Academic literature on the topic 'Filiera locale'

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Journal articles on the topic "Filiera locale"

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Cicatiello, Clara, and Silvio Franco. "Filiere corte e sostenibilitŕ: una rassegna degli impatti ambientali, sociali ed economici." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (October 2012): 47–65. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-003003.

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Abstract:
Filiere corte e sostenibilitŕ: una rassegna degli impatti ambientali, sociali ed economici Negli ultimi anni l'interesse per le filiere corte č costantemente aumentato e sta trovando sempre piů spazio nel dibattito istituzionale e scientifico. Questo contributo mira a identificare le implicazioni della filiera corta sulla sfera ambientale, sociale ed economica, cosě come emergono dall'esame della letteratura scientifica, istituzionale e "grigia" di diversi settori. L'impatto delle filiere corte su queste tre dimensioni della sostenibilitŕ, laddove si evidenzino dei vantaggi significativi sulla qualitŕ dello sviluppo locale e sul benessere delle comunitŕ nelle aree rurali, giustifica l'opportunitŕ di promuovere delle azioni in grado di sostenere e favorire la diffusione di questa forma di organizzazione delle filiere agroalimentari.
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Caputo, Paola. "Importanza della risorsa biomassa nella pianificazione energetica e per lo sviluppo locale. Analisi di alcune esperienze in Nord Italia e possibili scenari evolutivi." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 131 (November 2021): 186–204. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131-s1009.

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Abstract:
La biomassa è una fonte di energia rinnovabile localmente disponibile, programmabile e versatile. Nel contributo si considera il suo utilizzo in sistemi di teleriscaldamento, sulla base di alcune esperienze di successo del nord Italia. Tali sistemi hanno favorito lo sviluppo di una filiera locale basata sui sottoprodotti forestali, in alternativa ai tradizionali combustibili fossili. Sulla base di precedenti ricerche, vengono discussi i benefici e le possibili evoluzioni future di tali sistemi.
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Antonioli, Barbara. "Il mercato nazionale e locale per l'energia. Il servizio al consumatore finale quale ultimo step di un'unica filiera." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 3 (July 2009): 153–63. http://dx.doi.org/10.3280/efe2008-003007.

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Abstract:
- The reorganization of the energy market, together with an increase in the mobility of resources and the evolution of supply, have reduced borders between national and local market, and both regulatory policies and players' strategies have to consider these renewed environment. The goal of this paper is to make some considerations about the dimension and the interactions between national and locals, up-stream and downstream energy markets, both in terms of value chain phases regulation and of the impact on firms' organization and on the industry as a whole. We want to highlight evident problems of coordination of different rules, the necessity to define a clear national industrial policy (not fragmented at local level), as well as the relevance of the end user prices regulation for liberalized market. In particular, this kind of regulation seems to represent a key point of the current discussion between operators and the energy Authority. The end users price regulation present some critical aspects related to its (contested) limited contribution to a real price competition but, on the other side, had to be considered as a strong protection for domestic customers, as well as a way to reduce information asymmetry.Key words: Energy, competition, regulation.JEL classifications: H1, K2.Parole chiave: Energia, concorrenza, regolazione.
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Cavazzoli, Luigi. "La Polenghi Lombardo e le istituzioni sperimentali e formative del Lodigiano." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (July 2010): 5–40. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-001001.

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Abstract:
Con l'istituzione nel 1871 della Stazione di caseificio di Lodi. si apre il primo centro di ricerche in una zona di grande produzione di latte, che contribuě al progresso dell'industria lattiero casearia locale e nazionale. Inoltre, l'istruzione professionale si affermň in Italia con questa «Stazione»: e contribuě al lo sviluppo dell'industria lattiera italiana L'intreccio che nel Lodigiano si realizzň fra industria, sperimentazione e formazione nella filiera del latte č in gran parte dovuto alle proficue collaborazioni che s'instaurarono, fra istituzioni pubbliche e private; collaborazioni gestiste da scienziati e tecnici di notevole prestigio e da propensione all'intrapresa, che operarono in un ambiente particolarmente favorevole. Note biografiche: Luigi Cavazzoli dirige il Centro Studi Ivanoe Bonomi e collabora con il Dipartimento di Storia della societŕ e delle istituzioni dell'Universitŕ Statale di Milano, la Fondazione "F. Turati" di Firenze, l'Accademia nazionale virgiliana e l'Istituto mantovano di storia contemporanea. Email: luigi cavazzoli @tin.it
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Marinelli, Augusto, Claudio Fagarazzi, and Alessandro Tirinnanzi. "Valutazione degli effetti economici, ambientali e territoriali di alcune filiere biomassa-energia presenti in Toscana." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 2 (February 2013): 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-su2003.

