Journal articles on the topic 'Filosofia epistemica della ricerca'

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1

Macut, Ivan. "Il compito della storia della filosofia secondo filosofo croato Alberto Bazala nel primo volume della sua opera Storia della filosofia." Služba Božja 59, no. 4 (November 11, 2019): 407–21. http://dx.doi.org/10.34075/sb.59.4.1.

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Abstract:
In questo articolo stiamo esplorando il compito della storia della filosofia secondo il filosofo croato Alberto Bazala, e ciò di cui lui ha scritto nel suo importante lavoro La storia della filosofia. Dopo brevi osservazioni introduttive e nel primo capitolo un breve resoconto della vita e del lavoro di Alberto Bazala, passiamo al secondo capitolo in cui presentiamo schematicamente il lavoro di Bazala intitolato La storia della filosofia. Volume I. La storia della filosofia popolare dei greci. Il terzo, e anche il principale, capitolo affronta il compito della storia della filosofia, come lo vede Bazala, ed è diviso nei seguenti argomenti: L'importanza della storia della filosofia; il doppio compito della storia della filosofia; fattore socio-culturale; tripla interpretazione dei sistemi filosofici; critica del singolo sistema; il valore della storia della filosofia; l'importanza della storia della filosofia; problemi filosofici e, infine, la divisione della storia della filosofia. Nella conclusione del documento, descriviamo sistematicamente ed evidenziamo i punti principali dell'approccio positivo di Bazala alla storia della filosofia, e delineammo brevemente la sua relazione con la ricerca della filosofia nazionale croata.
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2

Pozzo, Riccardo. "Il Valore della Ricerca Lessicografica per lo Storico della Filosofia." Philosophica: International Journal for the History of Philosophy 18, no. 36 (2010): 149–56. http://dx.doi.org/10.5840/philosophica2010183628.

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3

Prilleltensky, Isaac, and Caterina Arcidiacono. "Modello ecologico e migranti: benessere, giustizia e potere nella vita degli immigrati." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001002.

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Abstract:
Il contributo descrive anzitutto il modello ecologico multidimensionale di Prilleltensky e come esso si declina a livello individuale, relazionale,organizzativo, comunitario e ambientale in relazione all'oppressione, al benessere e al processo di liberazione. Vengono in particolare esaminati gli elementi che agiscono nella trasformazione e che permettono il potenziamento delle risorse e dei punti di forza. Attenzione č data infine alla definizione ed esplicitazione dei valori e dei diritti del singolo e della comunitŕ al fine di definire quale sia la validitŕ epistemica e trasformativa della ricerca e dell'intervento in psicologia di comunitŕ alla luce di tale modello. Lo scopo precipuo dell'articolo consiste nell'esplicitare le variabili in gioco nella condizioni di vita dei migranti, enucleando i fattori di protezione e di rischio da considerare per valutarne il benessere e le modalitŕ d'inserimento nei contesti di accoglienza.
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4

Piaia, Gregorio. "Fra tradizione e innovazione: la "storia dei filosofi" in età antica, medievale e moderna." Trans/Form/Ação 34, no. 3 (2011): 3–15. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-31732011000500002.

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Abstract:
Il graduale passaggio dall'antica "storia dei filosofi" alla moderna "storia della filosofia" viene qui ricostruito nelle sue fasi essenziali, alla luce della dialettica fra tradizione e innovazione, che caratterizza il dialogo filosofico inteso in senso diacronico. Ma in che senso è ancora possibile, oggi, parlare di una "storia della filosofia" distinta sia dall'attività filosofico-ermeneutica sia dalla ricerca strettamente storica, qual è quella condotta dalla Intellectual history?
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Di Dio, Cinzia. "Transdisciplinarità." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 36 (February 2022): 49–54. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036005.

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Abstract:
La metodica della risonanza magnetica funzionale consente l'esplorazione dei processi cerebrali, che sono alla base dei comportamenti umani. L'interesse di ricerca si è concentrato soprattutto sui processi cerebrali connessi con l'esperienza estetica. La ricerca neuroscientifica trova riferimento continuo con l'osservazione del comportamento umano, nonché con l'universo delle scienze umane, in particolare della psicologia e della filosofia. L'avanzamento della ricerca neuroscientifica ha condotto al confronto con la sociocognizione in chiave motoria, fino al costrutto della teoria della mente e alla sintonizzazione del comportamento altrui. Transdisciplinariamente sono stati rilevanti gli approdi con la teoria dell'attaccamento di Bowlby e il concetto freudiano di empatia, che hanno trovato verifica empirica nelle più recenti scoperte fisiologiche e neuroscientifi-che. Uno dei settori che nel futuro sarà più rilevante per le neuroscienze, e che implicherà di per sé un approccio transdisciplinare, è quello del rapporto tra uomo e robot. La domanda frequente "quale è il significato profondo della ricerca neuroscientifica?" può trovare risposta solo se si ammette e se si sviluppa il dialogo con le altre discipline e delle scienze umane e delle scienze della natura.
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6

Casini, Paolo. "Darwin e la filosofia vittoriana." PARADIGMI, no. 2 (July 2011): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-002002.

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Abstract:
All'inizio ditre citazioni di Whewell, Butler e Bacone introducono il lettore ai dilemmi "filosofici" di Darwin: l'alternativa tra la creazione iniziale secondo leggi o per singoli eventi; il rifiuto della finalitŕ; l'antitesi caso/necessitŕ; la guerra della natura e la legge di natura; il problema del male. Erano echi dalla cultura teologica che Darwin discusse piů volte, mentre le sue rare citazioni di Hume e Comte, la confutazione di McCulloch, i suoi rapporti con filosofi contemporanei come Whewell, Herschel, Spencer, Huxley, Mill confermano il suo rifiuto della finalitŕ in natura, il suo atteggiamento di scepsi e di prudenza sui massimi problemi, e la piena consapevolezza di aver radicalmente ribaltato, con l'ipotesi dell'evoluzione, l'antico orgoglio antropocentrico della specie, e di aver aperto la strada a una nuova ricerca filosofica sull'uomo.
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Canevacci, Massimo. "Epistemophilia: Lentezza, fratture, paresi dell’auto-ricerca verso un’antropologia-non-antropocentrica." MATRIZes 16, no. 3 (January 2, 2023): 153–68. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1982-8160.v16i3p153-168.

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Abstract:
La ricerca percorre la mia esperienza personale prima di entrare all'università e dopo, da quando ho iniziato a insegnare e a fare ricerca. L'identità del ricercatore si pluralizza dopo aver criticato il metodo della dialettica e della sintesi, per affermare una visione transitiva basata su una costellazione mobile che richiama alcuni concetti mutanti e fondamentali: feticismo, sincretismo, polifonia, eteronomia, diaspora, amicizia, stupore, ubiquità, genere , indisciplina e Marx66. L'etnografia si presenta come un tentativo di attraversare antropologia e filosofia visto trovarsio al crocevia del chiasma.
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8

Bianchini, Sara. "Kant e la Rivoluzione Francese: liberali e/o reazionari fra passione e storia." Argumentos - Revista de Filosofia, no. 22 (November 18, 2019): 72–90. http://dx.doi.org/10.36517/argumentos.22.7.

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Abstract:
L’articolo nasce dal tentativo di trovare una connessione all’interno di parte della filosofia kantiana fra i tre termini di “passione”, “storia” e “Rivoluzione” (soprattutto francese). La sua intenzione fondamentale è quella di rispondere alle seguenti domande: che ruolo hanno le passioni nel sorgere della storia? E quale significato ha rappresentato la Rivoluzione Francese nel corso delle vicende umane? La ricerca si è occupata principalmente del commento di alcune delle nove tesi del testo kantiano Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico ma si è basata anche su altri testi del filosofo di Könisberg, quali Il conflitto delle Facoltà ed i Principi metafisici della dottrina del diritto. Essa si è articolata intorno ai seguenti punti: il ruolo della socievole insocievolezza nel far nascere la società e dunque la storia, il ruolo del popolo nel determinare la storia, la posizione kantiana a favore e poi contro la Rivoluzione Francese. Cercando di determinare se si possa mantenere una linea di sostanziale continuità, nonostante le differenze, nel pensiero kantiano sulla Rivoluzione Francese espresso nei testi sopracitati, l’articolo s’interroga anche sul rapporto fra procedere della ragione nella ricerca della conoscenza e della crescita morale, e filosofia della storia (ragionando particolarmente sul confronto fra l’idea di “fine” della storia e l’uso della ragione, un confronto mediato dal concetto di “organizzazione”).
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Calcaterra, Rosa M. "Post-filosofia e migliorismo La sfida estetica di Richard Rorty." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 44 (September 2012): 7–24. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-044001.

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Abstract:
La centralitÀ della categoria temporale del futuro e la preminenza della "conversazione umana" sono gli aspetti basilari della versione rortiana del pensiero democratico americano e della filosofia pragmatista. Nel rinnovare gli assunti di base del migliorismo statunitense, Rorty chiama in causa le consonanze tra autori come John Dewey e William James e le istanze anti-fondazionaliste provenienti dall'Europa, in vista di un ripensamento radicale della pratica filosofica. Essa va intesa non piů alla stregua di una ricerca dei fondamenti ultimi della realtÀ ma piuttosto come un impegno edificante basato sul criterio della Social Hope. Gli autori del pragmaatismo sono frequentati con disinvoltura da Rorty, che condivide con James e particolarmente con Dewey la fiducia nella capacitÀ costruttiva dell'intelligenza umana e nella cooperazione sperimentale degli individui, accantonando invece Peirce e la sua importante nozione di "infinite hope".
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Migliorini, Damiano. "Lineamenti di cristeologia. «Fede critica» e umiltà epistemica: il rapporto ragione-fede al confine tra meta-teologia, metodologia e vita." TheoLogica: An International Journal for Philosophy of Religion and Philosophical Theology 1, no. 1 (July 19, 2017): 94–147. http://dx.doi.org/10.14428/thl.v1i1.103.

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Abstract:
Il rapporto tra fede e ragione è la questione meta-teologica per eccellenza. L’autore si propone dunque d’indagare se il modello oggi prevalente di “ragione umile” – basato su fallibilismo e umiltà epistemica – sia il più adeguato per esprimere le verità teologiche, anche alla luce del dibattito interno al teismo contemporaneo (teologia razionale). Per rispondere a questa domanda è necessario esaminare lo statuto epistemologico della verità umana e della verità di fede, per poter elaborare un metodo comune alle discipline scientifiche, filosofiche e teologiche, capace di trovare un equilibrio tra fideismo e positivismo teologico. Dopo una breve panoramica storica dei rapporti tra fede e ragione nel pensiero occidentale (con particolare attenzione alla dottrina dei praeambula fidei), l’articolo cercherà di mostrare come, nel paradigma della verità relazionale e del fallibilismo sia necessario integrare il problema delle fonti, dell’autorità, del concetto di ispirazione e della nozione di “rivelazione”, giacché contraddistinguono la teologia rispetto alla filosofia. Si mostrerà infine come la dimensione comunitaria e della scelta (appello alla libertà) siano connaturate alla teologia intesa come fede critica, la cui peculiarità è di collocarsi senza nostalgie nel mezzo tra fideismo, razionalismo e un certo relativismo. Dal percorso emergerà infine la proposta di una nuova cristeologia.
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Tartabini, Veronica. "Verso un sapere sul sacro: dal misticismo spagnolo alla ragione poetica." Bajo Palabra, no. 25 (June 14, 2021): 251–72. http://dx.doi.org/10.15366/bp2020.25.012.

