Academic literature on the topic 'Finanziamento europeo'

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Journal articles on the topic "Finanziamento europeo"

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Simone, Cristina, and Domenico Di Prisco. "Una blockchain europea per la gestione dei fondi strutturali europei: dallo scenario attuale ad una proposta implementativa." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 1 (November 2020): 85–114. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds1-2020oa10027.

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Abstract:
Il presente lavoro si colloca in un filone di studi destinato ad acquisire sempre più importanza non solo nel dibattito accademico, ma anche in seno alle istituzioni politiche e più in generale nella società civile: il rapporto tra tecnologia e performance del settore pubblico.In particolare, il lavoro discute la proposta della creazione di una blockchain europea per la gestione dei Fondi Strutturali e presenta quindi un set di best practice a supporto della sua ideazione ed implementazione. Due sono i temi alla base del lavoro: 1. i preoccupanti rischi (quali quello di considerevoli  frodi) e le ben note e documentate inefficienze (quali ad esempio le scarse capacità d'impegno e  spesa dei fondi di alcune regioni europee) riscontrati sino ad oggi negli attuali sistemi di finanziamento pubblico, sia nazionale sia europeo, nel gestire e monitorare adeguatamente realtà molto complesse; e 2. le significative potenzialità offerte dalle emergenti tecnologie basate su algoritmi decisionali (di cui le blockchain sono espressione) nel poter risolvere efficacemente e sostenibilmente le suddette fragilità ed inefficienze.Dopo aver individuato e descritto le principali criticità degli attuali sistemi nazionale ed europeo di finanziamento pubblico, il lavoro definisce le principali caratteristiche di una blockchain atta a superare le attuali fallacie e ne discute i potenziali vantaggi applicativi soprattutto in termini di efficienza e trasparenza dei processi decisionali.  Sulla base di un'accurata analisi della letteratura esistente e di eloquenti case study relativi all'applicazione della blockchain nel settore pubblico, il lavoro propone quindi un utile set di best practice per l'implementazione di una blockchain europea, non trascurando tuttavia di segnalarne le potenziali criticità non solo e tanto legate alla fattibilità tecnologica quanto sul piano concettuale e dei giudizi di valore.
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Becker, Rainald. "Eine Division des Papstes?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, no. 1 (March 1, 2019): 45–71. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0006.

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Abstract:
Riassunto Dopo la Riforma, Baviera divenne il primo interlocutore tedesco della Curia romana a livello religioso, politico e culturale. Le relazioni con la Santa Sede erano ispirate dalla cattolicità programmatica dei Wittelsbach. La special relationship si manifestava, inoltre, in una lunga tradizione diplomatica inaugurata all’inizio del Seicento su spinta del papato. Durante la Guerra dei Trent’anni gli intensi contatti si estesero anche al campo militare. La Curia romana vide nel duca Massimiliano l’incontestata guida dell’armata cattolica, definendola la „colonna della religione cattolica“ nel Sacro Impero Romano. Promuovere gli interessi del principe tedesco (sussidi per il finanziamento dell’esercito e l’acquisizione dell’elettorato in perpetuo per la Baviera), era tra i primi obiettivi della concezione strategica del papato. Il carteggio della Nunziatura di Vienna, di cui la quarta serie per gli anni tra 1628 e 1635 è consultabile tuttora, mette in luce queste tendenze in favore della Baviera. Nelle corrispondenze curiali si delinea, essenzialmente, il tentativo di attribuire a quel territorio la qualità di Stato, termine in cui si esprime l’idea centrale del discorso politico, ma anche giuridico dell’epoca. Dalla parte della Curia romana, la strategia di state-building si ricollegò all’ambizione di assegnare un posto primario alla Baviera nel sistema geopolitico europeo („unione delle corone cattoliche“ sotto il patrocinio del papa come „padre comune“).
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van Meerhaeghe, Marcel. "Taxation and the European Community." Journal of Public Finance and Public Choice 7, no. 1 (April 1, 1989): 17–28. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344659.

