Academic literature on the topic 'Frazioni'

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Journal articles on the topic "Frazioni"

1

Giuseppe Landi, Angelo. "San Francesco in Borgo d'Arquata e il suo convento. Strategie per la tutela dopo i danni del sisma." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 32–47. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096003.

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Abstract:
Il sisma del 2016 tra Umbria e Marche ha causato estesi danni nel territorio di Arquata del Tronto, anche sul variegato patrimonio di edifici religiosi. Il complesso di S. Francesco, nella frazione di Borgo, ha subito crolli significativi, in particolare il collasso della copertura: la chiesa, la più ampia nel territorio comunale, in posizione baricentrica rispetto alle numerose frazioni, e di proprietà comunale, sarà tra i primi edifici a essere restaurati e restituiti alla comunità locale. Il corpus di rilievi, di studi e le prime indagini diagnostiche hanno permesso di rivelare tracce di una storia costruttiva particolarmente significativa e al contempo di indirizzare le scelte strategiche per il restauro della chiesa e del complesso conventuale.
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2

Bedocchi, Edmondo. "Nota sulle frazioni continuep-adiche." Annali di Matematica Pura ed Applicata 152, no. 1 (December 1988): 197–207. http://dx.doi.org/10.1007/bf01766149.

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3

Martin, A. C., and C. M. Samama. "Farmaci derivati dal plasma: frazioni coagulanti e anticoagulanti." EMC - Anestesia-Rianimazione 19, no. 4 (November 2014): 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-0771(14)68866-6.

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4

Mastrelli, Alberto Carlo. "Denominatori, divisori e multipli." Linguistica 31, no. 1 (December 1, 1991): 291–94. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.291-294.

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Abstract:
Come è noto in matematica vi sono tre operazioni che consistono nel ricercare il massimo comun divisore, il minimo denominatore comune e il minimo comune multiplo: nella prima operazione si cerca il maggiore fra i multipli comuni a due o più numeri, nella seconda si cerca il minimo multiplo comune dei denomiriatori di due o piu frazioni, nella terza si cerca il piu piccolo tra i numeri divisibili per tutti i numeri dati.
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5

Baldini, Monica. "Dal passato al presente: recenti trasformazioni di una frazione nel Bolognese." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 70–82. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092006.

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Abstract:
Il presente contributo presenta un particolare aspetto del lavoro di ricerca intrapreso durante la tesi di Dottorato in Sociologia presso la Facoltŕ di Scienze Politiche di Bologna. Il lavoro di ricerca č stato sostenuto dalla collaborazione con il Comune di Argelato: tale volontŕ di cooperare nasce col comune obiettivo di studiare il fenomeno di diffusione urbana che da anni coinvolge la cittŕ di Bologna e i suoi comuni dell'hinterland e che in particolare ha visto nel comune di Argelato e in una delle sue maggiori frazioni, quella di Funo, uno degli attori privilegiati di questo fenomeno.
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6

Busnach, Ghil. "Che spazio c'è per l'aferesi terapeutica in nefrologia? I trial di aferesi terapeutica in nefrologia." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S46—S48. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1091.

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Abstract:
L'aferesi (AT) è una procedura terapeutica usata per trattare diverse patologie, mediante la rimozione in toto o in maniera selettiva del plasma o di alcune frazioni plasmatiche. In letteratura, l'uso dell'AT è spesso criticato per la qualità generalmente bassa dell'evidenza. Una revisione sistematica della letteratura permette di osservare un generale incremento delle pubblicazioni riguardanti l'AT, ma con un inadeguato incremento dei trial clinici randomizzati e controllati (RCT). In ambito nefrologico, i RCT in corso hanno sempre una numerosità piuttosto ridotta, mettendo, quindi, in discussione la loro reale capacità di determinare l'efficacia dell'AT come opzione terapeutica. È stata effettuata una ricerca sul database ClinicalTrials.gov che ha permesso di documentare gli studi RCT in corso nel 2012 in ambito nefrologico, che sono principalmente orientati al trattamento di 1) glomerulopatie, 2) trapianto renale e 3) nefropatie secondarie e alla valutazione di singole tecniche di AT.
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7

Pederzani, Ivana. "Parrocchie povere della Bergamasca tra antico regime e Restaurazione. Aspetti economici e disciplinari." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (July 2021): 44–66. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001002.

