Dissertations / Theses on the topic 'Frazioni'

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1

Greco, Federico. "Sulla teoria delle frazioni continue." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4547/.

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Abstract:
La tesi si propone di fornire una introduzione completa ai fondamenti della teoria delle frazioni continue (numeriche). Questo da' adito anche alla illustrazione e alla soluzione di vari problemi specialmente nell'ambito della teoria dei numeri che, in vari modi, si rifanno alle frazioni continue.
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2

Corneti, Stefania. "Tassellazione di Farey e Frazioni Continue." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12294/.

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Abstract:
In questa tesi vengono forniti i concetti base della geometria iperbolica, si studia una particolare tassellazione del piano iperbolico denominata Tassellazione di Farey e viene approfondita la relazione di tale tassellazione con le frazioni continue. Inoltre viene dato un metodo di risoluzione delle equazioni diofantine lineari attraverso questi strumenti.
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3

Moreschi, Marina. "Questioni storiche e didattiche connesse alle frazioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3808/.

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4

Chiarelli, Valentina. "L'elaborazione mentale delle frazioni: studi comportamentali e neuropsicologici." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8676.

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Abstract:
2011/2012
Espressioni come “Sono le 4 e ¾.” oppure “Vorrei metà del tuo panino”, che presuppongono una certa conoscenza delle frazioni, vengono utilizzate quotidianamente. Le frazioni sono usate per esprimere percentuali, proporzioni o delle misure anche molto comuni, come quelle dell’orologio, oppure possono aiutare a definire una relazione esistente tra un tutto e le sue parti. Un fallimento nella comprensione delle frazioni può determinare rilevanti difficoltà non soltanto nel mondo scolastico e professionale, ma anche nella vita di relazione con le altre persone. La presente tesi si propone di esplorare come le frazioni numeriche vengano elaborate da persone adulte senza e con deficit cognitivi. Il primo capitolo sperimentale (cap. 2) affronta la questione relativa alla possibile diversa modalità di elaborazione delle frazioni tra i due emisferi cerebrali utilizzando dei compiti di priming di comparazione numerica lateralizzati. Inoltre, attraverso l’uso di diversi standard di comparazione (½ e 1) si è voluto investigare se il contesto numerico e il tipo di compito possano influenzare la modalità di elaborazione. Nella seconda parte (cap. 3) utilizzando dei compiti di Stroop numerico e di Stroop fisico si è indagata l’elaborazione automatica e quella intenzionale delle frazioni, aspetti ancora poco considerati dalla letteratura sull’argomento. Nelle successive sezioni (cap. 4 e 5) viene esplorata la capacità di elaborare frazioni da parte di persone con lesioni e/o disfunzioni del sistema nervoso centrale (SNC) e con conseguenti deficit cognitivi. Infatti, fino ad ora nessuno studio si è occupato di valutare se le persone che hanno disturbi neuropsicologici siano in grado di elaborare questa tipologia di numeri e se esistano delle differenze rispetto a persone pari età e scolarità. In particolare, nel cap. 4 viene analizzata la prestazione di un paziente affetto da atrofia corticale posteriore, forma piuttosto rara di deterioramento cognitivo, che però presenta acalculia molto frequentemente come uno dei sintomi d’esordio. Nel cap. 5 è stata invece studiata la prestazione di un gruppo di pazienti con malattia di Parkinson senza demenza. Studi precedenti hanno rilevato che questa tipologia di pazienti presenta delle difficoltà nell’esecuzione di calcoli aritmetici e quindi, si è voluto vedere se fosse possibile generalizzare queste osservazioni anche alle frazioni. La parte conclusiva cerca, infine, di fare un quadro complessivo dei risultati ottenuti, evidenziando come ci siano delle differenze importanti tra l’elaborazione dei numeri naturali e quella dei numeri frazionari.
XXV - Ciclo
1982
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5

Tedeschi, Silvia <1994&gt. "Studio degli amminoacidi e degli zuccheri nelle diverse frazioni dell’aerosol artico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15221.

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Abstract:
L’obiettivo della seguente tesi consiste nello studio delle principali sorgenti naturali ed antropiche e dei processi di trasporto di amminoacidi e zuccheri nelle diverse classi dimensionali dell’aerosol atmosferico artico. I campioni sono stati raccolti con un impattore multistadio ad alto volume a Gruvebadet, Ny Alesund (Isole Svalbard) dal 2 aprile al 29 giugno 2014, con una frequenza di campionamento di sei giorni. I campioni sono stati trattati successivamente in clean-room tramite estrazione ad ultrasuoni in acqua ultrapura. La determinazione degli amminoacidi è stata eseguita attraverso cromatografia liquida ad alta prestazione accoppiata a spettrometria di massa (triplo quadrupolo). Gli zuccheri sono stati determinati mediante cromatografia ionica accoppiata a spettrometria di massa (singolo quadrupolo). La quantificazione dei composti studiati è stata effettuata attraverso l’utilizzo del metodo dello standard interno. La concentrazione media di amminoacidi nell’aerosol artico è di 0,7 +- 0,5 ng/m3, mentre gli zuccheri sono stati rilevati ad una concentrazione media pari a 0,6 +- 0,5 ng/m3. Entrambi i gruppi di composti sono distribuiti in misura maggiore nella frazione fine e questo può essere indice di trasporto a lunga distanza. Tra le sorgenti principali degli amminoacidi, si ritiene che la più importante sia la produzione biologica primaria marina e grazie al processo di “bubble bursting” gli amminoacidi presenti nelle acque marine vengono liberati in atmosfera. Per quanto riguarda gli zuccheri, le sorgenti sono di carattere biogenico, tra cui combustione di biomassa, emissione da spray marino e decomposizione batterica.
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6

Ascione, Cristina. "Comprensione delle frazioni, dei numeri decimali e loro rappresentazione sulla retta: caso studio in studenti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13440/.

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Abstract:
Argomento della tesi è la comprensione delle frazioni, dei decimali e la loro rappresentazione sulla retta da parte di studenti con discalculia.La discalculia rientra nei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) ed è caratterizzata da deficit nell'apprendimento dei numeri e del calcolo. In particolar modo per questi studenti l'argomento dei numeri razionali risulta di difficile comprensione in quanto richiede un maggiore sforzo concettuale. L'apprendimento di questo argomento inoltre è di cruciale importanza per il miglioramento della comprensione di nozioni matematiche future. Si è scelto di descrivere due casi studio in cui a ciascuna discente è stata proposta un'unità didattica strutturata in quattro lezioni che mira a potenziare l'apprendimento delle frazioni, dei decimali e la loro rappresentazione sulla retta. Le due studentesse frequentano una la classe prima e l'altra la classe terza della scuola secondaria di primo grado. Entrambe presentano un DSA, precisamente discalculia e frequentano la Cooperativa Anastasis. La Cooperativa Anastasis è una software house e un centro di formazione che lavora con persone con bisogni educativi speciali (BES) e disabilità (www.anastasis.it). L'unità didattica è stata progettata in collaborazione con la Dott.ssa Galletti, psicologa dei Laboratori Anastasis e la Dott.ssa del Zozzo, ricercatrice presso tale centro. Essa può essere rivolta a tutti i discenti ma può risultare particolarmente utile a quelli con DSA. Nei casi studio verrà valutata l'effettiva efficacia di tale unità didattica nel miglioramento dell'apprendimento delle nozioni relative ai numeri razionali.
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7

Feltracco, Matteo <1988&gt. "Determinazione di composti idrosolubili nelle diverse frazioni dell’aerosol atmosferico con particolare attenzione alle particelle ultrafini." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9814.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi consiste nella messa a punto di una metodologia analitica per la determinazione di composti organici derivanti dall’ossidazione dell’α-pinene in campioni di aerosol atmosferico. È stato sviluppato un metodo strumentale mediante HPLC-MS/MS per la determinazione di acido pinico, acido pinonico ed acido azealico. È stata sviluppata inoltre una procedura preanalitica univoca per la determinazione di amminoacidi, composti fenolici e composti organici derivati dall’α-pinene in campioni di aerosol atmosferico campionato mediante un campionatore MOUDI II, grazie al quale è stata ottenuta una separazione dimensionale delle particelle in 12 stadi, da 54 nm a 18 µm. La procedura preanalitica è stata validata mediante la stima dei valori di bianco procedurale, limiti di rilevabilità procedurali, ripetibilità e accuratezza del metodo per ogni analita. Durante questo lavoro di tesi è stato condotto un campionamento di aerosol presso il Campus Scientifico di Ca’ Foscari (Mestre-Venezia) da marzo a maggio 2016, al fine di individuare le sorgenti di aerosol e di studiare la distribuzione dimensionale degli analiti. L’aerosol svolge un ruolo fondamentale nella diffusione degli inquinanti nell’ambiente, nell’incremento dell’inquinamento urbano e nelle modificazioni climatiche del pianeta. La sua composizione è data essenzialmente dalla sorgente che lo genera e dai processi chimico-fisici che subisce in atmosfera.
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8

Cordiani, Helena. "Sviluppo di metodologie per l'analisi di composti organici prodotti dalla fermentazione di frazioni pirolitiche della biomassa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6762/.

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Abstract:
I processi microbiologici rivestono una grande importanza nello sviluppo di combustibili e sostanze chimiche da fonti rinnovabili (biomassa), quali: il biometano e le bioplastiche, come i poli(idrossialcanoati), PHA. I PHA sono poliesteri ottenuti per condensazione di 3-idrossiacidi, il più comune dei quali è il poli(3-idrossibutirrato, PHB). Gli alti costi di produzione del PHA da colture microbiche singole ha portato a valutare nuove strategie, tra cui l’utilizzo di colture microbiche miste (MMC) e substrati di scarto. Il bio-olio ottenuto dalla pirolisi di biomassa potrebbe essere un substrato interessante per la produzione di biogas e PHA. Gli acidi a catena corta (acidi grassi volatili, VFA), infatti, sono i prodotti intermedi nella produzione sia di biogas che di PHA. L’analisi di questi ultimi viene normalmente effettuata tramite GC-FID o GC-MS. La degradazione termica (pirolisi, Py) di PHA produce acidi alchenoici caratteristici, come l’acido crotonico. Il metodo tradizionale per la determinazione del PHA è la metanolisi seguita da un’analisi GC-MS, una procedura laboriosa con uso di solventi clorurati e sostanze corrosive. Lo scopo principale di questa tesi è stato quello di sviluppare un nuovo metodo di analisi dei PHA. Il metodo studiato si basa sulla pirolisi diretta della biomassa e determinazione degli acidi alchenoici prodotti dalla degradazione del PHA in GC-FID. La pirolisi analitica è stata studiata tramite analisi di polimeri puri (per la calibrazione) e poi è stata applicata a campioni batterici derivanti da MMC e a ceppi selezionati. Il confronto con il metodo convenzionale ha dimostrato che la Py/GC-FID è un metodo valido per l’identificazione dei PHA e per la loro quantificazione nelle matrici batteriche. Il pre-trattamento del campione è minimo e non richiede l’uso di solventi e reagenti chimici. Inoltre, è stata applicata una tecnica di analisi dei VFA nei test di biometanazione basata sull’estrazione con una microquantità di dimetilcarbonato.
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9

FRIARGIU, MARCO. "Produzione di H2 e CH4 da frazioni biodegradabili di rifiuti urbani e da siero lattiero-caseario." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266583.

