Journal articles on the topic 'Forza di legame'

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1

Isenburg, Teresa. ""Il palpitare lontano di scaglie di mare"." SOCIETÀ E STORIA, no. 126 (March 2010): 673–75. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126005.

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Abstract:
Nel corso della seconda metÀ dell'ottocento la frangia costiera e il suo immediato entroterra, spesso costituito da zone umide, ha subito una drastica modificazione grazie all'utilizzo delle tecnologie rese possibili dalla forza della macchina a vapore: č questa un'ulteriore conferma dello scarso legame con l'universo marino della formazione culturale e dell'agire operativo dell'Italia contemporanea.
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2

Norsa, Diana. "Legami di dipendenza e problematiche separative." INTERAZIONI, no. 2 (November 2020): 78–94. http://dx.doi.org/10.3280/int2020-002006.

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Abstract:
Il paradosso di Winnicott riguardo alla "capacità di essere solo" che il bambino raggiunge in presenza della madre, è applicato dall'autrice alla rete di relazioni familiari dentro cui si forma la soggettività. Vengono esaminati alcuni flash clinici per esemplificare gli effetti destabi-lizzanti di una mancata acquisizione della "capacità di essere solo in presenza", mostrando come non basti una separazione effettiva per scioglie il patto denegativo che è alla base di una dipendenza patologica. Vengono poi esaminati due casi letterari: Il riposo del guerriero romanzo utilizzato da Bleger per analizzare il legame simbiotico e le sue conseguenze catastrofiche e Forza maggiore, un film che descrive come una situazione traumatica avvenuta nella realtà innesca una crisi sentimentale di coppia e una rinnovata capacità di insight riguardo all'amore altruistico e l'amore egoistico.
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3

Paolucci, Caterina. "FORZA ITALIA A LIVELLO LOCALE: UN MARCHIO IN FRANCHISING?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 3 (December 1999): 481–516. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028926.

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Abstract:
IntroduzioneIn questo saggio presenterò alcuni risultati di una ricerca empirica sugli amministratori locali di Forza Italia, che si inserisce in un più ampio progetto di analisi del processo di istituzionalizzazione di questo partito. La scelta di concentrare l'attenzione sugli eletti locali nasce dalla convinzione che il futuro di Forza Italia sia legato non solo agli eventi organizzativi e politici che la riguardano a livello nazionale e di leadership, ma anche allo sviluppo di strutture e procedure preposte alla formazione e al consolidamento di una classe dirigente locale. In altri termini, la persistenza organizzativa di questo nuovo partito dipenderà dalla realizzazione, quantomeno a livello locale, di quella «infusione di valori» che rappresenta la premessa indispensabile di ogni compiuta istituzionalizzazione (Huntington 1968, 15; Selznick 1957, 21-22). Il fatto che a cinque anni dalla sua fondazione Forza Italia sia ancora un'organizzazione patrimoniale fortemente caratterizzata in senso personalistico ed aziendalista (Maraffi 1996; Panebianco 1995), suggerisce che tale infusione di valori, e dunque l'inizio del processo di consolidamento organizzativo, non possa aver luogo per impulso delle élites nazionali. A livello centrale questo processo è reso infatti assai difficile dalle modalità di reclutamento e selezione del personale partitico e parlamentare, miranti a creare o confermare un rapporto di fiducia personale con il leader Silvio Berlusconi, tale per cui la legittimazione dei prescelti diventa una funzione diretta delle oscillazioni del rapporto fiduciario che li lega al capo. E a quest'ultimo, non già all'organizzazione, che si dirige la lealtà delle élites centrali, e non potrebbe essere altrimenti, data la natura del partito. A livello locale, al contrario, la distanza dal centro potrebbe aver favorito un reclutamento più aperto e una selezione meno personalistica, e dunque l'emergere di un personale politico più libero di dirigere la propria lealtà verso l'organizzazione in sé, piuttosto che esclusivamente verso il suo capo. Pertanto, se esiste una possibilità di consolidamento per Forza Italia, essa è sicuramente maggiore a livello locale. In questa prospettiva è necessario dunque valutarne le dinamiche organizzative sul territorio, tenendo presente tuttavia che l'istituzionalizzazione presuppone l'esistenza di un legame tra centro e periferia che favorisca coesione e coordinamento tra i diversi livelli, senza le quali difficilmente l'organizzazione potrà stabilizzarsi nel tempo (Huntington 1968, 23).
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4

Abbate, Corrado, and Augusto Merlini. "Distretti industriali: aree di concentrazione di PMI specializzate." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 1 (March 2010): 34–103. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-001003.

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Abstract:
La struttura produttiva italiana, caratterizzata prevalentemente da piccole e medie imprese (PMI), č considerata come un fattore limitante della capacitŕ di crescita economica, in considerazione delle limitate possibilitŕ di effettuare investimenti, e quindi di fare progressi nel campo della ricerca e dell'innovazione. Le piccole e medie imprese vantano perň un loro punto di forza ove esse siano organizzate in distretti industriali, molti dei quali sono noti come distretti del "made in Italy". Riprendendo le definizioni teoriche di distretto industriale, introdotte da Marshall e da Becattini e gli studi che hanno affrontato il problema dell'identificazione statistica dei distretti industriali1, in questo lavoro, dopo un'analisi critica delle metodologie attualmente applicate, si propone una metodologia alternativa. Essa intende ricercare un legame piů stringente tra i concetti teorici utilizzati dagli economisti - come per esempio quelli di comunitŕ di persone, di concentrazione e di specializzazione - e i concetti statistici che li possono meglio rappresentare.
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5

Szymański, Piotr Florencjan. "Wzrastanie Jezusa w Duchu Świętym w świetle Łk 4, 1. 14." Ruch Biblijny i Liturgiczny 59, no. 1 (March 31, 2006): 15. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.347.

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Abstract:
L’autore analizza i due versetti di Lc (4, 1. 14) in cui appare in modo evidente il legame fra Gesù e lo Spirito Santo nel contesto della tentazione del Signore da parte del diavolo.L’indagine di Lc 4, 1 mostra che Gesù, come in Mt e Mc, fu condotto nel deserto dallo Spirito che Egli ha ricevuto al battesimo. Grazie alla forza dello Spirito, Gesù è capace di affrontare il diavolo nella lotta iniziale decisiva e poi compiere fedelmente la sua missione. Realizzandola il Signore incontrava la resistenza del diavolo che agiva attraverso gli uomini, in modo speciale nella sua passione e morte (22, 3. 53), ma proprio allora lo ha vinto definitamente nello SpiritoDall’indagine di Lc 4, 14 risulta un grande ruolo del digiuno e della preghiera nella vita spirituale di Gesù. Questi mezzi lo aprivano ancor di più allo Spirito che lo ha riempito pienamente e condotto oltre con saggezza e forza. Dalla prova vissuta nel deserto Gesù non è uscito indebolito, ma rafforzato.
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6

Carocci, Sandro, and Nicoletta Giannini. "Portici, palazzi, torri e fortezze. Edilizia e famiglie aristocratiche a Roma (XII-XIV secolo)." Studia Historica. Historia Medieval 39, no. 1 (May 31, 2021): 7–44. http://dx.doi.org/10.14201/shhme2021391744.

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Abstract:
Basato sull’esame sistematico delle fonti scritte e sul censimento e l’analisi archeologico-architettonica di tutta l’edilizia civile medievale, l’articolo illustra i patrimoni immobiliari e le forme di residenza sia dei vertici della aristocrazia romana, i cosiddetti baroni, sia del resto della nobiltà cittadina. L’esame di portici, domus magne, palatia, torri e fortezze mostra bene come dall’XI e, soprattutto, dal XII secolo si sia affermato con una forza prima sconosciuta un legame strutturale fra ricchezza e investimenti in costruzioni durature. Pietra, laterizi e malta si sono imposti come uno strumento fondamentale per manifestare l’identità aristocratica e come luogo di espressione dell'agency individuale e familiare.
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7

Keppie, Lawrence. "The changing face of the Roman legions (49 BC–AD 69)." Papers of the British School at Rome 65 (November 1997): 89–102. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620001059x.

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Abstract:
IL MUTEVOLE ASPETTO DELLE LEGIONI ROMANE (49 a.C. - 69 d.C.)I 125 anni tra le guerre civili della tarda Repubblica e la fine del periodo Giulio-Claudio testimoniarono un cambiamento drammatico nel personale delle legioni romane: i posti occupati dagli Italiani vennero gradualmente occupati da uomini provenienti dalle province dell'Impero, che quindi provenivano dalle più diverse culture. La prospettiva di lunghi anni di servizio su distanti frontiere aveva alienato le tradizionali fonti di forza lavoro. Questo articolo suggerisce che il cambiamento era in atto prima di quanto fosse generalmente supposto. Pochi Italiani ritornavano a casa dopo il servizio. In genere i legionari non avevano alcun legame emotivo con la città di Roma, al punto che ben pochi avevano mai la possibilità di visitarla.
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8

Casini, Marina. "I diritti dell’uomo, la bioetica e l’embrione umano." Medicina e Morale 52, no. 1 (February 28, 2003): 67–110. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.674.

