Academic literature on the topic 'FORME DI GOVERNO'

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Journal articles on the topic "FORME DI GOVERNO"

1

Pinelli, Cesare. "Forme di governo antiche e contemporanee." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 4 (April 2016): 31–53. http://dx.doi.org/10.3280/ded2015-004003.

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Sutter, Daniel. "Constitutions and Collective Action." Journal of Public Finance and Public Choice 13, no. 2 (October 1, 1995): 161–66. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540147.

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Abstract:
Abstract In questo lavoro l’autore argomenta che in base alia teoria del contrattualismo politico un sistema di governo è necessario per superare l’equilibrio subottimale del dilemma del prigioniero tipico di una forma di governo anarchica. Senza l’azione volontaria del singolo il dilemma del prigioniero, tuttavia, non viene risolto ed anche il dilemma del rent-seeking diventa fonte di problemi: è necessario dunque il controllo del cittadino suU’operato del governo. L’autore quindi sostiene l’importanza educativa e civile del ruolo dell a norma onde attuare attraverso la forma di governo il fenomeno del rent-seeking, specie in considerazione del fatto che in varie forme di governo il supporto normative crea vantaggi «non esclusivi», stimolando il livello degli investimenti.
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Salvini, Andrea. "Dentro le reti. Forme e processi della Network Governance." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004004.

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Abstract:
La complessitŕ dei fenomeni sociali e dei meccanismi di governo delleha prodotto l'allargamento della partecipazione alla sfera pubblica fino a comprendere un vasto orizzonte di soggetti interessati ad intervenire, a vario titolo, nella produzione di servizi e di beni comuni (istituzioni pubbliche, terzo settore, imprese). Le forme e i modi di questa partecipazione hanno previsto la costituzione di nuove entitŕ organizzative normalmente descritte mediante il concetto di rete; di conseguenza, stante la centralitŕ della dimensione reticolare che assumono i processi di governo all'interno della sfera pubblica "allargata", i concetti die ditendono a coincidere. In questo saggio si discutono le forme e i processi che caratterizzano il "governo mediante le reti", attingendo ad una duplice fonte teorica, lae l'interazionismo simbolico.
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Amoretti, Ugo M. "DA ANDREOTTI A BERLUSCONI: LA RAPPRESENTATIVITÀ TERRITORIALE DEI GOVERNI ITALIANI, 1976–2001." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no. 2 (August 2002): 269–304. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020003015x.

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Abstract:
IntroduzioneIl governo è uno degli argomenti di cui si sono tradizionalmente occupati gli studi politici. Oltre che a tematiche di carattere generale, i cultori di questo tema si sono indirizzati prevalentemente verso questioni quali le forme di governo, la formazione (e dissolvimento) delle coalizioni governative nei sistemi parlamentari e multipartitici, il ruolo dei partiti politici, l'espansione della sfera pubblica, nonché lo studio dei governanti e delle loro carriere. A fianco di questi temi di ricerca, esiste tuttavia un'ulteriore area di indagine interessante e rilevante: la rappresentatività territoriale dei governi. Rimasta relativamente inesplorata perlopiù a causa delle originarie caratteristiche sistemiche di questi ultimi – nati come leve di comando dello stato e divenuti organi esecutivi delle leggi approvate in parlamento in seguito all'affermarsi del costituzionalismo liberale – tale problematica costituisce oggi, dato il ruolo di primo piano progressivamente acquisito dai governi nell'ambito del policy making (Pasquino 1997, 170–171), un tema di particolare importanza, soprattutto nei paesi eterogenei dal punto di vista geopolitico. Se gran parte della produzione legislativa ha origine nel governo, è tutt'altro che un esercizio scolastico esaminare come le unità territoriali in cui si suddivide amministrativamente o politicamente uno stato siano rappresentate al suo interno.
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Adornato, Francesco. "Leopardi e il diritto. Forme di governo, leggi e codici." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2016): 95–126. http://dx.doi.org/10.3280/aim2014-003005.

