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Nappi, Antonella. "Il rapporto della persona con la società nelle priorità che le donne esprimono." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 3 (November 2022): 13–26. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-003002.

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Abstract:
L'autrice espone il percorso identitario prevalente svolto dalle donne che parteciparono agli incontri femminili di autoconsapevolezza dagli anni Sessanta e Set-tanta ad oggi. Descrive la pratica politica creata dalle femministe che la propon-gono in sostituzione di quella in atto: maschile. La comunicazione tra donne e uomini può cambiare il paradigma del lavoratore e il lavoro stesso, con la società che ne discende. Il femminismo indica l'accettazione del limite come misura di sé nei rapporti con gli altri.
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Montalbano, Alessandra. "Femminismi e movimenti delle donne nell’Italia del Duemila." Narrativa, no. 37 (September 1, 2015): 31–47. http://dx.doi.org/10.4000/narrativa.964.

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Duraccio, Caterina. "voci delle intersezioni: Postcolonialismo e femminismo." Revista Internacional de Pensamiento Político 16 (January 28, 2022): 161–76. http://dx.doi.org/10.46661/revintpensampolit.6280.

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Abstract:
All’inizio degli anni ’80 nell’Università di Delhi, un gruppo di studiosi si riunisce per riflettere sulle relazioni tra Occidente ed Oriente. Il collettivo nato dallo storico Ranajit Guha, prende il nome di Subaltern Studies, richiamando le teorie gramsciane sulla subalternità. L’analisi dei rapporti di dominio e soggezione tra coloni e colonizzati è centrale nello sviluppo di queste nuove teorie postcoloniali. I protagonisti di questo fervente dibattito non circoscrivono il postcolonialismo dentro precisi confini geografici: la condizione postcoloniale è principalmente ideologica, poiché nasce come prodotto delle relazioni e dei processi storici di colonizzazione. All’interno dei Subaltern Studies, la studiosa Gayatry Chakravorty Spivak (1985) si interroga sull’assenza del soggetto femminile nel discorso dei suoi colleghi, ponendo una domanda fondamentale per la teoria postcoloniale e per la teoria femminista: “La subalterna può parlare?” (1988). La donna appare un soggetto ventriloquizzato e costantemente rappresentato e definito dallo sguardo dell’altro. Spivak centra l’attenzione sul bisogno di autodeterminazione del soggetto femminile. Alla voce della filosofa indiana fanno eco le femministe chicanas e afroamericane, che dagli Stati Uniti reclamano un femminismo che tenga conto di tutte le subalternità che agiscono sul corpo femminile, prima fra tutte la razza. La declinazione dell’intersezione tra sesso, razza e classe assume un ruolo fondamentale sia nella teoria postcoloniale che in quella femminista. Nel presente lavoro si analizzano le principali rivendicazioni e le strategie di resistenza usate dalle voci delle subalterne, che marcano alcuni momenti di incontro/confronto tra femminismo e postcolonialismo.
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Balsamo, Franca. "L’incontro tra femminismi e donne migranti: appunti per una riflessione." Narrativa, no. 37 (September 1, 2015): 79–107. http://dx.doi.org/10.4000/narrativa.988.

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Pacini, Monica, and Simonetta Soldani. "L'ineludibile questione delle donne Karen Offen, la Francia, i femminismi." PASSATO E PRESENTE, no. 108 (October 2019): 77–94. http://dx.doi.org/10.3280/pass2019-108004.

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Bergès, Karine. "I femminismi della “terza ondata” e le loro declinazioni nello spazio militante francese." Narrativa, no. 37 (September 1, 2015): 19–30. http://dx.doi.org/10.4000/narrativa.954.

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Demaria, Cristina. "Teorie di Genere. Femminismi e semiotica. “Prefacio a la nueva edición”. Milano, Bompiani, 2019*." deSignis 36 (January 2022): 199–216. http://dx.doi.org/10.35659/designis.i36p199-216.

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Abstract:
Este ensayo es la traducción de parte del prefacio a la nueva edición y del capítulo introductorio de Teorie di genere. Femminismi e semiotica, enteramente revisado -desde el título- y en parte reescrito, después de casi veinte años de su primera publicación. Tras subrayar la importancia, la actualidad y también la urgencia de seguir ocupándose de la categoría de género y de las perspectivas feministas que en el último medio siglo la han adoptado, discutido y revisado para seguir denunciando, deconstruyendo e indagando las narraciones y discursos que determinan nuestra subjetividad, se dedica amplio espacio al debate crítico y teórico que ha transformado el significado y el alcance de esta categoría, en su entrelazarse con otras variables que participan en la definición de nuestra identidad y en sus representaciones. Centrándose en algunas de las posiciones que hoy animan el campo de los feminismos (no casualmente en plural) que se ha desarrollado sobre todo en el área angloamericana, el ensayo trata de delinear algunos de los puntos de contacto entre el estudio de los modelos y las representaciones de género y el análisis semiótico: desde el modo en que se pueden describir las posiciones de los sujetos respecto a las praxis enunciativas y a las estrategias discursivas que determinan el reconocimiento y la adopción de modelos de género, a la categoría de mirada (“masculina” y “femenina”), hasta el modo en que el cuerpo, las pasiones y las formas de vida entran hoy de lleno en la definición de las culturas, de sus diferencias y confines, tanto internos como externos, que como individuos y como miembros de una o más comunidades, producimos y traducimos incesantemente.
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Martini, Andrea. "Fuori e dentro le mura dell'universitŕ. Il femminismo a Padova negli anni Settanta." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 99–127. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294004.