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Abstract:
Abstract Dopo numerosi studi preliminari, nel 1967 sono state approvate le prime due direttive comunitarie concernenti l’armonizzazione delle imposte indirette, che hanno introdotto i principi generali per l’imposizione sul valore aggiunto.L’armonizzazione dei diversi sistemi nazionali sarebbe dovuta coincidere con l’unione economica e monetaria.Il conseguimento di un’unica base tributaria era anche importante in considerazione del fatto che la principale fonte di finanziamento della Comunità doveva essere costituita dall’1% del gettito IVA, ma i progressi fatti in questa direzione non sono ancora molto soddisfacenti.Le proposte più recenti stabiliscono un limite minimo ai tassi, senza introdurre limiti di ordine superiore. Una critica è stata quella di eccessive distorsioni della concorrenza dovute a notevoli differenze nelle aliquote.Per quanto riguarda l’imposizione diretta, il Trattato si limita a prevedere l’abolizione della doppia imposizione all’interno della Comunità. La Commissione ha, tuttavia, ritenuto opportuno tendere all’armonizzazione delle imposte dirette, ma le sue numerose proposte in tema d’imposizione societaria non sono peraltro state adottate.Non sembra, tuttavia, che quello dell’armonizzazione tributaria possa essere considerato un problema prioritario rispetto agli altri che la Comunità deve affrontare. Lo stesso Trattato di Roma ritiene che l’armonizzazione sia necessaria soltanto per le imposte indirette, nei limiti in cui essa sia necessaria per assicurare il funzionamento del mercato interno.Piuttosto che l’armonizzazione, dovrebbe essere la concorrenza l’elemento unificatore del mercato europeo.
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4

Masutti, Anna. "Oneri di servizio pubblico e finanziamenti ai tempi del COVID-19." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 30 (September 2020): 128–35. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030009.

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Abstract:
L'epidemia di Covid-19 ha causato conseguenze molto gravi nel settore del trasporto aereo e, in generale, per la mobilità europea. Per farvi fronte, la Commissione europea ha adottato numerose misure come quelle sugli Oneri di Servizio Pubblico (OSP), affidate ad una Comunicazione della Commissione del 13 maggio 2020, che fornisce anche linee guida sulle compensazioni alle compagnie aeree europee.
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Nato, Alessandro, and Marta Simoncini. "Innovazioni e criticità nel rilancio del processo di integrazione attraverso l'economia e la moneta." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (July 2022): 11–30. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002002.

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Abstract:
Nel corso della pandemia le istituzioni europee si sono impegnate a promuovere la coesione economico-sociale e scongiurare la crisi delle economie europee attraverso l'adozione di misure atte a favorire la ripresa economica. Questo contributo si propone di analizzare tre diversi aspetti dell'intervento dell'UE nell'economia. In primo luogo, viene esaminato il modello di governance previsto nel contesto del cd. Next Generation EU package. Vengono, quindi, analizzati i meccanismi di condizionalità che subordinano l'accesso ai finanziamenti al rispetto di diversi obiettivi di policy europei. Infine, si esami-na il ruolo della BCE nella promozione della coesione.
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Taratufolo, Ada, and Francesco Burrai. "I finanziamenti europei per la ricerca." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 28, no. 3 (July 28, 2016): 185–87. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2016.747.

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Maria Caruso, Giovanni. "Il principio "do no significant harm": ambiguità, caratteri e implicazioni di un criterio positivizzato di sostenibilità ambientale." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (December 2022): 151–98. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002007.

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Abstract:
Il principio "do no significant harm" si è rapidamente affermato nel contesto europeo fino a diventare uno dei parametri condizionanti l'accesso ai finanziamenti del Next Generation EU. Il contributo, partendo dall'analisi della disciplina di riferimento, ne ricostruisce le caratteristiche essenziali e, mettendo in risalto assonanze e differenze rispetto ad altri strumenti posti a tutela dell'ambiente, offre un primo inquadramento giuridico della valutazione che sottende. Anche in ragione dell'ambiguità della disciplina di riferimento, l'applicazione del principio, benché contribuisca alla definizione del ruolo economico delle istituzioni europee, presenta significative problematiche che vengono declinate anche in funzione di possibili interventi di razionalizzazione.
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Degrassi, Lidianna. "Unione europea e turismo: quali opportunità per le autonomie locali?" RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 20 (October 2018): 185–206. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020001.

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Abstract:
Dopo una breve panoramica sulle competenze in materia di "turismo" nell'ordinamento giuridico dell'UE, in particolare nel Trattato di Lisbona del 2009, l'analisi si sofferma sulla rilevanza del governo locale all'interno del sistema giuridico sovranazionale. Viene quindi affrontata la questione dei fondi strutturali e delle altre fonti di finanziamento che incidono indirettamente sulla materia «turismo» che le regioni e le amministrazioni locali possono ancora utilizzare, a meno che non sia l'Iniziativa Comunitaria-IC a consentire il finanziamento diretto dell'UE , come nel caso dello sviluppo di progetti transfrontalieri, transnazionali e interregionali nel programma Interreg, in particolare il V, cui è particolarmente interessato il Friuli-Venezia Giulia, oltre che Grado. La riflessione finale è dedicata allo scenario futuro dell'UE con uno specifico ipotetico rilancio del governo locale e un ulteriore sviluppo del settore turistico a partire dall'analisi del Libro Bianco della Commissione Europea del marzo 2017.
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Altavilla, Annagrazia, and Alessandro Dell’Erba. "La ricerca sulle cellule staminali: la nuova sfida dell’Europa unita." Medicina e Morale 53, no. 6 (December 31, 2004): 1133–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.621.

