Academic literature on the topic 'Funzione peso'

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Journal articles on the topic "Funzione peso"

1

Celotto, Lucia. "La pazienza di Giobbe: alcune note psicoanalitiche sulle relazioni di coppia conflittuali." INTERAZIONI, no. 2 (July 2010): 101–14. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002009.

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Abstract:
Il lavoro propone una serie di considerazioni teoriche, sviluppate a partire dall'esperienza clinica, sul ruolo della famiglia e della coppia nella funzione di contenitore di elementi psichici condivisi. Ciň che si intende esplorare, facendo ricorso anche a vignette cliniche, riguarda non solo la dinamica di coppia in presenza o meno di un disagio esplicito di uno dei membri della famiglia, ma anche ciň che puň essere fatto oggetto di ulteriori riflessioni a proposito della ripartizione di ruoli e funzioni nella coppia e di ciň che ha un peso nello strutturarsi dell'identitŕ di genere in bambini e bambine. In particolare, vengono prese in considerazione le esplorazioni cliniche di Winnicott sugli elementi maschili e femminili della psiche e le sue considerazioni teoriche sulla dissociazione di tali elementi, sia nella realtŕ disfunzionale del sintomo che in quella funzionale, alla coppia ed al nucleo familiare, relativa alla creazione ed al mantenimento di identificazioni crociate. Segue una disamina dei contributi di M. Milner sull'argomento relativo ai suoi commenti alle tavole di Blake sulla leggenda biblica di Giobbe. Esse sembrano offrire una prospettiva estremamente originale e stimolante alla esplorazione psicoanalitica delle riparti- zioni di elementi scissi all'interno delle dinamiche di coppia ed una conferma ulteriore delle ipotesi di Winnicott.
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Christian, Garavaglia, and Elena Maria Marcoz. "Preferenze dei consumatori e certificazioni di origine: un'indagine del caso della fontina tramite la conjoint analysis." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 2 (September 2012): 65–86. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-002008.

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Abstract:
Lo scopo del lavoro consiste nell'analisi delle scelte di consumo in presenza di determinati set informativi, con particolare attenzione rivolta all'influenza esercitata dalla presenza delle certificazioni di origine sulle decisioni di acquisto. Dall'analisi empirica condotta in riferimento al consumo della Fontina, č emerso come la certificazione DOP abbia un peso rilevante nelle scelte di acquisto. Inoltre, l'analisi quantifica l'incremento di prezzo che i consumatori sono disposti a pagare per la presenza di tale certificazione. I risultati evidenziano, infine, l'esistenza di differenze territoriali nella diversa importanza che tale caratteristica riveste in funzione della residenza degli intervistati, a testimonianza della differenza di segnale di garanzia di qualitÀ ricercato nelle diverse aree geografiche.
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3

Pieretti, Giovanni, Enzo Grossi, Guido Ferilli, and Blessi Giorgio Tavano. "Aree urbane, ambiente naturale e benessere. Il caso della cittŕ di Milano." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 99 (November 2012): 134–51. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-099011.

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Abstract:
Gli autori portano in evidenza il peso dell'ambiente urbano, inteso nella sua dimensione di ecosistema urbano, rispetto alla qualitŕ della vita ed al benessere della popolazione. L'analisi viene svolta rispetto ad un campionamento statisticamente significativo realizzato sulla popolazione di Milano nel 2010, nel quale sono stata rilevate alcune delle determinanti che la letteratura indica quali preminenti nella formazione del benessere sociale degli individui, (reddito, genere, consumi culturali, distanza di residenza dalle aree verdi). Le evidenze dimostrano attraverso il ranking delle principali variabili che costruiscono il benessere di una persona, la funzione di ogni possibile determinante registrato, soffermando l'attenzione rispetto al ruolo delle aree verdi nella costruzione di reti relazionali e capitale sociale.
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4

Lombardi Ricci, Mariella, and Andrea Grillo. "Riflessioni sull'intervento del Ministro olandese della Giustizia M.H. Hirsch Ballin." Medicina e Morale 43, no. 3 (June 30, 1994): 443–52. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1013.