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Abstract:
L'articolo intende ricostruire le vicende salienti del femminismo padovano, un movimento tra i piů importanti in Italia, anche in virtů della sua capacitŕ di tessere una rete di contatti ben al di fuori della provincia veneta, ma assai trascurato fino a ora dagli studi. L'autore tuttavia, anziché limitarsi a tracciarne la storia, adopera il punto di vista del femminismo padovano per concentrarsi sul rapporto del movimento femminista nel suo complesso con l'universitŕ. L'obiettivo č quello di dimostrare quanto l'immagine che si č consolidata nel tempo tra storici e sociologici di un femminismo plasmatosi al di fuori del mondo accademico, quasi in opposizione a esso, vada messa in discussione. Il caso padovano problematizza infatti tale rapporto mettendo in luce gli sforzi profusi e le pratiche messe in atto da alcune esponenti del femminismo - quali per esempio Mariarosa Dalla Costa e Franca Bimbi - per assaltare tanto gli spazi quanto i saperi dell'universitŕ, un luogo, all'alba degli anni Settanta, ancora profondamente dominato da una presenza maschile e da una cultura maschilista.
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Stelliferi, Paola. ""Una originaria, irriducibile asimmetria". Il rapporto della nuova sinistra con i femminismi in Italia (1972-1976)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 287 (September 2018): 15–43. http://dx.doi.org/10.3280/ic2018-287002.

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Pitch, Tamar. "A proposito di "Le donne sono umane?" Di Catharine Mackinnon." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (December 2012): 161–72. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003010.

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Abstract:
In questa nota si discutono alcuni testi della giurista e avvocata femminista Catharine MacKinnon, mettendone in luce gli apporti al dibattito sull'uso del diritto e dei diritti per combattere discriminazione e violenze contro le donne. Questi apporti vengono confrontati con la letteratura femminista e le lotte delle donne in Italia negli ultimi quaranta anni. Si sollevano perplessitŕ circa l'assunto fondamentale di MacKinnon, secondo cui č la violenza la cifra vera del rapporto degli uomini con le donne, e si mostrano sia i guadagni che i problemi del ricorso al diritto e ai diritti per nominarla e combatterla. Da ultimo, si analizza criticamente la sua lettura di ciň che MacKinnon chiama femminismo post-moderno.
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Braidotti, Rosi. "Sul materialismo corporeo contemporaneo." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 87–96. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002009.

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Abstract:
L'articolo esamina lo sviluppo di forme di pensiero materialista specificamente femministe, a partire dalla filosofia dualistica classica di Beauvoir fino alle scuole piů radicali del materialismo corporeo poststrutturalista. L'A. difende la tesi che una nuova forma di "materia- realismo" che si č sviluppata in questi ultimi anni, in combinazione con nuove frontiere della ricerca scientifica in bio-genetica, scienze neuronali e dell'evoluzione e l'ecologia. Questo neo materialismo femminista si orienta verso una politica vitalista e un'ontologia politica monista.
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Zucchi, Valentina. "Sibilla Aleramo. Una nuova donna." Revista Internacional de Pensamiento Político 16 (January 28, 2022): 315–30. http://dx.doi.org/10.46661/revintpensampolit.6314.

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Abstract:
Nella cornice di una realtà storico-sociale fortemente ostile per le donne italiane del primo Novecento, molte voci femminili si ribellano scrivendo testi di denuncia sociale in cui il nemico è sempre il sistema patriarcale-misogino che riversa la sua violenza sulle donne. Tra queste voci urla con grande potenza quella di Sibilla Aleramo, la cui lotta femminista narrata nel suo romanzo autobiografico Una donna, dà impulso a un percorso esistenziale verso la conquista di una nuova identità. Nasce una nuova donna che ha saputo ascoltare la propria legge rinunciando perfino al figlio: il sacrificio umano per la libertà.
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Colombetti, Elena. "La maternità biotech e il discorso mancante." Medicina e Morale 71, no. 4 (December 22, 2022): 447–57. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1220.

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Abstract:
L’approdo alla questione della surrogacy è l’esito di un processo culturale e tecnico che ha anche portato a guardare alle tecnoscienze come uno strumento privilegiato di liberazione della donna, rompendo quella che era vista come un’alleanza per lei oppressiva tra natura e cultura. In particolare, la liberazione dalla maternità, inteso dal femminismo radicale come una condanna, si è trasformata in quella che appare come una liberazione della maternità, inserendola nella dimensione controllata del progetto. In queste pagine ci si propone di affrontare la questione della surrogacy proprio dalla prospettiva della donna, saggiando la veridicità di tale lettura del binomio tecnologie-liberazione. Lo faremo a partire da alcune letture femministe che danno voce filosofica, non semplicemente testimoniale, all’esperienza vissuta o comunque possibile della gravidanza, e che mettono a tema l’esprimibilità e l’oblio della genealogia materna.
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OUCHTATI, Zoubeida. "Verso una ricerca identitaria al femminile in “L’età del malessere” di Dacia Maraini." ALTRALANG Journal 2, no. 02 (December 31, 2020): 261–85. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v2i02.88.