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Abstract:
Nowadays one of the main technical tasks is finding clean and renewable energy sources in order to overtake the dependence from fossil fuels. Bio-hydrogen and bio-methane production are considered interesting energetic alternatives, especially if the biological processes are applied to low cost and widely available substrates such as biodegradable wastes. Anaerobic digestion (AD) is a well-known technology to manage organic waste in an environmentally sustainable way, since it allows to achieve a certain level of stabilization of the organic matter and to exploit the energetic potential of the substrate; AD of biodegradable organic residues has therefore received renewed attention by the scientific and technical community over the last decades (Mata-Alvarez et al., 2000; Mata-Alvarez, 2002; De Baere, 2003; Bolzonella et al., 2006; Karagiannidis and Perkoulidis, 2009). If degradation of biodegradable organic substrates is appropriately operated in a two-staged mode (see e.g., Han and Shin, 2004a; Liu et al., 2006; Gómez et al., 2006, 2009; Ueno et al., 2007; Chu et al., 2008; Wang and Zhao, 2009; Lee et al., 2010b; Dong et al., 2011), separation of the acidogenic phase (producing through dark fermentation (DF) hydrogen and carbon dioxide as the gaseous products while releasing volatile fatty acids into the liquid solution) from the methanogenic stage (in which the residual and dissolved biodegradable organic matter from the first stage is finally converted into methane and carbon dioxide) can be accomplished. By means of the separation of the two biological phases, it is possible to obtain hydrogen besides methane gas, both to be exploited with various techniques. Considering the energetic aspect, combined H2 + CH4 production is, from a theoretical point of view, more favourable than conventional anaerobic digestion (Dong et al., 2011). Hydrogen gas, in particular, is considered a clean energy carrier characterized by the highest energy content per unit weight of any known fuel (142 kJ/g), and positive environmental implications from H2 utilization can be obtained from production through biological processes and from renewable sources. Various potentially biodegradable organic residues have been tested for fermentative H2 production, including food waste (FW), the organic fraction of municipal solid waste (OFMWS), and various agro-industrial residues, mainly due to their high carbohydrate content and wide availability (see e.g. Okamoto et al., 2000; Lay et al., 2003; Kim et al., 2004a; Liu et al., 2006; Alibardi et al., 2010, 2011; Kim et al., 2011a; Nazlina et al., 2011; De Gioannis et al., 2013). Whatever the substrate under concern, full-scale implementation of fermentative H2 production requires significant and stable generation rates. Since H2 is an intermediate by-product of anaerobic digestion and some fermentation reactions have low or null H2 production, identification of suitable conditions to harvest specific fermentative bacteria and/or inhibit the H2-consuming biomass is mandatory. Achieving optimal and stable H2 generation while keeping treatment costs low and producing an effluent suitable for further treatment, is probably the main technical issue to be addressed. To this regard, operational parameters including temperature, pH, presence of inoculum and its eventual pre-treatment, substrate to inoculum ratio (F/M), reactor configuration, substrate concentration, hydraulic retention time (HRT) and organic loading rate should be the subject for optimization of process efficiency. In particular, the influence of pH on fermentative H2 production is quite controversial in the literature. Generally, pH is a key parameter in fermentation that affects the degree of substrate hydrolysis, the activity of hydrogenase, as well as the metabolic pathways (Kim et al., 2011b). Changes in pH are thus reflected by variations in substrate and energy utilization, synthesis of proteins and various storage products, and metabolites production (Mu et al., 2006). In mixed anaerobic cultures, the operating pH also affects the relative proportions of microbial species (Fang and Liu, 2002; Shin and Youn, 2005; Mu et al., 2006; Nazlina et al., 2011). Highly acidic or basic pH values can negatively affect the activity of hydrogen-producing bacteria, since ATP is used to ensure cell neutrality rather than to produce H2 (Nazlina et al., 2011); low pHs can also result in inhibition of the hydrogenase activity (Khanal et al., 2004; Nazlina et al., 2011). Literature studies (see e.g., Yu et al., 2002; Khanal et al., 2004; Rechtenbach et al., 2008; Rechtenbach and Stegmann, 2009; Guo et al., 2010) generally agree upon the fact that H2-producing pathways involving acetate and butyrate production are favoured at pHs of approximately 4.5-6.0, while neutral or higher pHs promote ethanol and propionate production (associated to either H2-neutral or H2-consuming pathways). The effects of pH on the metabolic pathways and the associated fermentation yield have also been reported to depend on the specific characteristics of the inoculum and substrate (Nazlina et al., 2011), in particular for complex substrate compositions. The results of studies on the effect of pH on H2 production often show inconsistencies due to the different experimental conditions (substrate/inoculum type, amount and pre-treatment method, pH control strategy), so that systematic investigations on this specific issue are still missing. Also, the effects of the ratio between substrate and inoculum also indicated as F/M (food to microorganism ratio), S/I or S/X (substrate to inoculum ratio), I/S and ISR (inoculum to substrate ratio) are poorly documented for anaerobic digestion of FW (Boulanger et al., 2012) and only few works are conducted specifically on dark fermentation of FW. Pan et al. (2008) has reported the effect of F/M (food to microorganism ratio) on hydrogen production of mixed food waste, finding that the optimal F/M ratio in mesophilic conditions was 6, with an H2 production of 39 ml/g VS. Further increase of the F/M resulted in diminished H2 production. During the present research activity, combined H2 and CH4 production from two residues having different characteristics, cheese whey (CW) and municipal solid waste organic fraction (OFMSW), was studied. Various factors (in particular pH and F/M ratios) were studied in order to enhance H2 and CH4 yields, in particular to assess the optimal operating conditions for fermentative hydrogen production from the two substrates considered. As far as OFMSW was concerned, also the possibility of producing a compost of good quality from the solid phase of the anaerobic digestate was assessed. In the first part of the research, the activity focused on CW treatment. Cheese whey is a by-product of cheese manufacturing and its main components are lactose (45-50 g/l), proteins (6-8 g/l), lipids (4-5 g/l) and mineral salts (8-10% dried extract). The CW treated in this study, is the effluent from cheese production using a mixture of sheep and cow milk. Preliminary dark fermentation batch tests confirmed that hydrogen production from CW is possible even without any specific inoculum and strongly affected by multiple factors including substrate characteristics, as well as pH. Afterwards, semi-continuous anaerobic digestion tests were performed obtaining a stable hydrogen and methane production. For the first stage, three test were conducted, under mesophilic conditions with an HRT of 2 days, at the following pHs (7.5; 6.5; 5.5). The test operated with pH continuously controlled at 5.5 reached the maximum average yield of 80.8 Nl H2/kg TOC (38.4 Nl H2/kg VS) while in the second stage, operating under mesophilic conditions without pH control and adopting a HRT of 10 days, the average yield was 660.7 Nl CH4/kg TOC (383.6 Nl CH4/kg VS). The second part of the research activity was devoted to the OFMSW treatment. OFMSW may represent a relatively inexpensive and suitable source of biodegradable organic matter mainly due to its high carbohydrate content and wide availability (Okamoto et al., 2000; Lay et al., 2003; Kim et al., 2004; Liu et al., 2006; Li et al., 2008a; Li et al., 2008b; Zhu et al., 2008; Wang and Zhao, 2009; Kim et al., 2011a; Nazlina et al., 2011). Synthetic OFMSW was produced in laboratory, in order to make easier the comparison between the results of different tests, according to the following recipe: 8% of meat, 72% of fruit and vegetables, 8% of bread and 12% of cooked pasta (on a wet weight basis). Batch dark fermentation tests using untreated activated sludge as source of inoculum (T= 39°C; pH = 6.5) were performed at four F/M ratios (4; 7; 12 and 18) in order to assess the optimal one. The optimal F/M ratio resulted to be 7, corresponding to the maximum H2 yield of 89.9 Nl H2/ kg VS. Then, the effluent of the first stage (operated with the optimal F/M) was fed, mixed with methanogenic inoculum (F/M ratio = 0.5), to the second stage reactor to investigate methane production. The attained H2 and CH4 production was compared to the CH4 production achieved with a conventional single-stage batch reactor. The results confirm an higher CH4 yield for the second stage, 354 Nl CH4/kg VS versus 271 Nl CH4/kg VS for the single-stage. After a detailed analysis of the informations obtained from the batch tests, a double stage system was operated under semi-continuous conditions in order to better approximate the full scale operation. In the first semi-continuous stage, (T = 39°C; HRT = 2 days; pH = 6.5; F/M = 18), the average yield was 31,8 Nl H2/kg VS while in the second one a stable methane production of 432 Nl CH4/kg VS was obtained at HRT = 25 days (T = 39°C; pH not set). Finally, the solid phase of the digestate coming out form the double stage operated under semi-continuous conditions was composted after dewatering and mixing with a bulking agent. The final product was analysed for the main compost properties. The obtained compost reached a good stability (BOD4= 2 mg O2/l) and did not showed problems of phytotoxicity (germination index = 50%).
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Cangiamila, Simone. "Utilizzo e prestazioni di sensori low-cost per il monitoraggio di varie frazioni dimensionali di particolato atmosferico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/19949/.

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Abstract:
Negli ultimi anni, sono sempre più diffusi sensori low-cost per la misura di qualità dell’aria. La performance di questi sensori deve essere valutata correttamente tramite studi sistematici sia in laboratorio che in campo che confrontino i dati con quelli di strumentazione di riferimento. Questo lavoro di tesi ha avuto lo scopo di verificare la performance di sensori low-cost nel misurare la concentrazione in massa di particolato atmosferico PM1, PM2.5 e PM10. A questo scopo, una coppia di sensori Smart Citizen Kits è stata collocata con uno strumento di riferimento, il Met-One Profiler 212, sul tetto del Dipartimento di Fisica e Astronomia. Il periodo di acquisizione ha considerato il periodo sia caldo (giugno-luglio 2019) che freddo (ottobre-novembre 2019), e l’effetto di diverse condizioni meteorologiche. I dati acquisiti sono stati analizzati tramite appositi codici MatLab per lo studio degli andamenti temporali, dei grafici a dispersione, della correlazione e l’analisi del t-test. I risultati hanno mostrato una notevole correlazione tra i dati acquisiti dai due sensori low-cost, mentre il confronto di questi ultimi con il Met-One presenta maggiori discrepanze soprattutto nel periodo estivo. L’analisi dell’effetto delle condizioni meteorologiche ha mostrato una migliore correlazione in condizioni di cielo sereno, grandine e intrusioni di polveri sahariane; invece in condizioni di nebbia la correlazione risulta buona per le particelle grossolane (PM10), mentre in condizioni di pioggia la correlazione risulta più elevata per PM1 e PM2.5. In conclusione, i dati raccolti dai sensori di tipo low-cost scelti hanno mostrato andamenti piuttosto simili a quelli raccolti da un sensore di tipo tradizionale, ma tendenzialmente essi presentano maggiori fluttuazioni con picchi di valori massimi e minimi maggiormente evidenti specialmente su periodi di acquisizione di 1 minuto, mentre la mediazione su periodi più lunghi (oraria e giornaliera) tende a smussare le differenze.
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Perissinotto, Linda <1981&gt. "Utilizzo pratico e significato clinicopatologico delle frazioni escrete degli elettroliti nel riconoscimento del danno renale acuto (AKI) in diversi setting clinici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10219/1/TESI%20Linda%20Perissinotto%20UTILIZZO%20PRATICO%20E%20SIGNIFICATO%20CLINICOPATOLOGICO%20DELLE%20FRAZIONI%20ESCRETE%20DEGLI%20ELETTROLITI%20NEL%20RICONOSCIMENTO%20DEL%20DANNO%20RENALE%20ACUTO%20%28AKI%29%20IN%20DIVERSI%20SETTING%20CLINICI.pdf.