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Abstract:
San Giovanni della Croce e Teresa d’Avila esercitarono la loro influenza sulle riflessioni di una delle protagoniste della filosofia spagnola del XX secolo: María Zambrano. Nel 1939, compiendo i primi passi del suo esilio in Messico, la filosofa scrisse sul grande mistico castigliano, ereditando la sua critica ad una concezione dell’uomo che possa prescindere dall’anima e dalle “viscere” dell’esistenza, dall’amore per la vita e le sue differenze, dall’unione di filosofia e poesia. In età matura, a Roma, la pensatrice malagueña scrive citando Santa Teresa e la sua visione della soggettività umana, ereditando i suoi insegnamenti per comprendere l’essere umano nella sua costante ricerca di unione con il sacro. Si tratta di una lunga tradizione di pensiero, che colloca la discepola di Ortega sulla scia dei grandi mistici spagnoli del XVI secolo.
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Tinti, Maria Rosa, and Graziano Valent. "L'arte della formazione in psichiatria." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2022): 47–75. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001003.

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Abstract:
Parlare di formazione in ambito psichiatrico significa affrontare un insieme di questioni che riguardano l'identità della psichiatria come espressione di un sapere e di una pratica che si riferiscono all'uomo, precisamente all'uomo che soffre. In altre parole, una riflessione sui contenuti e i principi metodologici che si ritengono idonei a formare gli operatori chiama in causa la domanda su quale sia la prima vocazione della psichiatria, quali siano, o debbano essere, i suoi presupposti e i suoi scopi. C'è da chiedersi anzitutto se l'oggetto di studio e di intervento di questa disciplina sia tale da giustificare la sua collocazione nel campo della medicina; se il compito della psichiatria si esaurisca nell'esercizio della competenza clinica o se non debba contemplare una responsabilità di carattere etico e politico, nel senso di una tensione a includere nel proprio campo d'azione e di ricerca il rapporto tra follia e normalità, tra le forme di cura della sofferenza mentale e i linguaggi di una cultura della salute mentale. Senza alcuna intenzione di fissare dei limiti a un discorso che necessita di rimanere aperto e fluente, si vuole riflettere sulle potenzialità della formazione intesa come esperienza di trasformazione che coinvolge il singolo operatore e l'intero gruppo curante. Partendo dalla domanda sul destino della psichiatria al cospetto delle sfide congenite alla relazione con la follia, la riflessione interroga il valore di un dialogo con la filosofia per uscire dal recinto angusto della clinica e restituire alla psichiatria il senso originario di un punto di vista privilegiato sull'essere umano. In ultimo, viene data testimonianza di un'esperienza di ricerca e formazione connaturata alla pratica terapeutica, quella che negli anni Novanta ha preso corpo dall'incontro tra la psichiatria di matrice basagliana del Centro di salute mentale di Orzinuovi e l'originale filosofia dialettica di Italo Valent.
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Rambaldi, Enrico Isacco. "STORIOGRAFIA CROCIANA E STORIA DELLE IDEE: L'ADAMO ED EVA DI ANTONELLO GERBI." Trans/Form/Ação 37, spe (2014): 9–36. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-3173201400ne00002.

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Abstract:
Antonello Gerbi (1904-1976), storico della filosofia e del pensiero politico, fu molto vicino a Benedetto Croce ed ebbe rapporti con Arthur Lovejoy. Impostato secondo il modello storiografico crociano, il suo libro Il peccato di Adamo ed Eva espone la storia delle concezioni del Peccato originale come peccato carnale dal II al XIX secolo. Per la vastità delle fonti prese in esame (filosofi, teologi, poeti, artisti ...) e per il rigore col quale unifica la ricerca attorno al tema centrale della carnalità della Caduta, il libro presenta interessanti affinità con la storia delle idee e testimonia della versatilità del metodo storiografico di Croce, aperto a integrarsi con quello di Lovejoy.
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Luzzati, Claudio. "L'analogia come procedimento di scoperta." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2010): 173–78. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001007.

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Abstract:
Analogia - Scoperta - Giustificazione - Modello. Lo scritto č una breve rivisitazione di un tema classico della filosofia analitica: quello della distinzione fra procedimenti di scoperta e il c.d. contesto di giustificazione. Le analogie possono essere un utile strumento per giungere a nuove scoperte, ma non costituiscono di per sé dimostrazioni convincenti. Ecco perché bisogna diffidare delle somiglianze e andare sempre alla ricerca di prove indipendenti dalle analogie che ci hanno guidato ad abbracciare determinate ipotesi. Questo, perň, non č facile. Un radicato pensiero magico č sedotto dalle somiglianze ed č convinto che non ci sia miglior dimostrazione della bontŕ di una teoria del fatto che "tutto si tiene".
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Baldini, V. "Infermieristica, Complessità e Filosofa." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 22–27. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1154.

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Abstract:
L'Assistenza infermieristica è oggi una scienza con propria identità epistemologica, lontano della condizioni di ancillarità a cui è stata relegata in certi momenti storici. L'articolo esplora le connessioni tra filosofia, antropologia e assistenza infermieristica alla ricerca delle origini e del profondo legame tra bisogni dell'umano, conoscenze ed esiti dell'assistenza infermieristica. Saranno menzionate la teoria della complessità, i legami sociali del gesto di cura, i diversi paradigmi che sono stati correlati alle pratiche clinico-assitenziali secondo Kuhn. Come la filosofia può aiutare il professionista a connettere se stesso con gli altri, così l'antropologia può guidare alla comprensione delle abitudini sociali e dei legami che condizionano comportamenti, scelte e sviluppi nella vita umana e nelle quotidiane pratiche assistenziali. Questo è il primo di una serie di 4 articoli che esporranno le specifiche aree delle scienze citate. (nursing)
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Bonaminio, Vincenzo, and Paolo Fabozzi. "Percorsi non convenzionali nell'esplorazione del rapporto tra ricerca empirica e psicoanalisi." GRUPPI, no. 2 (July 2012): 97–124. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-002007.

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Abstract:
Gli autori sottolineano il fatto che negli ultimi tre decenni si č assistito molto spesso ad un passaggio dalla metodologia di ricerca empirica a quella psicoanalitica senza alcuna consapevolezza di quelle che in filosofia della scienza si chiamano «regole di corrispondenza regole che disciplinano le eventuali ibridazioni fra due diversi ambiti scientifici. Essi auspicano un confronto nei termini di una reciproca fertilizzazione che non stravolga, in nome di una supposta rifondazione su "inequivocabili" dati empirici, il nucleo essenziale della psicoanalisi, cioč l'esistenza dell'inconscio. Tale rischio si palesa soprattutto con il bambino competente costruito dall'infant research, un bambino fondamentalmente privo di inconscio. Il rischio č che l'oggetto e la metodologia delle ricerche empiriche deformino la psicoanalisi, che sembra allora doversi occupare non piů di quanto viene difensivamente escluso, rimosso o scisso dalla coscienza, ma piuttosto di una varietŕ di procedure mentali implicite organizzate automaticamente: in questo caso la trasparenza soggettiva sostituirebbe ingiustificatamente l'individuazione delle determinanti inconsce. Rinnovare l'inscindibilitŕ dell'intreccio freudiano tra teoria, metodo e cura costituisce quindi la possibile strada da percorrere e da esplorare per rendere euristica una definizione di specificitŕ della psicoanalisi.
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Braidotti, Rosi. "Sul materialismo corporeo contemporaneo." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 87–96. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002009.

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Abstract:
L'articolo esamina lo sviluppo di forme di pensiero materialista specificamente femministe, a partire dalla filosofia dualistica classica di Beauvoir fino alle scuole piů radicali del materialismo corporeo poststrutturalista. L'A. difende la tesi che una nuova forma di "materia- realismo" che si č sviluppata in questi ultimi anni, in combinazione con nuove frontiere della ricerca scientifica in bio-genetica, scienze neuronali e dell'evoluzione e l'ecologia. Questo neo materialismo femminista si orienta verso una politica vitalista e un'ontologia politica monista.
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Graziani, Lorenzo. "Passare il limite: funzioni espressive e implicazioni filosofiche della metalessi." ENTHYMEMA, no. 31 (February 1, 2023): 302–18. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/18434.

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Abstract:
Dal punto di vista narratologico, la metalessi si definisce come una trasgressione della gerarchia narrativa in cui un elemento appartenente a un livello superiore si trova ad agire a uno inferiore e viceversa. Il presente saggio offre un’analisi delle funzioni espressive e delle implicazioni filosofiche della metalessi. Viene principalmente sottolineata la sua capacità di illustrare – attraverso i mezzi propri della letteratura – problematiche del pensiero di interesse capitale. Il paradossale attraversamento di livelli che la caratterizza compare infatti in attività intellettuali situate in territori abbastanza distanti da quello della creazione artistico-letteraria – come logica, metafisica, filosofia del linguaggio e psicoanalisi. Nostro obiettivo è dimostrare che le potenzialità espressive della metalessi vanno ben oltre la rappresentazione del problematico rapporto tra fatto e finzione in quanto la struttura metalettica riproduce narrativamente una serie di operazioni mentali compiute dal pensiero umano ogni volta che va alla ricerca dei propri limiti.
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Mŕdera, Romano. "Lo spirito dell'analisi nella trascendenza della centralitŕ egoica." STUDI JUNGHIANI, no. 32 (February 2011): 45–58. http://dx.doi.org/10.3280/jun2010-032003.

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Abstract:
Nel pensiero di Jung lo spirito puň essere avvicinato al senso, come la tensione opposta alla dimensione predeterminata del comportamento istintivo. Da questo punto di vista si puň cogliere l'importanza centrale che la spiritualitŕ ha per la clinica, poiché nel disagio dell'anima č, in ultima analisi, in gioco il senso. Se da un lato l'impianto teorico junghiano č sbilanciato nella direzione di un possibile riduzionismo psicologistico della dimensione spirituale, tendenza che trova la sua estremizzazione nella psicologia di Hillman e di Giegerich, dall'altro proprio Jung apre la via di una necessaria rivisitazione della clinica nella direzione di una trascendenza dell'incentramento egoico. Si propone allora una trasformazione della prassi analitica in direzione di una mancata coltivazione della ricerca del senso a partire da un lavoro mitobiografico che riprenda l'idea di Hadot di una filosofia come stile di vita. Ciň comporta sensibili trasformazioni del tempo del rapporto analitico, della "fine" dell'analisi, della stabilizzazione degli insight. L'apertura all'esercizio spirituale diventa allora continuazione e sviluppo dell'analisi stessa.
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Paola, Galimberti. "Qualitŕ e disponibilitŕ dei dati sulla ricerca: l'archivio istituzionale fra intenzioni e realtŕ." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 48 (January 2012): 59–78. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048005.

