Journal articles on the topic 'Fattori protezione'

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1

Russo, Federica, Anna Torre, Diana La Rocca, Valeria Semeraro, Rosaria Monfregola, and Lorenza Isola. "Fattori di rischio e fattori di protezione nella genitorialità adottiva." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 43 (January 2019): 74–96. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2018-043005.

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2

Caso, Letizia, Francesca Vitale, and Michela Boni. "La violenza assistita intrafamiliare. Uno studio qualitativo sui fattori di rischio e di protezione nei minori vittime." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2011): 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001005.

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Abstract:
La ricerca si pone come finalitŕ l'approfondimento della conoscenza sul fenomeno della violenza assistita intrafamiliare, attraverso lo studio dei fattori di rischio e di protezione dei minori testimoni. La metodologia riguarda l'analisi qualitativa del contenuto delle interviste somministrate ad un gruppo di 24 madri vittime di violenza domestica, che risiedono in una struttura protetta. I principali risultati emersi si riferiscono all'associazione percepita, in termini di fattori di rischio, tra l'esordio delle violenze in famiglia ed eventi quali la gravidanza o la nascita di un figlio, il rapporto tra la vittimizzazione diretta e l'esposizione alla violenza e l'incidenza della diversa appartenenza culturale dei partner sull'insorgenza della violenza. Tra i principali fattori di protezione vi sono l'autonomia professionale ed economica delle madri e il supporto della rete sociale.
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3

Anna Manolio, Vittoria, and Alida Montaldi. "Verso la genitorialità adottiva in tempo di pandemia: l'ascolto delle coppie presso il Tribunale per i minorenni di Roma." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 120–30. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004012.

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Abstract:
Attraverso l'analisi dell'attività dell'ascolto coppie aspiranti all'adozione si propone una riflessione su alcuni fattori di protezione e indicatori di rischio nel progetto adottivo, specificatamente connessi allo stato di emergenza per la pandemia da Covid-19, osservati presso il Tribunale per i minorenni di Roma durante l'emergenza sanitaria.
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4

Cavanna, Donatella, and Laura Migliorini. "Fattori di protezione e indicatori di rischio nel percorso adottivo." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (November 2014): 95–104. http://dx.doi.org/10.3280/mg2014-004011.

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5

Tenuta, Flaviana, Maria Giuseppina Bartolo, Daniela Diano, and Angela Costabile. "Maltrattamento e abuso: una rassegna su definizioni, tipologie e interventi per la tutela dei soggetti a rischio." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2020): 85–106. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-002005.

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Abstract:
L'obiettivo di questa rassegna è stato identificare i fattori di rischio e di protezione associati al fenomeno del maltrattamento infantile, argomento di grande interesse per gli psicologi dello sviluppo. In linea con un approccio conoscitivo e preventivo, è stata interrogata la banca dati di Scopus e particolare attenzione è stata prestata agli articoli nazionali e internazionali pubblicati negli ultimi 10 anni. I risultati offrono indicazioni sulle diverse definizioni e le nuove tipologie di maltrattamento; l'entità delle conseguenze psicologiche a medio e lungo termine sulle vittime nonché i fattori protettivi e gli interventi che possono essere attuati per tutelare i soggetti a rischio di maltrattamento e abuso.
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6

Santoro, Elena. "L'adattamento resiliente nei bambini vittime di abuso e maltrattamento: un'analisi dei fattori protettivi e dei meccanismi di mediazione." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2011): 33–52. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003003.

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Abstract:
L'articolo offre una rassegna degli studi piů attuali centrati sulla resilienza in bambini vittime di abuso e maltrattamento. Le evidenze empiriche riportano una percentuale piuttosto bassa (0-22%) di adattamento resiliente: alcuni bambini maltrattati manifestano risorse di resilienza, ma la maggior parte di loro incontra difficoltŕ nell'adattamento in diversi ambiti del funzionamento psicosociale e nel corso del tempo. La resilienza intesa come processo dinamico dipende da fattori biologici e psicologici, che interagiscono con fattori familiari e contestuali in grado di potenziare o indebolire le risorse dell'individuo, facilitando e promuovendo un percorso di adattamento positivo per alcuni o, di contro, diventando elementi di crisi e di disadattamento per altri. Ampio spazio viene dato alla letteratura sui fattori di protezione che, a livello individuale, familiare e sociale sono in grado di promuovere ed attivare i meccanismi di recupero e l'adattamento resiliente nei bambini vittime di abuso e maltrattamento.
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7

Terrone, Grazia, Alessandro Musetti, Simona Di Folco, and Rocco Filipponeri Pergola. "Depressione materna e paterna: fattori di rischio e di protezione nella genitorialità." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2017): 105–32. http://dx.doi.org/10.3280/mal2017-001007.