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6

Toscano, Mario Aldo. "Introduzione. Il potere, il tempo, le forme." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 11–18. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004002.

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Abstract:
Il tema del potere č forse il tema piů drammatico che la societŕ deve affrontare. Ed č inevitabile perché la societŕ impone un processo organizzativo ed istituzionale che chiama in causa l'idea del governo a cui non tutti possono partecipare, con la conseguente differenza tra "governanti" e "governati". Questi ultimi possono tuttavia in vari modi esprimere il loro consenso e dissenso in un processo che dalla tradizione viene considerato democratico. Con la crescita e il potenziamento dell'identitŕ individuale nella storia, nuove esigenze intervengono nel processo democratico e il governo stesso assume una dimensione generale se non generica; con una serie di dilemmi che devono essere affrontati e che mostrano di essere fondamentali per il seguito del "discorso" democratico.
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7

Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Addante, Luca. "TRA SARTORI E LIJPHART: UNA TIPOLOGIA DELLE FORME DI GOVERNO DEMOCRATICHE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no. 2 (August 2003): 225–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027167.

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Abstract:
IntroduzioneUno dei fenomeni più evidenti nell'evoluzione della scienza politica dell'ultimo ventennio è il ritorno alle tematiche istituzionali. Le forme di governo, i tipi di Stato, in breve — con tasso d'astrazione più elevato — le istituzioni politiche nel senso più classico del temine, hanno riacquistato status privilegiato nell'orizzonte dell'analisi politologica dopo un disinteresse durato diversi decenni (Linz e Valenzuela 1994; Pasquino 2001).
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Passigli, Stefano. "RIFORME ISTITUZIONALI E GOVERNO: UN COMMENTO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 3 (December 1991): 419–40. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017846.

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Abstract:
IntroduzioneIl dibattito sulle riforme istituzionali, dopo molti anni di andamento “carsico” con improvvise emersioni ed altrettanto rapide scomparse, sembra avere trovato con le campagne referendarie del Comitato promosso dall'on. Segni la via maestra per giungere ad un qualche sbocco. I promotori del referendum si propongono di modificare i sistemi elettorali in senso maggioritario con il triplice obiettivo di aumentare la governabilità, sottraendo la scelta dei governi al gioco dei partiti e rimettendone la formazione a forme più dirette di investitura popolare; favorire un più diretto rapporto tra eletti ed elettori; e migliorare la qualità della classe politica. Un evidente filo rosso lega questi obiettivi: la convinzione che ilparty governmentabbia fatto il suo tempo e che la nostra società richieda una democrazia meno mediata. Le concrete alternative sollevate nel dibattito e dai quesiti referendari sottendono dunque questioni più ampie, cui non possiamo dedicarci nel breve spazio di questorejoinder, e cui accenniamo solo per sottolineare che esse non potevano non destare l'attenzione di uno studioso che, come Sartori, ha fatto nella democrazia, e dei partiti e sistemi di partito, il focus principale dei suoi interessi. Nell'esaminare il saggio di Sartori va dunque innanzitutto detto che il suo è un contributo non solo estremamente topico, ma anche che discende direttamente da molte sue affermazioni teoriche.
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Leghissa, Giovanni. "Bellezza e tristezza, l'organizzazione nell'etŕ del neoliberalismo compiuto." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 16 (September 2011): 133–43. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016010.

