Academic literature on the topic 'Fondazione città'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Fondazione città.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Fondazione città"

1

Lorenz, Thuri. "Marta Conventi: Città romane di fondazione." Gnomon 80, no. 6 (2008): 549–52. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417_2008_6_549.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Michelucci, Giovanni. "Perchè la scuola perchè la periferia." Contesti. Città, territori, progetti 1, no. 1 (October 27, 2022): 228–35. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13988.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Ringon, Constance. "De la réception d’une città di fondazione." Les Cahiers de la recherche architecturale et urbaine, no. 30/31 (December 1, 2014): 163–72. http://dx.doi.org/10.4000/crau.410.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Hay, Sophie, Paul Johnson, Simon Keay, and Martin Millett. "Falerii Novi: further survey of the northern extramural area." Papers of the British School at Rome 78 (November 2010): 1–38. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000799.

Full text
Abstract:
Sommarii:L'articolo presenta i risultati di nuove ricognizioni geofisiche nell'area esterna, immediatamente a nord del circuito murario di Falerii Novi. I risultati, integrati con recenti pubblicazioni su evidenze da fotografia aerea, chiariscono ulteriormente la sequenza dello sviluppo della città dalla sua fondazione nel 241 a.C. al periodo imperiale. Essi rivelano nuovi dettagli delle necropoli e deH'anfiteatro, e pongono importanti questioni circa l'assegnazione dei terreni nelle vicinanze della città.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Burigana, Riccardo. "“TROPPA TOLLERANZA”? LA RI-FONDAZIONE DELLA CITTÀ LIVORNO (1606)." Revista de Teologia e Ciências da Religião da UNICAP 5, no. 1 (2015): 121–38. http://dx.doi.org/10.20400/p.2237-907x.2015v5n1p121.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Di Benedetto, Paolo. "Costruire e ri-costruire la storia e l’identità d’Asia in età imperiale." Ars & Humanitas 16, no. 1 (December 22, 2022): 47–63. http://dx.doi.org/10.4312/ars.16.1.47-63.

Full text
Abstract:
Nell’antica Grecia, il mito delle Amazzoni, che, nell’immaginario collettivo greco, rappresentavano l’elemento “altro”, è spesso associato a tradizioni di fondazione e di eponimia in rapporto a città, soprattutto nella Ionia e nell’Eolide d’Asia Minore. Queste tradizioni si possono rintracciare in racconti locali, che si sono conservati fino all’età imperiale romana, in un momento in cui, in particolare, si assiste ad una ripresa delle tradizioni greche arcaiche e classiche durante la seconda sofistica. L’epoca dell’imperatore Adriano, più di ogni altra, sarebbe stata importante per la rinascita ed il recupero di questi miti di fondazione, in quanto molte città ioniche ed eoliche (come Efeso, Smirne, Cuma e Mirina) creavano un nesso con il loro passato e con la loro origine per mezzo della figura dell’Amazzone, rappresentata anche sulla monetazione locale, con l’obiettivo di affermare la loro antichità e priorità: tali tradizioni sono attestate anche nelle fonti letterarie. Grazie alla remota antichità ed adattabilità, il mito di fondazione basato sulle Amazzoni attraversò diversi processi di rielaborazione e rifunzionalizzazione e fu riutilizzato come “paradigma” in Asia Minore, soprattutto in età imperiale, per sottolineare l’archaiologia delle antiche poleis. Queste elaborazioni, fondate su antiche tradizioni mitiche locali, sono state determinanti per riaffermare e rivendicare l’identità culturale ed etnica dei Greci sotto l’Impero romano in un preciso momento storico. Obiettivo del presente lavoro è indagare i processi di costruzione e ri-costruzione dell’identità cittadina attraverso l’analisi delle fonti relative ai racconti di fondazione e di eponimia attestati in Ionia e in Eolide in relazione al particolare contesto legato al revival delle tradizioni locali greche in età imperiale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Vilanova Becker, Patricia. "<p>LA <em>CITTÀ DELLE DAME </em>DI CHRISTINE DE PIZAN COME COSTRUZIONE DELLA MEMORIA COLLETTIVA DELLE DONNE</p>." RAUDEM. Revista de Estudios de las Mujeres 10 (December 20, 2022): 126–45. http://dx.doi.org/10.25115/raudem.v10i1.8589.

Full text
Abstract:
Questo saggio discute l’importanza di Christine de Pizan nella costruzione della memoria collettiva delle donne lungo la storia. La scrittrice italo-francese ha scritto La città delle Dame (Le Livre de la Cité des Dames) nel 1405, anticipando in maniera straordinaria argomenti che sarebbero stati trattati da Mary Wollstonecraft circa trecento anni dopo. Attraverso un’analisi discorsiva della Città delle Dame, tradotta in italiano da Patrizia Caraffi, la presente dissertazione cerca di collocare Christine de Pizan come autrice fondamentale per la comprensione della storia del pensiero femminista secondo un approccio politico e filosofico. In tal senso, proponiamo una riflessione su come Christine de Pizan ha reso possibile la fondazione della Città delle Dame come luogo di memoria culturale femminile, dove le donne guadagnano la gloria eterna e sono liberate dai suoi assalitori. Creando, fondamentalmente, un luogo simbolico che ha reso possibile lo sviluppo di una tradizione occidentale femminista.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Christie, Neil, and Sheila Gibson. "The City Walls of Ravenna." Papers of the British School at Rome 56 (November 1988): 156–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009594.

