Academic literature on the topic 'Fenotipi complessi'

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Journal articles on the topic "Fenotipi complessi"

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Corsico, Alejandro, and Peter McGuffin. "Psychiatric genetics: recent advances and clinical implications." Epidemiology and Psychiatric Sciences 10, no. 4 (December 2001): 253–59. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000542x.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Presentare una rassegna sui progressi attuali e sulle prospettive future della psichiatria genetica. Metodi – Revisione degli studi che hanno dimostrato una influenza genetica su un'ampia gamma di disturbi psicopatologici, utilizzando ricerche sulle famiglie, sui gemelli e sulle adozioni, ed approfondimento dei metodi e dei limiti degli studi di genetica molecolare. Risultati – I disturbi relativi ad un singolo gene hanno costituito il settore più semplice per ottenere significativi progressi nelle conoscenze su disturbi quali la malattia di Huntington e la malattia familiare di Alzheimer in fase iniziale. Fenotipi complessi, quali la schizofrenia e il disturbo affettivo, hanno invece presentato maggiori difficolta, ma la malattia di Alzheimer e la dislessia sono esempi nei quali scoperte replicate di genetica molecolare suggeriscono ora che l'identificazione genetica e realizzabile anche per disturbi multifattoriali. Conclusioni – La combinazione della disponibilita di un maggior numero di informazioni sui genoma, insieme all'accessibilita ad esse attraverso Internet, fornisce gli strumenti essenziali per le ricerche sulla predisposizione genetica. Un altro requisito fondamentale per tentare di identificare i geni che provocano piccoli effetti e una ben caratterizzata raccolta, su larga scala, di casi. Cid richiede l'interazione tra epidemiologi e clinici. I progressi negli studi di genetica consentiranno anche di individualizzare la terapia farmacologica, tenendo conto della risposta terapeutica e degli effetti collaterali. Si spera che l'insieme di queste prospettive migliorera le nostre conoscenze sulla patogenesi neurobiologica di malattie come la schizofrenia, la depressione ed il disturbo bipolare, ‘legittimando’ queste malattie agli occhi del grande pubblico.
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Basolo, Alessio, Paola Fierabracci, and Ferruccio Santini. "Misurazione della spesa energetica mediante la camera metabolica nello studio dei fenotipi dell’obesità." L'Endocrinologo 23, no. 1 (January 12, 2022): 14–19. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-01007-y.

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Abstract:
SommarioLa capacità di modulare l’introito calorico in risposta ai cambiamenti della richiesta energetica è essenziale per la sopravvivenza dell’individuo. L’apparente spontaneità con cui decidiamo di alimentarci dipende da una complessa interazione tra percezioni visive olfattive e cognitive e il sistema nervoso centrale che integra a livello ipotalamico i segnali periferici relativi allo stato nutrizionale. La conservazione dell’equilibrio energetico può essere considerata un processo dinamico e, sotto controllo fisiologico ideale, le variazioni di un componente (spesa energetica) provocano cambiamenti compensatori biologici e/o comportamentali nell’altra parte del sistema (introito calorico) e viceversa. Nella vita di tutti i giorni un abbinamento così perfetto tra apporto energetico e dispendio energetico è difficilmente raggiungibile e il tessuto adiposo funge da deposito dinamico, proteggendo dalle inevitabili deviazioni dell’equazione di equilibrio. Recenti studi hanno dimostrato che la risposta adattativa della spesa energetica a differenti interventi dietetici (alimentazione eccessiva o restrizione calorica) identifica la presenza di due differenti fenotipi metabolici (“dissipatore” e “risparmiatore”). In questa rassegna verranno discussi i principi fondamentali dell’equazione del bilancio energetico e il loro metodo di misurazione mediante camera metabolica. Verranno inoltre descritti i due diversi fenotipi metabolici che possono indicare la propensione di un individuo a essere più o meno incline allo sviluppo dell’obesità.
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Staffolani, R., G. Biagini, A. Pugnaloni, E. Salvolini, N. Cester, and C. Romanini. "Studio delle Modificazioni Morfo-Funzionali delle Cellule Endoteliali in Gravidanze Gemellari." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, no. 1-2 (1994): 116. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003068.