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Abstract:
Nella Germania nazista, giŕ nel 1934, fu creato il Büro für die Schönheit der Arbeit, che aveva come finalitŕ il miglioramento delle condizioni di vita sul posto di lavoro. Dall'analisi di questo episodio, a lungo dimenticato, della storia del taylorismo, si passa all'analisi delle nuove forme di organizzazione, tipiche dell'impresa strutturata "in rete". Pur abissalmente diversa da qualsiasi forma-impresa inserita in un contesto politico totalitario, anche l'organizzazione contemporanea spesso rischia di non sottrarsi alle critiche che Foucault muove nei confronti di quelle forme di governo che hanno di mira la vita degli individui al fine di instaurare sottili forme di controllo. Il saggio si conclude ipotizzando che sia ancora possibile, tuttavia, arginare le derive biopolitiche della vita organizzativa contemporanea riattivando il modello classico della Bildung: se l'impresa č comunque luogo di formazione, cioč luogo in cui si produce senso, si tratterŕ allora di educare gli individui ad affinare quello spirito critico che serve non solo a costruire la cosiddetta "cultura d'impresa", ma anche a formare cittadini autonomi e responsabili.
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Dissertations / Theses on the topic "FORME DI GOVERNO"

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Billè, Roberta <1978&gt. "Qualità della legge e forme di governo. Controlli e garanzie costituzionali in prospettiva comparata." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/750/1/Tesi_Bille_Roberta.pdf.

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Billè, Roberta <1978&gt. "Qualità della legge e forme di governo. Controlli e garanzie costituzionali in prospettiva comparata." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/750/.

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GRANATO, MICHELANGELO. "NUOVE FORME DI PATRIMONIALIZZAZIONE DELLE S.R.L. E FUNZIONE DEL CAPITALE SOCIALE NELLE SOCIETA' DI CAPITALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11451.

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Abstract:
La tesi affronta il tema del capitale sociale e della sua funzione all’interno del sistema delle società di capitali partendo dalle innovazioni legislative che hanno interessato la disciplina della s.r.l. in Europa. Nel primo capitolo vengono dipanate alcune questioni teoriche e applicative che hanno afflitto la prima esegesi delle nuove forme di patrimonializzazione delle s.r.l. Nel secondo capitolo sono discusse le tesi tradizionali sul capitale sociale e sono esposte le ragioni per cui esse non paiono idonee a risolvere le questioni organizzative e capitalistiche poste dall’istituto. Nel terzo capitolo è esposta la tesi centrale: il capitale sociale esprime un concetto normativo che svolge una funzione di governo societario, volto a risolvere la questione organizzativo-corporativa (rapporti interorganici in materia di scelte finanziarie) e riafferma l’impostazione proprietaria degli ordinamenti continentali. Si illustra una lettura unitaria interna alla classe delle società di capitali e il collegamento con la limitazione di responsabilità. Sono esaminati gli istituti del diritto societario finalizzati ad assicurare garanzia ed efficienza, profili non sempre convergenti. Si sostiene la necessità di una rule, ex ante, ad effetto reale, rispetto ai rimedi basati sugli standard e di carattere obbligatorio, individuando un possibile strumento di composizione degli interessi in gioco nelle nuove tutele.
The dissertation deals with legal capital and its function within the system of the Italian civil code rules for corporations. These rules have been recently amended both in Italy and in other European Countries, in particular with respect to the non-stock company forms (limited liability company, Italian s.r.l.). The first Chapter addresses some theoretical and practical issues raised by the early scholarly works that have analyzed the new financing schemes for the Italian s.r.l. The second Chapter discusses the traditional approaches to legal capital and provides evidence that such approaches prove inadequate to resolve the corporate and capitalistic questions that legal capital poses. The third Chapter draws the key argument of the dissertation: legal capital is a rule that fulfills corporate governance goals. It allocates powers and responsibilities regarding the financial structure of the firm and reaffirms the proprietary, shareholder oriented, European approach. This is a typical feature of all corporations, public stock corporations and private close corporations, and stems from limited liability. Further, the dissertation compares the creditor protection rules against the value maximization principle. A rule-based, ex ante approach appears more desirable and a potentially effective and flexible legal strategy can be found in the new legal reserve.
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GRANATO, MICHELANGELO. "NUOVE FORME DI PATRIMONIALIZZAZIONE DELLE S.R.L. E FUNZIONE DEL CAPITALE SOCIALE NELLE SOCIETA' DI CAPITALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11451.