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Abstract:
Ricerche nel campo del danno renale acuto e frazioni urinarie escrete. La prima parte verte sull’analisi dei dati provenienti da una casistica di cani con leptospirosi, sono stati confrontati due gruppi di cani, il primo con AKI da leptospirosi e l’altro con AKI per eziologie differenti. In queste due popolazioni di pazienti abbiamo valutato alcuni analiti sierici ed urinari come ad esempio l’escrezione elettrolitica frazionata e biomarker di AKI come NGAL. I cani con leptospirosi, hanno mostrato maggiore kaliuresi e più grave glicosuria rispetto a quelli non affetti da leptospirosi, così come erano più frequentemente glicosurici rispetto agli altri. Questi dati sono in analogia con quanto è riportato nell’uomo e dimostrano un pattern di danno tubulare tipico in corso di questa malattia se paragonato appunto ad altre cause di danno tubulare acuto e AKI La seconda parte riguarda la valutazione della funzionalità renale e del danno renale acuto in cani affetti da insufficienza valvolare mitralica. E’ stata incentrata sul danno renale in corso di cardiopatie e per questa ragione abbiamo pensato di valutare esclusivamente pazienti con MVD per varie ragioni: poiché sono pazienti che si presentano frequentemente nella pratica clinica; la malattia è tipicamente cronica e il paziente rimane stabile a lungo con un andamento progressivo della malattia; questi pazienti possono presentare frequenti episodi di AKI legati allo scompenso cardiaco e/o alla terapia con diuretico 3/o ace-i che questi animali ricevono. Abbiamo valutato prospetticamente l'impatto della terapia orale con furosemide sulla chimica urinaria, nei cani con malattia della valvola mitrale mixomatosa. Tali differenze sono state attribuite all'effetto della terapia con furosemide sugli elettroliti renali. La chimica urinaria è utile per stimare la risposta diuretica nei cani con malattie cardiache. I dati suggeriscono differenze significative tra i diversi stadi ACVIM con particolare riferimento all’escrezione elettrolitica di Sodio, Potassio e Cloro.
Research in the field of acute kidney injury and excreted urinary fractions. The first part focuses on the analysis of data from a series of dogs with leptospirosis, two groups of dogs were compared, the first with AKI from leptospirosis and the other with AKI for different etiologies. In these two populations we evaluated some serum and urinary analytes such as fractional electrolyte excretion and biomarker of AKI such as NGAL. Dogs with leptospirosis showed greater kaliuresis and more severe glycosuria than those without leptospirosis, as well as were more frequently glycosuric than the others. These data are in analogy with what is reported in humans and demonstrate a typical tubular damage pattern in the course of this disease when compared to other causes of acute tubular damage and AKI. The second part concerns the evaluation of renal function and AKI in dogs with mitral valve insufficiency. It focused on renal damage in the course of heart disease and for this reason we decided to exclusively evaluate patients with MVD for various reasons: they are patients who frequently present themselves in clinical practice; the disease is typically chronic and the patient remains stable for a long time with a progressive course of the disease; these patients may present with frequent episodes of AKI related to heart failure and / or to the 3 / or ace-i diuretic therapy these animals receive. We prospectively evaluated the impact of oral furosemide therapy on urinary chemistry in dogs with myxomatous mitral valve disease. These differences have been attributed to the effect of furosemide therapy on renal electrolytes. Urinary chemistry is useful for estimating the diuretic response in dogs with heart disease. The data suggest significant differences between the different ACVIM stages with particular reference to the electrolytic excretion of Sodium, Potassium and Chlorine.
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Meghini, Gabriella. "Ottimizzazione di un processo di separazione magneto-gravimetrica in frazioni multiple. Optimization of a process for the Magnetic Density Separation into multiple fractions." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/365/.

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Diomedi, Stefano. "Attacco di Wiener a RSA." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8708/.

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Abstract:
La mia tesi parla di un attacco crittografico ad RSA, ideato da Wiener, basato sulle frazioni continue. Il primo capitolo riguarda RSA, il secondo spiega la teoria delle frazioni continue e nel terzo spiego l'attacco passo per passo.
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Serafini, Federica <1989&gt. "La chimica urinaria e le frazioni di escrezione nel cane con danno renale acuto (AKI) e malattia renale cronica (CKD): rivalutazione clinicopatologica e nuove prospettive diagnostiche e prognostiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8862/1/serafini_federica_tesi.pdf.

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Abstract:
La malattia renale cronica (CKD) e il danno renale acuto (AKI) sono le sindromi di più comune riscontro in nefrologia veterinaria. L’AKI è una sindrome acuta associata ad elevata mortalità. La CKD è una condizione irreversibile caratterizzata da un’ampia gamma di sintomi e da alterazioni clinico-patologiche non specifiche. Talvolta, risulta difficile discriminare tra pazienti affetti da CKD o da AKI. In questo lavoro sono state valutate le performance delle frazioni di escrezione di elettroliti in pazienti sani, con AKI e con CKD, come possibili marker utili nella differenziazione precoce tra queste popolazioni e nel predire la prognosi. Sono stati inclusi in modo prospettico 317 cani di proprietà, di cui 115 sani, 67 affetti da CKD e 135 con AKI. All’ammissione sono stati effettuati gli esami ematochimici e urinari. I risultati, riportati come mediana, minimo e massimo, sono stati analizzati con statistica non parametrica (P<.05). Nei pazienti con danno renale acuto le frazioni di escrezione degli elettroliti, in particolare quella del sodio, è risultata essere più elevata nei cani con AKI intrinseca (2,39%, 0,04-75,81) rispetto agli AKI volume responsivi (0,24% 0,01-2,21). La frazione escreta degli elettroliti era inoltre più elevata nei pazienti non sopravvissuti. Nei cani con CKD sono state evidenziate variazioni significative delle frazioni escrete di Ca, iCa e K già dai primi stadi della malattia. Queste variabili e il rapporto uGlucosio/uCreatinina sono risultati statisticamente differenti nelle tre popolazioni, nonostante ciò l’accuratezza diagnostica nella discriminazione delle popolazioni sulla base di tali parametri è risultata scarsa. Concludendo, l’approfondimento delle conoscenze sulle frazioni escrete degli elettroliti potrebbe rivelarsi promettente a supporto del clinico nella diagnosi e nella prognosi di pazienti nefropatici.
Chronic kidney disease (CKD) and acute kidney injury (AKI) are very common diseases in veterinary nephrology. AKI syndrome has a rapid onset and has been associated with a high mortality rate. CKD is an irreversible disease characterized by non-specific signs and clinicopathologic abnormalities. Differentiation between CKD and AKI may be challenging. The aim of this study was to evaluate the urine fractional excretion of electrolytes in healthy dogs and in dogs with AKI and CKD in order to determine the utility of the urine fractional excretion of electrolytes as a marker to discriminate between these populations and as a prognostic factor in dogs with AKI. 317 client-owned dogs (115 healthy dogs, 67 dogs with CKD and 135 dogs with AKI) were included in the study. Complete urinalysis and complete blood count and serum biochemistry profile were performed for each dog at admission. The results were expressed as median and range and analyzed with a non-parametric statistic (p<.05). In dogs with AKI, the fractional excretion of electrolytes, in particular that of sodium, was higher in the group of dogs with intrinsic AKI (2.39%, 0.04-75.81%) compared to dogs with a volume responsive AKI (0.24%, 0.01-2.21%). All fractional excretions of electrolytes were higher in non-survivor dogs than in survivors. In dogs with CKD, the fractional excretion of Ca, iCa and K was already increased in the early stages of the disease. These parameters and the uGlucose/uCreatinine ratio showed a statistically significant difference in the three groups but they were not useful to discriminate between them. In conclusion, the fractional excretions of electrolytes can be helpful in the diagnosis and prognosis in dogs with renal disease.
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TONON, REMIS. "Due problemi di teoria analitica dei numeri: somme armoniche con i primi e distribuzione delle cifre di quozienti fra interi." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1200579.

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Abstract:
Nella prima parte della tesi si estendono i risultati dell’articolo “Small values of signed harmonic sums” di Bettin, Molteni & Sanna (2018). In esso, gli autori considerano serie armoniche troncate, in cui si ammette per ogni addendo la possibilità del segno positivo o negativo, e studiano la funzione che misura quanto precisamente si possa approssimare un valore reale con tali oggetti. Nello specifico, vengono dimostrate delle limitazioni per tale funzione in alcuni intervalli di validità. Nella tesi si è dimostrato che lo stesso risultato vale non solo per la successione di tutti i naturali, ma anche per ogni sua sottosuccessione che rispetti ragionevoli ipotesi di crescita. Inoltre, nel caso specifico della successione dei numeri che sono il prodotto di k fattori primi distinti, dove k è un numero naturale fissato, è stato possibile migliorare sensibilmente le limitazioni per la funzione approssimante. Nella seconda parte della tesi si migliora il risultato dell’articolo “Probability of digits by dividing random numbers: a ψ and ζ functions approach” di Gambini, Mingari Scarpello & Ritelli (2012). Gli autori studiano in esso la distribuzione dell’ennesima cifra dopo la virgola (in diverse basi di numerazione) di tutti i possibili quozienti tra i primi N numeri naturali, dimostrando che essa non è uniforme, ma che segue una legge affine alla legge di Benford. Nella tesi, si migliora il termine d’errore proposto dai tre autori; inoltre, si studiano degli aspetti differenti e ulteriori e alcune varianti del problema, come ad esempio l’uniformità della formula.
In the first part of this thesis we extend the results of the paper “Small values of signed harmonic sums” by Bettin, Molteni & Sanna (2018). There, the authors consider harmonic truncated series, where the summands can have a positive or a negative sign; using these objects to approximate any real value, they study the function that measures the precision of this approximation. In particular, they prove some bounds for this function in some specific ranges. In this thesis, we prove that the same result holds not only for the sequence of all natural numbers, but also for any subsequence that satisfies a growth hypothesis. Besides, in the case of the sequence of numbers that are the product of k distinct primes, where k is a fixed natural number, we obtain a significant improvement on the bounds for the approximating function. In the second part of this thesis, we improve the result of the paper “Probability of digits by dividing random numbers: a ψ and ζ functions approach” by Gambini, Mingari Scarpello & Ritelli (2012). The authors study there the distribution of the nth digit after the decimal point (in different bases) of all possible ratios between the first N natural numbers: they prove that it is not uniform, but it follows a law analogous to Benford’s one. In this thesis, we improve the error term found by the authors; besides, we study some further and different aspects and some variations of the problem, such as the uniformity of the formula.
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Lolli, Elisa. "il pet food: analisi della frazione aromatica e valutazione sensoriale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21684/.