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8

Scinto, Antonella, Maria Grazia Marinangeli, Artemis Kalyvoka, Enrico Daneluzzo, and Alessandro Rossi. "The use of the Italian version of the Parental Bonding Instrument (PBI) in a clinical sample and in a student group: an exploratory and confirmatory factor analysis study." Epidemiology and Psychiatric Sciences 8, no. 4 (December 1999): 276–83. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008198.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Il presente studio ha lo scopo di verificare la validità di costrutto della versione italiana del questionario Parental Bonding Instrument (PBI) che misura lo stile genitoriale come ricordato dal figlio. Materiali e metodi - Il questionario è stato somministrato ad un gruppo di 102 studenti dell'Università degli Studi de L'Aquila (62 maschi e 40 femmine) ed a 128 pazienti (76 maschi e 52 femmine) consecutivamente ricoverati in un reparto di psichiatria per un episodio indice. Nel gruppo dei pazienti ed in quello degli studenti sono state confrontate le medie dei valori delle due dimensioni («cura» e «protezione») per ciascun genitore in ogni gruppo, con un t-test per campioni indipendenti. Dopo la verifica della consistenza interna degli item del questionario calcolando il valore dell'alfa di Cronbach, è stata effettuata un'analisi fattoriale esplorativa per studenti e pazienti separatamente per individuare i fattori latenti del questionario e un'analisi fattoriale confermatoria nel gruppo di studenti per valutare l'adeguatezza dei dati reali rispetto ai modelli proposti in letteratura. Risultati - La versione italiana del PBI, ha dimostrato di differenziare i 2 gruppi e di possedere una buona consistenza interna degli item. L'analisi fattoriale esplorativa condotta nel gruppo degli studenti identificava due fattori che spiegavano il 44.6% ed il 44.3% della varianza per le scale del PBI della madre e del padre rispettivamente, mentre nel gruppo dei pazienti identificava due fattori che spiegavano il 49.3% ed il 46.6% della varianza per le scale del PBI rispettivamente della madre e del padre. Conclusioni - I pazienti affetti da patologie psichiatriche evidenziano una bassa «cura»/alta «protezione» rispetto agli studenti, confermando l'associazione tra un pattern affettivo di affectionless control e la presenza di un disturbo psichiatrico.
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Di Paola, Ludovica, Annalaura Nocentini, Patricia Monica Bettini, and Roberto Leonetti. "Nurse Home Visitation Program per la riduzione del rischio di maltrattamento infantile: una prima valutazione dell'intervento dell'Unità Funzionale Complessa Salute Mentale Infanzia e Adolescenza e Centri Consulenza Giovani dell'Azienda Usl Toscana Centro-Firenze." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (January 2021): 89–112. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-003008.

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Abstract:
Interventi di home visiting nei contesti familiari a rischio di maltrattamento sui minori sono fondamentali per ridurre i fattori di rischio e promuovere quelli di protezione. Lo studio propone una prima valutazione del programma di intervento fiorentino "Home Visiting: Percorsi di Sostegno alla Genitorialità" condotto dagli operatori dell'Azienda Usl Toscana Centro di Firenze. Hanno partecipato allo studio 20 madri. È stata condotta un'analisi retrospettiva delle cartelle cliniche e delle schede del progetto. I risultati mostrano che il 70 % delle madri non è stato segnalato per rischio di maltrattamento sui minori in seguito all'intervento e che la presa in carico tardiva costituisce un indice di rischio che aumenta la probabilità di segnalazioni per il rischio di maltrattamento. Lo studio indica la necessità che futuri interventi di home visiting tengano di conto del momento di presa in carico come fattore capace di garantire la riuscita dell'intervento e la sua efficacia.
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Cartocci, Roberto. "LOCALISMO E PROTESTA POLITICA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 3 (December 1991): 551–81. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017895.

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Abstract:
IntroduzioneIn due saggi recenti Sartori ha ricostruito le dinamiche all'origine del ruolo cruciale, e tendenzialmente crescente, svolto dal localismo nella politica americana (Sartori 1986; 1989). Fattori politici come la debolezza dei partiti, istituzionali (sistema elettorale uninominale eroll callal Congresso), socioculturali (pervasività dei media e ossessione dei sondaggi) favoriscono la già potente tendenza alla protezione e salvaguardia degli interessi locali, cioè alla “villaggizzazione della politica” (1986, 12), che confligge con le piò generali tendenze verso la globalizzazione dell'economia e della politica.
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Cattani, Martina. "Fattori di rischio e di protezione nella valutazione di famiglie in carico ai Servizi Sociali: uno studio retrospettivo intergenerazionale." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2022): 63–86. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-002005.

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Abstract:
L'interesse preminente della presente ricerca è la comprensione degli aspetti connessi al trauma relazionale (maltrattamenti e abusi, trascuratezza e violenza domestica), nella valuta-zione delle competenze genitoriali in famiglie in carico ai Servizi Sociali per situazioni di pregiudizio dei minori. A tale scopo, sono state analizzate le cartelle psicosociali di 65 nu-clei familiari. Dopo le analisi descrittive, sono state indagate eventuali differenze nella di-stribuzione (presenza vs assenza) dei fattori del Protocollo Fattori di Rischio e di Protezione (Di Blasio, 2005) fra famiglie valutate ad alto vs basso rischio. Si è, quindi, indagato l'impatto della presenza di alcuni fattori significativi in rapporto al livello di recuperabilità delle competenze parentali di madri e padri. I risultati mostrano che l'applicazione del Pro-tocollo in sede di valutazione permette di discriminare famiglie ad alto vs basso rischio e la sua applicazione evidenzia l'impatto, sulla recuperabilità genitoriale, di esperienze infantili avverse del genitore, di relazioni difficili o conflittuali con la propria famiglia d'origine - e/o con quella del partner - e di una relazione significativa con un membro della famiglia d'origine, in modo differenziato per madri e padri.
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Rodi, M. N., and C. Mura. "Qualità della vita misurata attraverso il Kidney Disease Quality of life-Short Form (KDQOL-SF): differenze in relazione al trattamento dialitico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 4 (January 24, 2018): 34–37. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1497.