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Abstract:
La tesi affronta il tema del capitale sociale e della sua funzione all’interno del sistema delle società di capitali partendo dalle innovazioni legislative che hanno interessato la disciplina della s.r.l. in Europa. Nel primo capitolo vengono dipanate alcune questioni teoriche e applicative che hanno afflitto la prima esegesi delle nuove forme di patrimonializzazione delle s.r.l. Nel secondo capitolo sono discusse le tesi tradizionali sul capitale sociale e sono esposte le ragioni per cui esse non paiono idonee a risolvere le questioni organizzative e capitalistiche poste dall’istituto. Nel terzo capitolo è esposta la tesi centrale: il capitale sociale esprime un concetto normativo che svolge una funzione di governo societario, volto a risolvere la questione organizzativo-corporativa (rapporti interorganici in materia di scelte finanziarie) e riafferma l’impostazione proprietaria degli ordinamenti continentali. Si illustra una lettura unitaria interna alla classe delle società di capitali e il collegamento con la limitazione di responsabilità. Sono esaminati gli istituti del diritto societario finalizzati ad assicurare garanzia ed efficienza, profili non sempre convergenti. Si sostiene la necessità di una rule, ex ante, ad effetto reale, rispetto ai rimedi basati sugli standard e di carattere obbligatorio, individuando un possibile strumento di composizione degli interessi in gioco nelle nuove tutele.
The dissertation deals with legal capital and its function within the system of the Italian civil code rules for corporations. These rules have been recently amended both in Italy and in other European Countries, in particular with respect to the non-stock company forms (limited liability company, Italian s.r.l.). The first Chapter addresses some theoretical and practical issues raised by the early scholarly works that have analyzed the new financing schemes for the Italian s.r.l. The second Chapter discusses the traditional approaches to legal capital and provides evidence that such approaches prove inadequate to resolve the corporate and capitalistic questions that legal capital poses. The third Chapter draws the key argument of the dissertation: legal capital is a rule that fulfills corporate governance goals. It allocates powers and responsibilities regarding the financial structure of the firm and reaffirms the proprietary, shareholder oriented, European approach. This is a typical feature of all corporations, public stock corporations and private close corporations, and stems from limited liability. Further, the dissertation compares the creditor protection rules against the value maximization principle. A rule-based, ex ante approach appears more desirable and a potentially effective and flexible legal strategy can be found in the new legal reserve.
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Catalano, S. "La forma di governo regionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2006. http://hdl.handle.net/2434/35466.

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Rubechi, Massimo <1979&gt. "La forma di governo regionale nel diritto vivente." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/510/1/TesiMassimoRubechi.pdf.

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Rubechi, Massimo <1979&gt. "La forma di governo regionale nel diritto vivente." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/510/.

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SORRENTINO, EDOARDO. "BANCA CENTRALE, FORMA DI GOVERNO ITALIANA E INTEGRAZIONE EUROPEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2023. https://hdl.handle.net/2434/955257.