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Abstract:
ABSTRACT: Writing allows the woman to express herself and talk about her life by emphasizing her interiority. Unlike the other female literatures (English or French for example), the Italian one has been for a long time put in the shadow of “men”. In Italy, the interest in the writing of women was born in the second half of the twentieth century thanks to the feminist movement and the feminine literary criticism. In this article, we study “L’età del malessere”; a novel written by Dacia Maraini who is one of the most known Italian feminists and intellectuals. The main purpose of this study is to show how Dacia Maraini manages to deal with the theme of female identity through her protagonist “Enrica”. The writer highlights both the family and the social context in which Enrica grows because they affect the process of building her identity. Eventually, Enrica gains her identity by gaining her freedom after various vital and bodily experiences. RIASSUNTO: La scrittura permette alla donna di esprimersi e di parlare della sua vita mettendo in risalto la sua interiorità. A differenza delle altre letterature femminili (inglese o francese per esempio), quella italiana è stata per molto tempo messa all’ombra “maschile”. In Italia, l’interesse per la scrittura delle donne nasce nella seconda metà del XX secolo grazie al movimento femminista e alla critica letteraria a firma femminile. In quest’articolo, studiamo “L’età del malessere”; un romanzo scritto Dacia Maraini che è una delle più famose femministe e intellettuali italiane. Lo scopo principale di questo nostro studio è di mostrare come Dacia Maraini riesce a trattare il tema dell’identità femminile mediante la sua protagonista “Enrica”. La scrittrice mette in evidenza sia il contesto familiare sia quello sociale in cui cresce Enrica perché influiscono sul processo di costruzione della sua identità. Alla fine, Enrica conquista la propria identità ottenendo la sua libertà dopo varie esperienze vitali e corporali.
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Cagnolati, Antonella. "ROMPENDO IL SOFFITTO DI CRISTALLO: AMPARO GÓMEZ RODRÍGUEZ (1954-2018)." RAUDEM. Revista de Estudios de las Mujeres 10 (December 20, 2022): 86–103. http://dx.doi.org/10.25115/raudem.v10i1.8341.

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Abstract:
Come è noto, la costruzione dell’identità femminile fin dall’epoca classica ha posto l’accento sull’alterità della donna come categoria fondante dell’inferiorità ontologica. A partire dal biologismo aristotelico, la natura femminile è stata assunta come un paradigma deviante, pericoloso, oscuro. Di qui l’esclusione da ogni forma di elaborazione culturale, sia in campo letterario ed ancor più scientifico. Tale marginalità si è progressivamente rafforzata con l’intervento dei Padri della Chiesa, della misoginia medievale fino a raggiungere le degradanti ipotesi – del tutto prive di alcun fondamento scientifico – elaborate dal Positivismo. Pertanto, ci appare straordinario il caso di quelle donne che si avventurano in campi tradizionalmente pensati al maschile come la logica, la filosofia della scienza, le scienze dure, e che raggiungono posizioni accademiche di assoluto prestigio coniugate ad un sincero e pragmatico femminismo. Pare quindi doveroso illuminare la figura di una pioniera come Amparo Gómez Rodríguez (1954-2018) che nella sua prestigiosa carriera ha unito mirabilmente raffinati studi di logica e filosofia della scienza con l’appassionata devozione alla causa femminista, sia dal punto di vista teorico che in senso sociale e concreto.
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Loffi, Vittoria Costanza Alessandra. "La disciplina sull'aborto nei paesi del blocco BRICS in una prospettiva comparata." La Nuova Giuridica 2, no. 2 (January 19, 2023): 179–219. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1989.

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Abstract:
L’obiettivo di questo elaborato è quello di fornire un’analisi sociale e giuridica delle discipline sulle interruzioni di gravidanza, sottolineando il ruolo giocato dai fenomeni storici del colonialismo e della determinazione per via rivoluzionaria di una forma di Stato socialista nel definire la posizione della donna all’interno della società. Tramite l’ottica del diritto comparato si vuole evidenziare la correlazione tra la forma di Stato dei paesi del blocco BRICS, la loro concezione di diritti riproduttivi e il ruolo dei movimenti femminili e femministi all’interno di ogni ordine sociale nell’aver imposto all’agenda politica del proprio paese il tema dei diritti riproduttivi. La nozione di forma di Stato attiene al rapporto tra libertà e autorità, pertanto vi risulta inclusa anche la peculiare relazione tra autorità e diritti riproduttivi. È per questo fondamentale sottolineare il ruolo dei movimenti femministi nella determinazione delle forme di Stato e nella conseguente delineazione dei propri diritti produttivi.The scope of this paper is to provide a social and legal analysis of abortion laws, emphasising the role played by the historical phenomena of colonialism and the determination by revolutionary means of a socialist form of State in defining the position of women within societies. Through the perspective of comparative law, the aim is to highlight the correlation between the form of state of the BRICS bloc countries, their conception of reproductive rights, and the role of women's and feminist movements within each social order in placing the issue of reproductive rights on the political agenda of their countries. The notion of the state form relates to the relationship between freedom and authority, so the peculiar relationship between authority and reproductive rights is also included. It is therefore crucial to emphasise the role of feminist movements in determining the forms of state and the consequent delineation of reproductive rights.
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Fusco, Virginia. "Comizi d’amore. L’amore e il femminismo materialista = Love rallies: Love and materialist feminism." REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto) 31 (September 23, 2019): 145. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2019.4877.