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Abstract:
Negli ultimi anni il settore del pet food ha registrato un forte incremento di interesse, spingendo le aziende produttrici ad indagare sulle variabili che incidono maggiormente sul gradimento, da parte degli animali domestici, degli alimenti a loro destinati. Si è riscontrato come, per cani e gatti, l’olfatto sia determinante per l’apprezzamento di un prodotto. Tale elaborato di tesi ha lo scopo di indagare alcuni prodotti destinati all’alimentazione degli animali, le crocchette per gatti, attraverso metodi analitici per la valutazione quali-quantitativa del profilo aromatico ed elementi di analisi sensoriale. L’elaborazione congiunta dei risultati strumentali (profilo in composti volatili) con quelli sensoriali (gradimento olfattivo da parte degli animali) risulta fondamentale per ottenere una valutazione complessiva dell’aroma del prodotto, consentendo di individuare quali possano essere i composti volatili che influenzano le preferenze alimentari dei gatti. La ricerca bibliografica iniziale è stata propedeutica per la realizzazione di una ricerca sperimentale focalizzata su 42 campioni commerciali di crocchette per gatti. Dalle analisi effettuate mediante metodologia HS-SPME-GC-MS sono stati identificati un totale di 52 composti volatili. Grazie ad un’elaborazione statistica dei risultati mediante PCA è stato possibile selezionare 36 variabili (composti volatili) maggiormente discriminanti nella caratterizzazione dei campioni. Infine, sono state esaminate le principali analogie e differenze nel profilo in composti volatili tra i campioni analizzati, anche in relazione agli ingredienti, sono state identificate le molecole caratterizzanti i campioni e, per alcune di queste, sono stati ricercati in letteratura i relativi sentori aromatici. Per questo motivo risulta essenziale continuare questi studi al fine di formulare alimenti sempre più appetibili, sostenibili e competitivi.
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Benetello, Francesca <1988&gt. "studio della frazione ionica (PM2,5) del particolato atmosferico in ambiente urbano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3485.

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Abstract:
La qualità dell’aria è oggetto di vari studi da molti anni. La caratterizzazione chimica del particolato atmosferico costituisce una parte importante nella determinazione della qualità dell’aria non solo a livello locale ma anche a scala regionale. Questa tesi è focalizzata sullo studio dell’andamento del PM2,5 e sulla determinazione degli ioni (F-, Cl-, NO3-, SO42-, PO43-, Na+, K+, NH4+, Ca2+ e Mg2+) che costituiscono il Secondary Inorganic Aerosol (SIA). Sono state selezionate sei stazioni di campionamento sull’intero territorio veneto: Belluno città, Vicenza – Quartiere Italia, Padova - Mandria, Rovigo centro, Conegliano e Mestre – Parco Bissuola. La campagna di campionamento è stata condotta nel periodo 1 aprile 2012 – 31 marzo 2013 in collaborazione con ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) . All’interno del periodo sono stati analizzati campioni di 10 giorni consecutivi per i mesi più rappresentativi delle quattro stagioni: aprile 2012, giugno 2012, agosto 2012, ottobre 2012, dicembre 2012, febbraio 2013, per un totale di 360 campioni. Il PM2,5 è stato determinato tramite analisi gravimetrica, gli ioni tramite solubilizzazione con acqua ultra pura in bagno ad ultrasuoni seguita da analisi in cromatografia ionica. Lo scopo di questo lavoro è di studiare a scala regionale le fonti di emissione, la composizione e le trasformazioni chimiche della frazione ionica del particolato aerodisperso mettendole in relazione con i parametri meteorologici ed i percorsi delle masse d’aria.
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Gualandi, Chiara. "Caratterizzazione della frazione insolubile in acqua, ottenuta dalla pirolisi di biomassa lignocellulosica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17411/.

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Abstract:
La lignina pirolitica (LP) è un materiale oligomerico, che costituisce fino al 20-40% del bio-olio, ottenuto dalla pirolisi della biomassa lignocellulosica. È un insieme complesso di monomeri e oligomeri ligninici; è una componente importante ma relativamente poco caratterizzata. Lo scopo dello studio è stato caratterizzare la lignina pirolitica e valutarne una possibile applicazione nella sintesi di polimeri o composti chimici. Per la medesima biomassa, sono state svolte pirolisi intermedie, con un pirolizzatore a letto fisso, a diverse temperature (400 °C, 500 °C, 650 °C) e diversi tempi di pirolisi (2, 4, 8, 16 minuti). Per ogni procedura, sono stati raccolti e analizzati i gas di pirolisi (tramite TCD) e il bio-olio. Dal bio-olio, è stata estratta la lignina pirolitica, che è stata caratterizzata mediante le tecniche TLC, SPE, GC/MS, TGA, SEC e solubilizzazione in ambiente acquoso e alcalino. Dai risultati delle analisi svolte, è emerso che La LP è costituita principalmente da oligomeri della lignina, con una prevalenza di trimeri, le cui rese aumentano all’aumentare della temperatura di pirolisi. Tuttavia, la composizione di massa percentuale della LP non è influenzata dalle condizioni di pirolisi. Inoltre, la LP è risultata relativamente solubile in un ambiente acquoso leggermente alcalino (pH 8-9), compatibile con la vita microbica. Grazie a questo lavoro, è stato possibile identificare delle possibili applicazioni della LP: come feedstock chimico per la sintesi di resine (bio-polimeri termoindurenti), oppure come feedstock per trasformazioni catalizzate biologicamente.
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Larese, Filon Francesca. "Introduzione al concetto di frazione: una proposta di didattica inclusiva con Mathematica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18235/.

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Abstract:
La scuola è costantemente in fase di aggiornamento; lo fa attraverso riforme e leggi, ma soprattutto attraverso la disponibilità degli insegnanti a rivedere e attualizzare i metodi di insegnamento. Negli ultimi anni, forse più velocemente che nel passato, la scuola ha sentito il bisogno di introdurre nuove tecnologie per avvicinarsi alla quotidianità degli studenti e per permettere a ognuno di accedere al sapere pur con modalità e tempistiche differenti. Nelle classi di oggi sono presenti alunni con disabilità e alunni con disturbi dell'apprendimento: all'insegnante è lasciato il compito di riuscire ad includere tutti, spiegando all'intera classe la lezione, anche attraverso l'ausilio di strumenti hardware e software. Questo lavoro di tesi si è concentrato sulla creazione di un pacchetto software, utilizzabile da insegnanti e studenti, per la didattica delle frazioni. Nel primo capitolo di questa tesi si esplorano le modalità dell'insegnamento in classe e si analizzano le difficoltà che gli studenti, con o senza bisogni educativi speciali, incontrano nel consolidare il concetto di frazione nella scuola secondaria di primo grado. Si cercano altresì motivazioni all'uso in classe di software didattici. Per completezza sull'argomento, nel secondo capitolo è riportata la teoria della costruzione degli insiemi dei numeri naturali, dei numeri interi e dei numeri razionali, dedicato agli insegnanti solamente. Nel terzo capitolo viene presentato il pacchetto software “Cake” realizzato nell'ambiente “Mathematica”: vuole essere un esempio di come le tecnologie possano aiutare la didattica scolastica, includendo tutti gli alunni senza ridimensionare gli obiettivi didattici. Nel quarto capitolo sono presentati i risultati di tre casi studio, come supporto alla scelta di introdurre tecnologie informatiche nella didattica. Il quinto e ultimo capitolo tira le conclusioni di questo lavoro di tesi e ne indica alcuni possibili sviluppi ed impieghi futuri.
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Barbato, Francesca. "Caratterizzazione chimica della frazione organica di biochar e suoli trattati con biochar." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19423/.

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Abstract:
Il biochar, un materiale carbonioso prodotto dalla combustione di biomasse vegetali in assenza di ossigeno, utilizzato come ammendante nei suoli è in grado di apportare importanti benefici quali il sequestro di carbonio in forma stabile, il miglioramento della fertilità, l’adsorbimento superficiale di contaminanti. Tuttavia, sono presenti delle zone di incertezza che necessitano di essere indagate tra cui il suo impatto sulla dinamica della sostanza organica nel suolo. Questo aspetto è stato considerato nel presente lavoro di tesi attraverso la caratterizzazione quantitativa e qualitativa del materiale organico solubile in acqua (o disciolto, DOM) derivante dal biochar. Il DOM rappresenta la frazione più attiva e mobile del materiale organico nei suoli. Il presente studio ha indagato la quantità e le caratteristiche del DOM derivante da diversi tipi di biochar e rilasciato da suoli trattati con biochar. Sui biochar è stato studiato l’effetto dei parametri di produzione, temperatura di pirolisi, atmosfera e tipo di biomassa. Per i suoli sono stati considerati quelli di tre aziende agricole situate nel parmense coinvolte in un progetto PSR. L’obiettivo era studiare l’effetto che concentrazioni crescenti di biochar determinano sul rilascio e le caratteristiche di DOM. Il DOM è stato estratto con acqua dai campioni di biochar e suolo e le soluzioni sono state analizzate con tecniche di spettroscopia di fluorescenza in matrice di emissione eccitazione e di assorbimento molecolare UV-visibile. I dati sono stati normalizzati con il contenuto di carbonio determinato per combustione. I risultati mostrano che i parametri di pirolisi e il tipo di biomassa influenzano la composizione del DOM. Il biochar applicato a concentrazioni crescenti nei suoli in genere non modifica significativamente la quantità di DOM. In alcuni casi si è osservata una diminuzione di DOM indicando che il biochar agisce più come materiale assorbente che come fonte di carbonio organico disciolto.
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Poggi, Nicholas. "Analisi della frazione volatile di semilavorati anidri per l'industria dolciaria: focus sull'ossidazione lipidica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
I semilavorati anidri per l’industria dolciaria sono prodotti utilizzati per decorare e completare gelati o semifreddi. La qualità di questa tipologia di prodotti dipende principalmente dagli ingredienti utilizzati in formulazione e, soprattutto, dalle condizioni di conservazione. A tal proposito, la sperimentazione si è focalizzata sullo studio di eventuali variazioni quantitative di specifiche molecole volatili durante l’invecchiamento accelerato (in cella climatica a 40°C) di semilavorati anidri, alla gianduia e al pistacchio, commercializzati in due tipologie di contenitori differenti. Per lo studio della frazione volatile dello spazio di testa si sono impiegate due metodologie analitiche strumentali: la microestrazione in fase solida accoppiata a gascromatografia e spettrometria di massa (SPME-GC-MS) e la Flash gascromatografia (FGC). I composti volatili sono stati tentativamente identificati (sulla base degli spettri di massa dei picchi cromatografici) e quantificati (sulla base dell’area di ciascun picco) mediante SPME-GC-MS. In particolare, si è osservato come l’esanale e l’1-pentanolo, molecole note per formarsi dall’ossidazione dell’acido linoleico (principale acido grasso presente nell’olio di girasole usato in entrambe le formulazioni), aumentassero durante l’invecchiamento accelerato in entrambe le tipologie di semilavorati. I profili cromatografici, ottenuti dalla tecnica FGC, sono stati elaborati mediante PCA con lo scopo di valutare le relazioni esistenti tra le diverse tipologie di confezioni, i tempi di invecchiamento accelerato e le variabili considerate (composti volatili), in entrambi i semilavorati (gianduia e pistacchio).
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Bettini, Cristina <1983&gt. "Biometanazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani attraverso codigestione con letame bovino." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4103/1/Bettini_Cristina_tesi.pdf.