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Abstract:
Attraverso l'analisi della struttura beneficiale della diocesi l'autrice ricostruisce i nessi tra vita religiosa e debolezza economica nella Bergamasca tra Sette e Ottocento in una varietà di situa-zioni locali. Ad eccezione di qualche rara zona o di importanti centri borghigiani, non manca-vano nella pianura, dominata da salariati agricoli poveri e analfabeti, cure mercenarie.- cioè con parroco salariato e senza un'adeguata dotazione beneficiale - di elezione popolare e con qual-che centinaia di fedeli o poco più. Esse erano più numerose in montagna e nelle valli quale esi-to della tendenza della popolazione locale a rendere capillare il servizio religioso costruendo luoghi di culto anche nelle frazioni più isolate. In queste parrocchie le comunità, che detenevano antichi diritti di patronato, per la nomina del pastore si erano viste spesso costrette a stipula-re contratti "a termine" con sacerdoti senza regolare investitura ecclesiastica. La debolezza eco-nomica rese difficile in età napoleonica applicare la riforma parrocchiale nei suoi aspetti eco-nomici e disciplinari e cioè in materia di dotazioni beneficiali, ordinazioni sacerdotali, concorsi vescovili.
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8

Murray, Harrison Alexandra. "Il modello a sandwich dell'azione terapeutica: "musica e danza" nella terapia con il bambino traumatizzato." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (September 2012): 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-003002.

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Abstract:
Quest'articolo rappresenta un tentativo di integrare l'attuale teoria dello sviluppo e la teoria psicoanalitica, nello studio dell'azione terapeutica. Io spiego l'azione terapeutica come qualcosa che si svolge simultaneamente in domini multipli. Perciň, il "modello a sandwich" aggiunge due domini a quello di cui si occupa la teoria psicoanalitica. Questi domini aggiunti non descrivono il cambiamento in termini lineari, perché ubbidiscono ai principi generali dei sistemi non lineari. Essi tematizzano differenti livelli temporali. Invece di spiegare i cambiamenti che avvengono nel corso di minuti, ore e anni, descrivono quelli che avvengono in tempi molto lunghi e molto brevi: secoli, secondi e frazioni di secondo. I tempi molto lunghi descrivono, per esempio, la formazione dei fiumi. Quelli molto brevi, invece, descrivono i micro-processi di interazione della coppia analitica; una scala temporale molto piů breve rispetto ai tempi necessari per l'articolazione delle parole, pertanto un livello non verbale. Si tratta di quella che si potrebbe chiamare "la musica e la danza" dell'azione terapeutica. La mia tesi č che includere questi domini addizionali possa migliorare la comprensione dell'azione terapeutica.
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9

Gedda, Luigi. "Come Nacque l'Istituto Mendel." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 46, no. 3 (July 1997): 129–33. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000000532.

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Abstract:
Nelle aule delle Università di Pavia, Milano e Torino che ho frequentato a motivo dei continui spostamenti della mia famiglia ho trascorso e concluso il mio “curriculum” conseguendo la laurea in Medicina nel 1927 e poi la Libera Docenza in Patologia Speciale Medica nel 1931.Nel mio trasferimento a Roma ebbi l'intuizione della Genetica studiando i caratteri somatici di una coppia di gemelli identici osservandone la concordanza contemporanea caratteristica ed in particolare la concordanza anche quantitativa di polimorfismi ematici, in particolare delle frazioni del glutatione ematico. Le concordanze nei gemelli monozigotici mi aprirono la strada alla genetica. Questo avvenne nel 1933.Nel 1938, ebbi occasione di conoscere Madre Luisa Tincani che avendo fondato un Istituto Superiore parificato per religiose si trovava in difficoltà perché avrebbe dovuto rispettare il decreto del Governo fascista sull'insegnamento delle leggi razziali. Ritenni che avrei potuto aggirare l'ostacolo insegnando a quelle religiose le leggi di Mendel che sono il punto di partenza per lo studio di ogni carattere ereditario normale o patologico.Quel mio corso andò benissimo in quanto insegnai non solo le leggi di Mendel ma conobbi la figura di un grande personaggio sacerdote, confessore dei prigionieri nel carcere dello Spielberg e Abate che, nel giardino del convento conduceva le sue esperienze che ebbero come oggetto principale il pisum sativum. cioè il pisello.Mentre andavo approfondendo la mia conoscenza dell'Abate agostiniano Gregorio Mendel mi sorprendevo che a Roma non ci fosse nessuna traccia di lui. Di qui nacque l'idea di creare in Roma un Istituto dedicato alla Genetica che portasse il suo nome anche perché questa scienza aveva, nel frattempo, fatto dei passi giganteschi, per cui progettai di costruire nelle adiacenze della Università “La Sapienza” un Istituto che portasse il nome di Mendel (Fig. 1).
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Sciomer, Susanna, and Federica Moscucci. "Menopausa e rischio cardiovascolare: come educare le donne alla prevenzione." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 31–33. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-7.