Full text
Abstract:
LE MURA DI CINTA DI RAVENNANel 1905 Gaetano Savini effettuò una indagine approfondita sulle mura di cinta di Ravenna, in cui, unendo prove storiche e fisiche e fornendo schizzi dei principali elementi, cercò di definirne lo sviluppo dall'epoca romana ad oggi. Il lavoro del Savini ha suscitato molta polemica, ma le sue conclusioni sono rimaste fondamentalmente incontestate. Questo articolo presenta i risultati dell'indagine, svoltasi in tre stagioni (1983–86), dei tratti esistenti delle mura della città, aggiornando l'analisi del Savini, e offrendo una nuova interpretazione della sequenza strutturale delle fortificazioni della città. Sono identificate tre fasi principali. La prima comprende un oppidum alto imperiale, forse una fondazione augustea. La seconda, fase tardo antica risultò dalla notevole espansione del centro urbano nel V secolo subito dopo la propria costituzione, circa nel 402 d.C, a stato di capitale imperiale; vari fattori indicano Valentiniano III come l'imperatore responsabile della nuova recinzione difensiva. La fase finale si riferisce al periodo di dominazione veneta nella città nel XV secolo, quando sezioni delle mura antiche vennero erette o modificate e la Rocca Brancaleone venne costruita.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Stasolla, Francesca Romana. "Chiesa e sepolture: simbiosi e alterità in una città di fondazione tra IX e XV secolo." Hortus Artium Medievalium 25, no. 2 (May 2019): 555–62. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.118080.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Ciammaruconi, Clemente. "Memoria democratica e retorica pubblica della "redenzione" pontina. Il caso di Latina, una volta Littoria." SOCIETÀ E STORIA, no. 126 (March 2010): 634–68. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126003.

Full text
Abstract:
Fin dalla loro fondazione, le «cittÀ nuove» sorte nell'Agro Pontino bonificato dal regime fascista negli anni trenta costituirono lo scenario ideale di molteplici liturgie politiche attraverso cui celebrare il «culto del littorio». L'autore si propone d'indicare secondo quali processi, nel corso del secondo dopoguerra, a Latina (giÀ Littoria) si sia cercato di costruire una memoria condivisa ed un senso di appartenenza comunitaria capaci di ricomporre in chiave democratica l'ereditÀ di quella «impresa» indelebilmente connessa al fascismo, nonché alla figura stessa di Mussolini. In tale prospettiva cerimonie, monumenti, anniversari, hanno rappresentato i cardini dell'opera di rielaborazione di un passato ancora recente che amministrazioni, prima democristiane e poi di destra, hanno condotto spesso non senza ambiguitÀ: lo studio ne ricostruisce le diverse fasi, sia esaminando i nessi e le reciproche influenze tra memoria e retorica pubblica, sia indagando i criteri informatori che hanno orientato questa faticosa e tutt'altro che compiuta ricerca identitaria.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Fondazione città"

1

DI, BENEDETTO PAOLO. "Racconti di fondazione di città eoliche d'Asia." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2020. http://hdl.handle.net/11563/159126.