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Abstract:
Nel 1985 il New England Journal of Medicine pubblicò un rapporto relativo alla Qualità della vita (QdV) nei pazienti dializzati: forse per la prima volta si poneva l'attenzione alla sfera più intima di chi doveva convivere con una patologia cronica. Recentemente gli studi deputati a cogliere i principali aspetti emotivi e psicologici di chi vive una reale “esperienza di malattia”, hanno assunto nuova consistenza, scoprendo importanti fattori che influenzano il paziente fin dalla prima fase di pre-dialisi. Nonostante i progressi fatti, manca ancora una routine di valutazione della QdV che, se strutturata, potrebbe diventare un valore aggiunto per il paziente; spesso a una eccellente gestione clinica non si accompagna, infatti, un'attenta analisi del grado di soddisfazione del malato. L'obiettivo della ricerca è capire se esistano differenze in ambito di QdV tra i pazienti che sono sottoposti a emodialisi rispetto a quelli in dialisi peritoneale. Alla luce dei risultati si evincono aspetti importanti: fattori come la sessualità, l'attività sociale, percezione della vicinanza dello staff, hanno punteggi migliori negli emodializzati. La conclusione è che la normale frustrazione legata all'essere “dipendenti” dal reparto e dal suo staff medico venga ben compensata dal senso di protezione e dai legami umani che lì si creano.
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Colasanto, Michele. "Forza e debolezza del nuovo welfare." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 29–39. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117003.

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Abstract:
Il paradigma del welfare state attivo, se non opportunamente contestualizzato, conduce ad alcune aporie. La prima č legata al lavoro inteso come carattere determinante del nuovo welfare: l'accesso all'occupazione puň anche essere considerata un'opportunitŕ e non un diritto, ma solo se tale opportunitŕ si caratterizza come effettiva. Inoltre, l'obiettivo dell'occupabilitŕ non č proponibile in termini puramente funzionali: non occorre solo l'occupazione, ma una occupazione valutabile positivamente per il soggetto. Una seconda aporia deriva dal peso dato all'apprendimento continuo e alla formazione come fattori di protezione e risorsa per l'occupabilitŕ. La formazione č condizionata da fattori di carattere normativo, organizzativo, finanziario e anche contrattuale per il lavoro dipendente, dalla motivazione individuale, che č fortemente correlata al livello di istruzione. Occorrono politiche di attivazione che mettano insieme lavoro, formazione, assistenza, partecipazione civile e politica: per dare spazio a una maggiore responsabilizzazione degli individui e delle famiglie, tenendo conto di come cambiano i corsi di vita.
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Calandri, Emanuela, Tatiana Begotti, Manuela Bina, and Elena Cattelino. "Fattori di protezione dal consumo di alcolici e dal binge drinking nella prima adolescenza." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (December 2017): 419–40. http://dx.doi.org/10.3280/rip2017-004003.

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Grumi, Serena, and Eleonora Mascheroni. "Padri maltrattanti coinvolti nella Tutela Minorile: un focus sui fattori di rischio e di protezione." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (November 2017): 111–23. http://dx.doi.org/10.3280/mal2017-003007.

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Milani, Luca, Serena Grumi, Giulia Gagliardi, and Paola Di Blasio. "Famiglie italiane e immigrate: identificare fattori di rischio e di protezione nella valutazione delle competenze genitoriali." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2016): 67–89. http://dx.doi.org/10.3280/pds2016-001008.

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Amodeo, Anna Lisa, Roberto C. De Falco, and Gaetana Affuso. "Fattori di rischio e di protezione in preadolescenza: l'importanza della scuola, della famiglia e degli amici." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (December 2009): 23–36. http://dx.doi.org/10.3280/pds2009-003002.

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Abstract:
- The presented study gets its idea from the interactionist and constructivist model (Jessor e Jessor, 1977) and aims to investigate which at risk and protection behaviours systems may be associated with physical, psychic and social wellbeing, in preadolescent subjects. More specifically we refer to some at risk behaviours as motorcyclists' dangerous driving, pornography and game of chance utilisation and their relation to formative success. We involved a group of about 300 adolescents that, because of their life span cycle phase, have not yet strongly structured neither deviant social conducts or crystallised at risk behaviours, attending three secondary schools in Naples. To everyone was administered the questionnaire "Me, the school and my life style" (Bonino, Cattellino, Ciairano, 2003), simplifying its articulation and expositive clearness. The study pointed out the role developed by some variables as the possibility to find support inside the family, supporting youths' adaptation and improving non deviant conducts development.
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Forslund, Tommie. "L'attaccamento va in tribunale: protezione e affidamento dei minori." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 50 (August 2022): 25–97. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14082.

