Academic literature on the topic 'Filosofia della religione'

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Journal articles on the topic "Filosofia della religione"

1

Rossi, Fabio. "Filosofia della religione, religione e religioni." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 35 (September 2009): 37–57. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-035003.

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Abstract:
- A partire da una rapida presentazione del modo in cui oggi si configura il fenomeno religioso, e da un'altrettanto rapida enucleazione delle ‘sfide' che oggi si moltiplicano al modo tradizionalmente scientifico di studiare la religione, il saggio intende considerare i problemi, i mutamenti, le nuove prospettive che tali sfide hanno imposto e impongono non solo alle scienze delle religioni e alla teologia ma soprattutto alla filosofia della religione.
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2

FERRAGUTO, Federico. "NATURA E RIVELAZIONE IL CONCETTO DI FINE NEL SAGGIO DI UNA CRITICA DI OGNI RIVELAZIONE DI J.G. FICHTE. UNA RILETTURA FICHTEANA DI KANT." Estudos Kantianos [EK] 4, no. 1 (July 15, 2016): 15–30. http://dx.doi.org/10.36311/2318-0501.2016.v4n1.03.p15.

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Abstract:
Apparentemente scritto più per ragioni di opportunità economica che non per motivi sistematici, il Versuch einer Critik aller Offenbarung occupa una posizione importante nel percorso filosofico di Fichte. In questo suo primo scritto, infatti, il filosofo di Rammenau tenta di colmare un’importante lacuna nel dibattito teologico dell’epoca1, offre una sintesi complessiva della sua formazione filosofica e sviluppa una prima e impegnativa rielaborazione della filosofia di Kant. Non a caso diversi interpreti del Versuch si sono concentrati sulla valutazione del contributo dato da Fichte ai possibili sviluppi della filosofia pratica kantiana e al suo rapporto con la Religion innerhalb der Grenzen der blossen Vernunft2. In questo contesto, l’indagine fichtiana sulle condizioni di possibilità del concetto di rivelazione viene considerata come una tappa indubbiamente decisiva nel passaggio dalla teologia alla filosofia della religione, che coincide con quello da un´indagine che mira alla definizione scientifica dell’essenza di Dio a una descrizione delle condizioni di possibilità del “senso religioso” come espressione della natura dell’essere umano3.
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3

Cucci, Giovanni. "RELIGIONE E SECOLARIZZAZIONE. DUE REALTÀ ANTITETICHE?" Síntese: Revista de Filosofia 47, no. 149 (December 20, 2020): 535. http://dx.doi.org/10.20911/21769389v47n149p535/2020.

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Abstract:
La secolarizzazione in Europa nasce da lontano. Nell’articolo se ne mostrano le radici filosofiche e teologiche, legate alla rigorizzazione della problematica di Dio e alla pensabilità della sua presenza nel mondo. La crisi della scolastica, accentuata dal sorgere della scienza moderna, porta all’esclusione della problematica teologica dalle università, dal vivere civile (a motivo della guerre di religione e dell’inquisizione, cattolica e protestante) e dalla riflessione filosofica (Kant). La problematica religiosa ritrova interesse in sede culturale a partire dagli anni ’70 del ‘900, in sociologia (Berger, Casanova), in filosofia (Wittgenstein, Plantinga), in psicologia (Bruner, Gardner). Ciò che accomuna queste prospettive è la pluralità di approcci possibili al mondo e alla vita, nessuna delle quali ha la pretesa di ritenersi di dominio esclusivo. Il ripensamento del rapporto tra religione e secolarizzazione è sempre più ricorrente anche in sede socio/politica, con l’esplodere dei problemi legati al pluralismo religioso, alle migrazioni e alla crisi di senso, che pongono problemi enormi in ordine alla sopravvivenza stessa delle società occidentali.
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4

Sorrentino, Sergio. "La filosofia della religione di Schleiermacher." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 49 (June 2014): 53–64. http://dx.doi.org/10.3280/las2014-049005.