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Abstract:
La menopausa costituisce un momento cruciale della vita della donna non solo dal punto di vista riproduttivo ma anche dal punto di vista fisiopatologico. Il calo della produzione ovarica di estrogeni determina una ridotta stimolazione di beta recettori endoteliali e miocardici che sono alla base di processi patologici quali le alterazioni del microcircolo coronarico o lo scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata. Tali alterazioni si associano a quelle indotte da altri fattori di rischio cardiovascolare. È fondamentale in tale contesto prendere coscienza e trattare i fattori di rischio classici e quelli genere-specifici per non favorire l’insorgenza di patologie che incidono sugli eventi, sulla qualità della vita e sui costi sanitari.
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Dissertations / Theses on the topic "Frazioni"

1

Greco, Federico. "Sulla teoria delle frazioni continue." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4547/.

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Abstract:
La tesi si propone di fornire una introduzione completa ai fondamenti della teoria delle frazioni continue (numeriche). Questo da' adito anche alla illustrazione e alla soluzione di vari problemi specialmente nell'ambito della teoria dei numeri che, in vari modi, si rifanno alle frazioni continue.
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2

Corneti, Stefania. "Tassellazione di Farey e Frazioni Continue." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12294/.

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Abstract:
In questa tesi vengono forniti i concetti base della geometria iperbolica, si studia una particolare tassellazione del piano iperbolico denominata Tassellazione di Farey e viene approfondita la relazione di tale tassellazione con le frazioni continue. Inoltre viene dato un metodo di risoluzione delle equazioni diofantine lineari attraverso questi strumenti.
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3

Moreschi, Marina. "Questioni storiche e didattiche connesse alle frazioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3808/.

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4

Chiarelli, Valentina. "L'elaborazione mentale delle frazioni: studi comportamentali e neuropsicologici." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8676.

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Abstract:
2011/2012
Espressioni come “Sono le 4 e ¾.” oppure “Vorrei metà del tuo panino”, che presuppongono una certa conoscenza delle frazioni, vengono utilizzate quotidianamente. Le frazioni sono usate per esprimere percentuali, proporzioni o delle misure anche molto comuni, come quelle dell’orologio, oppure possono aiutare a definire una relazione esistente tra un tutto e le sue parti. Un fallimento nella comprensione delle frazioni può determinare rilevanti difficoltà non soltanto nel mondo scolastico e professionale, ma anche nella vita di relazione con le altre persone. La presente tesi si propone di esplorare come le frazioni numeriche vengano elaborate da persone adulte senza e con deficit cognitivi. Il primo capitolo sperimentale (cap. 2) affronta la questione relativa alla possibile diversa modalità di elaborazione delle frazioni tra i due emisferi cerebrali utilizzando dei compiti di priming di comparazione numerica lateralizzati. Inoltre, attraverso l’uso di diversi standard di comparazione (½ e 1) si è voluto investigare se il contesto numerico e il tipo di compito possano influenzare la modalità di elaborazione. Nella seconda parte (cap. 3) utilizzando dei compiti di Stroop numerico e di Stroop fisico si è indagata l’elaborazione automatica e quella intenzionale delle frazioni, aspetti ancora poco considerati dalla letteratura sull’argomento. Nelle successive sezioni (cap. 4 e 5) viene esplorata la capacità di elaborare frazioni da parte di persone con lesioni e/o disfunzioni del sistema nervoso centrale (SNC) e con conseguenti deficit cognitivi. Infatti, fino ad ora nessuno studio si è occupato di valutare se le persone che hanno disturbi neuropsicologici siano in grado di elaborare questa tipologia di numeri e se esistano delle differenze rispetto a persone pari età e scolarità. In particolare, nel cap. 4 viene analizzata la prestazione di un paziente affetto da atrofia corticale posteriore, forma piuttosto rara di deterioramento cognitivo, che però presenta acalculia molto frequentemente come uno dei sintomi d’esordio. Nel cap. 5 è stata invece studiata la prestazione di un gruppo di pazienti con malattia di Parkinson senza demenza. Studi precedenti hanno rilevato che questa tipologia di pazienti presenta delle difficoltà nell’esecuzione di calcoli aritmetici e quindi, si è voluto vedere se fosse possibile generalizzare queste osservazioni anche alle frazioni. La parte conclusiva cerca, infine, di fare un quadro complessivo dei risultati ottenuti, evidenziando come ci siano delle differenze importanti tra l’elaborazione dei numeri naturali e quella dei numeri frazionari.
XXV - Ciclo
1982
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5

