Academic literature on the topic 'Filosofia epistemica della ricerca'

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Journal articles on the topic "Filosofia epistemica della ricerca"

1

Macut, Ivan. "Il compito della storia della filosofia secondo filosofo croato Alberto Bazala nel primo volume della sua opera Storia della filosofia." Služba Božja 59, no. 4 (November 11, 2019): 407–21. http://dx.doi.org/10.34075/sb.59.4.1.

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Abstract:
In questo articolo stiamo esplorando il compito della storia della filosofia secondo il filosofo croato Alberto Bazala, e ciò di cui lui ha scritto nel suo importante lavoro La storia della filosofia. Dopo brevi osservazioni introduttive e nel primo capitolo un breve resoconto della vita e del lavoro di Alberto Bazala, passiamo al secondo capitolo in cui presentiamo schematicamente il lavoro di Bazala intitolato La storia della filosofia. Volume I. La storia della filosofia popolare dei greci. Il terzo, e anche il principale, capitolo affronta il compito della storia della filosofia, come lo vede Bazala, ed è diviso nei seguenti argomenti: L'importanza della storia della filosofia; il doppio compito della storia della filosofia; fattore socio-culturale; tripla interpretazione dei sistemi filosofici; critica del singolo sistema; il valore della storia della filosofia; l'importanza della storia della filosofia; problemi filosofici e, infine, la divisione della storia della filosofia. Nella conclusione del documento, descriviamo sistematicamente ed evidenziamo i punti principali dell'approccio positivo di Bazala alla storia della filosofia, e delineammo brevemente la sua relazione con la ricerca della filosofia nazionale croata.
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Pozzo, Riccardo. "Il Valore della Ricerca Lessicografica per lo Storico della Filosofia." Philosophica: International Journal for the History of Philosophy 18, no. 36 (2010): 149–56. http://dx.doi.org/10.5840/philosophica2010183628.

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3

Prilleltensky, Isaac, and Caterina Arcidiacono. "Modello ecologico e migranti: benessere, giustizia e potere nella vita degli immigrati." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001002.

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Abstract:
Il contributo descrive anzitutto il modello ecologico multidimensionale di Prilleltensky e come esso si declina a livello individuale, relazionale,organizzativo, comunitario e ambientale in relazione all'oppressione, al benessere e al processo di liberazione. Vengono in particolare esaminati gli elementi che agiscono nella trasformazione e che permettono il potenziamento delle risorse e dei punti di forza. Attenzione č data infine alla definizione ed esplicitazione dei valori e dei diritti del singolo e della comunitŕ al fine di definire quale sia la validitŕ epistemica e trasformativa della ricerca e dell'intervento in psicologia di comunitŕ alla luce di tale modello. Lo scopo precipuo dell'articolo consiste nell'esplicitare le variabili in gioco nella condizioni di vita dei migranti, enucleando i fattori di protezione e di rischio da considerare per valutarne il benessere e le modalitŕ d'inserimento nei contesti di accoglienza.
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Piaia, Gregorio. "Fra tradizione e innovazione: la "storia dei filosofi" in età antica, medievale e moderna." Trans/Form/Ação 34, no. 3 (2011): 3–15. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-31732011000500002.

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Abstract:
Il graduale passaggio dall'antica "storia dei filosofi" alla moderna "storia della filosofia" viene qui ricostruito nelle sue fasi essenziali, alla luce della dialettica fra tradizione e innovazione, che caratterizza il dialogo filosofico inteso in senso diacronico. Ma in che senso è ancora possibile, oggi, parlare di una "storia della filosofia" distinta sia dall'attività filosofico-ermeneutica sia dalla ricerca strettamente storica, qual è quella condotta dalla Intellectual history?
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Di Dio, Cinzia. "Transdisciplinarità." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 36 (February 2022): 49–54. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036005.

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Abstract:
La metodica della risonanza magnetica funzionale consente l'esplorazione dei processi cerebrali, che sono alla base dei comportamenti umani. L'interesse di ricerca si è concentrato soprattutto sui processi cerebrali connessi con l'esperienza estetica. La ricerca neuroscientifica trova riferimento continuo con l'osservazione del comportamento umano, nonché con l'universo delle scienze umane, in particolare della psicologia e della filosofia. L'avanzamento della ricerca neuroscientifica ha condotto al confronto con la sociocognizione in chiave motoria, fino al costrutto della teoria della mente e alla sintonizzazione del comportamento altrui. Transdisciplinariamente sono stati rilevanti gli approdi con la teoria dell'attaccamento di Bowlby e il concetto freudiano di empatia, che hanno trovato verifica empirica nelle più recenti scoperte fisiologiche e neuroscientifi-che. Uno dei settori che nel futuro sarà più rilevante per le neuroscienze, e che implicherà di per sé un approccio transdisciplinare, è quello del rapporto tra uomo e robot. La domanda frequente "quale è il significato profondo della ricerca neuroscientifica?" può trovare risposta solo se si ammette e se si sviluppa il dialogo con le altre discipline e delle scienze umane e delle scienze della natura.
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6

Casini, Paolo. "Darwin e la filosofia vittoriana." PARADIGMI, no. 2 (July 2011): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-002002.