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Abstract:
La valutazione č diventata e sarŕ sempre piů una delle strategie dei sistemi di governance delle universitŕ ma anche dei sistemi di ricerca nazionali. Anche in Italia si sta ponendo sempre di piů l'accento sull'efficacia e l'efficienza della ricerca finanziata con fondi pubblici. Gli atenei italiani si trovano perň ad affrontare un duplice problema: il primo č trasversale e riguarda la completezza e correttezza dei dati sulla produzione scientifica a disposizione di chi deve valutare a qualunque livello. Mancano in generale dati affidabili e completi a livello centrale e locale che permettano la costruzione di indicatori attendibili, robusti e comparabili a livello nazionale e internazionale. Il secondo problema č specifico e riguarda la difficoltŕ nell'individuare criteri adeguati, simili e coerenti per valutare (anche in termini comparativi) la produzione scientifica nelle scienze umane, che utilizzando canali di disseminazione dei risultati diversi dall'articolo e prevalentemente la lingua italiana, resta esclusa dai principali database citazionali. Dal 2004 l'universitŕ di Milano raccoglie i metadati relativi alla produzione dei propri ricercatori in un Archivio istituzionale (AIR) che rappresenta una vetrina esaustiva della produzione scientifica dell'ateneo, unica nel panorama italiano. Dal 2008 si č cominciato a pensare di utilizzare i dati contenuti nell'archivio ai fini della valutazione della produttivitŕ e della produzione di singoli gruppi e strutture (valutazione scuole di dottorato, valutazione dipartimenti). Gli esercizi svolti fino ad ora hanno messo in risalto criticitŕ e potenzialitŕ di questo strumento e hanno permesso un ripensamento e una messa a punto nell'ottica di una sua migliore performance e di possibili sviluppi futuri. Il presente lavoro prende in esame due esercizi (analisi della produttivitŕ della Facoltŕ di Lettere e Filosofia, Raccolta di dati ai fini di effettuare una prevalutazione in vista della VQR 2004-2008) che, pur facendo emergere alcune criticitŕ dell'archivio che necessitano di correzione, ne hanno confermato l'efficacia ai fini della disseminazione ma anche della valutazione della produzione dell'Ateneo.
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Dugo, Sandra. "Leopardi il filosofo poetante." Revista Italiano UERJ 11, no. 2 (February 28, 2021): 29. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2020.58073.

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Abstract:
Proponiamo uno studio interpretativo del pensiero poetante di Giacomo Leopardi, approfondendo l’analisi filologica di alcuni versi poetici e di alcune riflessioni estratte da Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura, conosciuti come Zibaldone. Il nostro Recanatese ha creato un’originale teoria di filosofia sull’esistenza umana, sulla vita, e sul metodo più adatto per intraprendere la ricerca della felicità, desiderio inarrestabile dell’uomo di ogni epoca. Non c’è alcun dubbio nel definire Leopardi filosofo esistenzialista. Anticipatore del nichilismo di Friedrich Nietzsche, riesce a proporre una filosofia i cui concetti principali sono: il nulla nichilistico, la ragione umana, la verità, la teoria della felicità, accogliendo l’interpretazione del filosofo italiano Emanuele Severino, del critico letterario Antonio Prete. L’obiettivo di questo studio non è esaustivo in questa sede, ma vuole dimostrare che l’interpretazione tradizionale del pessimismo individuale e cosmico del poeta è assolutamente riduttiva e insufficiente per comprendere la base teorica delle riflessioni di tutte le opere leopardiane. Lo Zibaldone non va letto come un insieme di pensieri confusi, privi di una connessione logica, perché sono in realtà un sistema di riflessioni basate su dimostrazioni certe, alla cui base vive uno scetticismo ragionato e dimostrato con una grande forza psichica in ogni sua pagina.
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Binetti, Paola. "La dimensione etica nella formazione infermieristica: un problema di stile di vita, di contenuti specifici e di integrazione culturale." Medicina e Morale 46, no. 5 (October 31, 1997): 939–62. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.869.

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Abstract:
La recente entrata in vigore della nuova Tabella XVIII ter, che contiene l’ordinamento didattico di tutti i diplomi universitari afferenti alla Facoltà di medicina offre, rispetto alla precedente, maggiori spazi per lo studio della Bioetica, sia come disciplina a sè stante sia come disciplina trasversale, punto di riferimento essenziale anche per gli altri corsi. La Bioetica, collocata al termine del corso di studi nel cuore del corso di Diritto sanitario, deontologia e Bioetica applicata, può trovare i suoi fondamenti culturali nello studio della Antropologia, - parte integrante delle Scienze umane previste nel II anno di Corso, e della Storia e Filosofia della Medicina, corso previsto nel III anno. La proposta formativa del LIU è quella di anticipare una serie di crediti del corso di Filosofia della Medicina al I anno, in modo da aumentare l’esposizione dello studente alle problematiche di tipo etico, inserendole fn dal primo momento nel suo progetto educativo. Obiettivo di fondo è quello di fare della Bioetica e delle sue implicazioni culturali la rete concettuale di riferimento, vera struttura portante, di tutto l’edificio formativo dello studente del DUI, dal momento che una vera innovazione oggi è possibile solo nel quadro di valori etici con cui l’infermiere si relaziona con il malato e la sua famiglia, elabora risposte coerenti per le nuove esigenze emergenti sul territorio e si dispone ad affrontare una linea di ricerca di alto profilo scientifico.
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Pessina, Adriano. "L’ermeneutica filosofica come sfondo teorico della bioetica." Medicina e Morale 45, no. 1 (February 28, 1996): 43–70. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.918.

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Abstract:
L’articolo esamina il rapporto tra l’ermeneutica filosofica e la bioetica, discutendo criticamente alcune tesi al riguardo di Hans Georg Gadamer, e argomenta la possibilità di uno statuto epistemologico della bioetica. L’Autore ritiene, infatti, che la verità nella ricerca di impianti teorici di bioetica che molti studiosi – soprattutto di formazione bioetica – tentano per fornire un quadro valutativo che si armonizzi con le concrete esigenze operative sollecitate dal progresso scientifico altro non riveli che una situazione di “fluidità” epistemologica della bioetica. Tale situazione, poi, viene enfatizzata dalla perdurante crisi dei modelli della razionalità occidentale e che coinvolge sia le discipline scientifiche sia la filosofia. La prospettiva ermeneutica intende mostrare che 1. la fluidità e la storicità dlle valutazioni e delle procedure di intervento costituiscono una condizione insuperabile; 2; la fusione tra l’atto della comprensione e il momento dell’applicazione sono necessari. Tenuto conto di certe pretese riduzionistiche della stessa ermeneutica, allora la giustificazione della bioetica come episteme passa attraverso la confutazione di tali pretese. L’articolo, intatti, sostiene la legittimità della bioetica non solo a livello pratico-valutativo, ma anche teorico-normativo.
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Wazlawick, Patrícia. "Pensiero filosofico della Cultura Umanistica come pressupposto alla Pedagogia Ontopsicologica: resultati del percorso formativo dei giovani nell’educazione universitariaPhilosophical thought of Humanistic Culture as a prerequisite to Ontopsychological Pedagogy: the training of young people in higher education results you." Saber Humano: Revista Científica da Faculdade Antonio Meneghetti 6, no. 8 (August 4, 2016): 29. http://dx.doi.org/10.18815/sh.2016v6n8.133.

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Abstract:
Ricerca esplorattiva ed empirica, approccio quantitativo-qualitativo, nell’interfaccia tra filosofia (pensiero filosofico della cultura umanistica), pedagogia ontopsicologica e educazione universitaria. L’obbiettivo generale è investigare come la pedagogia ontopsicologica contribuisce alla formazione personale/professionale dei giovani. Fondamentasi teoreticamente, in modo storico e pratico, nell’educazione, pedagogia ontopsicologica e formazione dei giovani nella contemporaneità. Il campione è stato formato con 49 giovani, studenti dei corsi di laurea in Amministrazione, Diritto e Sistemi Informativi, in una facoltà privata, localizzata in municipio al sud del Brasile. Questi giovani, età media di 25 anni, hanno risposto a tre test quantitativi di ricerca in due momenti diverse: quando si sono ingressati nei corsi di laurea, e di nuove mesi ad un anno dopo, caratterizando la seconda applicazione. I test utilizzati sono stati: a) Inventario dei Cinque Grandi Fattori della Personalità (Big Five); b) Scala Esistenziale di Längle; c) Test Forma Mentis. Dopo è stato applicato un questionario qualitativo con questione aperte, per raccogliere informazione di significati/sensi dei partecipanti che hanno avuto un maggior risultato di significanza statistica nell’applicazione dei test quantitativi. Lo studio ha realizzato analisi statistici e analisi del contenuto e del discorso. Con l’analisi e discussione dei risultati il problema di ricerca è stato risposto, siccome l’obbiettivo generale e gli obbiettivi specifici, producendo tre conclusioni principali. Si conclude che la pedagogia ontopsicologica contribuisce con resultati efficienti nell’aspetto psicologico dei giovani, una volta che la dinamica di sviluppo della personalità mentre il periodo studiato realmente esiste, e ausilia nello sviluppo sano personale, esistenziale e professionale degli studenti.
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Crubellate, João Marcelo. "LA NOZIONE DI ALTRO NELLA TEORIA KIERKEGAARDIANA DEGLI STADI ESISTENZIALI." Trans/Form/Ação 38, no. 1 (April 2015): 81–102. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-31732015000100006.

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Abstract:
Partendo dalla nozione kierkegaardiana dell'Io come un rapportarsi propongo discutere in questo testo il concetto di altro nei diversi stadi esistenziali: l'estetico, l'etico ed il religioso. Cerco prima di descrivire il problema dell'Io nella filosofia di Kierkegaard rispetto alla questione da lui enunciata fin dall'inizio del saggio sulla Malattia Mortale (KIERKEGAARD, 2013a), ossia che la coscienza possa porre a se stesso o debba esser posta da un altro. Poi la mia ricerca appunta verso la nozione dell'altro nell'estetico come occasione per il godere del se stesso e appunta anche verso la nozione dell'altro come immagine dell'Io, un secondo Io, nello stadio etico. Alla fine arrivo al religioso dove, per il teologo danese, l'altro prende il senso di un altro come altro, una realtà in sé, dato che nel religioso l'altro è, prima di tutto, il Dio – la vera fonte della realtà dell'Io stesso – ed è ancora il prossimo, tutte le altre persone che, insieme all'Io, devono nella sua singolarità diventare spirito, coscienza coesa nella esistenza. Quest'altro religioso è pertanto il punto centrale della filosofia sociale kierkegaardiana, giacché nella posizione del prossimo egli è infatti il primo Tu (KIERKEGAARD, 2003).
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Buongiorno, Erasmo. "L'aferesi tra arte e scienza." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S5—S8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1080.