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Abstract:
Resumen: Durante il ventesimo secolo, un gruppo di autrici legate alla tradizione marxista e materialista promosse la creazione di un nuovo campo concettuale per interpretare l’amore come sentimento con una dimensione politica e così porre in discussione l’abituale tendenza a relegarlo alla sfera privata e all’intimità. Nell’articolo mi propongo di illuminare un momento fondamentale di questo processo di definizione del sistema interpretativo; nella prima parte esporrò le riflessioni di Aleksandra Kollontaj e, successivamente, presenterò alcune riflessioni sull’amore della radicale Shulamith Firestone come espressione di un’iniziale torsione concettuale che ha avuto ampie ripercussioni sui modi in cui le femministe materialiste di epoche successive teorizzarono una possibile ‘economia amorosa’ nel processo storico in cui le donne si definiscono come soggetti politici che lottano per la loro emancipazione.Attraverso l’analisi di Largo al Eros alato! di Kollontaj e di La Dialettica dei sessi di Firestone, opere legate alla tradizione materialista, voglio mostrare il ruolo che l’amore gioca, come sentimento vertebrato politicamente, nel processo di emancipazione delle donne. Queste prime intuizioni si rivelano particularmente fruttifere per comprendere alcuni degli sviluppi successivi della critica femminista all’’amore romantico’ (Illouz, Esteban, Herrera). Nei testi in questione l’amore è rappresentato come il fulcro emozionale sul quale si fonda e consolida il dominio patriarcale delle donne nell’economia capitalista e nella società di classe. Ciononostante Kollontaj riconosce l’amore come energia psico-sociale con un gran potenziale creativo. Queste due prospettive contribuiscono a far luce sul complesso ruolo che l’amore occupa nella riflessione femminista contemporánea e rivela una profonda trasformazione che si registra tra gli anni venti e gli anni sessanta nella forma in cui si concettualizzano le donne come gruppo specifico dentro la società divisa in classi (Kollontaj) e le donne come classe di per sé nel contesto della società patriarcale (Firestone).Parola chiave: Amore, Femminismo materialista, Kollontaj, Firestone, Classi.Abstract: In the 20th century, a number of authors engaged with the creation of a new conceptual framework to interpret love from a political perspective. They interpreted it as a political feeling and questioned the practice of relegating it to the private and intimate dimensions. In this article, light is shed on a foundational moment in the definition of this conceptual framework, looking first at Alexandra Kollontai’s reflections and then introducing Shulamith Firestone’s take on love, as the expression of a first theoretical turn. This initial subversión had a great impact on the forms in which the subsequent feminist generations theorised a political economy of love in the context of women’s struggles to become political subjects themselves and fight for their own emancipation.Through an analysis of Kollontai’s Largo all’Eros alato! and Shulamith Firestone’s The Dialectic of Sex, both linked to materialist traditions, we identify the role that, according to the authors, love – as a political feeling – plays in women’s struggle for freedom. These first intuitions have been particularly fruitful in framing feminist contemporary approaches to “romantic love” (Illouz, Esteban, Herrera). In Kollontai’s and Firestone’s texts, love is presented as an emotional and psychic pivot upon which patriarchal domination is founded and consolidated in bourgeois-capitalist societies. Nevertheless, Kollontai argues that love also has to be understood as a psycho-social feeling with a great potential to promote emancipatory relationships for women. These two perspectives also reveal the complex role that love plays in contemporary feminist reflection and the profound transformation that emerged, between the 1920s and the 1960s, in the forms in which women were represented as a specific group in a class society (Kollontai) or as a class per se under patriarchy (Firestone).Key words: Love, Materialist Feminism, Kollontai, Firestone, Class.
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MARTINS, Luisa Bitencourt, and Daniela AUAD. "Lésbicas na academia: visibilidades relâmpago, transparente e palpável." INTERRITÓRIOS 6, no. 10 (April 14, 2020): 105. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244896.

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Abstract:
RESUMOCom o objetivo de compreender a presença das lésbicas na produção acadêmica, este trabalho considera o conceito de heterossexualidade compulsória e leva em conta as interseccionalidades de gênero, raça e classe. Foi feita revisão bibliográfica em anais das últimas três edições de três eventos representativos: Reunião Nacional da ANPEd, Seminário Internacional Fazendo Gênero e Seminário Internacional Desfazendo Gênero. De um corpus com 145 artigos sobre ensino superior, gênero e feminismos, agrupados em 10 categorias, selecionamos a categoria Ações na Universidade para análise neste artigo, contendo16 trabalhos. A palavra lésbica e derivadas ou sinônimas desta foram buscadas e foram encontradas em 8 trabalhos: 3 mencionam lésbicas, 4 mencionam apenas sigla da diferença entre a população LGBT e apenas 1 discorre aprofundadamente sobre ser lésbica. A partir da análise, foi possível concluir que os textos não representam lésbicas, não trazem abordagens interseccionais e dão margem para uma visão homogênea da população LGBT.Lésbicas. Ensino Superior. Feminismos. Relações de Gênero. Educação. Lesbians in academy: flashing, transparent and palpable visibilitiesABSTRACTIn order to understand the presence of lesbians in academic production, this paper considers the concept of compulsory heterosexuality and takes into account the intersectionalities of gender, race and class. Bibliographic review was made in annals of the last three editions of three representative events: ANPEd National Meeting, International Seminar Making Gender and International Seminar Undoing Gender. From a corpus with 145 articles on higher education, gender and feminisms, grouped into 10 categories, we selected the University Actions category for analysis in this article, containing 16 papers. The word lesbian and its derivatives or synonyms were searched and found in 8 papers: 3 mention lesbians, 4 mention just marking the difference between the LGBT population and only 1 discusses deeply being a lesbian. From the analysis, it was concluded that the papers do not represent lesbians, do not bring intersectional approaches, contributing for a homogeneous view of the LGBT population. Lesbian. Higher Education.Feminisms. Gender Relations. Education. Lesbianas en la universidad: visibilidades efímeras, transparentes y palpablesRESUMENPara comprender la presencia de lesbianas en la producción académica, este artículo considera el concepto de “heterosexualidad compulsoria” y tiene en cuenta la interseccionalidad de género, raza y clase. Se realizó una revisión bibliográfica en los anales de las últimas tres ediciones de tres eventos representativos: Reunión Nacional ANPEd, Seminario Internacional Making Gender y Seminario Internacional Undo Gender. De un corpus con 145 artículos sobre educación superior, género y feminismos, agrupados en 10 categorías, seleccionamos la categoría Acciones en la Universidad para su análisis en este artículo, que contiene 16 artículos. La palabra lesbiana y sus derivados o sinónimos se encontraron en 8 trabajos: 3 mencionan a las lesbianas, 4 mencionan solo la abreviatura de la diferencia entre la población LGBT y solo 1 discute profundamente sobre ser lesbiana. A partir del análisis, fue posible concluir que los textos no representan a las lesbianas, no brindan enfoques interseccionales y permiten una visión homogénea de la población LGBT.Lesbianas. Enseñanza superior. Feminismos. Relaciones de Género. Educación. Lesbiche all'università: visioni effimere, trasparenti e palpabili SINTESE Per comprendere la presenza di lesbiche nella produzione accademica, questo articolo prende in considerazione il concetto di "eterosessualità obbligatoria" e tiene conto dell'intersezionalità di genere, razza e classe. Una revisione bibliografica è stata effettuata negli annali delle ultime tre edizioni di tre eventi rappresentativi: ANPEd National Meeting, International Making Gender Seminar e Undo Gender International Seminar. Da un corpus con 145 articoli su istruzione superiore, genere e femminismo, raggruppati in 10 categorie, selezioniamo la categoria Azioni dell'Università per l'analisi in questo articolo, che contiene 16 articoli. La parola lesbica e i suoi derivati o sinonimi sono stati trovati in 8 articoli: 3 menzionano lesbiche, 4 menzionano solo l'abbreviazione della differenza tra la popolazione LGBT e solo 1 discute profondamente sull'essere lesbica. Dall'analisi, è stato possibile concludere che i testi non rappresentano le lesbiche, non forniscono approcci intersezionali e consentono una visione omogenea della popolazione LGBT. Lesbiche. Istruzione Superiore. Femminismi. Relazioni di genere. Istruzione.
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Gjurchinova, Anastasija, and Lindita Ahmeti. "Номадизам и феминизам. Кон Rosi Braidotti, Soggeto nomade. Femminismo e crisi della modernità." Identities: Journal for Politics, Gender and Culture 1, no. 3 (June 1, 2002): 183–87. http://dx.doi.org/10.51151/identities.v1i3.75.

