Academic literature on the topic 'Formazione identitaria'

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Journal articles on the topic "Formazione identitaria"

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Özbek, Tülay. "La formazione dell'identità nell'interazione tra culture." INTERAZIONI, no. 1 (April 2021): 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-001004.

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Abstract:
La formazione dell'identità dei bambini che sono cresciuti entro due o più background cul-turali è caratterizzata da un ampio spettro di identificazioni divergenti. Questo ha un impatto specifico sulla loro struttura psichica, visto che ci sono identificazioni con almeno due back-ground etnicoreligiosi e due grandi gruppi, che possono interferire col sentimento di apparte-nenza. Con riferimento ai concetti di formazione dell'identità (Erikson), identificazione (Freud), identificazione col gruppo interno e col gruppo esterno e l'emergenza di un oggetto interno (Davids, Volkan), viene proposto lo svolgersi dello sviluppo di un'identità ibrida e diasporica con almeno tre introietti gruppali per i membri della terza generazione che sono sot-toposti a una socializzazione biculturale. La formazione di un'identità ibrida rende l'Io capace di legare assieme complesse affiliazioni culturali, in modo tale che il soggetto possa sentirsi identico a se stesso nello spazio, nel tempo e nei luoghi. Allo stesso tempo, tutto ciò richiede che il dolore e la destabilizzazione associati al fatto di non avere ciò che originariamente era visto come formazione identitaria, ovverosia il sentimento di appartenere a uno ed uno solo grande gruppo, possa essere tollerata e accettata.
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2

Pacetti, Elena, and Alessandro Soriani. "Pratiche mediali, social media e influencers nella formazione e nell’espressione identitaria dei bambini: una ricerca esplorativa." Media Education 12, no. 2 (November 29, 2021): 35–46. http://dx.doi.org/10.36253/me-11406.

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Abstract:
With the spread of social media, we witnessed the multiplication of web’s figures such as influencers and content creators. The pupils in the last years of primary schools (9-11 years old), engaged in a complex task of defining their own identity, are strongly exposed to entertainment contents conveyed by social networks and online video platforms. The present exploratory study, which involved 173 students from a primary school in Emilia-Romagna Region (Italy), aims to investigate the role of social media and influencers in the formation and expression of the identities of children, highlighting a universe little known and only superficially explored by teachers and adults with educational roles. The contribution has the twofold objective of: investigating children’s practices related to social networks (in particular those based on video content such as YouTube, Twitch, TikTok, Instagram and Snapchat) to offer an overview of the situation in an age group increasingly targeted by these social networks; making a reflection on how much the figures of content creators and influencers play a role in the identity formation of children in 4th and 5th year of primary school. The results lead to new research questions and educational path to make teachers and parents more aware of this issue.
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3

Di Petta, Gilberto, Danilo Tittarelli, and Raffaele Vanacore. "Il medico psichiatra: chi era costui? Riflessioni sulla crepa dello specchio." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2022): 113–33. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001007.

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Abstract:
Le forme del conoscere, dell'essere e dell'agire psichiatrico sono state tutt'altro che stabilite una volta per tutte. Gli attuali strumenti accademici di formazione si sono appiattiti da tempo su di una linea semplicistica e riduzionistica. Nel Secondo Novecento una serie di condizioni aveva conferito alla figura dello psichiatra una centralità mai avuta prima nella storia: la chiusura/ridimensionamento dei manicomi, l'introduzione e la diffusione degli psicofarmaci, l'avvento del concetto di "salute mentale" territoriale. Il suddetto riduzionismo, però, ha scelleratamente decomplessizzato la figura dello psichiatra, il cui problema identitario è, così, divenuto ancor più pressante, fino ad implodere, come l'immagine alla rottura di uno specchio. La psichiatria, infatti, a differenza di altre branche mediche, mette in gioco un fattore antropologico, quello della "follia" e delle sue modalità di manifestazione e di costituzione. Se questo fattore, storicamente, era considerato decisivo nello strutturarsi e nel rivelarsi della cosiddetta "malattia mentale", in epoca più recente la bonifica della psichiatria dalle paludi della follia ha prodotto, a nostro avviso, e in maniera speculare, una rottura nella costituzione identitaria dello psichiatra. Chi è lo psichiatra se non è più in grado di tenere acceso il dialogo tra la società e la follia? La questione della follia mette in moto, come legna che alimenta il fuoco dell'umano, la ricerca del senso e della cura. Lo sradicamento della follia dal territorio dell'umano ha prodotto una classe di psichiatri in cerca d'autore, partecipi di una quotidiana messinscena clinica, senza alcuna pretesa di comprensione, di cura e di libertà. Le sole, queste ultime, a poter consentire uno specchiarsi non deforme - attraverso il prisma umano dello psichiatra - della "follia" e della "norma", in quanto entrambe espressioni della vita.
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4