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Abstract:
L’articolo muove dalla constatazione – documentata dal riferimento a numerosi documenti di carattere giuridico - dell’intenso legame esistente tra la riflessione sui diritti umani e quella sulla bioetica; legame che affonda le sue radici nella metà del secolo scorso e che è a tutt’oggi fecondo tanto da costituire una delle caratteristiche della modernità. La forza espansiva delle due riflessioni trova uno sbocco ed una prospettiva comune nel biodiritto che sta imponendosi non solo come un settore degli ordinamenti interni, definibile in base a criteri pratici, didattici o sistematici, ma anche come riflessione planetaria sui diritti umani il cui nucleo più profondo è costituito dalla meditazione sulla dignità umana, sul suo contenuto, sulla sua ragione. Il biodiritto, infatti, manifesta l’urgenza di un supplemento di riflessione, uno sforzo speculativo che sappia guardare a fondo per cogliere senso più autentico del diritto e dei diritti umani. Questo supplemento di riflessione viene posto nella prospettiva dell’esistenza umana appena sbocciata e minacciata in molti modi: dall’aborto chirurgico a quello chimico, dalla fecondazione in vitro, all’uso dell’embrione a fini sperimentali o di ricerca. Sullo sfondo di una panoramica generale dei principali testi giuridici che più o meno direttamente si occupano, con diversi esiti, dell’embrione umano, lo scritto si sofferma sulle ragioni che depongono a favore del riconoscimento del concepito come soggetto. Tali ragioni- squisitamente giuridiche - sono date dalla meditazione sulla dignità umana e sul collegato principio di uguaglianza alla luce delle Costituzioni e delle dichiarazioni di diritti; dal concetto tecnico-giuridico di persona; dalla rilevanza giuridica del dubbio.
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Sgreccia, Elio, and Marina Casini. "Diritti umani e bioetica." Medicina e Morale 48, no. 1 (February 28, 1999): 17–47. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.808.

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Abstract:
Esiste un legame tra la riflessione sulla bioetica e quella sui diritti umani? Lo scritto muove da questo interrogativo per giungere dopo un’articolata analisi alla conclusione che il limpido e chiaro riconoscimento della dignità e del conseguente diritto alla vita di ogni essere umano a partire dalla fecondazione costituisce terreno e presupposto comune delle due discipline e, allo stesso tempo, è ciò che consente loro di non navigare verso le derive individualistiche dell’utilitarismo e del relativismo etico. L’analisi del rapporto fra diritti umani e bioetica parte da un dato storico e cioè dalla svolta che il processo di Norimberga e la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo hanno impresso nel cammino dell’umanità. Questa nuova tappa accompagna gli albori del “filone giuridico-normativo della bioetica” che nel corso degli anni assumerà sempre maggior consistenza, tanto da sfociare in un autonomo campo di riflessione noto sotto il nome di “biodiritto” o “biogiuridica”. A riguardo l’articolo presenta una disamina ricognitiva (non esente da osservazioni di tipo valutativo) dei principali documenti giuridici nazionali e internazionali che si occupano di “questioni di bioetica”. Dal ricco affresco di questi emerge da un lato la constatazione di un rapporto che esprime la necessità di un’integrazione fra diritti umani e bioetica, dall’altro l’urgenza di dare un solido ed autentico fondamento agli uni e all’altra. È questa una problematica di cruciale importanza, perché sia i diritti umani che la bioetica risentono di una crisi metafisica tanto più evidente e acuta quanto più ci si avvicina ai momenti di maggiore precarietà e debolezza dell’esistenza umana, nei quali la vita umana “è”, semplicemente “è”. In questo senso, l’embrione umano è l’emblema di ogni povertà ed emarginazione. La via d’uscita dalla “crisi” e dunque la ricerca del fondamento - sia per i diritti umani che per la bioetica - va trovata all luce della dignità umana, sempre presente con la stessa forza e intensità in tutti e in ciascuno, da rispettare e promuovere in primo luogo nel rispetto e nella promozione del diritto ad esistere che della dignità è la prima manifestazione, la più immediata concretizzazione.
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Wronka, Stanisław. "Jan Paweł II – człowiek dobry." Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, no. 2 (June 30, 2005): 85. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.586.

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Abstract:
L’andare di Giovanni Paolo II alla casa del Padre ha toccato profondamente tutti, credenti e non credenti. Il modo in cui il Papa viveva i suoi ultimi giorni, segnati dalla sofferenza, la sua pasqua dalla morte alla vita in Dio, ha confermato definitivamente la sua grandezza. Agli occhi del mondo è sfavillata la sua bella umanità e allo stesso tempo si è aperto unenorme e doloroso vuoto. La vicenda dell’uomo rassomiglia a quella di un albero: si può valutarne bene la grandezza, salute e posto nel paesaggio solo quando è abbattuto.L’umanità del Santo Padre era tutta tessuta dei valori massimi di verità, libertà, amore... Il Papa li realizzava con radicalismo e coraggio che però sapeva unire alla mitezza e rispetto verso gli altri. Questa difficile sintesi testimonia il suo genio morale. Il fondamento dell’umanità di Giovanni Paolo II era la fede in Dio che rafforza le naturali capacità dell’uomo e permette di unire tutti gli elementi della realtà umana, inclusa la sofferenza e morte, in un armonioso insieme. Il legame con Dio non lo separava dagli uomini, ma lo apriva ancor di più a loro. Infatti, accanto a lui si radunavano sia giovani che adulti ed egli li univa sulla base dei valori che riconosceva. Col passare del tempo, la comunità attorno a lui aumentava, nel giorno del suo funerale abbracciava pressoché tutto il mondo. Ciò dimostra la giustezza dell’antropologia evangelica alla cui luce costruiva tutta la sua vita.I mezzi con cui il Santo Padre foggiava la sua umanità erano semplici, ma esigenti. La fonte della forza e della luce costituiva per lui soprattutto una fervida e costante preghiera, frequente partecipazione ai sacramenti e sistematica meditazione sulla Parola di Dio. A queste pratiche religiose univa un solido studio delle diverse materie: letteratura, filosofia, teologia. Con passione perseguiva la verità, voleva raggiungere l’essenza delle cose e fenomeni, trattava le questioni del tempo, confrontava i risultati delle sue riflessioni con le opinioni degli scienziati, artisti, politici. La luce della fede unita alla sapienza umana lo faceva un profeta dei nostri tempi che vedeva più lontano e più profondamente e influiva in modo efficace sul corso della storia. Poteva operare così molto grazie alla sua enorme laboriosità, sfruttamento di ogni istante e fedeltà nel poco.In verità per il Papa niente era di poco valore, egli scorgeva in tutto la straordinarietà, dappertutto scopriva con meraviglia le tracce della bellezza, sapienza e amore di Dio – nell’uomo, negli eventi, nella natura. Voleva rispondere a questo amore anche con amore con il quale abbracciava Dio, uomini e ogni creatura. L’amore faceva sì che non si sentisse mai annoiato né stanco e che esercitasse così forte influsso sugli altri. La gente si affezionava a lui, ricambiando il suo amore paterno e cercava di tramandarlo oltre, tentando perfino di riconciliarsi con i nemici. Infatti, è difficile resistere al potere dell’autentico amore!Di Giovanni XXIII si diceva: „Papa buono”, invece di Giovanni Paolo II si dice in modo più principale: „uomo buono”, poiché in lui si è manifestata nella misura rarissima la stessa umanità, la sua forma piena. Essere buono vuol dire essere vicino a Dio che come unico è veramente buono e fonte del bene. Dunque l’uomo buono è anche santo e grande. Tale era Giovanni Paolo II, perché cercava sempre di stare vicino a Dio, seguendo Cristo e la sua Madre. In questo cammino lo aiutavano la tradizione e la cultura polacca che nelle loro espressioni più alte sono fino in fondo evangeliche.
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Boccia Artieri, Giovanni. "Forme e pratiche della socievolezza in rete. Connessi in pubblico." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 41 (May 2012): 51–66. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041005.