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Abstract:
AbstractLe gravidanze gemellari sono caratterizzate da riduzioni delle dimensioni del feto accompagnati dai corrispondenti riduzioni placentari, come precedentemente riportato. Anche modificazioni sono state evidenziate a carico degli altri annessi embrionali, mentre varie sono le problematiche non risolte. Pertanto noi abbiamo voluto valutare le caratteristiche morfofunzionali delle vene ombelcali cordonali di gemelli dicoriali confrontandoli con quelle di gravidanze normali a termine. Sono stati analizzati i cordoni ombelicali di gravidanze a termine e da una gravidanza gemellare dicoriale recisi dalla placenta subito dopo il parto. È stata utilizzata la microscopia elettronica a trasmissione (TEM) e a scansione (SEM). Per l'indagine immuno istochimica è stata impiegata la tecnica del complesso avidina-biotina perossidasi. Le cellule endoteliali sono state ottenute con il metodo di Jaffe e per gli studi di fluorescenza è stata utilizzata la sonda l-(4 trimetilaminofenil) 6 fenil-1,3,5 — esatriene (TMA-DPH).Nei cordoni ombelicali ottenuti da gravidanze normali a termine esse presentano una completa fase di differenziamento. Abbiamo infatti osservato: 1) elementi modicamente appiattiti, 2) protrusioni citoplasmatiche, 3) vescicole di pinocitosi e citoplasmatiche, 4) aggregati di lisomi, 5) corpi di Weibel e Palade, 6) nucleo lenticolare, 7) nucleo evidente con predominante eucromatina. La tonaca media appare ricca di fibrocellule muscolari lisce ricche di filamenti di tipo contrattile. Nei gemelli le celule endoteliali appaiono globose con aspetti di attività cellulare come anche confermato dagli studi biochimici. Le cellule muscolari sottostaminali risultano assai ricche di reticolo ergastoplasmatico e con fenotipo sintetico.In conclusione per quanto concerne il cordone ombelicale quanto da noi osservato istochimicamente ultrastrutturalmente biochimicamente pare sottolineare uno stato di minor maturità delle gravidanze gemellari rispetto ai controlli normali a termine.
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Digilio, M. Cristina. "Sindromi genetiche sottese alla disabilitŕ cognitiva grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 73–78. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003012.

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Abstract:
L'eziologia della disabilitŕ cognitiva grave č molto complessa, tanto che la causa di questa condizione clinica rimane ancora oggi non identificabile nel 40% circa dei casi. L'inquadramento diagnostico č perň un'esigenza concreta delle famiglie, per tentare di avere piů informazioni possibili sulla prognosi della patologia, sulle possibilitŕ e metodi terapeutici piů appropriati, sui rischi di ricorrenza familiare. I metodi utilizzati per l'inquadramento diagnostico sono di tipo clinico, strumentale e laboratoristico citogenetico-molecolare. Dal punto di vista clinico l'approccio prevede la ricostruzione dell'anamnesi familiare, la raccolta di dati sul decorso della gravidanza, sul periodo neonatale e sulla storia clinica dalla nascita al momento dell'osservazione. Si stima che il 4-35% (in media 15%) dei casi di disabilitŕ cognitiva sia riconducibile ad eziologia cromosomica. Le tecniche di citogenetica molecolare sono progressivamente migliorate negli ultimi anni, con la possibilitŕ di aumentare la sensibilitŕ di diagnosi per le sindromi da microanomalia cromosomica (con la tecnica CH-Array). La sindrome dell'X fragile costituisce una delle piů frequenti cause di disabilitŕ cognitiva nei soggetti di sesso maschile, specialmente nei casi a ricorrenza familiare della patologia. Il numero delle sindromi monogeniche associate a disabilitŕ cognitiva č altissimo, e si tratta sempre di patologie singolarmente rare. In questo ambito č importante saper identificare caratteristiche cliniche che possano orientare verso una patologia specifica, allo scopo di poter ipotizzare una diagnosi clinica ed eventualmente mirare i test genetici nei casi di sindromi ad eziologia attualmente nota. Sono utili, in questo ambito, il riscontro di dismorfie particolari orientative per una sindrome specifica, la caratterizzazione anatomica delle malformazioni associate o l'eventuale presenza di epilessia, la definizione di un fenotipo comportamentale e cognitivo specifico. Č importante anche la rivalutazione clinica nel tempo, per cogliere segni di significato diagnostico che possono comparire in etŕ diverse della vita di un bambino.