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Abstract:
La ricerca sulle cellule staminali rappresenta uno dei settori più promettenti della biotecnologia, in quanto offre la possibilità di sviluppare nuovi metodi per riparare o sostituire le cellule o i tessuti lesionati o malati e per curare alcune patologie croniche gravi. Tale ricerca può anche fornire un contributo importante alla scienza di base, aiutando a comprendere i meccanismi di proliferazione e differenziazione cellulare. Gli embrioni umani preimpanto rappresentano una delle possibili fonti di cellule staminali. Tuttavia, laddove questa ricerca prevede l’utilizzo di embrioni umani, essa solleva la questione dei principi etici in gioco e dei limiti e delle condizioni cui questa deve essere soggetta. Gli stati europei hanno adottato posizioni diverse in merito alla regolamentazione della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Tale disparità, che riflette le tradizioni etiche, filosofiche e religiose alle quali gli stati si ispirano, conferma l’esistenza di punti di vista divergenti in Europa su quanto sia o meno eticamente suscettibile di tutela. Questo articolo esamina le legislazioni e le posizioni etiche esistenti a tal proposito in Europa, oltre che i nuovi orientamenti sui principi da applicare nella concessione di finanziamenti comunitari (nell’ambito del VI Programma quadro di ricerca europeo –FP6) per progetti di ricerca implicanti l’uso di embrioni umani e di cellule staminali embrionali. Tale studio intende altresì fornire degli spunti di riflessione sui nuovi traguardi dell’integrazione europea nel settore della ricerca biomedica.
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Bellardi, Marco. "La strategia macroregionale europea nell'area Adriatico-Ionica." ARGOMENTI, no. 34 (June 2012): 5–36. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034001.

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Abstract:
Le proposte legislative per la politica di coesione dell'UE per il periodo 2014-'20 fanno riferimento alla strategia macroregionale vista come sistema evoluto di cooperazione territoriale. Non esiste una definizione normalizzata per la strategia europea macroregionale; questo termine, si riferisce a "un'area comprendente un certo numero di territori di differenti Paesi e regioni associati per una o più caratteristiche o problematiche" (geografiche, culturali, economiche, sociali, altre). I territori AI, già da tempo legati da importanti iniziative di integrazione e cooperazione, hanno iniziato nel 2010 un percorso per ottenere il riconoscimento di una strategia europea macroregionale. Il valore aggiunto che deriva dall'avvio di una strategia macroregionale consiste in un‘azione comune che coinvolge diversi attori, diverse politiche e diversi programmi di finanziamento.
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Dissertations / Theses on the topic "Finanziamento europeo"

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Tranchida, Marianna <1976&gt. "Regimi proprietari, assetti gestionali e finanziamento pubblico dei porti nell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/619/1/Tesi_Tranchida_Marianna.pdf.

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Tranchida, Marianna <1976&gt. "Regimi proprietari, assetti gestionali e finanziamento pubblico dei porti nell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/619/.

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De, Vido Sara. "Strumenti giuridici di controllo nel contrasto del finanziamento al terrorismo internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426504.