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Abstract:
L'articolo indaga il processo evolutivo della societŕ nel suo rapporto con gli individui nei termini dell'evoluzione della comunicazione e delle sue tecnologie. Qui, e in particolare nel web sociale, lo stato di contingenza del mondo diventa sempre piů visibile e va a caratterizzare i legami sociali. Il centro di questa svolta riguarda l'introduzione della comunicazione "personale di massa" (blog, SNSs) che cambia l'esperienza degli individui che sanno di essere potenzialmente "soggetto" di una conversazione mentre la forma del pubblico diventa quella dei networked publics. Č quindi nel contesto delle dinamiche di rete che il legame sociale deve essere visto come uno "stato di connessione", come un legame che ha assorbito la contingenza.
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Long, Joëlle. "La tutela volontaria di minori stranieri non accompagnati: punti di forza e criticità di un nuovo modello." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 181–95. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002016.

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Abstract:
Nel 2017 l'Italia ha introdotto la tutela volontaria come uno dei principali strumenti per la protezione e promozione dei diritti dei minorenni stranieri non accompagnati. Questo progetto legale e culturale si sta rivelando centrale per l'inclusione sociale di molti minori, ma incontra alcune difficoltà attuative. Muovendo dall'esperienza di oltre tre anni di formazione e sostegno ai tutori volontari, il presente contributo riflette sui punti di forza e sulle criticità del modello e identifica possibili strategie di miglioramento.
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Thomae, Helmut, and Horst Kaechele. "La psicoanalisi comparata sulla base di una nuova forma di trascrizione del trattamento. Il caso Amalia X." SETTING, no. 30 (June 2012): 5–44. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-030001.

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Abstract:
In questo articolo sosteniamo che č fondamentale, per capire come l'analista applica le sue conoscenze nella situazione analitica, indagare il processo analitico e sviluppare modelli di ricerca per la valutazione delle ipotesi cliniche Partiamo dalla premessa che la teoria dell'analista influenza la tecnica e che l'esame di un'analisi implica un processo interattivo. Ci chiediamo: "Come comprendere il legame inscindibile tra terapia e ricerca?". Sosteniamo che la comprensione che si sviluppa nel corso di una psicoanalisi non č ricerca: perché abbia luogo la ricerca, č necessaria un'esplorazione delle connessioni causali che comprenda le osservazioni e il pensiero dell'analista nel corso dell'analisi, passibili di valutazione da parte di osservatori indipendenti. Viene descritto e dimostrato un modello di ricerca basato sulla trascrizione delle audio-registrazioni e dei commenti annotati dall'analista per fornire a osservatori indipendenti la possibilitŕ di valutare le sue osservazioni e il suo pensiero.
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Jaitin, Rosa. "La violenza nei legami fraterni e coniugali - la sedia vuota." INTERAZIONI, no. 2 (July 2010): 90–100. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002008.

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Abstract:
Quando i legami di coppia e i legami fraterni (vale a dire i legami della stessa generazione) si confrontano con delle esperienze di rottura non simbolizzate, provocano degli effetti di siderazione psichica nella trasmissione transgenerazionale, che si riattualizzano durante la pubertŕ e/o l'adolescenza dei figli. In questo caso, all'interno dei legami coniugali e fraterni, la sofferenza narcisistica identitaria viene esacerbata e la violenza intrafamiliare emerge come forma di resistenza e di lotta contro il crollo psichico, effetto di una trasmissione non trasformata attraverso l'apparato mentale. Lo svolgimento di una terapia familiare psicoanalitica e l'analisi dei processi transferali e controtransferali permette di comprendere come il trauma all'interno della filiazione fissa i legami in un triangolo di rivalitŕ.
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Firouzi Tabar, Omid. "Inclusione sociale delle/dei richiedenti asilo, forza e ambivalenze delle "buone pratiche" autorganizzate." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 31–49. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002004.

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Abstract:
Una lunga ricerca etnografica svoltasi tra il 2015 ed il 2018 a Padova e Provincia, ha porta-to a galla numerose criticità legate all'organizzazione dell'accoglienza dei richiedenti asilo. È stato osservato che la violazione dei diritti emerge nettamente su quelle pratiche di "buona accoglienza" orientate all'implementazione dell'autonomia dei beneficiari e a una loro inclu-sione sociale improntata alla valorizzazione della loro agency e autodeterminazione. In que-sto quadro emergenziale, i richiedenti asilo si trovano ora esposti a forme di violenta segre-gazione e marginalizzazione ora alle prese con la fruizione delle rare risorse "inclusive", spesso subordinata alla completa osservanza delle linee di condotta e disciplinamento stabili-te dalle strutture ospitanti e dalla disponibilità allo svolgimento di lavori bassamente qualifi-cati e sottopagati. In questo contesto paradigma sicuritario e umanitario tendono spesso a intrecciarsi. I confini e le pareti dell'accoglienza però, sia quelle materiali che quelle simboliche, sono spesso flessibili e porose. Negli ultimi anni abbiamo infatti assistito a crescenti processi di "fuoriuscita", volontaria e forzata, dal circuito, un fenomeno recentemente acuito dall'abrogazione della protezione umanitaria e dalla impossibilità del rinnovo della stessa (Legge 132/2018), provvedimenti che espongono i migranti a nuove forme di irregolarizza-zione e allo stesso tempo a dinamiche di invisibilizzazione e stigmatizzazione sociale. Questa progressiva permeabilità delle pareti dell'accoglienza ci pone sempre più l'urgenza di inda-gare a fondo le relazioni tra questi soggetti, le istituzioni e gli attori sociali che abitano il territorio. A partire da questo proviamo a guardare al ruolo rappresentato da alcune "buone pratiche" autorganizzate dal basso, cercando di capire come esse si misurino con il rischio di ripro-durre a loro volta paternalismo e infantilizzazione, tipici ingredienti del modello "assimila-zionista" e quanto riescano invece a mettere al centro l'autonomia dei soggetti intercettati.
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Cura Curà, Giulio. "L’epistola in versi «Al bo relegïos» di Raimon de Cornet." Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 9, no. 2 (December 30, 2021): 7–51. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/16680.

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Abstract:
Nel testo qui pubblicato Raimon de Cornet offre una vivida descrizione in toni satirici della mondanizzazione degli ordini mendicanti, proponendosi finalità educative e morali. Dall’analisi critica dell’opera emergono sia l’originalità dell’autore sia il legame – nei temi e nella forma – con le fonti, in particolare con la letteratura provenzale del secolo precedente, la Bibbia e la tradizione mediolatina.
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Mertelj, Darja. "Frasi all'imperativo in italiano : aspetti glottodidattici di forma, intonazione, cortesia ed interculturalità." Linguistica 48, no. 1 (December 29, 2008): 121–35. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.48.1.121-135.

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Abstract:
Nell’insegnamento dell’italiano come lingua seconda o straniera (L2/LS) l’imperativo viene considerato un capitolo relativamente difficile, nella sua integrità appare al livello B1/B2 (secondo il Quadro Comune europeo di riferimento per le lingue) che dagli apprendenti spesso viene percepito come una zona di passaggio dall’italiano ‘facile’ alla ‘complessità’ di questa lingua (ad es. ai casi dell’imperativo informale vi vengono legate le forme del congiuntivo presente). Nell’insegnamento moderno, con l’avvento dell’insegnamento comunicativo anche per quanto concerne l’italiano L2/LS negli ultimi decenni, le forme grammaticali appaiono anche prima che gli apprendenti siano ‘grammaticalmente maturi’ (considerando ovviamente l’ambiente scolastico e linguistico in senso largo). Sembra appropriata la decisione che l’insegnante si soffermi e presti attenzione all’uso dell’imperativo e delle frasi iussive nella lingua italiana anche prima che i ‘suoi’ apprendenti siano al livello B.
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Augendre, Sandra. "Soggetto e verbo con dormire, telefonare e arrivare in contesti diversi." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 131–59. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.131-159.

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Abstract:
L'articolo presenta i risultati di uno studio realizzato su un campione di cento parlanti attraverso la somministrazione di un questionario. Il suo scopo è di descrivere il legame esistente tra contesto verbale e forma dell'enunciato in italiano. Il questionario consiste nella presentazione di una serie di contesti linguistici, ai quali sono associati diversi tipi di frasi, chiedendo ai parlanti di esprimere un giudizio sull'adeguatezza di ogni variante rispetto al contesto proposto. L'articolo si limita a presentare la realizzazione della sequenza soggetto+verbo in due contesti diversi per i verbi dormire, telefonare e arrivare, distinti per proprietà semantico-aspettuali ma identici dal punto di vista della struttura argomentale. Infatti, questi verbi hanno un solo argomento: il soggetto, che può anche rimanere implicito, essendo sintatticamente opzionale in italiano; di conseguenza, tutti gli altri elementi che si aggiungano eventualmente all'enunciato, risultano indipendenti dal verbo. I due contesti linguistici messi a confronto si presentano in questo caso sotto forma di domande e determinano, nelle risposte, una organizzazione diversa dell'informazione: nel primo ("Che cosa è successo?") né il soggetto né il verbo sono presupposti e la loro introduzione complessivamente informativa; nel secondo ("Sono andata a fare spese. E Maria?") solo il soggetto è introdotto ed è il verbo a portare l'informazione nuova. Sulla base di queste restrizioni contestuali, lo scopo è di analizzare quali siano le strategie linguistiche adeguate o meno per veicolare il tipo di informazione richiesto, confrontando i risultati per i tre verbi, al fine di stabilire un legame tra proprietà degli elementi presenti, contesto e forma dell'enunciato.
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Ascanio, Carla. "Adozioni in casi particolari: il Tribunale per i minorenni di Sassari riconosce la posposizione del cognome dell'adottante e l'estensione dei legami di parentela dell'adottante in capo all'adottato." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (April 2022): 141–49. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-003013.