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Abstract:
Author(s): Anastasija Gjurchinova | Анастасија Ѓурчинова Title (Macedonian): Номадизам и феминизам. Кон Rosi Braidotti, Soggeto nomade. Femminismo e crisi della modernità Title (Albanian): Nomadizmi dhe feminizmi. Për Rosi Braidotti, Soggetto nomade. Femminismo e crisi della modernità Translated by (Macedonian to Albanian): Lindita Ahmeti Journal Reference: Identities: Journal for Politics, Gender and Culture, Vol. 1, No. 3 (Summer 2002) Publisher: Research Center in Gender Studies - Skopje and Euro-Balkan Institute Page Range: 183-187 Page Count: 5 Citation (Macedonian): Анастасија Ѓурчинова, „Номадизам и феминизам. Кон Rosi Braidotti, Soggeto nomade. Femminismo e crisi della modernità“, Идентитети: списание за политика, род и култура, т. 1, бр. 3 (лето 2002): 183-187. Citation (Albanian): Anastasija Gjurchinova, „Nomadizmi dhe feminizmi. Për Rosi Braidotti, Soggetto nomade. Femminismo e crisi della modernità“, përkthim nga Maqedonishtja Lindita Ahmeti, Identities: Journal for Politics, Gender and Culture, Vol. 1, No. 3 (Summer 2002): 183-187.
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Carrara, Giuseppe. "Fantascienza femminista." Narrativa, no. 43 (December 1, 2021): 45–58. http://dx.doi.org/10.4000/narrativa.423.

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Scarso, Davide. "“Merleau-Ponty, Femminismo e Intersoggettività”." Chiasmi International 3 (2001): 405. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi2001374.

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Willson, Perry. "Confusione terminologica: "femminismo" ed "emancipazionismo" nell'Italia liberale." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 290 (July 2019): 209–29. http://dx.doi.org/10.3280/ic290-oa1.

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Anatrone, Sole. "Rappresentare la violenza di genere: Sguardi femministi tra critica, attivismo e scrittura, Marina Bettaglio, Nicoletta Mandolini and Silvia Ross (eds) (2018)." Journal of Italian Cinema & Media Studies 9, no. 3 (June 1, 2021): 501–4. http://dx.doi.org/10.1386/jicms_00096_5.

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Abstract:
Review of: Rappresentare la violenza di genere: Sguardi femministi tra critica, attivismo e scrittura, Marina Bettaglio, Nicoletta Mandolini and Silvia Ross (eds) (2018)Milan: Mimesis Edizioni, 596 pp.,ISBN 978-8-85755-426-6, p/bk, €26.60, epub €19.99
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Del Missier, Giovanni. "Le mutilazioni genitali femminili." Medicina e Morale 49, no. 6 (December 31, 2000): 1097–143. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.774.