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Abstract:
All'inizio ditre citazioni di Whewell, Butler e Bacone introducono il lettore ai dilemmi "filosofici" di Darwin: l'alternativa tra la creazione iniziale secondo leggi o per singoli eventi; il rifiuto della finalitŕ; l'antitesi caso/necessitŕ; la guerra della natura e la legge di natura; il problema del male. Erano echi dalla cultura teologica che Darwin discusse piů volte, mentre le sue rare citazioni di Hume e Comte, la confutazione di McCulloch, i suoi rapporti con filosofi contemporanei come Whewell, Herschel, Spencer, Huxley, Mill confermano il suo rifiuto della finalitŕ in natura, il suo atteggiamento di scepsi e di prudenza sui massimi problemi, e la piena consapevolezza di aver radicalmente ribaltato, con l'ipotesi dell'evoluzione, l'antico orgoglio antropocentrico della specie, e di aver aperto la strada a una nuova ricerca filosofica sull'uomo.
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Canevacci, Massimo. "Epistemophilia: Lentezza, fratture, paresi dell’auto-ricerca verso un’antropologia-non-antropocentrica." MATRIZes 16, no. 3 (January 2, 2023): 153–68. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1982-8160.v16i3p153-168.

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Abstract:
La ricerca percorre la mia esperienza personale prima di entrare all'università e dopo, da quando ho iniziato a insegnare e a fare ricerca. L'identità del ricercatore si pluralizza dopo aver criticato il metodo della dialettica e della sintesi, per affermare una visione transitiva basata su una costellazione mobile che richiama alcuni concetti mutanti e fondamentali: feticismo, sincretismo, polifonia, eteronomia, diaspora, amicizia, stupore, ubiquità, genere , indisciplina e Marx66. L'etnografia si presenta come un tentativo di attraversare antropologia e filosofia visto trovarsio al crocevia del chiasma.
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Bianchini, Sara. "Kant e la Rivoluzione Francese: liberali e/o reazionari fra passione e storia." Argumentos - Revista de Filosofia, no. 22 (November 18, 2019): 72–90. http://dx.doi.org/10.36517/argumentos.22.7.

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Abstract:
L’articolo nasce dal tentativo di trovare una connessione all’interno di parte della filosofia kantiana fra i tre termini di “passione”, “storia” e “Rivoluzione” (soprattutto francese). La sua intenzione fondamentale è quella di rispondere alle seguenti domande: che ruolo hanno le passioni nel sorgere della storia? E quale significato ha rappresentato la Rivoluzione Francese nel corso delle vicende umane? La ricerca si è occupata principalmente del commento di alcune delle nove tesi del testo kantiano Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico ma si è basata anche su altri testi del filosofo di Könisberg, quali Il conflitto delle Facoltà ed i Principi metafisici della dottrina del diritto. Essa si è articolata intorno ai seguenti punti: il ruolo della socievole insocievolezza nel far nascere la società e dunque la storia, il ruolo del popolo nel determinare la storia, la posizione kantiana a favore e poi contro la Rivoluzione Francese. Cercando di determinare se si possa mantenere una linea di sostanziale continuità, nonostante le differenze, nel pensiero kantiano sulla Rivoluzione Francese espresso nei testi sopracitati, l’articolo s’interroga anche sul rapporto fra procedere della ragione nella ricerca della conoscenza e della crescita morale, e filosofia della storia (ragionando particolarmente sul confronto fra l’idea di “fine” della storia e l’uso della ragione, un confronto mediato dal concetto di “organizzazione”).
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Calcaterra, Rosa M. "Post-filosofia e migliorismo La sfida estetica di Richard Rorty." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 44 (September 2012): 7–24. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-044001.

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Abstract:
La centralitÀ della categoria temporale del futuro e la preminenza della "conversazione umana" sono gli aspetti basilari della versione rortiana del pensiero democratico americano e della filosofia pragmatista. Nel rinnovare gli assunti di base del migliorismo statunitense, Rorty chiama in causa le consonanze tra autori come John Dewey e William James e le istanze anti-fondazionaliste provenienti dall'Europa, in vista di un ripensamento radicale della pratica filosofica. Essa va intesa non piů alla stregua di una ricerca dei fondamenti ultimi della realtÀ ma piuttosto come un impegno edificante basato sul criterio della Social Hope. Gli autori del pragmaatismo sono frequentati con disinvoltura da Rorty, che condivide con James e particolarmente con Dewey la fiducia nella capacitÀ costruttiva dell'intelligenza umana e nella cooperazione sperimentale degli individui, accantonando invece Peirce e la sua importante nozione di "infinite hope".
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Migliorini, Damiano. "Lineamenti di cristeologia. «Fede critica» e umiltà epistemica: il rapporto ragione-fede al confine tra meta-teologia, metodologia e vita." TheoLogica: An International Journal for Philosophy of Religion and Philosophical Theology 1, no. 1 (July 19, 2017): 94–147. http://dx.doi.org/10.14428/thl.v1i1.103.

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Abstract:
Il rapporto tra fede e ragione è la questione meta-teologica per eccellenza. L’autore si propone dunque d’indagare se il modello oggi prevalente di “ragione umile” – basato su fallibilismo e umiltà epistemica – sia il più adeguato per esprimere le verità teologiche, anche alla luce del dibattito interno al teismo contemporaneo (teologia razionale). Per rispondere a questa domanda è necessario esaminare lo statuto epistemologico della verità umana e della verità di fede, per poter elaborare un metodo comune alle discipline scientifiche, filosofiche e teologiche, capace di trovare un equilibrio tra fideismo e positivismo teologico. Dopo una breve panoramica storica dei rapporti tra fede e ragione nel pensiero occidentale (con particolare attenzione alla dottrina dei praeambula fidei), l’articolo cercherà di mostrare come, nel paradigma della verità relazionale e del fallibilismo sia necessario integrare il problema delle fonti, dell’autorità, del concetto di ispirazione e della nozione di “rivelazione”, giacché contraddistinguono la teologia rispetto alla filosofia. Si mostrerà infine come la dimensione comunitaria e della scelta (appello alla libertà) siano connaturate alla teologia intesa come fede critica, la cui peculiarità è di collocarsi senza nostalgie nel mezzo tra fideismo, razionalismo e un certo relativismo. Dal percorso emergerà infine la proposta di una nuova cristeologia.
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Dissertations / Theses on the topic "Filosofia epistemica della ricerca"

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HOLZKNECHT, ORNELLA. "Dalla scrittura autobiografica alla scrittura di introspezione: la prospettiva clinica della scrittura di se' nei linguaggi della cura." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/30153.

