Journal articles on the topic 'Funzione Cognitiva'

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1

Ferrua, Paolo. "Il modello costituzionale del pubblico ministero e la curiosa proposta del processo breve." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 1 (March 2010): 22–35. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-001003.

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Abstract:
1. Il pubblico ministero: avvocato dell'accusa e difensore della legalitŕ2. Accusa e difesa davanti alla funzione cognitiva del processo: l'irriducibile asimmetria3. Funzioni e status del pubblico ministero: le critiche al vigente sistema4. I rimedi proposti5. Il "processo breve": dalla giustizia ritardata alla giustizia denegata6. Le scelte del disegno di legge Alfano: la ricerca della notizia di reato e i rapporti tra pubblico ministero e polizia giudiziaria7. La separazione delle carriere: una scelta ingiustificata.
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2

Lazarus, J. H., J. P. Bestwick, S. Channon, R. Paradice, A. Maina, R. Rees, E. Chiusano, et al. "Screening tiroideo prenatale e funzione cognitiva nell’infanzia." L'Endocrinologo 13, no. 2 (April 2012): 94–95. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344898.

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3

Aversa, A. "Ormoni sessuali endogeni e funzione cognitiva nelle donne anziane." L'Endocrinologo 17, no. 2 (April 2016): 119–20. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-016-0183-0.

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4

Valentini, Antonio. "Tragedia attica e filosofia. Osservazioni sulla funzione cognitiva dell’arte tragica." Rivista di estetica, no. 73 (April 1, 2020): 136–51. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.6823.

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5

Henrichs, J., J. J. Bongers-Schokking, J. J. Schenk, A. Ghassabian, H. G. Schmidt, T. J. Visser, H. Hooijkaas, et al. "Funzione tiroidea materna nella prima fase della gravidanza e funzioni cognitiva nella prima infanzia: lo studio “Generazione R”." L'Endocrinologo 11, no. 4 (August 2010): 187–88. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344737.

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6

Forabosco, Giovannantonio. "Psicologia dell'umorismo. Un excursus." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 289–302. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11641.

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Abstract:
L'attenzione della psicologia per l'umorismo si è andata intensificando a partire dagli anni '70. Da oggetto di ricerca occasionale e periferico ha acquistato una sensibile rilevanza documentata da pubblicazioni e convegni di numero e  qualità crescente.L'umorismo può essere utilmente inquadrato come un fenomeno processuale in cui a uno stimolo viene data una reazione di divertimento in funzione delle caratteristiche dello stimolo e delle variabili di personalità intervenienti. Gran parte dell'approccio psicologico mira ad analizzare e descrivere i termini di questo processo e le loro interazioni. L'umorismo si presenta come un'entità multidimensionale, in cui un ruolo chiave è svolto dalla dimensione cognitiva, insieme a quella dinamica e a quella relazionale. In questa prospettiva vengono anche riposizionate le cosidette "teorie tradizionali", tra cui quelle dell'incongruità, del sollievo e della superiorità. Vengono inoltre delineati alcuni tra gli aspetti di cui l'indagine psicologica si è occupata, come il "senso dell'umorismo" e le funzioni dell'umorismo.
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7

Fortunato, S., F. Forli, V. Guglielmi, E. De Corso, G. Paludetti, S. Berrettini, and A. R. FetonI. "Ipoacusia e declino cognitivo: revisione della letteratura." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 3 (May 2016): 155–66. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-993.

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Abstract:
La perdita dell’udito legata all’età o presbiacusia è un deficit correlato al processo irreversibile di invecchiamento che riconosce una patogenesi multifattoriale. Crescenti osservazioni hanno collegato la presbiacusia a una rapida progressione del declino cognitivo e incidentalmente con la demenza. Molti aspetti della vita quotidiana degli anziani sono stati collegati alle loro capacità uditive, mostrando che la perdita uditiva incide sulla qualità della vita, i rapporti sociali, le capacità motorie, gli aspetti psicologici, la funzione e la morfologia di specifiche aree cerebrali. Studi epidemiologici e clinici confermano l’ipotesi di un legame tra queste condizioni e questo lavoro ha lo scopo di fare il punto sui meccanismi patogenetici che sostengono tale associazione. Lo sforzo di un lavoro congiunto tra otorinolaringoiatri, audiologi, neurologi e cognitivisti è quello di chiarire gli aspetti comuni, le possibilità di diagnosi e di intervento precoce al fine di ridurre gli effetti dell’uno sull’altro di questi processi degenerativi. Le osservazioni sperimentali e cliniche si concentrano su differenti aspetti: in primo luogo la deprivazione uditiva per lungo tempo può avere un impatto negativo sulle prestazioni cognitive diminuendo la qualità della comunicazione che porta all’isolamento sociale e la depressione e quindi facilitare la demenza. Al contrario, le capacità cognitive limitate possono ridurre le risorse cognitive disponibili per la percezione uditiva, aumentando così gli effetti della perdita dell’udito. Inoltre, questa associazione può rappresentare la conseguenza di una ‘causa comune’ nella patogenesi del deficit uditivo e del sistema nervoso centrale. Infatti, molti dei fattori eziopatogenetici sono comuni, quali le cause microvascolari della malattia (es. diabete, aterosclerosi, ipertensione). La sfida di questi anni è quella di aumentare le conoscenze sui rapporti tra invecchiamento cerebrale e cognitivo ed ipoacusia, grazie anche ai progressi del neuroimaging. Sorprendentemente pochi dati sono stati pubblicati sull’utilità delle protesi acustiche nel cambiare la storia naturale di declino cognitivo. La protesizzazione e gli impianti cocleari possono migliorare le attività sociali e la sfera emotiva, la comunicazione e quindi più in generale la funzione cognitiva, con un globale impatto positivo sulla qualità della vita. Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire le informazioni attualmente disponibili in letteratura su rapporto tra declino cognitivo e deficit uditivo nell’anziano, fornendo nuovi spunti di ricerca per il futuro.
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Varchetta, Giuseppe. "Giustizia e "Passaggio a Nord Ovest"." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 36 (February 2022): 78–93. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036008.

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Abstract:
Nella contemporanea società del rischio le pratiche della Giustizia, bloccate ancora perlopiù su istanze "liberali e conservatrice", sembrano impermeabili ad una riflessione su ipotesi di un accostarsi a istanze di una "giustizia riparativa". Per favorire questo transito il riconoscimento della funzione cognitiva e comunicativa delle emozioni è essenziale e in questa direzione l'ibridazione delle norme del diritto positivo con le soggettualità della letteratura, può essere una prospettiva feconda. Sullo sfondo le voci e il pensiero di Hume, Smith e Whitman e le ipotesi della psicosocioanalisi come aiuto a reggere il trauma del confronto con vertici disciplinari diversi, sono un non rinunciabile quadro di riferimento.
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9

Stella, Aldo, John L. Dennis, and Chiara Nucci. "La spiegazione psico-logica di un comportamento: riflessioni su un possibile modello." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2012): 479–503. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-004001.