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Abstract:
Il presente contributo esamina alcune filiere foresta-legno-energia presenti in Toscana. Lo studio č diretto a valutare l'effettiva efficienza economica della tecnologia, la sostenibilitŕ economica di lungo periodo della filiera, gli effetti sociali indotti sulle imprese e sulla comunitŕ e gli effetti ambientali determinati da queste nuove tecnologie, nonché eventuali problematiche gestionali e organizzative rilevate dai vari attori coinvolti nella filiera (proprietari boschivi, imprese di utilizzazione forestale, gestori degli impianti energetici, utenti finali). Le esperienze illustrate nel presente contributo, sono il risultato di due anni di attivitŕ di monitoraggio, realizzate nell'ambito del progetto transfrontaliero BIOMASS. I risultati rappresentano un utile strumento di supporto per la progettazione della filiera e degli impianti, in termini di logistica, infrastrutture e di valutazione degli effetti socioeconomici sulle comunitŕ e sulle imprese locali.
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Pettenati, Giacomo. "La rinaturalizzazione del cibo in Valposchiavo: ecologia politica di una ‘valle bio'." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 2 (June 2021): 137–53. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2021oa12037.

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Abstract:
Il rapporto tra cibo e natura è caratterizzato, da alcuni decenni, dall'intreccio di due processi materiali e simbolici: la de-naturalizzazione delle filiere agro-industriali, che ha apparentemente ‘liberato' la produzione di cibo dai processi naturali, e la ri-naturalizzazione, associata al quality turn, che ha recentemente trasformato le filiere agroalimentari e i consumi. Questo contributo approfondisce le relazioni tra cibo e natura a partire dall'analisi dei processi in corso da alcuni anni in Valposchiavo (Svizzera), dove la sostenibilità ambientale delle filiere agroalimentari è al centro delle strategie di sviluppo locale e marketing territoriale. L'analisi utilizza le chiavi di lettura dell'ecologia politica del cibo (food political ecology), che consente di approfondire e analizzare criticamente la complessità e ladimensione politica di tali processi.
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Scudo, Gianni, and Matteo Clementi. "La progettazione ambientale delle filiere alimentari orientata allo sviluppo bioregionale." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093004.

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Abstract:
Il testo presenta strumenti di analisi e progetto di filiere alimentari elaborati nella ricerca ‘Bioregione'. Lo studio mira ad approfondire i processi che connettono domanda e offerta in un ambito territoriale definito e a formulare scenari migliorativi. Le filiere interessano i principali alimenti che compongono la domanda aggregata associata alla ristorazione collettiva nelle diverse fasi, dalla produzione in campo al conferimento al centro cottura, al consumo e alla gestione degli scarti. Gli indicatori utilizzati sono la domanda energetica complessiva (energia primaria non rinnovabile), la contabilità di terreno agricolo produttivo per quantità di prodotto o pasto equivalente e il costo di produzione. Essi costituiscono strumenti sperimentali di riferimento per una pianificazione territoriale locale che metta al centro un nuovo modello metabolico campagnacittà ambientalmente sostenibile.
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FARRANT, Laura, Marie-Pierre LABAU, Martine PADILLA, Chloé DENEUFBOURG, Laurence FORTUN-LAMOTHE, Sophie PENAVAYRE, and Antoine BESNIER. "Évaluation de la durabilité de la filière Indication Géographique Protégée « Canard à foie gras du Sud-Ouest »." INRA Productions Animales 31, no. 2 (October 25, 2018): 131–44. http://dx.doi.org/10.20870/productions-animales.2018.31.2.2319.

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Abstract:
Les filières agroalimentaires font face à de multiples enjeux et questionnements en lien avec les différents aspects du développement durable. L’objectif de ces travaux est de proposer des méthodologies permettant d’aborder l’évaluation de la durabilité des filières de produits agroalimentaires transformés en s’intéressant aux impacts environnementaux ainsi qu’aux performances socio-économiques de la filière Indication Géographique Protégée (IGP) foie gras du Sud-Ouest en lien avec son implantation territoriale. Les impacts environnementaux sont étudiés via la méthode de l’Analyse de Cycle de Vie (ACV). Les résultats fournissent un éclairage approfondi sur les principaux contributeurs aux impacts de la filière pour chaque étape, depuis les phases amont d’élevage et de gavage, prépondérantes dans le bilan global de la filière, jusqu’à la consommation finale. Une nouvelle méthode est également proposée pour évaluer la performance sociale, économique et territoriale d'une filière alimentaire. La mesure des performances s’articule en quatre catégories : i) dignité et bien-être des travailleurs, ii) territoire et vie locale, iii) loyauté et intégrité des pratiques commerciales et iv) création de richesse, pour lesquelles un ensemble d’indicateurs d’évaluation est défini. Cette méthode vise à repérer où se situent les marges de progrès pour qualifier la filière en termes de performances socio-économiques. L’approche mise en œuvre souligne que la filière est globalement très performante sur les dimensions étudiées avec néanmoins des enjeux concernant la précarité de certains emplois et des voies d’amélioration concernant la participation à la vie locale.
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De Carvalho, Soraya A., René Poccard-Chapuis, and Jean-François Tourrand. "Opportunisme et persistance dans la production de lait en Amazonie brésilienne." Revue d’élevage et de médecine vétérinaire des pays tropicaux 68, no. 2-3 (March 25, 2016): 61. http://dx.doi.org/10.19182/remvt.20589.