Full text
Abstract:
Il presente studio si è proposto di prendere in esame e ricostruire il quadro dei diversi racconti di fondazione e, più in generale, di archaiologiai che si possono trarre dalle fonti su alcune città della cosiddetta Endecapoli eolica, sita in Asia Minore (Hdt. I 149-151). Obiettivo del lavoro – che raccoglie un corpus di testi inedito, opportunamente tradotti e commentati – è stato di comprendere come tradizione o tradizioni di fondazione e racconti di altra natura (notizie di eponimia, stanziamenti generici) si incastrino, sotto il profilo storiografico, in un periodo complesso e movimentato a livello di migrazioni di Greci e a livello di disposizione di popoli sul suolo microasiatico interessato; si è cercato di fornire – pur in presenza di dati estremamente frammentari e disarticolati – una possibile ricostruzione del quadro dei racconti delle città eoliche. La problematicità legata a questo lavoro si deve alla frammentarietà dei riferimenti che le fonti tramandano e al significativo vuoto bibliografico, là dove gli studi esistenti sono relativi soltanto ad alcuni aspetti di alcune di queste città (archeologico, letterario e topografico). L’attenzione è stata rivolta, da una parte, ai particolari aspetti dell’elaborazione dei singoli racconti e, più generalmente, delle tradizioni – cercando di individuare l’origine di un racconto, la sua fissazione, rielaborazione e/o obliterazione –, e, dall’altra, su un’analisi dei racconti in una prospettiva etnicistica, secondo l’approccio degli studi più recenti (A. Smith; J. Hall): si è cercato – anche attraverso la stesura di tabelle esemplificative – di dare una ricostruzione di un quadro generale dei racconti (l’identificazione di ecisti e/o di eponimi, la collocazione cronologica di ciascun racconto e la possibile genesi) e di chiarire a quali periodi potessero risalire le differenti tradizioni attestate in Eolide e le varianti di una stessa tradizione e le ragioni per le quali un determinato racconto sia risultato strutturato in un certo modo. In particolare, la disamina di queste tradizioni è stata condotta soprattutto tenendo presente il versante degli studi di ‘storia intenzionale’ (H.J. Gehrke) e ‘memoria culturale’ (J. Assman): approdo del lavoro è stato che le diverse tradizioni e i diversi racconti conservati dalle fonti non avrebbero rispecchiato sempre una realtà storica autentica ma delle elaborazioni che di volta in volta sarebbero state create in un determinato contesto storico. *** L’indagine è stata condotta su una disamina distinta in due parti: una prima riguardante le tradizioni sulle archaiologiai eoliche ed una seconda, incentrata sull’analisi dei racconti cittadini veri e propri. Queste due sezioni sono, poi, state messe in relazione tra di loro ed hanno permesso di delineare una possibile visione d’insieme. Si è cercato di comprendere la tipologia delle tradizioni conservate dai testi relativamente a ciascuna città: esse sono risultate presentare non di rado varianti notevoli. La compresenza, non sempre rilevata, di differenti racconti nelle tradizioni di una medesima città ha portato, poi, a procedere ad una catalogazione dei singoli racconti entro una griglia specifica e distintiva che potesse rispondere ad un criterio classificatorio. Il prodotto della ricerca si è concretizzato nella redazione di una sezione dedicata ad una definizione teorica di cosa sia l’elaborazione di un racconto di una comunità (differenziandolo in stanziamento, eponimia e fondazione), di un capitolo introduttivo – nel quale si è dato spazio allo status quastionis relativo agli studi sul mondo eolico fino ai giorni nostri, ad un quadro generico del popolamento in Asia Minore (Amazzoni e Pelasgi) e più specificamente in Eolide, – e di cinque capitoli inerenti l’analisi ed il commento dei racconti sulle quattro città eoliche. È emerso che sarebbero esistiti racconti relativi alle loro origini secondo quanto segue: • Su Cuma sono stati individuati un racconto amazzonico ed uno eolico, che hanno permesso di inquadrare l’archaiologia della polis in una griglia di tradizioni ben definite, nella quale troverebbe posto anche uno momento pre-greco (pelasgico); • su Larisa il materiale è risultato incentrarsi sul subentrare del momento eolico ad uno pelasgico ma anche su una tradizione prettamente eolica; si è lasciato aperto il problema su un possibile racconto amazzonico, essendo documentato solo per via numismatica; • la polis di Neontico si inserisce entro un racconto di pre-fondazione eolica, a cui si affiancherebbe una presunta presenza pelasgica – tuttavia non attestata – ma non un racconto ‘amazzonico’; • Mirina si è distinta per una tradizione prevalentemente amazzonica – su cui si è supposta, pur nell’ipoteticità dell’argomentazione, un’elaborazione originatasi da un processo complesso, con la storicizzazione dell’epos –, e forse un’altra che mirerebbe alla ricerca dell’eponimo. La ricerca ha messo in luce che le archaiologiai cittadine delle aree considerate – a cui si aggiungono anche Lesbo e Tenedo – sono apparse fondate su tre nuclei di tradizione: Eoli, Amazzoni, Pelasgi. Tali tradizioni hanno consentito di individuare tre matrici (o tipologie) operanti nei racconti di stanziamento, eponimia e fondazione, che sono classificabili come segue: 1. racconti ‘amazzonici’, che risalirebbero – almeno in un loro nucleo originario – all’epos omerico e post-omerico, in cui però le Amazzoni compaiono sia come eponime e fondatrici di una città sia nell’ottica di uno stanziamento in massa o singolo; 2. racconti ‘pelasgici’, nei quali sono assenti casi di eponimia e fondazione e lo stanziamento dei Pelasgi sul suolo eolico si configura come una presenza pre-greca e rinvierebbe ad un’epoca del passato greco non meglio definibile; 3. racconti propriamente ‘eolici’, con i quali si può parlare di fondazioni vere e proprie, riconducibili all’azione degli Eoli, da collocare alla migrazione eolica. Eccettuando i problemi relativi all’interpretazione delle tradizioni pelasgiche – la cui questione, allo stato attuale delle ricerche, è dovuta rimanere aperta –, quelle amazzoniche ed eoliche si pongono – rientrando in una più ampia tradizione epica – su un livello di racconti e di cronologia assai diversificati, entro i quali si collocano le origini delle città dell’Eolide d’Asia: il racconto pelasgico e quello amazzonico, in particolare, metterebbero in evidenza una presenza ‘autoctona’ su territori che successivamente saranno conquistati dagli Eoli. Alle tradizioni di matrice eolica farebbe da contraltare la tradizione amazzonica, che risalirebbe ancora più indietro rispetto agli eventi di Troia (al tempo delle Amazzonomachie epiche) o presumibilmente da porre in un momento miticamente ‘altro’. Le due tipologie di racconti, in un’ottica puramente di elaborazione storiografica, rappresenterebbero per vie diverse il cosiddetto ‘mito motore’ che sarebbe alla base della formazione dei racconti cittadini e dell’identità degli Eoli.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Pardini, Giulia <1990&gt. "La Fondazione Ragghianti: un centro cuturale per la città di Lucca." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7151.