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Abstract:
Uno studio intriso di interrogativi linguistici, di significati semantici, di ricorrenze etimologiche che, muovendosi in un territorio intermedio tra riflessione pedagogica, filosofica ed etica, promuove la ricerca, la riflessione e l’analisi del ruolo pedagogico e del valore clinico della SCRITTURA DI SE’ nei linguaggi della cura. Nel delineare una cornice epistemologica della scrittura di sé che, nei processi educativi, formativi, evolutivi genera un incontro fecondo tra orientamento pedagogico, clinico e terapeutico, si rintracciano le radici del legame tra scrittura e cura. L’attenzione peculiare alla dimensione della soggettività, alla valorizzazione del pensiero e della sensibilità creativa individuale, svela la scrittura introspettiva e conduce ad esplorare le fragilità esistenziali nella parola scritta approfondendone lo studio teorico e la sperimentazione clinica. Attraverso la consulenza autobiografica, nella specificità di una relazione “dia-grafica” che favorisce processi di autoriflessione, autoanalisi, riprogettazione esistenziale conoscitiva e trasformativa, si condividono orizzonti epistemologici, ambiti di ricerca, direzioni di senso con campi disciplinari diversi, aperti al futuro dei nuovi linguaggi della cura.
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Boldrin, Angela. "Costruire conoscenza attraverso internet: attivazione della metacognizione epistemica nella ricerca on-line di informazioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2007. http://hdl.handle.net/11577/3425525.

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Abstract:
Information searching on the Web has become a routine, even among young students (Brem, et al., 2001; Clark & Slotta, 2000; Hess, 1999; Tsai, 2004; Windschitl, 2001). Dealing with a huge amount of information requires not only to recognize what is more pertinent and useful, but also to compare, evaluate and often integrate different or contradictory knowledge, transmitted by more or less authoritative sources. The ability to select, assess and interpret on-line information is influenced by our more or less naïve beliefs about knowledge and knowing (Hofer & Pintrich, 1997, 2002), namely epistemic beliefs. Given the changing nature of the task requested by individuals when they navigate on the Internet, it becomes relevant to situate and analyze epistemic awareness as a part of metacognition (Kuhn, 1999, 2000; Kuhn & Weinstock, 2002; Hofer, 2004). Moreover, it is important to examine epistemic beliefs in action, that is when they are activated in a context, in this case the context of on-line searching on the Web. Study 1. Forty-six university students from the Faculties of Psychology and Engineering are involved. The aims of the study are to examine: a) whether students spontaneously activate epistemic reflections during on-line information searching about a controversial topic; b) whether there are evidence of different epistemic profiles; c) whether higher levels of prior knowledge, need for cognition and argumentative reasoning promote the verbalization of more sophisticated epistemic comments and influence how students navigate on the Net; d) whether these individual differences promote Web-based learning. Findings reveal that most students express epistemic reflections on the source, justification and simplicity/complexity of knowledge, although at different levels of sophistication. The selection of information is mainly influenced by the credibility of websites. A few students evaluate the veracity of what they find on the Net. Finally, more sophisticated epistemic comments are related to a higher level of need for cognition. Study 2. Sixty-four high school students are involved. The aims of this second study are to examine: a) whether students younger than those involved in study 1 verbalize spontaneous epistemic reflections; b) whether there are differences in their epistemic profiles; c) whether individual differences previously investigated affect their verbalization of epistemic comments of different sophistication, as well as Web-based learning. Results show that high school students mainly express epistemic reflections about the source, justification and simplicity/complexity of knowledge, showing the same epistemic patterns, identified in university students. However, unlike the previous study, findings reveal that more sophisticated epistemic comments are related to higher prior knowledge and that higher argumentative reasoning skill promotes learning through the Web. Study 3. Eighty-three middle school students are involved, with the aim to investigate: a) what epistemic reflections affect on-line information searching of younger students; b) whether knowing which theories explained a scientific controversial topic influences epistemic evaluation in context, as well as students' choice of the more convincing theory/ies; c) whether individual differences in self-regulation skills and in general epistemic beliefs about scientific knowledge affect epistemic evaluation during on-line searching, as well as Internet-based learning. On the one hand, findings show that most students select and evaluate the credibility of the sources on the basis of naïve epistemic criteria but, on the other hand, they reflect on the changing nature of knowledge and judge the veracity of information even through sophisticated epistemic standards. Unlike the previous study, prior-knowledge only affect students'choice of the more convincing explanation/s. In addition, a more effective learning approach and more sophisticated general epistemic beliefs about scientific knowledge are related to more advanced epistemic reflections in context. Overall these learner characteristics promote learning. Conclusions. The examination of how students manage and evaluate epistemically the information available with a simple click of the mouse can contribute to understanding metacognitive processes that are still scarcely investigated. Finally, it is posited that, in educational context, Internet as an epistemic tool can promote the development of more sophisticated views of knowledge and knowing.
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Gaiani, Alberto. "Insegnare concetti. Ricerca di didattica della filosofia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422749.