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Abstract:
The financing of terrorism has been a topic of great concern in the international community, especially following the terrorist attacks of the last decade in many nations around the world. By studying the means through which terrorists gathered resources in order to plan the attacks, and by taking advantage of the globalization of the international financial markets, it is clear that the counteracting of the phenomenon does not depend solely on the domestic legal order of a State, but more importantly through international cooperation. Our study began methologically, from the analysis of the sources of international public law, European Union Law and domestic law. Soft law acts, such as the recommendations of the Financial Action Task Force on Money Laundering, (an inter-governmental organization which combats money laundering and terrorist financing), were also extremely useful. In the first part of our study, we begin by establishing the autonomy of part of the notion of financing of international terrorism. The collection of funds to benefit terrorists or terrorist organizations, even though these funds will not be used, in full or in part, in order to carry out a terrorist attack, is, according to the results of our research, an autonomous notion from that of international terrorism. Indeed, a person who finances is responsible, even though he/she does not prove that the funds are used for a terrorist act. It suffices to prove that these funds are contributed to the activity of an organization to be categorized as ‘terrorist’. The second aspect on which the research focuses on, is the reconstruction of a customary international rule which provides for a duty of cooperation in the adoption of measures to counteract terrorist financing. The reconstruction began from the analysis of UN resolution n. 1373/2001, which requires States to adopt measures of domestic law in order to counteract the financing of terrorism. These measures are an essential requirement for an effective international cooperation. Practice, especially inferred by the reports sent by States to the UN counter-terrorism committee, by the rules of domestic law and by the behavior of the representatives of States at international level, affirms that States must implement all available mechanisms at their disposal in order to execute UN resolution n. 1373/2001. As for opinio juris, a fundamental element to ensure the existence of a customary rule, it is useful to review declarations made by States in intergovernmental fora or during meetings of the Council of Europe, or, in the reports sent to the UN Committee, as established by resolution n. 1373. Having established the existence of a customary rule providing for a duty to cooperate in the counteracting of the financing of terrorism, we focused on the effects inside the European Union legal order. The analysis began with the main measures for counteracting the financing of terrorism taken in the European Union. They have different nature and juridical basis, as they can be included in one of the three pillars of the Union. EU action has been particularly effective in the context of the counteracting of terrorist financing. In one example, the EU has transformed into binding acts for Member States measures that were object of mere recommendations by some intergovernmental organisms (Financial Action Task Force). Among the measures adopted in the context of the EU, we examined the freezing of assets to evaluate how States have executed foreign measures in order to implement the duty of international cooperation. In an attempt to demonstrate this, we studied several hypothetical scenarios in which a judge of one of the Member States would have to make a decision. We determined that his judgment was contigent on the fact that the request of designation of a suspected terrorist comes from UN resolution n. 1267/99 or 1373/01. Cooperation in the adoption of measures to counteract terrorist financing is stressed in the European Union legal order. EU has not only encouraged cooperation through the adoption of binding measures on Member States, but has also contributed to the establishment of the customary rule. Even though the duty of cooperation can be said to be reinforced in a legal order like that of European Union, it has must coexist with other rules existing in the European legal order, such as the rules for the protection of human rights. In particular, measures which freeze assets can violate the right to a fair trial and to an effective remedy, the right to property, the right of reputation and the right to have access to public documents in the EU. How could these rights be coordinated with the customary rule which provides for a duty of cooperation in the counteracting of terrorist financing? Fundamental human rights can be limited, if they are not absolute, but only according a strict criterion of proportionality: thus, if a person suspected for terrorism has not the right to be previously informed, he has nevertheless the right to effective remedy before a national authority competent to the review of the lists.
Il finanziamento al terrorismo internazionale è un tema di grande attualità divenuto oggetto di un acceso dibattito in sede internazionale soprattutto a seguito dei tragici attentati che nell’ultimo decennio hanno colpito diversi Paesi in varie regioni del mondo. Dallo studio delle modalità con cui i terroristi hanno raccolto fondi per la pianificazione di attentati, sfruttando la globalizzazione dei mercati finanziari internazionali, appare chiaro come il contrasto del fenomeno debba avvenire non solo all’interno dell’ordinamento di ciascuno Stato, ma anche, e soprattutto, attraverso la cooperazione internazionale. La nostra indagine è partita, dal punto di vista metodologico, dall’analisi delle molteplici fonti in materia sul piano del diritto internazionale pubblico, del diritto dell’Unione europea e del diritto interno. Utili sono stati poi gli atti di c.d. “soft law” quali le raccomandazioni della Financial Action Task Force on Money Laundering, organismo intergovernativo che si occupa di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Nella prima parte dell’indagine, si è accertata in primo luogo l’autonomia di parte della definizione di finanziamento al terrorismo internazionale. La messa a disposizione di risorse ad un’organizzazione terroristica, indipendentemente dal fatto che queste vengano poi utilizzate, in tutto o in parte, per realizzare un attentato, è a nostro avviso nozione autonoma rispetto a quella di terrorismo internazionale. Infatti, il finanziatore è responsabile anche se non si prova che i fondi siano destinati specificatamente al compimento di un atto di terrorismo. E’ sufficiente dimostrare che essi siano diretti all’attività di un’organizzazione “designata” come terrorista. Il secondo profilo sul quale si è concentrata l’attività di ricerca è la ricostruzione di un obbligo di cooperazione nell’adozione di misure di contrasto del finanziamento al terrorismo di natura consuetudinaria. Tale ricostruzione è partita dall’analisi della risoluzione Onu n. 1373/2001, che richiede agli Stati di adottare misure interne omogenee di contrasto del finanziamento al terrorismo che sono poi il presupposto per una efficace cooperazione sul piano internazionale. La prassi, in particolare desumibile dai rapporti inviati dagli Stati al comitato anti-terrorismo delle Nazioni Unite, dalle norme di diritto interno adottate da alcuni Stati e dal comportamento dei rappresentanti degli Stati in sede internazionale, dimostra come gli Stati abbiano attivato tutti i meccanismi a loro disposizione per rispettare le disposizioni della risoluzione n. 1373/2001. Quanto all’opinio juris, imprescindibile per accertare l’esistenza di una norma consuetudinaria, è opportuno far riferimento alle dichiarazioni effettuate dagli Stati in sede di consesso intergovernativo o nell’ambito del Consiglio europeo o, ancora, nei rapporti inviati al comitato istituito dalla risoluzione Onu n. 1373. Accertata l’esistenza di una norma consuetudinaria in tal senso, ci siamo focalizzati sulle sue ripercussioni all’interno del sistema dell’Unione europea. L’analisi è stata condotta esaminando le principali misure di contrasto del finanziamento al terrorismo adottate nel quadro comunitario. Esse hanno diversa natura e diversa base giuridica, potendo essere collocate nei tre pilastri dell’Unione. L’azione dell’Unione europea è stata particolarmente incisiva nel quadro del contrasto del finanziamento al terrorismo internazionale. L’Unione europea ha ad esempio tradotto in atti vincolanti per gli Stati membri (direttive) delle misure che erano oggetto di mere raccomandazioni da parte di taluni organismi intergovernativi (Financial Action Task Force soprattutto). Tra le misure adottate nel quadro dell’Unione europea, si è ritenuto opportuno esaminare in particolare quelle di congelamento dei capitali per valutare in che misura gli Stati abbiano dato esecuzione ai provvedimenti stranieri in virtù del predetto obbligo di cooperazione internazionale. A tal fine sono state prese in esame le varie ipotesi nelle quali un giudice di uno degli Stati membri potrebbe trovarsi a seconda che la richiesta di congelamento discenda dalla designazione del soggetto in ottemperanza alla risoluzione Onu n. 1267/99 ovvero alla risoluzione n. 1373/2001. La cooperazione nell’adozione di misure di contrasto del finanziamento al terrorismo internazionale risulta rafforzata nel quadro comunitario. L’Unione europea ha non solo reso effettivo l’obbligo di cooperazione attraverso l’adozione di misure vincolanti per gli Stati membri, ma ha anche, nel contempo, contribuito in modo determinante al cristallizzarsi della norma consuetudinaria. Benché l’obbligo di cooperazione in questione possa dirsi rafforzato all’interno di un sistema quale quello dell’Unione europea, esso deve necessariamente coesistere con altre norme di rango comparabile presenti nel sistema comunitario quali quelle poste a tutela dei diritti umani fondamentali. In particolare, misure di congelamento dei capitali possono ledere il diritto ad un equo processo e ad un ricorso giurisdizionale effettivo, il diritto di proprietà, il diritto alla reputazione e il diritto di accesso ai documenti pubblici dell’Unione. Come si possono coordinare questi diritti con la norma consuetudinaria che impone un obbligo di cooperazione nel contrasto del finanziamento al terrorismo? I diritti umani fondamentali possono essere limitati, se non sono assoluti, ma solo seguendo un criterio di proporzionalità: così, se un soggetto - il cui nome risulti inserito in una lista di presunti terroristi - non ha il diritto di notificazione preventiva, questi avrà però diritto di presentare ricorso davanti ad un’autorità competente alla revisione delle liste.
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ONNIS, CUGIA FEDERICO. "L’adeguamento Del Diritto Interno Alle Linee Dell’unione Europea Nei Contratti Di Finanziamento Nel Settore Immobiliare." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245187.