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Farina, L., L. D'Incerti, L. Chiapparini, C. Cimino, G. Battaglia, T. Granata, and M. Savoiardo. "Polimicrogiria (PMG) parieto-occipitale parasagittale bilaterale: Studio RM in 7 pazienti." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 222. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s2100.

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Abstract:
Recentemente è stata identificata una nuova malformazione dello sviluppo corticale associata ad epilessia caratterizzata da corteccia polimicrogirica localizzata nelle regioni parieto-occipitali parasagittali bilateralmente. Presentiamo i dati RM di 7 nostri pazienti, con alterazioni analoghe, 5 maschi e 2 femmine sorelle gemelle, di età compresa tra 20 e 68 anni. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad almeno 1 esame RM, 5 con apparecchi 1.5 T e 5 con apparecchio 0.5 T. In tutti i casi la RM ha dimostrato la presenza di un solco abnormemente profondo posto nelle regioni parieto-occipitali bilateralmente in sede parasagittale e circondato da corteccia polimicrogirica. L'alterazione è bilaterale in tutti i pazienti, simmetrica in 4 casi e asimmetrica in 3 per maggior profondità del solco a sinistra. In tutti i pazienti la corteccia polimicrogirica si estendeva anteriormente nel lobulo parietale superiore fino alla regione rolandica: non è stato mai possibile identificare con sicurezza il solco centrale. Nei 3 casi con distribuzione asimmetrica e in 1 caso con distribuzione simmetrica il solco abnorme si estendeva fino alla porzione postero-superiore della scissura silviana anch'essa circondata da corteccia polimicrogirica. Il quadro clinico era caratterizzato da epilessia, impaccio motorio o segni piramidali e ritardo mentale di vario grado. Questa alterazione è stata interpretata dagli autori che l'hanno descritta come un disturbo dell'organizzazione corticale post-migrazionale correlata ad un danno ischemico corticale avvenuto in fase prenatale. La presenza di 2 sorelle gemelle affette nella nostra casistica suggerisce che un fattore genetico può essere coinvolto nella patogenesi della PMG parieto-occipitale parasagittale bilaterale come già evidenziato nella PMG perisilviana. La coesistenza di quest'ultima alterazione rafforza l'ipotesi genetica e suggerisce la possibile esistenza di quadri fenotipici molto diversi e complessi con una etiopatogenesi comune.
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Di Lullo, A. M., M. Scorza, F. Amato, M. Comegna, V. Raia, L. Maiuri, G. Ilardi, E. Cantone, G. Castaldo, and M. Iengo. "An “ex vivo model” contributing to the diagnosis and evaluation of new drugs in cystic fibrosis." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 207–13. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1328.

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Abstract:
La fibrosi cistica (FC) è una malattia autosomica recessiva causata da mutazioni nel gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane conductance Regulator). Finora sono state descritte circa 2000 mutazioni, ma per la maggior parte di esse è difficile definirne l’effetto senza complesse procedure in vitro. Abbiamo effettuato il campionamento (mediante brushing), la cultura e l’analisi di cellule epiteliali nasali umane (HNEC) utilizzando una serie di tecniche che possono aiutare a testare l’effetto delle mutazioni CFTR. Abbiamo eseguito 50 brushing da pazienti FC e controlli, e in 45 casi si è ottenuta una coltura positiva. Utilizzando cellule in coltura: i) abbiamo dimostrato l’espressione ampiamente eterogenea del CFTR nei pazienti e nei controlli; ii) abbiamo definito l’effetto di splicing di una mutazione sul gene CFTR; iii) abbiamo valutato l’attività di gating di CFTR in pazienti portatori di differenti mutazioni; iv) abbiamo dimostrato che il butirrato migliora in modo significativo l’espressione di CFTR. I dati provenienti dal nostro studio sperimentale dimostrano che l’uso del modello ex-vivo di cellule epiteliali nasali è un importante e valido strumento di ricerca e di diagnosi nella studio della FC e può anche essere mirato alla sperimentazione ed alla verifica di nuovi farmaci. In definitiva, in base ai nostri dati è possibile esprimere le seguenti conclusioni: 1) il prelievo delle cellule epiteliali nasali mediante brushing è applicabile senza alcuna anestesia