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Abstract:
En Amazonie, la production laitière est considérée comme une opportunité pour améliorer la viabilité des petites fermes du fait de la double fonction (production de lait et de veaux) de cette activité qui est favorisée par le fort potentiel fourrager dû au climat chaud et humide. Mais la production laitière ne dépend pas que du fourrage, la question est plus complexe. Cet article décrit ainsi comment la filière laitière locale et le contexte limitent la productivité et l’innovation dans ce sec­teur. Il esquisse également les possibilités d’évolution à court terme. La méthode mise en oeuvre a combiné trois approches complémentaires afin de mieux comprendre la complexité de la production laitière en Amazonie. Ces approches se sont basées sur a) une typologie des fermes, réalisée à deux périodes différentes, afin d’identifier leurs trajectoires, b) une analyse rétrospective décrivant les changements et les inva­riants des facteurs concernés, et c) une analyse de la filière reposant sur des données secondaires et des informations recueillies auprès d’informateurs-clés. Les résultats obte­nus ont complété l’expertise développée depuis une dizaine d’année par l’équipe de chercheurs concernée. La typologie a révélé les fréquentes et soudaines modifications de la stra­tégie des fermes suivant deux tendances principales, opportu­nisme et persévérance, en lien avec les pratiques d’élevage, notamment la reproduction, l’alimentation et la commercia­lisation des produits laitiers. Cette dernière dépend fortement de la capacité des laiteries locales à établir une relation de confiance avec les éleveurs. Ce partenariat est délicat à mettre en place à cause du contexte local, en particulier du fait des difficultés de transport, de l’accès insuffisant au marché, des normes nationales de production. Ce contexte explique les fréquentes créations et disparitions de laiteries. C’est pourquoi de nombreux éleveurs se concentrent sur la production de veaux et considèrent le lait comme un sous-produit. D’autres, en revanche, souvent pour des raisons culturelles, continuent à produire du lait et des veaux, recherchant des alternatives à la commercialisation du lait. Trois scénarios ont été envisa­gés : a) intensification, b) augmentation de la demande locale, et c) politiques environnementales exigeantes.
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Kesirli Unur, Ayşegül. "In the midst of the global and the local: Neo-Ottoman detectives of Filinta." Critical Studies in Television: The International Journal of Television Studies 15, no. 4 (November 17, 2020): 357–72. http://dx.doi.org/10.1177/1749602020956974.

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Abstract:
This article intends to understand the significance of depicting the Ottoman past in Turkish TV dramas by focusing on Filinta [Flintlock] (2014–2016) , a hybrid of historical drama and police procedural that is set in the second half of the 19th century in the Ottoman Empire. On the one hand, the article examines the influence of the Ottoman heritage in localising the police procedural genre in Filinta by exploring various kinds of local, cultural and historical connections. On the other hand, it investigates the appeal of using the Ottoman markers in increasing the popularity of the series in the global television market.
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Dissertations / Theses on the topic "Filiera locale"

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Duca, Daniele. "Produzione su scala ridotta di biodiesel da olio di girasole e sostenibilità della filiera locale." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2009. http://hdl.handle.net/11566/242263.

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Dell'Atti, Silvia. "Valutazione degli impatti ambientali connessi alla filiera dei rifiuti plastici in Emilia-Romagna con supporto di analisi LCA su una best practice locale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Alla base di questo studio vi è l’analisi della filiera della plastica, in particolare nella regione Emilia-Romagna, con l’obiettivo di valutare gli impatti ambientali ad essa connessi. La prima parte dello studio di Tesi è rivolta alla descrizione del quadro normativo, così da mettere in luce le norme vigenti a livello europeo, nazionale e regionale. Particolare attenzione è data alle novità introdotte dalle direttive sull’economia circolare della Commissione Europea, evidenziando gli obiettivi che l’Unione Europea vuole raggiungere in ambito di prevenzione, recupero e smaltimento della plastica. Successivamente, al fine di inquadrare la filiera della plastica dal punto di vista regionale, nazionale e internazionale, è stata svolta un’analisi a partire dai principali impianti di gestione e trattamento dei rifiuti presenti in Emilia-Romagna. Ciò ha permesso di avere un’idea di quali siano le quantità di materiale plastico trattato preliminarmente in regione e in seguito inviato ad altri impianti per un successivo trattamento, questi ultimi situati in Emilia-Romagna o in altre regioni d’Italia o all’Estero. L’ultima parte della Tesi è l’applicazione di uno studio LCA all’attività dell’azienda Balboni Omero S.r.l., che si occupa di recupero, trattamento e riciclaggio di materiale plastico e rifiuti industriali, con produzione finale di materia prima seconda (MPS). L’analisi LCA è stata svolta avvalendosi del software SimaPro 8. A partire dai dati forniti, è stata sviluppata una valutazione del ciclo produttivo, considerando come confini del sistema l’impianto stesso. I risultati emersi sono stati opportunamente descritti, interpretati e valutati.
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GIOIA, Marianita. "I contratti della filiera agroalimentare nei mercati locali e internazionali." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2020. http://hdl.handle.net/11695/97973.