Full text
Abstract:
L’analisi condotta con la presente tesi di dottorato trae spunto da un iniziale studio sul diritto dei contratti nel mercato e la crisi globale, tematica cui è dedicato il primo capitolo. Questo, oltre a definire in linee generali alcune tematiche che saranno affrontate nel prosieguo del lavoro, è frutto di riflessioni nate nell’ambito delle lezioni del corso di dottorato, il cui argomento di ricerca collettiva è stato il diritto dell’economia globalizzata al tempo della grande crisi economica. Concentrandosi sui singoli contratti di finanziamento immobiliare, il primo ad essere analizzato è il credito fondiario in ogni suo aspetto, riservando particolare attenzione alle garanzie. Oltre all’ipoteca fondiaria, che caratterizza tale tipologia di credito speciale, particolare attenzione è stata dedicata alle garanzie reali (con lo studio dei più recenti interventi normativi che hanno introdotto nel nostro ordinamento la vendita sospensivamente condizionata a scopo di garanzia col patto marciano e il pegno non possessorio), alle garanzie personali e alle garanzie collettive rilasciate dai confidi. Il capitolo si chiude con un’analisi delle prospettive di evoluzione della disciplina alla luce del d.lgs. 72/2016, di recepimento della direttiva 2014/17/UE sul credito immobiliare ai consumatori. Nel terzo capitolo vengono esaminate alcune fattispecie di contratti di finanziamento immobiliare trapiantati nel nostro ordinamento. I contratti analizzati sono il leasing immobiliare abitativo, il sale and lease back, il prestito vitalizio ipotecario, il contratto di risparmio edilizio. Infine, viene criticata la tesi che considera contratto di finanziamento anche quello di rent to buy. L’ultimo capitolo verte sui rapporti tra i contratti di finanziamento per l’acquisto immobiliare e i mercati finanziari. Principale oggetto di analisi sono le operazioni di cartolarizzazione dei crediti ipotecari e le clausole di indicizzazione nei contratti di finanziamento.
The thesis describes the evolution of credit agreements relating to immovable property over the recent years. In the first chapter are introduced some key issues relating to contract law and the recent global crisis. The financial crisis has shown that irresponsible behaviour by market participants can undermine the foundations of the financial system, leading to a lack of confidence among all parties, in particular consumers, and potentially severe social and economic consequences. Many consumers have lost confidence in the financial sector and borrowers have found their loans increasingly unaffordable, resulting in defaults and forced sales rising. At first, the research focuses about credit agreements which are secured by a mortgage (credito fondiario), in their every aspect. A specific attention is drawn on mortgage and other collaterals. At the end of the chapter is made an analysis of the perspectives of evolution of the subject in light of recent d.lgs. 72/2016, which applies Directive 2014/17/EU on credit agreements for consumers relating to residential immovable property. This Directive makes some important changes which will affect the property market because of their impact on the availability of mortgage credit. In the third chapter are analysed some contracts arose abroad which are transplanted in Italian jurisdiction. These are real estate leasing, sale and lease back, reverse mortgage, mortgage saving products and a critique to the thesis about rent to buy as loan agreement. The last chapter describes relationship between credit agreements relating to immovable property and financial markets. The main research topics are the financial practice of securitization and the indexation clauses in credit agreements.
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KULAGA, BARBARA. "Il ruolo dei network e dei finanziamenti europei nel processo di internazionalizzazione delle INVS." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2020. http://hdl.handle.net/11566/274540.