ed è ben tollerato da tutti i pazienti affetti da FC (bambini e adulti), è scarsamente invasivo e facilmente ripetibile, è anche in grado di ottenere una sufficiente quantità di HNECs rappresentative, ben conservate, idonee allo studio della funzionalità di CFTR; 2) la conservazione delle cellule prelevate è possibile fino a 48 ore prima che si provveda all’allestimento della coltura e ciò permette di avviare studi multicentrici con prelievi in ogni sede e quindi di ottenere una ampia numerosità campionaria; 3) la coltura di cellule epiteliali nasali può essere considerata un modello adatto a studiare l’effetto molecolare di nuove mutazioni del gene CFTR e/o mutazioni specifiche di pazienti “carriers” dal significato incerto; 4) il modello ex-vivo delle HNECs consente inoltre di valutare, prima dell’impiego nell’uomo, l’effetto di farmaci (potenziatori e/o correttori) sulle cellule di pazienti portatori di mutazioni specifiche di CFTR; tali farmaci possono modulare l’espressione genica del canale CFTR aprendo così nuove frontiere terapeutiche e migliori prospettive di vita per pazienti affetti da una patologia cronica come la Fibrosi Cistica; 5) la metodologia da noi istituita risulta essere idonea alla misura quantitativa, mediante fluorescenza, dell’attività di gating del canale CFTR presente nelle membrane delle cellule epiteliali nasali prelevate da pazienti portatori di differenti genotipi; in tal modo è possibile individuare: a) pazienti FC portatori di 2 mutazioni gravi con un’attività < 10% (in rapporto ai controlli -100%), b) soggetti FC portatori contemporaneamente di una mutazione grave e di una lieve con un’attività tra 10-30%, c) i cosiddetti portatori “carriers”- eterozigoti - con un’attività tra 40-70%. In conclusione la possibilità di misurare l’attività del canale CFTR in HNECs fornisce un importante contributo alla diagnosi di FC, mediante individuazione di un “cut-off diagnostico”, ed anche alla previsione della gravità fenotipica della malattia; quindi quanto rilevabile dalla misura del suddetto canale permette di prospettare per il futuro la possibilità di valutare meglio i pazienti per i quali il test del sudore ha dato risultati ambigui (borderline o negativi). La metodica da noi sperimentata consente anche di monitorare i pazienti durante il trattamento farmacologico, valutando in tal modo i reali effetti delle nuove terapie.
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Capezzone, Marco, and Maria Grazia Castagna. "Il carcinoma familiare non midollare della tiroide non sindromico." L'Endocrinologo, September 1, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00950-0.

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Abstract:
SommarioIl carcinoma non midollare della tiroide (non medullary thyroid cancer, NMTC) è generalmente sporadico ma può presentarsi in forma familiare (familial non medullary thyroid cancer, FNMTC) in circa il 10% dei casi. Negli anni si sono accumulate evidenze a favore di una predisposizione genetica ereditaria del FNMTC, come la scoperta di alcuni loci di suscettibilità, la presenza di alterazioni molecolari a carico del complesso telomero-telomerasi e l’evidenza di polimorfismi a singolo nucleotide (SNPs) associati statisticamente al rischio di sviluppare la malattia. Molti studi clinici concordano nell’attribuire al FNMTC un fenotipo più aggressivo rispetto alla controparte sporadica, supportando l’ipotesi che esso rappresenti una entità a sé, clinicamente distinta dalla forma sporadica. Sebbene la presenza di possibile familiarità per carcinoma tiroideo debba essere sempre valutata attraverso un’accurata anamnesi familiare, le attuali linee guida non si esprimono a favore o contro lo screening ecografico nei pazienti con FNMTC non-sindromico. Tuttavia, alla luce delle più attuali conoscenze, sembrerebbe ragionevole raccomandare uno screening ecografico almeno nelle famiglie con tre o più membri affetti.
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Dissertations / Theses on the topic "Fenotipi complessi"

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Campopiano, Rosa. "Sviluppo di un percorso diagnostico mediante tecnologia NGS per la caratterizazione molecolare di pazienti atasso spastici e pazienti con fenotipi neurologici complessi." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2019. http://hdl.handle.net/11695/86513.