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Abstract:
La ricerca si incentra sulla spiegazione delle azioni e dei comportamenti e si propone l'obiettivo di confrontare la spiegazione meccanicista, da molti considerata l'unica spiegazione scientifica, con la spiegazione ermeneutica, che comprende anche la spiegazione intenzionale, fondantesi su ragioni, piuttosto che su cause. Se il sillogismo pratico esplicita la ragione, che sta alla base di un'azione e che e indicata nelle premesse, allora il pensiero esprime il suo potere causale in ordine al configurarsi dei comportamenti. Si viene cosi a delineare una spiegazione che, poiche rende manifeste inferenze, presenta il rigore della logica e si esprime nella forma di sillogismi condizionali. Tuttavia, poiche ha a che fare con ragioni e significati, che giustificano le azioni intenzionali, non si riduce alla semplice spiegazione meccanicista. Quando compaiono i significati, i processi di elaborazione cessano di essere solo automatici ed entra in gioco la soggettivita. La dimensione formale e sintattica viene integrata dalla dimensione semantica e la funzione cognitiva diventa funzione ermeneutica, che e frutto del pensiero cosciente e si esprime mediante la lingua naturale. Quest'ultima, nel suo valere come meta-linguaggio, consente di formulare la spiegazione come un discorso, il quale, adeguatamente rigorizzato, configura la "spiegazione psico-logica", che emerge oltre le spiegazioni meccaniciste e fisicaliste, pur conservandone la scientificita
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Egidi, Rosaria. "Dossier - La forma del Tractatus. Presentazione." PARADIGMI, no. 3 (December 2012): 139–42. http://dx.doi.org/10.3280/para2012-003008.

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Abstract:
L'albero decimale delle proposizioni disegna una precisa mappa cognitiva del Tractatus. Se la si legge per piani successivi di approfondimento, risulta piů chiara anche la controversa sezione sull'Io come limite di linguaggio e mondo, con cui culmina l'analisi della "funzione di veritŕ" (linea espositiva 5.1-5.6). Le modalitŕ per cui "la logica riempie il mondo" conducono a un'originale assimilazione di solipsismo e realismo (sviluppo 5.61-5.64); l'irriducibilitŕ del soggetto all'io empirico porta a respingere anche l'idea di un io trascendentale, ed anzi, di ogni a priori extra-logico (5.631-5.634); la metafora del campo visivo denuncia l'ingenuitŕ di attribuirgli una forma in qualche modo allusiva, a imbuto (5.6331). Si mostra infine come persino lo schizzo disegnato da Wittgenstein sia stato falsamente interpretato e riprodotto, e comporti di per sé una radicale revisione dell'esegesi tradizionale.
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Basso, G., M. L. Gorno-Tempini, G. Calandra-Buonaura, M. Serafini, G. Pagnoni, L. Mavilla, C. A. Porro, P. Baraldi, and P. F. Nichelli. "Localizzazione cerebrale funzionale delle aree del linguaggio per mezzo di un compito di decisione lessicale." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 1 (February 2000): 139–47. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300125.

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Abstract:
La metodica di risonanza magnetica funzionale (fMRI) permette di esplorare le funzioni cognitive in vivo sull'uomo in modo non invasivo. In questo studio presentiamo i primi risultati di un progetto volto alla localizzazione delle aree cerebrali del linguaggio a scopo clinico per la valutazione prechirurgica e per il controllo riabilitativo di pazienti cerebrolesi. Sono stati studiati 10 soggetti sani destrimani e un paziente cerebroleso sinistro. È stata valutata la differenza di segnale di risonanza registrato con sequenza ecoplanare gradient-echo sensibile al segnale T2* comparando volumi cerebrali acquisiti in blocchi di 30 secondi. I soggetti eseguivano alternativamente un compito di decisione lessicale o un compito di decisione grafemica. I risultati dei dati ottenuti dai pazienti di controllo indicano una elevata sensibilità del test mettendo in evidenza tutte le aree note coinvolte nelle funzione linguistiche. L'analisi dei dati ottenuti dal paziente cerebroleso suggeriscono che il protocollo di studio descritto può essere applicato con successo allo studio delle funzioni linguistiche anche in presenza di danno cerebrale.
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Giannichedda, Enrico. "Costruire storie e raccontare produzioni." Ex Novo: Journal of Archaeology 5 (May 24, 2021): 119–43. http://dx.doi.org/10.32028/exnovo.v5i.416.

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Abstract:
Prendendo le mosse dalle recenti acquisizioni dell’archeologia cognitiva, Michele Cometa, uno specialista di storia e teoria della letteratura, affronta in un corposo volume una questione fondamentale: la relazione fra produzione di utensili (i cicli produttivi), evoluzione del linguaggio, sviluppo di capacità narrative finalizzate a raccontare ‘storie’ utili. Una questione che, a mio avviso, non può riguardare soltanto gli specialisti della preistoria antica e dei processi di ominazione, perché ha molto a che vedere, in qualsiasi contesto preindustriale e prescientifico, con la trasmissione dei saperi tecnici (e, difatti, Cometa rinvia alle opere di A. Leroi-Gourhan), l’archeologia della produzione, la capacità di leggere in un manufatto la commistione di ‘funzione’ e ‘bellezza’ (o stile). Scopo del presente lavoro, oltre ad invitare a riflettere sulle tesi di Cometa a partire ovviamente dal libro, vi è ribadire, indipendentemente dai termini utilizzati e dalle partizioni disciplinari, l’utilità di studi archeologici in cui si fa storia della cultura materiale tenendo insieme la ricostruzione dei comportamenti (tecnici) e quella dei significati (sociali) anche grazie allo studio delle scelte ‘narrative’ adottate dagli antichi.
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Ianì, Francesco. "Il corpo nella psicologia cognitiva." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2022): 157–72. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-001012.

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Abstract:
Per definizione, la psicologia cognitiva sembra occuparsi di tutto ciò che non ha a che fare con il corpo: processi cognitivi, rappresentazioni mentali, tracce mnestiche etc. Nel presente articolo, l'autore cerca di evidenziare come invece, al-meno nelle ultime due decadi, il corpo sia entrato prepotentemente al centro del dibattito di tutte quelle discipline che ruotano attorno alla scienza cognitiva. La nascita della cosiddetta Embodied Cognition (EC) ha rappresentato per certi aspetti una piccola rivoluzione che ha mutato in modo radicale, quanto meno all'interno di specifici domini, il modo di intendere la mente. Pur in un'ottica critica, l'autore mira ad evidenziare come uno dei più grandi meriti dell'EC consista nell'aver minato alle fondamenta alcuni assunti insiti nella psicologia cognitiva, quali la netta distinzione tra conoscenza procedurale e dichiarativa, tra percezione e azione, e quella più generale tra l'ambiente percepito e le strutture cognitive at-traverso il quale esso viene rappresentato. L'autore mira a evidenziare come l'EC abbia quindi permesso di evidenziare l'estrema flessibilità, epistemologica e operativa, delle funzioni cognitive e la loro dipendenza dall'azione e dal corpo, distin-guendosi così da diverse teorizzazioni precedenti in cui il primato del ruolo del lin-guaggio non era mai stato messo in discussione.
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Minino, Roberta. "The role of Executive Functions in people with Autism Spectrum Disorder." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 3 (December 31, 2022): 260–66. http://dx.doi.org/10.36253/form-13634.