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Abstract:
In Italian schools Philosophy is taught as History of Philosophy in the last three years of some courses of secondary schools. The aim of my research is to show that teaching Philosophy through some basic words can be a good approach to teach this subject at school. The words that are interesting for this approach are those that we use on a daily basis and do not consider problematic. Philosophy gives useful contents and methods in order to call into question concepts that we give for granted or we often use without a critical approach. My research is divided in two parts. In the first part I illustrate the history of Philosophy teaching in Italian education with relation to the philosophical debate in our Country. In the second part I present the ‘teaching Philosophy through words’ approach and discuss its assumptions and theoretical implications. In this part I show that a concept’s analysis is not separable from historical perspective. At the end of my research, the ‘teaching philosophy through words’ approach shows to be a good approach to teach Philosophy beyond or beside the historical method. In fact, the ‘teaching Philosophy through words’ approach leads to the acquisition of conceptual competence, together with an historical comprehension of the philosophical debate.
Nella scuola italiana si insegna filosofia negli ultimi tre anni degli indirizzi liceali sotto forma di storia della filosofia. Lo scopo di questa ricerca è mostrare che per l’insegnamento della filosofia nella scuola secondaria di secondo grado può essere un buon approccio partire da alcune parole che si usano ordinariamente e che non vengono considerate problematiche. La filosofia offre un vasto arsenale di contenuti e di metodi per mettere in questione concetti che di solito assumiamo in modo irriflesso o diamo per scontati. La ricerca è divisa in due parti. Nella prima parte viene ricostruita la storia dell’insegnamento della filosofia nella scuola italiana alla luce dell’evoluzione del dibattito filosofico nel nostro paese. Nella seconda parte viene presentata la didattica per parole e ne vengono messe in luce le premesse e le implicazioni teoriche. Qui si mostra come l’analisi di un concetto sia inseparabile da una prospettiva storica. Alla fine di questo percorso la didattica per parole si mostra come un approccio che può essere adottato per insegnare filosofia a scuola in alternativa o accanto al metodo storico, poiché, insieme all’analisi di tipo storico, permette l’acquisizione di una competenza più direttamente concettuale.
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Frison, Daniela. "University and Business: quale distanza per un dialogo formativo? La ricerca-intervento per la promozione della competenza epistemica." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422051.

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Abstract:
Since its origins, University has started a rich and complex debate with the outside world where its relationships have been marked by different experiences and contributions suggested by many ideas of University (Newman, 1852). After that, the scientific faculties have developed, for a long time, profitable partnerships of research with the economic and productive world. On the contrary, cooperations and examples of dialogues between humanities and the economical world are really few as it is evident by a recent mapping of these projects about the University-Business Dialogue (CEC, 2009), whom the European Funds has promoted. These experiences have led the researchers’ activities to ask if the University-Business Dialogue (between humanistic faculties and the business world) could be formative - in particular how it could be good – and, if the partnership is possible, what would be the best way to realise it to make sure it could be highly formative. Progetto PARIMUN - Partenariato Attivo di Ricerca IMprese-Università, has tried to find out possible answers studying the different ways to encourage an effective cooperation between the academic world and the territorial business realities. Precisely, PARIMUN, a project supported by Facoltà di Scienze della Formazione, desires, as its main goal, to support the planning and realisation of intervention-researches in territorial organisations and concerns. The activities of problem-solving are managed by “researchers” of Corsi di Laurea Magistrale, considering the demands and requests pointed out by the organisations themselves. The enquiry is based on the Reflective Practice by Donald Schön (1993) and on Epistemologia Operativa by Donata Fabbri and Alberto Munari (2005-1984): both have given a great contribution to press a good analysis of the University-Business Dialogue which wishes to highlight knowledge and action, theory and practice as well as to explore the final formative results that PARIMUN offers to Tesi di Laurea Magistrale. The project has involved graduate students, masters of degree (University) and business managers: all of them being actors of intervention-researches and all of them involved and interested in the goal of the project – even if in different ways and time – inspired by the “analyse des pratiques professionnelles” of Francophone origin. What is relevant of PARIMUN is the goal itself, that is the spur of a reflexive attitude on the activities managed during the project. After the tools, the strategies and the ways used to carry out the partnership, the different analysis and interpretations of the results obtained in the end have produced a mapping of different kinds of by-results: first academic and educational, second epistemological and of method - also connected to the graduate student, his research and the organisations whom he worked for, and finally repercussions about the epistemological and institutional attitude which involve both partners – the organisation and the “PARIMUN researcher”. All the project ends up to underline meditations and new prospects about a possible relationship between University and Concerns and, in detail, between humanities and business activities. To sum up, what is the best distance to be hoped for an effective formative dialogue?
Molteplici sono le idee d’università (Newman, 1852) che nel corso della storia di questa istituzione hanno alimentato il dibattito sulla sua vocazione alla ricerca scientifica e sulle sue relazioni con il mondo extra-accademico. Le facoltà scientifiche hanno sviluppato, ormai da tempo, partenariati fruttuosi di ricerca con il mondo economico e produttivo mentre assai meno diffusi appaiono gli esempi di dialogo tra facoltà umanistiche e mondo aziendale, come dimostra anche un’accurata mappatura dei progetti di University-Business Dialogue (CEC, 2009) sovvenzionati da Fondi Europei. L’occasionalità di queste esperienze ha condotto il lavoro dottorale verso i seguenti interrogativi: in quali termini il University-Business Dialogue e, in particolare, il dialogo tra scienze umane e mondo economico-produttivo possono dirsi formativi? E come dovrebbe essere allestita un’esperienza di University-Business Dialogue per diventare esperienza formativa? Per rispondere ai quesiti la presente indagine si è riferita al Progetto PARIMUN - Partenariato Attivo di Ricerca IMprese-UNiversità, un’iniziativa proposta dalla Facoltà di Scienze della Formazione che incoraggia proprio il partenariato tra mondo accademico, da un lato, e imprese e organizzazioni del territorio dall’altro. PARIMUN, infatti, promuove e sostiene la progettazione e la realizzazione da parte di laureandi di livello magistrale di ricerche-intervento presso organizzazioni e imprese del territorio, partire da questioni e problematiche rilevate e proposte dalle stesse organizzazioni. L’indagine si è ispirata alla Reflective Practice di Donald Schön (1993) e all’Epistemologia Operativa di Donata Fabbri e Alberto Munari (2005-1984): contributi capaci di sollecitare una lettura del University-Business Dialogue che intenda riconoscere e valorizzare insieme conoscenza e azione, teoria e pratica, verso una esplorazione delle ricadute formative promosse dall’elaborazione della Tesi di Laurea Magistrale secondo i criteri e le modalità previste dal Progetto PARIMUN. A tal fine, il lavoro dottorale ha interessato i laureandi implicati nel progetto, i rispettivi direttori di tesi (Università) e i referenti aziendali (Impresa): tutti attori impegnati nella realizzazione di ricerche-intervento e tutti, in tempi e modalità differenti, coinvolti nella presente indagine. Essa ha adottato strumenti ispirati all’analyse des pratiques professionnelles di matrice francofona volendo sollecitare i tre protagonisti del progetto all’esercizio di una postura riflessiva sulle proprie pratiche. Seguendo la medesima finalità, le strategie di analisi e di interpretazione dei risultati hanno condotto alla “mappatura” di quattro ordini di ricadute che possiamo così definire: ricadute di ordine didattico-accademico; ricadute di ordine epistemologico-metodologico; ricadute relative alla postura epistemologica dello studente nei confronti della ricerca e delle organizzazioni; infine, ricadute relative alla postura epistemologico-istituzionale dell’organizzazione nei confronti della ricerca e di questa nuova figura di studente-ricercatore, convenzionalmente definito “ricercatore PARIMUN”. Il lavoro si conclude evidenziando riflessioni e prospettive in merito al possibile rapporto tra Università e Imprese e, più precisamente, tra Scienze Umane e Imprese al fine di individuare le condizioni per un auspicabile “dialogo formativo”
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MENEGANZIN, ABWINI ANDRA-SHIRIN. "L'ALBA DELL'UOMO: INDAGARE LE ORIGINI UMANE MODERNE DA UNA PROSPETTIVA EVOLUTIVA ED EPISTEMICA." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3449635.