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Abstract:
La complessità del mercato globale ed il particolare ruolo dei soggetti che vi operano possono essere colti adeguatamente nella specificità del settore agroalimentare, dove già si sperimentano relazioni contrattuali originali e si realizzano nuovi schemi associativi potenzialmente estendibili ad altri comparti economici. I contratti agroalimentari hanno ad oggetto situazioni giuridiche apparentemente semplici ma che nella pratica si rivelano particolarmente complesse. Non si tratta di contratti di tipo omogeneo, ma di più tipologie contrattuali articolate e figlie di contesti diversi accomunate però dalle stesse esigenze: ridurre l’asimmetria contrattuale esistente nei rapporti tra produttori agricoli ed imprese, consentire la circolazione dei prodotti e soddisfare il bisogno del diritto al cibo. L’elaborato intende affrontare il tema della contrattazione collettiva e individuale nelle relazioni della filiera agroalimentare con particolare riferimento allo studio dei contratti per la cessione dei prodotti nel comparto agroalimentare stipulati tra i produttori agricoli (fornitori) e le controparti industriali, quali, ad esempio, i trasformatori o i distributori (acquirenti). Le tematiche inerenti alla contrattazione individuale e collettiva nelle relazioni economiche riguardanti il settore agroalimentare, in modo specifico, sono esaminate sia nella dimensione internazionale che in quella nazionale attraverso l’analisi delle normative di settore e l’approfondimento di alcune tipologie contrattuali per la fornitura delle materie prime adottate nella pratica tra produttori e impresa in diversi comparti. La tesi è strutturata su cinque capitoli, in cui il primo funge da introduzione anche storica alle tematiche riguardanti i contratti di fornitura di prodotti nel settore agricolo. Nel secondo capitolo sono analizzati i modelli contrattuali e gli strumenti più diffusi sia nel panorama internazionale che in quello nazionale e regionale per alcuni dei quali sono stati illustrati o richiamati specifici casi pratici. Il terzo capitolo è dedicato al sistema delle relazioni contrattuali nel settore agroalimentare nell’esperienza giuridica europea, analizzando la disciplina di riferimento e operando un confronto tra l’ordinamento italiano e francese in merito alle normative adottate e alle scelte inerenti l’associazionismo agricolo. Nel quarto capitolo si analizza lo strumento delle organizzazioni interprofessionali attraverso un approccio comparatista tra l’esperienza francese e quella italiana. Infine, nel quinto e ultimo capitolo sono affrontati temi correlati all’oggetto principale dello studio e al ruolo che la contrattualizzazione collettiva può rivestire nella regolazione di aspetti concernenti la problematica degli sprechi alimentari lungo la filiera e la diffusione di modelli produttivi, alternativi rispetto a quello c.d. “lineare”.
The global market complexity and, in particular, the role of the entities operating in it, may be understood properly in the peculiarity of the agri-food sector where original contractual relationships are already being experimented and new associative schemes potentially extensible to other economic sectors are created. Agri-food contracts concern apparently simple legal situations which are particularly complex in practice. These are not homogeneous agreements, but more articulated contractual typologies born from different contexts and united by the same needs: to reduce the contractual asymmetry existing in relations between agricultural producers and businesses, allow the circulation of products and satisfy the need of the right to food. The paper aims to address the issue of collective and individual bargaining in the contractual relationships within the agri-food supply chain with particular emphasis on the study of contracts for the sale of products in the agri-food sector stipulated between agricultural producers (suppliers) and industrial counterparts, such as, for example, processors or distributors (buyers). The topics related to individual and collective bargaining in economic relations concerning the agri- food sector, specifically, are examined both in an international and national dimension through the analysis of sector regulations and the detailed study of some types of contracts for the supply of raw materials adopted in practice between producers and companies in different industries. The thesis is structured on five chapters, the first one serves as an historical introduction to the themes related to the contracts for the supply of products in the agricultural sector. The second chapter analyzes the contractual models and the most common instruments both in the international panorama and in the national and regional scenario; in the same chapter some specific practical cases have also been illustrated or referred to. The third chapter is dedicated to the contractual relations system in the agri-food sector within the European juridical experience, analyzing the related legislation and making a comparison between the Italian and French system on the regulations adopted and the choices made in regard to agricultural associationism. The fourth chapter focuses on interbranch organizations through a comparative approach between the French and the Italian experience. Lastly, the fifth and final chapter addresses the issues related to the main object of the study and the role that collective bargaining can play regulating the problem of food waste along the supply chain and the diffusion of production models, alternative to the so called "linear" one.
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Naves, Pierre. "Du court, du local ! Une sociologie du gouvernement de la filière fruits et légumes." Thesis, Bordeaux, 2016. http://www.theses.fr/2016BORD0294/document.