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Abstract:
Executive functions involve a set of complex cognitive abilities that have the task of programming and controlling other cognitive functions and modifying them according to circumstances in order to achieve a goal. They thus regulate cognitive processes, behaviour, and the management of emotions. It is now known that all mechanisms managed by executive functions are affected in numerous neurodevelopmental disorders, including Autism Spectrum Disorder. In fact, it presents a variable symptomatology, affecting various cognitive, behavioural, motor and sensory aspects. The aim of this work was to delve into the subject of executive functions, and above all to analyse and explain the close link between executive functions and Autism Spectrum Disorder. Based on previous studies, this work shows a clear link between them. In particular, it appears that Autism Spectrum Disorder presents moderate deficits in all sub-domains of Executive Functions, and in particular visuospatial and inhibition-related Working Memory, and interference control. However, the literature still shows conflicting results, and further studies are needed to thoroughly evaluate the different subdomains of Executive Functions and the different forms of Autism Spectrum Disorder. Il ruolo delle Funzioni Esecutive in persone con Disturbo dello Spettro Autistico Le funzioni esecutive riguardano un insieme di abilità cognitive complesse il cui compito è quello di programmare e controllare altre funzioni cognitive e modificarle in base alle circostanze, al fine di raggiungere uno scopo. Esse regolano i processi cognitivi, il comportamento, e la gestione delle emozioni. È ormai noto che i meccanismi gestiti dalle funzioni esecutive, sono coinvolte nei disturbi del Neurosviluppo, tra cui il Disturbo dello Spettro Autistico. Infatti esso presenta una sintomatologia che riguarda diversi aspetti cognitivi, comportamentali, motori e sensoriali. L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di approfondire l'argomento delle funzioni esecutive, e soprattutto quello di analizzare lo stretto legame che intercorre tra Funzioni Esecutive e Disturbo dello Spettro Autistico. Sulla base di studi precedenti, questo lavora evidenza un chiaro legame tra di essi. In particolare, il Disturbo dello Spettro Autistico presenta dei deficit moderati in tutti i sottodomini delle Funzioni Esecutive, ed in particolare della Memoria di Lavoro Visuo-Spaziale e quella legata al Controllo delle Interferenze. Tuttavia la letteratura mostra ancora risultati contrastanti, e necessita di ulteriori approfondimenti che vadano ad indagare i diversi sottodomini delle funzioni esecutive e le diverse forme di Disturbo dello Spettro Autistico.
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Calsolaro, Valeria, Alessia Maria Calabrese, Sara Rogani, Filippo Niccolai, Nadia Caraccio, and Fabio Monzani. "Funzione endocrina e decadimento cognitivo." L'Endocrinologo 22, no. 6 (October 22, 2021): 503–8. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00975-5.

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Duca, S., G. L. Lobello, L. Melossi, S. Angeli, and A. Bacci. "Correlazioni RM-clinico-elettroencefalografiche nei postumi di coma postraumatico." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 3 (June 1995): 429–35. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800309.

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Abstract:
In una popolazione di 34 pazienti con trauma cranico chiuso e periodo di coma di durata variabile tra 1 e 236 giorni, sono state compiute valutazioni comparative tra il quadro neurologico, EEGrafico e RM. Si riscontra una stretta relazione tra la gravità del quadro clinico, neurofisiologico e RM con la durata del coma; in particolare si rileva una corrispondenza tra le lesioni del tronco e l'idrocefalo con la gravità della sintomatologia neurologica. Si osserva un'incongruenza nella relazione dei «reperti normali», che rappresentano il 32% nella valutazione clinica neurologica e il 44% degli esami EEG, ma che non sono presenti nell'indagine RM. Si ipotizza che tale incongruenza dipenda dalla tuttora incerta relazione tra struttura anatomica e funzione neurologica, e può essere spiegata sia considerando i danni della sfera neuropsicologica e cognitiva che l'effetto di copertura esercitato dalla terapia anticomiziale sul quadro elettrofisiologico. Nerve injuries following head trauma constitute a dynamic process in which primary lesions are accompanied by secondary changes which many continue to evolve for years. This study aimed to establish a correlation between lesions detected by MR and the clinical and electrophysiological findings (duration of coma, neurological damage and EEG) for the purposes of prognostic and forensic assessment. The series comprises 34 patients in coma for periods ranging from 1 to 236 days following closed head injury who did not undergo neurosurgery. The patients were divided into 2 groups according to coma duration. A comparative assessment of neurological, EEG and MR findings was made in all cases. Clinical assessment was confined to motor injury as it was easiest to quantify as tetraparesis and tetraplegia, hemiparesis and hemiplegia. EEG assessment was based on focal or diffuse electrical changes, while MR findings included isolated and associated mono and bilateral focal lesions to the cortex and white matter, lesions to the brainstel and corpus callosum as a sign of primary brain injury and diffuse cortical atrophy and hydrocephalus as secondary damage.
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Iaco, Moira De. "IL RUOLO COGNITIVO DEI GESTI NELL'EDUCAZIONE LINGUISTICA." Trabalhos em Linguística Aplicada 59, no. 2 (August 2020): 1397–408. http://dx.doi.org/10.1590/010318137434211520200628.

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Abstract:
RIEPILOGO Questo contributo intende fornire argomenti utili per comprendere l'efficacia cognitiva dei gesti nella didattica delle lingue. Muovendo dall'influenza dei gesti su processi cognitivi quali i processi attentivi, la memoria, il problem solving e il ragionamento, si giungerà a mostrare le funzioni che i gesti possono svolgere nell'educazione linguistica. Il fine è quello di evidenziare l'esigenza per i docenti L2 di diventare sempre più consapevoli dell'uso strategico dei gesti nella didattica.
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Bassi, Maria Teresa, Maria Clara Bonaglia, Erika Tenderini, and Claudio Zucca. "Sindromi epilettiche e disabilitŕ intellettiva: il contributo della genetica." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 123–37. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03008.

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Abstract:
Gli Autori analizzano il rapporto tra alterazioni genetiche riscontrate in alcuni tipi di epilessia e i deficit cognitivi e di apprendimento, giungendo alla conclusione che l'interazione tra alcuni meccanismi molecolari geneticamente determinati e i fattori ambientali puň spiegare la fisiopatologia di alterazioni dello sviluppo del Sistema Nervoso Centrale in etŕ infantile responsabili di forme di epilessia associate a compromissione delle funzioni cognitive.
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Cafari, Maurizio, Giovanna Castaldo, Anna Opera, Michele Procacci, Giampiero Russo, and Maurizio Sabia. "Trattamento cognitivo a orientamento metacognitivo di un paziente schizofrenico: possibile efficacia sulle funzioni cognitive." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 36 (October 2015): 117–32. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2015-036009.

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Castelli Gattinara, Paola, and Rita Russo. "La resilienza nella psicoterapia cognitiva." PSICOBIETTIVO, no. 3 (February 2013): 17–31. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-003002.