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Abstract:
Con la sentenza 18 gennaio 2022, il Tribunale per i minorenni di Sassari, in base a un'interpretazione consolidata in giurisprudenza dell'art. 44 lett. d) legge n. 184/1983, ha disposto l'adozione "in casi particolari" di una bambina da parte del padre intenzionale, la posposizione del cognome di costui a quello della figlia e l'estensione a quest'ultima dei legami di parentela del padre. L'introduzione della sentenza che qui si propone ripercorre l'iter argomentativo seguito dal tribunale e diviene occasione per riflettere sull'inadeguatezza della distinzione tra lo status acquisito in forza di un'adozione c.d. piena e un'adozione, mite o semipiena, in casi particolari, unico strumento, quest'ultimo, per garantire una tutela giuridica a forme di genitorialità de facto e a legami familiari non diversamente riconosciuti dall'ordinamento.
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Lanfranca, Dario. "Mutuo soccorso e protomafia a Palermo dopo l'Unità." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (January 2022): 11–35. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297001.

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Abstract:
Nei primi due decenni dopo l'Unità, in Sicilia appaiono le prime formazioni protomafiose che presentano tutte un profilo riconducibile al mutuo soccorso. Alcune si presentano sotto forma di società artigiane, altre hanno caratteristiche mutualistiche distorte. Palermo e il suo hinterland è il luogo in cui il fenomeno è più visibile, il che non è un caso ma il prodotto di un lungo processo di rielaborazione di istanze cooperativistiche che dall'inizio dell'Ottocento si svolge all'interno dell'ambiguo universo insurrezionale palermitano (1820-1860). Questo composito mondo in cui oltre le antiche corporazioni artigianali, tradizionalmente attive sul piano del controllo del territorio, convergono forze legate al caratteristico autonomismo retrivo, determina dopo il 1860 la configurazione particolare del mutualismo palermitano che, in effetti, presenta tratti unici rispetto al resto d'Italia. Le sue deformazioni sono particolarmente visibili nel settore della trasformazione del grano.
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SCHERER, Katia Ragnini. "LA FUNZIONE DEL DIRITTO IN RELAZIONE AI RISCHI CLIMATICI." Revista Juridica 1, no. 58 (April 7, 2020): 116. http://dx.doi.org/10.21902/revistajur.2316-753x.v1i58.3826.

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RIASSUNTO Obbiettivo: Questo articolo consiste nell’analizzare in modo riflessivo le possibilità di studio del diritto in relazione ad una gestione dinamica della legge, il cui orizzonte è la costruzione di un futuro resiliente.Tenendo conto del contesto giuridico brasiliano, sono pertanto oggetto di riflessione tre argomenti: il primo si riferisce alla forma di giudizio, da parte del Diritto ,dei disastri climatici; il secondo riguarda il trattamento dato ai disastri climatici nel quadro giuridico brasiliano e l’ultimo tratta, invece, le possibilità di sviluppare resilienza in relazione ai primi due temi. Metodologia: Il metodo di approccio scelto come supporto alla ricerca è quello dell’analisi funzionale, inteso come metodo comparativo, in cui la sua introduzione nella realtà ha la funzione di analizzare qualcosa che già esiste attraverso altre possibili considerazioni. Quindi, in questa maniera, si può fare riferimento all’oggetto come punto di vista del problema al fine di poter osservare altre soluzioni. Pertanto, la spiegazione funzionale non è altro che l’espansione del tutto a una limitazione specifica degli equivalenti funzionali. Risultati: Considerando l’oggetto dell’analisi, i risultati puntano verso una necessaria assimilazione della denominazione ‘rischio climatico’ da parte della gestione legale delle catastrofi , oltre ad indicare la possibilità di introduzione di servizi ecositemici come strumenti legali nel Diritto i quali concretizzeranno la matrice strutturante, inaugurata dall’attuale politica pubblica brasiliana di protezione e difesa civile, che è la prevenzione. Contributi: Il principale apporto di questo studio si riferisce alla differenziazione funzionale degli strumenti giuridici già esistenti nella legislazione brasiliana al fine di garantire l'efficacia delle politiche pubbliche per la produzione e il recupero dei servizi ecosistemici, come uno dei pilastri della resilienza legale per la gestione giuridica dei rischi di catastrofi dovute a cambiamenti climatici, che sono sempre più numerosi, intensi e gravi. Parole-chiave: Rischi climatici; Gestione del diritto; Servizi ecosistemici; Resilienza; Teoria dei sistemi. RESUMO Objetivo:Este artigo consiste em analisar reflexivamente as possibilidades de observação do Direito em relação a uma gestão dinâmica pelo Direito, cujo horizonte é a construção de um futuro resiliente. Assim são objeto de reflexão três argumentos levando em conta o contexto jurídico brasileiro: o primeiro se refere à forma de observação dos desastres climáticos pelo Direito; o segundo refere-se ao tratamento dado aos desastres no marco legal brasileiro e o último investiga as possibilidades de construção de resiliência em relação aos mesmos. Metodologia: O método de abordagem escolhido para a sustentação da investigação é o da análise funcional, compreendido como um método comparativo, em que sua introdução na realidade possui a função de olhar algo que já existe com outras possibilidades de observação. Assim, por tal método, se remete o objeto a um ponto de vista do problema para observar outras soluções. Portanto, a explicação funcional não é outra coisa senão a expansão do todo para uma limitação em concreto das equivalentes funcionais. Resultados: Considerando o objeto de análise, os resultados apontam para a necessária assimilação da nova denominação “ risco climático” à gestão jurídica de desastres, assim como aponta os serviços ecossistêmicos como possibilidade de introdução no Direito de instrumentos legais que irão concretizar a matriz estruturante inaugurada pela atual política pública brasileira de proteção e defesa civil que é a prevenção. Contribuições: A principal contribuição deste estudo se refere à diferenciação funcional de instrumentos jurídicos já existentes na legislação brasileira com a finalidade de garantia da efetivação de políticas públicas de produção e recuperação de serviços ecossistêmicos, como um dos pilares de resiliência jurídica para a gestão jurídica de riscos de desastres advindos das mudanças climáticas, cada vez mais numerosos, intensos e severos. Palavras-chave: Riscos climáticos; Gestão pelo Direito; Serviços ecossistêmicos; Resiliência; Teoria dos Sistemas.
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Rubino, Francesco. "Costituzionalismo e governamentalismo." DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 2, no. 1 (October 4, 2019): 184–205. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v2n1.2019.p184-205.

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Abstract:
Questo saggio analizza le origini della definizione di governance e tenta di stabilire le linee di sviluppo e applicazione del stesso concetto. La dialettica tra costituzionalismo (visione, interpretazione, prospettive delle regole del gioco politico-legale) e governamentalismo (tentativo di semplificare la complessità delle democrazie contemporanee) è alla base della teoria del governo come forma specifica e imperfetta di governance (sopra) dell'economia.
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Faraci, Palmira, and Giusy Danila Valenti. "Misurare le strategie di acculturazione in età adolescenziale: strumenti e metodi di indagine." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 501–44. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002004.

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Abstract:
A fronte dell'importanza cruciale di studiare le tematiche legate al processo di acculturazione, come fattore capace di influenzare il funzionamento psicologico e sociale dell'adolescente, poche e di non recente costruzione sono le misure sviluppate appositamente per tale fase dello sviluppo. Il presente contributo mira a fornire una rassegna degli strumenti di valutazione delle strategie di acculturazio-ne in età adolescenziale. Le scale di rilevazione allo stato dell'arte disponibili nel panorama della letteratura internazionale sono proposte attraverso una descrizione degli aspetti formali, delle proprietà psicometriche, dei punti di forza e degli elementi di criticità. Al fine di orientare la scelta tra le misure esistenti e indirizzare le future linee di ricerca verso la realizzazione di strumenti adeguatamente costruiti ad hoc, viene presentata una discussione in chiave metodologica sulle caratteristiche metrologiche da valorizzare.
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Viparelli, Irene. "La Teoria de A. Negri. Tra "Pensare Nella" e "Pensare Sulla" Congiuntura." Perspectivas - Journal of Political Science, no. 6 (December 1, 2011): 157–79. http://dx.doi.org/10.21814/perspectivas.32.