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Abstract:
In molti contesti professionali, compreso quello del Tribunale per i minorenni, si fa riferimento alla teoria dell'attaccamento e alla relativa ricerca, con fraintendimenti ampiamente diffusi che spesso si traducono in applicazioni scorrette. La finalità di questa dichiarazione di consenso è, pertanto, quella di migliorarne la comprensione, contrastare la disinformazione a riguardo e guidarne l'uso nel contesto del tribunale per i minorenni secondo una modalità basata sulle evidenze, considerando in particolare i processi decisionali circa la protezione e l'affidamento dei minori. L'articolo è diviso in due parti. Nella prima ci occupiamo dei problemi relativi all'utilizzo di teoria e ricerca sull'attaccamento nel contesto del Tribunale per i minorenni e ne discutiamo le ragioni. A questo proposito, esaminiamo le applicazioni della teoria che si ispirano al principio elettivo del superiore interesse del minore, discutiamo i fraintendimenti a riguardo e identifichiamo i fattori che ne hanno ostacolato un'accurata implementazione. Nella seconda parte, forniamo indicazioni per una sua adeguata e corretta applicazione. A tal fine, siamo partiti da tre principi di riferimento: il bisogno del bambino di caregiver familiari e non abusanti, il valore della continuità di cure sufficientemente buone e i benefici delle reti di relazioni di attaccamento. Discutiamo, inoltre, di quanto le valutazioni sulla qualità dell'attaccamento e sul comportamento di cura siano adeguate a ispirare i processi decisionali forensi rivolti ai minori. Concludiamo che la valutazione dei comportamenti di cura dovrebbe ricoprire un ruolo centrale. Nonostante non ci sia fra noi completo consenso riguardo all'utilizzo delle valutazioni sulla qualità dell'attaccamento nelle decisioni attinenti all'affidamento e alla protezione del minore, tali valutazioni si rivelano, al momento, le più adatte a individuare obiettivi e modalità degli interventi di sostegno. Infine, offriamo indicazioni per organizzare le future collaborazioni di ricerca interdisciplinare.
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Prilleltensky, Isaac, and Caterina Arcidiacono. "Modello ecologico e migranti: benessere, giustizia e potere nella vita degli immigrati." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001002.

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Abstract:
Il contributo descrive anzitutto il modello ecologico multidimensionale di Prilleltensky e come esso si declina a livello individuale, relazionale,organizzativo, comunitario e ambientale in relazione all'oppressione, al benessere e al processo di liberazione. Vengono in particolare esaminati gli elementi che agiscono nella trasformazione e che permettono il potenziamento delle risorse e dei punti di forza. Attenzione č data infine alla definizione ed esplicitazione dei valori e dei diritti del singolo e della comunitŕ al fine di definire quale sia la validitŕ epistemica e trasformativa della ricerca e dell'intervento in psicologia di comunitŕ alla luce di tale modello. Lo scopo precipuo dell'articolo consiste nell'esplicitare le variabili in gioco nella condizioni di vita dei migranti, enucleando i fattori di protezione e di rischio da considerare per valutarne il benessere e le modalitŕ d'inserimento nei contesti di accoglienza.
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Principato, Carmen. "Il burnout negli odontoiatri di comunità impegnati nella cura dei marginali: fattori di rischio e di protezione." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (July 2017): 91–101. http://dx.doi.org/10.3280/psc2017-001008.

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Gagliardi, Giulia, and Luca Milani. "Fattori di rischio e di protezione nella valutazione delle competenze parentali di famiglie italiane e famiglie immigrate." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2013): 59–80. http://dx.doi.org/10.3280/mal2013-001004.

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Raffagnino, Rosalba, and Ilaria Penzo. "Attaccamento e intimitŕ nella relazione di coppia: verso il costrutto dell'affettivitŕ." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2012): 33–58. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-002003.

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Abstract:
Gli studi sulla qualitŕ e stabilitŕ della relazione di coppia ravvisano una particolare difficoltŕ nel distinguere a livello teorico i diversi costrutti implicati unitamente alla sovrapposizione spesso osservata tra i criteri utilizzati per la loro valutazione. Attaccamento e intimitŕ sono particolarmente indagate in questo settore di studi. L'obiettivo degli autori č presentare un'integrazione di queste due dimensioni verso un costrutto piů ampio, quello dell'affettivitŕ, che raccoglie le componenti essenziali e specifiche di entrambe. La rassegna si propone di fornire una maggiore chiarezza circa le variabili coinvolte nella qualitŕ della relazione di coppia e indirizzare la ricerca verso una comprensione e una valutazione multidimensionale degli aspetti implicati. L'individuazione dei fattori di rischio e di protezione consentiranno di realizzare interventi di prevenzione e promozione della qualitŕ della relazione di coppia e della salute e del benessere nei loro diversi aspetti.
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Panzeri, Martina, Gaia Santarpia, Chiara Fusar Poli, Sara Molgora, Emanuela Saita, and Federica Facchin. "L'impatto psicologico a breve termine del Covid-19: una revisione sistematica della letteratura." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (February 2022): 1–35. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa13103.

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Abstract:
Il Covid-19 è comparso a Wuhan, in Cina, nel dicembre del 2019. La malattia causa difficoltà respiratorie e numerose altre complicazioni quali stanchezza, febbre, dolori muscolari e, in alcuni casi, diarrea e vomito, e può essere fatale.La correlazione tra malattie infettive e disagio psicologico è già emersa durante altre epidemie, come quella di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) e di Ebola. Questa revisione sistematica della letteratura è volta ad indagare le ripercussioni psicologiche a breve termine che il Covid-19 può avere sulla popolazione generale. Mediante una procedura di analisi tematica sono stati individuati dei temi ricorrenti negli articoli selezionati. I risultati più significativi riguardano l'impatto dei social media e le ripercussioni a livello di ansia e depressione.In particolare, le notizie false trasmesse dai media alimentano ulteriormente l'ansia provata dalla maggior parte della popolazione e fattori quali l'essere giovani o anziani, l'essere studenti, poco istruiti, divorziati o vedovi contribuiscono ulteriormente a peggiorare la sintomatologia. Seguire, invece, le linee-guida proposte dal Governo e avere informazioni chiare e comprensibili si sono rivelati due fattori di protezione contro l'insorgenza di sintomi ansiosi. Dalla ricerca è emerso un bisogno di monitoraggio per le popolazioni più a rischio e la necessità di studiare questi fenomeni sul lungo periodo, replicando gli studi in Paesi occidentali.
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Santinello, Massimo, Francesca Cristini, Maria Luisa Girardi, and Giacomo Di Nola. "Orientare le attivitŕ di prevenzione verso programmi di prevenzione selettiva: l'esperienza del Veneto." S & P SALUTE E PREVENZIONE, no. 51 (February 2009): 77–92. http://dx.doi.org/10.3280/sap2008-051004.