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Abstract:
Arte e scienza, emozione e ragione rappresentano i fondamentali strumenti di conoscenza e di relazione dell'uomo con ciò che lo circonda, in un rapporto talora armonico, più spesso conflittuale, ma, sempre, fecondo. Oggi, quando solo le scienze sperimentali sembrano produrre conoscenze riproducibili, verificabili e in grado di spiegare il mondo com'è, relegando le scienze umane a un ruolo secondario, appare evidente, in realtà, come non possa esistere una scienza separata dalla filosofia di coloro che la coltivano, perché essa, sia nelle direzioni che intraprende che nei contenuti in cui si concretizza, è l'esito delle complesse stratificazioni culturali degli scienziati e vive nel suo tempo. L'Aferesi Terapeutica è una terra di confine, in cui le applicazioni tecnologiche seguono da vicino l'avanzamento della scienza, ma, talvolta, sembrano precederla, sembrano, cioè, crearsi loro stesse la strada e dettare i tempi della ricerca, in un nobile tentativo dell'uomo di superare la sua finitezza.
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Mela, Alfredo. "Per una sociologia dell'evento spaziale." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 127 (March 2022): 107–18. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127009.

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Abstract:
Il concetto di "evento" è usato in alcuni campi di ricerca della sociologia dell'ambiente e del territorio, ma non ha trovato sinora una definizione univoca e sviluppi coerenti. Tuttavia, esso è al centro di numerosi dibattiti nella filosofia contemporanea, così pure come in altri saperi. Il presente articolo esamina alcuni aspetti di tale riflessione, cercando di trarre da essa indicazioni per una più solida fondazione dell'idea dell'evento spaziale, inteso come fenomeno imprevisto e contingente, che si riferisce non unicamente agli effetti delle interazioni sociali, ma coinvolge al tempo stesso una molteplicità di elementi non-umani dotati di specifica agency, siano essi entità naturali o tecnologiche. Questo compito richiede anche di definire il rapporto tra l'evento e la situazione da cui prende origine, come pure le modalità con cui esso può dar vita ad una trasformazione radicale di questa. Basandosi su tali considerazioni, l'articolo si conclude ponendo la questione della sindemia di Covid-19 come evento catastrofico, dotato tuttavia di una potenzialità di trasformazione della situazione a vari livelli spaziali.
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CONRY, YVETTE. "LAMARCK, PENSEUR DE FRONTIÈRE1." Nuncius 9, no. 2 (1994): 559–92. http://dx.doi.org/10.1163/182539184x00955.

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Abstract<title> RIASSUNTO </title>È una presentazione generale dell'opera di Lamarck, opera sviluppatasi al confine fra campi e attività diversi: filosofia naturale, speculazione sulla natura e le leggi della vita, problemi tecnici della descrizione e classificazione dei materiali dei musei e delle collezioni, insegnamento al Muséum appena riformato, ambizioni ideologiche e patriottiche di un sapere unitario fondato scientificamente. Lamarck, pensatore di frontiera, era profondamente radicato nei suoi diversi ambienti. La struttura del Muséum, del resto, favoriva la reciproca fecondazione delle idee e discipline. Alla luce di un esame dei condizionamenti materiali e istituzionali di cui l'opera di Lamarck risentì, vengono considerati i suoi aspetti più importanti: la ricerca del sistema naturale di classificazione, il passaggio dalla botanica alla zoologia, l'idea di serie, il problema della diversità biologica, il trasformismo, il concetto di «organizzazione» (in tutte le sue implicazioni politiche, amministrative e pedagogiche, oltre che biologiche), la sistematizzazione del sapere, l'impostazione naturalistica delle questioni filosofiche e morali, il rapporto con i colleghi (in particolare con Cuvier).
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Fantasia, Francesca. "La filosofia critica e i suoi interpreti. Il nuovo Kant-Lexikon e la centralità della ricerca terminologica." RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, no. 3 (July 2018): 471–80. http://dx.doi.org/10.3280/sf2018-003005.

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Palazzani, Laura. "La formazione in Bioetica: modelli e contenuti." Medicina e Morale 47, no. 1 (February 28, 1998): 119–31. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.842.

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Abstract:
Il problema della formazione in bioetica è estremamente delicato e complesso e presenta due tipi di difficoltà, una di fatto, l’altra di principio. La difficoltà fattuale è legata alla giovane età di questa disciplina e, conseguentemente, alla mancanza di modelli consolidati di insegnamento; le difficoltà teoriche sono, invece, strettamente legate al carattere interdisciplinare (confronto e dialogo tra discipline diverse) e al pluralismo teoretico e pratico (pluralità di concezioni morali e giuridiche) che costituiscono la peculiarità della bioetica. La domanda che l’Autrice si pone è: quale formazione in bioetica? E soprattutto chi, come, quando, formare in bioetica? Ma soprattutto chi formare in bioetica? Occorre prima di tutto individuare i discenti ed operare una distinzione tra una formazione che tende al generale (ed è quindi diretta a tutta la società) e una formazione che tende allo specifico (rivolta a chi opera nel settore socio-sanitario e a chi non opera direttamente o indirettamente nella sanità). Il come formare in bioetica riguarda invece tre settori: il sapere (conoscenza dettagliata della ricerca scientifica e della tecnologia, applicata alla biologia e alla medicina, della struttura socio-sanitaria, della teologia e della filosofia), il saper fare e il saper essere (è importante sapersi calare dal piano teorico-conoscitivo a quello applicativo ed esperienziale, sia dell’agire, sia dell’essere). La questione del quando formare in bioetica non è stata ancora risolta. Anche quella del chi forma in bioetica è ancora in fase di sperimentazione: sarebbe auspicabile una équipe di docenti di materie diverse ma interagenti.
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Pietrzak-Thébault, Joanna. "Universale o particolare?" Tabula, no. 17 (November 16, 2020): 293–314. http://dx.doi.org/10.32728/tab.17.2020.11.

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Abstract:
La Polonia nei tempi del Rinascimento si situava su un territorio ben diverso rispetto a quello di oggi: molto più esteso e rivolto molto di più verso l’oriente. Un territorio polonizzato, a volte perfino trattato come colonizzato (secondo un punto di vista), dove pochi centri culturali, anche se alcuni di un grande rilievo, furono sparsi attraverso un vasto territorio. Essi non rispecchiavano la realtà delle etnie presenti entro i confini della Repubblica Nobiliare ma influivano fortemente il mescolarsi ulteriore e lo sviluppo dei paradigmi culturali del vasto paese. Tracciare la storia del pensiero umanistico nonché quello della diffusione della filosofia e della retorica pare facilitato da un panorama delle istituzioni d’insegnamento, a cominciare dall’Accademia di Cracovia, la futura Università Jagellonica, fondata nel 1364. Il centro accademico concorreva con la corte reale che continuava a costituire un luogo particolarmente vivace della vita intellettuale. L’influsso degli studi intensi dello Stagirita si facevano sentire perfino nel centro di studi rabbinici nella città di Kazimierz nelle vicinanze del castello e dell’ateneo. Se l’insegnamento della filosofia nel corso del Cinquecento attraversa fasi diverse, per chiudersi finalmente verso la fine del secolo in un nominalismo eclettico e rigido, appare comunque una nuova forma dell’ateneo ideata su modello del Collegio Regio parigino, apparentemente capace di rinnovare non soltanto l’insegnamento ma anche la ricerca filosofica. L’Accademia di Jan Zamoysk situata nella sua città di Zamość ne costituisce, soprattutto durante il primo Seicento, il centro più vivace. Una svolta verso l’insegnamento pragmatico, al servizio degli affari pubblici è ormai visibile. Le stesse tendenze prevalgono nei programmi di collegi accademici di stampo protestante, situati soprattutto nella Pomerania e nelle città baltiche, anche se le basi ideologiche e religiose del loro insegnamento furono ben diverse. Finalmente saranno i collegi gesuiti, a partire perfino dagli anni sessanta del Cinquecento, seminati in tutto il paese, a diffondere (soprattutto presso i giovani nobili cattolici, ma anche allievi venuti da altri ambienti, siccome l’insegnamento fu gratuito e aperto a tutti coloro che volevano studiare) una conoscenza del latino, della retorica, della cultura antica al servizio di un’identità particolare, radicata nella tradizione antica, volta però al presente – verso il servizio pubblico e quello cittadino.
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García-Cuadrado, José Ángel. "Antonio LM, Il principio di coerenza. Senso comune e logica epistemica, Armando Editore, Studi di Filosofia - 13, a cura della Facoltà di Filosofia del Pontificio Ateneo della Santa Croce, Roma 1997,221 pp., 15 x 22, ISBN: 88-7144-707-7." Scripta Theologica 30, no. 3 (October 24, 2017): 949. http://dx.doi.org/10.15581/006.30.10884.

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Pellegrino, Marina Pia. "Edith Stein. Verso la “comunita’ di destino” attraverso la liberta’ e la grazia." Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 4, no. 2 (August 22, 2021): 61–73. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v4i2.27974.

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Abstract:
Il saggio di Edith Stein Libertà e Grazia , nel quale si sviluppano le sue riflessioni sulla comunità didestino, è stato ritrovato come manoscritto inedito e ha subito un percorso problematico prima diessere definitivamente datato e intitolato. Risalente al 1921, poco prima che l’autrice entrasse nellachiesa cattolica con il battesimo, e avendo come nucleo tematico l’incontro tra libertà umana egrazia divina, questa trattazione di filosofia della religione s’inserisce nel percorso filosofico edesistenziale che, dalla tesi di laurea sull’entropatia, ai lavori sulla Causalità psichica, su Individuo ecomunità e sullo Stato, caratterizza il periodo di ricerca della Stein come assistente di EdmundHusserl e quello subito dopo le sue dimissioni da tale incarico. E’ opportuno seguire a grandi linee ipassi di questo cammino, per scoprire come all’interno dell’analisi fenomenologica, che Edith avevafatto propria, emergano approfondimenti sulla struttura dell’essere umano, in particolare sull’anima,e questioni ad essi collegate, come quella della comunità di destino. Tale tipo di comunità, si inseriscenella riflessione, mai abbandonata dalla Stein, riguardante la relazione con l’altro, la libertà di aprirsio chiudersi all’incontro; essa si fonda sugli atti liberi di ciascuno e insieme sulla responsabilità cheognuno ha nei confronti della salvezza di tutti gli altri e viceversa. L’essere umano porta in sé lavocazione di proteggere anche il mondo animale, le creature inanimate e la natura. Il percorso diEdith, in un’osmosi tra pensiero e vita, si conclude con la sua offerta come “vittima di espiazione” afavore del suo popolo e in nome della nuova alleanza in Cristo, unico vero Mediatore per la salvezzadi tutti davanti a Dio.
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Eckmann, Augustyn. "Poszukiwanie i widzenie Boga w życiu i nauczaniu świętego Augustyna." Verbum Vitae 16 (December 14, 2009): 211–28. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1532.