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Abstract:
Il presente articolo si propone di reflettere sull' evoluzione della teoria di Negri, dagli scritti "marxiani" degli anni Sessanta e Settanta, fino all´último testo, scrito in collaborazione con M. Hardt, Commonwealth. La nostra ipotese à che sia possibilecogliere la logica di sviluppo della teoria di Negri soltanto ipotizzando la sua apparteneza alla tradizione del pensiero rivoluzionario; una tradizione che si caratterizza per líntimo legame tra sviluppo teorico e movimento ciclico del capitalismo. Utilizzando il lessico althusseriano, abbiamo definito tale dinamica di svilluppo del pensiero rivoluzionario come alternarsi "pensare nella" e del "pensare sulla" congiuntura. La prima parte dell´articolo è consacrata all´analisi dei testi del cosiddetto "perioso operaista": tali testi, sia per la loro subordinazione alla specifica congiuntura italiano degli anni sessanta e alla crisi internazionale degli anni settanta, sia per la loro ricerca di una strategia politica adeguata alla lotta di classe in questo specifico contesto, non possono che essere considerati come espressione emblematica di un "pensare nella" conguintura. Nella seconda parte ci siamo occupati della produzione teorica di Negri, dagli scritti degli anni Ottanta fino a Multitude, mostrando come l'obiettivo fondamentale sia quello di portare "alla forma del concetto" una serie di intuizioni teoriche sviluppate nel corso della "riflessione congiunturale". Infine, nell'ultima parte, abbiamo formulato l'ipotesi che, con Commonwealth, si compia un nuovo "dislocamento teorico": la crisi finanziaria del 2008 impone a Negri di abbandonare nuovamente l'"astratto" terreno della riflessionare teorica, per immergersi nella "concretezza" della riflessione congiunturale, al fine di definire una strategia rivoluzionaria adeguata alle forze produttive contemporanee, alla Moltitudine biopolitica.
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Micelli, Ezio. "La cattura della rendita nello sviluppo delle città: perequazione, diritti edificatori e accordi pubblico/privato." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 129 (March 2021): 19–40. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1002.

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Abstract:
Lo scritto affronta l'ampio dibattito sui procedimenti di restituzione alla comunità del plu-svalore immobiliare che si forma per effetto delle decisioni legate alla pianificazione. L'analisi evidenzia alcuni passaggi di rilievo nello sviluppo degli strumenti a disposizione degli enti locali: la centralità degli accordi pubblico/privato, l'assorbimento della perequa-zione urbanistica negli stessi accordi e, infine, l'impiego dei diritti edificatori come strumen-ti di nicchia a integrazione di perequazione e accordi.
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Ellison, Ralph Waldo. "La funzione democratica del romanzo americano." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 36 (January 2010): 101–10. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036008.

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Abstract:
- In questo saggio Ralph Ellison riflette sulla natura del romanzo e sullo stretto legame tra questa forma letteraria e la democrazia americana. La riflessione va a toccare alcuni temi di grande rilievo per la cultura statunitense: la delicata questione delle distinzioni sociali, il multiculturalismo, la ferita aperta dalla guerra civile, il rapporto con la letteratura europea e l'identitÀ nazionale. In tale panorama sconfinato, Ellison si sofferma sul ruolo dei romanzieri, che a suo parere va molto oltre l'intrattenimento dei lettori: chi scrive deve essere capace di interpretare una societÀ complessa, di creare attraverso l'immaginazione personaggi significativi per identitÀ e valori. Ai romanzieri č affidata quindi una grande responsabilitÀ: contribuire alla costruzione di "un'idea americana di America".
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Nozifora, Enzo. "Precarietà del lavoro e crisi delle moderne forme di cittadinanza sociale." Revista Latina de Sociología 1, no. 1 (December 26, 2011): 126–55. http://dx.doi.org/10.17979/relaso.2011.1.1.1198.

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Abstract:
In tutte le economie avanzate del pianeta, stiamo parlando di un unico tema: come fermare la crisi finanziaria distruttiva e riavviare il ciclo di crescita economica. La nostra proposta è di riconsiderare la cultura di lavoro significativa per spiegare la struttura della società. Questo perché il lavoro è l'unica attività umana che dà senso all'esistenza. Negli ultimi due secoli i lavoratori per rafforzare i loro diritti di cittadinanza sono stati discussi con lo Stato-nazione forma storica che si è consolidata durante le rivoluzioni liberali del XIX secolo. Oggi questo è il legame che è entrato in una crisi irreversibile ed è incapace di fornire risultati che sono adatti per le emergenze. Sono nati organismi sovranazionali che certamente non sono uguali i loro compiti, e le forze sociali non possono trovare un modo per contribuire al loro potere politico. Ma non è nato un movimento europeo dei lavoratori, che lotta per nascere allo stesso modo di un'Europa politica capace di fermare il crescente potere della speculazione finanziaria. I mercati finanziari sono integrati a livello globale, mentre i dipendenti, come in passato, presentano domanda a livello nazionale. Questa è la domanda che ora è diventata urgente. Se vogliamo uscire dalla crisi economica, dobbiamo pensare in termini sovranazionali ed europei. È importante che il movimento dei lavoratori imponga le proprie esigenze a livello europeo, a favore del rafforzamento politico dell'Unione, e vi ponga la questione dei diritti sociali europei. Solo un movimento operaio che lavora per rafforzare la costruzione dell'Europa, invece di indebolire, apre i diritti di cittadinanza dei lavoratori.
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Malacrea, Marinella, Francesco Felis, Marco Pagani, and Isabel Fernandez. "Esperienze traumatiche e ricordi: implicazioni in campo clinico e legale." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 50 (August 2022): 132–65. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14085.

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Abstract:
L'articolo ha l'obiettivo di fare il punto su quanto sappiamo sulla memoria traumatica e sull'eventuale possibilità di alterarla producendo "falsi ricordi", dal punto di vista sia della psicologia clinica che della psicologia giuridica. Negli ultimi anni ci sono state molte pubblicazioni e ricerche su come le esperienze traumatiche sono immagazzinate e codificate in memoria e sulle reazioni post-traumatiche che presentano le persone esposte a situazioni da stress estremo. Questo ha avuto un effetto importante nel campo della psicoterapia e del trattamento dei disturbi post-traumatici, contribuendo alla loro comprensione e dando strumenti utili per la loro risoluzione. Allo stesso tempo, negli anni '90 è nato un movimento opposto, chiamato "false memory syndrome", dove spesso gli psicoterapeuti venivano accusati di produrre falsi ricordi di abusi sessuali nei loro pazienti. Sotto accusa erano finiti metodi come l'ipnosi, le terapie di gruppo, le tecniche di immaginazione guidata o di interpretazione dei sogni: ma in generale sotto accusa era finita l'attività psicoterapeutica in ogni sua forma. Ad oggi il dibattito continua, sollevando dubbi specie sulle psicoterapie mirate alla risoluzione degli esiti post traumatici. L'articolo percorre i vari aspetti di questa diatriba e cerca di fare luce sulla comprensione degli aspetti clinici particolarmente complessi di situazioni traumatiche croniche, rispondendo agli autori che sostengono che la psicoterapia può creare falsi ricordi.
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Leverone, Elena. "Una quieta passione: cambiare l'acqua ai fiori." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2022): 175–85. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-002012.

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Abstract:
L'intento di questo lavoro è di dialogare tramite un linguaggio im-maginativo e metaforico intorno al concetto di sublimazione e attraver-so alcune delle sue possibili estensioni: la poesia, la narrazione e la creatività letteraria. Metafora, immaginazione, poesia, linguaggio, so-gno. Connessioni tra fenomeni sublimatori ed esperienza di scrittura. Arte come curiosità mai del tutto compiuta, in cui il legame tra subli-mazione e simbolizzazione trova espressione profonda nella poetica di Emily Dickinson e nell'esistenza tormentata del personaggio di Violette Toussaint nel romanzo "Cambiare l'acqua ai fiori". Un mondo al femminile che ricerca nel proprio desiderio e nella propria mancanza affettiva, di spodestare quella umana e amara disillusione che la vita impone. Così la scrittura, come forma d'arte, può rappresentare la creatività e permettere la sublimazione per ciò che è stato vissuto come un trauma. In questo scritto vengono interrogate alcune delle concettualizzazioni teoriche riguardanti l'origine e i destini della sublimazione, lasciando spazi insaturi, aree aperte e contigue tra desiderio, mancanza e creatività.
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Di Trani, Michela, Norma De Piccoli, Erika Borella, and Marco Guicciardi. "Transdisciplinarità e formazione: un'opportunità di sviluppo per la professione psicologica, anche nell'ambito della Salute." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (February 2022): 7–14. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001002.