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Abstract:
L’internazionalizzazione è generalmente un fenomeno intenso e dinamico che necessita di ingenti risorse per innescarsi e ciò è tanto più evidente per le International New Ventures a causa delle cosiddette liability of newness e liability of foreignness. Le INVs risultano infatti essere maggiormente svantaggiate nel processo di internazionalizzazione a causa della disponibilità limitata di risorse quali il capitale umano e finanziario. Da una review sistematica della letteratura è emerso che il principale meccanismo attraverso il quale le INVs cercano di fronteggiare la mancanza di risorse è l’utilizzo dei network relazionali. Il presente studio esplorativo cerca da un lato di contribuire alla letteratura sulla teoria dei network nell’internazionalizzazione, focalizzandosi su una delle possibili categorizzazioni dei network – social and business network – interpretando ed investigando il processo di internazionalizzazione a due fasi (exploration ed exploitation), dal punto di vista dell’imprenditore delle International New Ventures; dall’altro di colmare un gap presente nella letteratura ovvero la scarsità di studi sui finanziamenti europei e la mancanza di studi su tali strumenti di finanziamento (o co-finanziamento) come risorsa per l’internazionalizzazione. I risultati ottenuti da un multiple case study, svolto tramite interviste semi-strutturate a cinque imprenditori italiani che negli ultimi anni hanno beneficiato di finanziamenti per l’internazionalizzazione mostrano che, le INVs utilizzano network personali durante la fase di exploration, business network nella fase di exploitation, ed i finanziamenti europei in entrambe le fasi del processo di internazionalizzazione per contrastare la liability of foreignness, liability of smallness, e la liability of newness.
Internationalization is generally an intense and dynamic phenomenon that requires huge resources to be triggered and this is all the more evident for International New Ventures because of the so-called liability of newness and liability of foreignness. In fact, INVs are more disadvantaged in the internationalization process due to the limited availability of resources such as human and financial capital. A systematic review of the literature revealed that the main mechanism by which INVs try to deal with the lack of resources is the use of relational networks. This exploratory study seeks on the one hand to contribute to the literature on network theory in internationalization, focusing on one of the possible categorizations of networks - social and business networks - by interpreting and investigating the two-phase internationalization process (exploration and exploitation), from the point of view of the International New Ventures entrepreneurs; on the other hand, to fill a gap in the literature regarding the dearth of studies on both European funding and these financing(or co-financing) instruments as a resource for internationalization. The results obtained from a multiple case study, carried out through semi-structured interviews with five Italian entrepreneurs who in recent years have benefited from funding for internationalization, show that, INVs use personal networks during the exploration phase, business networks in exploitation and European funding in both phases of the internationalization process to counteract the liability of foreignness, liability of smallness, and liability of newness.
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Campanaro, Laura <1992&gt. "I finanziamenti europei destinati al restauro di edifici pubblici: il caso della chiesa-museo di San Paolo in Monselice." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18531.