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Abstract:
An anaerobic consortium, capable of efficiently converting into methane the organic fraction of mechanically sorted municipal solid waste (MS-OFMSW), was obtained through a dedicated enrichment procedure in a 0.36 L up-flow anaerobic recirculated reactor. This result was obtained after several micro-reactor fed-batch procedures that allowed to obtain only a few methanization of the MS-OFMSW.
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Bettini, Cristina <1983&gt. "Biometanazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani attraverso codigestione con letame bovino." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4103/.

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Abstract:
An anaerobic consortium, capable of efficiently converting into methane the organic fraction of mechanically sorted municipal solid waste (MS-OFMSW), was obtained through a dedicated enrichment procedure in a 0.36 L up-flow anaerobic recirculated reactor. This result was obtained after several micro-reactor fed-batch procedures that allowed to obtain only a few methanization of the MS-OFMSW.
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Dugo, Alvise. "Analisi strumentale rapida della frazione volatile di oli vergini di oliva a supporto dell'analisi sensoriale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Al fine di garantire la qualità e l’autenticità dell’olio di oliva i principali enti di normazione a livello internazionale (UE, COI, Codex Alimentarius) hanno negli anni emanato vari regolamenti riportanti i metodi, i parametri analitici ed i relativi limiti che devono essere applicati e verificati perché il prodotto possa essere classificato dal punto di vista merceologico. Insieme ai diversi parametri di qualità basati sull’applicazione di metodi chimico-fisici, vi sono anche quelli che riguardano le caratteristiche sensoriali valutati tramite analisi organolettica da parte di un Panel specializzato. L'obiettivo di questa elaborato di tesi è stato di valutare l’applicabilità di una metodologia analitica strumentale di screening rapido, che possa supportare il Panel, riducendo il numero di campioni da valutare. Questo metodo é stato basato sulla separazione delle molecole volatili responsabili dei principali attributi sensorialmente percepibili presenti nello spazio di testa dei campioni, mediante Flash Gas Chromatography, valutandone il profilo attraverso un approccio chemometrico non-targeted E-Nose. A tal fine, è stato analizzato un set di 180 oli ottenuti dalle olive, classificati mediante COI Panel Test come appartenenti ad una delle tre categorie merceologiche “extra vergine”, “vergine” e “lampante”. I tracciati cromatografici ottenuti sono stati elaborati con lo scopo di ottenere dei modelli PLS-DA (Partial Least Square-Discriminant Analysis) e ANN (Artificial Neural Network) in grado di discriminare i campioni nelle diverse categorie merceologiche. Questo approccio strumentale è risultato essere efficace nell'esclusione dei campioni sicuramente extra vergini e lampanti, consentendo al Panel di concentrarsi in maniera specifica sull’analisi sensoriale dei vergini o dei campioni eventualmente “borderline”. Questa nuova tipologia di analisi potrebbe quindi rivelarsi conveniente per le aziende in termini di risparmio economico e di tempo di analisi.
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Mantellini, Cristina. "Analisi della frazione fenolica di olive da tavola sottoposte a trattamenti con campi elettrici pulsati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Lo scopo dell’elaborato riguarda la caratterizzazione e l’identificazione dei composti fenolici di olive da tavola, varietà Itrana, sottoposte a due diversi trattamenti con campi elettrici pulsati (in funzione dell’intensità di corrente utilizzata per il trattamento) e non trattate, conservate per 6 mesi in salamoia, al fine di valutare il possibile impiego di tale tecnologia nella produzione di olive da tavola, come alternativa a metodi tradizionali utilizzati per la deamarizzazione. Le olive appena raccolte non possono essere consumate tal quali per via della presenza di composti fenolici, appartenenti alla classe chimica dei secoiridoidi, che conferiscono un intenso gusto amaro. Fra questi, la molecola maggiormente responsabile è l’oleuropeina dalla cui idrolisi, enzimatica o alcalina, si generano derivati meno amari o non amari quali l’idrossitirosolo, l’acido elenolico ed il glucosio. Tra i trattamenti più comuni effettuati per la produzione di olive da tavola alcuni prevedono l’impiego di idrossido di sodio, che induce una rapida ed efficace idrolisi alcalina dell’oleuropeina ma che genera, reflui che devono essere smaltiti, nonché elevati quantitativi di acqua per i lavaggi che devono necessariamente seguire il trattamento alcalino. Il metodo naturale o greco, invece, sfrutta l’attività idrolitica di specifici enzimi operata dai microrganismi fermentativi, ma i tempi di trattamento sono lunghi e i parametri di processo difficilmente controllabili. In questa sperimentazione si è voluta testare, in via preliminare, l’applicabilità del trattamento PEF nella lavorazione delle olive da tavola, nello specifico in merito all’effetto di deamarizzazione. I campioni di olive da tavola, sia trattate (low PEF e high PEF) che non (controllo), dopo 30, 90, 120, 150 e 180 giorni di conservazione in salamoia, sono state sottoposte ad estrazione della frazione fenolica e seguente analisi in cromatografia liquida ad elevate prestazioni con rivelatore ultravioletto (HPLC-UV).
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Brogna, Nico <1973&gt. "Miglioramento della qualità della carne suina: modificazioni della frazione lipidica nella filiera di produzione del suino pesante." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/223/1/TesiDottorato_Nico_Brogna.pdf.

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Brogna, Nico <1973&gt. "Miglioramento della qualità della carne suina: modificazioni della frazione lipidica nella filiera di produzione del suino pesante." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/223/.

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Biasiolo, Marco <1992&gt. "Digestione anaerobica a singola fase della frazione liquida ricavata da FORSU pressata, in mesofilia e in termofilia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16161.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi è stato quello di verificare la fattibilità sul piano tecnico ed economico di un processo di digestione anaerobica, portato avanti utilizzando come substrato la frazione liquida ricavata da FORSU pressata (Screw-Press). È stata posta particolare attenzione sulle caratteristiche del substrato utilizzato, ricavato con una tipologia di pretrattamento non ancora pienamente implementata a livello industriale per questa tipologia di processo. Il processo è stato portato avanti in due bioreattori, per testare sia la condizione di mesofilia che di termofilia. I reattori sono stati inoculati con una biomassa poco sviluppata e poco differenziata, e sono stati portati gradualmente alle condizioni operative, così da simulare nella maniera più realistica possibile le condizioni di start-up di un impianto a piena scala. I reattori sono stati tenuti a medio-carico, con un OLR=2kgTVS/m3d, monitorando giornalmente la stabilità e la resa del processo. Sulla base dei dati ottenuti dagli impianti pilota è stato effettuato il bilancio di massa ed energetico di un ipotetico scale-up a piena scala.
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Lorenzini, Cinzia. "Valutazione della variabilità della frazione di eiezione per la definizione di cardiotossicità da chemioterapici in pazienti con carcinoma mammario." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
La frazione di eiezione (FE) è la stima cruciale nel processo diagnostico, terapeutico e decisionale in diversi percorsi clinici, tra cui la definizione di insorgenza cardio-tossicità nei pazienti oncologici.Si definisce cardiotossicità l’azione lesiva, spesso irreversibile,indotta a seguito della somministrazione di farmaci oncologici.Questa tossicità a livello cardiaco è stata definita come una riduzione della frazione d’eiezione del ventricolo sinistro (FE) > 10% rispetto al basale, con valore < 53%.L’ecocardiografia tridimensionale (3DE) ha già dimostrato la sua superiorità rispetto all’ecocardiografia 2Dper la valutazione della funzione ventricolare sinistra. Sono disponibili diversi software di analisi 3D e possono essere utilizzati per calcolare l’FE.Lo scopo di questo studio è di valutare come la variabilità intrinseca nella stima della frazione d’eiezione potrebbe influenzare la valutazione di cardiotossicità. Abbiamo analizzato il set di dati 2DE e 3DE in 181 pazienti trattati per tumore al seno con Antracicline e Trastuzumab. L’FE è stata calcolata a partire dai dati 2DE e 3DE utilizzando due pacchetti software e ne sono state confrontate le stime corrispondenti. Inoltre, in un sottogruppo di 40 pazienti i dati 3DE sono stati nuovamente analizzati ed è stata calcolata la variabilità intra e inter-osservatore da due ricercatori, utilizzando entrambi i pacchetti software. Come previsto le stime 2D sottovalutano in modo significativo le stime 3D. Le variabilità intra ed inter-osservatore per entrambi i pacchetti hanno mostrato una variabilità enorme, a causa di differenze significative in ESV e EF.La variabilità trovata potrebbe essere un fattore di confusione in quanto la variazione nelle misure FE sono nell’ordine del decremento dell’FE per effetti avversi cardiaci da farmaci chemioterapici.Diversi pacchetti software per la valutazione 3DE della FE non devono essere utilizzati in modo intercambiabile.
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Munarin, Gianluca <1994&gt. "Trattamento anaerobico a fasi separate (fermentazione-digestione) della frazione organica del rifiuto solido urbano pretrattato mediante screw press." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16045.

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Abstract:
Il presente studio di tesi vuole investigare le rese di produzione specifica di biogas (SGP) della digestione anerobica di FORSU pretrattata mediante screw press; in particolare per la prima volta si è operato un processo di trattamento anaerobico in due reattori separati CSTR senza effettuare il ricircolo. Inizialmente il lavoro sperimentale ha previsto la stabilizzazione delle condizioni operative di un fermentatore monitorando parametri fondamentali quali pH, alcalinità, concentrazione di VFA ecc... Una volta raggiunte le condizioni operative si è proceduto alla digestione del fermentato ricco in VFA in due digestori operanti rispettivamente in mesofilia e termofilia. Lo studio di tesi si prefigge anche l'obiettivo di confrontare le rese di produzione di biogas con i risultati ottenuti operando il ricircolo.
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CABBOI, BARBARA. "Effetto pro-ossidante e pro-infiammatorio degli ossisteroli in cellule intestinali: attività modulatoria della frazione fenolica del vino." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266441.