Full text
Abstract:
Studio sulla Fondazione Ragghianti, Fondazione attiva nella città di Lucca dal 1984; la tesi percorre gli anni, dalla nascita alla sua affermazione nel territorio Lucchese come centro culturale che propone attività di ampio raggio. Sono affrontati i temi relativi alle Fondazioni culturali in Italia, alle problematicità che si presentano quotidianamente nel settore non profit e dei beni culturali. Dopo di che l'elaborato si concentra prettamente sulla Ragghianti: sono state conseguite analisi a livello manageriale, economico e finanziario, si è cercato di capire che impatto essa abbia sul territorio e che tipologia di proposta culturale ci sia nella città di Lucca. Sono analizzate nel dettaglio tre mostre, come sono state pensate, organizzate, chi ha partecipato, corredate dall'analisi economica. L'elaborato si chiude con l'analisi economico finanziaria della Fondazione, attività di corredo per un ente non profit ma quanto mai importante per capire la propria sostenibilità e la possibilità di continuare ad essere attivi.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Ringon, Constance. "Une ville dans le prisme des regards : Sabaudia de sa fondation (1934) à ses 80 ans (2014)." Thesis, Toulouse 2, 2016. http://www.theses.fr/2016TOU20015.

Full text
Abstract:
Sabaudia, « città di fondazione » italienne, est fondée en 1933, sous le régime fasciste. Elle fait partie du projet d’aménagement du territoire des marais Pontins, qui vise à assainir cette zone et à la doter d’un réseau de villes et de bourgs. Sabaudia va être qualifiée de « rationaliste », de « moderne », à la fois par la qualité de son plan, ouvert sur le paysage, et par son architecture.Notre attention s’est portée sur un ensemble d’indices concernant la réception de Sabaudia ; dès sa création se manifestent des confrontations entre les points de vue des architectes et ceux d’autres acteurs, notamment les politiques. La dévalorisation que connaît la ville suite à l’effondrement du régime fasciste est assez vite contrebalancée par les prises de positions, dans les années 60-70, de plusieurs intellectuels italiens engagés. L’intérêt des historiens pour la ville dont Bruno Zevi avait été le précurseur dès 1950, s’amplifie dans les années 80, ceci jusqu’à maintenant. À partir des années 2000, la ville connaît une mise en valeur de ses édifices, une patrimonialisation, qui reste néanmoins fragile, malgré la mise en place d’un parcours rationaliste et la restauration de certains de ses bâtiments.Ce travail de thèse, qui vise à écrire le récit d’une ville, contribue à explorer sous un autre angle le champ de la culture architecturale. Avec la notion de réception, nous cherchons à comprendre comment Sabaudia en traversant différentes périodes et critiques s’est trouvée impliquée dans une histoire plus globale, celle de l’Italie et de son rapport à l’architecture et à l’urbanisme
The town of Sabaudia was built between 1933 and 1934 in the Pontine Marshes, Italy. It forms part of a sanitization and country-planning project led by the fascist regime. Its architecture is classified as «rationalist», «modern» by the quality of its plan, open towards the landscape and its architecture.Since its creation, its architecture has had an international impact and has given rise to deep confrontations between politicians and upholders of the architectural Modern Movement. After the war and the regime’s collapse, the city is depreciated but the positions of committed italian intellectuals during the 60’s-70’s change it. Historian’s interest, led by Bruno Zevi in 1950, has grown up from the 80’s until now. From the 2000s, the buildings of the city are promoted, registered as a common cultural heritage. However, despite the establishment of an urban rationalist route and the restoration of some of its buildings, this legacy is still fragile.This PhD dissertation aims at writing the story of a city, and at exploring in a different perspective the architectural culture. With the notion of reception, I try to understand how Sabaudia has gone throught different periods and critics, how it has been involved in a global history, the history of the Italy itself and its relation with architecture and urban planning
Sabaudia, città di fondazione italiana è stata creata nel 1933, durante il regime fascista. Fa parte del progetto di bonificazione e di pianificazione dell’Agro Pontino. La città è stata definitia come «razionalista» a causa del suo piano, aperto sul paesaggio ed alla sua architettura «metafisica».La mia ricerca si é concentrata su diversi elementi che riguardano la fortuna critica della città ; a partire della sua creazione ci sono dei dibattiti tra i punti di vista degli architetti e quelli di altri attori, in particolar modo dei politici.La città conosce un deprezzamento dopo la caduta del regime che è velocemente contrastato negli anni 60-70 dalle posizioni di alcuni intellettuali italiani impegnati.L’interesse degli storici per la città - Bruno Zevi ne era stato il precursore fin da 1950 - cresce negli anni 1980, fino ad oggi. Dagli anni 2000, gli edifici della città sono promossi, e diventano anzi patrimonio (sebbene fragile) con l’istituzione d’un percorso urbanistico razionalista ed il restauro di alcuni edifici.Questa tesi di dottorato ha lo scopo di scrivere la storia d’una città, l’esplorazione di un altro punto di vista sulla cultura architettonica. Con la nozione di ricezione, cerco di capire come Sabaudia attraverso parrecchi momenti critici è stata coinvolta in una storia più globale, quella dell’Italia e del suo rapporto all’architettura ed all’urbanistica
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Perico, Erika. "La fondazione della citta di odessa: Il ruolo determinante degli italiani." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7476/.

