Academic literature on the topic 'Forze dell’ordine'

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Journal articles on the topic "Forze dell’ordine"

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Malpassi, Stefano. "Il coniuge (troppo) debole: aporie e persistenze dell'ordinamento familiare ottocentesco." La Nuova Giuridica 2, no. 2 (January 19, 2023): 104–25. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1978.

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Abstract:
Con l’avvento della codificazione anche un tema privatissimo come quello matrimoniale trova una sanzione da parte del potere pubblico: il mito della leggeinveste la sfera familiare. Durante tutto il corso dell’Ottocento il dibattito ruoterà soprattutto intorno al tema della tenuta morale e patrimoniale della famiglia,finendo per consacrarne l’ordinamento gerarchico. L’apparente contraddizione con le aspirazioni rivoluzionarie si risolve, al contrario, proprio nella tutela degli assunti di base del liberalismo ottocentesco: individualismo, proprietà, ordine politico. I nuovi codici sembrano trovare, infatti, proprio nella formulazione «della forte famiglia nel forte Stato» (Ungari, 1974) una chiusura del cerchio, la compiuta affermazione dell’ordine borghese che in materia di famiglia consacra un «ordine sociale laicizzato» (Passaniti, 2011). Protagonista ‘riflessa’ di questo dibattito è, ovviamente, la figura femminile, «destinataria di un trattamento giuridico differenziato» (Stolzi, 2019) e la cui «debolezza» è un vero «problema» da regolare in funzione della tenuta – anche e soprattutto – patrimoniale della famiglia. Una sintetica ricostruzione degli assetti normativi e dei dibattiti in Francia, prima, e in Italia, poi, sugli effetti dello scioglimento del matrimonio, permette di disvelare alcuni aspetti delle costruzioni liberal-ottocentesche che hanno condizionato a lungo il nostro ordinamento familiare. Nineteenth-century codifi cation drives the private issue of marriage under the eye of the public power, and the family undergoes the «mythology» of legal positivism. The consequence of the legal debate, which revolves all around the moral and patrimonial hold of the family, is the consecration of its hierarchical order. The seeming contradictions with revolutionary aspirations are resolved in the pillars of nineteenth-century liberalism: individualism, property, political order. The formula «a strong family under a strong state» (Ungari, 1974) conveyed by the codes expresses the achievement of the bourgeois order devoted to a «secularist social order» (Passaniti, 2011) in matters of the family. A prominent, yet refl ected role is played by the woman, «recipient of differentiated legal treatment» (Stolzi, 2019) and whose «weakness» represents an issue which to be solved in order to defend the family’s property asset. After a quick survey of the legal acts and debates on the consequences of the end of marriage, both in France and Italy, this paper aims to unveil the uncertainties and continuities of the traditional-liberal legal order that have long infl uenced the Italian family system.
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Inserra, Silvia. "Letteratura e diritti umani: dissidenza e testimonialità nell’opera O sol na cabeça di Geovani Martins." Altre Modernità, September 30, 2022, 207–20. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/18699.

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Abstract:
L’autoritarismo di Stato appare profondamente radicato nella società brasiliana ed è parte di uno scenario paradossale in cui all’espansione dei diritti politici si accompagna una sostanziale delegittimazione dei diritti civili. Questa eredità autoritaria ripudia il subalterno e ne perpetua l’umiliazione, prendendo di mira le fasce più povere della popolazione, che subiscono incessantemente varie forme di violenza da parte della polizia e, in generale, da parte del sistema giudiziario. La letteratura brasiliana, o almeno parte di essa, può essere, però, considerata un grande archivio di contronarrazioni non egemoniche, che si pongono come coscienza critica di una modernizzazione iniqua e della violenza dei processi di dominazione che la caratterizzano. In questa prospettiva, l’articolo analizza alcuni racconti presenti nella raccolta O sol na cabeça (2018) di Geovani Martins, scrittore emergente che traccia nell’opera un ritratto meticoloso della vita dei morros, raccontando la tirannia del crimine organizzato, ma soprattutto la violenza poliziesca, in una prospettiva che evidenzia, nella tutela dell’ordine da parte dello Stato brasiliano, un “eccesso di negatività” (Han) fondato su una logica del “supplizio” (Foucault).
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Iaconis, Valeria. "«Questo, io penso, e per questo sono contro il divorzio». Il dibattito sul divorzio nella rivista femminile «La Chiosa» (1919-1927)." altrelettere, August 17, 2020. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-46.