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Abstract:
Sollecitati dalla crescente attenzione, anche da parte dell'opinione pubblica, al dibattito sul tema della eventuale legalizzazione della eutanasia, gli Autori commentano il documento del ministro olandese Hirsch Ballin, che presenta il recente provvedimento legislativo con cui i Paesi Bassi hanno avanzato una sia pur minima regolamentazione giuridica della prassi eutanasica. Gli Autori procedono ad individuare nel Documento un mutamento di prospettiva che - se recepito nella prassi concreta - realizza uno di quegli slittamenti verso l'allargamento dell'atto eutanasico. Esso pare ravvisabile nel concetto "essere di peso" riferito alla condizione del malato e che finisce per sovrapporsi al concetto di "sofferenza senza speranza", solitamente richiamato dai sostenitori della legalizzazione dell'eutanasia. Ci si sofferma in particolare sull'uso dei concetti di "forza maggiore", "stato di necessità" e - indirettamente - di "legittima difesa", richiamati dal Documento in funzione dell'esclusione della punibilità dell'équipe medica. In essi gli Autori ravvisano, anzitutto, intrinseche contraddizioni sul piano giuridico, dovute anche al sistema giuridico olandese, solo parzialmente confrontabile con il sistema giuridico italiano. In secondo luogo sollevano perplessità sul piano teologico-morale e sul significato culturale dell'intervento del Ministro, mettendo in luce non solo il concretizzarsi dei rischi impliciti di una normativa eutanasica, ma anche la necessità di una serena riflessione sul senso della vita umana.
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5

Andreula, C. F., A. N. M. Recchia-Luciani, I. Kambas, and A. Carella. "Ipotesi di correlazione tra istopatologia e neuroradiologia in risonanza magnetica nelle neoplasie endocraniche primitive: Gli astrocitomi." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 2 (May 1992): 247–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500213.

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Abstract:
Obiettivo del lavoro è il tentativo di produrre informazioni sia sulla anatomia macroscopica che sulla intima struttura delle neoplasie, in virtù della capacità della RM di studiare la correlazione tra dimensioni molecolari, movimenti molecolari, tempo di correlazione (parametri fisici tissutali) e tempi di rilassamento attraverso lo studio della intensità di segnale in T1, T2, Densità Protonica. È stato affrontato in particolare il problema degli astrocitomi a causa della loro elevata incidenza, valutabile nel 25–30% dei gliomi cerebrali (a loro volta circa la metà dei tumori cerebrali adulti). Vengono analizzate le diverse classificazioni adottate, su basi e con obiettivi diversi, tutte portatrici di contributi conoscitivi, a causa della non omogeneità «pacchetto» di queste neoplasie, per cui diverse aree del tumore possono presentare diversa malignità; e la accertata evoluzione verso gradi di maggiore malignità (‘dedifferenziazione») in circa il 10% delle forme più benigne. A ciò va aggiunta la evenienza di forme multicentriche. Viene affrontato anche il problema della prognosi nei vari gradi, dipendente anche dalla localizzazione e dal volume raggiunti, fattori non introducibili in «pacchetto» su base istologica: localizzazione della neoplasia, unicita o molteplicità delle lesioni, peso assunto dalleffetto massa tumorale. La seconda fase dello studio prevede il controllo stereotassico in doppio cieco, con il calcolo dei coefficienti di correlazione che misurano il grado di accordo tra diagnosi neuroradiologica e diagnosi istologica. Particolare attenzione viene posta al tema dell'utilizzo di mdc paramagnetico, in particolare Gadolinio, ed alio studio della funzione della barriera ematoencefalica. Nella seconda parte si focalizza il tema della comprensione specifica dei vari tipi di astrocitomi, forzando la possibilità di attribuire un certo comportamento RM ad un tipo istologico. ‘Idea guida» è la ricerca del «perché» del segnale», per attribuirlo all'evento anatomopatologico con l'uso costante di semplici parametri per cercare di identificare il grado di benignità» o di malignità» di un astrocitoma con ricadute prognostiche ‘plausibili».
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Bottazzi, Marialuisa. "Alienazioni a titolo gratuito in documenti dei secoli XI-XII." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 595–643. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16899.