Full text
Abstract:
Durante l'Impero di Caterina II di Russia, nel 1794 gli artisti, architetti, pittori, operai italiani furono invitati a fondare la città di Odessa. Avviarono un processo di colonizzazione basato sulla divulgazione della cultura italiana, della sua cucina, della sua architettura, e gettando le fondamenta per un'economia marittima e portuale basata su import-export in tutta Europa. In questa ricerca si analizzano tutti i passaggi che portarono la città sul Mar Nero ad essere considerata un centro rappresentativo di italianità e europeità.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Murani, Riccardo. "Bogotà: progetto per la riqualificazione urbana lungo il perimetro della citta di fondazione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

Find full text
Abstract:
La tesi consiste in un’ipotesi di progetto per la riqualificazione urbana del perimetro a sud-ovest della città di fondazione di Bogotà. Il progetto si pone lo scopo, attraverso uno studio dei fenomeni urbani, dei fatti architettonici e degli eventi legati al Centro Storico, di individuare scelte coerenti in continuità all’identità storica e culturale del luogo, per la determinazione dei manufatti da conservare o restaurare, nonché i tipi edilizi da proporre come nuove costruzioni. Tale proposta sintetizza, nella struttura urbana e nel rapporto dialettico con la Carrera Decima e l’Avenida de Los Comuneros, il concetto di fronte urbano.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

MITTNER, DUNIA. "Le città di fondazione nel Novecento." Doctoral thesis, 2000. http://hdl.handle.net/11577/2531834.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

GALLO, Marta. "Shanghai one city nine towns. La città di fondazione nelle trasformazioni metropolitane della Cina contemporanea." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/918451.