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Abstract:
La filière des fruits et légumes frais est aujourd’hui confrontée à la mise en question des institutions gouvernant ses rapports institués de distribution. De plus en plus, une partie des acteurs intervenant dans le gouvernement de cette filière (collectivités territoriales, producteurs, distributeurs, organisations professionnelles) cherchent à promouvoir de nouvelles formes de distribution, caractérisées par la réduction des distances sociales et / ou relationnelles entre producteurs et consommateurs. La fin des années 2000 a notamment été marquée par la mise en œuvre d’une politique publique nationale destinée à développer les« circuits courts » de commercialisation des produits agricoles, caractérisés par l’absence ou la présence d’un seul intermédiaire entre producteurs et consommateurs. Ces circuits courts sont, en outre, souvent associés par les acteurs à des dynamiques de relocalisation des processus de distribution. Historiquement peu concernée par ces modes de distribution, dont les titulaires de son gouvernement ont au contraire cherché à l’affranchir en les marginalisant économiquement, la filière des fruits et légumes frais redécouvre aujourd’hui de nouvelles manières d’organiser ses marchés et de qualifier les produits. Doit-on pour autant conclure au triomphe des challengers du gouvernement de cette filière, parce qu’ils auraient réussi à institutionnaliser de nouveaux rapports institués de distribution ? Nous prétendons justement montrer, à partir d’une sociologie du gouvernement de la filière inspirée des travaux de la sociologie économique et de l’économie politique, que la réalité est plus complexe et ambigüe. En effet, si, à l’échelle locale, ces challengers parviennent à mieux contrôler les opérations de problématisation, d’instrumentation et de légitimation des enjeux associés à l’institutionnalisation de nouveaux modèles de distribution des fruits et légumes, aux échelles nationale et communautaire, le gouvernement de la filière demeure contrôlé par les acteurs les plus puissants : producteurs spécialisés, organisations de producteurs, enseignes de la grande distribution. Finalement, plutôt qu’à une relocalisation des circuits de distribution de la filière, on assiste en réalité à une évolution des dynamiques de qualification, marquée par la stabilisation du « local » comme une nouvelle institution marchande, dont l’usage stratégique permet aux titulaires du gouvernement de conserver la mainmise sur la définition des enjeux légitimes à traiter, en particulier ceux relatifs aux modèles de développement agricoles à soutenir et encourager
The fruit and vegetables industry (filière) has recently had to deal with issues concerning the legitimate ways of selling these products and a larger range of actors intervening in its government (local authorities, producers, wholesalers, professional organizations) have sought to promote new modes of commercialization which can be described as an attempt to reduce social and geographical distances between producers and consumers. Since 2009, a French public policy has indeed encouraged the development of short food supply chains, defined as supply chains involving none or just one intermediary between the two ends of the chain. These short food supply chains have also been linked by their promoters to the “re-localization” of economic exchanges. Historically, the incumbents of the industry’s government have tried to go beyond such geographical constraints in order to extend their markets spatially, and this by marginalizing politically and economically shorter supply chains. But they now have to deal with new ways of organizing markets and defining the quality of their products. This situation has been examined in this Phd. using rigorous analytical and methodological tools. From this angle, at the local scale challengers have been able to take control away from incumbents by redefining the legitimate issues which need to be treated. At other scales, however, the traditional incumbents are still in control of the industry’s government and the bulk of its economic exchanges. Ultimately, what has taken place is less the re-localization of supply chains within the industry than the institutionalization of new forms of qualification based upon the valuation of the “local” as a distinctive sign of quality
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Nobile, Didier. "Application du concept d’orientation entrepreneuriale au champ des collectivités territoriales : Mise en place d’un dispositif d’accompagnement de l’élu entrepreneur." Thesis, Université de Lorraine, 2013. http://www.theses.fr/2013LORR0342/document.

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Abstract:
L’orientation entrepreneuriale constitue un concept éprouvé en sciences de gestion. Si les travaux qui lui sont consacrés concernent très majoritairement les entreprises privées et retiennent une approche quantitative, on assiste à présent à une aspiration au renouvellement de la recherche autour du concept (méthodologie, champ d’application...). Cette thèse s’inscrit dans ce courant en abordant l’orientation entrepreneuriale des élus locaux par le biais d’une démarche d’accompagnement par la prospective. Pour ce faire nous émettons deux propositions de recherche : la première repose sur le bien fondé de l’utilisation de ce concept chez les élus des collectivités territoriales et la seconde sur l’efficacité des démarches d’accompagnement fondées sur la prospective pour ces élus. Après une revue de littérature consacrée à la dimension entrepreneuriale des élus et une première approche du concept dans les collectivités territoriales au travers de trois minis cas, nous déployons une démarche qualitative de recherche intervention de type ingénierique. Cette dernière a pour objet d’accompagner la structuration de la filière Santé-Biotechnologies en Lorraine. A l’issue de cette thèse nous concluons à la validité des propositions émises. Nous mettons ensuite en évidence les apports conceptuels et managériaux et nous envisageons les perspectives de recherche qu’elle génère
Entrepreneurial orientation is now a highly-proven concept in management sciences. While the work devoted to the subject mostly relates to private enterprises and adopts a quantitative approach, a fresh current has now undertaken to revisit research in this field (methodology, scope…). This doctor’s thesis is in line with the new trend and shows elected local officials’ entrepreneurial orientation through a prospective accompaniment approach. To do this, I have come up with two research proposals. The first is based on stressing the relevance of resorting to the concept in a political environment, and the second rests on the efficiency of the prospective guiding steps destined for elected officials. The review of literature devoted to the entrepreneurial dimension of elected politicians followed by a preliminary approach of the concept through three case studies pave the way for an engineering qualitative approach of action research. It is meant to provide guidance for the structuring of the Health and Biotechnology sector in the Lorraine region. The conclusion of the thesis shows the relevance of the submissions and highlights the conceptual and managerial contributions before it opens up on some forms of potential ensuing research
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Fantuzzi, Sara <1981&gt. "La diffusione della filiera corta agro-alimentare e le prospettive di sviluppo nel territorio: il ruolo delle amministrazioni locali e le potenzialità del mercato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1869/1/Fantuzzi_Sara_tesi.pdf.