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Abstract:
Il concetto di resilienza indica la capacitŕ delle persone di far fronte agli eventi stressanti e traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltŕ. In un processo terapeutico ad orientamento cognitivo-evoluzionista, che sottolinea la matrice relazionale dello sviluppo delle funzioni cognitive, la resilienza puň essere appresa sviluppando l'autostima, l'autoefficacia, la capacitŕ di affrontare e risolvere i problemi e produrre adeguati cambiamenti, in un contesto di sicurezza rappresentato da una solida alleanza terapeutica.
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Trotta, Domenico. "Funzione erettiva, concezione e sessualitŕ di coppia." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 88–91. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002018.

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Abstract:
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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DONINI, PIERLUIGI. "IL PIACERE COGNITIVO E LA FUNZIONE DELLA TRAGEDIA IN ARISTOTELE." Méthexis 25, no. 1 (March 30, 2012): 109–30. http://dx.doi.org/10.1163/24680974-90000599.

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Abstract:
The essay provides a critical assessment of the objections raised, especially by P. Destrée, against the cognitivistic interpretation of the pleasure of tragedy. It is pointed out that in the Poetics, chapter 4, it is unsound to distinguish between the pleasure of artistic imitation and the child’s pleasure for learning through imitation or the pleasure of the philosopher engaged in theoria. Moreover, the reference to children and philosophers proves that it is uncorrect to distinguish in the verb manthanein between the meaning “to understand” and “to learn” and to say that the latter does not fit the example of painting. Consequently, this example cannot mean that contemplating the picture has as its only out-come a trivial recognition of the identity of the real object and the painted subject-matter. Actually, the tragedy’s audience sees in the plot a case which is exemplary (because it is universal) for particular actions and states of affair already known; and of these situations the audience understands and learns the causes with pleasure. Also the position of chapter 4 in the opening section of the book (chapters 1-5), which is entirely devoted to a general treatment of mimesis, confirms that all is said there of the pleasure must be a general premise for the treatment of all particular kind of pleasure recorded in the book: consequently, for the treatment of tragic pleasure in chapter 14 as well.
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Palaia, Roberto. "Corpo e funzioni cognitive in Leibniz. Enrico Pasini." Isis 89, no. 4 (December 1998): 724–25. http://dx.doi.org/10.1086/384183.

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Glucksman, Myron L. "Il "Progetto" di Freud: la connessione mente-cervello rivisitata." SETTING, no. 44 (March 2021): 5–30. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044001.

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Abstract:
Il testo di Freud Progetto per una psicologia scientifica (1895) riflette il suo ten-tativo di spiegare i fenomeni psichici in termini neurobiologici, motivato dalla scoperta del neurone avvenuta da poco. La sua ipotesi fondamentale era che i neuroni fossero veicoli per la conduzione di "correnti" o "eccitazioni" e che fossero connessi tra loro. Utilizzando questo modello, Freud ha tentato di descrivere una serie di fenomeni mentali, tra cui coscienza, percezione, affetti, Sé, processi cognitivi, sogno, memoria e formazione del sintomo. Tuttavia, non fu in grado di completare l'esplorazione di tali processi mentali in quanto, all'epoca, mancavano le informazioni e la tecnologia necessarie che sarebbero diventate disponibili nel secolo successivo. Infatti, tecniche quali la risonanza magnetica funzionale (fMRI), la tomografia ad emissione di positroni (PET), l'elettroencefalogramma (EEG), nonché scoperte quali le sinapsi, le reti neurali, i fattori genetici, i neurotrasmettitori e i circuiti discreti del cervello avrebbero facilitato una significativa espansione delle conoscenze sui fenomeni mente-cervello. Tutto questo materiale scientifico ha portato allo sviluppo di efficaci trattamenti farmacologici per la schizofrenia, i disturbi dell'umore e l'ansia. Non solo, ora posso-no essere misurate le variazioni della funzionalità del cervello che riflettono il buon esito dei trattamenti farmacologici e psicoterapeutici. Nonostante questi progressi, la comprensione del rapporto tra le funzioni di mente e cervello rimane limitata. Oltre un secolo dopo la pubblicazione del Progetto non è ancora completamente compresa la neurobiologia sottostante i fenomeni della coscienza, dell'inconscio, delle sensazioni, dei pensieri e della memoria. Possiamo aspettarci di arrivare ad un'integrazione più completa della mente e del suo substrato neurobiologico tra un secolo? Lo scopo di questo articolo è quello di aggiornare la nostra conoscenza della neurobiologia associata alle specifiche funzioni mentali che Freud esaminò nel Progetto, nonché di porre domande riguardanti i fenomeni mente-cervello che si spera troveranno risposte in futuro.
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Ortelli, Valentina. "Il caso di Viola "insolente e sbruffoncella": un percorso psicoterapeutico multimodale tra lavoro con la bambina e intervento sulla genitorialità." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 135–56. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10165.

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Abstract:
Il caso clinico presentato è quello di Viola, una bambina di 7 anni con difficoltà comportamentali. Sebbene le manifestazioni non siano severe, non soddisfano, infatti, la diagnosi di disturbo oppositivo-provocatorio, interferiscono sul clima familiare e compromettono il funzionamento scolastico. Vi è un secondo aspetto, inizialmente non esplicitato dai genitori in chiave patologica, che riguarda l'enuresi notturna; tale problematica limita le possibilità di esplorazione del mondo extra-familiare ed è proprio quando emerge la possibilità di fare esperienze con i coetanei, che diventa necessario inserirla tra gli obiettivi terapeutici. In ottica cognitivo-evolutiva e costruttivista, in fase di valutazione è prioritario comprendere il significato interno del sintomo e svelarne la funzione relazionale. Nel caso di Viola è emerso come i comportamenti provocatori fossero il tentativo di controllare in maniera coercitiva gli adulti di riferimento e l'enuresi può essere visto come il sintomo per assicurarsi la prossimità del genitore. Il lavoro clinico è stato favorito da un'ottima collaborazione da parte della coppia genitoriale e buona parte della terapia si è focalizzata su di loro. Grazie alla ricostruzione degli ABC comportamentali in seduta e alla graduale aggiunta di sfumature cognitive ed emotive, i genitori hanno potuto cogliere la funzione relazionale del sintomo e avvicinarsi al mondo emotivo della figlia. L'intervento con la bambina, svolto in parallelo, è stato indirizzato ad una migliore gestione delle proprie emozioni e un lavoro di mentalizzazione in terza persona, finalizzato ad una crescente consapevolezza degli stati mentali altrui.
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Guaita, Antonio. "Funzioni cognitive e demenza: stili di vita e invecchiamento attivo." SALUTE E SOCIETÀ, no. 1 (October 2015): 55–69. http://dx.doi.org/10.3280/ses2016-001005.

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Rago, Sabrina, Valentina Rita Andolfi, Alessandro Antonietti, Giuseppe Iannoccari, Nicoletta Porcu, and Chiara Valenti. "Potenziare la flessibilità cognitiva in età anziana: gli effetti di un training." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 691–712. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002011.