Full text
Abstract:
A Shanghai, Cina, stanno sorgendo delle città nuove. Inserite all’interno di un grande programma di espansione metropolitana - con l’obiettivo di incrementare la disponibilità di residenza soprattutto per la nuova middle class e di decongestionare il centro - esse rappresentano, fin dalla fase di avvio, un “oggetto” particolare all’interno della produzione architettonica internazionale e un caso di sicuro interesse per la ricerca. Un primo carattere di singolarità è insito nella natura stessa del tema progettuale, la città di fondazione (spesso, ma non universalmente, identificata con il termine di new town), che forza e stravolge, in una operazione ad alto tenore di artificialità, un processo di formazione delle strutture urbane tradizionalmente lento, abituato a procedere per stratificazioni e adattamenti successivi. Nondimeno una operazione che nella storia ricorre con continuità - benché su tempi-scala dilazionati e in aree geografiche distanziate - e che in Europa, nel corso del XX secolo è stata praticata estesamente dando luogo a diverse generazioni di città di fondazione. Città costruite, si noti, sempre con lo strumento del progetto architettonico e mai con il piano urbanistico. Città, assai spesso, direttamente ispirate alle teorie dell’architettura prevalenti di cui, altrettanto spesso, hanno contribuito a decretare il fallimento, permettendo alle successive di porsi come esperienza di superamento. Città, infine, in cui tanto gli edifici speciali (le emergenze) che il continuum edilizio (i tessuti) hanno costituito opportunità progettuali privilegiate per la sperimentazione e la verifica dell’architettura moderna nelle sue diverse e successive versioni. Un secondo carattere di singolarità, che rappresenta una eccezione con pochi precedenti, è legato alla condizione specifica che il programma di espansione ha fissato: che ogni città nuova fosse progettata da un architetto europeo di diversa nazionalità e che, inoltre, fosse disegnata secondo l’immagine urbana “tipica” della nazione di riferimento. Una prescrizione a cui va aggiunta l’aspettativa dichiarata - essendo legata a una concreta strategia di marketing immobiliare - che tale tipicità corrispondesse a quanto percepito dal corrente immaginario collettivo cinese. Un complesso di condizioni al contorno accolto, in Europa, con scetticismo generale, talvolta declinato in modo più tagliente con termini come “pastiche”, “travestimento” e “parodia”. Termini che, in seconda battuta - al cospetto di indicatori dimensionali e finanziari rilevanti, di procedure di concorso internazionale e di progettisti vincitori di fama planetaria - hanno cominciato a essere traslati in interessanti formule come “trasposizione mimetica” e “calligrafia”.Un terzo fattore, direttamente derivante dai primi due, si rende manifesto quando la fase realizzativa raggiunge un certo grado di avanzamento - una soglia non netta ma che si può far coincidere approssimativamente con l’apertura della fase di vendita dei primi stock di residenze. È in questa fase (per i tre casi di studio considerati il periodo 2005-2010) di “battesimo del fuoco” che le impostazioni progettuali, i modelli insediativi, i tipi urbani e i caratteri dell’architettura - diversamente declinati da ciascuna firma nazionale - collidono anche pesantemente con la realtà locale e le relative componenti (strutture di investimento, management e cantierizzazione ma anche autorità politico-amministrative, acquirenti e cittadini). Da questo punto in poi le storie, fin qui parallele, delle one city, nine towns si differenziano secondo linee che i casi di studio (Thames Town, Anting e Pujiang, rispettivamente progettate da Atkins, Speer e Gregotti) ben rappresentano nello stato attuale (aprile 2014). La necessità di modificare in corso d’opera i progetti - di città, si badi bene - si presenta per tutte, come può lecitamente aspettarsi chi studia l’urban design contemporaneo, ma a seconda dei casi differenti sono gli impatti che vanno dal sistematico incameramento di spunti randomici (Thames Town), all’abbandono di scelte progettuali fondanti (Anting), alla sottrazione di comparti centrali del nucleo urbano (Pujiang). A esito di questa prima attuazione alle questioni di approccio che avevano suscitato dubbi in fase di avvio (sui criteri di matrice cinese ma non sui progettisti europei) se ne aggiungono altre, di livello più complesso. Esse investono non più la sola sfera della facies - che a seconda degli orientamenti critici si colloca disciplinarmente tra l’allestimento scenografico e il townscape - ma chiamano in causa i progettisti, la loro capacità di gestire i progetti di grande dimensione, la scelta di modello insediativo, l’interpretazione architettonica e, in sostanza, la visione teorica di fondo (o la sua presunta mancanza). La possibilità stessa di indagare la realtà cinese partendo da un punto di vista europeo o, in subordine, di stabilire un confronto tra esperienze di urban design tra mondi culturalmente così distanti - dimenticando anche un po’ frettolosamente il mantra dello scenario globale - sono questioni che da Shanghai (da europei che vi operano) si impongono all’attenzione di chi fa ricerca. Domande che hanno orientato il presente studio a procedere partendo dalle evidenze - indagando cioè, in prima battuta, i tre caratteri di singolarità ritenuti preminenti - per poi risalire, con strumenti di potenziale crescente (sopralluoghi, ricerche in loco, interviste ai progettisti), agli aspetti teorici.Il primo ordine di domande ha richiesto alcuni adempimenti obbligatori al fine di una affidabile ricostruzione del contesto critico di riferimento e della specifica realtà locale. Studiare la città di fondazione come tema progettuale ha comportato una indagine storica, un focus più approfondito sulle generazioni di new towns europee del ‘900 - con particolare enfasi sul rapporto con le massime teorie architettoniche e visioni della città moderna - e, infine, una ricostruzione dello stato del tutto peculiare - in dipendenza dalla estemporaneità del tema ma anche del carattere emergenziale degli interventi - in cui si trova a operare il progettista. Per comprendere il programma One City, Nine Towns è stata documentata l’intera vicenda della pianificazione e dello sviluppo urbano di Shanghai dalla fine della guerra civile cinese (1950) a oggi. Una storia in cui a una successione di idee e soluzioni progettuali non così dissimile da quella europea - il che ben conferma la vocazione di Shanghai di ponte con l’occidente - si contrappone una sostanziale differenza a livello di modello economico, forma di governo e strategie urbane. Una differenza che permane anche dopo la svolta di Deng (1979), pur all’interno del nuovo modello di capitalismo statale e, nel momento attuale, influisce sensibilmente sulla conduzione del programma e, da lì, sull’esito architettonico dei progetti. Il secondo ordine di domande è stato posto nella prospettiva disciplinare dell’urban design contemporaneo e ha richiesto una definizione del campo del possibile confronto tra Europa e Cina. A questo scopo sono state isolate delle invarianti rispetto alle quali l’esperienza cinese, sulla base di una influenza disciplinare di matrice prevalentemente americana, offre tratti omologhi a quelli europei. Attraverso questo filtro critico i tre progetti di Shanghai sono stati confrontati con alcuni tra i più noti progetti complessi degli ultimi vent’anni (tra cui Euralille, Ijburg, Potsdammerplatz) evidenziandone, punto punto, le discordanze di metodo e le corrispondenti derivate sul piano pratico-operativo. Un confronto che assume definitivamente un profilo di interesse laddove si consideri che gli interventi urbani presi in esame, da una parte e dall’altra, sono i luoghi di massimo investimento di risorse ed energie (economico-finanziarie e politico-amministrative ma anche tecnico-progettuali e metodologico-teoriche) nello scenario globale attuale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

PAPERINI, MARCO. "Massa di Maremma." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/808272.

Full text
Abstract:
La tesi offre una rilettura delle vicende storiche della città di Massa Marittima dalla sua fondazione, ad opera del vescovo nell'XI sec., fino alla definitiva affermazione del comune cittadino (prima metà XIII sec.). In particolare viene presentata una vasta ricognizione sulle fonti, non solo documentarie, che in una prospettiva multidisciplinare si prestano a numerose analisi. A margine della tesi si presenta un regesto della documentazione archivistica a tutto il XIV secolo e l'edizione di una serie di documenti utilizzati per la ricostruzione storica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

PACELLI, FLAVIA. "Pianificare, fondare e costruire una città: i processi edilizi alla luce delle fonti cuneiformi di Sargon II (721-705 a.C.), tra esigenze tecniche e ideologia reale." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1361626.