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Abstract:
- Finalitŕ del presente studio č stata quella di analizzare le caratteristiche dei progetti di prevenzione del consumo di sostanze psicoattive presentati alla Regione Veneto in risposta alla Deliberazione della Giunta n. 456 relativa al Fondo Regionale di Intervento per la Lotta alla Droga. In particolare ci sě č posti l'obiettivo di indagare come le Agenzie del territorio hanno risposto alla richiesta di prevenzione selettiva e di confrontare i progetti presentati con i criteri stabiliti dalla ricerca scientifica circa gli interventi di prevenzione efficaci. Sono state analizzate le schede progettuali dei 70 progetti presentati alla Regione. I risultati evidenziano che i progetti sono coerenti con alcuni dei criteri di efficacia stabiliti dalla letteratura scientifica, soprattutto per quanto riguarda l'azione su diversi contesti e l'adozione di molteplici strategie. Le maggiori criticitŕ sono emerse rispetto all'adozione di uno specifico modello teorico su cui costruire il progetto ed alla identificazione del target a rischio utilizzando specifici fattori di rischio e di protezione.
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Miconi, Diana, and Cécile Rousseau. "Vivere insieme in contesti di polarizzazione sociale: fattori di rischio e di protezione in un campione di giovani studenti canadesi." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (August 2020): 55–73. http://dx.doi.org/10.3280/erp2020-001003.

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Gambini, Paolo, and Cecilia Minischetti. "Differenziazione del sé e attitudine al perdono come fattori di protezione sui comportamenti problema. Ricerca su un campione di giovani." TERAPIA FAMILIARE, no. 123 (November 2020): 55–74. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-123004.

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Russo, Federica, Roberto Ceria, Jacopo Jarach, Cecilia Laglia, Lavinia Lombardi, and Lorenza Isola. "Internet addiction disorder: nuova emergenza nel mondo dell'infanzia e dell'adolescenza." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 47 (February 2021): 63–84. http://dx.doi.org/10.3280/qpc47-2020oa11206.

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Abstract:
Le nuove tecnologie hanno cambiato e continuano a cambiare profondamente il nostro modo di vivere. Il continuo processo di adattamento al cambiamento tecnologico condiziona e modifica costantemente le nostre interazioni in tutti gli ambiti di vita. Non ultima la salute mentale e il lavoro in psicoterapia. Il presente lavoro si pone dunque come obiettivo quello di ritrarre lo stato dell'arte di un campo in continua evoluzione ed espansione. Se da un lato questi strumenti risultano essere un'importante opportunità, dall'altro la comunità scientifica ha cominciato a porre attenzione alla problematicità dell'utilizzo degli stessi, con particolare attenzione a Internet e ai dispositivi ad esso associati. Nello specifico, l'obiettivo è di approfondire la controversia che caratterizza la letteratura sull'uso della tecnologia in termini di vantaggi e svantaggi con un focus specifico sui fattori di rischio e di protezione oltre che un'analisi dettagliata degli effetti negativi a breve e lungo termine e degli elementi comuni negli interventi evidence-based nel trattamento dell'Internet addiction nell'infanzia e nell'adolescenza.
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Moyo, Sam. "Transizione agraria mancata e sotto-consumo in Africa." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 128 (December 2012): 106–21. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128007.

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Abstract:
La trasformazione agraria in Africa non č riuscita a causa di una combinazione di fattori, tra cui l'alienazione della terra che si č verificata soprattutto nell'Africa dei settler, e sta crescendo altrove, e il super-sfruttamento del lavoro agricolo nelle economie contadine dell'Africa non settler. Negli anni sessanta, l'alienazione dei terreni č stata interrotta, ma la cattiva integrazione del continente nel sistema capitalista mondiale ineguale, in particolare il sistema alimentare mondiale, č cresciuta sotto il neoliberismo dagli anni ottanta. Gli errori nelle politiche di aggiustamento si sono intensificati dopo la recente crisi finanziaria mondiale portando a un aumento di privatizzazioni e concentrazione dei terreni agricoli, anche sotto il controllo del capitale straniero. La persistenza della produzione di beni agricoli per l'esportazione ha minato la produzione alimentare per il consumo locale, mentre gli investimenti pubblici nelle tecnologie agricole sono diminuite. L'alternativa della sovranitŕ alimentare centrata su piccoli produttori autonomi richiede un intervento significativo dello stato e lo sviluppo del capitale umano, per ristrutturare il sistema alimentare e per migliorare la protezione dei consumatori e del commercio. Il caso dello Zimbabwe viene presentato come esempio di resistenza agraria al neoliberismo.
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Confalonieri, Emanuela. "La Dating violence negli adolescenti e nei giovani adulti: fattori di rischio e di protezione nella ricerca in ambito nazionale e internazionale." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (November 2017): 7–11. http://dx.doi.org/10.3280/mal2017-003001.

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Mori, Sara, Silvia Panzavolta, and Alessia Rosa. "Covid, distance education and families. The Italian case within the international survey on family support to learning processes." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 138–51. http://dx.doi.org/10.36253/form-12130.