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Abstract:
Central bank, Italian form of government and European integration Edoardo Sorrentino PhD in Public, International and European Law Università degli Studi di Milano The purpose of my thesis is to highlight an aspect that could redefine today’s theory of forms of gov-ernment. It is well known that the latter has, as its object of study, the provisions governing the relations between the constitutional bodies that participate at the function of political orientation. And this func-tion, in contemporary states, almost entirely coincides with the public management of the economy. Sus-tained growth of national income has become the primary objective of contemporary States, both to en-sure high levels of employment and to find the necessary tax revenue to finance the services provided by the State itself. It is immediately appropriate to point out that the public government of the economy is not the exclusive prerogative of fiscal policy. Monetary policy has an equally fundamental function. We cannot ignore the role that central banks have played in the public management of the economy. Through its operations – such as the fixing of interest rates, credit facilities to the Treasury and the pur-chase and sale of public and private securities – central banks are able to influence the growth of nation-al income, the general level of prices and the evolution of external accounts. In other words, the results of the economic policies adopted by governments are conditioned by the choices made by the issuing institutions. Consequently, a complete theory of the forms of government cannot be separated from the analysis of the relationship that the central bank has with the Government and with the Parliament, in other words with the political orientation circuit. The first chapter highlights the history of central banks and the evolution of their function, explaining how the position of the issuing institution is intimately linked to the purposes chosen by the State. A clear separation of roles has characterized nineteenth-century liberal democracies, dedicated to the safe-guard of markets. A government that had the monetary support of the central bank would, in fact, have interfered with the right of ownership and the freedom of economic initiative. An issuing institution in-dependent from the executive power and committed to maintaining price stability was therefore a means of making the Government to adopt a balanced economic policy. But in the substantial post-war democ-racies the government had to take an active role in order to correct the most intolerable inequalities produced by the market. In this framework, the central bank had to operate in a manner that served the government’s economic policy draft by ensuring that it would be financed on more favourable terms than those determined by the market. Obviously, this worldwide phenomenon has involved the Italian Republic. The constituents outlined, in addition to a poorly rationalized parliamentarism, an “economic constitution” that lacked clear guidance on the management of fiscal and monetary policy. The original 1948 text allowed the use of public debt without substantive, but only procedural, limits and did not openly enshrine the principle of monetary stability. The action of public authorities had to be oriented towards achieving full employment and reducing inequalities. The second chapter deals with the development of the Italian form of government during the first twen-ty years of the Republic. It is well known that the lack of rationalization of parliamentarism has led to the development of a political system with an extreme multi-party situation where the element of alter-nation of government has failed, due to the conventio ad excludendum of the anti-system forces. However, the ministerial instability do not affect the development of the country, which benefits from a particular international framework: the fixed exchange rate system designed at Bretton Woods in fact allows the acceding countries to modulate economic policy according to their growth goals, given that large capi-tals were not free to circulate internationally. Moreover, the expansionary economic policy of the United States – the center of the international monetary system – ensures high economic growth and low infla-tion levels in all western countries. In this period, the monetary policy of the Bank of Italy has been functional to the achievement of the economic policy goals of many governments. Despite the instability of the executives, in fact, the fundamental lines of development remain firm: an export-oriented econo-my in order to maintain the equilibrium of balance of trade of a country without raw materials and en-ergy sources. In other words, the monetary system built after the war allowed the development of a de-featist party system without this calling into question its constitutional assumptions. The third chapter analyses the effects of the collapse of the monetary system devised at Bretton Woods and the subsequent “stagflation” on the Italian institutional system. In fact, ministerial instability does not make it possible to counter the rise of prices during the 1970’s caused by wage demands and the oil shock. In this decade, Italy has experienced the highest levels of inflation among the large Western coun-tries accompanied by severe trade deficits. Only thanks to the governments of national unity the country succeeds in embarking on a path of recovery, crowned by the entry of Italy into the European Monetary System. This is a new system of fixed exchange rates in which the objective of ensuring the free move-ment of capital is expressly pursued. The entry into the Ems is supposed to push Italy to reduce state in-tervention in the economy. The so-called “divorce” between the Treasury and the Bank of Italy in 1981 is, in this regard, the tool to reduce the central bank’s financial support for the State’s borrowing ma-noeuvres. However, the 1980’s see an inflation fall, but at the same time the explosion of public debt and the formation of a large trade deficit financed by foreign capital, especially German ones. The continuing ministerial instability does not allow any serious restructuring of public expenditure. Moreover, in the 1980,s the fragmentation of the party system increases due to the crisis of the two political parties pro-tagonists of the previous thirty years. The fourth chapter focuses, in particular, on the crisis of the first half of the 1990’s, in which Italy leaves the Ems and faces the final crisis of the traditional parties, which give way to a new party system that re-volves on two opposite poles. At this stage there is a strengthening of the role of the President of the Republic in the resolution of government crises. The Head of State promotes the formation of technical governments that begin a serious work of fiscal consolidation, guaranteeing the commitments made by Italy at European level. In fact, the Maastricht Treaty, signed in 1992, will lead in 1999 to the creation of a single currency and a fixed exchange rate regime. The future currency will be managed by a central bank independent from member States of the monetary union and committed to the sole maintenance of price stability. The direct consequence of this priority objective is the prohibition of direct financial support to States which will be bound to finance themselves on the market under the conditions laid down for any private entity. In short, since 1992 the Italian “economic constitution” has entered a new phase: the democratically legitimized constitutional organs completely lose the levers of monetary policy. Price stability becomes an overarching value, to be pursued even when it goes against other objectives, such as a high level of employment. Fiscal policy itself is conditioned by quantitative parameters which the European institutions monitor. However, thanks to the consolidation work begun in the first half of the 1990’s, Italy also managed to join the single currency. The fifth chapter analyses the effects of Italy’s entry into the single currency area on the form of gov-ernment. The 2008 financial crisis led to a tightening of European budgetary constraints, while the Eu-ropean Central Bank has launched monetary support programmes that have allowed States to finance themselves on better terms than market conditions. At this juncture there was a new intervention by the Head of State as guarantor of Italy’s European commitments. A new technical government was formed whose primary objective was to reduce the country’s trade deficit and introduce the principle of budget-ary balance in the Italian Constitution. With this step, the “economic constitution” completed the turn-ing point towards the depoliticization of the public law of the economy that began in 1992. The crisis has determined the end of the fragile Italian bipolarism with the emergence of political forces alien to the traditional camps. The renewed political instability has led to a further strengthening of the Presi-dent of the Republic in his role of guarantor of the permanence of Italy in the single currency area. In this regard, the events surrounding the formation of a eurosceptic government in 2018 are emblematic. Following the 2020 pandemic, it was decided to lift budgetary constraints, while the Ecb expanded its monetary support to member States. It seems that a new phase of monetary union has been reached, but the rise in prices due to the Ukrainian conflict could force European States to adopt deflationary measures even more stringent than those adopted in the previous decade, with perhaps even more evi-dent effects on the party system and on the Italian form of government.
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DONDI, Sebastiano. "POTERE E CONTROPOTERI Gli argini giuridici al potere maggioritario nella dinamica della forma di governo in Italia e in Francia." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388889.