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Abstract:
Le malattie neurologiche sono un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate, in molti casi, da una forte eterogeneità clinica e genetica. Ne sono un esempio le atassie e le paraparesi spastiche, in cui la componente genetica risulta in molti casi di difficile inquadramento. Se da un lato in molti di questi pazienti non si riesce ad identificare tale componente, altri invece ricevono una diagnosi clinica nella quale viene identificato il gene responsabile del fenotipo. In tali pazienti, l’analisi genetica deve tener conto dalla penetranza incompleta, e dalla presenza di mutazioni “private” (descritte solamente in alcune famiglie). Oltretutto, la difficoltà nell’eseguire studi multicentrici con pazienti selezionati in modo omogeneo, rende difficile sviluppare dei database specifici in cui siano riportate le varianti geniche, ed il fenotipo clinico ad esse associate. Per quanto riguarda il fenotipo, la diagnostica clinica e molecolare trovano maggiori difficoltà nelle forme più complesse, in cui la spasticità o la atassia sono solamente una componente di quadri clinici ben più complessi. Le tecnologie di Next Generation Sequencing (NGS) hanno risolto la problematica della “poligenicità”, rendendo possibile l’analisi contemporanea di più geni, consentendo anche l’analisi di tutto il genoma. Ad oggi, pannelli accuratamente disegnati e validati sono entrati a far parte della pratica clinica. L’applicazione di queste tecnologie nelle patologie neurologiche è più complessa perché richiede una accurata selezione dei geni da analizzare. Inoltre, considerata l’elevata eterogeneità allelica, risulta difficile stabilire una corretta detection rate (% dei positivi identificati), e quindi sviluppare dei pannelli di facile utilizzo in diagnostica molecolare. Alla luce di queste osservazioni, la tesi ha avuto i seguenti obiettivi: • Disegnare, sviluppare e validare un pannello di geni basato su tecnologia NGS (Pannello NGS target) per la diagnosi di pazienti caratterizzati da atassia e/o spasticità • Valutare l’utilità dell’analisi NGS di tutti i geni codificanti associati a patologie mendeliane (Esoma clinico) per un corretto inquadramento di fenotipi neurologici complessi. Lo studio è stato condotto su 78 pazienti atassici e/o spastici reclutati presso l’IRCCS Neuromed. È stata identificata la componente genetica potenzialmente responsabile del fenotipo clinico nel 21% dei pazienti sottoposti ad analisi mediante Pannello NGS target, e nel 13% dei pazienti sottoposti ad esoma clinico. Lo studio ha dimostrato che pannelli NGS, accuratamente disegnati e validati, possano essere applicati alla diagnosi molecolare di patologie neurologiche caratterizzate da poligenicità e variabilità clinica. La validazione di questi percorsi richiede la selezione accurata ed omogenea della casistica. Questo consente di delinearne il corretto utilizzo diagnostico, aumentando così la detection rate. Risulta inoltre fondamentale l’utilizzo di un iter di interpretazione delle varianti molto stringente e riproducibile. Questo viene confermato nel presente studio, dove l’utilizzo congiunto di analisi di segregazione familiare (ove possibile) ed analisi bioinformatica, è fondamentale per l’identificazione delle varianti patologiche. Per un corretto inquadramento diagnostico dei fenotipi complessi è risultato utile applicare pannelli più estesi, come l’esoma clinico.