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Abstract:
Questa tesi mira a contribuire allo sviluppo delle conoscenze evolutive ed epistemiche relative alla paleoantropologia del Pleistocene medio e superiore. Verranno analizzati quattro processi principali che stanno alle base della più recente ricerca sulle origini e l’evoluzione dell’uomo moderno: la speciazione di Homo sapiens; la transizione verso la “modernità comportamentale”; la mescolanza genetica con specie ominine “arcaiche” fuori dall’Africa; la costruzione di nicchia e l’espansione di areale a livello globale, qui affrontate dalla prospettiva della crisi climatica odierna. Per prima cosa, difenderò un’origine singola estesa di Homo sapiens, sulla base di un’analisi delle evidenze attuali e delle conoscenze evoluzionistiche, sostenendo che il contesto paleoclimatico e paleoambientale del Pleistocene medio africano ha probabilmente favorito un processo di speciazione allopatrica a partire da una popolazione ancestrale distribuita sul continente e morfologicamente diversificata. Verrà poi affrontata la dimensione comportamentale e archeologica del problema delle origini. Analizzerò l’evoluzione dell’agenda di ricerca sulla modernità comportamentale, sviluppando un account filosofico definito di “disintegrazione investigativa” e criticando approcci basati su “Rubiconi” che non hanno tenuto il passo con i nuovi standard di adeguatezza esplicativa. Affronterò poi la ricerca paleogenomica e discuterò le evidenze di ibridazione con specie arcaiche in relazione al problema dello status tassonomico di Homo sapiens e dei Neanderthal. Analizzerò l’apparente conflitto tra tassonomie basate su dati molecolari e quelle basate su tratti morfologici da una prospettiva diacronica sul processo di divergenza di linee evolutive, e da una prospettiva integrata sui diversi concetti di specie e criteri di delimitazione, difendendo su tali basi una distinzione a livello specifico. Infine, contestualizzerò il cambiamento climatico di natura antropica come un processo di costruzione di nicchia giocato su scala planetaria, mostrandone le radici profonde nella storia evolutiva di Homo sapiens e le conseguenze a lungo termine, che richiedono una risposta reattiva (counteractive niche construction) rispetto alle azioni precedenti per deviare dalla traiettoria verso una trappola evolutiva.
This thesis aims at advancing evolutionary and epistemological knowledge of Middle and Late Pleistocene paleoanthropology, focusing on four main processes that are at the basis of cutting-edge research on modern human origins and evolution. These are the speciation of Homo sapiens, the transition to behavioural modernity, admixture with archaic hominin species outside Africa and human niche construction and global range expansion, here approached from the perspective of the current climate crisis. First, an extended single-origin for Homo sapiens will be defended on evidential and evolutionary grounds, arguing that the paleoclimatic and paleoenvironmental context of Middle Pleistocene Africa likely favoured an allopatric speciation process from a widespread and diversified ancestral population. Then the thesis will move to the behavioural and archaeological side of the origin problem. I will analyse the evolution of the research agenda on “behavioural modernity”, developing a philosophical account of “investigative disintegration” and criticizing Rubicon-based approaches that have not kept up with new standards of explanatory adequacy. I will then turn to paleogenomic research and discuss evidence of archaic admixture with respect to the taxonomic status of Homo sapiens and Neanderthals. I will approach the apparent conflict between molecular and morphology-based taxonomies from a diachronic perspective on lineage divergence and from an integrative perspective on different species conceptions and delimitation criteria, justifying on such grounds distinct specific status. Finally, I will frame anthropogenically-driven climate change as a niche construction process played at a global scale, having deep roots in Homo sapiens evolutionary history and long-term consequences that today require a counteractive response to prior actions to deviate from a potential evolutionary trap.
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Schiro, Enrico <1985&gt. "Baudrillard metafisico. Una ricerca attraverso la critica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8729/1/Baudrillard%20metafisico.%20Una%20ricerca%20attraverso%20la%20critica.pdf.