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Fantuzzi, Sara <1981&gt. "La diffusione della filiera corta agro-alimentare e le prospettive di sviluppo nel territorio: il ruolo delle amministrazioni locali e le potenzialità del mercato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1869/.

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De, Donà Martina <1990&gt. "Lo sviluppo economico del Brasile tra filiere locali e reti globali. Progetti di cooperazione produttiva nel Rio Grande do Sul." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4697.

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Abstract:
Il Brasile occupa oggi una posizione rilevante nell’economia mondiale. E’ un Paese ricco di risorse naturali ed è fra i leader mondiali nel mercato delle commodities. Il Brasile è riuscito ad avviare un processo di crescita sostenuta a partire dagli anni Novanta, quando sono state attuate alcune importanti politiche di stabilizzazione. Tuttavia, non mancano contraddizioni e debolezze, in particolare disuguaglianze economiche, sociali e regionali, oltre alla persistenza della corruzione e a politiche protezionistiche, che rappresentano ostacoli alla definitiva affermazione del Brasile come grande potenza mondiale. I recenti governi di Cardoso e Lula e quello attuale di Dilma Rousseff hanno avviato soluzioni per superare le principali questioni politiche, sociali ed economiche, ed alcuni risultati a livello “macro” sono stati ottenuti. Resta tuttavia da lavorare a livello “locale”. È proprio infatti questo l’ambito nel quale la ricerca si è focalizzata e dove gli investimenti dovrebbero direzionarsi. Negli ultimi anni l’industria brasiliana si è aperta al commercio estero, ma la dipendenza dagli IDE e lo scarso valore aggiunto apportato nelle catene globali del valore riducono il tasso di crescita potenziale del Paese. Il cambiamento dovrebbe dunque avvenire anche attraverso piccole e medie imprese che, grazie alla capacità di aggregarsi in Arranjos Produtivos Locais, possono creare una solida cooperazione tra i soggetti economici e istituzionali, compresa l’Università. In questo modo si accresce la possibilità di passare da un’economia basata sulle commodities ad una di trasformazione e sviluppo tecnologico, aumentando così il valore creato e distribuito sul territorio. La tesi cerca in particolare di approfondire questa lettura attraverso l’analisi della filiera lattiero-casearia e del tabacco nello Stato del Rio Grande do Sul.
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Chatibi, Said. "La filière viande bovine au Maroc : quelle place pour l’élevage traditionnel et quelles bases de qualification pour la viande locale ?" Corte, 2011. http://www.theses.fr/2011CORT0003.