Neurological diseases are a heterogeneous group of pathologies characterized, in many cases, by a strong clinical and genetic heterogeneity. Examples of this are spastic paraplegia and ataxia, in which the genetic component is in many cases difficult to frame. While many of these patients fail to identify this component, others receive a clinical diagnosis in which the gene responsible for the phenotype is identified. In such patients, genetic analysis must regard the incomplete penetrance, and the presence of "private" mutations (described only in some families). Moreover, the difficulty in carrying out multicentric studies with homogeneously selected patients makes it difficult to develop specific databases in which the gene variants are reported, and the clinical phenotype associated with them. Regarding the phenotype, the clinical and molecular diagnostics find more difficulties in the most complex forms, in which spasticity or ataxia are only a component of much more complex clinical syndrome. Next Generation Sequencing (NGS) technologies have solved the problem of "polygenicity", making it possible to analyze multiple genes simultaneously, including the analysis of the whole genome. To date, carefully designed and validated panels have become part of clinical practice. The application of these technologies in neurological diseases is more complex because it requires a careful selection of genes to be analyzed. Moreover, considering the high allelic heterogeneity, it is difficult to establish a correct detection rate (% of identified positives), and therefore to develop easy-to-use panels in molecular diagnostics. In light of these observations, the thesis had the following objectives: • Design, develop and validate a panel of genes based on NGS technology (NGS target panel) for the diagnosis of patients characterized by ataxia and / or spasticity • To evaluate the usefulness of the NGS analysis of all the coding genes associated with Mendelian pathologies (clinical exome) for a correct classification of complex neurological phenotypes. The study was conducted on 78 ataxic and / or spastic patients recruited at the IRCCS Neuromed. The genetic component potentially responsible for the clinical phenotype was identified in 21% of the patients analyzed by the target NGS Panel, and in 13% of the patients analyzed by clinical exome. The study showed that NGS panels, carefully designed and validated, can be applied to the molecular diagnosis of neurological pathologies characterized by polygenicity and clinical variability. The validation of these clinical strategies requires the careful and homogeneous selection of the cases. This allows to delineate the correct diagnostic use, thus increasing the detection rate. It is also essential to use a very stringent and reproducible interpretation of the variants. This is confirmed in the present study, where the joint use of family segregation analysis (where possible) and bioinformatics analysis, is fundamental for the identification of pathological variants. For a correct diagnostic classification of the complex phenotypes it was useful to apply larger panels, such as the clinical exome.
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CATANIA, ALESSIA. "Characterization of disease genes and mechanisms causing neurodegenerative phenotypes." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241335.

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Abstract:
Il lavoro che ho svolto durante il mio corso di dottorato è stato finalizzato a identificare e caratterizzare i geni-malattia associati a rari disturbi neurologici. In particolare ho lavorato sulla caratterizzazione fenotipica e molecolare di due pazienti affetti da una distrofia neuroassonale atipica, in cui una mutazione omozigote all'interno del gene TFG è stata identificata mediante la tecnologia WES (whole exome sequencing). Inoltre, ho anche studiato tre famiglie non correlate con individui affetti da sindrome di Leigh portatori stesse mutazioni bialleliche nel gene NDUFAF6. L'identificazione di una nuova variante intronica è stata integrata con la sua validazione funzionale attraverso l'analisi dell'mRNA. Ho anche descritto due casi con fenotipi clinici neurodegenerativi complessi. La caratterizzazione fenotipica è stata integrata con l’identificazione di due nuove mutazioni in geni-malattia già riportati, rispettivamente DNMT1 e OTX2. Nel paziente con mutazione OTX2, la presentazione molecolare e clinica non è interamente spiegata da una singola mutazione genica e sono stati identificati ulteriori possibili modificatori genetici. Questo caso rappresenta un esempio di come la raccolta dettagliata dei dati clinici e della anamnesi familiare in parallelo all'analisi dei dati NGS sia spesso utile per identificare genotipi compositi a volte associati a sindromi ereditarie complesse. Inoltre, in qualità di partner della rete internazionale europea per le malattie mitocondriali, sono stata anche coinvolto nel progetto GENOMIT; in questo contesto, ho dedicato gli ultimi mesi del mio dottorato di ricerca a studiare la praticabilità di una promettente terapia genetica xenotopica per la sindrome di Leigh e altre condizioni neurologiche associate al deficit del complesso I mitocondriale, utilizzando fibroblasti di pazienti geneticamente modificati come modello sperimentale di malattia.