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Abstract:
Il punto di partenza per il pensiero teologico di sant’Agostino e la filosofia. Nelle sue ricerche lui attinge dal pensiero greco (soprattutto da Platone ), poi dalla Sacra Scrittura e dai lavori dei precedenti filosofi cristiani, e in fine dalla sua propria esperienza. Come materia principale delle sue considerazioni egli prende Dio e l’anima. In questo modo le sue richerche filosofiche hanno un carattere religioso. Il motivo per cui Agostino limita le sue indagini a questi due punti proviene dal fatto che lui cerca la verita, e cioe Dio che fa fe lice l’anima com e la parte piu im portante e piu buona dell’uomo. Sant’Agostino considera l’uomo nella sua condizione umana, la quale si carattenzza di una frattura interiore nella sua ricerca della felicita, consistente nella contemplazione di Dio. La fe lici ta dell’uomo viene non dal stesso cercare la verita, ma dal possederla.
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Scardovi, Gabriele. "Le possibilità del pensiero tra libertà politica, sfera pubblica e ricerca della verità: Hannah Arendt e Alasdair MacIntyre a confronto." Pensando - Revista de Filosofia 6, no. 11 (August 14, 2015): 204. http://dx.doi.org/10.26694/pensando.v6i11.3777.

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Abstract:
Proponendo un confronto ragionato, anche se comprensibilmente circoscritto a un numero ridotto di temi, fra la riflessione di MacIntyre e il pensiero di Hannah Arendt, vorrei contribuire alla comprensione di che cosa, nell’opera del pensatore scozzese, si debba oggi tentare di mantenere, se non anche di valorizzare. Per questo mi richiamerò innanzitutto ai motivi per cui Arendt non ha mai accettato che un vero o presunto ritorno a una qualche tradizione filosofica potesse risolvere i tanti problemi nati al seguito dei soggettivismi e dei prospettivismi moderni, riassumibili nella considerazione che la modernità è stata l’occasione con cui la filosofia occidentale ha preso un sostanziale congedo sia dal common sense sia da quell’azione nella sfera pubblica che era essenziale al pensiero greco classico e che pure si trova alla base della concezione europea di una politica ispirata al modello deliberativo.
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Sánchez Leyva, Francisco. "BERTI, ENRICO, La ricerca della verità in filosofia, Edizioni Studium, Universale Sudium Nuova Serie vol. 41, Roma, 2014, 246 pp." Anuario Filosófico 48, no. 2 (July 1, 2015): 368–71. http://dx.doi.org/10.15581/009.48.2765.

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Colafranceschi, Daniela, and Joan Nogué. "Abitare l’intangibile: paesaggio e spazio pubblico." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 2 (January 27, 2022): 5–23. http://dx.doi.org/10.36253/rv-12447.

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Abstract:
Nella geografia complessa delle nostre città, quella dello Spazio Pubblico è entità oggi quanto mai flessibile, aperta e contraddittoria, concettualmente più permeabile e necessariamente rispondente ai cambiamenti così incisivi e profondi delle comunità che le abitano. Il progetto come dispositivo, in coerenza con il portato della Convenzione Europea del Paesaggio, indirizza le ragioni di una strategia di intervento sui valori intangibili come strumenti operativi che ne determinano qualità e successo. Livelli di identità e appropriazione diventano strumenti del fare, insieme a relazioni percettive e dinamiche, flessibilità e pluralità di funzioni, traiettorie e tempi che scandiscono forme e maniere di vivere ed abitare nelle città. Quando da ‘pubblici’ gli ambiti urbani passano ad essere collettivi, partecipati, quotidiani, condivisi. Quando da ‘spazi’ diventano ‘luoghi’. Il numero presenta ricerche, esperienze, tendenze e attitudini di progetto che lasciano emergere i caratteri di un progressivo allontanarsi da un’attenzione prevalente agli aspetti stilistico-formali e compositivi di piazze, strade, marciapiedi, passeggi, giardini, parchi per essere trattati come spazi emozionali della nostra esistenza. Esso raccogliere esperienze progettuali innovative in cui antropologia, filosofia, questioni sociali, si fondono alla composizione architettonica, all’urbanistica, alla progettazione urbana e alimentano ricerca, sperimentazione, sensibilità operativa per sostanziare un progetto di paesaggio più consapevole e complesso.
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Marcilla, J. "Alla ricerca dell'uomo. Lineamenti di antropologia filosofica; Filosofia: perché?; La veritá: quali vie? Lineamenti di filosofiadella conoscenza; Il potere in discussione, Lineamenti di filosofia della politica; Aa. Vv." Mayéutica 18, no. 46 (1992): 411–12. http://dx.doi.org/10.5840/mayeutica199218465.

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Pacciolla, Aureliano. "EMPATHY IN TODAYS CLINICAL PSYCHOLOGY AND IN EDITH STEIN." Studia Philosophica et Theologica 18, no. 2 (December 7, 2019): 138–60. http://dx.doi.org/10.35312/spet.v18i2.29.

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Abstract:
By Stein Edith: Zum problem der Einfühlung, Niemeyer, Halle 1917, Reprint der OriginalausgabeKaffke, München 1980, trad. it. Il problema dell’empatia, trad. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Studium, Roma 1985. Beiträge zur philosophischen Begründ der Psychologie und Geisteswissen schaften: a) Psychische Kausalität; b)Individuum und Gemeinschaft, «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung», vol. 5, Halle 1922, pp. 1-283, riedito da Max Niemeyer, Tübingen 1970, trad. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, trad. di A. M. Pezzella, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1996. Was ist Phänomenologie?, in Wissenschaft/Volksbildung, supplemento scientifico al «Neuen Pfälzischen Landes Zeitung», n. 5, 15 maggio 1924; è stato pubblicato nella rivista «Teologie und Philosophie», 66 (1991), pp. 570-573; trad. it. Che cosa è la fenomenologia? in La ricerca della verità – dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, pp. 55-60. Endliches und ewiges Sein. VersucheinesAufstiegszum Sinn des Sein (ESW II), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Nauwelaerts-Herder, Louvain-Freiburg 1950, trad. it. Essere finito e essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere, trad. it. di L. Vigone, rev. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1988. Welt und Person. BeträgezumchristlichenWahrheitstreben (ESW VI), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Newelaerts – Herder, Louvain – Freiburg 1962, trad. it. Natura, persona, mistica. Per una ricerca cristiana della verità, trad. it. di T. Franzoni, M. D’Ambra e A. M. Pezzella, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1999. AusdemLebeneinerjüdischenFamilie (ESW VII), Herder, Freiburg i. Br. 1987, trad. it. Storia di una famiglia ebrea. Lineamenti autobiografici: l’infanzia e gli anni giovanili, Città Nuova, Roma 1992. Einführung in die Philosophie (ESW XIII), hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Introduzione alla filosofia di A. M. Pezzela, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1998. Briefean Roman Ingarden 1917-1938 (ESW XIV), Einleitung von H. B. Gerl-Falkovitz, Anmerkungen von M. A. Neyer, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Lettere a Roman Ingarden, trad. it. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001. Potenz und Akt. StudienzueinerPhilosophie des Seins (ESW XVIII), bearbeitet und miteinerEinfürungversehen von H. R. Sepp, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1998, trad. it. Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 2003. By others on Edith Stein and Empathy: Albiero, Paolo and Matricardi Giada, Che cos’è l’empatia, Carocci, Roma, 2006. Ales Bello, Angela, Empathy, a return to reason, in The self and the other. The irreducibile element in a man. Part I, ed. by A. T. Tymieniecka, Dordrecht-Boston, Reidel Publishing Company, in «Analecta Husserliana», 6 (1977), pp. 143-149. – Edith Stein: da Edmund Husserl a Tommaso D’Aquino. In Memorie Domenicane, n. 7, n.s., 1976. – Edmund Husserl e Edith Stein. La questione del metodo fenomenologico, in «Acta Philosophica», 1 (1992), pp. 167-175. – Fenomenologia dell’essere umano – Lineamenti di una filosofia al femminile, Città Nuova, Roma 1992. – Analisi fenomenologica della volontà. Edmund Husserl ed Edith Stein, in «Per la filosofia», 1994, n. 31, pp. 24-29. – Lo studio dell’anima fra psicologia e fenomenologia in Edith Stein, in Sogno e mondo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1995, pp. 7-25. – Edith Stein. Invito alla lettura, Edizioni San Paolo, Milano 1999. – Edith Stein, Piemme, Casale Monferrato 2000. – Empatia e dialogo: un’analisi fenomenologica, in A. DENTONE (a cura di), Dialogo, silenzio, empatia, Bastoni Editrice Italiana, Foggia 2000, pp. 65-85. – L’universo nella coscienza. Introduzione alla fenomenologia di Edmund Husserl, Edith Stein, Hedwig Conrad-Martius, Edizioni ETS, Pisa 2003. – Persona e Stato in Edith Stein in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein. Una vita per la verità, «Quaderni dell’AIES», n. 1, Edizioni OCD, Roma 2005. – Edith Stein: lo spirito umano in cammino verso la santità in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein.Lo Spirito e la santità, «Quaderni dell’AIES», n. 2, Edizioni OCD, Roma 2007. Alfossi, Maura. et al., Guarire o curare? Comunicazione ed empatia in medicina, La Meridiana, Molfetta (BA), 2008. Balzer, Carmen, The Empathy Problem in Edith Stein, in Huusserlian Phenomenology in a New Key. Intersubjectivity, Ethos, the Social Sphere, Human Encouter, Pathos, ed. by A. T. Tymieniecka, Kluwe Academic Publisher, Dordrecht-Boston-London, in «AnalectaHusserliana», 35 (1991), pp. 271-278. 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Dugo, Sandra. "Felicità e infelicità nel pensiero di Giacomo Leopardi." Revista Italiano UERJ 12, no. 2 (July 13, 2022): 22. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.67585.