Full text
Abstract:
Con la mia tesi di laurea ho affrontato il tema dei finanziamenti europei, concentrandomi in particolare sui fondi strutturali e di investimento (SIE) elargiti dall'Unione Europea, secondo specifici programmi di sviluppo statali, destinati alla realizzazione di progetti su base nazionale e gestiti attraverso le regioni di competenza. La mia attenzione si è concentrata sulle risorse finanziarie utilizzate per realizzare il progetto di restauro e valorizzazione del complesso dell'ex chiesa di San Paolo di Monselice (PD,) in seguito al quale la stessa è stata trasformata in Museo Civico cittadino. Il Comune di Monselice, in qualità di proprietario dell'immobile, ha usufruito, per la realizzazione del progetto di musealizazzione del complesso, di finanziamenti ottenuti tramite la partecipazione a due specifici bandi di gara. Parte dei lavori hanno usufruito del contributo ottenuto tramite il Patto Territoriale Generalista della Bassa Padovana del 2001, fondi elargiti dall'Unione Europea in quanto, i comuni rientranti nel patto, erano classificati dalla decisione della Commissione della Comunità Europea n. 94/197/CE del 26.01.1994, come “aree di sviluppo rurale" ammissibili all'obiettivo 5b) e come "aree a declino industriale", ammissibili all'obiettivo 2 della politica comunitaria di coesione economica e sociale. Le altre iniziative hanno beneficiato del sussidio del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 "Tra colli, pianura e città murate: valorizzazione del patrimonio rurale per uno sviluppo sostenibile", promosso dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEARS).
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BELLETTATO, Sara. "Contratti di finanziamento e valutazione del merito creditizio del cliente-consumatore nel diritto dell'Unione europea. Le direttive 2008/48/CE e 2014/17/UE e la loro attuazione negli Stati membri." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2018. http://hdl.handle.net/11392/2488141.

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Abstract:
Nel quadro dell’attuale crisi finanziaria e del sempre più penetrante fenomeno del c.d. “sovraindebitamento delle famiglie”, le istituzioni europee hanno ritenuto opportuno intervenire attraverso l’emanazione di due direttive aventi entrambe lo scopo di creare un mercato interno del credito al consumo più trasparente, efficiente e competitivo, tale da garantire a tutti i cittadini europei un livello di tutela elevato ed uniforme. A tal riguardo, il lavoro di ricerca si propone di indagare se la verifica del merito creditizio del consumatore, quale obbligo gravante in capo ai finanziatori, possa rappresentare il nucleo normativo a partire dal quale sviluppare strumenti di tutela rispetto a forme di credito irresponsabile finalizzati a proteggere il consumatore dal rischio di una potenziale insolvenza del contratto di credito, ovvero se tale istituto sia primariamente volto a garantire il corretto svolgimento dell’attività bancaria. Si analizzeranno dunque le diverse soluzioni prospettate dai legislatori nazionali dei singoli Stati membri, ponendo particolare attenzione alla tipologia di sanzioni in concreto previste in caso di violazione del precetto europeo e si tenterà altresì l’individuazione di regole volte a realizzare un adeguato bilanciamento fra le esigenze di trasparenza ed efficienza del mercato e la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali della persona nell’ottica della realizzazione di un sistema efficiente ed affidabile per tutti i soggetti coinvolti nell’operazione finanziaria.
The PhD Thesis is based on the regulation concerning the evaluation of consumers’ credit worthiness, according to the article 8 Directive 2008/48/EC on “credit agreements for consumers” and article 14 Directive 2014/17/UE on “credit agreements relating to residential property” (Mortgage Credit Directive, MCD). Each of these directives contain a special regulation of the “credit worthiness”, that arouses the problem relating with the identification of the purpose of this evaluation and with the social and juridical protected interest. In fact, on the one end, this discipline could be understood as a regulation aimed at ensuring only the correct execution of bank activity, in order to avoid that the financial institutions grant sum of money (even if of limited amount) to subjects that, through an ex ante evaluation, could have well been recognized as potentially insolvent. On the other hand, however, in the current social and economical context, we cannot exclude that the European Union Institutions first, and the national legislators of European Union Member States then, making reference to the credit negotiation, intend to offer to the weaker party of the contractual relation (i.e.: the consumer) a level of protection directed to avoid the lending, from bank intermediaries, when the loan is substantially unbearable for the consumer himself and is based on an incorrect evaluation of the credit worthiness (which could also lead, in the long run, to the so-called Overindebtedness of the consumer). Central, then, is the recognition of the right perspective of the protected interest because different would be the practical implications resulting from the non-fulfilment of the duty (in any case burdening the financier) to proceed to the evaluation of credit worthiness of the potential debtor. This aspect is not completely regulated by the two European directives, allowing each Member State to outline different systems of sanctions according to the interest considered preeminent: if it is the banks’ interest to be privileged, administrative sanctions would be preferred; on the contrary, if it is the consumers’ interest to be protected, it could allow the creation of private-law sanctions directed to avoid situations of so-called Over-indebtedness of themselves.
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Guazzetti, Fabio. "Produrre il reale - analisi della produzione e distribuzione del cinema documentario italiano contemporaneo (2000 - 2019)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25139/.