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Abstract:
Il presente lavoro affronta il tema della transdisciplinarità nella formazione specialistica, con particolare attenzione all'ambito della Psicologia della Salute. A partire da alcune premesse legate all'approccio biopsicosociale, fortemente orientato all'integrazione delle diverse discipline, vengono sviluppate criticità e possibilità legate all'applicabilità dell'orientamento transdi-sciplinare nella formazione. Nonostante il Riordino degli Ordinamenti Didattici delle SSUAP (Scuole di Specializzazione Universitarie di Area Psicologica) del 2019 sostenga l'affiancamento alle attività forma-tive psicologiche di quelle relative ad altri ambiti della formazione, la proposta sembra essere connotata da una prospettiva multidisciplinare, lontana da un approccio complesso, non gerarchico, eterogeneo, inclusivo ed aperto a sviluppi imprevedibili come quello transdisciplinare. È sul piano della metodologia didattica che la partita relativa all'approccio transdisciplinare sembra poter trovare un terreno favorevole di sviluppo e rappresentare un'opportunità evolutiva dal punto di vista professionale. L'orientamento sistemico, co-costruttivo ed evolutivo fanno da sfondo a tale percorso di formazione e trasformazione, mentre i tirocini e i laboratori pro-fessionalizzanti si connotano come luoghi elettivi in cui gli allievi possono sperimentare l'approccio transdisciplinare, mantenendo spazi di riflessione e tutoraggio. Inoltre, la realizzazione di eventi (i.e. seminari) e lo sviluppo di progetti di formazione e ri-cerca-azione condivisi tra le Scuole di Specializzazione Universitarie in Psicologia della Salute possono rappresentare ulteriori momenti di snodo nella costituzione di una rete formativa basata sulla transdisciplinarità.
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Nicolò, Anna Maria, and Laura Accetti. "Corpo e diniego: l'enigma transgender." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2022): 29–46. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-001003.

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Abstract:
In adolescenza, più che in ogni altra età della vita, il corpo e le sue vicissitudini assumono un'importanza strutturante. Le trasformazioni puberali danno vita a nuove sensazioni, mutano la percezione delle distanze interpersonali, modificano la rappresentazione di sé, cimentano l'identità. Mostrando come questo processo segua un percorso il cui esito non può essere dato per scontato, le due autrici esplorano le origini del senso di sé nel corpo e dell'immagine corporea, interrogandosi su quelle esperienze in cui il corpo è vissuto come un nemico o un estraneo da ripudiare, attaccare o modificare. Il ripudio del corpo può riguardare un dubbio identitario profondo ma è anche indice di gravi carenze nell'Handling e nella funzione di specchio della madre, del corpo e delle esperienze del bambino. L'esemplificazione clinica relativa all'analisi con un ado-lescente transgender mostrerà le vicissitudini di una profonda distorsione nell'immagine del corpo, e il suo legame con un rispecchiamento materno come forma di diniego verso il sesso del bambino.
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Eickhoff, Friedrich-Wilhelm. "In difesa del controverso concetto di identificazione primaria." PSICOANALISI, no. 1 (September 2010): 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-001001.

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Abstract:
L'articolo si basa sulle osservazioni non sistematiche di Freud sull'importanza dell'identificazione primaria. Si va dalla "prima e originale forma di legame emotivo", alla "piů significativa identificazione dell'individuo" con il "padre della preistoria personale" fino all'annotazione del 12 Luglio 1938 sull'"avere e l'essere l'oggetto". Fenichel e Gaddini hanno sottolineato la vicinanza all'imitazione, Ferenczi alla mimica, Anna Freud, Freeman, Cameron e McGhie cosě come Kristeva e Loch al carattere restitutivo nella patologia grave. Si ringraziano Sandler e Sandler, Amati Mehler e Ogden per il collegamento tra l'identificazione primaria e la percezione sensoriale. Il richiamo di Loch alla comparabilitŕ dell'Io ideale e del soggetto trascendentale di Kant richiede un ulteriore chiarimento. I neuroni specchio forniscono un correlato neurobiologico dell'identificazione primaria, come delineato da Freud nel lavoro sul motto di spirito anticipato dalla mimesi, un concetto di Benjamin e Adorno integrato dalle idee psicoanalitiche sull'identificazione primaria. Alcuni aspetti di tre vignette dimostrano la rilevanza clinica dell'identificazione primaria. L'autore evidenzia la diversitŕ rispetto all'identificazione proiettiva. L'identificazione primaria e il concetto della monade di Grunberger invece sono comparabili e compatibili.
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Reichlin, Massimo. "Il concetto di "beneficence" nella bioetica contemporanea." Medicina e Morale 44, no. 1 (February 28, 1995): 33–58. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.990.

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Abstract:
Vengono analizzate le principali interpretazioni del concetto di beneficenza nella bioetica contemporanea e i loro referenti filosofici. In particolare, vengono presentate le posizioni di Ross e di Frankena, che hanno avuto una rilevante influenza sulla formazione del paradigma dei principi, dominante nella bioetica anglosassone dello scorso decennio: in tale paradigma, esemplificato dal Belmont Report e dal classico Principles of Biomedical Ethics, la beneficenza è uno tra i principi fondamentali e risulta per lo più distinta dall'utilità. L'utilitarismo della preferenza propone invece un concetto di beneficenza allargata come principio assoluto e lo intende come equivalente al principio di utilità; al contrario il neocontrattualismo libertario considera la beneficenza decisamente secondaria rispetto al principio di autonomia, costitutivo della moralità. In quest'ultima posizione la figura del bene viene sostanzialmente rimossa, mentre in quella utilitaristica essa sembra assumere la forma soggettiva del benessere. Benché nel deontologismo misto il bene mantenga una qualche dimensione sostanziale, il tentativo meno insoddisfacente sembra quello operato da Pellegrino e Thomasma; questi Autori riformulano il principio di beneficenza nel tentativo di sottrarlo alla deriva paternalistica ritenuta inevitabile da molta parte della riflessione contemporanea. ln particolare, distinguono quattro livelli di predicazione del bene, in forza dei quali possono evitare l'identificazione assoluta tra principio di beneficenza e indicazioni cliniche e, d'altro canto, mantenere una reale distinzione tra beneficenza e autonomia, evitando la riduzione della prima alla mera esecuzione delle preferenze liberamente espresse dal paziente.
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Grasso, Marco. "Gli agenti di destabilizzazione e la transizione energetica." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 2 (May 2022): 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2022oa13800.

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Abstract:
L'articolo analizza gli ‘agenti di destabilizzazione', cioè i soggetti che possono erodere il potere del blocco fossile per agevolare una rapida transizione verso sistemi socio-energetici a bassa intensità carbonica. Gli agenti che modificano i contesti sociali, economici e politici in cui il blocco fossile opera sono considerati forze ‘primarie' e indirizzano i loro sforzi verso l'erosione delle forme strumentali e discorsive del potere del blocco fossile. Gli agenti che utilizzano i mercati e gli strumenti politici, amministrativi e legali per modificare in senso virtuoso il comportamento del blocco fossile sono definite forze ‘operative' e mirano a scardinarne il potere istituzionale e materiale. Questa categorizzazione, consentendo di collegare specifici agenti di destabilizzazione a specifiche forme di potere del blocco fossile, fornisce un riferimento analitico per condurre studi empirici sulla transazione energetica.
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De Giorgio, Graziano. "Da Crono al padre e dalla madre al Crohn: sogno, protomentale e mitopoiesi in un piccolo gruppo terapeutico." GRUPPI, no. 1 (March 2013): 89–96. http://dx.doi.org/10.3280/gru2012-001007.

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Abstract:
Quattro frammenti di sedute di un piccolo gruppo terapeutico mostrano le oscillazioni tra individualitŕ e condizione mentale a massa. Questa č intesa come una forma di elusione del pensiero, mirante a evitare le dimensioni oscure e angosciose della vita. Attraverso alcuni interventi non saturi il conduttore favorisce indirettamente lo sviluppo della elaborazione gruppale che dŕ luogo alla organizzazione narrativa di alcuni sogni dei componenti del gruppo, stimolando cosě il versante mitopoietico. Da questa reciprocitŕ mitico-relazionale, attraverso il riconoscimento del proprio odio verso le figure parentali da parte dei partecipanti al gruppo, prende avvio lo sviluppo di un pensiero individuale. Un particolare intreccio tra i disturbi fisici di una paziente e i sogni di un'altra, apre la strada a interrogativi sui legami tra le parti prenatali della personalitŕ e l'organizzazione psico-somatica.
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Kunzmann, Klaus R. "Dopo la crisi economica globale: implicazioni sulle politiche per il futuro del territorio europeo." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058001.