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Abstract:
Solo un numero esiguo di chartae rogate sin dall’alto medioevo si può dire abbia avuto una vita parallela alla consueta e preminente destinazione giuridica o amministrativa notarile grazie alla scelta d’incidere su pietra, il più delle volte da parte dei legatari, anche una sola parte del contenuto testuale pergamenaceo al fine di notificare, di pubblicizzare e di perpetuare, generalmente pro redemptione animae, la memoria di quanto veniva disposto da agiati benefattori a favore, in un primo tempo delle istituzioni monastiche ed ecclesiastiche e più tardi anche gli enti assistenziali, sia religiosi sia laici. La maggior parte di queste non numerose iscrizioni, che classifichiamo come chartae lapidariae, per lo stretto rapporto con le chartae notarili da cui derivano, sono state per la maggior parte prodotte in Italia sin dalla fine del secolo X per essere esposte con una certa frequenza nei luoghi sacri o molto attigui degli stessi. Nella maggior parte dei casi si parla di iscrizioni contenenti atti testamentari o di donazione inter vivos o mortis causa; meno frequentemente il loro tenore dispositivo e probatorio riconduce a bolle papali, decreti o a diplomi regi o imperiali. In ogni caso, siamo sempre di fronte a documenti incisi indiscutibili secondo qualsiasi piano giuridico ma che, per la consuetudinaria perdita del documento notarile da cui derivano e per la facile mancanza anche di uno degli elementi essenziali della charta, per esempio, della datatio, probabilmente per la funzione generalmente assunta, sin dall’impiego romano, di “regesto” dell’atto originale, per la mancanza, si diceva di alcuni elementi essenziale del documento notarile difficilmente possono essere considerati “documenti in senso proprio”, ma solo dei “monumenti” epigrafici a sé stanti, quindi particolarmente interessanti da analizzare solo per il loro “peso” storico. Malgrado ciò, per tutti gli elementi fin qui considerati e riassumibili nella difficoltà di dimostrare l’attendibilità dei contenuti incisi su pietra data l’impossibilità di ricostruire l’intimo impiego epigrafico/documentario intrinseco delle carte lapidarie con il loro originale notarile perduto, qualche importante attenzione verso questo tipo di documentazione è comunque giunta nel secolo scorso grazie ai lavori di Pietro Sella, di Cinzio Violante e di Ottavio Banti. Ciò nonostante, ancora oggi, le chartae lapidariae risultano poco considerate sebbene dinanzi a una rarefazione documentaria, per esempio nel caso di Milano, risultino efficaci per definire il ruolo dei laici sia entro lo spazio ecclesiale sia nella società; sia nello studio degli enti assistenziali, sia religiosi sia laici, come dei ceti dominanti dell’Italia e in special modo di Milano, del secolo XI. Se, dunque sull’interesse storico, seppur analitico dei contenuti della chartae lapidariae, sembra aver spesso prevalso il “peso” diplomatistico, che pone dei limiti all’attendibilità giuridica delle carte lapidarie,con questo lavoro si vuol richiamare l’attenzione su tre casi importanti e eccezionali prodotti nell’ultimo ventennio del secolo XI a Viterbo, a Milano e a Collescipoli.
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Talŕ, Paola. "Acque trasportate: l'acquedotto di Colognole e l'entroterra di Livorno." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 169–86. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125009.

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Abstract:
Costruito tra il 1793 e il 1872 su progetto di illustri architetti ed ingegneri delle Regie Fabbriche Granducali, l'Acquedotto di Colognole funziona per la cittŕ fino al 1957; da allora viene abbandonato e approvvigiona solo alcuni piccoli centri collinari. Oggi ci troviamo di fronte ad un manufatto monumentale che ha perso la funzione per cui era stato costruito, ma non il suo valore storico e architettonico e la relazione con il paesaggio. La costruzione di questo acquedotto ha segnato l'evoluzione delle consuetudini delle popolazioni collinari e dei territori che ha attraversato trasformandone gli scenari. La comprensione dei complessi cambiamenti nel tempo consente una lettura del paesaggio di grande attualitŕ in merito a rilevanti questioni di conservazione e tutela. Il contributo inquadra il tema a partire dalle accresciute necessitŕ dell'approvvigionamento idrico della cittŕ e del porto di Livorno, illustra la complessa articolazione del lungo cantiere per la costruzione del nuovo acquedotto; infine dedica un'ultima parte all'importanza della conoscenza geografica del paesaggio, cosě come emerge dalle descrizioni dalle principali guide storiche del XIX secolo e dalle vicende della realizzazione della Passeggiata degli Acquedotti.
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Viglietti, Cristiano. "Aestimatio. Il ruolo della moneta in una società censitaria (quasi) senza contanti: Roma tra il VI e gli inizi del IV secolo a.C." CHEIRON, no. 1 (April 2021): 46–71. http://dx.doi.org/10.3280/che2019-001003.