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Abstract:
La filière viande bovine Marocaine est confrontée à deux défis majeurs : i) une demande croissante sous l’effet de l’essor démographique et de l’évolution des habitudes alimentaires et ii) l’ouverture commerciale induite par les accords de libre échange signés par le Maroc. L’élevage extensif allaitant basé sur des races locales (système traditionnel), déjà fragilisé par les aléas climatiques, l’allongement des filières, l'isolement, et une érosion génétique continue, peine à répondre à ces sollicitations. D’où l’intérêt d’une réflexion sur les perspectives de qualification du ce système. Comment se caractérise l’élevage bovin allaitant actuellement et comment se positionnent ses produits sur le marché ? Une qualification par l’origine peut-elle être porteuse de réelles perspectives de développement pour cet élevage ? Sur quelles bases pourrait-elle s’appuyer et quels dispositifs envisager ? Nous avons tenté de répondre à ces questions à travers un travail de terrain en trois phases : i) examen des pratiques d’élevage dans trois régions du Maroc renfermant des populations de bovins allaitants de races locales ; ii) analyse de l’aval de la filière depuis la commercialisation des bovins jusqu'à la consommation de la viande ; iii) réalisation des mesures physico-chimiques et des évaluations sensorielles afin d'identifier les attributs organoleptiques de la viande susceptibles d’être exploités dans une qualification. Au-delà des aspects empiriques, notre théorisation porte sur l’identification de ce que sont les ressources dans une activité et comment les révéler en tant qu’actif. Mais l’activation de ces ressources exige de repérer les acteurs capables de les activer. Nos résultats apportent un éclairage original de ces questions
In Morocco, beef supply chain is currently facing major challenges: i) an increasing request due to demographic rise and evolution of food practices and ii) commercial opening induced by the agreements of free exchange signed by Morocco. The extensive breeding based upon local breeds in traditional suckling system, already weakened by the climatic risks, an increasing chain largeness, isolation, and continuous genetic erosion, answers hardly to these requests and undergoes an unbearable competition with the production systems benefiting from more favorable conditions. Thus there is a strong interest for a reflection on possible qualification of the traditional system. How the traditional system is characterized at present and how its products position on the market? Can a qualification by the origin open real perspectives of development for this livestock system? On what bases could it lean on and which devices should be envisaged ? We answer these questions through a work organized in three stages: i) we analyze the breeding practices in three areas of Morocco containing a considerable population of suckling cows of local breeds; ii) we examine the downstream of the supply chain since the marketing of the animals until the consumption of the meat; iii) finally, we lead physicochemical analysis and sensory evaluations in order to identify the sensory properties of this meat able to be exploited in a qualification. Lastly, beyond the empirical aspects, our theorization relates to the identification of what is resource in an activity and how to reveal it as an asset. Furthermore, activation of such resources requires identifying the actors able to activate them. Our results bring an original contribution to these questions
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Dangeard-Viel, Marina Deboffle Gérard. "Création d'un pôle gérotonlogique entre trois hôpitaux locaux du Nord-Sarthe, pivot d'une filière gériatrique cohérente." [S.l.] : [s.n.], 2004. http://theses.univ-nantes.fr/thesemed/MEDdangeard.pdf.

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Books on the topic "Filiera locale"

1

Marone, Enrico, ed. La filiera del tartufo e la sua valorizzazione in Toscana e Abruzzo. Florence: Firenze University Press, 2011. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-036-5.

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Abstract:
There can be no valorisation of the truffle system without a sufficient awareness of the chain that brings the truffle from the ground to the consumer. This in fact renders explicit the link between the product and the territory of origin, eliminating disparities at the level of information between the consumer and the gatherer/producer/transformer. In this case, the value of the product is increased to the extent that along with it we also acquire the quality of the environment that produces it. The research that is presented in this volume offers valid elements of orientation, both for those working in the sector and for the public sector, to which it offers knowledge useful for the defence of the local product and for guiding sector policies.
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2

Glon, Éric. Forêts, filière bois, territoires et développement local au Nouveau-Brunswick. [Moncton, N.-B.]: Institut canadien de recherche sur le développement régional = Canadian Institute for Research on Regional Development, 1999.

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3

Soldo, Edina, and Lamouroux Sophie. Quand les musiques actuelles entrent en scène: Pour un ancrage territorial d'une filière musiques actuelles en pays d'Aix. Aix-en-Provence: Presses universitaires de Provence, 2015.

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4

Nauchnyĭ sovet istoricheskikh i kraevedcheskikh muzeev Rossiĭskoĭ Federat͡sii. Sibirskiĭ filial. Zasedanie. Osnovnye kont͡septualʹnye podkhody k opredelenii͡u sot͡siokulʹturnoĭ roli muzeev v obshchestvennoĭ zhizni regiona: Materialy zasedanii͡a Sibirskogo filiala Nauchnogo soveta istoricheskikh i kraevedcheskikh muzeev pri Ministerstve kulʹtury RF, 5-9 avgusta 2002 g. Irkutsk: Ottisk, 2002.

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5

Jednolitość orzecznictwa sądowo-administracyjnego i administracyjnego w sprawach samorządowych / pod redakcją Józefa Filipka. Kraków: Zakamycze, 1999.

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6

1946-, Pirro Federico, and Guarini Angelo, eds. Grande industria e Mezzogiorno, 1996-2007: Gruppi, settori e filiere trainanti fra declino dei sistemi produttivi locali e rilancio dei poli di sviluppo. Bari: Cacucci, 2008.

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Book chapters on the topic "Filiera locale"

1

"Cases; dominus, filius, filia." In Latin for Local History, 15–16. Routledge, 2014. http://dx.doi.org/10.4324/9781315837062-7.

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2

Barras, Béatrice. "1. Ardelaine, de la filière laine au développement local." In S'inspirer du succès des coopératives, 7–31. Dunod, 2016. http://dx.doi.org/10.3917/dunod.aperi.2016.01.0007.

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Conference papers on the topic "Filiera locale"

1

Santos, Amanda Léa Cavalcante dos, Arthur José Cavalcante Gois, Daniel Moreira Matos, João Gabriel Leal Martins, and Vitoria Lima Camelo. "REFLORESTAMENTO COMO FORMA DE CAPACITAÇÃO NA ÁREA DE ATUAÇÃO DO BIÓLOGO." In II Congresso Brasileiro de Ciências Biológicas On-line. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2021. http://dx.doi.org/10.51189/rema/1239.