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Abstract:
L’articolo intende approfondire la tematica delle mutilazioni genitali femminili (MGF) per esprimere un fondato giudizio morale su queste pratiche e offrire delle linee di riferimento per la promozione di comportamenti sociali giusti e responsabili, nel pieno rispetto della dignità personale delle donne coinvolte. L’autore offre un quadro generale del fenomeno, emergente anche in Italia, individuando le testimonianze storiografiche delle MGF, le diverse tipologie di intervento, le conseguenze psico-fisiche che esse comportano per le donne che vi si sottopongono, la distribuzione geografica e quantitativa dei soggetti coinvolti. Vengono esaminate le motivazioni tradizionalmente addotte a giustificazione di queste pratiche e le teorie esplicative moderne fornite dalle scienze umane che hanno tentato di interpretare in vario modo le mutilazioni sessuali, con particolare attenzione alla riflessione ispirata ai diritti umani. Successivamente, vengono considerati criticamente i paradigmi etici più utilizzati in letteratura per schierarsi a favore o contro la legittimità delle MGF. I limiti rilevati inducono l’autore ad inquadrare il discorso in una più ampia cornice di tipo antropologico personalista e a percorrere una via di soluzione equidistante dal culturicentrismo e dal relativismo culturale. Sulla base del significato della corporeità si sostiene la grave illiceità delle pratiche mutilatorie, analizzando nel dettaglio le responsabilità dei diversi attori sociali che vi si possono trovare coinvolti. Sulla scorta di alcune argomentazioni derivate per analogia dai Teologi Dottori della tradizione cattolica viene individuato, inoltre, un criterio minimale di riferimento per avviare un dialogo interculturale non direttivo né paternalistico, ma rispettoso e fermo che conduca le etnie, presenti nella società italiana, a superare queste pratiche trasformandole in una nuova ritualità non cruenta, senza compromettere il patrimonio di valori che esse vorrebbero salvaguardare e trasmettere. L’esposizione si conclude con una serie di indicazioni volte a guidare la progettazione di interventi sociali finalizzati a modificare le tradizioni dannose per la salute, secondo una strategia ispirata non solo all’efficacia, ma soprattutto al rispetto della dignità umana e delle diversità culturali, con particolare riguardo ai problemi delle donne, delle famiglie, delle comunità di riferimento, degli operatori socio-sanitari e alla questione dell’introduzione di norme penali specifiche anti-MGF.
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Mele, Vincenza. "Percorsi femminili sull’accanimento riproduttivo." Medicina e Morale 53, no. 1 (February 28, 2004): 91–108. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.655.

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Abstract:
L’Autrice esamina criticamente la tecnica di fecondazione in vitro (FIVET) dal punto di vista etico, mettendo in luce gli elementi di sproporzione dell’intervento tecnologico per la bassa efficacia, l’alto rischio per il nascituro, l’invasività per il corpo materno e gli elevati costi economici. L’obiettivo del presente lavoro è contestare sia la terapeuticità della FIVET, sia contestare un luogo comune che vede il pensiero femminile favorevole alle tecnologie riproduttive. La sproporzionalità terapeutica viene quindi analizzata secondo l’ottica delle donne, alla luce di diverse prospettive: le prospettive della bioetica cosiddetta femminista e la prospettiva della bioetica al femminile. L’articolo mette in luce le ragioni di non accettabilità della tecnica da parte di entrambe le prospettive, in particolare l’oggettivazione del corpo della donna ed il parassitismo della tecnologia. L’Autrice conclude illustrando il suo personale punto di vista sulla bioetica al femminile: il logos delle tecnologie riproduttive, che è quello dell’ottimizzazione di un prodotto, mette a serio rischio il valore simbolico della maternità, come luogo originario del prendersi cura.
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Gallucci, Carole C. "Review: Una scrittrice non “femminista”." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 30, no. 2 (September 1996): 467–70. http://dx.doi.org/10.1177/001458589603000230.

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Sergiacomo, Lucilla. "Femminilità e femminismo nelle scrittrici italiane del Novecento." Narrativa, no. 37 (September 1, 2015): 119–51. http://dx.doi.org/10.4000/narrativa.1005.

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Stelliferi, Paola. "Soggettività dissonanti. Di rivoluzione, femminismi e violenza politica nella memoria di un gruppo di ex militanti di Lotta continua, by Stefania Voli, Florence, Florence University Press, 2015, 176 pp., €10,90, ISBN 978-88-6453-320-9 (paperback), e-ISBN 978-88-6453-321-6 (pdf)." Modern Italy 22, no. 3 (August 2017): 331–32. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2017.42.

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Hajek, Andrea. "Je ne suis pas Catherine Deneuve. Reflections on contemporary debates about sexual self-determination in Italy." Modern Italy 23, no. 2 (March 28, 2018): 139–43. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2018.10.

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Abstract:
Italian summaryQuesto articolo offre uno sguardo attuale sui discorsi pubblici intorno al tema della sessualità. Partendo dallo scandolo sessuale che ha travolto il produttore cintematografico Harvey Weinstein nel 2017, l’articolo mette al centro le polemiche sul femminismo contemporaneo e sull’idea di autodeterminazione e libertà sessuale, che lo scandalo accese nel contesto italiano.
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Beckwith, Karen. "CANDIDATURE FEMMINILI E SISTEMI ELETTORALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 1 (April 1990): 73–103. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008959.