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Abstract:
Muovendo dagli elementi di "teoria nativa" sulle origini della moneta presenti in alcune testimonianze antiche, questo contributo intende ri-flettere sul modo in cui le forme e funzioni della moneta dovevano operare nella Roma arcaica. La centralità che la aestimatio giocava nel census a partire dal VI secolo a.C. dovette contribuire a un maggiore intervento dello Stato nell'emissione di lingotti bronzei destinati a ricoprire funzioni monetali e a una diffusione delle attività estimatorie in numerosi aspetti della vita sociale. A tali attività, nella fase in questio-ne, doveva corrispondere tuttavia solo marginalmente una reale circolazione della moneta bronzea a peso, che poteva essere convertita in equivalenti di altro tipo.
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Borek, Dariusz. "Wykonywanie władzy karania w instytutach zakonnych w świetle aktualnego Kodeksu Prawa Kanonicznego." Prawo Kanoniczne 48, no. 3-4 (December 10, 2005): 175–200. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.3-4.09.

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Abstract:
Nell’articolo è stata presentata la normativa riguardante l’esistenza e l’applicazione del potere coercitivo nella Chiesa con particolare riferimento agli Istituti Religiosi. Il primo punto del lavoro è stato dedicato alla presentazione degli argomenti che spiegano l’esistenza del potere coercitivo nella Chiesa. Nel secondo punto dello studio è stato analizzato il potere che esiste negli Istituti Religiosi. Nel terzo punto si analizza il potere coercitivo che viene esercitato negli Istituti Religiosi secondo attuale Codice di Diritto Canonico nella triplice funzione della potestà di governo. Lesercizio del potere coercitivo nella funzione legislativa consiste nella possibilità di emanare le leggi penali. La potestà coercitiva nella funzione amministrativa comprende sia la possibilità di emanare i precetti penali sia la possibilità di fare la dichiarazione oppure la inflizione delle pene tramite la procedura penale stragiudiziale. La scelta tra la via amministrativa e giudiziale spetta all’Ordinario. Il potere coercitivo esercitato nella funzione giudiziale significa la possibilità di fare la dichiarazione o l’inflizione delle pene tramite il processo penale giudiziale. L’ultima parte dello studio è stata dedicata alla problematica della dimissione dall’Istituto Religioso. Avendo in considerazione il carattere forzoso della dimissione si potrebbe pensare che la dimissione è una delle sanzioni penali, non mancano pero gli argomenti che fanno pensare che la dimissione non puo essere inserita tra le sanzioni penali in senso stretto. Nel caso della dimissione dal Istituto si tratta piuttosto della procedura sui generis amministrativa, avente come scopo la protezione sia L’Istituto intero che i singoli religiosi incluso anche quello che viene dimesso.
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SCHERER, Katia Ragnini. "LA FUNZIONE DEL DIRITTO IN RELAZIONE AI RISCHI CLIMATICI." Revista Juridica 1, no. 58 (April 7, 2020): 116. http://dx.doi.org/10.21902/revistajur.2316-753x.v1i58.3826.