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Abstract:
All’indomani della Prima Guerra Mondiale, in un momento di forte crisi socio-politica, la classe politica italiana si pose il problema di rettificare le numerose irregolarità coniugali derivate dal conflitto. Nel maggio 1920, i socialisti Guido Marangoni e Costantino Lazzari discussero in Parlamento un progetto di legge sul divorzio, suscitando accese reazioni nell’opinione pubblica. Questo articolo, utilizzando la stampa femminile come documento delle posizioni che le donne assunsero nel dibattito, ripercorre le ragioni e le modalità di espressione dell’antidivorzismo femminile. Quello che intende verificare è come e con quali strategie le donne proposero la famiglia tradizionale come base di una ricostruzione dell’ordine nel dopoguerra. A questo scopo si sofferma sul settimanale genovese «La Chiosa. Commenti settimanali femminili di vita politica e sociale» (1919-1927), fondato dalla giornalista e scrittrice Flavia Steno. La rivista affronta il tema del divorzio promuovendo un sondaggio tra lettori e lettrici, pubblicando in appendice il romanzo Gli orfani dei vivi di Steno, e commentando l’iter della legge con articoli dedicati. Queste tre diverse modalità di elaborazione di un discorso in difesa della famiglia condividono alcuni aspetti, analizzati in modo specifico e contestualizzati nella delicata fase postbellica italiana: la riattualizzazione del nesso famiglia-nazione, la rappresentazione degli effetti collettivi del divorzio, e la visione puerocentrica del nucleo.
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Westerwelle, Karin. "Armut und geistiger Aufstieg. San Francesco und Dante." Deutsches Dante-Jahrbuch 87-88, no. 1 (January 11, 2014). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2013-0011.

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Abstract:
RiassuntoQual’è il rapporto fra arte e povertà? Possono, la pittura e la letteratura, rappresentare forme radicali di povertà? Quanto povera e bisognosa in senso materiale, e quanto ricca e virtuosa in senso spirituale appare la donna Povertà che Giotto ha dipinto sulla volta a crociera della Basilica inferiore di Assisi? Nell’undicesimo Canto del Paradiso Dante presenta il personaggio di San Francesco, fondatore dell’ordine omonimo, la cui vita viene narrata dalla voce di San Tommaso d’Aquino, domenicano ed esponente della scolastica. Nella sua presentazione, Dante non si attiene a uno stile retorico ›povero‹, e non rispetta il divieto »sine glossa« formulato da Francesco: infatti il discorso di Tommaso, per rendere trasparente il proprio ermetismo, non può fare a meno di autocommenti e di glosse. Per descrivere il luogo in cui Francesco ricevette le stimmate, Dante si serve di una strategia di visibilizzazione che, con i fiumi Arno e Tevere, evoca topografie e cultura cittadine, ovvero una ricchezza del tutto materiale. Il dibattito fondamentale che Dante apre con l’ideale di povertà di San Francesco, sta nel confronto tra l’ascesa della figura allegorica della donna Povertà e quella di Beatrice. La differenziazione delle due figure segna il divario tra etica religiosa e visione artistica: si dischiude allora uno spazio letterario fondato in questo modo da Dante
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Dissertations / Theses on the topic "Forze dell’ordine"

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MANZI, DEBORAH. "LA RESILIENZA DELLE RETI CRIMINALI: UN MODELLO AD AGENTI PER LA SIMULAZIONE DELLE REAZIONI DELLE ORGANIZZAZIONI ATTIVE NEL TRAFFICO E SPACCIO DI STUPEFACENTI ALLE AZIONI DI CONTRASTO DELLE FORZE DELL’ORDINE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2023. http://hdl.handle.net/10280/138065.