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Moli, Andrea Le. "Kant e la filosofia della religione." Quaestio 3 (January 2003): 542–47. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.2.300345.

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6

Gurashi, Dario. "Religione e ideologia nel giovane Agrippa: Appunti sulla vocazione intellettuale." Mediterranea. International Journal on the Transfer of Knowledge 5 (March 20, 2020): 153–92. http://dx.doi.org/10.21071/mijtk.v5i.12250.

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Abstract:
La riforma della cultura promossa da Cornelio Agrippa richiede una riorganizzazione della teologia tradizionale. Recuperando la prisca theologia, Agrippa mira ad emancipare l’esegesi delle Scritture dalla filosofia scolastica, responsabile di aver corrotto il significato autentico della Parola di Dio tramite un impiego indisciplinato della ragione a scapito della fede. Ripensare l’approccio alla Bibbia significa allora ridefinire il concetto di teologia: in quanto meditazione sulla parola divina, essa dovrà abbandonare le dispute dialettiche per tradursi in uno stile di vita contrassegnato dalla virtù e dall’integrità della fede in Cristo. Il programma di Agrippa, dunque, intende dimostrare l’incompetenza dei teologi scolastici e allo stesso tempo rivendica per il pensatore laico la libertà di interpretare le fonti della vera sapienza.
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7

Magris, Aldo. "Filosofizzazione del cristianesimo." Verbum Vitae 39, no. 3 (September 30, 2021): 915–40. http://dx.doi.org/10.31743/vv.12162.

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Abstract:
Laddove la cultura ellenica nei suoi aspetti più importanti scomparve all’avvento della religione cristiana, solo la filosofia greca sopravvisse, anzi trovò nella nuova situazione culturale forme di sviluppo originali. Perciò noi dovremmo parlare di filosofizzazione, piuttosto che di ellenizzazione del cristianesimo. Inizialmente gli autori cristiani erano avversi alla filosofia, ma poi prevalse la linea di Giustino, di Clemente e di Origine secondo cui essa poteva rappresentare una propedeutica a una comprensione colta della fede: certo non tutta la filosofia greca ma soltanto il filone platonico e aristotelico. Da queste specifiche fonti i Padri della Chiesa trassero concetti e argomentazioni utili per due scopi: il primo, la dimostrazione del libero arbitrio a supporto dell’etica, e della provvidenza divina in funzione della teodicea; il secondo, la critica dei miti e culti pagani e delle contemporanee sette eretiche. In particolare la confutazione del manicheismo impiegò su larga scale le strutture formali dell’ontologia aristotelica. La filosofizzazione divenne parte integrante dell’identità e della visione cristiana del mondo.
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8

Lomonaco, Fabrizio. "L’interpretaz ione kantiana del testo biblico tra filosofia della storia e filosofia della religione." Educação e Filosofia 27, Especial (December 30, 2013): 191–210. http://dx.doi.org/10.14393/revedfil.issn.0102-6801.v27nespeciala2013-p191a210.

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9

Michelis, Angela. "Filosofia-scienza e religione, i nuovi percorsi tracciati da Hans Jonas." Pensando - Revista de Filosofia 6, no. 11 (April 7, 2015): 274. http://dx.doi.org/10.26694/pensando.v6i11.3313.

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Abstract:
Il pensiero di Jonas, in particolare quello della sua seconda fase, dedicato alla filosofia della biologia, apre nel confronto filosofico con la scienza nuovi spazi di riflessione critica per la filosofia e per le scienze stesse. In tale incontro entrambe si arricchiscono, acquisendo maggior coscienza metodologica e ampliando le prospettive di osservazione dei fenomeni. Sorge, così, in modo rinnovato, la possibilità di nuove soluzioni interpretative, che, ponendosi al di là di desueti schieramenti ideologici, riescano a comprendere più in profondità la complessità della realtà epocale a cui ci troviamo di fronte e dunque aumentino la capacità di governarla.
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10

Spallanzani, Mariafranca. "La morte di Descartes. I pensieri della filosofia, le cure della medicina, i conforti della religione." RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, no. 1 (February 2012): 89–105. http://dx.doi.org/10.3280/sf2012-001008.