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Abstract:
RIASSUNTO Obbiettivo: Questo articolo consiste nell’analizzare in modo riflessivo le possibilità di studio del diritto in relazione ad una gestione dinamica della legge, il cui orizzonte è la costruzione di un futuro resiliente.Tenendo conto del contesto giuridico brasiliano, sono pertanto oggetto di riflessione tre argomenti: il primo si riferisce alla forma di giudizio, da parte del Diritto ,dei disastri climatici; il secondo riguarda il trattamento dato ai disastri climatici nel quadro giuridico brasiliano e l’ultimo tratta, invece, le possibilità di sviluppare resilienza in relazione ai primi due temi. Metodologia: Il metodo di approccio scelto come supporto alla ricerca è quello dell’analisi funzionale, inteso come metodo comparativo, in cui la sua introduzione nella realtà ha la funzione di analizzare qualcosa che già esiste attraverso altre possibili considerazioni. Quindi, in questa maniera, si può fare riferimento all’oggetto come punto di vista del problema al fine di poter osservare altre soluzioni. Pertanto, la spiegazione funzionale non è altro che l’espansione del tutto a una limitazione specifica degli equivalenti funzionali. Risultati: Considerando l’oggetto dell’analisi, i risultati puntano verso una necessaria assimilazione della denominazione ‘rischio climatico’ da parte della gestione legale delle catastrofi , oltre ad indicare la possibilità di introduzione di servizi ecositemici come strumenti legali nel Diritto i quali concretizzeranno la matrice strutturante, inaugurata dall’attuale politica pubblica brasiliana di protezione e difesa civile, che è la prevenzione. Contributi: Il principale apporto di questo studio si riferisce alla differenziazione funzionale degli strumenti giuridici già esistenti nella legislazione brasiliana al fine di garantire l'efficacia delle politiche pubbliche per la produzione e il recupero dei servizi ecosistemici, come uno dei pilastri della resilienza legale per la gestione giuridica dei rischi di catastrofi dovute a cambiamenti climatici, che sono sempre più numerosi, intensi e gravi. Parole-chiave: Rischi climatici; Gestione del diritto; Servizi ecosistemici; Resilienza; Teoria dei sistemi. RESUMO Objetivo:Este artigo consiste em analisar reflexivamente as possibilidades de observação do Direito em relação a uma gestão dinâmica pelo Direito, cujo horizonte é a construção de um futuro resiliente. Assim são objeto de reflexão três argumentos levando em conta o contexto jurídico brasileiro: o primeiro se refere à forma de observação dos desastres climáticos pelo Direito; o segundo refere-se ao tratamento dado aos desastres no marco legal brasileiro e o último investiga as possibilidades de construção de resiliência em relação aos mesmos. Metodologia: O método de abordagem escolhido para a sustentação da investigação é o da análise funcional, compreendido como um método comparativo, em que sua introdução na realidade possui a função de olhar algo que já existe com outras possibilidades de observação. Assim, por tal método, se remete o objeto a um ponto de vista do problema para observar outras soluções. Portanto, a explicação funcional não é outra coisa senão a expansão do todo para uma limitação em concreto das equivalentes funcionais. Resultados: Considerando o objeto de análise, os resultados apontam para a necessária assimilação da nova denominação “ risco climático” à gestão jurídica de desastres, assim como aponta os serviços ecossistêmicos como possibilidade de introdução no Direito de instrumentos legais que irão concretizar a matriz estruturante inaugurada pela atual política pública brasileira de proteção e defesa civil que é a prevenção. Contribuições: A principal contribuição deste estudo se refere à diferenciação funcional de instrumentos jurídicos já existentes na legislação brasileira com a finalidade de garantia da efetivação de políticas públicas de produção e recuperação de serviços ecossistêmicos, como um dos pilares de resiliência jurídica para a gestão jurídica de riscos de desastres advindos das mudanças climáticas, cada vez mais numerosos, intensos e severos. Palavras-chave: Riscos climáticos; Gestão pelo Direito; Serviços ecossistêmicos; Resiliência; Teoria dos Sistemas.
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Dissertations / Theses on the topic "Funzione peso"

1

D'Ambrosio, Roberta. "Imbedding and compactness results in some function spaces." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/192.