Tedeschi, Silvia <1994&gt. "Studio degli amminoacidi e degli zuccheri nelle diverse frazioni dell’aerosol artico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15221.

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Abstract:
L’obiettivo della seguente tesi consiste nello studio delle principali sorgenti naturali ed antropiche e dei processi di trasporto di amminoacidi e zuccheri nelle diverse classi dimensionali dell’aerosol atmosferico artico. I campioni sono stati raccolti con un impattore multistadio ad alto volume a Gruvebadet, Ny Alesund (Isole Svalbard) dal 2 aprile al 29 giugno 2014, con una frequenza di campionamento di sei giorni. I campioni sono stati trattati successivamente in clean-room tramite estrazione ad ultrasuoni in acqua ultrapura. La determinazione degli amminoacidi è stata eseguita attraverso cromatografia liquida ad alta prestazione accoppiata a spettrometria di massa (triplo quadrupolo). Gli zuccheri sono stati determinati mediante cromatografia ionica accoppiata a spettrometria di massa (singolo quadrupolo). La quantificazione dei composti studiati è stata effettuata attraverso l’utilizzo del metodo dello standard interno. La concentrazione media di amminoacidi nell’aerosol artico è di 0,7 +- 0,5 ng/m3, mentre gli zuccheri sono stati rilevati ad una concentrazione media pari a 0,6 +- 0,5 ng/m3. Entrambi i gruppi di composti sono distribuiti in misura maggiore nella frazione fine e questo può essere indice di trasporto a lunga distanza. Tra le sorgenti principali degli amminoacidi, si ritiene che la più importante sia la produzione biologica primaria marina e grazie al processo di “bubble bursting” gli amminoacidi presenti nelle acque marine vengono liberati in atmosfera. Per quanto riguarda gli zuccheri, le sorgenti sono di carattere biogenico, tra cui combustione di biomassa, emissione da spray marino e decomposizione batterica.
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Ascione, Cristina. "Comprensione delle frazioni, dei numeri decimali e loro rappresentazione sulla retta: caso studio in studenti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13440/.

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Abstract:
Argomento della tesi è la comprensione delle frazioni, dei decimali e la loro rappresentazione sulla retta da parte di studenti con discalculia.La discalculia rientra nei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) ed è caratterizzata da deficit nell'apprendimento dei numeri e del calcolo. In particolar modo per questi studenti l'argomento dei numeri razionali risulta di difficile comprensione in quanto richiede un maggiore sforzo concettuale. L'apprendimento di questo argomento inoltre è di cruciale importanza per il miglioramento della comprensione di nozioni matematiche future. Si è scelto di descrivere due casi studio in cui a ciascuna discente è stata proposta un'unità didattica strutturata in quattro lezioni che mira a potenziare l'apprendimento delle frazioni, dei decimali e la loro rappresentazione sulla retta. Le due studentesse frequentano una la classe prima e l'altra la classe terza della scuola secondaria di primo grado. Entrambe presentano un DSA, precisamente discalculia e frequentano la Cooperativa Anastasis. La Cooperativa Anastasis è una software house e un centro di formazione che lavora con persone con bisogni educativi speciali (BES) e disabilità (www.anastasis.it). L'unità didattica è stata progettata in collaborazione con la Dott.ssa Galletti, psicologa dei Laboratori Anastasis e la Dott.ssa del Zozzo, ricercatrice presso tale centro. Essa può essere rivolta a tutti i discenti ma può risultare particolarmente utile a quelli con DSA. Nei casi studio verrà valutata l'effettiva efficacia di tale unità didattica nel miglioramento dell'apprendimento delle nozioni relative ai numeri razionali.
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7

Feltracco, Matteo <1988&gt. "Determinazione di composti idrosolubili nelle diverse frazioni dell’aerosol atmosferico con particolare attenzione alle particelle ultrafini." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9814.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi consiste nella messa a punto di una metodologia analitica per la determinazione di composti organici derivanti dall’ossidazione dell’α-pinene in campioni di aerosol atmosferico. È stato sviluppato un metodo strumentale mediante HPLC-MS/MS per la determinazione di acido pinico, acido pinonico ed acido azealico. È stata sviluppata inoltre una procedura preanalitica univoca per la determinazione di amminoacidi, composti fenolici e composti organici derivati dall’α-pinene in campioni di aerosol atmosferico campionato mediante un campionatore MOUDI II, grazie al quale è stata ottenuta una separazione dimensionale delle particelle in 12 stadi, da 54 nm a 18 µm. La procedura preanalitica è stata validata mediante la stima dei valori di bianco procedurale, limiti di rilevabilità procedurali, ripetibilità e accuratezza del metodo per ogni analita. Durante questo lavoro di tesi è stato condotto un campionamento di aerosol presso il Campus Scientifico di Ca’ Foscari (Mestre-Venezia) da marzo a maggio 2016, al fine di individuare le sorgenti di aerosol e di studiare la distribuzione dimensionale degli analiti. L’aerosol svolge un ruolo fondamentale nella diffusione degli inquinanti nell’ambiente, nell’incremento dell’inquinamento urbano e nelle modificazioni climatiche del pianeta. La sua composizione è data essenzialmente dalla sorgente che lo genera e dai processi chimico-fisici che subisce in atmosfera.
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Cordiani, Helena. "Sviluppo di metodologie per l'analisi di composti organici prodotti dalla fermentazione di frazioni pirolitiche della biomassa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6762/.

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Abstract:
I processi microbiologici rivestono una grande importanza nello sviluppo di combustibili e sostanze chimiche da fonti rinnovabili (biomassa), quali: il biometano e le bioplastiche, come i poli(idrossialcanoati), PHA. I PHA sono poliesteri ottenuti per condensazione di 3-idrossiacidi, il più comune dei quali è il poli(3-idrossibutirrato, PHB). Gli alti costi di produzione del PHA da colture microbiche singole ha portato a valutare nuove strategie, tra cui l’utilizzo di colture microbiche miste (MMC) e substrati di scarto. Il bio-olio ottenuto dalla pirolisi di biomassa potrebbe essere un substrato interessante per la produzione di biogas e PHA. Gli acidi a catena corta (acidi grassi volatili, VFA), infatti, sono i prodotti intermedi nella produzione sia di biogas che di PHA. L’analisi di questi ultimi viene normalmente effettuata tramite GC-FID o GC-MS. La degradazione termica (pirolisi, Py) di PHA produce acidi alchenoici caratteristici, come l’acido crotonico. Il metodo tradizionale per la determinazione del PHA è la metanolisi seguita da un’analisi GC-MS, una procedura laboriosa con uso di solventi clorurati e sostanze corrosive. Lo scopo principale di questa tesi è stato quello di sviluppare un nuovo metodo di analisi dei PHA. Il metodo studiato si basa sulla pirolisi diretta della biomassa e determinazione degli acidi alchenoici prodotti dalla degradazione del PHA in GC-FID. La pirolisi analitica è stata studiata tramite analisi di polimeri puri (per la calibrazione) e poi è stata applicata a campioni batterici derivanti da MMC e a ceppi selezionati. Il confronto con il metodo convenzionale ha dimostrato che la Py/GC-FID è un metodo valido per l’identificazione dei PHA e per la loro quantificazione nelle matrici batteriche. Il pre-trattamento del campione è minimo e non richiede l’uso di solventi e reagenti chimici. Inoltre, è stata applicata una tecnica di analisi dei VFA nei test di biometanazione basata sull’estrazione con una microquantità di dimetilcarbonato.
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9

FRIARGIU, MARCO. "Produzione di H2 e CH4 da frazioni biodegradabili di rifiuti urbani e da siero lattiero-caseario." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266583.