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Abstract:
Il saggio si interroga sulle implicazioni territoriali di una crisi finanziaria non ancora conclusa che si ripercuote sulle economie locali europee. L'autore sottolinea la vulnerabilitŕ del ‘vecchio continente' e delle sue varietŕ regionali. A fronte della difficoltŕ a misurare analiticamente gli esiti spaziali della crisi, il saggio presenta cinque scenari di crescita europei che, in forma non necessariamente alternativa, alludono ad altrettante trame di possibili strategie di sviluppo spaziale nella dimensione continentale. Evocando i temi della societŕ della conoscenza, dell'economia creativa e della formazione permanente, della centralitŕ del paesaggio e dei contesti rurali, dei processi culturali e delle nuove produzioni, come quello dei molteplici legami con le economie emergenti a scala globale, il saggio ci conduce a considerare con realismo l'idea di un'Europa a due velocitŕ.
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Ambrosini, Maurizio, and Simone Baglioni. "Introduzione. Quando la cittadinanza sale dal basso." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2022): 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001001.

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Abstract:
Questa introduzione presenta la cornice teorica in cui si situano gli articoli di seguito selezionati per la pubblicazione. La cittadinanza sostanziale o vissuta è emersa nelle scienze sociali in contrappunto rispetto alla cittadinanza formale o legale. Così concepita, diventa l'oggetto di molteplici pratiche e rivendicazioni sviluppate da soggetti e gruppi marginali, segnatamente dagli immigrati, e anche dagli immigrati in condizione irregolare. Diventa altresì un'espressione di iniziativa da parte di soggetti che rischiano costantemente di essere visti come vittime e soggetti sostan-zialmente passivi di condizionamenti strutturali e politiche ostili. Le mobilitazioni politiche di immigrati e rifugiati in diversi paesi sono quindi analizzate come istanze di cittadinanza dal basso. Ma anche un fenomeno meno trattato da questo filone di studi, il volontariato delle persone di origine immigrata, viene qui introdotto come forma di cittadinanza dal basso e come richiesta, implicita o esplicita, di pieno riconoscimento sociale da parte delle società riceventi.
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Papapicco, Concetta, Anna Lacerenza, Luigi Tinella, Tiziana Lanciano, Antonietta Curci, Alessandro Taurino, and Amedeo Stella. "Counseling psicologico in remoto: la soddisfazione degli studenti durante la pandemia COVID-19." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (February 2022): 1–27. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12897.

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Abstract:
La pandemia da COVID-19 ha costretto le università a ripensare ad un setting nuovo per la consulenza psicologica dedicata agli studenti, ovvero la riformulazione del servizio in modalità remota. Il presente studio mira ad indagare il costrutto di "soddisfazione" degli studenti che hanno usufruito del servizio di Counseling Psicologico dell'Università degli Studi di Bari durante il periodo della prima ondata della pandemia da COVID-19. La ricerca condotta ha inteso analizzare quanti-qualitativamente il questionario di soddifazione somministrato agli studenti al termine del percorso. Lo strumento esplora le seguenti sottodimensioni legate all'esperienza vissuta: aspetti positivi; aspetti negativi; opinioni e suggerimenti di modifica. Le risposte degli studenti sono state analizzate tramite Sentiment Analysis automatica e Analisi Critica del Discorso. I risultati dimostrano che il servizio di Counseling Psicologico UniBA è stato una reale opportunità, soprattutto nel periodo di lockdown dovuto alla pandemia per i suoi punti di forza legati alla professionalità degli operatori e alla qualità del servizio.
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La Rocca, Francesca. "Oggetti fluttanti in attesa di collocazione. Note sul design oltre il modernos." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 2 (June 6, 2010): 171–81. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2010.v2i.12714.

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Abstract:
L'idea di opacità in opposizione alla trasparenza nei progetti di design moderno emerge con l'arrivo del periodo post-industriale nella storia. Il termine è adatto per evidenziare l'importanza dell'opacità nei progetti di design contemporaneo e può essere visto come opacità sociale, funzionale o di materia oltre che come categoria estetica. Tuttavia, c'è una nuova e più radicale forma di opacità implicata dal design contemporaneo, soprattutto nell'ultimo decennio: la diffusione di ciò che oggi è considerato "oggetto di design" all'aspetto più evidente, all'organizzazione immateriale e, in particolare, alla dimensione emozionale. Negli ultimi vent'anni sono nate nuove pratiche e visioni. Queste non sono legate al classico design del "prodotto industriale", ma riflettono interamente quella che viene intesa come cultura del progetto di design: design dei servizi, design delle interfacce, design per ambienti produttivi, interaction design, experience design, strategic design, ecc.
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Maletta, Sante. "Vulnerabilità umana e razionalità pratica. Una prospettiva bioetica macintyriana." Medicina e Morale 68, no. 3 (October 15, 2019): 297–312. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.588.

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Abstract:
Questo articolo prende in esame alcuni testi di Alasdair MacIntyre, compresi in un arco temporale di circa trent’anni, a partire dai quali si può ricostruire una prospettiva bioetica che fa perno su un’etica delle virtù. Tale prospettiva “ricentra” la bioetica sulla medicina come pratica sociale e quindi sul rapporto paziente/medico considerato all’interno della concreta trama sociale nella quale agiscono forme di dipendenza tanto alienanti quanto liberanti. Il perseguimento del bene umano non passa quindi attraverso un’utopica emancipazione da ogni forma di dipendenza ma bensì attraverso la pratica delle virtù etiche e dianoetiche resa possibile dai rapporti di dipendenza biologica e razionale. L’esercizio della razionalità pratica indipendente, che costituisce un fattore importante della realizzazione del bene, non viene intesa come autonomia assoluta ma piuttosto come capacità di dar conto delle proprie scelte e azioni dal punto di vista narrativo. In tale prospettiva bioetica la disabilità, in quanto manifestazione della dipendenza e della vulnerabilità umane, diviene un’opportunità per l’esercizio delle “virtù del dare e del ricevere” che realizzano il bene individuale e il bene comune e quindi spinge nella direzione di un ripensamento della condizione umana e della natura del legame sociale e dei suoi criteri di giustizia.
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Pitozzi, Andrea. "I modi della Twitter fiction." ENTHYMEMA, no. 30 (January 2, 2023): 70–88. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/19551.

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Abstract:
Fin dalla sua nascita nei primi anni del XXI secolo, il social network Twitter è stato sede di interessanti sperimentazioni narrative legate in particolare alla forma breve in ambito digitale. Muovendo da una mappatura di queste pratiche di Twitteratura, inquadrabili soprattutto come microracconti, forme di riscrittura ludica o di creazione condivisa, l’articolo si concentra su tre casi di Twitter fiction – Black Box (2012) di Jennifer Egan, Evidence: Story of a Crime (2012) di Eliott Holt e Hafiz (2014) di Teju Cole –, per evidenziare come simili esempi esplicitino in varia misura sperimentazioni condotte guardando a una specificità mediale che oltrepassa il semplice vincolo della brevità. Così facendo, questi testi presentano un atteggiamento critico nei confronti del mezzo di cui si avvalgono e si configurano come emblematici di un processo di riflessione che dal semplice piano della condivisione chiama in causa uno spazio di riflessione sulle possibilità e i modi stessi della Twitter fiction.
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Grigis, Luigi. "Crisi adottive in adolescenza e giustizia penale minorile: una ricerca esplorativa sull'intervento dell'Ussm di Milano." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 148–60. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002013.

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Abstract:
L'ambito di ricerca selezionato è quello delle crisi adottive in adolescenza che sfociano nel processo al minore1. Il processo al minore, disciplinato dal Dpr 22 settembre 1988 n. 448 si fonda su principi quali la minima offensività e la de-stigmatizzazione. La ricerca2 si è posta tre obiettivi: 1) raccogliere elementi informativi rispetto alle crisi adottive conosciute dall'Ufficio di servizio sociale per i minorenni (Ussm) di Milano; 2) indagare la rappresentazione che gli assistenti sociali hanno della "crisi adottiva"; 3) analizzare l'intervento professionale degli stessi al cospetto del disagio acuto a carico di un minore adottato e/o di altri membri della famiglia adottiva. Dopo una sintetica descrizione del quadro concettuale e del contesto in cui si colloca l'azione professionale dell'Ussm di Milano si è inteso soffermarsi sulla "voce" degli operatori. Basata su dieci interviste, la ricerca illustra i percorsi degli adolescenti adottati, la rappresentazione della crisi adottiva e i punti di forza e di debolezza, le minacce e le opportunità legate all'intervento professionale. Alla luce di quanto emerso l'elaborato si conclude con alcune considerazioni sul ruolo dei servizi sociali nelle crisi adottive. La finalità è di restituire un quadro conoscitivo capace di stimolare interventi per migliorarne l'efficacia.
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Chiodo, Emanuela. "Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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Abstract:
La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Demontis, Simona. "«Ma bella più di tutte l’Isola Non-Trovata» . Montalbano, Falcó e Adamsberg: personaggi seriali a confronto nella narrativa di Camilleri, Pérez-Reverte e Vargas." Cuadernos de Filología Italiana 27 (July 7, 2020): 287–311. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.64144.

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Abstract:
Molti personaggi letterari si potrebbero paragonare metaforicamente a isole inaccessibili, su cui tanti si sforzano, senza successo, di esercitare una forma di possesso. Questo lavoro si focalizza su tre personaggi, l’italiano Montalbano, il francese Adamsberg, lo spagnolo Falcó, tra i quali ho cercato di dimostrare che sussistano numerose ed evidenti analogie, riguardo alla loro personalità e ai loro rapporti con i colleghi di lavoro, con la famiglia, gli amici, gli amori. Si tratta di individui straordinari dalle caratteristiche eccezionali che, spinti dall’esigenza di autonomia, tendono a seguire il loro istinto e spesso a violare le regole; hanno logica, intuito, capacità di reazione insoliti, tali da farli primeggiare rispetto a chi li circonda. La loro superiorità innegabile può essere invidiata o sminuita, ma inevitabilmente li porta a evitare i legami e a scegliere la solitudine volontaria come stile di vita, come condizione necessaria per il funzionamento della loro mente privilegiata e presupposto indispensabile per il mestiere che hanno deciso di svolgere.
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Ferro, Antonino. "Il mio debito con Bion." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 15 (December 2010): 64–69. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015006.

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Abstract:
Il corso di "Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni", che si č tenuto all'Universitŕ di Bergamo nell'autunno-inverno 2008, viene qui rivisto secondo una prospettiva teorica e con narrazioni di vicende che mettono in evidenza l'intersezione e la reciproca influenza tra aspetti diacronici e aspetti sincronici: i primi si riferiscono agli eventi e alle relazioni, ai pensieri e agli investimenti affettivi che hanno preceduto e che vengono trasmessi in ereditŕ all'istituzione che si organizza nell'aula del corso universitario; i secondi si riferiscono invece al "campo emotivo" che si forma, nell'aula universitaria, secondo gli inediti sviluppi relazionali (anche gruppali) che avvengono "qui e ora" e che aprono a legami (vicende e affetti) che possono trasformare e riscrivere quote della storia che ereditano.
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Christie, Neil. "Byzantine Liguria: an imperial province against the Longobards, A.D. 568–643." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 229–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011661.

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Abstract:
LIGURIA BIZANTINA: UNA PROVINCIA IMPERIALE CONTRO I LONGOBARDI,568–643 D.C.L'invasione longobarda dell'Italia bizantina nel 568 d.C. restrinse in maniera consistente i territori imperiali costringendoli alle regioni costiere della penisola. La provincia della Liguria, rapidamente privata di legami terrestri con le altre zone imperiali sopravvissute, ha visto una rapida militarizzazione della sua amministrazione, rimedio supremo nella sua lotta per contrastare l'invasione longobarda. Sebbene solo sporadicamente documentata dalle fonti letterarie, la Liguria beneficia di una messe di dati archeologici, soprattutto in forma di repertori tipologici dettagliati da scavi urbani (fra cui Luni, Albenga e Ventimiglia), che forniscono indicazioni importanti sulle trasformazioni sociali presenti in questa fase così poco studiata. Sistemi di popolamento urbano, militare e rurale sono ampiamente esaminati e riportati all'interno di un'intelaiatura politica, militare e amministrativa della provincia e in generale dell'Italia bizantina. In particolare, molta attenzione viene data alle strutture di difesa e che contribuirono alla sopravvivenza della Liguria bizantina fino alla metà del VII seeolo d.C.
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Tucci, Pier Luigi. "Eight fragments of the Marble Plan of Rome shedding new light on the Transtiberim." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 185–202. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002713.

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Abstract:
OTTO FRAMMENTI DELLA PIANTA MARMOREA DI ROMA CHE GETTANO NUOVA LUCE SU TRANSTIBERIMViene presentata per la prima volta l'identificazione dell'antica topografia delineata sui frammenti 138a–f e 574a–b della Forma Urbis, la pianta marmorea di Settimio Severo. Vi è rappresentato un lungo tratto — finora del tutto sconosciuto — della sponda destra del Tevere, di fronte all'Aventino. Gli edifici non hanno un carattere monumentale: si tratta di strutture e di aree legate al commercio fluviale. Si afFacciano su una strada larga circa 10 m, che rappresenta la continuazione del tratto della via Campana-Portuensis già identificato su un'altra lastra della Pianta. I frammenti suggeriscono che la via, in età severiana, non si dirigeva verso il pons Aemilius, ma si raccordava con un altro ponte, i cui piloni furono demoliti alla fine del XIX secolo. Si trattava evidentemente del pons Sublicius, la cui ubicazione è stata finora dibattuta.
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Maspero, Giulio. "I Padri della Chiesa e la metafisica: una relzione ineludibile." Teologia w Polsce 13, no. 2 (February 27, 2020): 63–78. http://dx.doi.org/10.31743/twp.2019.13.2.04.

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Abstract:
Sono molto importanti le riflessioni sull’uso della metafisica nell’insegnamento dei Padri della Chiesa, perché questo legame è molto radicato nell’esegesi fatta da loro. Questa è stata contestata soprattutto in ambito della Riforma che sosteneva che il linguaggio biblico fosse una derivazione della filosofia greca pagana. Padri della Chiesa non solo hanno lavorato sulla metafisica stessa, ma hanno anche modificato la sua forma classica, elaborandola in un certo modo come una nuova ontologia. Questo ha aiutato molto nella descrizione teologica di Dio Trino e Uno in modo molto più preciso. Su questa base hanno interpretato molto più in profondità tante questioni teologiche, facendole vedere in una nuova luce, ad es. l’opera della creazione, il mistero dell’uomo e la mariologia.
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Hörnschemeyer, Jörg. "„Möchten Sie das Programm wirklich löschen?“." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no. 1 (November 1, 2019): 491–501. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0019.

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Abstract:
Riassunto Nucleo centrale dei digital humanities (DH) è lo sviluppo e l’analisi di metodi digitali che sono finalizzati a risolvere quesiti posti nell’ambito delle scienze umanistiche. La creazione di software ne costituisce un elemento fondamentale. Mentre i dati raccolti sono di regola punto di partenza e d’arrivo della ricerca, i processi trasformativi che, basati su calcoli algoritmici, conducono dall’uno all’altro, rappresentano lo sforzo intellettuale decisivo e vanno considerati il vero risultato scientifico. Il software dedicato alla ricerca scientifica nasce di solito nel corso di un processo creativo e combinatorio molto complesso che dipende da molteplici legami con altre risorse. Il ciclo di vita del software in questione è molto più breve e molto più soggetto a influenze esterne rispetto a quello dei classici dati di ricerca. Come forma particolare dei dati di ricerca, il software pone pertanto sfide particolari al processo di sviluppo e a una gestione sostenibile dei dati. Il riconoscimento del software come risultato di ricerca, la creazione di strutture istituzionali che offrono opportunità di carriera agli sviluppatori e alle sviluppatrici, e l’integrazione del software in infrastrutture sostenibili di dati di ricerca sono la chiave per un’attività di ricerca più trasparente e più qualificata.
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Migliorini, Laura. "Progetti e percorsi del vivere insieme: la prospettiva psicosociale." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (May 2011): 57–68. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-002005.

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Abstract:
La famiglia, in una prospettiva psico-sociale, si puň considerare sfidata in senso epistemico: essa per la sua natura si confronta con i contesti, con i cambiamenti, con la capacitŕ di adattarsi ad eventi di vita differenziati e molteplici. La famiglia puň essere considerata come un "progetto" che si trasforma per unificare situazioni diverse e talvolta contraddittorie, andando a delineare "percorsi" familiari sempre piů differenziati e difficili da prevedere. Tali percorsi possono dipendere da eventi di vita non scelti, di cui si subiscono tutte le conseguenze e le sofferenze, oppure da eventi fortemente voluti che aprono a possibili felicitŕ o infelicitŕ. Lo scenario che l'autrice delinea comprende le variegate strategie del vivere insieme in cui sempre piů si declina il familiare; accanto ad una societŕ e ad un amore "liquidi", infatti, anche la famiglia non sembra piů in grado di conservare la propria forma. La costruzione dei suoi confini e dei significati che assume, attraverso l'attuale molteplicitŕ delle forme familiari, cui ciascuno di noi puň partecipare anche contemporaneamente, rappresenta la sfida principale legata alla capacitŕ di ciascuno di costruire e mantenere dei legami.
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