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Abstract:
2009 - 2010
Abstract Nello studio di vari problemi ellittici con soluzioni in spazi di Sobolev S( ) (con o senza peso) definiti su un aperto di Rn, non necessariamente limitato o regolare, spesso risulta necessario stabilire risultati di regolarit`a e stime a priori per le soluzioni di tali problemi. Questi risultati si basano molte volte sulla limitatezza e l’eventuale compattezza dell’operatore di moltiplicazione u −! g u (i) definito su uno spazio di Sobolev S( ) e a valori in uno spazio di Lebesgue Lp( ) con un opportuno p 2 [1,+1[ e dove g `e un’assegnata funzione definita in uno spazio normato V . `E necessario, quindi, ottenere una stima del tipo kg ukLp( ) c · kgkV · kukS( ) , (ii) dove la costante c 2 R+ dipende dalle propriet`a di regolarit`a di , dagli esponenti di sommabilit`a e la funzione g soddisfa opportune condizioni. Se L `e l’operatore differenziale associato al problema ellittico, stime del tipo (ii) permettono, ad esempio, di provare immediatamente la limitatezza dell’operatore, dove 1 2 Abstract g rappresenta uno dei coefficienti dell’operatore stesso. Tuttavia, altri tipi di risultati non si riescono ad ottenere direttamente per l’operatore L, a causa della natura non necessariamente regolare dei suoi coefficienti. Risulta dunque necessario introdurre una classe di operatori Lh, i cui coefficienti, pi`u regolari, approssimano i coefficienti dell’operatore L. Questa “ deviazione ” dei coefficienti di Lh da quelli di L, deve essere fatta controllando le norme dei coefficienti approssimanti con quelle dei coefficienti dati. Dunque, `e necessario ottenere stime dove la dipendenza dai coefficienti `e espressa solo in termini delle loro norme (in tal caso, per esempio, non ci sono problemi nel passaggio a limite). In altre parole, se g rappresenta un coefficiente di L e gh un coefficiente pi`u regolare della classe approssimante, `e necessario avere un “ buon controllo ” sulla differenza g − gh. L’introduzione delle decomposizioni per funzioni appartenenti ad opportuni spazi funzionali, che rappresentano l’ambiente dei coefficienti dell’operatore differenziale L, gioca un ruolo molto rilevante in questo processo di approssimazione. Nel presente lavoro, si costruiscono decomposizioni per funzioni appartenenti ad opportuni spazi funzionali, la cui introduzione `e legata alla risolubilit`a di alcuni problemi ellittici del tipo sopra menzionato. Come applicazione, si ottengono risultati di limitatezza e compattezza per un operatore di moltiplicazione definito in uno spazio di Sobolev (con o senza peso) . L’idea della decomposizione consiste nello scrivere una funzione g, appartenente ad un opportuno spazio funzionale, come somma di una funzione gh, pi`u regolare, e di una rimanente funzione g − gh, la cui norma `e controllata dal modulo di continuit`a della funzione g. Nella prima parte del lavoro si approfondisce lo studio di alcuni spazi Abstract 3 funzionali pesati, la cui introduzione `e legata alla risolubilit`a di problemi di Dirichlet per equazioni differenziali lineari del secondo ordine di tipo ellittico, in domini non regolari, con soluzioni in spazi di Sobolev con peso.Come applicazione, usando le decomposizioni per funzioni appartenenti a tali spazi funzionali pesati, si provano risultati di immersione e compattezza sull’operatore (i), definito in uno spazio di Sobolev con peso. La struttura espositiva del Capitolo 1 e del Capitolo 2 rispecchia la progressione delle considerazioni svolte. Nel Capitolo 1 si studiano alcune propriet`a e applicazioni degli spazi di Sobolev con peso. Siano un dominio di Rn, k 2 N, 1 p < +1 e il vettore peso le cui componenti sono funzioni misurabili su . Lo spazio di Sobolev con peso Wk,p( ; ) `e l’insieme delle funzioni u = u(x) definite a.e. su , le cui derivate (nel senso delle distribuzioni) @ u, di ordine | | k, sono tali che: Z |@ u(x)|p (x) dx < +1. Nel Capitolo 2, si considera una classe di funzioni peso, denotata con A( ), e si definiscono i corrispondenti spazi di Sobolev con pesoWk,p s ( ) su aperti di Rn. Precisamente, una funzione peso : ! R+ appartiene alla classe A( ) se e solo se esiste una costante 2 R+, indipendente da x and y, tale che : −1 (y) (x) (y) , 8 y 2 , 8 x 2 \ B(y, (y)), 4 Abstract Per k 2 N0, s 2 R e 1 p +1, si denota con Wk,p s ( ) lo spazio delle distribuzioni u su tali che s+| |−k @ u 2 Lp( ) per | | k, munito della seguente norma : kukWk,p s ( ) = X | | k k s+| |−k @ ukLp( ) , dove la funzione peso appartiene alla classe A( ). Nel Capitolo 2 si approfondisce, inoltre, lo studio degli spazi funzionali pesati Kr t (r 2 [1,+1[, t 2 R) e di alcuni suoi sottospazi. Sia r 2 [1,+1[ e t 2 R, si denota con Kr t ( ) la classe delle funzioni g, appartenenti a Lrl oc( ), tali che : sup t−n r (x) kgkLr( \B(x, (x))) < +1, dove la funzione peso appartiene alla classe A( ). Si prova, facilmente, che gli spazi L1 t ( ) e C1 o ( ) sono sottoinsiemi di Kr t ( ) (lo spazio L1 t ( ) `e costituito dalle funzioni g tali che t g 2 L1( )). Si possono, pertanto, definire le chiusure di L1 t ( ) e di C1 o ( ) in Kr t ( ) (denotate rispettivamente con Krt( ) e Krt ( )). Si costruiscono, inoltre, opportune decomposizioni per funzioni g 2 Krt ( ) e per funzioni g 2 Krt ( ), da cui si ottengono risultati di immersione sull’operatore di moltiplicazione (i), definito su uno spazio di Sobolev con peso Wk,p s ( ) e a valori in Lq( ) e dove il fattore moltiplicativo g appartiene ad un opportuno sottospazio di Kr t ( ). L’utilizzo delle decomposizioni in tali risultati consente di evidenziare come la parte meno regolare (g−gh) della funzione g in Krt ( ) o in Krt ( ), influenzi la stima. Infine, uno studio approfondito degli spazi Krt ( ) ha condotto all’introduzione di Abstract 5 un nuovo sottospazio di Kr t ( ), denotato con Krt ( ) . Si sono esaminate le relazione che intercorrono tra Krt ( ), Krt ( ) e Krt ( ) ed in particolare si sono individuate opportune condizioni sulla funzione peso 2 A( ) affinch`e si abbia Krt ( ) = Krt ( ). Nel Capitolo 3 si approfondisce lo studio degli spazi di tipo Morrey. Anche in questo caso, utilizzando le decomposizioni per funzioni appartenenti ad opportuni sottospazi di tipo Morrey, si ottiene un risultato di compattezza per l’operatore (i), definito su un classico spazio di Sobolev. Sia un aperto non limitato di Rn, n 2.Per p 2 [1,+1[ e 2 [0, n[, si considera lo spazio Mp, ( ) costituito dalle funzioni g in Lp loc( ) tali che: kgkp Mp, ( ) = sup 2]0,1] x2 − Z \B(x, ) |g(y)|p dy < +1, dove B(x, ) `e la sfera aperta di Rn di centro x e raggio . Lo spazio di tipo Morrey Mp, ( ) rappresenta una generalizzazione del classico spazio di Morrey Lp, e contiene strettamente lo spazio Lp, (Rn) se = Rn. La sua introduzione `e legata alla risolubilit`a di problemi di tipo ellittico con coefficienti discontinui su domini non limitati. Nella prima parte del Capitolo 3, si rivolge l’attenzione alle propriet`a di densit`a degli spazi di tipo Morrey. Si forniscono, infatti, utili lemmi di caratterizzazione per funzioni appartenenti alle chiusure di L1( ) e C1 o ( ) in Mp, ( ) ( denotate rispettivamente con fMp, ( ) e Mp, 0 ( )). Utilizzando tali lemmi di caratterizzazione, si costruiscono decomposizioni per funzioni in fMp, ( ) e in Mp, 0 ( ) che consentono di provare un 6 Abstract risultato di compattezza sul seguente operatore di moltiplicazione u 2 Wk,p( ) ! g u 2 Lq( ) con q 2 [p,+1[ e g appartenente ad un opportuno sottospazio di Mp, ( ). Infine, un’attenta disamina degli spazi Mp, ( ) e dei suoi sottospazi conduce all’introduzione di un nuovo spazio funzionale pesato di tipo Morrey Mp, ( ), dove il peso appartiene ad una classe di funzioni peso, denotata con G( ). Precisamente, fissato d 2 R+, una funzione peso : ! R+ appartiene alla classe G( , d) se e solo se esiste una costante 2 R+, indipendente da x and y, tale che −1 (y) (x) (y) , 8 y 2 , 8 x 2 (y, d). Si pone G( ) = [ d>0 G( , d). Siano 2 G( ) \ L1( ) e d un numero reale positivo tale che 2 G( , d). Fissato un sottoinsieme misurabile secondo Lebesgue E di , per p 2 [1,+1[ e 2 [0, n[ si denota con Mp, ( ) lo spazio delle funzioni g 2 Mp, ( ) tali che lim h!+1 sup E2 ( ) sup x2 2]0,d] − (x)|E(x, )| 1h kg EkMp, ( ) = 0, Abstract 7 Un’attenta analisi delle relazioni che intercorrono tra Mp, ( ), fMp, ( ) e Mp, 0 ( ), ha consentito di provare le seguenti inclusioni Mp, 0 ( ) Mp, ( ) fMp, ( ) . In particolare si sono individuate opportune condizioni sulla funzione peso affich`e si abbia Mp, 0 ( ) = Mp, ( ). Si precisa che i risultati ottenuti nel Capitolo 2 possono trovare applicazione nello studio di problemi al contorno per equazioni ellittiche su domini non regolari (ad esempio, domini con frontiera singolare), con soluzioni in spazi di Sobolev pesati Wk,p s , per provare che gli operatori differenziali associati al corrispondente problema ellittico (i cui coefficienti di ordine inferiore appartengono ad opportuni spazi Kr t ) hanno rango chiuso o sono semi-fredholmiani. I risultati contenuti nel Capitolo 3, invece, possono essere utili, per esempio, nello studio di problemi di Dirichlet per equazioni ellittiche su domini non limitati (la cui frontiera `e sufficientemente regolare), con soluzioni in classici spazi di Sobolev, per stabilire stime a priori sul corrispondente operatore differenziale associato al problema ellittico, i cui coefficienti di ordine inferiore appartengono a spazi di tipo Morrey Mp, . Si precisa, inoltre, che gli spazi Krt ( ) e Mp, ( ) possono essere utilizzati nello studio di alcuni problemi al contorno per equazioni di tipo ellittico con coefficienti discontinui appartenenti a tali spazi. [a cura dell'autore]
IX n.s.
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Arcuti, Donato. "Studio delle prestazioni e calcolo della potenza in funzione del peso di un elicottero a pilotaggio remoto." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14029/.