Di Gennaro, Diana Carmela, Michele Domenico Todino, Paola Aiello, and Maurizio Sibilio. "I luoghi dell'educazione: percorsi multimediali per promuovere l'orientamento al lavoro in un'ottica inclusiva." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (April 2021): 93–14. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11521.

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Abstract:
Il processo di definizione identitaria che sta caratterizzando le professioni educative in ragione della recente normativa (DDL 2443/2017 e D.M. 378/18) ha evidenziato, tra le altre, la necessità di delineare percorsi di orientamento al lavoro in grado di supportare tutti gli studenti verso una costruzione consapevole della propria identità professionale, con un'attenzione specifica anche agli studenti che presentano disabilità, DSA o particolari condizioni di disagio che potrebbero influire sul loro futuro lavorativo.Con tale finalità, nell'ambito del progetto POT cui il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell'Università di Salerno ha partecipato in qualità di partner, sono stati realizzati dei percorsi multimediali che consentono una navigazione dei luoghi dell'educazione.La tecnologia digitale scelta è GSuite e, più nel dettaglio, Google Moduli, che è stato adattato per presentare contenuti audiovisivi rispetto ai quali gli studenti della L-19 sono chiamati a riflettere su specifici aspetti dell'agire educativo rispondendo ad alcune domande-stimolo.È stato inoltre predisposto un breve questionario con il duplice obiettivo di verificare, da un lato, se questi percorsi multimediali si sono rivelati realmente utili e, dall'altro, di esplorare le prefigurazioni professionali dei partecipanti per fornire forme di supporto personalizzate e calibrate sui bisogni di orientamento individuali.
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Cinŕ, Giuseppe. "L'identitŕ tra ricostruzione e recupero: il caso dei centri storici in Iraq." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 134–52. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099008.

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Abstract:
I gravi ritardi che connotano la politica del recupero dei centri storici in Iraq sono fortemente segnati dalle conflittualitŕ inerenti la formazione di un'identitŕ culturale inclusiva e condivisa. Nel ripercorrere tale formazione l'autore sottolinea il controverso apporto fornito dalla cultura moderna, portatrice di nuovi valori identitari ma anche responsabile della rimozione di quelli propri alla cittŕ storica. Il testo si sofferma sulle conseguenze di questo fatto, leggibili in alcuni interventi oggi, dove una controversa nozione di bene culturale č all'origine di scelte distruttive.
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Orioles, Vincenzo. "Tra sicilianità e sicilitudine." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 227–34. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.227-234.

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Abstract:
Tra i suffissi cosiddetti identitari, che esprimono e connotano una determinata appartenenza, conosce ultimamente in ambito italiano una crescente diffusione il tipo -itudine che ritroviamo ad esempio in sarditudine, russitudine, romagnolitudine e in altre consimili formazioni: si tratta di un paradigma derivazionale che possiamo considerare 'riattivato' dopo un periodo nel quale la sua produttività sembrava bloccata. A partire dalla caratterizzazione territoriale, -itudine finisce con l'acquistare la funzionalità di una marca di identità socioculturale e come tale ben si presta ad essere aggiunto, con una progressiva estensione funzionale, a forme nominali che evocano stili di vita (punkitudine), condizioni esistenziali (casalinghitudine, singletudine), o anche propensioni e idiosincrasie (gaffitudine). Alla base di tale nuova fortuna del modulo formativo possono essere collocate due espressioni pilota e cio è da una parte negritudine, che su sollecitazione del francese négritude si identifica con i valori delle civiltà dell'Africa nera, e dall'altra sicilitudine a cui ha garantito ampia risonanza la valenza pregnante propria dell'uso di Leonardo Sciascia. Il contributo mira ad approfondire in particolare la genesi dell'espressione sicilitudine individuandone l'onomaturgo in realtà nello scrittore Crescenzio Cane (1959) e cercando di delimitarne lo statuto rispetto alla forma concorrente sicilianità.
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Lucantoni, Davide. "Covid-19 e comunicazione istituzionale e mediatica." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001004.

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Abstract:
L'articolo descrive i risultati di un'indagine condotta nell'area medio-adriatica durante la prima ondata della pandemia, sulle condizioni di vita della popolazione nel periodo di quarantena, raccogliendo informazioni sulle aspettative future del campione alla luce delle trasformazioni sociali portate dalla pandemia. Inoltre, viene fornito un quadro interpretativo in merito all'impatto che la compenetrazio-ne tra comunicazione politica e scientifica, all'interno delle dinamiche e dei mec-canismi narrativi dei diversi media, ha avuto sui comportamenti sociali e sulle formazioni identitarie in un contesto pandemico che mina la sicurezza ontologica degli individui. Infine, i dati relativi alle percezioni del campione sulla comunica-zione politica e scientifica vengono analizzati alla luce del fenomeno dell'infodemia, in particolare rispetto alle trasformazioni dell'agire comunicativo imposte dalla transizione digitale forzata del Paese. I risultati hanno mostrato che la fiducia nella credibilità e nelle fonti scientifiche è giudicata principalmente come sufficiente, anche se una parte non residuale del campione tende a dubitarne o a credere che si tratti di pura manipolazione. L'articolo sostiene che la comunicazio-ne scientifica non ha saputo uscire dall'impasse in cui lo scienziato legittima le sue affermazioni esercitando l'autorità che gli viene dogmaticamente attribuita dal buon senso, accettando la credibilità che gli viene offerta dal capitale simbolico proprio dei sistemi di credenze.
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Finelli, Roberto. "NUOVE TECNOLOGIE, SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA E “MENTE ORIZZONTALE”." Revista Dialectus - Revista de Filosofia, no. 18 (October 25, 2020): 350–64. http://dx.doi.org/10.30611/2020n18id61190.

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Abstract:
La tesi di fondo è che le nuove tecnologie rappresentano un enorme sviluppo dell‟umanità sul piano della trasmissione e dell‟elaborazione delle informazioni. Ma questa gigantesca innovazione, per la cornice dell‟accumulazione capitalistica in cui viene svolta e sviluppata, dà luogo ad una antropologia e ad una formazione della soggettività umana in cui il “conoscere” prevale e domina sul “sentire”. La natura astratta della ricchezza del capitale, e la sua accumulazione, richiedono un individuo parimenti astratto, in cui la conoscenza diventa sempre più informazione. Questa fallace identificazione della conoscenza con l‟informazione è basata su una epocale distorsione del sentire, per la quale il senso del conoscere non proviene più dal corpo emozionale e interiore del soggetto umano ma dall‟esterno, secondo programmi e definizioni di senso in qualche modo già predefiniti e precompilati. In questo ambito di problemi il saggio utilizza una distinzione profonda di significato tra il lemma “tecnica” e il lemma “tecnologia”, a partire da sollecitazioni presenti nelle pagine del Marx maturo, per mettere in discussione una contestualizzazione “umana” e non “capitalistica” della tecnologia. Nello stesso tempo l‟autore svolge una critica profonda della concezione heideggeriana e della tecnica e del modo in cui le filosofie della postmodernità, soprattutto quelle della cosiddetta French Theory, sotto la guida di Nietzsche e di Heidegger, hanno registrato solo la superficializzazione del mondo messa in atto dalla nuova tipologia “flessibile” dell‟accumulazione capitalistica. La liquidazione di ogni forma di soggettività operata dai pensatori francesi, se ha avuto il merito di criticare giustamente forme troppo identitarie e dogmatiche di soggettività, ha nello stesso tempo del tutto liquidato l‟ipotesi marxiana del capitale come vero soggetto della società moderna e contemporanea, con la sua necessità intrinseca di creare un mondo sempre più omogeneo alla sua espansione e universalizzazione.
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Dissertations / Theses on the topic "Formazione identitaria"

1

DARI, LAYLA. "Orchestre Multietniche e confronto interculturale nell'Europa Meridionale: possibili processi di integrazione, ibridazione musicale e cittadinanza in Italia e in Portogallo." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1128010.

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Abstract:
In questo elaborato si propone un censimento e un'analisi del recente scenario delle orchestre multietniche in alcuni paesi dell'Europa meridionale. In particolare la rilevazione ha privilegiato gli esiti concernenti l'Italia e il Portogallo, considerando queste due aree come utile riferimento comparativo. La narrazione deriva da una ricognizione panoramica dei fenomeni migratori transnazionali contemporanei e dall'analisi delle pratiche sociali a favore dell'accoglienza e dell'integrazione delle comunità straniere nei nuovi territori di approdo. Questi determinati contesti socio-culturali hanno promosso e agevolato la costruzione di orchestre, cori e bande multietniche, considerate come una sorta di "operazione" per facilitare i delicati processi di integrazione delle comunità migranti nel tessuto locale e per valorizzare le diversità cultuali che caratterizzano le città contemporanee. Si seguono dunque gli esiti e gli sviluppi in itinere delle orchestre multietniche attive in Italia e in Portogallo, e di alcune esperienze recentemente concluse, ponendo particolare attenzione al pensare e al fare dei musicisti, alle pratiche performative in atto e alle trasformazioni musicali occorse nei nuovi contesti di migrazione. Si vuol dimostrare, infine, come questo tipo di accostamento possa aprire la strada ad un incontro tra culture differenti, che assume i connotati di un confronto e di uno scambio tra diverse dimensioni che mirano al riconoscimento e alla ricostruzione della propria identità musicale: un incontro che sul territorio porta con sé nuove e complesse sfide di inclusione, cittadinanza e lo sviluppo di una convivenza pacifica. This work offers a census and an analysis of the recent scene of multi-ethnic orchestras in some countries of southern Europe. The collection of data focused in particular on the outcomes concerning Italy and Portugal, taking these two areas as a useful comparative reference point. The narrative stems from a panoramic exploration of contemporary transnational migration events and from the analysis of social practices favouring reception and integration of foreign communities in the regions which are their landing place. These given socio-cultural contexts fostered and facilitated the construction of orchestras, choirs and multi-ethnic bands, envisioned as a sort of "operation" to ease the delicate processes of integration of migrant communities in the local social fabric and to acknowledge the value of cultural differences that are typical of contemporary cities. Thus, the results and the underway development of multi-ethnic orchestras active in Italy and in Portugal, and of some recently concluded experiences, were monitored, paying attention in particular to musicians' thinking and doing, to ongoing performative practices and to musical transformations which occurred in the new contexts of migration. Eventually, the aim is to show how this kind of convergence can pave the way for a meeting between different cultures, taking the form of reciprocal comparison and exchange between different dimensions that aim at the recognition and reconstruction of their musical identity: a meeting that brings with it in each area new and complex challenges of inclusion, citizenship and peaceful coexistence and development.
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Books on the topic "Formazione identitaria"

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Lupoli, Nicola. La formazione come bene comune: I migranti adulti tra formazione professionale e ricostruzione identitaria. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2012.