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Abstract:
Introdução: A Mata Branca Júnior Soluções Ambientais é uma empresa júnior filiada ao movimento empresas júniores. Ela é constituída por estudantes de graduação do curso de ciências biológicas da Universidade Federal do Ceará e, através da capacitação profissional dos membros, executa projetos e serviços ambientais para diferentes públicos, ambicionando a preparação do membro para o mercado de trabalho dentro das áreas de atuação do biólogo. Um dos projetos realizados é o de reflorestamento, que visa mitigar os efeitos negativos do uso da terra de maneira insustentável da área em questão. Isso é feito a partir do plantio de um conjunto personalizado de espécies, favorecendo espécies nativas e frutíferas, que possam ajudar a restabelecer ou a fortalecer os serviços ecológicos e a qualidade biótica antes disponíveis naquela área. Objetivos: O serviço foi realizado pela primeira vez na localidade de São Jerônimo, na cidade de Guaiúba (CE), próximo ao Balneário Ilha Bela, objetivando, através do reflorestamento da região, a recuperação de uma área que fora degradada por atividades agrícolas e pecuárias. Material e Métodos: O projeto teve início com um levantamento de produtores de mudas e a seleção de espécies adaptadas à região a ser reflorestada. Para a realização do serviço foram priorizadas plantas nativas da caatinga aspirando à manutenção da biodiversidade vegetal. Após a aquisição, os rebentos foram transportados ao local de destino e uma equipe de membros da empresa realizou o plantio, respeitando as individualidades de espaço, pluviosidade e preferências de cada planta. Resultados: Por fim, foram plantadas 87 mudas nativas e, a pedido do cliente, 47 frutíferas totalizando 128 indivíduos. Conclusão: Este projeto mostrou-se de extrema importância para formação dos biólogos membros, pois propiciou a aplicação prática de conhecimentos teóricos relacionados à botânica e ecologia, além de fornecer a oportunidade de atuação no mercado de trabalho e participação ativa na preservação do meio ambiente. O cliente mostrou-se satisfeito com o serviço executado, pois obteve as mudas frutíferas que desejava e uma solução viável e sustentável para a recuperação do terreno anteriormente devastado pela atividade pecuária.
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Albuquerque, João Victor Brilhante de, Amanda Léa Cavalcante Dos Santos, Andreza Oliveira Abreu, Daniel Moreira Matos, and Rogério Carvalho Vasconcelos Filho. "PGRSS: UMA FERRAMENTA PARA A CAPACITAÇÃO E BEM-ESTAR DA COMUNIDADE." In II Congresso Brasileiro de Ciências Biológicas On-line. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2021. http://dx.doi.org/10.51189/rema/1226.

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Abstract:
Introdução: A Mata Branca Júnior Soluções ambientais é uma empresa júnior filiada ao movimento empresas júniores. Ela é composta por estudantes do curso de ciências biológicas da Universidade Federal do Ceará e executa projetos e serviços voltados para o crescimento profissional de seus membros, sempre voltados para as áreas de atuação do biólogo. Dentre suas atividades está o Plano de Gerenciamento de Resíduos de Serviços de Saúde (PGRSS), documento que detalha as técnicas e ações de manejo dos resíduos sólidos produzidos a partir do atendimento à saúde humana ou animal. Objetivo: O projeto objetivou a qualificação dos membros da equipe gestora através de um conjunto de procedimentos elaborados nas etapas de seu planejamento estratégico, envolvendo o gerenciamento de resíduos de saúde. Materiais e Métodos: Obedecendo às recomendações e obrigações de biossegurança condizentes ao período atual, com a presença de no máximo 2 membros da equipe e o auxílio de EPIs, realizou-se uma visita técnica, mediante contato com o cliente, ao estabelecimento contratante. Através de uma ficha de campo para diagnóstico, foram coletadas informações a respeito do funcionamento do local investigado. Estes dados foram analisados criteriosamente pela comissão e pelo responsável técnico, que elaborou, revisou e assinou o PGRSS. O plano foi entregue ao contratante, que também recebeu uma capacitação por meio de um POP e apresentação construída pela equipe. O contato pós-serviço foi realizado para monitoramento superficial das atividades acordadas no plano. Resultados: A equipe gestora envolvida nas atividades do projeto adquiriu conhecimento profissional em consultoria e licenciamento ambiental, bem como o próprio gerenciamento de resíduos sólidos, uma vez que receberam o amparo de materiais complementares e capacitações para a execução das etapas do serviço. Conclusão: Esta atividade porta um valor ecológico importante, já que a gestão correta desses materiais mitiga impactos posteriores ao meio ambiente, como a contaminação de corpos hídricos, solo e ar pelo derramamento de fluidos poluentes, como o chorume, e emissão de gases, como metano; o que tange a responsabilidade socioambiental inerente à empresa júnior. Além disso, mostrou ser uma ferramenta auxiliadora na capacitação de membros, ajudando na sua formação e construção profissional.MATA BRANCA JR.
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