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Abstract:
The COVID pandemic had countless repercussions on the family system, starting with the need to support young people in distance education training. Family and school realities have had to find new ways of relating with mutual overlap. Investigating how family members supported the learning of their children/grandchildren aged 6-16 was the aim of the international research activity coordinated by the University of Bath (UK). This contribution intends to account for the Italian data by exploring the possible relationships between the potential vulnerability factors of the pre-covid household and the activities that can be considered protective and supportive factors for households. The aim is not only to understand which competences and network systems have been activated in a period of exceptional gravity, but rather not to disperse, but on the contrary to enhance, those processes that have proved useful especially in fragile contexts. Covid, DAD e famiglie. Il caso italiano in un’indagine internazionale sul sostegno familiare ai processi di apprendimento. La pandemia di COVID ha avuto innumerevoli ripercussioni sul sistema famigliare a partire dalla necessità di supportare i giovani nelle attività di formazione in DAD. Le realtà familiari e scolastiche hanno dovuto trovare nuove modalità di relazione con un reciproco sconfinamento. Indagare come i membri della famiglia hanno sostenuto l’apprendimento dei loro figli/nipoti dai 6 ai 16 anni è stato l’obiettivo dell’attività di ricerca internazionale coordinata dall’università University di Bath (UK).Il presente contributo intende dar conto dei dati italiani esplorando le possibili relazione tra i fattori potenziali di vulnerabilità della famiglia pre-covid e le attività che possono essere considerate fattori di protezione e di supporto per i nuclei familiari. Non si tratta soltanto di comprendere quali competenze e sistemi di rete, sono stati attivati in un periodo di eccezionale gravità, quanto piuttosto non disperdere, ma al contrario valorizzare, quei processi che si sono dimostrati utili soprattutto nei contesti di fragilità.
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Ingrassia, Raimondo. "Il whistle-blowing come strumento di controllo interno delle organizzazioni." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2009): 40–70. http://dx.doi.org/10.3280/so2009-002003.

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Abstract:
- Uno di problemi che si pongono quando si parla di abusi dei colletti bianchi nel mondo del lavoro č quello di sottoporre al giudizio della collettivitŕ condotte discutibili sul piano etico, manageriale, professionale e giuridico delle quali perň č difficile avere conoscenza in quanto esse vengono consumate al riparo di organizzazioni legali e, spesso, poco permeabili alla societŕ. Una forma di controllo privilegiata per la qualitŕ delle informazioni che č in grado di fornire č la denuncia pubblica degli abusi del prestatore di lavoro legato all'organizzazione da un rapporto di dipendenza. La cultura anglosassone ha metaforicamente etichettato tale pratica con il termine di "whistleblowing", letteralmente "soffiare il fischietto", cioč dare un segnale di allarme per gli abusi osservati nel luogo di lavoro. Questo articolo intende offrire una rassegna sistematica dei principali temi esistenti in materia. Sono pertanto oggetto di trattazione i seguenti argomenti: le relazioni fra gli abusi dei colletti bianchi e le organizzazioni legali; le tipologie di abusi piů comuni; il profilo identitario di coloro che denunciano; i fattori oggettivi che influenzano le decisioni di denuncia; i rischi legati alle attivitŕ di denuncia; l'efficacia, la tutela giuridica e le policy del whistle blowing. La tesi conclusiva č che la denuncia pubblica degli abusi deve fare leva sulla responsabilitŕ personale e che il contesto organizzativo e istituzionale nei quali i prestatori di lavoro operano devono svolgere una funzione di incentivo e protezione dell'iniziativa individuale.
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Pedrazza, Monica, and Giulio Boccato. "Attachment style questionnaire: contributo alla validazione italiana." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (December 2011): 9–26. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-001002.

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Abstract:
Nella prima infanzia, gli individui sviluppano stili di attaccamento che possono essere di tipo sicuro versus insicuro, a seconda delle reazioni della figura primaria alle loro richieste di protezione e sicurezza. Il particolare stile di attaccamento sviluppato nella prima infanzia influenza il modello operativo interno, nelle relazioni intime adulte, guidando percezioni, attribuzioni e stile comunicativo tra partner. L'Attachment Style Questionnaire (ASQ, Feeney, Noller e Hanrahan, 1994) si presenta come un ottimo strumento per la misurazione degli stili di attaccamento in etŕ adulta: e di facile somministrazione e scoring, costa poco, ha ragionevoli proprietŕ psicometriche e validitŕ di criterio. Lo scopo del presente studio e di contribuire alla validazione dell'ASQ nel contesto italiano: 402 studenti universitari hanno partecipato allo studio. I coefficienti di affidabilitŕ variano da .64 a .71, presentando quindi moderati ma soddisfacenti livelli di affidabilitŕ. La validitŕ di criterio, esaminata tramite correlazioni sia tra le sottoscale dell'ASQ, sia tra queste e le descrizioni proposte da Hazan e Shaver (1987), confermano una buona corrispondenza tra lo strumento ed i profili. La struttura fattoriale e stata indagata attraverso analisi fattoriale confermativa che ha mostrato l'adeguatezza del modello a tre fattori: sicuro, evitante, ansioso. I risultati replicano quelli ottenuti da Feeney e colleghi anche nel contesto italiano. L'ASQ si pone dunque come un ottimo strumento auto-somministrabile per la misurazione delle differenze individuali negli stili di attaccamento anche in etŕ adulta. Nella discussione sono affrontate alcune questioni metodologiche legate alla misura dell'attaccamento in etŕ adulta.
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Montirosso, Rosario. "Dalla relazione affettiva primaria come fattore protettivo della crescita emozionale all'impatto del trauma infantile precoce sullo sviluppo del bambino." GROUNDING, no. 1 (July 2012): 43–64. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-001006.