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Abstract:
IntroduzioneLa debole presenza delle donne nelle assemblee legislative nazionali costituisce un aspetto sorprendente quanto permanente della vita politica delle democrazie occidentali. La presenza femminile in tali istituzioni non si avvicina nemmeno lontanamente alla proporzione delle donne nella popolazione e, inoltre, la percentuale di donne elette é inferiore nettamente a quella delle candidate all'elezione (Rule 1981; Norris 1985; Bagdanor 1984). Nella maggior parte delle assemblee legislative dei paesi occidentali meno del 10% dei membri della prima camera sono donne. Del sorprendente isomorfismo della sotto-rappresentazione delle donne (Darcy, Welch e Clark 1987, cap. 1) nei parlamenti nazionali sono state avanzate diverse spiegazioni: 1) che le donne sono socializzate in modo poco funzionale al tipo di competizione politica richiesto per accedere alle posizioni elettive a livello nazionale; 2) che gli elettori preferiscono le candidature maschili a quelle femminili per tali posizioni; 3) che i leaders partitici sono restii a candidare delle donne in quei seggi o circoscrizioni in cui il partito si aspetta di vincere; 4) che le donne non hanno sufficiente ambizione politica e non si fanno avanti per la candidatura; 5) che le donne non hanno adeguata esperienza politica per questo tipo di cariche; 6) che le donne sono prive di una rilevante esperienza occupazionale per accedere alle cariche pubbliche. Queste spiegazioni fanno riferimento principalmente a comportamenti ed attributi delle donne in quanto candidati potenziali ed a quelli della leadership partitica e degli elettori come elementi potenzialmente discriminatori verso la candidatura delle donne. Un altro gruppo di potenziali elementi esplicativi si concentra invece sul contesto elettorale e la sua capacitá di modellare i comportamenti politici e di creare o meno opportunitá politiche per l'accesso delle donne alle cariche pubbliche elettive. Questi comprendono: 1) la cultura politica rilevante per le opportunitá politiche delle donne, come, per esempio, quanto é recente il suffragio femminile; 2) il tipo di partiti nel sistema partitico; 3) il tipo di sistema partitico; 4) gli equilibri elettorali, reali o presunti tra i partiti politici; 5) il contributo, reale o presunto, dell'elettorato femminile al mantenimento o alla destabilizzazione degli equilibri elettorali; e 6) il tipo di sistema elettorale. Questi fattori condizionano le opinioni degli attori politici (leaders partitici, candidati potenziali e elettori) e pongono dei vincoli alle loro scelte politiche.
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Ferrer, María Reyes. "Napoles no feminino. Análise das mulheres em La compagnia delle anime finte." Revista de Italianística, no. 39 (December 30, 2019): 54–62. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i39p54-62.

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Abstract:
L’obiettivo del presente studio è analizzare le figure femminili più rilevanti del romanzo La compagnia delle anime finte (2017) e i parallelismi che nascono del rapporto tra le donne e Napoli, la città in cui si svolge la trama. Il romanzo si caratterizza dalla coralità di voci femminili, che si configurano come storie speculari della vita di Vincenzina Umbriello, la madre di Rosa, la protagonista che racconterà la storia in prima e terza persona. Tutte queste donne stabiliscono una stretta relazione con la città partenopea.
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Dimitri Tsolkas, Ioannis. "IL MESSAGGIO “FEMMINISTA” DI MITIÒ SAKELLARIU." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 15 (2014): 303–14. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2014.i15.24.

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Abstract:
Mitiò Sakellariu fu la prima traduttrice greca delle commedie di Goldoni e la prima scrittrice di drammi nella Grecia moderna. Queste opere costituirono una novità assoluta per il pubblico. Mitiò scelse di tradurre La vedova scaltra per il personaggio di Rosaura, una donna umanizzata. La traduttrice voleva così lanciare un messaggio alle donne greche
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Rossetti, S. "Il Linguaggio Politico Delle Donne nel Recente Femminismo Italiano." Gênero & Direito, no. 2 (August 19, 2015): 54–69. http://dx.doi.org/10.18351/2179-7137/ged.2015n2p54-69.

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Piletic, Deja. "Stereotipi dietro gli antroponimi femminili nell’italiano." Romance Notes 62, no. 1 (2022): 43–56. http://dx.doi.org/10.1353/rmc.2022.0011.

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Biancheri, Rita. "Nuove soggettivitŕ femminili: formazione e lavoro." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 95 (March 2012): 103–38. http://dx.doi.org/10.3280/sr2011-095006.

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Abstract:
The weak presence of women in the labor market is related to the functioning of the welfare system, the amount of time spent caring for the family and, increasingly, to the level and quality of education and training. Since the segregating dynamics continue, the following question seeks an answer: how do you overcome the gap between women's high performances in education and the disuse of their qualifications? Today research is mainly related to gender-specific production sectors; little has been studied in regards to professions in the engineering field, where the af- firmation of new subjectivity makes it possible to find answers to the undergoing changes.
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Sannicandro, Lisa. "Presenze femminili nella „Iohannis“ di Corippo." Hermes 140, no. 4 (2012): 468–85. http://dx.doi.org/10.25162/hermes-2012-0036.

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Montesi, Barbara. "«Protagoniste femminili». Riflessioni sulla storia politica." STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no. 69 (January 2016): 51–62. http://dx.doi.org/10.3280/spc2015-069005.

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Gosalbez, R. "Ricostruzione dei genitali femminili nell'estrofia vescicale." Urologia Journal 65, no. 3 (June 1998): 403–4. http://dx.doi.org/10.1177/039156039806500315.

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Romano, Alessandra, and Rubina Petruccioli. "Gender diversity management, culture inclusive e sfide dell'attualità. Una review sistematica della letteratura." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 213–40. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9477.

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Abstract:
L'articolo esplora i dispositivi di gender equity e le azioni per il sostegno alle carriere femminili a partire dalla review sistematica degli studi empirici sul tema dell'ultimo ventennio (2000-2020). Sono stati analizzati centodieci contributi nazionali e internazionali. Le finalità della review sono contribuire a ricostruire lo stato dell'arte degli studi nazionali e internazionali su gender equity nei workplace, segregazioni di genere e work-life balance e offrire un quadro di sintesi rispetto alle proposte di intervento e ai dispositivi di supporto alle carriere femminili. L'obiettivo è individuare traiettorie di intervento utili a sviluppare modelli culturali ed educativi validi per coltivare processi di inclusione di genere nelle organizzazioni e nei contesti di lavoro
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WILLSON, PERRY. "Italian Fascism and the Political Mobilisation of Working-Class Women 1937–43." Contemporary European History 22, no. 1 (December 14, 2012): 65–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0960777312000483.