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Abstract:
Le organizzazioni criminali operano in ambienti mutevoli e complessi. Flessibilità e dinamicità consentono loro di sfruttare nuove opportunità illecite e di reagire alle azioni di contrasto delle forze dell'ordine (FdO). Molti studi sulla resilienza delle reti criminali esaminano le strutture organizzative dei gruppi a seguito dell’arresto di alcuni membri, ma spesso trascurano le strategie di adattamento dei gruppi. Lo studio ha analizzato la resilienza delle organizzazioni attive nel traffico e spaccio di stupefacenti, concentrandosi su tre aspetti: la capacità di non soccombere, di reagire in maniera rapida ed efficace e di mantenere inalterate le funzioni primarie dell’organizzazione. Lo sviluppo di un modello ad agenti basato sui contenuti di un’ordinanza per l’applicazione di misure cautelari per i membri di un’organizzazione camorristica coinvolta nel traffico di stupefacenti e sulla letteratura criminologica esistente ha permesso la simulazione delle attività di traffico e spaccio da parte di organizzazioni criminali e le relative reazioni alle azioni di contrasto delle FdO. I risultati identificano le azioni di contrasto delle FdO come eventi critici per la sopravvivenza delle organizzazioni criminali. Tuttavia, le organizzazioni rimaste attive mostrano un’alta resilienza, con efficaci reazioni agli eventi di contrasto al fine di continuare le attività di traffico e spaccio.
Criminal organizations operate in complex changing environments. Being flexible and dynamic allows criminal networks not only to exploit new illicit opportunities but also to react to law enforcement attempts at disruption, enhancing the persistence of these networks over time. Most studies investigating network disruption have examined organizational structures before and after the arrests of some actors but have disregarded groups’ adaptation strategies. The present study investigated the resilience of drug trafficking organizations (DTOs) to law enforcement attempts at disruption, focusing on three main aspects: the ability to endure disruption, react quickly and efficiently to threats, and keep primary functions unaltered. The analysis relied on an agent-based model (ABM) that simulates drug trafficking and dealing activities by organized criminal groups and their reactions to law enforcement attempts at disruption. The simulation relied on information retrieved from a detailed court order against a large-scale Italian DTO and from the literature. The results demonstrated that law enforcement interventions are often critical events for DTOs, with high rates of disruption. However, surviving DTOs always displayed a high level of resilience, with effective strategies in place to react to threatening events and to continue drug trafficking and dealing.
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SBARBATI, Claudia. "LE STRAGI E LO STATO. NARRAZIONI SU CARTA DELLO STRAGISMO ITALIANO:CRONACA, MEMORIA E STORIA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251127.

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Abstract:
Oggetto del presente studio è la narrazione pubblica delle stragi degli anni Settanta, realizzata attraverso il filtro della carta stampata di ieri e di oggi. In particolare, le stragi delle quali è stato ricostruito il pubblico racconto sono quelle di Milano (12 dicembre 1969), di Brescia (28 maggio 1974) e di Bologna (2 agosto 1980). L’interesse di ricerca è nato dalla percezione di un vuoto storiografico rispetto all’“impressione di realtà” - quindi all’immaginario - che nel corso dei decenni quotidiani e periodici nazionali hanno edificato riguardo allo stragismo neofascista. In generale, l’eversione di destra – seppur oggetto di preziosi studi - è stata meno analizzata rispetto a quella di sinistra e quello che è divenuto il cosiddetto “caso Moro”, perché sovente stigmatizzata come subalterna allo Stato e quindi priva di una sua dimensione particolare. È esattamente in questo spazio che la ricerca s’inserisce, guardando alla storia d’Italia attraverso l’interpretazione dello stragismo offerta dall’informazione a stampa. La scelta della fonte giornalistica come fonte storica per analizzare le categorie interpretative e i quadri di riferimento messi a disposizione dell’opinione pubblica, ha richiesto di tenere in considerazione gli elementi distintivi del giornalismo italiano e i suoi rapporti con il contesto politico nazionale coevo alle stragi, con attenzione anche per i cambiamenti occorsi nel tempo nel mondo dell’informazione e nel panorama internazionale, definendo un arco temporale che dal 1969 giunge sino al 2017. Inoltre, gli scenari politici sovranazionali della Guerra Fredda sono costantemente richiamati in virtù dell’intima connessione fra eversione di destra, forze dell’ordine e servizi di sicurezza italiani da un lato, ed equilibri geopolitici internazionali dall’altro. Si è scelto di attingere a numerose testate nazionali per dare conto delle diverse linee editoriali, delle molteplici caratterizzazioni politiche delle stesse, dei differenti stili comunicativi e della pluralità di lettori cui ogni quotidiano o periodico è destinato. Fra gli archivi storici più attenzionati emergono quelli del “Corriere della Sera”, “La Stampa”,“la Repubblica”, “L’Unità”, “Il Giorno”, “La Notte”, “La Nazione”, “L’Avanti!”, “il Manifesto”, “Lotta Continua”, “Umanità Nova”, “Il Popolo”, “il Secolo d’Italia”, “Candido” e “il Borghese”. A ogni strage è stato dedicato uno specifico capitolo in cui sono introdotti i fatti e gli esiti giudiziari, analizzate le prime reazioni della stampa, ricostruiti gli anni dei processi e la ricezione delle sentenze, sino a riproporre l’eco pubblica delle opere che nel corso dei decenni sono intervenute sul tema. Gli articoli di cronaca e gli editoriali di approfondimento analizzati permettono di vagliare la riproposizione su carta delle versioni ufficiali delle forze dell’ordine, della magistratura e della politica; le memorie dei protagonisti degli eventi e l’analisi offerta dagli opinion makers che di volta in volta hanno raccontato le stragi dell’Italia repubblicana (giornalisti, storici, magistrati, scienziati sociali). L’ultimo capitolo è stato invece dedicato al problema della Memoria e dei suoi rapporti con la Storia, analizzando la produzione memorialistica degli ex terroristi, delle vittime di prima, seconda e terza generazione, sino al tema della riconciliazione e della pacificazione. Si è dunque ricostruito il dibattito sviluppatosi “a caldo” ed “ex post”, nella consapevolezza che l’informazione e la comunicazione pubblica della Storia sono fondamentali per la storicizzazione del passato traumatico della Nazione.
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Books on the topic "Forze dell’ordine"