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Abstract:
Nell’ultimo ventennio, il genere documentaristico ha conosciuto una rinnovata popolarità in Italia, con un considerevole aumento dei volumi produttivi e numerosi autori in grado di ottenere importanti riconoscimenti a livello tanto nazionale quanto internazionale; nonostante ciò, sono tutt’ora ben pochi gli studi dedicati agli aspetti più economici ed industriali alla base di tale “rinascita del documentario”. Scopo di questa tesi è dunque quello di analizzare la contemporanea produzione e distribuzione di documentari in Italia, al fine di individuarne le caratteristiche fondamentali e delinearne le principali dinamiche evolutive. Un’analisi che non può prescindere dal prendere in considerazione il più ampio contesto audiovisivo in cui opera la cinematografia italiana: proprio per questo nel primo capitolo è proposta un’analisi del contemporaneo mercato audiovisivo europeo (con particolare riguardo alle misure di sostegno economico sovranazionali previste dalle principali istituzioni europee), per poi procedere nel secondo capitolo ad analizzare il più delimitato contesto italiano in una prospettiva storico-economica, al fine di individuare appunto le caratteristiche della contemporanea produzione documentaristica italiana; il terzo e ultimo capitolo è invece dedicato all’analisi della produzione e distribuzione di tre documentari del regista Gianfranco Rosi, che appaiono esemplificativi dello stato di salute del documentario italiano contemporaneo e permettono di verificare in maniera operativa quanto analizzato nelle due sezioni precedenti della tesi.
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Books on the topic "Finanziamento europeo"

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Il finanziamento dell'Unione europea e il sistema delle risorse proprie. Padova: CEDAM, 2002.

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Bussani, Mauro, and Francesca Fiorentini. I contratti di finanziamento e le garanzie reali nella prospettiva europea. Trieste: Edizioni Università di Trieste, 2003.

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Donvito, Pasquale. Il ruolo delle regioni e degli enti locali nei finanziamenti CEE: Procedure di accesso, legislazione e modulistica. Rimini: Maggioli, 1986.

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Ammannati, Francesco, ed. Assistenza e solidarietà in Europa Secc. XIII-XVIII / Social assistance and solidarity in Europe from the 13th to the 18th Centuries. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-367-0.

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Abstract:
Il periodo compreso fra Medioevo ed Età Moderna registra una significativa evoluzione del welfare, attraverso il consolidamento e la specializzazione di istituzioni nate o trasformatesi con la precisa funzione di fare attività di solidarietà e assistenza. È attorno a queste istituzioni che si sono concentrate le ricerche raccolte in questo volume, con l’obiettivo di delinearne la nascita e l’evoluzione, ma anche le fonti di finanziamento e autofinanziamento, le strategie e le modalità di acquisizione delle risorse, la gestione e la evoluzione dei patrimoni, l’organizzazione funzionale e i costi interni di sostegno ai bisognosi e di gestione del personale. Quelle istituzioni giocarono spesso un ruolo significativo nel territorio in cui operavano e numerosi contributi si soffermano sugli effetti economici e sociali prodotti dalla loro azione, non solo in termini di redistribuzione del reddito e mantenimento della pace sociale, ma anche in relazione all’eventuale rapporto con la realtà produttiva, grazie all’immissione sul mercato di prodotti e servizi svolti dagli assistititi o dal personale dell’istituzione. Un’ultima sezione è infine dedicata alle reti di assistenza non formali (solidarietà e forme di credito in seno alle famiglie, ai gruppi di indigenti, alle comunità), attraverso le quali gli individui, le comunità e l’intera società, in assenza o carenza di strutture formalizzate, tentarono di proteggersi dai rischi legati all’indigenza e alla incapacità fisica.
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Franco, Arosio, and Borri Gabriella 1941-, eds. I sistemi di finanziamento ospedaliero e nella riabilitazione: Modelli nordamericani ed europei a confronto. Milano: F. Angeli, 2001.

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6

Costi e relativi finanziamenti dei sistemi pensionistici nei paesi europei: Conferenza internazionale, 11-12-13 ottobre 1982. Roma: Istituto nazionale della previdenza sociale, 1985.

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