Full text
Abstract:
La presente ricerca di Dottorato intende indagare i processi di costruzione in periodo neo-assiro, facendo luce su uno degli eventi più emblematici verificatesi nell’VIII secolo a.C. in Assiria: l’edificazione di una città di nuova fondazione da parte di Sargon II (721-705 a.C.), costruita affinché diventasse la capitale dell’impero. La scelta ponderata di dedicare lo studio a questo preciso caso si fonda sulla volontà di analizzare, attraverso l’esamina di fonti primarie di natura differente, i principali processi che adducono alla nascita di un centro urbano in epoca imperiale, cercando di soddisfare per quanto possibile i principi di diacronia e coerenza metodologica. Le diverse tipologie di fonti epigrafiche vagliate (lettere, iscrizioni reali, documentazione amministrativa) permettono di far luce su diversi aspetti del processo edilizio e di ragionare sulle reali sequenze lavorative inquadrate nel contesto politico, ideologico e cultuale all’interno del quale si sviluppano: poiché fondare e costruire una città ex nihilo si pone, secondo la concezione dell’uomo mesopotamico, come un atto straordinario e rischioso, così il complesso insieme di attività pratiche dovevano tanto far fronte alle esigenze tecniche di costruzione, quanto rispettare tutta quella serie di principi sui quali si fondava l’assetto ideologico-religioso di prima età sargonide. Lo studio qui presentato si pone dunque l’obiettivo, attraverso l’integrazione di dati desunti dalle diverse tipologie di fonti, di ricostruire le modalità di edificazione di una città in periodo neo-assiro, rivolgendo l’attenzione alle fasi lavorative attestate durante la costruzione di Dūr-Šarrukīn. Il caso studio della città di Sargon II permette di indagare tanto i procedimenti tecnico-pratici, documentati dalla corrispondenza reale, quanto l’assetto ideologico-politico all’interno della quale essi venivano espletati. Inoltre, la possibilità di fare affidamento su un sì variegato complesso di informazioni di natura eterogenea ha consentito non solo di indagare la mera attività produttiva, in termini di costruzione di edifici e produzione di oggetti, ma soprattutto di sondare gli aspetti distintivi del processo edilizio, tra cui la struttura organizzativa e le problematiche ricorrenti durante le diverse fasi operative. L’opportunità di approfondire tematiche di tale genere mira quindi a ottenere a una visione realistica e pragmatica dell’atto costruttivo, inquadrata nel contesto storico e ideologico nel quale si sviluppa. In conclusione, la presente Tesi di Dottorato vuole offrire un metodo di indagine e una serie di interpretazioni volte a indagare gli atti di fondazione e costruzione nel Vicino Oriente antico attraverso una prospettiva coerente e pluridisciplinare.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

CINGOLANI, Sofia. "IL TEATRO ROMANO DI POLLENTIA-URBS SALVIA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251615.

Full text
Abstract:
Il presente lavoro nasce con l’obiettivo primario dello studio organico del teatro romano della città di Pollentia-Urbs Salvia. Sebbene infatti sulla città e sui suoi principali monumenti esista un’ampia letteratura e rilevanti contributi recenti, ancora sostanzialmente inedito sin dalle prime indagini scientifiche condottevi a partire dalla metà del secolo scorso, rimaneva proprio l’edificio teatrale. Questo, quale monumento chiave nell’ambito dell’urbanistica della città tardo-repubblicana e augustea ed è oggetto infatti, nel corso degli anni, di brevi cenni e di contributi parziali ma mai esclusivi. Un nuovo rilievo del monumento ha consentito di chiarirne la genesi e l’esistenza di diverse fasi architettoniche giungendo alla precisazione cronologica di quattro diverse fasi edilizie. Una prima fase relativa all’impianto dell’edificio originario inquadrabile tra la fine dell’età tardo-repubblicana, contestualmente alla fondazione della colonia e il 23 d.C., anno entro il quale, come documentata dall’epigrafe di C. Fufius Geminus, il primo teatro dovette essere completato. Una seconda fase inquadrabile orientativamente tra l’età tiberiana e l’età claudia che, in concomitanza con la costruzione dell’imponente complesso del tempio-criptoportico - conclusione monumentale della risistemazione urbanistica della città avviatasi in età augustea -, vede il massiccio intervento di ampliamento strutturale e planimetrico dell’edificio; una terza ed ultima fase in età domizianea che, come documentato anche dall’epigrafe di C. Salvius Liberalis e C. Salvius Vitellianus, è contrassegnata da una serie di interventi di ornamento e restauro e, soprattutto, dalla costruzione del piazzale porticato restrospiciente l’edificio stesso. Sulla base dell’inquadramento cronologico di una parte delle sculture provenienti dal teatro a tale fase pare verosimile ipotizzare sia seguita, in età adrianea-antonina, un’ulteriore fase forse dedita all’abbellimento della ornamentazione dell’edificio. Con l’obiettivo di una comprensione organica del monumento si è infine proceduto all’esame dei materiali architettonici, scultorei ed epigrafici da esso provenienti. Il lavoro di raccolta e censimento svolto sui materiali provenienti dai vecchi scavi effettuati ha messo in evidenza la dispersione, per alterne vicende, di gran parte del materiale e l’inevitabile decontestualizzazione del restante e reso necessaria un’analisi di tipo essenzialmente archivistico e bibliografico, focalizzata soprattutto sul consistente apparato scultoreo ritenuto appartenente all’edificio, finalizzata ad istituire nuovamente la connessione tra contesto di provenienza e documentazione d’archivio. Sebbene solo in casi isolati, ed esclusivamente per le sculture, sia stato possibile giungere ad ipotizzare la collocazione precisa di taluni elementi nell’ambito dell’edificio stesso, l’indagine effettuata sugli elementi ornamentali ed epigrafici è risultata di fondamentale importanza per meglio definire e sostanziare le diverse fasi edilizie e di ristrutturazione individuate ed all’interno delle quali gli stessi materiali sembrano trovare oggi una più adeguata collocazione cronologica e stilistica
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Fondazione città"