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Gustapane, Antonello. Il ruolo del pubblico ministero nella Costituzione italiana. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg259.

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Abstract:
La Costituzione italiana ha trasformato in maniera innovativa il ruolo del pubblico ministero: da rappresentante del potere esecutivo presso l’autorità giurisdizionale, gerarchicamente sottoposto al Ministro della giustizia, che è tipico dei paesi di civil law , ad autonomo potere pubblico, titolare della pretesa punitiva dello Stato da esercitare obbligatoriamente nei casi stabiliti dalla legge e secondo le forme del giusto processo, e inserito nell’ambito dell’ordine giudiziario governato dal Csm. Nel volume, i principi costituzionali in tema di funzione requirente vengono quindi sviluppati sino a sostenere che, per rispettare appieno il ruolo che la Costituzione attribuisce al pubblico ministero di promotore a fini di giustizia dell’intervento decisorio del giudice, i poteri direttivi, che la riforma Castelli/Mastella conferisce al procuratore della Repubblica, devono essere interpretati in modo da rispettare la posizione di esclusiva sottoposizione alla legge costituzionalmente conforme, che è propria di ogni magistrato ordinario, compreso quello addetto alle funzioni requirenti. La ricerca si chiude difendendo i sempre attuali principi costituzionali sul pubblico ministero dai tentativi di stravolgimento operati con il disegno di legge costituzionale sulla giustizia presentato il 7 aprile 2011 dalle forze politiche di centro-destra.
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Bertaccini, Davide. La politica di polizia. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg248.

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Abstract:
Il libro presenta uno studio sulla polizia, che ripercorre l’evoluzione del controllo sociale attraverso la forza pubblica dalla versione originaria nello stato moderno sino al volto maturo nella società contemporanea. L’oggetto centrale dell’opera è costituito dai modelli riformistici delle polizie occidentali dell’ultimo secolo – la polizia professionale (professional/professional law enforcement policing), la polizia di comunità (community/community-oriented policing), la polizia dei problemi (problemoriented/ problem-solving policing), la polizia dell’ordine (law and order/zero tolerance policing) e la polizia di prossimità (police de proximité, policía de proximidad) – che interessano il dispositivo poliziale nel suo complesso e si connotano per un apparato teorico che ne guida la progettualità concreta. L’orizzonte disciplinare di riferimento attinge dalle scienze giuridiche, sociologiche e politologiche, grazie alle quali si forniscono gli elementi conoscitivi e si analizzano i profili critici dell’organizzazione e dell’esercizio del potere di polizia. La cifra fondamentale del lavoro si sostanzia in una prospettiva realistica sulla polizia come istituzione e come professione, con cui si propone una politica poliziale in grado di realizzare un progresso democratico oltre la retorica riformistica
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Book chapters on the topic "Forze dell’ordine"

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Giampieri, E., A. Alamia, S. Romanato, V. Ranzenigo, S. Ronzitti, and M. Clerici. "Il suicidio nell’esercito e nelle forze dell’ordine." In Il suicidio oggi, 221–31. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2715-2_25.

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