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Abstract:
Obiettivo del lavoro è offrire un contributo positivo a una lettura filosofica dell’opera di Jean Baudrillard, che ne metta in rilievo il carattere metafisico, attraverso una ricognizione della critica e un confronto con alcune voci del dibattito contemporaneo. La tesi si compone di tre capitoli. Nel primo viene delineata la problematica e il contesto della ricerca. Attraverso la ricognizione di interviste, dialoghi e diari si fornisce una preliminare visione della metafisica di Baudrillard. Segue un confronto con alcune voci critiche sulle possibili interpretazioni della svolta occorsa nel pensiero di Baudrillard tra il 1976 e il 1977, in conclusione del quale proponiamo una nostra lettura di tale svolta, coerente con l’ipotesi di un esito metafisico del suo pensiero. Il secondo capitolo è incentrato sul riesame dello stato della critica e tiene conto delle ragioni che ci sembrano spiegare la marginalità della tematica metafisica nei principali studi baudrillardiani. Esaminiamo la produzione critica che ha posto esplicita attenzione al carattere metafisico del pensiero baudrillardiano e contestualizziamo lo sviluppo della problematica relativa alla leggibilità dell’opera, focalizzandoci su due questioni codificate nella letteratura secondaria: How to read Baudrillard (Kroker, Kellner, Gane, Butler) e l’effet Baudrillard (Gauthier, L’Yvonnet, Jacquemond, Capovin). Nel terzo e ultimo capitolo, invece, mettiamo alla prova la nostra lettura metafisica di Baudrillard attraverso un confronto con due voci dell’attuale dibattito sullo Speculative Realism (Harman e Meillassoux). Grazie al confronto puntuale con le tesi di questi due autori, la specificità del pensiero baudrillardiano viene individuata nell’aver saputo aprire una strada parallela alla via maggiore del pensiero post-metafisico, declinando la deriva iper-riflessiva e meta-linguistica della filosofia contemporanea in chiave speculativa.
The aim of this thesis is to offer a positive contribution to a philosophical reading of the work of Jean Baudrillard, which highlights its metaphysical character, through an examination of criticism and a comparison with some voices of contemporary debate. The thesis consists of three chapters. In the first one the problem and the context of the research are outlined. Through the survey of interviews, dialogues and diaries, a preliminary vision of Baudrillard's metaphysics is provided. Following, is a comparison with some critical voices on the possible interpretations of the breakthrough occurred in the thought of Baudrillard between 1976 and 1977, in conclusion of which we propose our reading of this turning point, consistent with the hypothesis of a metaphysical outcome of his thought. The second chapter focuses on the review of the state of criticism and takes into account the reasons that seem to explain the marginality of the metaphysical theme in the main Baudrillardian studies. We examine the critical production that has explicitly paid attention to the metaphysical character of Baudrillardian thought and contextualize the development of the problem concerning the readability of the work, focusing on two issues codified in the secondary literature: How to read Baudrillard (Kroker, Kellner, Gane, Butler) and the effet Baudrillard (Gauthier, L'Yvonnet, Jacquemond, Capovin). In the third and last chapter, instead, we test our metaphysical reading of Baudrillard through a correlation with two voices of the current debate on Speculative Realism (Harman and Meillassoux). Thanks to the punctual parallel with the theses of these two authors, the specificity of Baudrillardian thought is identified in having been able to open a path parallel to the major path of post-metaphysical thinking, declining the hyper-reflexive and meta-linguistic drift of contemporary philosophy in a speculative key.
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Contini, Lisa <1995&gt. "Alla Ricerca dell'Identità nella Società in Rete: il caso studio della Catalogna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17998.