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Abstract:
This PhD dissertation consists in a comparative study of veto players (or counter-powers) that, according to Italian and French Constitution, aim and affect the legislative activity of the executive power and of its majority in the Parliament, i.e. laws and decrees-law. They are summarily: the referendum, the opposition parties, the head of the State, the Conseil d’Etat and the constitutional justice. The research, after the initial chapter regarding an innovative classification of veto powers which describes them with a dogmatic approach, explores in depth the existing relations among veto players and their interactions with Power. The methodology is based on an empirical and systematic analysis of some classic case-studies.
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Sgro', F. "ASPETTI E PROBLEMI ATTUALI DEL BICAMERALISMO ITALIANO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/150214.

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Abstract:
Aspects and current problems of the Italian bicameralism. The research focus on analysis of the Italian bicameralism and the most important proposals to reform the Senate of the Republic in order to verify the current requirement for the revision of Parliament and asses – through a legal evaluation – the most appropriate solutions. The research starts from the theory of separation of the public powers and deepens the two prototypes of bicameralism (European model and North American type). Then it analyzes the Italian system, that is a very rare example of perfect bicameralism covering both the legislative and the political functions. Following the course of Republican history, the study appreciates the possibility of revision of perfect bicameralism, focusing on the most organic projects that are currently under investigation in Parliament. The research proposes, at this point, an overview of the main experiences of bicameralism in the contemporary democracies. Finally it checks the impact of a possible reform of the Italian bicameralism on the institutional balance and the connotation of the form of government.
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Books on the topic "FORME DI GOVERNO"

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Frosini, Tommaso Edoardo. Forme di governo e partecipazione popolare. Torino: G. Giappichelli, 2002.

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Frosini, Tommaso Edoardo. Forme di governo e partecipazione popolare. 2nd ed. Torino: G. Giappichelli, 2006.

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3

Pinelli, Cesare. Forme di Stato e forme di governo: Corso di diritto costituzionale comparato. 2nd ed. Napoli: Jovene editore, 2009.

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4

Teoria e storia delle forme di governo. Napoli: Guida editori, 2017.

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5

Pitruzzella, Giovanni. Forme di governo e trasformazioni della politica. 3rd ed. [Roma]: Laterza, 1997.

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6

Deffenu, Andrea. Forme di governo e crisi del parlamentarismo. Torino: G. Giappichelli, 2006.

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7

M, Galizia, ed. Forme di stato e forme di governo: Nuovi studi sul pensiero di Costantino Mortati. Milano: Giuffrè, 2007.

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8

1644-1718, Penn William, and Penn William 1644-1718, eds. William Penn: Forme di governo e identità linguistica. Torino: G. Giappichelli editore, 2008.

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9

Guccione, Cristina. William Penn: Forme di governo e identità linguistica. Torino: G. Giappichelli editore, 2008.

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10

Presidenti della Repubblica: Forme di governo a confronto. Torino: G. Giappichelli, 2010.

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Book chapters on the topic "FORME DI GOVERNO"

1

Carsana, Chiara. "La teoria delle forme di governo: il punto di vista di Cassio Dione sui poteri di Cesare." In Cassius Dion : nouvelles lectures, 545–58. Ausonius Éditions, 2016. http://dx.doi.org/10.4000/books.ausonius.15787.

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2

"Progetto di forma di governo delle Provincie Unite Italiane (1831)." In Constitutional Documents of Italy and Malta 1787–1850, Part II: Modena and Reggio–Verona Malta, edited by Jörg Luther. Berlin, New York: De Gruyter, 2010. http://dx.doi.org/10.1515/9783110231106.137.

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3

"Forma di governo provvisorio per il Piemonte (1796)." In Constitutional Documents of Italy and Malta 1787–1850, Part II: Modena and Reggio–Verona Malta, edited by Jörg Luther. Berlin, New York: De Gruyter, 2010. http://dx.doi.org/10.1515/9783110231106.117.

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4

Bellamy, Richard, Sandra Kröger, and Marta Lorimer. "Differentiated Integration as a Fair Scheme of Cooperation." In Flexible Europe, 27–48. Policy Press, 2022. http://dx.doi.org/10.1332/policypress/9781529219920.003.0002.

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Abstract:
This chapter looks at both the procedural fairness of the processes by which particular forms of differentiated integration (DI) are agreed upon and subsequently governed. It examines the substantive fairness of the distributions of burdens and benefits associated with participating in a given policy. It also argues that DI can be so designed as to meet the democratic trilemma, thereby supporting a fair scheme of cooperation between member states and their citizens. The chapter emphasizes how DI must meet certain substantive and procedural criteria and be a Pareto improvement that makes no other member states worse off than they currently are under the status quo. Procedurally, DI must be mutually agreed by the representatives of both member state peoples and EU citizens and governed in a way that involves consultation with those not included and offers a clear pathway for them to join in the future.
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Antoinette Ann Delgado, Alexis, Alan Humason, and Elfi Kraka. "Pancake Bonding Seen through the Eyes of Spectroscopy." In Density Functional Theory - Recent Advances, New Perspectives and Applications [Working Title]. IntechOpen, 2021. http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.99747.

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Abstract:
From local mode stretching force constants and topological electron density analysis, computed at either the UM06/6-311G(d,p), UM06/SDD, or UM05-2X/6–31++G(d,p) level of theory, we elucidate on the nature/strength of the parallel π-stacking interactions (i.e. pancake bonding) of the 1,2-dithia-3,5-diazolyl dimer, 1,2-diselena-3,5-diazolyl dimer, 1,2-tellura-3,5-diazolyl dimer, phenalenyl dimer, 2,5,8-tri-methylphenalenyl dimer, and the 2,5,8-tri-t-butylphenalenyl dimer. We use local mode stretching force constants to derive an aromaticity delocalization index (AI) for the phenalenyl-based dimers and their monomers as to determine the effect of substitution and dimerization on aromaticity, as well as determining what bond property governs alterations in aromaticity. Our results reveal the strength of the C⋯C contacts and of the rings of the di-chalcodiazoyl dimers investigated decrease in parallel with decreasing chalcogen⋯chalcogen bond strength. Energy density values Hb suggest the S⋯S and Se⋯Se pancake bonds of 1,2-dithia-3,5-diazolyl dimer and the 1,2-diselena-3,5-diazolyl dimer are covalent in nature. We observe the pancake bonds, of all phenalenyl-based dimers investigated, to be electrostatic in nature. In contrast to their monomer counterparts, phenalenyl-based dimers increase in aromaticity primarily due to CC bond strengthening. For phenalenyl-based dimers we observed that the addition of bulky substituents steadily decreased the system aromaticity predominately due to CC bond weakening.
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Conference papers on the topic "FORME DI GOVERNO"

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Lutzoni, Leonardo. "Paesaggi in divenire: la territorialità attiva dei nuovi abitanti: il caso di Luogosanto in Alta Gallura." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7998.

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Abstract:
Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo e natura, una vera e propria svolta etico-culturale. Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il progetto di territorio.
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Gorgo, Letizia, and Gloria Riggi. "URBAN TRACES: revitalization strategies for abandoned villages." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5938.

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Abstract:
Letizia Gorgo¹, Gloria Riggi² ¹Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma ² Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma E-mail: letiziagorgo@hotmail.it, gloriariggi@libero.it, Keywords : abandoned villages, urban morphology, scattered hotel, existing fabric, revitalization strategies Conference topics and scale: City transformations In Italy today, one can count more than 6000 villages that have been abandoned(deserted) for a variety of causes. This negletc state produces a serious problem related to a wider phenomenon of abandonment of entire portions of italian territories. Realities that differ form the city because of their morphology: Does urban shape represent an urban limit? or is it an alternative testimony to the city? Research purpose is to understand how relationship, between these cases and the territory, works; in particular during the absence of the main component: the human one. The case study Santo Stefano di Sessanio, an ancient village in the center of Italy, inhabited until 90's, shows how the examination of urban shape represents the potentiality of his own revitalization. By relating his historical identity to the scattered hotel projectual approach, it contributes to combine conservation, valorization and sustainability of the existing building fabric, in order to claim the authenticity of these villages declaring their own autonomy and dimension to major urban centers polarization. In this example transformation is meant as conscious project that grow up from the built reality not from the project itself, transformation as knowledge of urban facts, tool to approach to the structure of this reality. References Rossi A., (1966 ) ‘L’architettura della città’, Quodlibet, Macerata Muratori S., (1967) ‘Civiltà e territorio’, Centro studi di storia e urbanistica, Roma Cartei, G. F., (2007) ‘Convenzione europea del paesaggio e governo del territorio’, Il Mulino, Bologna Caravaggi L., (2014) ‘La montagna resiliente’, Quodlibet, Macerata, Strappa, G., Carlotti, P., Camiz, A., (2016) ‘Urban Morphology and Historical Fabrics’, Gangemi Editore, Rome
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