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Abstract:
L'insieme dei risultati di varie ricerche corrobora una prospettiva per il quale il trauma relazionale infantile ha effetti significativi su diverse aree dello sviluppo del bambino. In estrema sintesi, la mancanza del ruolo di protezione "normalmente" svolto dalle figure genitoriali rende piů reattivi allo stress i bambini esponendoli anche a maggiori danni del sistema nervoso centrale. Inoltre, esperienze traumatiche portano ad un'incompetenza sul piano socio-emozionale e a difficoltŕ specifiche nei processi di memoria.
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Teodorescu, Loredana. "Externalising the EU asylum policy. In search for a balance between protecting refugees inside and outside Europe." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2021): 135–49. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-002006.

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Abstract:
Evidenziando alcune debolezze dell'attuale sistema di asilo dell'UE, la crisi dei rifugiati ha fatto emergere la necessità di ripensare le modalità di accesso alla protezione per le persone in stato di bisogno. Mentre sul fronte interno gli Stati membri dell'UE faticano a elaborare una risposta comune, l'azione esterna è stata progressivamente rafforzata anche al fine di fornire protezione ai rifugiati. L'articolo intende analizzare i diversi aspetti della dimensione esterna della politica di asilo dell'UE. Dopo aver evidenziato i punti di maggiore complessità della proposta di esternalizzazione del processo di asilo, spesso dibattuta e per il momento abbandonata, il contributo si concentra sul reinsediamento e sul sostegno ai paesi terzi che ospitano rifugiati come le due principali misure in atto, che dovrebbero essere ulteriormente rafforzate secondo il Nuovo Patto Europeo sulla Migrazione e l'Asilo.
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Méndez Reátegui, Rubén, and Amparo Álvarez Meythaler. "Pensiero progettuale: Innovazione e protezione delle idees." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 16 (December 16, 2021): 61–70. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2021.v16i.13084.

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Abstract:
Desde un enfoque de Design Thinking, este artículo pretende explicar cómo los procesos creativos en las organizaciones, expresados en un contexto de efervescencia de los derechos de propiedad, requieren la formulación de métodos más rigurosos de obtención y evaluación de la información, que permitan mitigar los efectos asimétricos y la pérdida de eficiencia y eficacia de los esfuerzos realizados por las empresas. Se analizan tres posibles intervenciones para que el proceso creativo genere conocimientos valiosos. Las ideas pueden patentarse durante las fases iniciales: orientación del pensamiento creativo, uso de la tecnología a través de herramientas de registro digital y estrategias empresariales sostenibles centradas en el comportamiento humano. Se concluye que partir de un pensamiento de diseño requiere sistematizar e incorporar mayor rigor en el proceso creativo para facilitar los procesos de registro de derechos de propiedad sobre un producto original de la organización. A partire da un approccio di Design Thinking, questo articolo mira a spiegare come i processi creativi nelle organizzazioni, espressi in un contesto di effervescenza dei diritti di proprietà, richiedono la formulazione di metodi più rigorosi per ottenere e valutare le informazioni, che permettono l’attenuazione degli effetti asimmetrici e la perdita di efficienza ed efficacia degli sforzi fatti dalle aziende. Si analizzano tre possibili interventi affinché il processo creativo generi un prezioso know-how. Le idee possono ricevere un trattamento organizzato durante le fasi iniziali: guida del pensie­ro creativo, uso della tecnologia attraverso strumenti di registro digitale, e strategie aziendali sostenibili focalizzate sul comportamento umano. Si conclude che partire da un pensiero progettuale richiede la sistematizzazione e l’incorporazione di un mag­gior rigore nel processo creativo per facilitare i processi di registrazione dei diritti di proprietà su un prodotto originale dell’organizzazione.
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Arcangeli, Giulia. "Dovere di protezione dell'albergatore per danni alla persona dovuta al fatto penale di terzi." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 35 (April 2022): 105–29. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-035009.

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Abstract:
La High Court of Justice esamina un caso di richiesta di risarcimento del danno, fisico e psichico, subito dalle ospiti di un hotel aggredite da un estra-neo introdottosi durante la notte. Precisato il diverso approccio del modello degli ordinamenti anglosassoni sul tema della responsabilità dopo una breve disamina del contratto di albergo, si approfondiscono analogie e differenze sulla responsabilità dell'albergatore tra civil law e common law, facendo specifico riferimento agli "obblighi di protezione", con una proiezione sul possibile esito del giudizio in Italia
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Mancini, Elena. "L’autosperimentazione nelle malattie rare: analisi dei profili etici e indicazioni per una possibile governance / The self-experimentation on rare diseases: analysis of ethical profiles and instructions for a possible governance." Medicina e Morale 66, no. 1 (March 15, 2017): 45–61. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.475.