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Abstract:
L'aumento delle prospettive di vita invita a una riflessione sul tema dell'invecchiamento evidenziando l'importanza della presa in carico dell'anziano per promuoverne il benessere. In tale contesto la flessibilità cognitiva assume un ruolo fondamentale per i numerosi benefici che produce negli an-ziani. In questa prospettiva è stato condotto uno studio per verificare l'efficacia del training "Flexi-train - Programma di potenziamento della flessibilità cognitiva nell'invecchiamento", rivolto ad anziani sani, confrontando un gruppo sperimentale sottoposto all'intervento di potenziamento con un gruppo di controllo. I risultati mostrano che nel post-test i soggetti del gruppo sperimentale hanno ottenuto punteggi maggiori di flessibilità cognitiva rispetto al gruppo di controllo. Inoltre emerge una maggiore capacità riflessiva e una consapevolezza critica più eleva-ta nel primo gruppo rispetto al secondo. Il training appare essere uno strumento adeguato per sviluppare nell'anziano strategie cognitive e riflessioni sul funzio-namento mentale utili all'adattamento nella vita quotidiana.
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Romanelli, Donatella. "Quadri clinici di interesse oculistico correlati alla disabilitŕ." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 101–6. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003017.

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Abstract:
L'ipovisione nel contesto di disabilitŕ cognitiva o di pluriminorazione, che rappresenta un serio ostacolo al recupero e alla realizzazione delle potenzialitŕ del bambino, si osserva frequentemente nei casi di paralisi cerebrale infantile e di ritardo mentale. Le cause piů frequenti di ipovisione in questa tipologia di soggetti sono la leucomalacia periventricolare, la retinopatia del pretermine, l'atrofia ottica, la cataratta congenita nelle patologie cromosomiche o sistemiche, le distrofie retiniche ereditarie, le maculopatie. I trattamenti riabilitativi sono, in questi casi, particolarmente complessi perché richiedono sia interventi di natura propriamente visiva sia apporti destinati ad evitare che il deficit visivo impedisca la maturazione di altre funzioni, con particolare riguardo a quelle cognitive. Occorre quindi una stretta e costante collaborazione tra le strutture sanitarie che si occupano degli esami specialistici e degli eventuali interventi chirurgici, i servizi di riabilitazione e l'équipe che redige e controlla il progetto riabilitativo.
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Bartolomeo, Paolo. "Agostino Gemelli e il problema della localizzazione cerebrale delle funzioni cognitive." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2014): 429–36. http://dx.doi.org/10.3280/rip2013-004007.

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Ladavas, Elisabetta, Roberto Nicoletti, and Carlo Umiltà. "L'inizio e lo sviluppo della neuropsicologia sperimentale e della neuropsicologia clinica all'Università di." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 85–100. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12599.

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Abstract:
Il contributo narra di come la psicologia moderna, che in larga misura consiste nell'indagare i processi cognitivi e le loro basi neurali, abbia avuto inizio nell'Università di Bologna nella seconda metà degli anni '60 del secolo scorso, grazie all'impulso del prof. Renzo Canestrari. In quegli anni gli interessi scientifici del prof. Canestrari erano orientati verso la psicologia clinica e, in un approccio sperimentale, verso un'indagine della percezione visiva di tradizione gestaltista. Tuttavia egli dimostrò sufficiente apertura mentale da favorire lo sviluppo della ricerca in campi molto diversi e molto lontani da un'impostazione gestaltista. In particolare, il capitolo racconta come il prof. Canestrari abbia favorito ricerche, allora all'avanguardia a livello internazionale, sui processi cognitivi e sulla specializzazione funzionale degli emisferi cerebrali per mezzo della registrazione dei tempi di reazione. Inoltre egli dette impulso a ricerche sui deficit cognitivi in pazienti cerebrolesi. Queste ricerche, oltre a produrre risultati che ebbero risonanza internazionale, portarono a importanti sviluppi clinici e riabilitativi, come la fondazione del Centro di Neuroscienze Cognitive di Cesena.  
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Vermiglio, Francesco, Mariacarla Moleti, and Francesco Trimarchi. "Funzione tiroidea in gravidanza: ruolo dell’apporto iodico e della terapia dell’ipotiroidismo nello sviluppo cognitivo." L'Endocrinologo 15, no. 3 (June 2014): 118–22. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-014-0036-7.

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Zanini, Sergio, and Alessandra Pizzardi. "Disordini dell'apprendimento in epilessia: ruolo dell'epilessia e ruolo della terapia antiepilettica." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 109–22. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03007.

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Abstract:
Il presente lavoro presenta una revisione critica della letteratura scientifica inerente la presenza di disturbi di apprendimento nell'epilessia. Viene anche trattato l'argomento della tollerabilitŕ della terapia farmacologica antiepilettica in termini di effetti collaterali sulle funzioni cognitive e i disordini di apprendimento. Infine viene affrontato l'argomento del ruolo delle anomalie epilettiformi subcliniche associate ai disturbi dell'apprendimento.
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Mazzolari, Laura. "Apprendere dalle emozioni. La funzione dell'hic et nunc e dell'insight in psicosocioanalisi." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 13 (February 2010): 99–116. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-013008.

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Abstract:
L'obiettivo di questo articolo č di cercare di capire come le emozioni agiscono e interagiscono nel processo di apprendimento della psicosocioanalisi. All'interno dei processi di apprendimento proposti da Ariele č stato evidenziato che, indipendentemente dalla motivazione che portava ad iscriversi, nel gruppo spesso "avviene qualcosa" che improvvisamente provoca, fa emergere una forte emozione individuale, positiva o negativa, ma comunque generativa. Questo turbamento emotivo implica un passaggio di apprendimento cognitivo sia individuale che gruppale per rendere le emozioni sostenibili e riconoscibili e per riuscire a rielaborarle in un pensiero accettabile. L'articolo arriva a proporre un possibile modello psicosocioanalitico di apprendimento attraverso le emozioni. La metafora dell'apprendimento emotivo che emerge da queste riflessioni č quella di una nave sul mare che č potenzialmente nel caos, deve attraversare una tempesta, puň affondare o navigare alla ricerca di un approdo, affrontando il rischio.
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Porro, Alessandro. "Corteccia cerebrale e funzioni cognitive: Ventitré secoli di storia (review)." Bulletin of the History of Medicine 86, no. 3 (2012): 467–68. http://dx.doi.org/10.1353/bhm.2012.0048.

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Beltramello, A., G. Puppini, G. El-Dalati, R. Cerini, P. Manganotti, and M. Tinazzi. "Risonanza magnetica funzionale cerebrale applicazioni cliniche." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 13–14. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s203.

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Abstract:
Functional MRI of the brain can provide detailed images of human brain that reflect localized changes in cerebral blood flow and oxygenation induced by sensory, motor or cognitive tasks. While more complex functions can be explored only by high-field magnets equipped with echo-planar (EPI) facilities and sophisticated statistical methods of analysis, motor and visual functional activation studies can also be performed with conventional magnets, considering that these conditions are associated with more pronounced signal increases. Experience obtained in patients with a series of lesions located in the para-central (rolandic) area are reported and analyzed.
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Xella, Carla Maria. ""Lo faccio solo perché mi conviene ..." Il trattamento cognitivo-comportamentale dei sex offenders in contesto giudiziario." PSICOBIETTIVO, no. 2 (July 2011): 17–35. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-002002.