The work I carried out during my PhD studies has been aimed to identify and characterize disease genes associated with rare neurological disorders. In particular I worked on phenotypic and molecular characterization of two patients with an atypical neuroaxonal dystrophy presentation, in which a homozygous mutation within the TFG gene has been identified by mean of WES (whole exome sequencing) technology. Besides, I also studied three unrelated families with individuals affected by Leigh syndrome and carrying the same biallelic mutations in the NDUFAF6 gene. The identification of a novel intronic variant has been integrated with its functional validation through mRNA analysis. I also described two cases with complex clinical neurodegenerative phenotypes. Phenotypic characterization has been integrated the identification of two novel mutations in already reported disease genes, respectively DNMT1 and OTX2. In the patient with OTX2 mutation, molecular and clinical presentation remains not entirely explained by a single gene mutation and additional possible genetic modifiers were found. This case represents an example of how detailed collection of clinical data and family history in parallel to NGS data analysis is often helpful in order to identify composite genotypes sometimes associated with complicated inherited syndromes. Additionally, as a partner of the European international network for mitochondrial disorders, I was also involved in the GENOMIT project; within this framework, I dedicated the last few months of my PhD to investigate the feasibility of a promising xenotopic genetic therapy for Leigh syndrome and other neurological conditions associated with mitochondrial complex I deficiency, using engineered patient fibroblasts as a cellular model of disease.
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CAPRA, ANNAPAOLA. "Analisi genomiche per lo studio di fenotipi complessi e prodotti del concepimento." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11570/3215436.

Full text
Abstract:
I progressi nell’ambito della genomica hanno implicazioni cruciali per la salute pubblica. Recenti conoscenze ci hanno permesso di comprendere meglio le basi genetiche delle malattie ereditarie e ci offrono l’opportunità di differenziare, all’interno delle popolazioni, individui e gruppi maggiormente suscettibili di sviluppare condizioni patologiche. Governare le sempre maggiori conoscenze che emergono dalla ricerca di base in genetica ci permette già da ora di aumentare l’efficacia degli interventi di prevenzione, diagnosi e cura delle malattie a più alto impatto. Considerando le differenze individuali relativamente al patrimonio genetico, gli stili di vita e l’interazione con l’ambiente, avremo nuovi strumenti per la personalizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici. I test genomici di nuova generazione possono in questo contesto fornire complementi importanti alle valutazioni cliniche dei medici genetisti e ai test genetici tradizionali. Abbiamo ad oggi scarse conoscenze su fattori di rischio e sulla variabilità genomica nella popolazione sana e sono necessari ulteriori sforzi nel campo della ricerca per valutare il significato biologico delle alterazioni identificate. L’interpretazione delle varianti è infatti il principale problema che il ricercatore deve affrontare conducendo analisi dell’intero genoma/esoma e dell’assetto cromosomico del paziente e dei familiari. Durante il triennio di dottorato, pazienti con fenotipi complessi, ancora orfani di diagnosi genetica, sono stati sottoposti ad un percorso diagnostico molecolare che comprende analisi di citogenetica classica (cariotipo) e molecolare per ibridizzazione genomica comparativa su substrato array (aCGH o array-CGH). Da ottobre 2018 mi sono occupata della messa in operatività e validazione delle tecnologie aCGH e del loro utilizzo nell’analisi di popolazioni complesse, con la strumentazione SureScan Agilent. Questo approccio è particolarmente indicato nell’identificazione di riarrangiamenti cromosomici. In questo modo diventa possibile ottenere un miglioramento della resa diagnostica e l’associazione con l’analisi esoma nei casi selezionati, ci consente l’identificazione di nuovi geni-malattia. Questo determina anche un aumento di risultati di difficile interpretazione, in particolare di varianti a significato incerto e di risultati incidentali (incidental findings), di cui si dovrà tenere conto nell’interpretazione dei risultati ottenuti. Per una migliore comprensione dei dati raccolti, l’analisi bioinformatica e l’interpretazione del significato biologico delle alterazioni identificate, questi sono stati inseriti in un database interno contenente i dati molecolari e le caratteristiche fenotipiche dei soggetti. I dati integrati sono utilizzati per definire meglio correlazioni genotipo-fenotipo, soprattutto per caratterizzare meglio nuove sindromi da microdelezioni/microduplicazioni. Nel percorso diagnostico dei probandi e delle loro famiglie questo apre l’opportunità di definire meglio malattie ereditarie non solo legate a difetti del neuro sviluppo, ma anche di tipo metabolico, immunologico, degenerative o associate a rischio tumorale. La maggiore comprensione dei geni coinvolti in meccanismi patogenetici rari ed ancora poco conosciuti potrebbe, infine, aprire nuove prospettive terapeutiche.
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