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Abstract:
A causa delle trasformazioni che si sono verificate negli ultimi decenni, il tema della ricerca dell’identità culturale si è fatto sempre più forte. Viviamo in un’epoca dove gli Stati-nazione stanno lentamente scomparendo, dove i confini si fanno sempre più sfocati, dove le persone sono costantemente connesse con il mondo intero, immerse in una rete di collegamenti sovrastanti. Ci si ritrova, allora, con un disperato bisogno di punti fermi, di sicurezze, di un’àncora di salvezza che ci tenga a contatto con le nostre origini e le nostre tradizioni, per ricordarci chi siamo e da dove veniamo: ecco che entra in gioco l’identità culturale, che racchiude in sè elementi fondamentali del nostro Io più profondo. Grazie al considerevole aiuto fornito dalla trilogia "L’Età dell’Informazione" scritta dal sociologo spagnolo Manuel Castells, il presente elaborato tenta, in primo luogo, di esplorare le varie tematiche riconducibili all’identità culturale e, in seguito, di ricollegare questo concetto a due processi storico-contemporanei molto più vasti: la crisi attuale dello Stato-nazione e l’indipendenza della Catalogna. Infatti, negli ultimi anni le proteste verificatesi nella regione catalana si sono fatte sempre più numerose e violente, culminando persino nel coinvolgimento della Polizia Nazionale Spagnola e arrecando una frattura profonda all’interno della penisola iberica. Come si potrà apprendere leggendo tale lavoro, tali avvenimenti non sono di certo riconducibili solo al discorso sull’identità culturale (sono, difatto, processi secolari), ma si cercherà di spiegare come essi siano fortemente collegati tra loro.
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De, Bernardis Mattia <1977&gt. "La questione percettiva in semiotica. Linee fondamentali e sviluppi della ricerca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1091/1/Tesi_De_Bernardis_Mattia.pdf.

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Abstract:
This dissertation deals with the problems and the opportunities of a semiotic approach to perception. Is perception, seen as the ability to detect and articulate an coherent picture of the surrounding environment, describable in semiotic terms? Is it possibile, for a discipline wary of any attempt to reduce semiotic meaning to a psychological and naturalized issue, to come to terms with the cognitive, automatic and genetically hard-wired specifics of our perceptive systems? In order to deal with perceptive signs, is it necessary to modify basic assumptions in semiotics, or can we simply extend the range of our conceptual instruments and definitions? And what if perception is a wholly different semiotic machinery, to be considered as sui generis, but nonetheless interesting for a general theory of semiotics? By exposing the major ideas put forward by the main thinkers in the semiotic field, Mattia de Bernardis gives a comprehensive picture of the theoretical situation, adding to the classical dichotomy between structuralist and interpretative semiotics another distinction, that between homogeneist and etherogeneist theories of perception. Homogeneist semioticians see perception as one of many semiotic means of sign production, totally similar to the other ones, while heterogeneist semioticians consider perceptive meaning as essentially different from normal semiotic meaning, so much so that it requires new methods and ideas to be analyzed. The main example of etherogeneist approach to perception in semiotic literature, Umberto Eco’s “primary semiosis” is then presented, critically examined and eventually rejected and the homogeneist stance is affirmed as the most promising path towards a semiotic theory of perception.
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9

De, Bernardis Mattia <1977&gt. "La questione percettiva in semiotica. Linee fondamentali e sviluppi della ricerca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1091/.

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Abstract:
This dissertation deals with the problems and the opportunities of a semiotic approach to perception. Is perception, seen as the ability to detect and articulate an coherent picture of the surrounding environment, describable in semiotic terms? Is it possibile, for a discipline wary of any attempt to reduce semiotic meaning to a psychological and naturalized issue, to come to terms with the cognitive, automatic and genetically hard-wired specifics of our perceptive systems? In order to deal with perceptive signs, is it necessary to modify basic assumptions in semiotics, or can we simply extend the range of our conceptual instruments and definitions? And what if perception is a wholly different semiotic machinery, to be considered as sui generis, but nonetheless interesting for a general theory of semiotics? By exposing the major ideas put forward by the main thinkers in the semiotic field, Mattia de Bernardis gives a comprehensive picture of the theoretical situation, adding to the classical dichotomy between structuralist and interpretative semiotics another distinction, that between homogeneist and etherogeneist theories of perception. Homogeneist semioticians see perception as one of many semiotic means of sign production, totally similar to the other ones, while heterogeneist semioticians consider perceptive meaning as essentially different from normal semiotic meaning, so much so that it requires new methods and ideas to be analyzed. The main example of etherogeneist approach to perception in semiotic literature, Umberto Eco’s “primary semiosis” is then presented, critically examined and eventually rejected and the homogeneist stance is affirmed as the most promising path towards a semiotic theory of perception.
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10