Full text
Abstract:
Nowadays one of the main technical tasks is finding clean and renewable energy sources in order to overtake the dependence from fossil fuels. Bio-hydrogen and bio-methane production are considered interesting energetic alternatives, especially if the biological processes are applied to low cost and widely available substrates such as biodegradable wastes. Anaerobic digestion (AD) is a well-known technology to manage organic waste in an environmentally sustainable way, since it allows to achieve a certain level of stabilization of the organic matter and to exploit the energetic potential of the substrate; AD of biodegradable organic residues has therefore received renewed attention by the scientific and technical community over the last decades (Mata-Alvarez et al., 2000; Mata-Alvarez, 2002; De Baere, 2003; Bolzonella et al., 2006; Karagiannidis and Perkoulidis, 2009). If degradation of biodegradable organic substrates is appropriately operated in a two-staged mode (see e.g., Han and Shin, 2004a; Liu et al., 2006; Gómez et al., 2006, 2009; Ueno et al., 2007; Chu et al., 2008; Wang and Zhao, 2009; Lee et al., 2010b; Dong et al., 2011), separation of the acidogenic phase (producing through dark fermentation (DF) hydrogen and carbon dioxide as the gaseous products while releasing volatile fatty acids into the liquid solution) from the methanogenic stage (in which the residual and dissolved biodegradable organic matter from the first stage is finally converted into methane and carbon dioxide) can be accomplished. By means of the separation of the two biological phases, it is possible to obtain hydrogen besides methane gas, both to be exploited with various techniques. Considering the energetic aspect, combined H2 + CH4 production is, from a theoretical point of view, more favourable than conventional anaerobic digestion (Dong et al., 2011). Hydrogen gas, in particular, is considered a clean energy carrier characterized by the highest energy content per unit weight of any known fuel (142 kJ/g), and positive environmental implications from H2 utilization can be obtained from production through biological processes and from renewable sources. Various potentially biodegradable organic residues have been tested for fermentative H2 production, including food waste (FW), the organic fraction of municipal solid waste (OFMWS), and various agro-industrial residues, mainly due to their high carbohydrate content and wide availability (see e.g. Okamoto et al., 2000; Lay et al., 2003; Kim et al., 2004a; Liu et al., 2006; Alibardi et al., 2010, 2011; Kim et al., 2011a; Nazlina et al., 2011; De Gioannis et al., 2013). Whatever the substrate under concern, full-scale implementation of fermentative H2 production requires significant and stable generation rates. Since H2 is an intermediate by-product of anaerobic digestion and some fermentation reactions have low or null H2 production, identification of suitable conditions to harvest specific fermentative bacteria and/or inhibit the H2-consuming biomass is mandatory. Achieving optimal and stable H2 generation while keeping treatment costs low and producing an effluent suitable for further treatment, is probably the main technical issue to be addressed. To this regard, operational parameters including temperature, pH, presence of inoculum and its eventual pre-treatment, substrate to inoculum ratio (F/M), reactor configuration, substrate concentration, hydraulic retention time (HRT) and organic loading rate should be the subject for optimization of process efficiency. In particular, the influence of pH on fermentative H2 production is quite controversial in the literature. Generally, pH is a key parameter in fermentation that affects the degree of substrate hydrolysis, the activity of hydrogenase, as well as the metabolic pathways (Kim et al., 2011b). Changes in pH are thus reflected by variations in substrate and energy utilization, synthesis of proteins and various storage products, and metabolites production (Mu et al., 2006). In mixed anaerobic cultures, the operating pH also affects the relative proportions of microbial species (Fang and Liu, 2002; Shin and Youn, 2005; Mu et al., 2006; Nazlina et al., 2011). Highly acidic or basic pH values can negatively affect the activity of hydrogen-producing bacteria, since ATP is used to ensure cell neutrality rather than to produce H2 (Nazlina et al., 2011); low pHs can also result in inhibition of the hydrogenase activity (Khanal et al., 2004; Nazlina et al., 2011). Literature studies (see e.g., Yu et al., 2002; Khanal et al., 2004; Rechtenbach et al., 2008; Rechtenbach and Stegmann, 2009; Guo et al., 2010) generally agree upon the fact that H2-producing pathways involving acetate and butyrate production are favoured at pHs of approximately 4.5-6.0, while neutral or higher pHs promote ethanol and propionate production (associated to either H2-neutral or H2-consuming pathways). The effects of pH on the metabolic pathways and the associated fermentation yield have also been reported to depend on the specific characteristics of the inoculum and substrate (Nazlina et al., 2011), in particular for complex substrate compositions. The results of studies on the effect of pH on H2 production often show inconsistencies due to the different experimental conditions (substrate/inoculum type, amount and pre-treatment method, pH control strategy), so that systematic investigations on this specific issue are still missing. Also, the effects of the ratio between substrate and inoculum also indicated as F/M (food to microorganism ratio), S/I or S/X (substrate to inoculum ratio), I/S and ISR (inoculum to substrate ratio) are poorly documented for anaerobic digestion of FW (Boulanger et al., 2012) and only few works are conducted specifically on dark fermentation of FW. Pan et al. (2008) has reported the effect of F/M (food to microorganism ratio) on hydrogen production of mixed food waste, finding that the optimal F/M ratio in mesophilic conditions was 6, with an H2 production of 39 ml/g VS. Further increase of the F/M resulted in diminished H2 production. During the present research activity, combined H2 and CH4 production from two residues having different characteristics, cheese whey (CW) and municipal solid waste organic fraction (OFMSW), was studied. Various factors (in particular pH and F/M ratios) were studied in order to enhance H2 and CH4 yields, in particular to assess the optimal operating conditions for fermentative hydrogen production from the two substrates considered. As far as OFMSW was concerned, also the possibility of producing a compost of good quality from the solid phase of the anaerobic digestate was assessed. In the first part of the research, the activity focused on CW treatment. Cheese whey is a by-product of cheese manufacturing and its main components are lactose (45-50 g/l), proteins (6-8 g/l), lipids (4-5 g/l) and mineral salts (8-10% dried extract). The CW treated in this study, is the effluent from cheese production using a mixture of sheep and cow milk. Preliminary dark fermentation batch tests confirmed that hydrogen production from CW is possible even without any specific inoculum and strongly affected by multiple factors including substrate characteristics, as well as pH. Afterwards, semi-continuous anaerobic digestion tests were performed obtaining a stable hydrogen and methane production. For the first stage, three test were conducted, under mesophilic conditions with an HRT of 2 days, at the following pHs (7.5; 6.5; 5.5). The test operated with pH continuously controlled at 5.5 reached the maximum average yield of 80.8 Nl H2/kg TOC (38.4 Nl H2/kg VS) while in the second stage, operating under mesophilic conditions without pH control and adopting a HRT of 10 days, the average yield was 660.7 Nl CH4/kg TOC (383.6 Nl CH4/kg VS). The second part of the research activity was devoted to the OFMSW treatment. OFMSW may represent a relatively inexpensive and suitable source of biodegradable organic matter mainly due to its high carbohydrate content and wide availability (Okamoto et al., 2000; Lay et al., 2003; Kim et al., 2004; Liu et al., 2006; Li et al., 2008a; Li et al., 2008b; Zhu et al., 2008; Wang and Zhao, 2009; Kim et al., 2011a; Nazlina et al., 2011). Synthetic OFMSW was produced in laboratory, in order to make easier the comparison between the results of different tests, according to the following recipe: 8% of meat, 72% of fruit and vegetables, 8% of bread and 12% of cooked pasta (on a wet weight basis). Batch dark fermentation tests using untreated activated sludge as source of inoculum (T= 39°C; pH = 6.5) were performed at four F/M ratios (4; 7; 12 and 18) in order to assess the optimal one. The optimal F/M ratio resulted to be 7, corresponding to the maximum H2 yield of 89.9 Nl H2/ kg VS. Then, the effluent of the first stage (operated with the optimal F/M) was fed, mixed with methanogenic inoculum (F/M ratio = 0.5), to the second stage reactor to investigate methane production. The attained H2 and CH4 production was compared to the CH4 production achieved with a conventional single-stage batch reactor. The results confirm an higher CH4 yield for the second stage, 354 Nl CH4/kg VS versus 271 Nl CH4/kg VS for the single-stage. After a detailed analysis of the informations obtained from the batch tests, a double stage system was operated under semi-continuous conditions in order to better approximate the full scale operation. In the first semi-continuous stage, (T = 39°C; HRT = 2 days; pH = 6.5; F/M = 18), the average yield was 31,8 Nl H2/kg VS while in the second one a stable methane production of 432 Nl CH4/kg VS was obtained at HRT = 25 days (T = 39°C; pH not set). Finally, the solid phase of the digestate coming out form the double stage operated under semi-continuous conditions was composted after dewatering and mixing with a bulking agent. The final product was analysed for the main compost properties. The obtained compost reached a good stability (BOD4= 2 mg O2/l) and did not showed problems of phytotoxicity (germination index = 50%).
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Cangiamila, Simone. "Utilizzo e prestazioni di sensori low-cost per il monitoraggio di varie frazioni dimensionali di particolato atmosferico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/19949/.