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Abstract:
AbstractThe Sezione Operaie e Lavoranti a Domicilio dei Fasci Femminili (Section of the Fascist Women's Groups for Female Workers and Outworkers) is the only one of the three Italian Fascist Party organisations for adult women that has never been studied. Founded in 1937 and recruiting factory workers, outworkers and domestic servants, it achieved a membership of almost a million by the fall of the regime in 1943. A top-down organisation, run by the largely middle-class Fasci Femminili, it offered its membership a mix of social, educational and professional opportunities. This article explores its activities, its organisational structure, the messages it attempted to convey to its membership and the reasons why such large numbers of women joined.
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Boubara, Ada. "Lodovico Dolce nella storia delle idee femministe." Revista Internacional de Pensamiento Político 16 (January 28, 2022): 149–60. http://dx.doi.org/10.46661/revintpensampolit.6303.

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Abstract:
Ludovico Dolce (1508/1510-1568), umanista e studioso del Cinquecento, fu tra gli intellettuali che parteciparono alla Querelle des Femmes durante il periodo rinascimentale. Proprio in questo ambito si colloca il suo trattato Dialogo di M. Lodovico Dolce della institution delle donne secondo li tre stati che cadono nella vita humana. L’obiettivo dell’articolo consiste nell’esaminare ed evidenziare le idee di Dolce sulla ‛‛institution della maritataʼʼ esposte nel secondo libro del Dialogo, presentare il profilo femminile proposto e le virtù di cui deve essere dotata una donna coniugata nella società del 16° secolo.
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Fortini, Laura. "Critica femminista e critica letteraria in Italia." Italian Studies 65, no. 2 (July 2010): 178–91. http://dx.doi.org/10.1179/016146210x12593180182612.

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Cosco, Silvio. "FEMMINISMO E BRIGANTAGGIO: LO SGUARDO DIFERENTE DI MARIA ROSA CUTRUFELLI." Revista Internacional de Culturas y Literaturas 12, no. 12 (2012): 306–19. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2012.i12.17.

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Vilanova Becker, Patricia. "<p>LA <em>CITTÀ DELLE DAME </em>DI CHRISTINE DE PIZAN COME COSTRUZIONE DELLA MEMORIA COLLETTIVA DELLE DONNE</p>." RAUDEM. Revista de Estudios de las Mujeres 10 (December 20, 2022): 126–45. http://dx.doi.org/10.25115/raudem.v10i1.8589.

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Abstract:
Questo saggio discute l’importanza di Christine de Pizan nella costruzione della memoria collettiva delle donne lungo la storia. La scrittrice italo-francese ha scritto La città delle Dame (Le Livre de la Cité des Dames) nel 1405, anticipando in maniera straordinaria argomenti che sarebbero stati trattati da Mary Wollstonecraft circa trecento anni dopo. Attraverso un’analisi discorsiva della Città delle Dame, tradotta in italiano da Patrizia Caraffi, la presente dissertazione cerca di collocare Christine de Pizan come autrice fondamentale per la comprensione della storia del pensiero femminista secondo un approccio politico e filosofico. In tal senso, proponiamo una riflessione su come Christine de Pizan ha reso possibile la fondazione della Città delle Dame come luogo di memoria culturale femminile, dove le donne guadagnano la gloria eterna e sono liberate dai suoi assalitori. Creando, fondamentalmente, un luogo simbolico che ha reso possibile lo sviluppo di una tradizione occidentale femminista.
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Tanesini, Allessandra. "Oltre l'uguaglianza. Le radici femminili dell' autorita." Women’s Philosophy Review, no. 15 (1996): 20–21. http://dx.doi.org/10.5840/wpr19961514.

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Orazi, Stefano. "Periodici femminili del 1848 nello Stato Pontificio." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2021): 67–95. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001004.

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Abstract:
L'autore ha inteso porre in evidenza il contesto in cui nascevano a Roma due periodici aperti al mondo femminile, "La donna italiana" e "Una donna bizzarra", che rispetto ad altre similari realtà giornalistiche della Penisola si muovevano in un territorio, quello pontificio, nel quale la libertà di stampa trovava maggiori limitazioni che altrove. Dalle voci emerse nei due giornali romani si è voluto evidenziare il comune e coraggioso invito rivolto alle donne a partecipare alla generale richiesta di riforme liberali, nel desiderio di stimolarle ad impegnarsi nella trasformazione di una società più aperta e più giusta, specie in tema di rappresentanza politica e modernità giuridica. Il contributo è arricchito da alcune rare lettere conservate all'Archivio del Museo Centrale del Risorgimento, che contribuiscono ad accrescere la comprensione del ruolo delle donne prima e dopo l'unità d'Italia.
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Zografidou, Zosi. "FIGURE FEMMINILI NEI RACCONTI DI ANTONIO TABUCCHI." Revista Internacional de Culturas y Literaturas 12, no. 12 (2012): 337–42. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2012.i12.20.

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48

Marchese, Dona. "MASCHERE FEMMINILI VERGHIANE TRA NARRATIVA E CINEMA." Revista Internacional de Culturas y Literaturas 10, no. 10 (2011): 221–29. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2011.i10.16.

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49

Fried, Ilona. "Archetipi femminili nel teatro di Emma Dante." Narrativa, no. 30 (January 1, 2008): 361–69. http://dx.doi.org/10.4000/narrativa.1819.

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50

Romano, Franca. "Corpi in disordine: Possessioni e identita femminili." La Ricerca Folklorica, no. 50 (October 2004): 75. http://dx.doi.org/10.2307/4141529.

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