1

Conventi, Marta. Città romane di fondazione. Roma: L'Erma di Bretschneider, 2004.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Guidonia, Pomezia: Città di fondazione. Pontinia (LT): Novecento, 2003.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Pizzi, Donata. Città nuove: Innovazione e idealità nelle città di fondazione. Milano: Skira, 2004.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Lino, Aldo. La città di fondazione in Sardegna. Cagliari: Istituto nazionale di urbanistica, Sezione Sardegna, 1998.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

EUR: Una moderna città di fondazione. Roma: De Luca editori d'arte, 2015.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Le città di fondazione nel Novecento. Torino: Testo & immagine, 2003.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Chiara, Barbato, Vittori Massimiliano, and Cagliari (Italy) EXMA, eds. Uberto Bonetti: Aeropittore delle città di fondazione. Latina [Italy]: Novecento, 2005.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Chiara, Barbato, and Vittori Massimiliano, eds. Uberto Bonetti aeropittore delle città di fondazione. Latina: Novecento, 2005.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Antonella, Sanna, and Carbonia itinerari dell'architettura moderna, eds. Carbonia, città del Novecento: Guida all'architettura moderna della città di fondazione. Milano: Skira, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Peghin, Giorgio. Carbonia, città del Novecento: Guida all'architettura moderna della città di fondazione. Milano: Skira, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Book chapters on the topic "Fondazione città"

1

Costanzi, Michela. "La fondazione di città in Sicilia nel V ed all’inizio del IV sec. a.C. (492-396 a.C.):." In The Fight for Greek Sicily, 167–82. Oxbow Books, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv13pk674.17.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Conference papers on the topic "Fondazione città"

1

Cimino, Antonio, Giuseppe De Marco, and Stefano Magaudda. "L’informatizzazione e la divulgazione del Catasto Gregoriano e della cartografia storica di Roma." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7993.

Full text
Abstract:
Il progetto d’informatizzazione del Catasto Gregoriano Urbano di Roma è stato avviato circa dieci anni fa, grazie a un finanziamento della Fondazione Cariplo, ed è ora nella sua fase conclusiva. Il progetto è stato realizzato dal Dipartimento di Studi Urbani dell’università di Roma Tre, dall’Archivio di Stato di Roma, dalla Sovrintendenza Capitolina e dall’Archivio Capitolino e l’attività di ricerca ha permesso di ricostruire l'immagine urbana ed archeologica della Roma preunitaria e post-unitaria. Le mappe del Catasto Gregoriano e i relativi brogliardi costituiscono la base del Sistema Informativo Geografico (GIS) al quale sono stati collegati altri documenti cartografici e documentali: la pianta di Roma di G.B. Nolli del 1748; un consistente numero di schede relative a documenti di archivio in materia di architettura urbana e archeologia; documenti iconografici sulla architettura della città storica. Il progetto intende conseguire un duplice obiettivo: realizzare un sistema informativo geografico in grado di contenere, gestire e divulgare i dati sulla città storica provenienti da fonti diverse; creare uno strumento web a carattere partecipativo e didattico destinato ad un’ampia platea di utenti e non solo a ricercatori e studiosi del settore. La piattaforma web e la banca dati geografica sono state integralmente realizzate con prodotti e software Open Source. The digitization of the Gregorian Urban Cadastre of Rome (Catasto Gregoriano Urbano di Roma) has started about ten years ago thanks to the funding by the Cariplo Foundation, and it is now in its final stage. The project has been implemented by the Department of Urban Studies of the “Roma Tre” University, the Archivio di Stato di Roma, the Sovrintendenza Capitolina and the Archivio Capitolino. The research has allowed to reconstruct the archaeological and urban image of Rome in the pre- and post-unification periods. The maps and registers of the Gregorian Cadastre represent the basis of the Geographic Information System (GIS), which has been linked to maps and documents from other sources: the 1748 map of Rome by G. B. Nolli, a substantial number of datasheets from archive documents related to buildings and archeology, other iconographic documents concerning the architecture of the old town. The project has a dual purpose: on the one hand, the implementation of a GIS able to store, manage and disseminate data about the historic city from different sources; on the other, the activation of a participatory and educational web tool open to a wide audience, not only to researchers and scholars of this particular field. The web platform and the geographic database have been fully implemented with Open Source products and software.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography