Academic literature on the topic 'FONTI PER LA STORIA DELLO SPETTACOLO'

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Journal articles on the topic "FONTI PER LA STORIA DELLO SPETTACOLO"

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Petit, Lorenza. "Dal Medio Oriente al Messico: storia di una migrazione." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 141–63. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002007.

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Abstract:
Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, il continente americano diventò il polo di attrazione per milioni di persone che andarono oltreoceano non solo ver-so gli Stati Uniti ma anche per raggiungere l'America Latina. Il contributo mette in evidenza il caso particolare delle emigrazioni provenienti dal mondo arabo e diret-te in Messico. Nella prima parte dell'articolo, l'autore analizza le fonti che ci per-mettono di realizzare un'indagine rigorosa del fenomeno apportando numerosi dati a sostegno dello studio. Le fonti prese in esame comprendono: il Registro degli Stranieri, presente nell'Archivio Generale della Nazione (AGN), i censimenti dell'INEGI e il Direttorio Libanese del 1948. Nella seconda parte, si ricostruiscono i movimenti dei migranti all'interno della Repubblica Messicana in un periodo che va dal 1895 al 1950. L'articolo ha lo scopo di introdurre il lettore allo studio delle emigrazioni arabe in America Latina, tema poco presente nella storiografia italia-na, evidenziandone la rilevanza ed incoraggiando futuri progetti di ricerca sul fenomeno.
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Cipriani, Roberto. "Religione e sport. Tra rito e spettacolo." El Futuro del Pasado 6 (October 1, 2015): 87–111. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2015.006.001.003.

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Abstract:
Sono numerosi i punti di contatto e le affinità fra religione e sport. Il che avviene sin dai tempi più antichi. Esemplare è il caso della Grecia, dove non a caso sono sorte le Olimpiadi in un contesto e con motivazioni a carattere tipicamente religioso.La stessa ripresa dei Giochi Olimpici nel 1896 rappresenta un momento di svolta per la storia dello sport ma evidenzia anche le ragioni profondamente etiche (e religiose) che animavano il loro fondatore, il barone de Coubertin.Oggi sotto diverse forme ed in situazioni favorevoli il legame fra religione e sport si va rafforzando tanto da poter verificare la presenza di riti, preghiere, formule, gesti, simboli e ruoli tipicamente religiosi anche in avvenimenti sportivi, nel corso della loro preparazione come nelle fasi successive allo svolgimento delle competizioni.Vari studi sul campo mostrano che specialmente entro modelli d’ispirazione cristiana vigono e si diffondono pratiche religiose che accompagnano da vicino le dinamiche relative all’organizzazione di gare in diversi sport, a partire dai momenti fondativi per giungere sino ai processi di legittimazione delle memorie del passato.Soprattutto nel campo del calcio esistono forme di divismo, movimenti parareligiosi e culti propiziatori ed esorcistici tesi ad ottenere risultati agonistici continuamente positivi.
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Intini, Ugo. "Avanti!, il quotidiano socialista che alfabetizza e forma." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 29, 2020): 140–65. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820909285.

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Abstract:
Avanti! non è solamente il quotidiano che accompagna la storia del Partito Socialista Italiano, ma anche il primo agente di alfabetizzazione e acculturamento del mondo del lavoro e dei ceti meno favoriti. L’autore, che è stato direttore del giornale, sottolinea la forte presenza di letterati e uomini di cultura sulle colonne del quotidiano, con riferimenti specifici ad autori come De Amicis, Soldati, Bassani, Bevilacqua, Bianciardi, Cassola, Castellaneta; a pittori e disegnatori come Scalarini, Podrecca, Boccioni, Sironi; critici teatrali letterari e d’arte come Antonio Gramsci, Paolo Grassi, Carlo Fontana, Franco Fortini, Bonito Oliva, Argan, Barilli; protagonisti dello spettacolo come Gasmann, Lattuada, Rosi, Wertmüller; artisti come Cascella, Cantatore, Maccari, Pomodoro, fino a Carlo Rambaldi, collaboratore dalla provincia emiliana di Ferrara che, emigrato negli Stati Uniti, creò E.T. per Spielberg. Vera antologia della cultura italiana tra Ottocento e Novecento, il quotidiano soffrì l’attacco e la distruzione del fascismo, per riprendersi ancora con più vigore nel dopoguerra.
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Colozza, Roberto. "Socialisti ai tempi di Stalin: il caso di Giuseppe Garretto a Ragusa (1950-1953)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2011): 79–107. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-002003.

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Abstract:
Il saggio propone una lettura delle diverse identitŕ del socialismo italiano negli anni finali dello stalinismo, attraverso un ampio uso di fonti d'archivio e a stampa. Questo socialismo plurale č colto nell'evoluzione di un caso di storia locale, quello del dirigente siciliano Giuseppe Garretto. Ingegnere, scrittore per vocazione, antifascista, egli fu un rivoluzionario estraneo al mito stalinista che connotň il Psi di Guerra Fredda. Garretto incrociň, da amico o avversario, i destini dei maggiori dirigenti nazionali del Psi del dopoguerra: Nenni, Basso, Panzieri, Morandi. Protagonista del Psi siciliano, prima come epuratore antiriformista e poi come reprobo antistalinista, egli incarnň le passioni dei socialismi del tempo. Attraverso le vicissitudini politiche e personali di Garretto, questi socialismi emergono con un linguaggio specifico di cui l'articolo mette in evidenza le caratteristiche semantiche e stilistiche.
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Tambone, Vittoradolfo, and Giampaolo Ghilardi. "Metafisica dello zigote / Embryo’s metaphysics." Medicina e Morale 67, no. 6 (January 25, 2019): 653–76. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.561.

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Abstract:
Il lavoro prende in considerazione gli aspetti teologici e filosofici dello statuto metafisico dell’embrione umano. Dapprima si analizzano le fonti magisteriali e teologiche del tema, cercando di dare risposta alla domanda sull’origine morale della questione. Si delinea quindi il profilo epistemologico del problema, analizzando l’aspetto ontologico del tema e volendo dare risposta alla domanda cosa/chi sia l’embrione. Per fare questo si sviluppano due vie investigative parallele: si valutano gli impliciti filosofico-teoretici che hanno determinato la storia del dibattito; si analizzano le caratteristiche biologiche dell’embrione inerenti alla sua trasformazione seguendo tre direttrici. I “Lo zigote si trasforma”; II “segue indicazioni interne (che dà a se stesso); III “l’appartenenza alla specie parentale”. Si studiano dunque i principi metafisici del mutamento di cui lo zigote è protagonista; l’entelechia che viene oggi riscontrata a mezzo delle nuove conoscenze biologiche disponibili in letteratura; il profilo genetico che ci permette di sviluppare nuove considerazioni sull’appartenenza di specie oltre a quelle sull’individualità. ---------- This work takes into account the theological and philosophical perspectives related to the Embryo’s Metaphysics. Therefore, we firstly outline the magisterial sources of the theme, aiming to give an answer to the issue on the moral origin of the question. We outline then the epistemological side of the problem, analyzing the ontology of embryo and therefore trying to answer the question: what/who is the embryo. In order to achieve this goal, we follow two pathways: we look at the theoretical and philosophical roots of the debate on the embryo’s status; we study embryo’s biology inherent her transformation along three main directions. I) Embryo transforms herself; II) Embryo follows internal directions she gives herself; III) Embryo performs this task according to her species. In the end, we study the metaphysical principles of movement according to the kinematic nature of the embryo together with her entelechy and the genetic profile, which allow us to shed new light on embryo’s species and individuality.
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TOMMASI, Francesco Valerio. "G. BANHAM, D. SCHULTING AND N. HEMS (A CURA DI), THE BLOOMSBURY COMPANION TO KANT, BLOOMSBURY, LONDON-NEW DEHLI-NEW YORK-SYDNEY 2015, 432 PP." Estudos Kantianos [EK] 4, no. 02 (January 25, 2017): 219–22. http://dx.doi.org/10.36311/2318-0501.2016.v4n2.16.p219.

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Abstract:
È nota la tesi di Hegel secondo cui non è possibile qualcosa come una introduzione alla filosofia; la condizione di chi vuole apprendere questa disciplina sarebbe infatti analoga a quella di colui che impara a nuotare: è assurdo pensare di poterlo fare senza entrare in acqua. Anche per la filosofia, dunque, bisognerebbe confrontarsi senza mediazioni con il pensiero e con la tradizione. Ciò appare tanto più vero nel caso dello studio della storia della filosofia e del pensiero di un autore. Infatti è evidentemente paradossale avvicinarsi agli scritti di qualcuno senza leggerli. Ogni sintesi o parafrasi risulta problematica, in quanto immediatamente riduttiva. Solo il confronto analitico con i testi può rendere ragione in modo adeguato di una proposta teorica, dei suoi dettagli, delle sue sfumature e anche delle sue eventuali difficoltà, incongruenze o dei mutamenti di opinione nel tempo – per cui è altresì inevitabile, per familiarizzare con un pensiero, affrontarlo nella sua completezza. Ad una comprensione piena è poi ovviamente necessaria anche la lettura dei testi in lingua originale. Così, il tenere corsi di lezioni, o forse, ancor di più, il lavorare alla stesura di traduzioni, si presentano sovente come i mezzi migliori per entrare veramente in confidenza con la proposta di un autore: lezioni e traduzioni rappresentano infatti contesti nei quali la comprensione è messa alla prova dalla necessità di restituzione ad altri. Ma la conoscenza diretta e complessiva dei testi, anche nella lingua originale, ancora non basta. Solitamente è anche indispensabile avere familiarità con le opere del contesto, e dunque con le fonti e con gli interlocutori. Infatti, il significato di alcune questioni e di molti termini anche tecnici non può altrimenti essere chiarito.
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Astorino, Claudia Maria. "Turismo na Serenissima entre ficção e realidade: de Morte em Veneza, de Luchino Visconti, à pós-pandemia." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 20. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62064.

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Abstract:
RESUMO: Ao longo de sua história, Veneza vem atraindo um número considerável de turistas. Incrustrados em tão singular cenário geográfico, seus canais, gôndolas, pontes, campi, tesouros arquitetônicos e artísticos constituem um legado singular e, consequentemente, uma oferta turística inigualável, que tem seduzido o imaginário de turistas potencias das mais distintas procedências. O presente estudo objetivou analisar como a atividade turística em Veneza tem evoluído e de que modo vem sendo ilustrada nas artes, sobretudo, no cinema, na música e nas artes visuais. Nesse sentido, formou-se um corpus de estudo composto por filmes e videoclipes italianos e estrangeiros, além de obras de artes visuais, com a finalidade de confrontá-los com as etapas do turismo no percurso do tempo. Trata-se, portanto, de um estudo qualitativo, descritivo e comparativo. A metodologia constou de pesquisa bibliográfica em fontes secundárias, de forma a traçar a evolução do turismo em Veneza, seguida pela composição do referido corpus de estudo, análise das obras selecionadas para este corpus e, por fim, comparação entre ficção e realidade.Palavras-chave: Veneza. Turismo. Ficção x realidade. Filmes e videoclipes. Artes visuais. ABSTRACT: Nel corso della sua storia, Venezia ha atratto un numero considerevole di turisti. Incastonati in uno scenario unico, i suoi canalli, gondole, ponti, campi, tesori architettonici e artistici costituiscono un patrimonio singolare e di consegenza un’offerta turistica impareggiabile che da sempre ha popolato l’immaginario di potenziali turisti delle più svariate origini. Il presente studio si è proposto ad analizzare come si è evoluta l’attività turistica a Venezia e come à stata illustrata nel campo delle arti, in particolare nel cinema, nella musica e nelle arti visive. Si è dunque formato un corpus di studio, composto da film e da videoclip italiani e stranieri, oltre ad opere di arti visive, per confrontarli con le tappe dello svilupo del turismo nel tempo. Si tratta quindi di uno atudio qualitativo, descrittivo e comparativo. La metodologia è costituita da una ricerca bibliografica su fonti secondarie, al fine di tracciare l’evoluzione del turismo a Venezia, seguita dalla composizione di un corpus di studio, dall’analisi delle opere selezionate per questo corpus ed infine dal confronto tra finzione e realtà.Parole-chiave: Venezia. Turismo. Finzione x realtà. Film e videoclipe. Arti visive. ABSTRACT: Throughout its history, Venice has attracted a considerable number of tourists. Embedded in such a singular geographic setting, its canals, gondolas, campi, architectural and artistic treasures constitute a unique legacy and, consequently, an unparalleled tourist offer that has seduced the imagination of potential tourists from the most diverse origins. The present study aimed to analyze how the tourist activity in Venice has evolved and how it has been illustrated in the arts, especially in cinema, music and visual arts. In this sense, a corpus was formed, composed of Italian and foreign films and video clips, in addition to visual arts works, in order to confront them with the stages of tourism in the course of time. It is, therefore, a qualitative, descriptive and comparative study. The methodology consisted of bibliographic research in secondary sources, in order to trace the evolution of tourism in Venice, followed by the composition of a study corpus, analysis of the works selected for this corpus and, finally, comparison between fiction and reality.Keywords: Venice. Tourism. Fiction x reality. Films and video clips. Visual arts.
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AGATI, Maria Luisa. "Κωδικολογία: νέες κατευθύνσεις και όρια." BYZANTINA SYMMEIKTA 21, no. 1 (March 17, 2012): 195. http://dx.doi.org/10.12681/byzsym.1059.

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Abstract:
<p><span style="line-height: 150%; font-variant: small-caps; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 11pt">LA CODICOLOGIA: RUOLO, ORIENTAMENTI E NUOVE FRONTIERE</span></span></p><p><span style="line-height: 150%; font-variant: small-caps; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"></span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt">Esame del significato della Codicologia, nel termine e nel concetto, dall’intuizione di Montfaucon attraverso le interpretazioni più significative della storia degli studi, per arrivare alle conclusioni dell’autrice, che, ponendo in primo piano la simbiosi tra libro/contenitore e testo/contenuto, intende la Codicologia nel senso più integrale dello studio del libro manoscritto, non avulso dalla dimensione filologica che nel progredire degli studi “materiali” sembra oggi accantonata. La Codicologia come “</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt">Archeologia</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"> del libro” apre comunque nuove prospettive con metodologie di ricerca che mirano ad un approccio dinamico, puntando soprattutto alla ricostruzione dei gesti e della psicologia dell’artigiano medievale. Ne sono testimonianza le differenti interpretazioni di <em>mise en page</em>, o il campo di indagine sulla rigatura, col chiarimento dei concetti di tecnica e di metodo, e del funzionamento dei diversi strumenti meccanici, su cui purtroppo le fonti sono reticenti. Tutto ci</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 11pt">ò</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"> pu</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 11pt">ò</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"> ricevere nuova luce solo da uno studio comparato tra le diverse civilt</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 11pt">à</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"> del Mediterraneo, che vede l’incontro</span><font face="Times New Roman"><span style="line-height: 150%; font-family: 'MgOldTimes UC Pol Normal'; color: black; font-size: 11pt">/</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt">scontro tra Cristianesimo e Islam, e le ricerche in corso di chi </span></font><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt">scrive</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"> hanno gi</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 11pt">à</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"> dato diversi esiti positivi. Per esempio, l’utilizzo dell’orientale <em>mastara</em> viene recepito sistematicamente nelle tecniche metabizantine, ma non </span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 11pt">è</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"> esclusivo nella produzione greca occidentale, influenzata dal mondo latino: solo la Storia pu</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 11pt">ò</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"> dare spiegazione di fenomeni o tradizioni </span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt">altrimenti</span><span style="line-height: 150%; font-family: 'Times New Roman','serif'; color: black; font-size: 11pt"> incomprensibili, indispensabile supporto alla critica testuale.</span></p>
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González Fernández, Rafael, and Miguel Pablo Sancho Gómez. "La institución del domicilium (en Derecho romano) y su expresión en la epigrafía latina." Vínculos de Historia Revista del Departamento de Historia de la Universidad de Castilla-La Mancha, no. 11 (June 22, 2022): 296–310. http://dx.doi.org/10.18239/vdh_2022.11.13.

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Abstract:
La institución romana del domicilium convierte al sujeto en residente. Suele designar el lugar de residencia prolongada del incola o habitante que ha emigrado a una comunidad, por contraposición al municeps; por lo tanto, es un vínculo jurídico entre la ciudad y la persona que ha emigrado a ella. Frente a la expresión de la origo en los textos epigráficos, que es muy abundante, la manifestación del domicilo solo se hace de forma excepcional, en atención al escaso número de referencias conservadas, y su enunciación es muy similar a la que marca el origen. Palabras clave: domicilium, origo, ciudadano, epigrafía, latina.Topónimos: Imperio Romano.Periodo: Principado (27 a. C. – 284 d. C.) ABSTRACTThe Roman institution of the domicilium turns the subject into a resident. It usually designates the place of prolonged residence of the incola or inhabitant who has emigrated to a community, as opposed to the municeps. Therefore, it is a legal link between the city and the person who emigrates there. As opposed to the expression of the origo in epigraphic texts, which is very common, the manifestation of the domicile occurs only exceptionally, in view of the scant number of surviving references, and its enunciation is very similar to that which indicates provenance. Keywords: domicilium, origo, citizen, epigraphy, Latin.Place names: Roman EmpirePeriod: Principate (27 BC - 284 AD) REFERENCIASAncelle, A. (1875), Du Domicile, Paris, these pour le doctorat, Faculte de droit de Paris.Andreu, J., (2008), “Sentimiento y orgullo cívico en Hispania: en torno a las menciones de origo en la Hispania Citerior”, Gerión, 26(1), pp. 349-378.Ayiter, K. (1962),“Einige Bemerkungen zum Domicilium des Filius Familias im römischen Recht“, en Studi in onore di Emilio Betti, vol. II, Milano, pp. 71-84.Baccari, M. P. (1996), Cittadini, popoli e comunione nella legislazione dei secoli IV-VI, Torino, G. 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Huang, Xiao. "Archiviare l’effimero: la permanenza della danza di Dunhuang attraverso le tecnologie." Connessioni remote. Artivismo_Teatro_Tecnologia, no. 4 (December 31, 2022). http://dx.doi.org/10.54103/connessioni/18676.

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Abstract:
L’articolo, solidamente fondato su fonti e documenti inediti nel panorama occidentale, ricostruisce un episodio di raro interesse per la storia delle arti performative cinesi e mondiali, basato su un processo di traduzione tra medium e linguaggi diversi che portò alla realizzazione dello spettacolo di danza teatrale Pioggia di fiori sulla Via della Seta (1979), partendo dallo studio degli affreschi delle grotte di Dunhuang (IV-XIV secolo d.C) - contesto in cui emersero anche i primi pionieristici esperimenti di notazione scritta della danza - per poi tradurlo successivamente in dance film nel 1982, in TV show nel 2008 e in video digitale virale nel 2021: un passaggio dalla bidimensionalità delle posizioni statiche della pittura, alla quadridimensionalità dei corpi in movimento dei danzatori, fino ad arrivare all’applicazione del linguaggio cinematografico per trascrivere le coreografie su schermo, e alle potenzialità di diffusione digitale dei social, e della motion capture. Le raffigurazioni di creature mitologiche, di danzatori e musici, dipinte dal IV al XIV secolo d.C. sulle pareti delle grotte di Mogao quasi si trattasse di un archivio di pose coreutiche, furono utilizzate per ricostruire le coreografie di danze tradizionali antiche. Il concetto di archivio potrebbe essere altresì applicato alla fase della traduzione filmica, che ha consentito la permanenza e la trasmissione di quella coreografia, e del suo odierno corrispettivo digitale e social.
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Dissertations / Theses on the topic "FONTI PER LA STORIA DELLO SPETTACOLO"

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Huang, Xiao <1987&gt. "Forme (形 XING) e Visioni (象 XIANG): Nuove prospettive di ricerca per una storia comparata della Screendance in Europa e in Cina." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10087/1/Tesi%20def_Xiao%20Huang.pdf.

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Abstract:
La presente tesi si propone di trattare il soggetto della screendance, giovane disciplina in continua definizione nata combinando cinema e coreografia, da una prospettiva alternativa, coerente con le ultime trasformazioni sociali. La ricerca, suddivisa in quattro parti, inizia da una ricognizione critica sulla terminologia utilizzata per indicare la screendance nel suo sviluppo storico in Europa e in Cina durante il XX secolo. Adoperando una metodologia basata sugli strumenti della storiografia comparativa, vengono utilizzati come chiavi di lettura i due concetti taoisti di xiang o visione e xing o forma, l’uno riferito al contesto culturale, storico e artistico di una data società umana in un dato periodo storico, e l’altro alludente alle forme artistiche specifiche definite da quei principi. Nel focalizzarsi sul confronto tra i differenti sviluppi della screendance nel corso del XX secolo in Europa e in Cina, nella seconda parte, la tesi affronta una comparazione diacronica delle trasformazioni di xiang delle due aree geografiche, insieme a una comparazione sincronica delle xing, rendendo più evidenti analogie e divergenze di numerosi case studies occidentali e cinesi.  Uno sguardo sul panorama europeo, attento alle differenze nella disseminazione della screendance attraverso i festival in Gran Bretagna, Francia, Belgio e Italia, costituisce il focus della terza parte. Con la quarta ed ultima parte, la tesi riserva ampio spazio alla disamina della situazione contemporanea della screendance, seguendone la diffusione negli ultimi quattro decenni attraverso i festival e, più recentemente, i nuovi canali social di creazione e condivisione di contenuti video, e prospettando un futuro in cui la realtà della screendance europea e quella cinese potranno confrontare le proprie identità culturali. Il ricco apparato documentario include un elenco dei festival di screendance europei e cinesi, e una serie di interviste inedite ai maggiori operatori e professionisti del settore, italiani ed europei.
This thesis aims to deal with the subject of screendance from an alternative perspective, consistent with the latest social transformations. The research, divided into four parts, begins with a critical review of the terminology used to indicate screendance in its historical development in Europe and China during the twentieth century. Using a methodology based on the tools of comparative historiography, the author uses the two Taoist concepts of xiang or vision and xing or form as keys, one referring to the cultural, historical and artistic context of a given human society in a given historical period , and the other alluding to the specific artistic forms defined by those principles. The second part is focused on the comparison between the different developments of the screendance during the twentieth century in Europe and China, and deals with a diachronic comparison of the xiang transformations of the two geographical areas, together with a synchronic comparison of the xing, making more evident analogies and divergences of numerous Western and Chinese case studies. A look at the European panorama, attentive to the differences in the dissemination of the screendance through the festivals in Great Britain, France, Belgium and Italy, constitutes the focus to the third part. With the fourth and last part, the thesis reserves ample space for the examination of the contemporary situation of screendance, following its diffusion in the last four decades through festivals and, more recently, the new social channels for creating and sharing video content, and envisaging a future in which the reality of the European and Chinese screendance will be able to compare their own cultural identities. The rich documentary apparatus includes a list of European and Chinese screendance festivals, and a series of unpublished interviews with the major operators and professionals in the sector, both Italian and European.
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PASSERA, DIEGO. "Gli italiani in Inghilterra. Migrazione di saperi artigianali dello spettacolo al tempo dei Tudor (1485-1603)." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/799467.

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Abstract:
Si analizza la presenza degli artisti italiani in Inghilterra che hanno lavorato nel campo dello spettacolo durante i regni dei vari sovrani Tudor, e l'influenza del loro operato su quello dei colleghi d'oltremanica.
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LOCATELLI, STEFANO. "Edizioni teatrali nella Milano del Settecento. Per un dizionario bio-bibliografico dei librai e degli stampatori milanesi e annali tipografici dei testi drammatici pubblicati a Milano nel XVIII secolo, TESI DI DOTTORATO, Università Cattolica del Sacro Cuore, Dottorato in "Teoria e Storia della rappresentazione drammatica", XVIII ciclo, coordinatore: Paolo Bosisio, tutor: Annamaria Cascetta, a.a. 2005/06, Milano [http://hdl.handle.net/10280/191]." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11573/499791.

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Abstract:
La tesi di dottorato si concentra sull'editoria teatrale milanese del Settecento. Tenuto conto della mancanza di un catalogo delle edizioni teatrali stampate a Milano nel Settecento, il dott. Locatelli ha provveduto ad effettuare uno spoglio complessivo del patrimonio librario delle principali biblioteche milanesi al fine di realizzare uno strumento di ricerca basilare. La mancanza altresì di un lavoro di insieme sugli stampatori e librai milanesi del XVIII secolo ha reso inoltre indispensabile l'effettuazione di ricerche mirate alla realizzazione di un dizionario bio-bibliografico degli stampatori e librai attivi a Milano nel Settecento. I risultati della ricerca vengono dunque anzitutto presentati nella forma degli annali tipografici, così da render conto dell'attività in ambito teatrale di ogni singola azienda tipografica milanese. La prima parte della tesi, oltre a offrire un contributo sul valore documentario del teatro in forma di libro, offre un panorama della produzione del libro di teatro nel Settecento. Per quanto concerne Milano, in particolare, si scavano alcune problematiche (come quelle dell'autore drammatico), si portano alcune esemplificazioni, si giustificano alcune delle attribuzioni fornite negli annali. È il caso, per esempio, della certa attribuzione alla stamperia di Marc'Antonio Pandolfo Malatesta di alcune commedie di Carlo Maria Maggi stampate nel 1700-1701 e 1708 con falsa data Venezia. Viene infine proposto un breve capitolo di approfondimento sulla circolazione e lettura del libro di teatro nella Milano del Settecento, realizzato anche sulla base dello spoglio di inventari di librerie e biblioteche private coeve.
The PhD thesis by Stefano Locatelli is about theatre's book in 18th century. It offers a catalogue of dramatic editions print in Milan from 1701 to 1800 and a bio-bibliographical dictionary of printers and librarians in Milan during 18th century. The thesis offers also a study about the documentary value of theatre book and outlines a survey of theatre book production in Milan during the 18th century. It also analyse lecture and circulation of theatre book in Milan by going through some catalogues and inventories of booksellers and private libraries.
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GUCCIARDO, ALFONSO GIANLUCA. "La médecine des arts du spectacle vivant. Histoire, diffusion internationale, pensée, éthique et pratiques. La medicina delle arti e dello spettacolo vivente. Storia, diffusione internazionale, pensiero, etica e prassi." Doctoral thesis, 2022. https://hdl.handle.net/11570/3244413.

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Abstract:
La medicina delle arti, frequentemente e anche in àmbito medico, in Europa come negli altri Con­tinenti, non è ancora conosciuta, ben compresa, inquadrata e ri­conosciuta. Abbiamo voluto oc­cuparcene anche per questo. Partendo da una disamina sul suo si­gnificato filosofico ed episte­mologico, siamo approdati a una sua lettura etica e bioetica al fine di comprenderne limiti e punti di forza per provare a trovare quelli che siano potenzialmente condi­visibili da (e intellegibili a) tutti i professionisti che se ne occupino: medi­ci, riabilitatori, insegnan­ti di arti della voce, della musica, della danza e del circo, filosofi, artisti etc. Cer­tamente lontana dalla medicina oggi detta “com­plementare” e “non-evidence based”, la medicina delle arti performatiche (del cui nome ci siamo anche occupati di trattare lungamente perché, se non se ne tro­va uno idoneo, la branca non può sperare di definirsi) non va intesa sol­tanto come una medicina multidisci­plinare per la salute dell'artista bensì come branca del sapere medico, filosofico e pedagogi­co utile a otte­nere una piena salute fisica, psichica ed emotiva del­l'arte e dell'artista. Per far que­sto, serve una interdisci­plinarità che non sempre si nota negli ap­proccî da noi studiati analizzan­do ateoretica­mente i mo­delli inter­nazionali con cui, personalmente o tramite intermediarî, ci siamo confrontati. Medicina non so­lamente del­l'artista ma anche e soprattut­to, dell'arte stessa (che, a volte, abbisogna essa pure di essere cu­rata), ci siamo occu­pati di parlarne prendendo il via, non senza diversi limi­ti, anche da uno studio stori­co ed etico del­l'esigenza e della fattualità della cura dell'arte e di quella del performer dalle origi­ni a oggi.
Performing Arts (PA) Medicine, meant as a "medicine for the art of living entertainment", is still not known and not well un­derstood and framed and recognized, in Europe as well as in the other Continents. Starting from a discussion on the philosophical and epistemolo­gical meaning of this branch of medicine, we have arrived at a personal ethical and bioethical reading in order to un­derstand its limits and strengths for doctors, rehab professionals, teachers of the arts of voice, music, dance and circus, philoso­phers and, obviously, artists. PA Medicine (whose name we also dealt about) is far from that me­dicine to­day called "complementary"/"not-Evidence Based", and is a branch of medical and philosophical and pedagogi­cal knowledge useful to the artist's and art's physical, psychic and emotional health. PA Medicine is a Medicine not only for the artist but for the PA themsel­ves which, at times, also need to be cured. We have deepened this last topic also starting from an historical and ethic study of the phenome­non of the “care and curing” of arts and of performers, from the origins to today.
Notre travail a pour objectif de traiter de la médecine des arts de la scène, et plus largement de la méde­cine des arts du spectacle vivant. En Europe et dans le monde, ce domaine médical n'est en effet pas tou­jours connu, compris, organisé ou reconnu. À partir d'une discussion sur la signification philosophique et épistémologique de ce sujet, et en nous appuyant sur notre pratique de médecin phoniâtre depuis vingt deux ans, notamment dans le domaine de la bioéthique et de la médecine de la voix, nous avons entrepris une lecture éthique et bioéthique visant à comprendre ses limites et ses possibilités, ainsi que ce qui est partageable et compréhensible par les pro­fessionnels susceptibles de l’exercer: médecins, rééducateurs, enseignants en art (de la voix, de la musique, de la danse ou du cirque), philosophes et, évidemment, ar­tistes. Il nous est apparu que, loin d’appartenir aux thérapeutiques "complémentaires" ou "non fondées sur des preuves", la médecine des arts et du spectacle ne doit pas être comprise uniquement comme une médecine multidisciplinaire, mais comme une branche interdisciplinaire reposant sur des connais­sances philosophiques et pédagogiques utiles à la santé physique, psychique et émotionnelle des artistes. En analysant plusieurs modèles internationaux, dont plusieurs auxquels nous contribuons, nous avons pu faire le constat que cette interdisciplinarité n'est pas toujours évidente. Nous avons enfin émis l’hypo­thèse que la médecine des arts et du spectacle vivant est une méde­cine non seulement pour l'artiste mais aussi et avant tout pour les arts du spectacle eux-mêmes qui, parfois, doivent également être soignés. Nous avons approfondi ce dernier sujet en conduisant une étude historique et éthique du phénomène du soin et de la cure de l'art et de l'interprète, des origines à nos jours.
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Books on the topic "FONTI PER LA STORIA DELLO SPETTACOLO"

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Paologiovanni, Maione, ed. Fonti d'archivio per la storia della musica e dello spettacolo a Napoli tra XVI e XVIII secolo. Napoli: Editoriale scientifica, 2001.

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Ferrone, Siro. Visioni critiche. Edited by Teresa Megale and Francesca Simoncini. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-382-7.

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Abstract:
Come un Giano bifronte, Siro Ferrone ha praticato lo studio e la critica teatrale, coniugando ricerca accademica ed esperienza da palcoscenico. L’attività di recensore, svolta con continuità, viene adesso per la prima volta trascritta e organicamente raccolta in volume. Gli articoli, apparsi sulle pagine de «l’Unità-Toscana», costituiscono oggi un’importante fonte per l’analisi di rilevanti spettacoli allestiti nei principali teatri toscani fra il 1975 e il 1983. Ne scaturisce la documentazione di un periodo di fertile e avanguardistica produzione teatrale, qui ripercorso attraverso le consapevoli e illuminanti testimonianze di uno dei principali storici italiani dello spettacolo.
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3

Modolo, Mirco. Nuove fonti per la storia d'Italia: Per un bilancio del "secolo breve". Roma: De Luca editori d'arte, 2018.

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Livio, Gigi. La scena italiana: Materiali per una storia dello spettacolo dell'Otto e Novecento. Milano: Mursia, 1989.

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5

(Italy), Archivio centrale dello Stato. Fonti per la storia del brigantaggio postunitario conservate nell'Archivo centrale dello Stato: Tribunali militari strordinari. Rome: Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1998.

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6

Archivio centrale dello Stato (Italy). Guida alle fonti per la storia del brigantaggio postunitario conservate negli Archivi di Stato. Rome: Ministero per i beni culturali e le attività culturali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1999.

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Archivio centrale dello Stato (Italy). Guida alle fonti per la storia del brigantaggio postunitario conservate negli Archivi di Stato. Rome: Ministero per i beni culturali e le attività culturali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1999.

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Cotticelli, Francesco. Onesto divertimento, ed allegria de' popoli: Materiali per una storia dello spettacolo a Napoli nel primo Settecento. Milano: Ricordi, 1996.

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Bentoglio, Alberto. Milano, città dello spettacolo: Contributi critici per la storia del Piccolo Teatro e del Teatro alla Scala. Milano: Edizioni Unicopli, 2014.

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Le regole dello spettacolo: Manuale per conoscere la storia, le leggi, gli enti e le imprese di spettacolo in Italia e in Francia. Roma: Bulzoni, 2009.

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Conference papers on the topic "FONTI PER LA STORIA DELLO SPETTACOLO"

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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano, and Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Abstract:
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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