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Abstract:
Negli ultimi anni, sono sempre più diffusi sensori low-cost per la misura di qualità dell’aria. La performance di questi sensori deve essere valutata correttamente tramite studi sistematici sia in laboratorio che in campo che confrontino i dati con quelli di strumentazione di riferimento. Questo lavoro di tesi ha avuto lo scopo di verificare la performance di sensori low-cost nel misurare la concentrazione in massa di particolato atmosferico PM1, PM2.5 e PM10. A questo scopo, una coppia di sensori Smart Citizen Kits è stata collocata con uno strumento di riferimento, il Met-One Profiler 212, sul tetto del Dipartimento di Fisica e Astronomia. Il periodo di acquisizione ha considerato il periodo sia caldo (giugno-luglio 2019) che freddo (ottobre-novembre 2019), e l’effetto di diverse condizioni meteorologiche. I dati acquisiti sono stati analizzati tramite appositi codici MatLab per lo studio degli andamenti temporali, dei grafici a dispersione, della correlazione e l’analisi del t-test. I risultati hanno mostrato una notevole correlazione tra i dati acquisiti dai due sensori low-cost, mentre il confronto di questi ultimi con il Met-One presenta maggiori discrepanze soprattutto nel periodo estivo. L’analisi dell’effetto delle condizioni meteorologiche ha mostrato una migliore correlazione in condizioni di cielo sereno, grandine e intrusioni di polveri sahariane; invece in condizioni di nebbia la correlazione risulta buona per le particelle grossolane (PM10), mentre in condizioni di pioggia la correlazione risulta più elevata per PM1 e PM2.5. In conclusione, i dati raccolti dai sensori di tipo low-cost scelti hanno mostrato andamenti piuttosto simili a quelli raccolti da un sensore di tipo tradizionale, ma tendenzialmente essi presentano maggiori fluttuazioni con picchi di valori massimi e minimi maggiormente evidenti specialmente su periodi di acquisizione di 1 minuto, mentre la mediazione su periodi più lunghi (oraria e giornaliera) tende a smussare le differenze.
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Books on the topic "Frazioni"