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Abstract:
Because the intestine sits at the interface between the organism and its luminal environment, it represents a critical defense barrier against luminal toxic agents. Thus, in addition to being exposed to luminal nutrients, the intestinal mucosa is constantly challenged by diet-derived oxidants, mutagens, and carcinogens as well as by endogenously generated reactive oxygen species. Among the oxidizing agents cholesterol oxidation products, oxysterols, are particularly relevant; besides being generated endogenously, they may be introduced with the diet. Oxysterols are involved in physiological processes, but they also exert several detrimental effects including cytotoxicity, induction of cell death, carcinogenicity and pro-oxidative and pro-inflammatory activities. These compounds have recently been suggested to be associated with the pathogenesis of inflammatory bowel diseases (IBD), and with a high risk of developing colorectal cancer. There is an increasing interest in the mechanisms of response of the intestinal epithelium to oxidative stress and in the capability of nutritional antioxidants to strengthen endogenous antioxidant defenses. Among dietary-derived antioxidants, phenolic compounds have been described to have a wide range of biological activities and many reports have illustrated their promising role as preventive tools in several acute and chronic disorders. Phenolic compounds are absorbed and extensively metabolized in vivo: however, the percentage of absorption does not exceed a few percent of the ingested dose. It is assumed that dietary polyphenols may display their first antioxidant defense in the digestive tract, where they concentrate, both through their “conventional“ antioxidant capacity, limiting ROS formation and scavenging them, and by an “indirect” antioxidant effect, inducing endogenous protective enzymes and/or regulating cellular process such as inflammation. Wine accounts for a very high proportion of phenolic compounds intake in the Mediterranean diet; typically a glass of red wine contains about 100 mg of compounds generally called polyphenols. We investigated the ability of two wine phenolic extracts, obtained from grape varieties grown in Sardinia, Cannonau (red) and Vermentino (white), to exert a protective action against the pro-oxidative and pro-inflammatory effect of oxysterols in Caco-2 cells, a cell line with enterocyte-like features, as a model system that mimics the insult of dietary oxidized lipids on the intestinal mucosa. Oxidative damage was induced by treating cells with a dietary-representative oxysterols mixture (7-ketocholesterol, 5α,6α-epoxycholesterol, 5β,6β-epoxycholesterol, 7α-hydroxycholesterol and 7β-hydroxycholesterol); malondialdehyde (MDA) production was evaluated as marker of oxidative damage, together with cell death. Changes in the cellular redox state were evaluated determining the glutathione peroxidase (GPx) activity, the variation of GSH concentration, NADPH oxidase 1 (NOX1) activation and ROS generation. Twenty-four hours exposure to oxysterols induced cell death and MDA production, together with a significant loss of GSH, just after 30 min of incubation. An increase in the GPx activity was observed 18 hours after treatment. Pretreatment with both the wine phenolic extracts protected Caco-2 cells from oxidative damage and the level of GSH was preserved; a further increase of the GPx activity was observed in cells pretreated with wine fenolic extracts in agreement with previous studies. Oxysterols oxidizing action was due, at least in part, to the generation of intracellular ROS, as demonstrated by the use of a fluorescent probe. Since the increase of ROS levels by oxysterols in Caco-2 cells has been reported to involve modulation of NOX1, we also measured the activation of this enzyme; oxysterols treatment significantly enhanced the activity of NOX1. Wine phenolic extracts pretreatment reduced ROS formation, probably by a scavenging direct action, but also through the modulation of NOX1 activity, which was significantly inhibited by the extracts. In view of recent studies reporting that oxysterols may induce an increase of ROS production through an enhanced expression of NOX1 in Caco-2 cells in association with an increase of inflammatory cytokine production (IL-6 and IL-8), we investigated the antinflammatory effect of the wine phenolic extracts, by measuring the release of IL-6 and IL-8 by Caco-2 cells treated with the oxysterols mixture. Differentiated Caco-2 cells in fact have been reported to be also an excellent in vitro model of intestinal inflammation, responding to different inflammatory stimuli. Cannonau phenolic extract exerted a significant antinflammatory activity, inhibiting the release of the two interleukins. Finally, we evaluated the signaling pathways modulated by oxysterols and wine phenolic extracts with the aim of clarifying the molecular mechanism involved in the antioxidant and antinflammatory activity. For this purpose the possible modulation of the MAPKs cascade was analyzed in Caco-2 treated with oxysterols. These kinases have been reported to be activated by various stress stimuli, and they have been also implicated in oxysterols induced cytokine secretion and apoptosis. Under our experimental conditions, the oxysterols mixture was not able to modulate ERK phosphorilation, but induced p38 and JNK pathways activation. Pretreatment with both the wine phenolic extracts significantly inhibited p38 and JNK phosphorilation. The results of this study support a potential role for wine phenolic compounds in preventing oxysterols induced oxidative damage and inflammatory cytokine production in Caco-2 cells. We suggest that wine phenolic compounds exerted such a preventive effect through a mechanism involving a direct scavenging of ROS and/or an inhibition of NOX1, which in turn affected ROS production and redox sensitive MAPKs, p38 and JNK, expression and interleukins release. Although further studies are needed, our results point out for the first time a direct antioxidant and antinflammatory action of the phenolic fraction from the red wine Cannonau and the white wine Vermentino on enterocytes exposed to oxidizing species. These data have an interesting biological significance, suggesting the possibility that, together with their metabolites, wine polyphenols may significantly contribute to preserve the integrity of intestinal mucosa against oxidative damage and inflammation related disorders. Our data also support the opinion that total phenolic content, as well as wine’s color, are not essential for the antioxidant activity of a wine extract; although the extract obtained from the red wine Cannonau was effective at lower concentrations and in all the experimental conditions, the extract obtained from the white wine Vermentino showed basically a comparable efficacy.
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Barich, Francesca. "Soluzioni del sistema integrodifferenziale con derivata frazionaria di Riemann-Liouville tramite risolventi frazionari." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20718/.

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Abstract:
Le equazioni differenziali frazionarie hanno attirato notevole attenzione di molti matematici negli ultimi venti anni e vengono considerate come modelli alternativi alle equazioni differenziali non lineari. In questo elaborato si indagherà l'esistenza delle soluzioni di un sistema integrodifferenziale semilineare con derivata frazionaria di Riemann-Liouville, facendo riferimento al lavoro di S. Ji, M. Wang, "Solutions to Riemann-Liouville fractional integrodifferential equations via fractional resolvents", e si enunceranno le condizioni necessarie e sufficienti per avere l'esistenza di almeno una soluzione al sistema. In ultima analisi si mostrerà l'esistenza delle soluzioni ad uno specifico sistema evolutivo, sfruttando quanto detto nella parte teorica.
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Nicolini, Ester. "Valutazione della cardiotossicità in pazienti oncologici mediante tecniche di diagnostica per immagine." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5104/.

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Abstract:
Scopo della tesi è delineare un possibile approccio alla valutazione della cardiotossicità nei pazienti sottoposti a cure chemioterapiche a base di Antracicline, Taxani e Trastuzumab. Si valuta l'importanza e idoneità dell'ecografia volumetrica nella determinazione della funzionalità cardiaca in ambito oncologico e la fragilità della frazione di eiezione nel diagnosticare efficacemente la cardiotossicità indotta dai farmaci anti-tumorali, fornendo, come alternativa, il monitoraggio di strain longitudinale e biomarcatori come la Troponina I.
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Gallinaro, Marco. "Studio e implementazione di un modello random-close per propellenti solidi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8574/.

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Abstract:
L'obiettivo di questo lavoro di tesi è quello di implementare un codice di calcolo, attraverso l'algoritmo di Lubachevsky-Stillinger, in modo da poter prevedere la frazione volumetrica occupata dalle particelle solide che costituiscono il grain negli endoreattori a propellente solido. Particolare attenzione verrà rivolta al problema dell'impacchettamento sferico random (Random-Close Packing) che tale algoritmo cerca di modellare, e le ipotesi per cui tale modellazione può essere applicata al tipo di problema proposto. Inoltre saranno descritte le procedure effettuate per l'ottenimento dei risultati numerici delle simulazioni e la loro motivazione, oltre ai limiti del modello utilizzato e alle migliorie apportate per un'esecuzione più efficiente e veloce.
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Palagano, Rosa. "Un approccio analitico innovativo per lo studio della frazione volatile di oli vergini da olive: Flash-Gascromatography E-Nose." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11827/.

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Abstract:
Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato quello di studiare l’efficacia e l’applicabilità dello strumento HERACLES II Flash Gas Chromatography Electronic Nose mediante l’analisi di un set molto ampio di campioni di oli d’oliva vergini reperiti presso un concorso nazionale. Nello specifico, mediante elaborazioni di statistica multivariata dei dati, è stata valutata sia la capacità discriminante del metodo per campioni caratterizzati da un diverso profilo sensoriale, sia la correlazione esistente tra l’intensità delle sensazioni percepite per via sensoriale ed i dati ottenuti mediante l’analisi strumentale. La valutazione delle caratteristiche sensoriali dei campioni è stata realizzata in occasione dello stesso concorso da parte di un gruppo di giudici esperti e secondo le modalità stabilite dai regolamenti comunitari. Ogni campione è stato valutato da almeno 8 assaggiatori che hanno determinato l’intensità di caratteristiche olfattive (eventuali difetti, fruttato e note secondarie positive) e gustative (amaro e piccante). La determinazione dei composti volatili, invece, è stata condotta mediante lo strumento HERACLES II Electronic Nose (AlphaMOS), dotato di due colonne cromatografiche caratterizzate da diversa polarità (MXT-5 con fase stazionaria apolare e MXT-WAX con fase stazionaria polare), ciascuna collegata ad un rivelatore di tipo FID. L’elaborazione multivariata dei dati è stata realizzata mediante il software in dotazione con lo strumento.
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Nanni, Elisa. "Spazi di riqualificazione secondo il modello della transizione. L'esempio della frazione di Borgonuovo nel comune di Sasso Marconi (BO)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6488/.

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Abstract:
La presente tesi sviluppa un progetto di riqualificazione alla scala urbana ed architettonica della frazione di Borgonuovo nel comune di Sasso Marconi, secondo il modello della transizione, ideato da Rob Hopkins.
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Cappelletti, Michele. "Oli extra vergini di oliva prodotti da varieta autoctone dell'areale di Brisighella: Profilo sensoriale e relazioni con la frazione fenolica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8492/.

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Abstract:
Il progetto sperimentale è stato focalizzato alla valutazione qualitativa di oli extra vergini di oliva monovarietali (Nostrana di Brisighella, Ghiacciola, Don Carlo), prodotti da olive coltivate nell’areale Brisighellese analizzandoli sia per alcuni parametri chimici che per alcune caratteristiche sensoriali rilevabili in fase gustativa (attributi di amaro e piccante). Per ogni campione sono stati valutati i parametri di qualità stabiliti dal Reg. CEE n. 2568/91 e successive modifiche: acidità libera, numero di perossidi, estinzioni specifiche nell’ultravioletto, composizione in acidi grassi ed analisi sensoriale secondo il metodo del “Panel test”. Gli oli sono stati anche sottoposti alla caratterizzazione della frazione biofenolica mediante estrazione secondo metodo COI (COI/T.20/Doc. n.29) seguita da separazione cromatografica HPLC ed identificazione guidata sia da rivelatore a fotodiodi (DAD) che da spettrometro di massa (MSD). I dati ottenuti sono stati elaborati con l’ausilio di tecniche di analisi multivariata (PCA) valutando sia le correlazioni esistenti tra le variabili, che la possibilità di discriminare i campioni in gruppi omogenei per caratteristiche chimiche e/o sensoriali. Più specificatamente, si è rivolta l'attenzione alle relazioni esistenti tra la concentrazione in singole molecole a struttura fenolica e l'intensità degli attributi sensoriali positivi, amaro e piccante. In ultima analisi, si è proceduto a determinare il contenuto totale in derivati fenolici dell’idrossitirosolo e tirosolo (semplici e complessi) presenti in 20 g di olio per verificare la conformità al claim salutistico approvato dall'EFSA nel 2011 “i polifenoli dell’olio di oliva contribuiscono alla protezione dei lipidi ematici dallo stress ossidativo”, che è possibile inserire in etichetta qualora il prodotto soddisfi il limite richiesto dal Reg. UE 432/2012.
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Valančius, Egidijus. "Anglų kalbos frazinių veiksmažodžių leksinė semantinė grupė su sunaikinimo reikšme ir jos ekvivalentai lietuvių kalboje." Master's thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2005. http://vddb.library.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2005~D_20050606_085834-15841.

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Abstract:
In this work we have investigated English lexico-semantic group of destruction and compared it with the Lithuanian one. Since the group of destruction is very wide, we limited our research to english phrasal verbs and their equivalents in Lithuanian language - prefixed verbs.
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Costa, Valentina. "Sviluppo e confronto di processi biotecnologici per la digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani ottenuta per separazione meccanica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1514/.

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De, Maglie Francesco. "Life Cycle Assessment di un impianto integrato di trattamento della frazione organica dei rifiuti. Il caso di Voltana di Lugo (RA)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6466/.

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Abstract:
La metodologia Life Cycle Assessment (LCA) è un metodo oggettivo di valutazione e quantificazione dei carichi energetici ed ambientali e degli impatti potenziali associati ad un processo o attività produttiva lungo l’intero ciclo di vita. Il lavoro presentato in questa tesi ha avuto come obiettivo l’analisi del ciclo di vita dell’impianto di trattamento della FORSU (la frazione organica di rifiuti solidi urbani) di Voltana di Lugo, in provincia di Ravenna. L’impianto attuale si basa sull'utilizzo accoppiato di digestione anaerobica a secco (sistema DRY) e compostaggio. Si è voluto inoltre effettuare il confronto fra questo scenario con quello antecedente al 2012, in cui era presente solamente il processo di compostaggio classico e con uno scenario di riferimento in cui si è ipotizzato che tutto il rifiuto trattato potesse essere smaltito in discarica. L’unità funzionale considerata è stata “le tonnellate di rifiuto trattate in un mese“, pari a 2750 t. L’analisi di tutti i carichi energetici ed ambientali dell’impianto di Voltana di Lugo è stata effettuata con l’ausilio di “GaBi 5”, un software di supporto specifico per gli studi di LCA. Dal confronto fra lo scenario attuale e quello precedente è emerso che la configurazione attuale dell’impianto ha delle performance ambientali migliori rispetto alla vecchia configurazione, attiva fino a Dicembre 2012, e tutte e due sono risultate nettamente migliori rispetto allo smaltimento in discarica. I processi che hanno influenzato maggiormente gli impatti sono stati: lo smaltimento del sovvallo in discarica e la cogenerazione, con produzione di energia elettrica da biogas. Il guadagno maggiore, per quanto riguarda lo scenario attuale rispetto a quello precedente, si è avuto proprio dal surplus di energia elettrica prodotta dal cogeneratore, altrimenti prelevata dal mix elettrico nazionale.
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Savigni, Lorenzo. "Biometanazione della frazione organica di rifiuti solidi urbani da raccolta indifferenziata mediante codigestione con refluo zootecnico o addizione di solfuro di sodio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/96/.

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Abstract:
Il presente elaborato è stato finalizzato allo sviluppo di un processo di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU oppure, in lingua inglese OFMSW, Organic Fraction of Municipal Solid Waste) provenienti da raccolta indifferenziata e conseguente produzione di biogas da impiegarsi per il recupero energetico. Questo lavoro rientra nell’ambito di un progetto, cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna attraverso il Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT), sviluppato dal Dipartimento di Chimica Applicata e Scienza dei Materiali (DICASM) dell’Università di Bologna in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara e con la società Recupera s.r.l. che applicherà il processo nell’impianto pilota realizzato presso il proprio sito di biostabilizzazione e compostaggio ad Ostellato (FE). L’obiettivo è stato la verifica della possibilità di impiegare la frazione organica dei rifiuti indifferenziati per la produzione di biogas, e in particolare di metano, attraverso un processo di digestione anaerobica previo trattamento chimico oppure in codigestione con altri substrati organici facilmente fermentabili. E’ stata inoltre studiata la possibilità di impiego di reattori con biomassa adesa per migliorare la produzione specifica di metano e diminuire la lag phase. Dalla sperimentazione si può concludere che è possibile giungere allo sviluppo di metano dalla purea codigerendola assieme a refluo zootecnico. Per ottenere però produzioni significative la quantità di solidi volatili apportati dal rifiuto non deve superare il 50% dei solidi volatili complessivi. Viceversa, l’addizione di solfuri alla sola purea si è dimostrata ininfluente nel tentativo di sottrarre gli agenti inibitori della metanogenesi. Inoltre, l’impiego di supporti di riempimento lavorando attraverso processi batch sequenziali permette di eliminare, nei cicli successivi al primo, la lag phase dei batteri metanogeni ed incrementare la produzione specifica di metano.
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Ceccomarini, Nicolò. "Applicazione della metodologia Montecarlo per l’analisi stocastica della fattibilità tecnica ed economica per il trattamento biologico della frazione organica dei rifiuti solidi urbani." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17523/.

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Abstract:
L'elaborato di tesi svolto in collaborazione con la Prof.ssa Bonoli ed in seguito ad un'esperienza semestrale con i docenti dell'Università di Granada, UGR, presso il dipartimento di Ingegneria Civile, è inerente ad uno studio di fattibilità tecnico-economica rivolto agli impianti di trattamento biologico della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU). Lo studio in prima analisi si serve degli strumenti offerti dalla letteratura finanziaria, ossia attraverso l'analisi del Valore Attuale Netto. A partire da un'analisi costi / benefici effettuata attraverso lo studio delle fonti letterarie in merito alla tematica in questione, è risultato possibile valutare, in ottica multi-scenario, la fattibilità economica di differenti impianti di trattamento biologico della FORSU. L'approccio implementato per lo studio di fattibilità si serve della metodologia stocastica offerta tramite la simulazione Montecarlo. A seguito di un numero di iterazioni sufficientemente elevato di permutazioni degli input, nella forma di costi e benefici, è stato possibile, processando questi mediante la formula tradizionale del Valore Attuale Netto, ottenere una moltitudine di output, indici per lo studio della fattibilità tecnico - economica delle diverse tipologie di impianti di trattamento biologico. Tre sono gli scenari oggetto d'analisi, inerenti, rispettivamente, al compostaggio via digestione aerobica, alla produzione di energia elettrica rinnovabile, via digestione anaerobica ed infine la produzione di biometano mediante impianti di trattamento anaerobici. Applicando la metodologia definita per l'analisi stocastica tecnico - economica ad ogni scenario definito, si è potuto in ultima analisi definire quale sia la soluzione impiantistica maggiormente redditizia ed economicamente perseguibile rispetto le restanti.
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Seritti, Agostino. "Produzione di poliidrossialcanoati dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani: recupero e utilizzo di acidi grassi volatili in sistemi a colture microbiche miste." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20650/.

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Abstract:
Il seguente lavoro di tesi mira a sviluppare tecnologie e processi sostenibili per la produzione di biopolimeri, quali poliidrossialcanoati (PHA). I PHA sono poliesteri di base biologica prodotti dai batteri, in sistemi di fermentazione a colture microbiche miste (MMC). Come substrato carbonioso è stata utilizzata la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU). Il processo consiste in un sistema accoppiato di fermentazione acidogenica e strippaggio in ipertermofilia (70°C), per la produzione e recupero di acidi grassi volatili (VFA), utilizzati come fonte carboniosa in MMC per la produzione di PHA. Lo strippaggio è stato utilizzato come tecnica di recupero dei VFA dalla fermentazione, i primi test sono stati effettuati mediante l’utilizzo di soluzioni standard raggiungendo una resa massima del 99 % di VFA in 23h. L’esperimento reale, (fermentazione acidogenica accoppiata a strippaggio) ha auto una conversione massima del 65 % di FORSU in VFA, il recupero tramite lo strippaggio è stato del 90 % mentre la resa globale del processo accoppiato è stata pari al 18%. Per la produzione di PHA è stato utilizzato il ProBiotipo, impianto pilota di B-PLAS DEMO, progetto finanziato dalla EIT Climate-KIC. Le percentuali di produzione di PHA da MMC raggiunte sono dell’83 % su peso secco. Successivamente sono state effettuate estrazioni di PHA dalle biomasse batteriche con l’utilizzo di sodio dodecil solfato (SDS) per lisare la parete cellulare e dimetilcarbonato (DMC) solvente green per l’estrazione. Le rese di estrazione sono state del 94 %.
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Civita, Vito. "La gestione integrata dei rifiuti solidi urbani. Il compostaggio di comunità come alternativa sostenibile per il trattamento della frazione organica nei piccoli centri." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4809/.

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SALUSTRI, ELISA. "Valore prognostico della determinazione di biomarcatori ematici in pazienti con scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata: correlazioni con imaging ecocardiografico e di risonanza magnetica." Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2022. https://hdl.handle.net/11697/198072.