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Abstract:
ABSTRACT: Il percorso lungo il quale vorrei condurre i lettori riguarda il tema esistenziale, per alcuni versi antropologico e metafisico, da cui emergono con particolare intensità le riflessioni filosofiche di Giacomo Leopardi sulla ricerca della felicità. L’obiettivo non è stabilire se Leopardi sia un poeta pessimista o affermare il contrario, rischieremmo di ridurre il nostro studio a una interpretazione insoddisfacente. È importante ribadire la valenza filosofica delle sue opere, considerando che è impossibile ignorare il legame imprescindibile della produzione poetica con l’evoluzione del pensiero filosofico. Dall’analisi dei Canti emergono numerosi rinvii ai Pensieri e alla “teoria del piacere”, tema che compare ripetutamente nelle pagine che leggiamo e la cui evoluzione negli anni è progressiva. Il presente articolo ci conduce alle letture e agli studi della poesia e della filosofia degli antichi greci e latini. L’obiettivo di questo lavoro è l’approfondimento della teoria del piacere per comprendere come il pensiero esistenziale del filosofo aderisce alla poetica della suggestione e della memoria.Parole chiave: Giacomo Leopardi. Teoria del Piacere. Edonismo. Poetica della sugestione. Poetica della memoria. RESUMO: Quero propor um percurso de leitura sobre o tema existencial, por isso o presente trabalho comenta alguns aspectos antropológicos e metafísicos, dos quais emergem com particular intensidade as reflexões filosóficas de Giacomo Leopardi sobre a busca da felicidade. O objetivo deste artigo não é estabelecer se Leopardi é um poeta pessimista ou afirmar o contrário, correríamos o risco de limitar o nosso estudo a uma interpretação insatisfatória ou errada. É importante valorizar o significado filosófico de suas obras, considerando que é impossível ignorar a correlação essencial entre a produção poética e a evolução do pensamento filosófico. Analisando os Canti, observamos inúmeras referências e correspondências com os Pensamentos e com a “Teoria do Prazer”, tema frequente nas páginas que lemos e cuja evolução progressiva foi continua durante os anos. Este artigo nos leva às leituras e estudos da poesia e da filosofia dos antigos gregos e latinos. O objetivo deste trabalho é aprofundar a Teoria do Prazer para compreender como o pensamento existencial do filósofo adere à poética da sugestão e da memória.Palavras-chave: Giacomo Leopardi. Teoria do Prazer. Hedonismo. Poética da sugestão. Poética da memória. ABSTRACT: The path along which I would like to lead the readers concerns the existential theme, in some ways anthropological and metaphysical, from which the Giacomo Leopardi’s philosophical reflections about the theory of pleasure emerges with particular intensity. Thus, the my objective is not to establish that Leopardi is pessimistic or assert the opposite, we would risk reducing this study in a sterile and superficial interpretation. It’s important to reiterate the philosophical relevance of the Leopardi's works, considering that it’s impossible to ignore the essential relationship between the poetic production and the development of the philosophical thought. Analysing the Canti, we observe numerous references to Zibaldone “Thoughts” and to the “Theory of pleasure”; the theme appears repeatedly in the pages and whose evolution in the years is progressive. This article leads us to the readings and studies of the Greeks and Latins poetry and philosophy. The focus of this work is deepening the theory of pleasure and understanding how the Leopardi’s existential reflections adheres to the poetics of suggestion and memory.Keywords: Giacomo Leopardi. Theory of pleasure. Hedonism. Poetics of suggestion. Poetics of memory.
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SILVA, Wanessa Mayara da, and Simone Moura QUEIROZ. "Descrevendo Algumas Subjetivações de um Grupo de Licenciandos em Matemática." INTERRITÓRIOS 6, no. 12 (December 7, 2020): 389. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.249007.

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RESUMO O trabalho apresenta resultados do recorte de uma pesquisa mais extensa, cujo objetivo foi descrever os possíveis processos de subjetivações e/ou agenciamentos que perpassaram o devir docente de 22 licenciandos em Matemática da UFPE, Campus Caruaru. Conduzimos a pesquisa em conformidade com a Filosofia da Diferença, propriamente, com obras desenvolvidas a partir de estudos dos filósofos Michel Foucault (1999), Gilles Deleuze e Felix Guattari (1994) e Suely Rolnik (1996). No percurso metodológico, propomos aos referidos discentes que respondessem um questionário, com cinco perguntas discursivas e, para a descrição dos dados produzidos utilizamos a abordagem qualitativa. Como resultados deste estudo, constatamos que, as possíveis subjetivações e agenciamentos apontados pelos discentes pesquisados, foram: a falta de opção, baixa concorrência, facilidade de conseguir um emprego, amorosidade pela docência, o gosto e facilidade de compreender a Matemática durante a Educação Básica.Educação Matemática. Filosofia da Diferença. Subjetivação e Agenciamento. Desejo. Devir Docente.ABSTRACTThe work presents results of the cut of a more extensive research, whose objective was to describe the possible processes of subjectivations and / or agencies that went through the teaching process of 22 undergraduate students in Mathematics at UFPE, Campus Caruaru. We conducted the research in accordance with the Philosophy of Difference, properly speaking, with works developed from studies by the philosophers Michel Foucault (1999), Gilles Deleuze and Felix Guattari (1994) and Suely Rolnik (1996). In the methodological path, we propose to the referred students to answer a questionnaire, with five discursive questions and, for the description of the data produced, we use the qualitative approach. As a result of this study, we found that, the possible subjectivations and agencies pointed out by the researched students, were: the lack of option, low competition, ease of getting a job, love for teaching, the taste and ease of understanding Mathematics during Basic Education.Mathematical Education. Difference Philosophy. Subjectivation and Agency. Desire. Becoming a Teacher.RESUMENEl trabajo presenta resultados del corte de una investigación más extensa, cuyo objetivo fue describir los posibles procesos de subjetivación y / o agenciamiento que atravesaron a formación docente de 22 estudiantes de pregrado en Matemáticas de la UFPE, Campus Caruaru. La investigación fue realizada de acuerdo con la Filosofía de la Diferencia, propiamente, con obras desarrolladas a partir de estudios de los filósofos Michel Foucault (1999), Gilles Deleuze y Felix Guattari (1994) y Suely Rolnik (1996). En la ruta metodológica, proponemos a los estudiantes referidos responder un cuestionario, con cinco preguntas discursivas y, para la descripción de los datos producidos, utilizamos el enfoque cualitativo. Como resultado de este estudio, encontramos que las posibles subjetivaciones y agenciamiento señaladas por los estudiantes investigados fueron: la falta de opción, la baja competencia, la facilidad para conseguir trabajo, el amor por la docencia, el gusto y la facilidad para comprender las Matemáticas durante la Educación Básica. Educación Matemática. Filosofía de la Diferencia. Subjetivación y Agenciamiento. Deseo. Convertirse en profesor.SOMMARIOIl lavoro presenta i risultati del taglio di un'indagine più ampia, il cui obiettivo era descrivere i possibili processi di soggettivazione e / o assemblaggio che sono passati attraverso la formazione dei docenti di 22 studenti universitari in Matematica dell'UFPE, Campus Caruaru. La ricerca è stata condotta in accordo con la Filosofia della Differenza, propriamente, con opere sviluppate dagli studi dei filosofi Michel Foucault (1999), Gilles Deleuze e Felix Guattari (1994) e Suely Rolnik (1996). Nel percorso metodologico, si propone che gli studenti segnalati rispondano ad un questionario, con cinque domande discorsive e, per la descrizione dei dati prodotti, si utilizza l'approccio qualitativo. Come risultato di questo studio, abbiamo scoperto che le possibili soggettificazioni e assemblaggi indicati dagli studenti indagati erano: mancanza di scelta, bassa competizione, facilità di trovare un lavoro, amore per l'insegnamento, gusto e facilità di comprensione della matematica durante l'istruzione di base.Educazione matematica. Filosofia della differenza. Soggettivazione e Agenzia. Desiderio. Diventare un insegnante.
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Bobant, Charles. "Merleau-Ponty et l’art." Chiasmi International 21 (2019): 337–54. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20192131.

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Abstract:
Dans ce travail, nous tentons de démontrer que l’interrogation merleau-pontienne sur l’art s’ordonne selon trois mouvements spéculatifs distincts et successifs. Dans les années quarante, l’élaboration d’une phénoménologie de la perception conduit Merleau-Ponty à aborder l’art à partir de l’oeuvre d’art et du sujet percevant qui la reçoit, c’est-à-dire du spectateur. Au début des années cinquante, cette phénoménologie de l’oeuvre d’art et de la perception esthétique fait place à une philosophie de l’expression. Le point de départ du questionnement artistique change : il est, non plus le sens exprimé, mais l’acte expressif ou créateur. La signification de l’oeuvre d’art se voit dès lors ressaisie à partir du sens d’être de l’artiste : l’oeuvre est une réponse aux manques perceptifs de l’artiste. À la fin des années cinquante, le cheminement merleau-pontien connaît un tournant ontologique. Merleau-Ponty en vient à régresser en-deçà de l’artiste, vers l’Être même, lequel s’impose finalement comme le créateur véritable. La dernière philosophie de l’art merleau-pontienne prend dès lors les allures d’une traditionnelle philosophie de l’inspiration.In this work, we undertake to demonstrate that the merleau-pontian inquiry into art orders itself according to three distinct and successive speculative movements. In the 1940s, the elaboration of a phenomenology of perception led Merleau-Ponty to approach art starting from the work of art and the perceiving subject who receives it, the spectator. From the beginning of the 1950s, this phenomenology of the work of art and aesthetic perception gave way to a philosophy of expression. The point of departure for artistic questioning changes: it is no longer the meaning expressed, but the expressive or creative act. The signification of the work of art sees itself from this moment understood starting from the meaning of being for the artist: the work is a response to perceptive omissions (manques perceptifs) of the artist. At the end of the 1950s, the merleau-pontian progress of thought experiences an ontological turning. Merleau-Ponty wants to regress below the artist, toward Being itself, which imposes itself finally as the true creator. The last merleau-pontian philosophy of art takes from this moment the aspects of a traditional philosophy of inspiration.In questo lavoro cerchiamo di mostrare come l’interrogazione merleau-pontiana attorno all’arte si dispieghi secondo tre movimenti speculativi distinti e successivi. Negli anni Quaranta l’elaborazione di una fenomenologia della percezione porta Merleau-Ponty a esaminare l’arte a partire dall’opera e dal soggetto percipiente che la fruisce, ossia dallo spettatore. All’inizio degli anni Cinquanta, tale fenomenologia dell’opera d’arte e della percezione estetica cede il passo a una filosofia dell’espressione. Il punto di partenza dell’interrogazione artistica cambia: non è più il senso espresso, ma l’atto espressivo o creativo. Il significato dell’opera d’arte è quindi ricompreso a partire dal senso d’essere dell’artista: l’opera è una risposta alle lacune percettive dell’artista. Alla fine degli anni Cinquanta assistiamo a una svolta ontologica nell’itinerario merleau-pontiano. La ricerca di Merleau-Ponty ci conduce al di qua dell’artista, verso l’Essere stesso, che s’impone infine come l’autentico creatore. L’ultima filosofia dell’arte merleau-pontiana assume i contorni di una tradizionale filosofia dell’ispirazione.
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Suchecki, Zbigniew. "Wolnomularstwo w dokumentach Stolicy Apostolskiej i Kodeksie Prawa Kanonicznego, ze szczególnym uwzględnieniem dekretów Kongregacji Doktryny Wiary (1949-1983)." Prawo Kanoniczne 41, no. 3-4 (December 20, 1998): 133–86. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1998.41.3-4.06.