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Abstract:
Nel caso degli autori di reati sessuali la qualitŕ coattiva dell'intervento č l'unico mezzo per favorire una motivazione al cambiamento: per le caratteristiche "infamanti" del reato, ma soprattutto per la struttura di personalitŕ di questi soggetti, spesso deformata da ferite precoci dell'attaccamento che minano lo sviluppo della funzione riflessiva. I trattamenti persono generalmente di matrice cognitivo-comportamentale. Il capitolo descrive il modello utilizzato dall'équipe del CIPM, sia in ambito carcerario (presso la Casa di Reclusione di Milano-Bollate) che sul territorio, presso il Presidio Criminologico. Si esaminano le peculiaritŕ del lavoro terapeutico con questi soggetti e il rapporto con gli organi giudiziari (Magistratura di Sorveglianza, UEPE, personale della casa di reclusione).
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Craparo, Giuseppe. "Simbolizzazione, mentalizzazione e trattamento gruppale per le addiction." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (September 2012): 73–85. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-001008.

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Abstract:
Il presente articolo approfondisce l'interpretazione evolutivo-relazionale delle addiction (da sesso, da sostanza, da internet, da cibo, ecc.) come espressione di un deficit delle competenze cognitive e metacognitive di regolazione degli affetti. Tale deficit sarebbe il prodotto di uno sviluppo traumatico del soggetto a partire dai primi mesi di vita. Secondo il modello evolutivo-relazionale, inoltre, le condotte additive avrebbero una funzione dissociativa nei confronti dell'emergere di contenuti affettivi presenti nelle memorie traumatiche. L'articolo affronta anche l'efficacia delle terapie di gruppo, in cui il confronto con altri soggetti puň favorire la mentalizzazione delle emozioni implicate nelle condotte additive.
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Gubernale, Marco, Anna Volzone, Susanna Negrin, Annamaria Gobbo, and Paolo Bonanni. "Neuropsicologia delle encefalopatie epilettiche: analisi delle variabili piů significative e descrizione della nostra esperienza con un gruppo pediatrico affetto da epilessia mioclono-astatica." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 35–52. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03003.

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Abstract:
Sono discussi i punti cruciali della clinica epilettologica e neuropsicologica delle encefalopatie epilettiche, con l'intento di documentare la relazione complessa e non sempre diretta che intercorre tra questi due livelli di osservazione in particolare riferimento all'outcome cognitivo. Segue la descrizione del profilo neuropsicologico del nostro campione clinico (n = 10), riguardo al quale possiamo dimostrare un andamento duplice, di tipo rispettivamente avverso o piů propizio in funzione della maggiore o minore frequenza delle manifestazioni elettrocliniche e della poli- o monoterapia. Il gruppo con outcome cognitivo piů favorevole (n = 7) documenta un'ampia variabilitŕ dei risultati e si presenta mediamente con disabilitŕ intellettiva lieve, difficoltŕ grafomotorie e attenzione entro limiti di norma, in innesto a variabili psicopatologiche borderline tipo attenuazione del tono dell'umore e disattenzione-iperattivitŕ. Poiché la storia clinica mette in evidenza che questi soggetti risultano essere quelli liberi da tempo da crisi e con non piů di due principi in terapia, le evidenze neuropsicologiche supportano dunque una relazione causale tra la malignitŕ del quadro e l'outcome cognitivo.
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Di Giacomo, Dina, Lucia S. De Federicis, and Domenico Passafiume. "Capacitŕ di associazione semantica nei bambini in etŕ prescolare e scolare." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (March 2010): 7–19. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001001.

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Abstract:
Le ricerche sullo sviluppo della rete semantica presenti in letteratura sono numerose e sono state condotte sui processi sottostanti la strutturazione della capacitŕ semantica utilizzando diversi approcci di studio. Nel presente lavoro abbiamo studiato lo sviluppo e l'utilizzo delle categorie di associazione semantica in etŕ pre-scolare e scolare. L'obiettivo č la verifica della presenza e dell'uso di categorie semantiche nel periodo dello sviluppo cognitivo e se dipenda dall'inserimento in un percorso scolastico strutturato, o sia ascrivibile all'esperienza diretta delbambino; le ipotesi che abbiamo voluto verificare sono la progressivitŕ della competenza nell'utilizzazione di categorie associative nel corso della infanzia e che la competenza nell'uso delle categorie di associazione non sia dovuta alla scolarizzazione. Alla presente ricerca hanno partecipato 129 bambini (64 maschi e 65 femmine) di etŕ compresa tra i 50,8 mesi (± 3.0) ed i 92,4 mesi (± 4,0), divisi in 4 gruppi, dal secondo anno di scuola materna al secondo anno della scuola elementare. I bambini sono stati sottoposti ad un compito di associazione semantica. Le categorie prese in considerazione sono: Funzione, Parte-tutto, Contiguitŕ, Attributo, Superordinata. I risultati hanno evidenziato la presenza di differenze significative nell'uso delle cinque categorie in relazione all'etŕ dei bambini. In particolare, la capacitŕ di utilizzare la Funzione č apparsa significativamente migliore rispetto alla categoria Superordinata; inoltre le differenze tra le categorie variano con il crescere dell'etŕ.
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Dai Prà, Mirko. "Uno studio di caso di paziente con Disabilità Intellettiva e disturbo Bipolare in contesto residenziale: comportamenti aggressivi, furto, Qualità della Vita e terapia farmacologica. Un intervento Comportamentale e Cognitivo." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 115–40. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002007.

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Abstract:
Il presente lavoro si pone lo scopo di descrivere un intervento diretto ad un paziente con disabilità cognitiva e disturbo Bipolare e la valutazione degli esiti rispetto a: comportamenti di aggressività e furto, terapie farmacologiche assunte e Qualità della Vita. Metodo: È stato utilizzato un intervento integrato con tecniche di tipo Comportamentale e Cognitivo condotto dall'équipe riabilitativa a seguito di valutazione funzionale del caso con modello Comportamentale ABC (Antecedenti Behavior Conseguenze) con un paziente di 41 anni con disabilità cognitiva di tipo moderato e disturbo Bipolare. L'intervento è stato progettato con modelli di condizionamento operante e l'équipe riabilitativa è stata istruita. Al primo intervento è seguito un secondo additivo di token economy volto a rinforzare i comportamenti acquisiti. In fine è stato eseguito un intervento di tipo Cognitivo seguendo i principi della psicoeducazione ed è stato adattato alle capacità di comprensione dell'utente. Gli outcome sono stati il tipo e la quantità di farmaci assunti, il numero di comportamenti aggressivi e di comportamenti di furto, i risultati relativi alla Qualità della Vita percepita. È stato condotto uno studio di caso. Risultati: Sono diminuiti comportamenti di Aggressività e furto, diminuita l'assunzione di Benzodiazepine e di Antipsicotici, diminuita la somministrazione di terapie meccaniche restrittive quali terapia al bisogno Intra Muscolo e isolamento in camera, migliorata la Qualità della Vita nei domini Ruolo e salute Fisica, Salute in Generale, Vitalità, Attività Sociali Ruolo e Stato emotivo. Conclusioni: L'intervento si è dimostrato efficace a livello di decremento di comportamenti problema, diminuzione dei farmaci assunti e di Qualità della Vita percepita. Il lavoro offre spunti di riflessione relativi ai fattori del gruppo di lavoro e dei singoli che possono favorire l'intervento.
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Vedovelli, Cristina. "Learning environments that enhance students’ cognitive functioning." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 322–39. http://dx.doi.org/10.36253/form-12606.