Piazza, Stefano <1968&gt. "La valutazione della ricerca scientifica: Uno studio empirico nelle Scienze umane." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6149/1/Piazza_Stefano_tesi.pdf.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un ampio dibattito sull’uso della valutazione della ricerca nelle università e nelle strutture di ricerca. Nell’ambito di tale dibattito, nella presente tesi, vengono analizzate le più importanti metodologie per la valutazione della ricerca presenti a livello internazionale, i principali strumenti qualitativi di valutazione della ricerca (in particolare la peer review), gli strumenti quantitativi, quali la bibliometria, e le caratteristiche dei più importanti archivi bibliografici citazionali (es. Scopus, Web of Science), approfondendo i principali indicatori citazionali utilizzati nelle scienze umane e sociali (es. Indice H). Inoltre la tesi affronta il tema dell’impatto socio-economico della ricerca e le principali criticità di questo innovativo strumento, attraverso uno studio di caso realizzato nel Regno Unito. Una successiva analisi empirica riguarda le principali liste di riviste realizzate a livello internazionale e nazionale, nel settore scientifico di Storia e Filosofia della scienza. I risultati degli studi mostrano che le liste internazionali di riviste possono rappresentare, un punto di partenza a cui devono necessariamente essere affiancati altri strumenti di valutazione (peer review, analisi citazionali, etc); mentre le liste nazionali rischiano, invece, di essere uno strumento poco utile ed in alcuni casi inadeguato al fine di una corretta valutazione della ricerca, a causa della scarsa internazionalizzazione dei repertori e dei giudizi generalmente troppo elevati attribuiti alle riviste. Un ulteriore risultato raggiunto nella presente tesi riguarda la valutazione della ricerca nelle diverse discipline scientifiche: nelle Scienze umane e sociali risulta esserci uno scarso grado di presenza di pubblicazioni scientifiche nei principali archivi bibliografici e citazionali internazionali. Questa situazione limita fortemente l’attendibilità delle analisi statistiche basate su indici e indicatori quantitativi, per valutare la produttività scientifica di un ricercatore, oppure di una istituzione di ricerca.
Over the last few years there has been an extensive debate on the use of evaluation of research in universities and research facilities. As part of this debate, in this thesis, we analyze the most important methods for the assessment of research on an international level, the main qualitative tools for the evaluation of research, in particular the peer review, and quantitative tools, such as bibliometrics, and the characteristics of the main bibliographic archives (eg, Scopus, Web of Science), deepening the main indicators used in human and social sciences (eg H Index). In addition, the thesis is connected with the socio-economic impact of research and the main problems of this innovative tool, through a case study conducted in the United Kingdom. A subsequent empirical analysis covers the main lists of journals at international and national levels, in the scientific field of History and Philosophy of Science. The results of the studies show that the lists of international journals can be, a starting point which must necessarily be joined by other instruments of assessment (peer review, citation analysis, etc.), while the national lists, however, can’t be an instrument, which is in some cases inadequate in order to a proper evaluation of the research, due to the low internationalization of repertoires and judgments generally too high attributed to the journals. A further result is that the evaluation of research in different scientific disciplines shows that in the humanities and social sciences there is a low presence of scientific publications in major international citation and bibliographic databases (Web of Science, Scopus). This situation limits the reliability of the statistical analysis based on indices and quantitative indicators (first Impact Factor and Index H), to evaluate the scientific productivity of a researcher or an institution research.
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Books on the topic "Filosofia epistemica della ricerca"

1

Savagnone, Giuseppe. Theoria: Alla ricerca della filosofia. Brescia: Editrice la scuola, 1991.

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2

La ricerca della verità in filosofia. Roma: Edizioni Studium, 2014.

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3

Zambon, Marco, 1965- writer of added commentary, translator, Boethius -524, and Boethius -524, eds. La ricerca della felicità: Consolazione della filosofia III : con testo a fronte. Venezia: Marsilio, 2011.

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4

Montuschi, Eleonora. Oggettività e scienze umane: Introduzione alla filosofia della ricerca sociale. Roma: Carocci, 2006.

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5

Gerardi, Germano. Filosofia in dialogo: Tutti i problemi e qualche soluzione alla ricerca della verità. Roma: Aracne, 1999.

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6

Gagliasso, Elena, Rosanna Memoli, and Mattia Della Rocca. Per una scienza critica: Marcello Cini e il presente : filosofia, storia e politiche della ricerca. Pisa: Edizioni ETS, 2015.

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7

Bailone, Giuseppe. Viaggio nella filosofia: Alla ricerca di senso della realtà e dell'esistenza umana : filosofi nell'età dei lumi. Turin]: Università popolare di Torino editore, 2014.

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8

editor, Manica Giustina 1979, ed. Firenze capitale europea della cultura e della ricerca scientifica: La vigilia del 1865 : atti del Convegno di studi, Firenze, 21-22 novembre 2013. Firenze: Edizioni Polistampa, 2014.

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9

Fabio, Minazzi, and Ria Demetrio, eds. Realismo, illuminismo ed ermeneutica: Percorsi della ricerca filosofica attuale : atti del primo Seminario salentino di filosofia Problemi aperti del pensiero contemporaneo. Milano: F. Angeli, 2004.

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10

Dellavalle, Sergio. Il bisogno di una libertà assoluta: Alla ricerca delle tracce di una filosofia della storia nella Fenomenologia dello spirito di Hegel. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1992.

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Book chapters on the topic "Filosofia epistemica della ricerca"

1

Ponzo, Jenny. "“Fine” della persona." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 227–35. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10390.

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2

Sisto, Davide. "Gli spettri digitali della persona: vivere e mai morire online." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 179–98. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10365.

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3

Volli, Ugo. "Di che cosa parliamo quando diciamo “persona”? Fra filosofia e semiotica." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 3–30. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10280.

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4

Nosari, Sara. "L’«attitudine persona» o della capacità di trasformare: una prospettiva pedagogica." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 66–75. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10305.

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5

Papasidero, Marco. "Aspetti e segni della “relazione mariofanica” il caso delle apparizioni di Banneux (1933)." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 157–78. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10355.

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6

Capello, Carlo. "L’individuo moderno e il suo Altro… o no? Un ritorno critico sull’antropologia della persona." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 31–46. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10285.

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7

Giuliana, Gianmarco. "L’Oggettuale e la Persona nella cultura digitale." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 116–53. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10340.

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8

Agnese, Alessandro. "B4bb0 N474l3. Lo spettro digitale di Santa Claus." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 199–212. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10370.

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9

Traini, Stefano. "Il Gesù divino e inclusivo di Paolo di Tarso. La ridefinizione di una identità personale." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 79–90. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10320.

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10

Vissio, Gabriele. "Persona: significati e culture." In Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10265.

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