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Abstract:
La libera muratoria (comunemente chiamata massoneria) viene trattata e presentata in molte pubblicazioni sotto diversi aspetti e svariati punti di vista. Dal punto di vista del diritto canonico non esistono pubblicazioni riguardanti la libera muratoria, manca­no anche approfonditi studi critici in materia condotti in un'ottica comparata con la filosofia, la teologia e il diritto dai studiosi cattolici. Nella nostra ricerca, passando attraverso un confronto delle disposizioni della Chie­sa previste per la libera muratoria, facciamo un riferimento diretto alla legislazione della Chiesa contenuta nel Codice di Diritto Canonico del 1917 e a numerosi docu­menti emanati dai Papi e dalle Congregazioni, per arrivare alle disposizioni del Codice di Diritto Canonico del 1983. Negli ultimi secoli la massoneria, fosse essa regolare, legittima, irregolare o «devia­ta», senza distinzioni, è stata condannata da diversi Papi ìn circa seicento documenti. La questione comunque è quanto mai attuale perché molti cattolici appartengono alla libera muratoria. La divisione fondamentale, a mio avviso, comprende la fase pre­istituzionale e la fase istituzionale. Nella fase preistituzionale emergeva la massoneria operativa propensa alla costruzione delle cattedrali, delle basiliche e delle chiese; nella fase istituzionale si sviluppa la massoneria moderna detta speculativa. I liberi muratori londinesi, il 24 giugno 1717, nella festa di S. Giovanni Battista costituivano la Gran Loggia d'Inghilterra, la Gran Loggia Madre del Mondo. Fin dall'inizio, in un testo diretto a tutti i fedeli, emerge la preoccupazione per la difficile definibilità, a livello concettuale e terminologico, della libera muratoria con i suoi effetti negativi a livello della Chiesa e della societa civile. Leone XIII, nell'enciclica programmatica Quod sectam massonum: Humanum Ge­nus, del 20 aprile 1884, in modo significativo sottolinea gli effetti negativi delle socie­ta clandestine. L'enciclica costituisce un documento fondamentale di quel periodo. Nel CIC del 1917 il legislatore menziona esplicitamente la setta massonica e le altre associazioni dello stesso genere le quali incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede: «Chi si ascrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere, che macchinano contro la Chiesa o le legittime autorita civili, incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede» (c. 2335). Un graduale approfondimento della natura e dei fini della massoneria svolto da par­te della Chiesa, prima dell'emanazione della Dichiarazione sulla massoneria del 26 novembre 1983, Quaesitum Est, permise alla Congregazione di accertare le posizioni dottrinali, filosofiche e morali dell'istituzione. Mariano Cordovani in un articolo pubblicato in prima pagina dall'Osservatore Romano sostiene che «fra le cose che risorgono e riprendono vigore, e non solo in Italia, c'è la massoneria con la sua ostilita sempre rinnovata contro la Religione Catto­lica». Egli rileva un fatto che appare nuovo: «la voce che si sparge, nei diversi ceti sociali, che la massoneria di un certo rito non sia piu in contrasto con la Chiesa, che anzi sia avvenuto un accordo tra la massoneria e la Chiesa, in forza del quale anche i cattolici possono tranquillamente iscriversi alla setta senza pericolo di scomuniche e dì riprovazione». Dopo 57 anni dall'entrata in vigore del «Codex» del 1917 «molti vescovi hanno posto il quesito a questa S. Congregazione (per la Dottrina della Fede) circa il valore el'interpretazione del can. 2335 del C.I.C. che sotto pena di scomunica vieta ai cattolici d'iscriversi alle associazioni massoniche o ad altre dello stesso tipo. Il dialogo cattolico-massonico inizia con degli incontri informali tra esponenti della Chiesa Cattolica e della massoneria. Tali incontri ebbero iniziato in Austria, Italia e Germania. Per approfondire alcuni aspetti di questo tema, si possono consultare, an­che se in modo molto critico, diverse pubblicazioni. Negli anni 1974-1980 la Conferenza Episcopale Tedesca costituisce una Commis­sione ufficialmente incaricata di esaminare la compatibilità dell'appartenenza contem­poranea alla Chiesa cattolica e alla libera muratoria. La Commissione sostenne che «Indipendentemente da tutte le concezioni soggettive, l'essenza oggettiva si manifesta nei Rituali ufficiali della libera muratoria. Percio questi documenti vennero sottoposti ad un attento e lungo esame (negli anni 1974-1980); si tratta dei Rituali dei primi tre gradi, dei quali i massoni permisero di studiare i testi, anche se i colloqui non si riferi­rono solo ai Rituali». Il fatto che la libera muratoria metta in discussione la Chiesa in modo fondamentale non è mutato. La libera muratoria non e mutata nella sua essenza. L'appartenenza ad essa mette in questione i fondamenti dell'esistenza cristiana. L'esame approfondito dei Rituali della libera muratoria e del modo di essere massonico, come pure la odierna immutata autocomprensione di sé, mettono in chiaro che l'appartenenza contempora­nea alla Chiesa cattolica e alla Libera Muratoria è esclusa. Da diverse parti del mondo arrivavano domande alla S.C. per la Dottrina della Fede sul giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria. La normativa penale del Co­dice non prevede nessuna sanzione per i fedeli che si iscrivono alla massoneria, perché la medesima non viene espressamente nominata dal legislatore; quindi prima dell'ema­nazione della Dichiarazione l'iscrizione non costituiva un delitto punibile con sanzioni a meno che la massoneria non entrasse nella categoria delle associazioni «che com­plottano contro la Chiesa» (can. 1374) e questo si doveva provare. La Dichiarazione invece afferma che gli «appartenenti alle associazioni massoniche sono in peccato gra­ve» e proibisce ai fedeli appartenenti alle associazioni massoniche l'esercizio del dirit­to soggettivo fondamentale dei fedeli di accedere alla S. Comunione. «Solo Gesù Cri­sto e, infatti, il Maestro della Verità e solo in Lui i cristiani possono trovare la luce e la forza per vivere secondo il disegno di Dio, lavorando al vero bene dei loro fratelli».
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Mele, Vincenza. "Gli organismi geneticamente modificati: la lettura bioetica personalista." Medicina e Morale 54, no. 1 (February 28, 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.410.

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Abstract:
Le chiavi di lettura della bioetica della realizzazione e l’utilizzo degli OGM adottate nell’attuale dibattito culturale e filosofico sono: la filosofia del rapporto scienze sperimentali/etica e la filosofia del rapporto uomo/natura/ economia. Il rapporto scienze sperimentali/etica viene letto secondo due prospettive: la prospettiva scientista/progressista e la prospettiva precauzionista. La prospettiva scientista/progressista, cadendo nelle maglie della della fallacia scientifica e della fallacia naturalistica, sostiene che gli OGM sono eticamente da accettare, in quanto non si sono finora dimostrati dannosi. La prospettiva precauzionista, al contrario, supportata da un pregiudizio sostanzialmente antiscientifico, ritiene che la scienza non offra elementi di certezza sull’assenza di danno e che quindi spetti al diritto stabilire i criteri di accettabilità etica delle biotecnologie. L’orientamento personalista prende le distanze da entrambe, esprimendo i seguenti punti di vista: le scienze sperimentali, per il loro statuto epistemico, non possono offrire elementi di certezza assoluta sull’innocuità degli OGM, vanno quindi incrementate la ricerca e la sperimentazione case by case ed il follow-up nei lunghi tempi; i dati sperimentali finora acquisiti offrono elementi che sono probanti per stabilire il loro carattere di non dannosità e sono ritenuti irrinunciabili per un giudizio morale, che deve comunque tenere conto di elementi extrascientifici di valutazione. L’altro cardine filosofico di riferimento, che è i l rapporto uomo/natura/economia, si incentra sulla sostenibilità, concetto di matrice economica. I criteri della sostenibilità debole e della sostenibilità forte vedono rispettivamente la predominanza dello sviluppo economico sulla natura oppure la priorità della preservazione assoluta della natura sullo sviluppo. I diversi significati di sostenibilità sono motivati da concezioni radicalmente diverse di natura: la natura come risorsa, la natura come bene intangibile. L’orientamento personalista permette di superare la dicotomia incremento dello sviluppo/tutela della natura, con un radicale cambiamento di prospettiva, uno sviluppo non più sfrenato ed autonomo, che diventa sapiente amministrazione, ed una natura non più fine a se stessa, che diventa dono. Il concetto di amministrazione del dono affonda le sue radici nel libro della Genesi, laddove è scritto che Dio creò l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. L’imperativo del coltivare sollecita l’uomo ad impegnare la sua intelligenza e la sua libertà per fare fruttificare il giardino, con l’avvertenza però di non dimenticare che esso proviene da una “originaria donazione di Dio”. L’imperativo del custodire chiama in causa la responsabilità dell’uomo nel custodire l’essere, l’essere delle cose e l’essere dell’uomo, che dalla creazione sono inscindibilmente connessi. Ed è proprio la connessione originaria che impone alla bioetica questa come domanda etica di fondo: nel nostro rapporto con la natura, che cosa perdiamo o acquistiamo di noi stessi, che uomini diventiamo? In definitiva il vero sviluppo che siamo chiamati a realizzare non riguarda l’economia e quindi l’avere di più ma la pienezza di un’umanità autentica, e quindi l’essere di più mediante l’agire virtuoso: un agire prudente, temperante e, per ultimo, ma non da ultimo, giusto. ---------- The reading keys of bioethics about the creation and the utilization of GMO that are adopted in contemporary cultural and philosophical debate are: the philosophy of experimental sciences/ethics relationship and the philosophy of man/nature/economy relationship. The experimental sciences/ethics relationship could be read following two perspectives: the scientistic-progressist perspective and the precautionary perspective. The scientistic-progressist perspective, getting involved in the scientific and naturalistic fallacy, sustains that GMO are ethically acceptable because up to now they do not prove to be harmful. On the contrary, the precautionary perspective, supported by a substantially antiscientific prejudice, affirms that science does not offer elements of certainty about the absence of damage and that thus it is up to the right to establish the criteria of ethical acceptability of biotechnologies. The personalist approach dissociates itself from both perspectives, affirming the following points of view: experimental sciences, because of their epistemic statute, can not offer elements of absolute certainty about GMO harmlessness, so it is necessary to increase research, case by case experimentation and long-term follow-up; experimental data acquired up to now offer probative elements for establishing their character of harmlessness and that are considered as irrenounceable for a moral judgement which in any case must take into account extra-scientific elements of evaluation. The other philosophical support of reference, the man/nature/economy relationship, is based on sustainability, a concept having an economical matrix. The criteria of weak and of strong sustainability reflect respectively the prevailing of economic growth over nature or the priority of absolute preservation of nature over development. The different meanings of sustainability derive from radically different ideas of nature: nature as a resource, nature as intangible good. The personalist approach allows to overcome the dichotomy between the increase of development and the protection of nature through a radical change of perspective, a development which is no more unbridled and autonomous, which becomes wise administration and a nature which is no more an end in itself but becomes a gift. The idea of administration of the gift is rooted in the Book of Genesis, where it is written that God created man and put him in the Garden of Eden to dress it and to keep it. The imperative of dressing it urges man to use his intelligence and freedom to make the garden fructify, with the advise of never forgetting that it derives from a “God’s prior and original gift”. The imperative of keeping it involves man’s responsibility in keeping the being, the being of things and the being of man that from creation are inseparably connected. It is precisely this original connection that imposes on bioethics the following question as a basic ethical question: through our relationship with nature, what we lose or acquire of ourselves, what kind of men we become? Finally, the true development we are called to realize does not concern economy and thus having more, but the fullness of an authentic humanity, that is to say being more by acting virtuously: acting prudently, temperately and, last but not least, rightly.
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Gonnella, Elia. "Intimità sonore." De Musica, February 13, 2023. http://dx.doi.org/10.54103/2465-0137/18474.