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Abstract:
Lo scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata è responsabile del 50% dei casi di insufficienza cardiaca. Obiettivo di questo studio è stato valutare nei pazienti con quadro di scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata i seguenti end-point: 1- correlazione esistente tra specifici biomarkers e parametri ecocardiografici e di risonanza magnetica, al fine di individuare la diversa espressione strutturale e funzionale di uno scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata 2- capacità di specifici fattori clinici, bioumorali e strutturali di predire gli eventi ad un anno, in particolare mortalità per tutte le cause e ri-ospedalizzazione per scompenso, così da identificare precocemente i pazienti a maggior rischio e poter intraprendere tempestivamente una strategia preventiva. La valutazione ecocardiografica della funzione diastolica e il dosaggio di biomarcatori espressione di rimodellamento ventricolare (sT2, GAL-3, GDF-15), turn-over della matrice extracellulare, stato infiammatorio (GDF-15, IL-6) , disbiosi (ossido di trimetilamina, TMAO) appare d’ausilio nella diagnosi e nella definizione della prognosi di pazienti con HFpEF; l’individuazione delle correlazioni esistenti tra tali parametri consentirebbe inoltre un’ulteriore definizione dell’espressione strutturale e clinica di quelli che potrebbero essere definiti differenti “fenotipi” di una condizione eterogenea quale è lo scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata. Lo studio mediante risonanza magnetica potrebbe fornire importanti informazioni aggiuntive sul rimodellamento ventricolare, in particolare sulla presenza di fibrosi diffusa.
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Cavallo, Martina. "Valorizzazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani tramite liquefazione idrotermale e digestione anaerobica: monitoraggio del processo biologico e caratterizzazione chimica dei composti organici idrosolubili." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Questo elaborato si basa su uno studio effettuato in collaborazione con l’istituto di ricerca ENI-Donegani durante il quale si è esaminata la possibilità di trattare attraverso un processo biologico accoppiato, anaerobico-aerobico, le acque derivanti dal trattamento idrotermale (HTL, hydrothermal liquefaction) della frazione organica del rifiuto solido urbano (FORSU). Lo studio si è incentrato sulla resa del processo in termini di biogas prodotto e sull’ identificazione dei composti presenti all’interno del refluo da trattare. Per il monitoraggio del processo biologico sono state condotte le seguenti analisi: GC-TCD (gas cromatografia-detector a conduttività termica) per l’identificazione della composizione del biogas; estrazione e analisi in GC-MS (gas cromatografo-spettrometro di massa) per l’identificazione degli acidi grassi volatili prodotti nel processo di digestione anaerobica; analisi del pH, dell’ammoniaca e del COD (Chemical Oxygen Demand) delle sostanze organiche disciolte. Per la caratterizzazione chimica dei composti organici idrosolubili non volatili stata effettuata una derivatizzazione, tramite sililazione, dei flussi di entrata e di uscita al reattore, con successiva analisi in GC-MS. L’analisi quantitativa è stata effettuata grazie al metodo dello standard interno. Dai risultati dello studio e stato riscontrato un problema di inibizione dei metanogeni e dei microrganismi aerobi con una maggiore produzione di VFAs rispetto a biometano. Tale inibizione è stata attribuita principalmente alla variabilità del sistema NH3/VFAs/pH ed alla presenza di molecole inibenti nel refluo acquoso (HTL-WW). Vista la maggiore produzione di VFAs potrebbe essere interessante valutare la separazione di questi composti ad alto valore economico utilizzati nelle industrie chimiche per la produzione di vernici, gomma, materie plastiche, pesticidi, e conservanti alimenti.
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Olmetto, Daniele. "Co-digestione anaerobica di fanghi di depurazione e frazione organica dei rifiuti urbani. Sperimentazioni full-scale del processo BTA presso la Fisia Italimpianti di Villacidro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/309/.

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Giuliano, Antonio <1982&gt. "Ottimizzazione dei processi di digestione anaerobica di matrici ad elevata biodegradabilità." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3033.

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Abstract:
Il lavoro di dottorato si inquadra nell’ambito delle energie da fonti rinnovabili, ed in particolare in quello del recupero di combustibili gassosi da matrici ad alta biodegradabilità. I filoni affrontati sono due: da una parte, la messa a punto di un sistema integrato AD a 2 fasi per il trattamento di FORSU, al fine di produrre biohythane, controllando il sistema attraverso il flusso di ricircolo da una fase all’altra. L’altro filone invece ha riguardato l’ambito agroindustriale, nell’ottica di definire le migliori condizioni operative per matrici di origine zootecnica ed agricola. I risultati ottenuti sono stati notevoli sotto molteplici aspetti: le rese di conversione sono state elevate, la produzione di idrogeno si è rivelata in linea con le necessità di formare una miscela gassosa di interesse industriale e le possibilità offerte dal controllo sulla linea di ricircolo aprono la strada a possibili implementazioni di un controllo di processo on line basato su sonde a basso costo.
This Ph.D thesis is focused on the energy production from renewable resources. In particular it deals with the gaseous biofuels recovery from high biodegradable waste streams. Two studies has been carried out. The first one deals with the optimization of a two-phase anaerobic digestion process treating the OFMSW for bio-hythane production through reject water recirculation. The second study is focused on the anaerobic co-digestion process treating waste from agro-food industry ( manure, energy crops and agro-waste) in order to define the better operating conditions. The results shows that high biogas yields can be achieved. Moreover a stable bio-hythane production was obtained and the overall process can be implemented with a low cost automatic control system.
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Marzocchi, Chiara. "Efficientamento energetico di un impianto di recupero della frazione organica del rifiuto da raccolta differenziata, mediante processo misto anaerobico/aerobico, con produzione di biogas e ammendante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tematica dell’efficienza energetica e lo sviluppo delle energie rinnovabili sono, al giorno d’oggi, al centro delle politiche energetiche di molti Paesi. In tale ottica, lo studio realizzato si propone di esaminare i possibili interventi di efficientamento energetico, processuali ed impiantistici, realizzabili in un impianto di recupero della frazione organica del rifiuto da raccolta differenziata, in cui, mediante processo anaerobico/aerobico vengono prodotti biogas e ammendante. L’impianto preso in esame è l’impianto di digestione anaerobica e compostaggio sito in località Ca’ Baldacci nel comune di Rimini. A tal fine, si è ragionato, nella prima parte dello studio, in termini di ottimizzazione della produzione di biogas per aumentare l’energia elettrica prodotta nell’impianto stesso, in parte destinata all’ autoconsumo. Nella seconda parte dello studio, si sono cercate soluzioni che consentissero di ridurre i consumi di energia elettrica legati alle attività del processo; per fare ciò si sono individuate le sezioni impiantistiche e le utenze più energivore e, sulla base dei risultati ottenuti, si sono esaminati alcuni interventi di efficientamento di tipo impiantistico e processuale, realizzabili nell’ impianto ed i relativi risparmi energetici, in termini di energia elettrica. A conclusione dell’analisi fatta, si è stimato che, grazie all’ efficientamento energetico ipotizzato, si potrebbero risparmiare complessivamente 1.180 MWh/ anno di energia elettrica, proveniente dalla rete locale.
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Severi, Camilla. "Salume arricchito in acidi grassi polinsaturi omega-3: controllo delle caratteristiche sensoriali in relazione ad un possibile incremento di ossidabilità della frazione lipidica durante la shelf-life." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4141/.

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Abstract:
Questa relazione finale è stata frutto di un lavoro sperimentale svolto in collaborazione con un’azienda del territorio ed ha avuto come obiettivo principale quello di verificare i parametri qualitativi e compositivi di una nuova tipologia di salume in fase di studio. L’azienda sta studiando una nuova tipologia di “prodotto funzionale” addizionando componenti ad attività nutraceutica al salame ottenuto da sole parti magre di suino. L’intenzione dell’azienda è di arricchire il proprio prodotto con acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 (da olio di semi di lino), noti per gli effetti benefici che possono esercitare sulla salute umana. A questo scopo, sul prodotto di nuova formulazione (ed in parallelo sul prodotto a formulazione classica e su un prodotto del tutto simile commercializzato da un’altra azienda) sono state effettuate sia la determinazione della percentuale lipidica, al fine di individuare il quantitativo totale di grasso, che una caratterizzazione gascromatografica del profilo quali-quantitativo in acidi grassi, analsi fondamentale per verificare la conformità con i requisiti indicati dal Reg. 1924/06, e successive modifiche, previsti per le indicazioni da inserire in etichetta (claims). Inoltre, è stato importante controllare che la concentrazione voluta di acido alfa-linolenico si mantenga tale durante tutto il periodo di shelf-life del prodotto (45 gg), perciò per soddisfare quest’ultima finalità, le analisi sono state eseguite sia all’inizio (T0) che alla fine (T1) della vita commerciale del prodotto. E’ apparso poi fondamentale monitorare un possibile decadimento/modifica della qualità organolettica del prodotto di nuova formulazione, a causa del possibile aumento di ossidabilità della frazione lipidica causata da una maggiore presenza di acidi grassi polinsaturi; ed infine, con l’intento di verificare se la nuova formulazione potesse comportare una variazione significativa delle caratteristiche sensoriali del prodotto, sono stati condotti un test descrittivo quantitativo (QDA), in grado di descrivere il profilo sensoriale del prodotto ed un test discriminante qualitativo (metodo triangolare) capace di valutare l’eventuale comparsa di cambiamenti in seguito alle modifiche apportate al prodotto; per ultimo è stato poi eseguito un test affettivo quantitativo (test di preferenza, condotto su scala di laboratorio) in grado fornire informazioni sul gradimento e di evidenziare i principali vettori che guidano le scelte dei consumatori. I risultati delle analisi chimiche e sensoriali, eseguite per soddisfare tali richieste, hanno evidenziato come il salume presenti un quantitativo di tali acidi grassi polinsaturi in linea con il claim “Alimento fonte di acidi grassi omega-3”, (requisiti indicati dal Reg. 1924/06 e successive modifiche), risultato confermato sia all’inizio che al termine della vita commerciale del prodotto (pari a circa 45 giorni). Inoltre, esso risulta essere piuttosto interessante dal punto di vista nutrizionale, poiché caratterizzato da un contenuto di grasso per la categoria dei salumi, relativamente limitato, pari a circa il 15%, con percentuali più favorevoli in acidi grassi insaturi. L’analisi del profilo sensoriale condotta ad inizio shelf-life ha invece evidenziato come questa tipologia di prodotto sia caratterizzata sia al gusto che all’olfatto da note più sapide e speziate , oltre ad una maggiore consistenza della fetta, rispetto agli altri campioni analizzati, mentre i risultati relativi al termine della shelf-life hanno evidenziato come esso tenda ad essere soggetto ad alterazioni sensoriali rilevabili proprio al termine della fase di conservazione dovute nello specifico alla formazione di composti responsabili dell’odore di rancido. I test discriminanti, condotti con giudici non allenati, non hanno invece fatto registrare differenze sensoriali significative tra il prodotto con formulazione classica e quello di nuova formulazione, confrontati ad inizio e a fine shelf-life. Riassumendo, dai risultati ottenuti da questo lavoro sperimentale, il prodotto di nuova formulazione, arricchito in acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, risulta essere in linea con il claim “Alimento fonte di acidi grassi omega-3”, presenta in generale un contenuto di grasso totale inferiore a quello di altre tipologie di salumi ed un rapporto più favorevole tra acidi grassi insaturi e saturi, per questo può essere considerato un prodotto interessante dal punto di vista della salute e della nutrizione. Proprio per la sua formulazione più ricca in acidi grassi polinsaturi, tende però a fine shelf-life a presentare una leggera nota di rancido, riconducibile ad una maggiore ossidabilità della frazione lipidica. Tale variazione sensoriale è risultata comunque percepita solo da un panel allenato, mentre un test di tipo discriminante, condotto con giudici non allenati, non ha messo in luce differenze significative tra il salume di nuova formulazione e quello con formulazione classica né all’inizio, né al termine della vita commerciale del prodotto.
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