso. Partendo dall’elaborazione dei dati statistici sul numero di donne per ogni occupazione, si giunge alla selezione delle professioni da impiegare nello studio. Vengono inoltre illustrati gli strumenti utilizzati nell’analisi basata su corpora che verrà condotta nel capitolo IV, dove si presenta l’analisi degli output forniti da due sistemi di traduzione automatica, DeepL e Google Translate, nella combinazione linguistica inglese-italiano. L’analisi dettagliata di tutti gli aspetti della struttura frasale è corredata da tabelle e grafici esplicativi, inoltre sono presenti approfondimenti sulle traduzioni di alcune professioni di particolare rilevanza. I risultati dell’analisi verranno infine discussi in maniera approfondita, ipotizzando infine le prospettive future degli studi in questo ambito.
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10

Giomi, Fabio <1980&gt. "Fra genere, classe, confessione e nazione. «Questione femminile musulmana» e associazionismo in Bosnia Erzegovina (1903-1941)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3755/1/giomi_fabio_tesi.pdf.

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Books on the topic "Genere femminile"

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Galleria del Laocoonte (Rome, Italy), ed. XX: Il genere femminile nell'arte del '900 italiano. Firenze: Edizioni Polistampa, 2019.

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2

Contarello, Alberta. Femminile/maschile: Differenze di genere negli aspetti nonverbali della comunicazione. Bologna: Patròn, 1994.

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3

Il femminile è simbolo dell'umano: Elogio della differenza di genere. Lecce: Pensa multimedia, 2014.

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4

L'universita e di genere femminile?: Ruoli e carriere nell'Ateneo di Bari. Bari: Progedit, 2006.

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5

Migrare al femminile: Appartenenza di genere e situazioni migratorie in movimento. Milano: McGraw-Hill, 2008.

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6

Campani, Giovanna. Genere, etnia e classe: Migrazioni al femminile tra esclusione e identità. Pisa: Edizioni ETS, 2000.

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7

Genere, etnia e classe: Migrazioni al femminile tra esclusione e identità. Pisa: ETS, 2000.

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8

La produzione del genere: Ricerche etnografiche sul femminile e sul maschile. Verona: Ombre corte, 2010.

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9

Ragone, Rocco. Il genio della lingua italiana: Un'indagine sul genere : maschile o femminile? Roma: Armando, 2003.

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10

Besozzi, Elena. Il genere come risorsa comunicativa: Maschile e femminile nei processi di crescita. Milano, Italy: F. Angeli, 2003.

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Book chapters on the topic "Genere femminile"

1

Nolfo, Fabio. "Stereotipi femminili nei frammenti di Laberio e riconoscibilità letteraria di un genere sub-teatrale: dal testo alle fonti." In Sub palliolo sordido, 485–510. Göttingen: Vandenhoeck & Ruprecht, 2021. http://dx.doi.org/10.13109/9783949189234.485.

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2

Latos, Agnieszka. "Verso una tipologia di esponenti linguistici del genere femminile." In Studi e ricerche. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-368-7/016.

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Abstract:
The present study focuses on the linguistic category of gender conceived as a set of any kind of linguistic means and devices encoding the information of the natural gender (sex) of a human referent. The semantic core of the examination is the extralinguistic and ontological ‘male vs female’ distinction. Our corpus-based analysis aims to describe and compare various linguistic markers of a female referent, as opposed to a male referent and to a group of mixed, male and female, referents, available in two Indo-European languages, i.e. Italian and Polish. The proposed typology of female gender indicators includes morphological, syntactic, lexical and contextual (semantic-pragmatic) cues.
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3

Bessone, Federica. "Autofiction al femminile. Arte di raccontare ed effetti di genere in Ovidio." In The Gendered ‘I’ in Ancient Literature, 307–28. De Gruyter, 2022. http://dx.doi.org/10.1515/9783110795257-015.

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