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Abstract:
Come possono essere connessi il suono e lo spazio al di là di una posizione prettamente metaforica? La filosofia del suono, l’estetica e la musicologia da decenni hanno mostrato un interesse crescente per la ricerca sullo spazio. Il modo in cui interagiamo, comunichiamo e raccogliamo informazioni sullo/nello spazio è radicato nel suono in un modo completamente differente da quello della metaforica musicale. Nell’articolo propongo un’analisi del ruolo che il suono riveste nella costituzione sia dello spazio sia delle relazioni d’intimità che vi si installano. A partire dagli spunti che E. T. Hall ci dà per delineare una nuova comprensione della stessa prossemica che includa l’esperienza sonora, sostengo che suono, silenzio e rumore siano necessari per delineare lo spazio intimo e il modo in cui vi interagiamo. Muovendo dal punto di vista della prossemica classica l’analisi verte quindi sulle relazioni tra suono, spazio e corpo dialogando con la fenomenologia, l’antropologia, la semiotica e la filosofia dello spazio.
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Proietti, Domenico. "Oggettivare e oggettivazione, oggettificare e oggettificazione." XXII, 2022/3 (luglio-settembre), no. 22 (July 6, 2022). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2022.20794.

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Abstract:
Sul verbo oggettivare e sui deverbali oggettivazione e oggettificazione sono pervenuti due quesiti: un lettore, rilevando che il verbo oggettivare è usato “nell’ambito della ricerca scientifica ed in filosofia”, chiede perché esso “non è presente nei vocabolari”; una lettrice, nella convinzione che oggettivare significhi ‘rendere oggettivo’ e oggettificare ‘considerare come oggetto’, ‘spersonalizzare’, chiede quale eventualmente sia la differenza di significato tra i sostantivi oggettivazione e oggettificazione che trova usati come sinonimi nella locuzione oggettivazione/oggettificazione sessuale.
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Leite Neto, Eduardo. "A Nova Scientia Tentatur de Vico e a Filologia." Revista Primordium, October 8, 2021. http://dx.doi.org/10.14393/reprim-v6n11a2021-61467.

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Abstract:
A Nova Scientia Tentatur de Vico e a Filologia Resumo: O objetivo deste trabalho se situa na exposição dos critérios abordados pelo filósofo Giambattista Vico (1668–1744) em atribuir à filologia e filosofia um caráter científico quanto às suas metodologias. O pensador napolitano encarava essas duas grandes ciências como valoradas a desvelar o aparato epistemológico da natureza humana. Dessa forma, a partir dos escritos de 1720–1722 (De uno e o De constantia iurisprudentis), envoltos às tratativas jurídicas no encalço de uma fonte jurisfilosófica da humanidade, tece sua argumentação ao tratar do equânime direito das gentes e sua necessidade ao bem-estar das repúblicas. Entretanto, ao identificar as várias etimologias e as diversas passagens históricas que demarcaram a caminhada humana, concentra, a partir de então, sua busca ao entorno da natureza humana, porém, apoiando-se à constância da razão, isto é, da filosofia, e à autoridade marcada pela filologia em se debruçar na cronologia e nos costumes humanos. Portanto, é mediante esses pressupostos que o filósofo busca na filologia, uma nova Scientia. Palavras-chave: Filosofia; Filologia; Giambattista Vico; Ciência; Científico. La Nova Scientia Tentatur di Vico e la Filologia Riassunto: L'obiettivo da questo lavoro è situato nella esposizione degli criteri abbordato per il filosofo Giambattista Vico (1668-1744) in attribuire alla filosofia e filologia un carattere scientifico nelle sue metodologie. Il pensatore napoletano fissava queste due grandi scienze come apprezzate a svelare il comune struttura epistemologica alla natura umana. Così, a partire delle scritte del 1720-1722 (De uno e il De constantia iurisprudentis), involti alle trattative giuridiche nel incalzo di una fonte giurisfilosofica della umanità, scrive suo argomento al trattare del'equanime diritto delle genti, e la sua necessità al benestare delle repubbliche. Tuttavia, al identificare le varie etimologie e le diverse passaggi storici che delimitano il camminare umano, concentra d'allora in poi, la sua ricerca all'intorno della natura umana, nonostante basandosi alla costanza della ragione cioè della filosofia, alla autorità tracciata per la filologia in chinarsi nella cronologia e costumi umani. È per questo che mediante queste presupposti il filosofo cerca nella filologia, una nuova Scientia. Parole-chiave: Filosofia; Filologia; Giambattista Vico; Scienza; Scientifico.
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Mattos, Tatiana Morita Nobre, and Uberto Afonso Albuquerque da Gama. "Basi della cultura indù: le scuole filosofiche e il loro contributo alla spiritualità mondiale." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, March 30, 2021, 43–72. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/filosofia-it/spiritualita-mondiale.

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Abstract:
La cultura indù è una delle strutture filosofiche più antiche e complete con uno scopo spiritualista formulato nella storia dell’umanità. Riconosciuto per la sua profondità, complessità e ampiezza di ragionamento, che associa virtuosamente la radice scientifica ai soggetti spirituali nelle spiegazioni sulla manifestazione e sulla realtà divina. Questo articolo, il cui obiettivo generale è quello di presentare le basi su cui si basava questo sistema filosofico-culturale e la sua struttura di pensiero, e, per obiettivi specifici, di dimostrare come ha contribuito alla formulazione delle principali religioni e filosofie del mondo, che mirano ad aiutare l’uomo a ritrovare la sua vera natura. Come metodologia, è stata condotta una ricerca bibliografica che ha riguardato sia gli autori occidentali, i ricercatori di cultura e filosofia dell’Oriente, sia gli autori orientali, rinomati per la loro spiegazione sugli studi della tradizione indù. Si è scoperto che le opere che spiegano l’influenza dell’antica struttura del pensiero filosofico e scientifico orientale, in particolare la tradizione indù, presentano la profondità e la dedizione che questo tema richiede e testimoniano la necessità di continuità ed espansione dello studio svolto.
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Marturano, Antonio. "Biologi molecolari: hacker di dati umani? Bioetica e proprietà intellettuale nella ricerca bioinformatica." Medicina e Morale 55, no. 4 (August 30, 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.349.

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Abstract:
L’oggetto del presente articolo è quello di studiare i limiti e le sfide dell’analogia tra le attività dei biologi molecolari e quelle degli hacker informatici. Partendo da questa analogia, l’Autore tenta di esplorare i diversi problemi etici e sociali che emergono dalla nuova genetica e dai modi in cui essa viene regolamentata. Viene mostrato in primis il background che giace dietro la proposta analogia tra hacker informatici e biologi molecolari e viene analizzato il senso per cui possiamo parlare di questi ultimi alla stregua di hacker informatici. Ciò dà il destro per analizzare alcune delle tecniche usate dai genetisti. In particolare è analizzato il cosiddetto metodo di sequenziazione Shotgun che spiega perché i biologi molecolari possono essere visti come hacker di dati umani. Infine, l’Autore spiega perché la filosofia Open Source usata in campo informatico potrebbe essere un buon modo per regolamentare la ricerca genetica e farmaceutica. Infatti, la filosofia Open Source darebbe la possibilità di una più equa redistribuzione delle opportunità di ricerca intorno al globo mediante l’accantonamento di regolamentazioni basate sulle licenze e con il ripristino dell’uso dello strumento legale del copyright nel sensibile campo della genetica. ---------- The objective of this research is to study the limits and the challenges of the analogy between molecular geneticists' work and hackers' activities. By focusing on this analogy, the Author aims to explore the different ethical and philosophical issues surrounding new genetics and its intelletual property rights (IPR) regulations. The paper firstly shows the philosophical background lying behind the proposed analogy and analyses the sense in which we can talk of geneticists; in particular, it focuses on the so-called Shotgun method for genomic sequencing. After having provided reasons for the proposed anaogy, the Author claims that the Open source philosophy used in the computer field would be a good way to regulate research in the genetics and in pharmaceutical field too. The Open source philosophy would provide fair distribution of research opportunities around the globe with the shift from patenting to copyright in sensitive fields such as genetics.
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Guerra López, Rodrigo. "Por una bioética sin adjetivos (III) Importancia de las relaciones entre ética y biología para la constitución de la bioética." Medicina e Morale 57, no. 5 (October 30, 2008). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2008.269.

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Abstract:
L’autore continua nell’esame degli elementi necessari alla fondazione di una Bioetica “senza aggettivi”, ossia di una Bioetica che, lontana da qualsiasi riferimento di tipo ideologico, assuma i connotati di una scienza “in senso stretto”. Nel presente contributo, l’attenzione viene posta, in particolare, sulla relazione intercorrente tra tre differenti forme di sapere: la Biologia, che è una scienza sperimentale; l’Etica, che è una scienza pratico-normativa; la Bioetica, che è una materia interdisciplinare. La suggestiva tesi proposta è che anche la biologia, sebbene rappresenti una scienza sperimentale, possieda una filosofia implicita al momento della sua elaborazione e della sua espressioni. In altre parole, ogni ricerca relativo all’ambito della Biologia presupporebbe una precomprensione di tipo filosofico dal momento che è proprio di questa scienza esprimersi oltre il momento puramente descrittivo-sperimentale. ---------- The author continues to examin the elements that are necessary to the foundation of a Bioethics “without adjectives”, that is a Bioethics which, far from any ideological reference, assumes the characteristics of a science in the strict sense. In the present contribution, the attention is given, particularly, to the existing relationship among three different forms of knowledge: Biology, that is an experimental science; Ethics, that is a practical-normative science; Bioethcis, that is an interdisciplinary subject. The suggestive proposed thesis is that also Biology, although it represents an experimental science, has an implicit philosophy during its elaboration and its expressions. In other words, every research related to the circle of Biology would presuppose a philosophical precomprehension as this science expresses itself beyond the purely descriptive-experimental moment.
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