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Lannutti, Vittorio. Identità sospese tra due culture: Formazione identitaria e dinamiche familiari delle seconde generazioni nelle Marche. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2014.

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Germanà, Maria Luisa, ed. Permanenze e innovazioni nell'architettura del MediterraneoMediterranean Architecture between Heritage and Innovation. Florence: Firenze University Press, 2011. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-007-5.

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Abstract:
Il volume offre numerosi spunti sul tema Permanenze e innovazioni nell'architettura del Mediterraneo, dimostrandone l'ampiezza di aspetti riconducibili alla Tecnologia dell'architettura, di cui si evidenzia la flessibilità dei confini disciplinari con riferimento ai diversi significati assumibili dal concetto di risorsa. Letta in continuità con le precedenti pubblicazioni Osdotta, questa consente di seguire quanto si va sviluppando nel terzo livello di formazione in un momento particolarmente critico per l'istituzione universitaria, continuando a porre l'accento sul nodo domanda/offerta di ricerca, nel confronto con altre istituzioni e con il mondo della produzione di settore, nell'attuale scenario dominato da trasformazioni sempre più rapide e incisive. La qualificazione dei corsi di dottorato, attraverso la riflessione sugli esiti immediati e a lungo termine, parallelamente alla precisazione dei contenuti identitari del settore disciplinare, restano le principali sfide da continuare ad affrontare. This publication provides considerable material for reflection on the subject of Mediterranean Architecture between Heritage and Innovation, demonstrating the wide range of aspects linked to Architectural Technology, in which one is struck by the flexibility of the disciplinary boundaries with regard to the various meanings that can be applied to the concept of resource. Taken together with the previous publications of Osdotta, this consents one to trace the developments in the third level of education at a particularly critical time for the university institution; the emphasis continues to be placed on the crucial issue of supply/demand of research; the situation is compared with other institutions and with the world of production in this sector, in a present-day scenario dominated by ever more rapid and incisive transformations. The main challenges left to be faced are to improve the quality of PhD courses, after due reflection on the immediate and long-term results, whilst defining more precisely the identitary contents of the disciplinary sector.
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Vannini, Guido, ed. Florentia. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-509-8.

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Abstract:
Il terzo volume di Florentia prosegue la serie periodica di studi legati alle attività di formazione della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Ateneo fiorentino. Gli studi selezionati costituiscono elaborazioni tratte dalle migliori dissertazioni di diploma redatte dagli allievi negli ultimi anni, secondo criteri che privilegiano gli elementi di maggiore innovatività tematica e saldezza metodologica. I saggi rappresentano gli indirizzi fondamentali della Scuola: pre-protostorico, orientalistico, ‘classico’ (nelle sue varie componenti, greco-romana ed etrusco-italica), medievista. Gli autori provengono da Atenei di tutto il Paese: una varietà che tuttavia lascia trasparire il connotato culturale di fondo che caratterizza la Scuola archeologica fiorentina, a partire dalla lezione dei fondatori della Scuola, i non dimenticati Paolo Emilio Pecorella e Luigi Beschi, alla cui memoria questo volume è dedicato. La consuetudine fra docenti (in buona parte giovani anch’essi) ed allievi costituisce una comunità di studi che si vale di un coordinamento strutturale con le altre Scuole di Specializzazione dell’Ateneo dedicate ai Beni Culturali territoriali (Archeologia, Storia dell’Arte, Architettura); con scelte proiettate anche in una dimensione pubblica in rapporto a temi dell’attuale società civile – dall’incidenza sociale del ruolo dell’archeologo militante, all’apporto identitario di un’‘archeologia pubblica’ in una società che muta rapidamente, fra ‘nuovi italiani’ e uso sociale della cultura; al nuovo ruolo dell’archeologia (e non solo) – anche in contesti di crisi, non solo internazionali.
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