1

Accogli, Francesco. Storia di Tricase: La città, le frazioni. Galatina (Le): Congedo, 1995.

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2

Bergamo, Romano. Storia dei comuni, frazioni e parrocchie della Lomellina. Pavia: EMI, 1995.

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3

Allegranti, Barbara. Collesalvetti e frazioni: Guida ai beni storici e artistici. [Livorno]: Provincia di Livorno, 1998.

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4

Allegranti, Barbara. Rosignano Marittimo e frazioni: Guida ai beni storici e artistici. Livorno: Provincia di Livorno, 1998.

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5

Stenico, P. Remo. Momenti di vita: Palù, Ville, Valternigo, Ceola, frazioni di Giovno. Trento: Edizioni Biblioteca pp. Francescani ; Belvedere S. Francesco, 1989.

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6

Carmen, Mancarella, Barone Loretana, and Monaco Mario, eds. Iscrizioni latine del Salento: Melendugno e Borgagne, Parabita, Tricase e frazioni. Galatina: Congedo, 1996.

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7

Cecconi, Federico. Storia di San Pietro in Casale e di tutte le sue frazioni. Bologna: Atesa editrice, 1989.

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8

Luca, Della Valle, ed. Nuovo dizionario dei comuni e frazioni di comune: Con le circoscrizioni amministrative ... 3rd ed. Roma: Dizionario Voghera dei comuni, 2004.

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9

Carlo, Tagliaferri Pier, ed. La vallata del Diaterna: Bordignano, Caburaccia, Castelvecchio, Visignano : frazioni del comune di Firenzuola. Imola (Bologna): Angelini, 2008.

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10

Carlo, Tagliaferri Pier, ed. La vallata del Diaterna: Bordignano, Caburaccia, Castelvecchio, Visignano : frazioni del comune di Firenzuola. Imola (Bologna): Angelini, 2008.

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Book chapters on the topic "Frazioni"

1

Conte, Lanfranco S., Giorgia Purcaro, and Sabrina Moret. "Tecniche per l’analisi della frazione volatile." In Il campione per l’analisi chimica, 231–51. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5738-8_9.

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2

MORELLINI, M., L. FERRI, and N. A. SERAFINI. "STUDIO DI FRAZIONI SEPARATE ELETTROFORETICAMENTE DALL'ESTRATTO ACQUOSO DI MEMBRANA IDATIDEA." In Proceedings of the First International Congress of Parasitology, 764. Elsevier, 1999. http://dx.doi.org/10.1016/b978-0-08-011427-9.50125-6.

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