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Abstract:
Il seguente elaborato è volto allo studio delle prestazioni e al calcolo della potenza in funzione del peso di un elicottero a pilotaggio remoto. Mediante molteplici prove di volo, effettuate con due tipologie diverse di pale, sono stati acquisiti dati e successivamente elaborati per ottenere una stima della potenza assorbita dall'elicottero. Da tale potenza assorbita è stato possibile calcolare la figura di merito dell'elicottero per poi giungere alla stima dell'autonomia oraria.
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Fabbri, Alessandro. "Reti neurali in ambito finanziario." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19593/.

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Abstract:
In particolare in questo lavoro cercherò di analizzare l’utilizzo di reti neurali in ambito economico-finanziario in quanto alcuni dei temi che si riscontrano in economia ben si prestano ad un’analisi attraverso le reti neurali. In particolare nel primo capitolo di questo elaborato descriverò le origini delle reti neurali e alcuni criteri attraverso i quali oggi si classificano le reti stesse. Nel secondo capitolo mi occuperò invece di approfondire quali sono i passaggi da seguire al fine di costruire una rete neurale concentrandomi sulla risoluzione di problemi legati all’ambito economico-finanziario. Infine, nell’ultimo capitolo, mi dedicherò all’analisi di due articoli nei quali vengono confrontati i risultati ottenuti tramite l’utilizzo di diversi tipi di reti neurali accennando anche ad approcci diversi attraverso algoritmi di machine learning.
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Sacchi, Giulia. "La base di Bernstein in spazi polinomiali generalizzati." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7924/.

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Abstract:
Nella tesi si illustra il passaggio dagli spazi polinomiali agli spazi polinomiali generalizzati, gli spazi di Chebyshev estesi (spazi EC), e viene dato un metodo per costruirli a partire da opportuni sistemi di funzioni dette funzioni peso. Successivamente si tratta il problema dell'esistenza di un analogo della base di Bernstein negli spazi EC: si presenta, in analogia ad una particolare costruzione nel caso polinomiale, una dimostrazione costruttiva dell'esistenza di tale base. Infine viene studiato il problema delle lunghezze critiche di uno spazio EC: si tratta di determinare l'ampiezza dell'intervallo oltre la quale lo spazio considerato perde le proprietà di uno spazio EC, o non possiede più una base di Bernstein generalizzata; l'approccio adottato è di tipo sperimentale: nella tesi sono presentati i risultati ottenuti attraverso algoritmi di ricerca che analizzano le proprietà delle funzioni di transizione e ne traggono informazioni sullo spazio di studio.
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Books on the topic "Funzione peso"

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Tilli, Giulia. Digiuno Intermittente: Guida Funzionale per Perdere Peso, Tonificare il Tuo Corpo e Beneficiare Dal Digiuno Intermittente in 21 Giorni. Ricette e Piano Alimentare Completo per Ogni Età. Independently Published, 2021.

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Book chapters on the topic "Funzione peso"

1

Balboni, Paolo E. "13 • Modelli di formazione dei docenti." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/013.

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Abstract:
La funzione dell’insegnante è cambiata nel tempo: come fonte di lingua corretta è stato sostituito dai sussidi e dalle fonti multimediali, ha perso il ruolo di ipse dixit, è un giudice ma non è più monocratico e incontestabile: è diventato il regista di quello che Bruner chiama Language Acquisition Support System, non una persona ma un sistema complesso: manuali, supporti multimediali, scambi internazionali, esperienze tandem ecc. Ho contribuito a diffondere questa visione del docente, impegnandomi come formatore dell’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Lingue Straniere, ma soprattutto, nel 2020-21, a seguito della pandemia, proponendo di capovolgere la formazione, cioè arrivare al flipped training dei docenti di educazione linguistica.
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