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Abstract:
A general rethinking of the school system is underway. Today, the purpose of school is to prepare students for rapid change and the complexity of reality so that they are not overwhelmed. Executive cognitive functions have been shown to be fundamental to this purpose, specifically thoughtful planning of an idea, reflexivity, systematic approach to a task/problem, and the ability to stay focused. These are the skills that tomorrow's leaders will need (Diamond and Lee, 2011). But what theoretical and instructional models exist that aim to develop the cognitive skills necessary to succeed in school and in life? How and to what extent are the pedagogical principles of these models reflected in the organization of the physical learning space? This paper aims to trace some of the methods that promote the development of executive cognitive skills and examine how they organize the learning space. Ambienti di apprendimento che potenziano il funzionamento cognitivo degli studenti. È in atto un ripensamento generale del sistema scolastico. Oggi la finalità della scuola è di preparare gli studenti ai rapidi cambiamenti e alla complessità del reale in modo che non ne siano travolti. Fondamentali a questo scopo si sono rivelate le funzioni cognitive di tipo esecutivo, in particolare la pianificazione mentale di un’idea, la riflessività, la sistematicità nell’affrontare un compito/problema e la capacità di rimanere concentrati. Queste sono le competenze di cui avranno bisogno i leader di domani (Diamond & Lee, 2011). Ma quali sono i modelli teorici e didattici che si propongono di sviluppare le competenze cognitive necessarie per avere successo a scuola e nella vita? Come e in che misura i principi educativi di questi modelli si riflettono sull’organizzazione dello spazio fisico di apprendimento? Questo contributo si propone di ripercorrere alcuni tra i metodi che favoriscono lo sviluppo di competenze cognitive di tipo esecutivo e di indagare come organizzano lo spazio formativo.
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Antonietti, Alessandro, and Barbara Colombo. "Interventi con la musica per il mantenimento e il recupero delle funzioni cognitive nell'anziano." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (May 2013): 239–55. http://dx.doi.org/10.3280/rip2012-002007.

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Sozzi, Matteo, Lorella Algeri, Matteo Corsano, Davide Crivelli, Maria Angela Daga, Francesca Fumagalli, Paola Gemignani, et al. "Il ruolo dello psicologo nella presa in carico di pazienti con alterazioni delle funzioni cognitive." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–10. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12257.

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Abstract:
L'intervento degli psicologi è risultato, nella risposta alla pandemia COVID-19, fin da subito essenziale a seguito del dilagare dell'epidemia. Ora che, per alcuni aspetti, l'emergenza per la salvaguardia delle vite umane è in regressione, emerge un altro settore di intervento degli psicologi: l'ambito neuropsicologico. Le più recenti evidenze empiriche suggeriscono, infatti, che l'infezione da COVID-19 possa comportare, come conseguenza del tropismo del virus per il Sistema Nervoso Centrale e dei prolungati periodi di ipossia da grave desaturazione, importanti sequele sul sistema nervoso centrale. Tali conseguenze comportano compromissioni delle funzioni cognitive, emotive e comportamentali, un quadro noto con il nome neuroCOVID. Con questo lavoro si intendono delineare indicazioni per le pratiche di valutazione e riabilitazione neuropsicologica di pazienti con COVID-19 e compromissioni cognitive-affettive-comportamentali, oltre che delineare il ruolo del neuropsicologo nel gestire la presa in carico e la cura di tale popolazione clinica.
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De Rinaldis, Marta, Leonarda Gennaro, Luciana Losito, Marilena Cacudi, and Antonio Trabacca. "Le encefalopatie epilettiche in etŕ evolutiva (sindrome di West e sindrome di Landau-Kleffner): una overview." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 11–33. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03002.

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Abstract:
L'articolo prende in considerazione la Sindrome di West e la Sindrome di Landau- Kleffner, due quadri clinici appartenenti alla categoria delle "encefalopatie epilettiche", inquadrate nella classificazione del 2001 come condizioni che comportano un progressivo deterioramento delle funzioni cerebrali. Gli Autori analizzano approfonditamente gli aspetti eziopatogenetici, clinici, elettroencefalografici e prognostici delle due sindromi, confermandone il ruolo nel contribuire al danno cognitivo e al deterioramento comportamentale e sottolineando l'efficacia di un precoce ed efficace intervento farmacologico sia nel controllo delle crisi sia nel miglioramento dell'outcome di sviluppo.
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Guicciardi, Marco, Daniela Loi, Andrea Manca, Monica Marini, Riccardo Pazzona, and Luigi Raffo. "Pollice verde 2.0: una nuova risorsa per un invecchiamento attivo." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2022): 28–39. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003005.

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Abstract:
L'orticoltura può influire positivamente sul benessere delle persone anziane, contrastando il declino fisico e cognitivo e migliorando la qualità della vita. Le moderne tecnologie fornisco-no un valido supporto per incoraggiare lo svolgimento di tali attività e promuovere uno stile di vita attivo. Il presente studio esplorativo si propone di valutare gli effetti di attività di orticultura comunitaria supportate da una piattaforma digitale in un campione misto di partecipanti over 60 durante il periodo della pandemia da COVID-19. I partecipanti di età superiore ai sessanta anni hanno preso parte ad un percorso della durata di sei mesi, diviso in due periodi. Durante i primi tre mesi i partecipanti si sono limitati a rispondere ai test che indagavano le seguenti va-riabili psicologiche: autostima, solitudine, depressione, qualità della vita, affetti, supporto sociale e funzionamento cognitivo. Nei successivi tre mesi i partecipanti sono stati coinvolti in attività di orticoltura, supportate da applicazioni digitali accessibili tramite smartphone, cui ha fatto seguito la rilevazione delle stesse variabili psicologiche. Gli effetti dell'orticultura sono stati valutati confrontando le due serie di rilevazioni. I risultati mostrano un incremento della qualità della vita degli anziani, delle funzioni cognitive e, in misura minore, del benessere soggettivo. Gli anziani che risultano spo-sati o conviventi manifestano in genere una migliore qualità della vita e a seguito dell'intervento sono meno propensi ad esprimere stati affettivi negativi. Non sono stati evidenziati segni di depressione. L'orticultura assistita digitalmente può migliorare la qualità della vita degli anziani durante la pandemia da COVID-19.
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Pelucchini, Margherita. "Sentire osservando: un percorso insieme Formazione-trasformazione attraverso l'esperienza di osservazione del neonato." SETTING, no. 44 (March 2021): 165–96. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044009.

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Abstract:
Questo articolo presenta l'esperienza di Infant Observation come centrale per la formazione analitica, in quanto capace di sviluppare la capacità di "osservare per vedere" del terapeuta ed il contatto con il proprio bambino interiore; essa predispone altresì all'ascolto del proprio controtransfert nel rapporto con l'altro-da-Sé entro un gioco relazionale carico di significati. Emerge dallo scritto come il concetto di formazione-trasformazione connoti l'intera esperienza, riguardando trasversalmente tutte le menti coinvolte. A modifi-carsi sono, in tal senso, il sentire dell'osservatore, con il proprio setting interno, il bam-bino che viene osservato e le funzioni genitoriali in gioco all'interno del campo d'osservazione; a trasformarsi è inoltre la mente gruppale dei colleghi, che accoglie l'esperienza dell'osservatore per rileggerla ed attribuire ad essa nuovi e più estesi signi-ficati. Si palesa come osservare e sentire il bambino nel contesto consenta di prendere coscienza del suo percorso di sviluppo, sperimentandolo dal vivo. La vicinanza a Valeria nel primo anno di vita ha permesso all'osservatrice di assistere al passaggio dai vissuti originari di fragilità e dipendenza dalla madre pur con l'apporto della propria agentività, alla lenta e progressiva strutturazione di un Io ai primordi, garantito dalle relazioni Io-Tu, di pari passo al presentarsi di difese arcaiche. Nel corso dell'Infant Observation la funzione della pelle della piccola e l'integrazione progressiva tra soma, psiche ed affettività sono risultate centrali, anche nel manifestarsi di sintomi di disagio all'interno delle relazioni primarie. È stato possi-bile assistere allo sviluppo sensoriale e motorio-prassico di Valeria, parallelamente a quello verbale ed insieme alla maturazione di capacità cognitive, dell'abilità imitativa e di quella che è parsa una nascente teoria della mente. Sono inoltre comparsi le rou-tine e lo sviluppo sociale. La riflessione sul costrutto dell'attaccamento è stata cruciale in tutto il percorso. Nel complesso, l'articolo mostra come l'Infant Observation comporti un costante lavorio interiore nell'osservatore, una lettura e rilettura degli innumerevoli elementi del campo di osservazione, quali sensazioni, emozioni, pensieri, dubbi, paure, alla ricerca di una trama ed un senso. Un aspetto cardine è quello del pensiero sul "dopo" e sui saluti, ossia la possibilità della separazione dall'altro con buoni pensieri, con la fiducia verso di lui e verso le sue risorse. Una fase di elaborazione del lutto risulta necessaria, fonte anch'essa di profondi insegnamenti e metamorfosi interna.
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Ferretti, Francesco. "Una replica." PARADIGMI, no. 1 (April 2010): 135–42. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001011.

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Abstract:
Nel suo commento a Perché non siamo speciali, Marco Mazzone sottolinea la difficoltŕ di dar conto della flessibilitŕ del comportamento umano all'interno di una prospettiva modularista del mentale. La mia replica si basa sull'analisi del ruolo dell'intelligenza nei processi di produzione-comprensione linguistica. In particolare, la mia idea č che l'intelligenza, piuttosto che una specifica facoltŕ, sia una proprietŕ della mente come un tutto. Da ciň segue che non č possibile barattare l'intelligenza - come vorrebbe Mazzone - con le funzioni esecutive: l'interazione tra sistemi cognitivi, piuttosto che un ostacolo, rappresenta la condizione per la flessibilitŕ della mente umana.
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Bellomo, Leonardo. "«Senza metodo e senza imitazione». Proemi e congedi nel poema eroicomico della prima metà del Seicento." AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 3, no. 2 (December 31, 2022): 53–91. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/19517.

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Abstract:
Il saggio prende in esame la figura del narratore nei poemi riconducibili alla variegata galassia dell’eroicomico e composti entro la prima metà del Seicento. L’analisi si concentra in particolare sulle zone liminari del canto (proemio e congedo) e prova ad evidenziare il modo in ciascun poeta interpreta il ruolo della voce narrante, attribuendole con più o meno frequenza funzioni cognitive e/o metadiscorsive, e conferendole talora tratti autobiografici. Ne emerge un quadro sfaccettato, che conferma l’eterogeneità dei testi ascritti all’eroicomico e il rapporto in ogni opera differente con i grandi modelli cinquecenteschi del Furioso e della Liberata.
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Gabrielli, Giampietro. "La triade sanitaria riabilitativa nella malattia di Parkinson: fi sioterapia, logopedia, neuropsicologia." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2022): 20–30. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002003.

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Abstract:
La malattia di Parkinson (MdP) è la più diffusa malattia neurodege- nerativa dopo la malattia Alzheimer, con un numero di casi destinati ad aumentare in futuro. È una malattia che presenta un quadro di sintomi complesso, che comprende aspetti motori e non motori, che possono influire molto negativamente sulla qualità di vita. Gli studi scientifici degli ultimi anni dimostrano che l'approccio multidisciplinare sia essenziale per il mantenimento ed il miglioramento delle funzioni più colpite dalla malattia. L'approccio multidisciplinare prevede la presenza di un team composto da neurologi, cardiologi, urologi, fisioterapisti, logopedisti, neuropsicologi, infermieri; il team necessita di un coordinatore che abbia conoscenze cliniche interdisciplinari per riuscire ad avere una visione globale del livello di salute del paziente e del suo intero nucleo familiare, il cui coinvolgimento è importante per il buon livello di recupero. Il coordinatore deve riuscire, inoltre, a distinguere sintomi strettamente legati alla malattia e sintomi causati da altre situazioni patologiche o disfunzionali, al fine di ottimizzare gli interventi terapeutici. La riabilitazione nella MdP si occupa della rieducazione neuromotoria, della terapia della voce e della deglutizione, delle funzioni cognitive e degli aspetti emotivi del paziente e dei familiari. Queste discipline non intervengono separatamente ma ne cessitano di un continuo interscambio, dando spazio alla componente riabilitativa più urgente rispetto ad altre.
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Lambruschi, Furio. "La gestione della relazione terapeutica in un'ottica cognitivo-costruttivista ed evolutiva." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 45 (January 2020): 41–66. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8987.

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Abstract:
Nel presente articolo la relazione psicoterapeutica è considerata in una prospettiva costruttivista, evolutiva e interpersonale. Si propone un modello a tre assi del funzionamento umano, che rende conto delle diverse possibili organizzazioni del sé e delle loro possibili declinazioni su livelli diversi di funzionamento metacognitivo. Per ogni asse vengono quindi descritti i diversi possibili criteri di osservazione e di utilizzo clinico della relazione terapeutica. Su un primo asse viene valorizzata la consapevolezza nel terapeuta riguardo allo stile di regolazione emotiva e alla organizzazione dei sistemi di memoria proprio e del paziente in vista di una loro adeguata sintonizzazione e complementarietà nelle diverse fasi del processo psicoterapeutico. Sul secondo asse, si sottolinea come il lavoro di riparazione delle inevitabili rotture dell'alleanza di lavoro vada costantemente riportato agli specifici temi dolorosi e ai significati personali caratteristici del paziente da un lato e del terapeuta dall'altro. Sul terzo asse, vengono evidenziati i caratteristici modelli interpersonali dei pazienti con forti limitazioni nelle funzioni metacognitive insieme ad alcune attenzioni da porre nella gestione dei relativi cicli interpersonali.
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