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Abstract:
Descartes died in Stockholm on 11 February 1650 from pneumonia contracted during the freezing cold mornings spent in his philosophical colloquia with Queen Christina. According to Chanut, who stayed with him until the very end, his death was "sweet and very much like his life". These words have always been held to be of fundamental importance in the different accounts of the philosopher's death, especially in Adrien Baillet's Vie de Monsieur Descartes. The literature that flourished around Descartes' death has always presented this ‘trespassing' as the final declaration of his philosophy, inspired by those principles he had theorized in his works as a philosophy of life and that he would play out even in the crowning moment as an ethic of wisdom which has to be lived out in the first person, and for the last time.
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Dissertations / Theses on the topic "Filosofia della religione"

1

Spano, Hagar <1977&gt. "Johann August Eberhard (1739-1809). Ontologia e filosofia della religione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1116/1/Tesi_Spano_Hagar.pdf.

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2

Spano, Hagar <1977&gt. "Johann August Eberhard (1739-1809). Ontologia e filosofia della religione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1116/.

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3

Simeoni, Valentina <1986&gt. "Conoscere Dio : Hegel e il problema di una religione moderna." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10317.

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Abstract:
L’atteggiamento di Hegel nei confronti della religione è controverso: da un lato, essa è oggetto di critica, dall’altro, è una forma di sapere assoluto. Il lavoro si propone quindi di ripercorrere l’intero sviluppo del pensiero religioso hegeliano – a partire dagli anni della formazione teologico-filosofica sino alle lezioni berlinesi sulla Religionsphilosophie – con l’obiettivo di chiarire le ragioni di una tale duplicità, che esprime in ultima analisi la dialettica di spirito e natura presente al fondo del concetto di “religione” nonché il tentativo hegeliano di (ri)pensare il cristianesimo e il suo rapporto problematico con la modernità. In considerazione di questa ricostruzione, poi, si può far luce anche sulla nozione di “assoluto”, tenendo conto in particolare dei temi cruciali dell’alterità e della relazione, costitutiva per entrambi, tra divino e umano.
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4

Russo, Raffaele. "L'ipotesi non necessaria: Ermeneutica demitizzante e critica utilitarista della religione in Jeremy Bentham." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2013. https://hdl.handle.net/11572/368138.

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Abstract:
Tra Paley e Bentham l’utilitarismo attraversò, nel giro di pochi anni, la sua linea d’ombra, e pur mantenendo dei tratti riconoscibili di continuità mutò in modo evidente la propria configurazione e organizzazione teorica. Nella prospettiva della storia di questa peculiare dottrina, lo scoccare di uno dei più importanti momenti di passaggio della modernità si può collocare con una certa precisione, tra il 1785 (l’anno della pubblicazione dei Principles of Moral and Political philosophy di Paley) e il 1789 (l’anno della pubblicazione della Introduction to the principles of Morals and Legislation di Bentham, e che evidentemente è significativo anche per altre clamorose manifestazioni di novità nel mondo istituzionale e politico). Anche in quella peculiare elaborazione collettiva che fu in quel periodo il dibattito che portò alle più importanti prese di posizione pubbliche degli utilitaristi inglesi, si può situare in quegli anni il momento in cui il progressivo “disincanto del mondo†si è fatto concezione generale e sistematica della vita associata degli uomini e del mondo cui essi appartengono. Proprio il passaggio, nel volgere di pochi anni, dall’utilitarismo di Paley a quello di Bentham, comportò – partendo da elementi dottrinali molto simili – una concezione completamente nuova della legittimazione dell’autorità, e una parte rilevante di questo spostamento teorico ed ideologico riguardò questioni apparentemente eterogenee, quali il tema dell’origine del mondo, l’opportunità o meno di prestare giuramento nei tribunali, l’analisi della coerenza logica del catechismo impiegato nell’istruzione religiosa inglese e l’indirizzo esatto della casa di un certo Anania, oscuro abitante della Damasco del primo secolo dopo Cristo.
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5

Rossi, Eleonora <1995&gt. "Le intersezioni della bioetica giapponese: religione, filosofia e genere nei casi di aborto e trapianto di organi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18861.

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Abstract:
L’elaborato si prefigge di analizzare due tematiche in chiave bioetica: l’interruzione volontaria di gravidanza e la morte cerebrale in relazione al trapianto di organi. Scopo della ricerca è capire in che modo il milieu culturale giapponese agisce sulla formulazione di tali problematiche rendendone la concettualizzazione specifica e unica, di indagare in che modo filosofia, religione e genere riescano a influenzarle. Nel primo capitolo verranno spiegate le caratteristiche della bioetica di stampo giapponese, i suoi sviluppi storici e cronologici, i fattori filosofici e religiosi che maggiormente la influenzano. I due concetti di inochi (vita) e ningen (essere umano) saranno centrali nell’analisi per cui aborto e morte cerebrale vengono concepite così differentemente rispetto alla bioetica europea e statunitense. Nel secondo capitolo si delineerà la storia giuridica e sociale dell’aborto con particolare riferimento all’attivismo femminista e per i diritti dei pazienti, per poi infine vedere in che modo il Buddhismo ha risposto alla problematica dell’IVG in Giappone, tramite il rituale del mizukokuyō. Nel terzo capitolo il focus si sposterà invece sul trapianto di organi e sulla morte cerebrale, la cui formulazione giuridica ha reso la tematica di difficile e controversa accettazione. Il quarto capitolo sarà dedicato all’analisi del questionario che si è sottoposto, atto a indagare le tendenze dei rispondenti riguardo vita, morte, IVG, trapianto di organi e morte cerebrale.
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6

DEMURU, FEDERICA. ""In Lumine Dai". La dimensione religiosa in Max Scheler e sue matrici agostiniane." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2008. http://hdl.handle.net/11584/265879.

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Abstract:
‘Relazione’ è la cifra con cui si deve intendere il presente lavoro. Relazione come legame, come vincolo, come rapporto; relazione con altro da sè, che provoca le risposte e le azioni, attraverso le quali si puo cogliere l’uomo. L’esistenza umana è costituita da una trama di rapporti e di incontri con tutta la realtà; se dobbiamo identificare qualcuno o noi stessi, immediatamente facciamo ricorso alla descrizione di una relazione: parliamo di parenti, di amici, di colleghi; anche il nostro nome, che ci risparmia la fatica di raccontare una storia troppo lunga ogni qualvolta ci si debba presentare, indica una relazione. Relazione tra noi e gli altri, ma anche tra noi e l’ambiente con cui interagiamo: siamo studenti, soldati, commercianti, pianisti, muratori, sportivi, ecc.; siamo tutte le relazioni che abbiamo con noi stessi, con gli altri, con il mondo e ad ogni nostra relazione corrisponde una particolare azione che la instaura. Il subisso di azioni che l’uomo intraprende nella sua esistenza trova il centro unificatore in una relazione fondante, quella tra l’uomo e Dio; unicamente in questo elevato e profondo rapporto l’uomo realizza pienamente la sua persona. La religione indica propriamente tale relazione. L’affondo nell’etimologia di questo termine permette di risalire al suo significato; infatti, religione potrebbe derivare sia dal verbo relego (raccogliere dietro a sè), sia dal verbo religo (legare, vincolare); la religione lega a se come raccolta attraverso norme sacre, vincoli. Max Scheler è consapevole del valore fondante della dimensione religiosa per la persona. Tutta la sua indagine antropologica è tesa ad individuare le coordinate della “posizione dell’uomo nel cosmo” a partire da questa “origine”; ciò è valido, per Scheler, anche indipendentemente dall’affermazione vera e propria dell’esistenza di Dio, dalla concezione teistica, almeno col significato che l’uomo è perchè conosce e vuole qualche cosa che trascende se stesso, ma non qualunque cosa: qualcosa che ha la natura del santo, del divino.
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7

GUANZINI, ISABELLA. "UTOPIA NEL CRISTIANESIMO. HEGEL E PAOLO: IL CONCETTO DI AMORE NELLE JUGENDSCHRIFTEN." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1858.

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Abstract:
Le Jugendschriften di Hegel rappresentano un ingresso privilegiato nella comprensione dell’intero sistema hegeliano. Nonostante la critica le abbia per molto tempo considerate carte giovanili dense di un afflato romantico e mistico destinato a essere sostanzialmente abbandonato nell’impianto speculativo-razionale della maturità, questa ricerca intende illustrare, in questi scritti, la formazione statu nascenti degli assi fondamentali del suo pensiero. Da questa ricognizione emerge il ruolo sistematico dell’indagine hegeliana sulle strutture portanti della forma religiosa, colta soprattutto nell’Aufhebung dello spirito della Legge nella nuova legge dello Spirito. In relazione a tale assunto ermeneutico, sono sottoposte a una disamina analitica il rapporto dialettico fra legge e amore, il contrasto fra spirito e lettera, il concetto di destino, la nozione di positività, il senso escatologico del tempo, il progetto di una nuova vitalità religiosa per la sua epoca. La ricerca intende illuminare la connessione di queste figure, e in particolare quelle di legge e di amore, che costituiscono i luoghi fondamentali della prima elaborazione della dialettica, con lo sfondo teologico delle Lettere di Paolo, che il giovane Hegel studia e analizza nel suo periodo di formazione a Stoccarda, a Tubinga e a Francoforte.
Hegel’s Jugendschriften represent a privileged way in the understanding of the whole Hegelian speculative system. Many critics have considered them for a long time as juvenile papers dense of romantic and mystical afflatus, destined to be substantially abandoned in the speculative-rational works of his maturity. This research aims at illustrating the development of the fundamental axis of Hegel’s thought in the philosopher’s early writings. From this recognition emerges the systematic role of the investigation into the religious form, perceived above all in the abolishment (Aufhebung) of the spirit of the Law in the law of the Spirit and in its preserving. With regard to this hermeneutical assumption, the research examines analytically the dialectical relationship between law and love, the Letter/Spirit contrast, the concept of destiny, the notion of positivity, the eschatological meaning of time, the project of a new religious vitality for his epoch. This study aims at enlightening the connection of these figures and, above all, of the categories of law and love, which constitute the basis for the elaboration of the dialectics, with the theological background of Paul’s Epistles, which Hegel had studied during his education in Stuttgart, Tubingen and Frankfurt.
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GUANZINI, ISABELLA. "UTOPIA NEL CRISTIANESIMO. HEGEL E PAOLO: IL CONCETTO DI AMORE NELLE JUGENDSCHRIFTEN." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1858.

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Abstract:
Le Jugendschriften di Hegel rappresentano un ingresso privilegiato nella comprensione dell’intero sistema hegeliano. Nonostante la critica le abbia per molto tempo considerate carte giovanili dense di un afflato romantico e mistico destinato a essere sostanzialmente abbandonato nell’impianto speculativo-razionale della maturità, questa ricerca intende illustrare, in questi scritti, la formazione statu nascenti degli assi fondamentali del suo pensiero. Da questa ricognizione emerge il ruolo sistematico dell’indagine hegeliana sulle strutture portanti della forma religiosa, colta soprattutto nell’Aufhebung dello spirito della Legge nella nuova legge dello Spirito. In relazione a tale assunto ermeneutico, sono sottoposte a una disamina analitica il rapporto dialettico fra legge e amore, il contrasto fra spirito e lettera, il concetto di destino, la nozione di positività, il senso escatologico del tempo, il progetto di una nuova vitalità religiosa per la sua epoca. La ricerca intende illuminare la connessione di queste figure, e in particolare quelle di legge e di amore, che costituiscono i luoghi fondamentali della prima elaborazione della dialettica, con lo sfondo teologico delle Lettere di Paolo, che il giovane Hegel studia e analizza nel suo periodo di formazione a Stoccarda, a Tubinga e a Francoforte.
Hegel’s Jugendschriften represent a privileged way in the understanding of the whole Hegelian speculative system. Many critics have considered them for a long time as juvenile papers dense of romantic and mystical afflatus, destined to be substantially abandoned in the speculative-rational works of his maturity. This research aims at illustrating the development of the fundamental axis of Hegel’s thought in the philosopher’s early writings. From this recognition emerges the systematic role of the investigation into the religious form, perceived above all in the abolishment (Aufhebung) of the spirit of the Law in the law of the Spirit and in its preserving. With regard to this hermeneutical assumption, the research examines analytically the dialectical relationship between law and love, the Letter/Spirit contrast, the concept of destiny, the notion of positivity, the eschatological meaning of time, the project of a new religious vitality for his epoch. This study aims at enlightening the connection of these figures and, above all, of the categories of law and love, which constitute the basis for the elaboration of the dialectics, with the theological background of Paul’s Epistles, which Hegel had studied during his education in Stuttgart, Tubingen and Frankfurt.
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Ghilardi, Francesca <1990&gt. "Profilo storico e religioso delle grotte di Yungang. Analisi sistematica della grotta 20 e delle grotte 5 e 6." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10463.

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Abstract:
La tesi, suddivisa in cinque capitoli, si prefissa, nella prima parte, di chiarificare il profilo storico e religioso delle grotte di Yungang e, nella seconda parte, di fornire una descrizione specifica di tre grotte. Il primo capitolo tratta in modo generico il contesto storico e politico degli eventi che hanno portato alla formazione della dinastia dei Wei Settentrionali e, di conseguenza, alla nascita del complesso di grotte. Il secondo capitolo si concentra sulle nozioni basilari della religione buddhista e di come la dottrina abbia fatto il suo ingresso in Cina e vi si sia radicata, acquisendo un'importanza e una dignità sempre maggiori, tanto da essere considerata, per un certo periodo, alla stregua di confucianesimo e taoismo. Il terzo capitolo descrive genericamente l'assetto delle grotte e lo sviluppo dell'iconografia buddhista, che ha portato a una differenziazione stilistica all'interno delle grotte stesse. Infine, il quarto e il quinto capitolo analizzano più nello specifico, da una parte, la grotta 20, dall'altra, la 5 e la 6. La scelta di suddividere in questo modo gli ultimi due capitoli è data dal fatto che la grotta 20 è antecedente, per periodo storico, alle grotte 5 e 6, che, invece, sono state costruite negli stessi anni. Questa differenziazione è visibile anche a livello stilistico, specialmente nella struttura architettonica delle grotte, nella decorazione parietale e nella rappresentazione scultorea delle figure buddhiste.
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10

ROVATI, ALESSANDRO. "Liberalismo, Neutralità dello Stato e la Politica della Chiesa. Filosofia Morale e Teologia Politica nel lavoro di Stanley Hauerwas." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6156.

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Abstract:
Questa tesi si occupa di analizzare il lavoro di Stanley Hauerwas, uno studioso di grande fama nel mondo accademico americano i cui testi sono molto letti in tutto il mondo. Tramite la lettura critica dell’intero corpus degli scritti di Hauerwas la tesi intende riflettere sul rapporto problematico tra Cristianesimo e liberalismo. A questo scopo, la tesi si concentra inizialmente sui presupposti filosofici che sono alla base delle argomentazioni di Hauerwas. In secondo luogo, riflette sulle idee ed istituzioni tipiche del liberalismo e sul loro rapporto con il Cristianesimo. Infine, descrive la proposta etica di Hauerwas e il modo con cui questa determina il tipo di politica che la chiesa e i cristiani dovrebbero avere. Seguendo l’ampiezza del lavoro di Hauerwas, la tesi si interessa di un gran numero di filosofi, teorici della politica e teologi, spaziando dagli scritti di Aristotele e Tommaso d’Aquino, alla filosofia del linguaggio di McCabe, Murdoch, e Wittgenstein, dalle riflessioni etiche di Kovesi, Anscombe, e MacIntyre, alle teorie politiche di Rawls, Stout e Coles. Grazie alla sottolineatura del ruolo delle virtù e della formazione morale, insieme all’enfasi posta sull’importanza che la tradizione della chiesa, le sue pratiche e il suo linguaggio hanno nel dare forma all’immaginazione e alle vite dei cristiani, Hauerwas descrive in maniera costruttiva e feconda una proposta politica genuinamente cristiana e ci aiuta a navigare le complessità del mondo contemporaneo.
The dissertation provides an in-depth analysis of the scholarship of Stanley Hauerwas, a very prominent figure in the American academy whose body of work is widely read in many countries. By providing a close reading of Hauerwas’ entire corpus, the dissertation aims at discussing the contested relationship between Christianity and liberalism. It does so first, by focusing on the philosophical presuppositions that shape Hauerwas’ overall argument. Second, it reflects on the main liberal commitments and institutions and their relationship with Christianity. Third, it describes Hauerwas’ ethical proposal and its bearings on the political commitments that the church and Christians ought to have. Following the breadth of Hauerwas’ work, the dissertation deals with a great number of philosophers, political theorists, and theologians, spanning from the writings of Aristotle and Aquinas, to the philosophy of language of McCabe, Murdoch, and Wittgenstein, to the ethical reflections of Kovesi, Anscombe and MacIntyre, and to the political theory of Rawls, Stout, and Coles. Through his stress on the role of virtues and moral formation, and by emphasizing the importance that the church’s tradition, language, and practices have in shaping the imagination and lives of Christians, Hauerwas gives a constructive and fruitful description of what a genuine Christian politics looks like and helps us navigate the complex world of today.
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Books on the topic "Filosofia della religione"

1

Alessi, Adriano. Filosofia della religione. Roma: LAS, 1991.

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2

Mancini, Italo. Filosofia della religione. 3rd ed. Genova: Marietti, 1986.

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3

Biasutti, Franco. Filosofia della religione come scienza filosofica. Pisa: ETS, 2002.

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4

Nynfa, Bosco, Babolin Albino, and Centro internazionale di studi di filosofia della religione., eds. Teologia filosofica e filosofia della religione. Perugia: Benucci, 1987.

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5

Storia della filosofia della religione contemporanea. Milano: Mimesis, 2019.

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6

Hegel, Georg Wilhelm Friedrich. Lezioni di filosofia della religione. Napoli: Guida, 2003.

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7

Introduzione alla filosofia della religione. Brescia]: Editrice La scuola, 2016.

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8

Kant, Immanuel. Lezioni di filosofia della religione. Napoli: Bibliopolis, 1988.

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9

Religione, storia, libertà: Studi di filosofia della religione. Napoli: Liguori editore, 2014.

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10

Caracciolo, Alberto. Religione ed eticità: Studi di filosofia della religione. Genova: Il melangolo, 1999.

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Book chapters on the topic "Filosofia della religione"

1

Paparella, Francesco. "Il linguaggio del simbolo in Giovanni Eriugena. La sfida della religione alla razionalità filosofica." In The Medieval Paradigm, 247–67. Turnhout: Brepols Publishers, 2012. http://dx.doi.org/10.1484/m.nutrix-eb.1.101241.

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2

"Religione, filosofia e storia della lingua: Italoromania Religion, Philosophie und Sprachgeschichte: Italoromania." In Romanische Sprachgeschichte / Histoire linguistique de la Romania, Part 2, edited by Gerhard Ernst, Martin-Dietrich Gleßgen, Christian Schmitt, and Wolfgang Schweickard. Berlin • New York: Walter de Gruyter, 2006. http://dx.doi.org/10.1515/9783110171501.2.10.1313.

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