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Abstract:
Le malattie rare raggruppano un numero elevato di patologie molto diverse tra loro, accumunate, dalla bassissima frequenza statistica nella popolazione (penetranza). Ne consegue una scarsissima numerosità di pazienti per ogni singola patologia e una loro distribuzione in diverse aree geografiche, fattori che comportano oggettive difficoltà nel reclutamento dei pazienti in studi sperimentali e nel coordinamento e organizzazione della ricerca con conseguente ridotta possibilità di effettuare studi clinici e ricerche di carattere genetico. In tale quadro, al fine di fare fronte alle drammatiche necessità di assistenza socio-sanitaria, cura e riabilitazione dei malati rari, sono sorte, in gran parte per merito degli stessi familiari, le associazioni di malati rari. Attualmente tali associazioni svolgono un’attività significativa nella proposizione, organizzazione, partecipazione diretta e pubblicazione dei risultati di ricerche scientifiche. Tale ruolo, rende le associazioni dei pazienti protagoniste anche nel sostegno all’organizzazione e realizzazione di studi clinici e sperimentazioni di farmaci in modo del tutto autonomo e indipendente da controlli da parte delle autorità sanitarie e dei comitati etici. Tale fenomeno noto come “Research Led by Participants” è stato reso possibile dalle enormi potenzialità di contatto e organizzazione offerte dalla rete che ha consentito la creazione di comunità virtuali di pazienti, di siti e blog dedicati all’informazione e comunicazione, e più recentemente, alla raccolta di dati, alla pubblicazione di risultati di ricerche condotte dai malati, nonché al reclutamento degli stessi per la conduzione di tali studi, secondo il modello proposto, ad esempio, dal sito PatientsLikeMe. Non possono tuttavia essere trascurati gli importanti aspetti etici implicati dalla ricerca condotta dai partecipanti. Tali aspetti concernono, come evidente, sia la validità scientifica di tali studi che la protezione dei soggeti che aderiscono alla sperimentazione. Si tratta di una forma di sperimentazione del tutto nuova che richiede la capacità di proporre una modalità di gestione condivisa tra cittadini/pazienti, “terzo settore”, ricercatori, istituzioni e comitati etici in grado di valorizzarne i potenziali benefici conoscitivi creando regole etiche “misurate” su tali circostanze. Nell’articolo sarà proposto un modello teorico di governance del fenomeno e saranno indicati possibili criteri etici operativi. ---------- Rare diseases gather up a large number of different pathologies, all very different among them but similar for the low statistical attendance of population (penetrance). Therefore there is a very low number of patients sick of the same pathology and their presence in different geographical areas makes objectively difficult to recruit patients in order to study their disease and coordinate and organize the research of the pathology. As a consequence there is a very reduced possibility to carry on clinical studies and genetic researches. In this framework, in order to face the dramatic necessity of sociological and sanitary assistance, treatment and rehabilitation of the rare patients, families members generally organize Rare Diseases Patient Organizations. At the moment these organizations develop an important activity with regard to organization, proposals, direct participation and publication of the scientific research results. These organizations also play an important part in supporting the organization and the realization of clinical trials. They play in total autonomy and are independent from every ethical and scientific oversight by the sanitary authorities and ethical committees. This extraordinary event known as “Research Led by Participants”, has been realized thanks to the large contacts possibilities and organization offered by the web which made possible the creation of virtual communities of patients, of blog and web site for information and communication and, more recently, for collecting statistical data, publication of the patients research results and the recruitment of patients in order to manage the studies following the rules and models proposed, for example, by the web site “PatientsLikeMe”. We must however put in evidence the important ethical issues involved in the research led by the participants. These aspects concern, obviously, either the scientific validity of these studies or the protection of the subjects who accept to be submitted to the experimentation. It is a completely new way of experimentation that requires the capacity to propose and follow a governance that must be accepted and shared by citizens/patients, “third sector”, research workers, institutions and ethical committees able to exploit the potential advantageous knowledge and create ethical rules inspired to those new situations. In this article it will be proposed a theoretical model of governance of this phenomenon and also it will be outlined ethical rules for operative plans.
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Sgreccia, Elio. "Quando la fede si confronta con la legge nell’ambito delle biotecnologie umane." Medicina e Morale 51, no. 3 (June 30, 2002): 407–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.691.

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Abstract:
L’articolo analizza il rapporto tra istanze religiose e la legge civile, tenendo presente i possibili interventi della legge nel campo della genetica e della procreazione. Dopo aver argomentato che il dialogo tra fedi religiose e regimi democratici stia diventando sempre più urgente per evitare sia i fondamentalismi religiosi sia presunte neutralità morali delle democrazie liberali, l’autore afferma che il fatto religioso cristiano-cattolico ponga tre esigenze fondamentali per un corretto rapporto tra fede e legge: l’esigenza antropologica, cioè di una concezione dell’uomo esigitiva del rispetto della dignità di ogni persona umana; l’esigenza epistemologica, per cui la fede non deve opporsi alla ricerca scientifica e razionale, ma deve indicare il senso della ricerca stessa, nel quadro dei fini dell’uomo; il principio dell’accettazione del sistema democratico nel quale deve essere garantito per ogni uomo il diritto alla libertà-responsabilità in un clima di dialogo e persuasione. Infine, l’articolo si sofferma sugli orientamenti di carattere normativogiuridico sulla genetica e sulla procreazione artificiale che una visione centrata sulla dignità della persona umana richiede: 1. la protezione di individuo umano, cioè la tutela del diritto alla vita di ogni essere umano innocente; 2. il Principio di non discriminazione; 3. il divieto di ogni intervento genetico non terapeutico alterativo; 4. il divieto di brevettazione del genoma umano; 5. la promozione della ricerca in tema di terapia genetica; 6. la protezione degli individui che operano e sperimentano nei laboratori di biotecnologie sul DNA.
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Gagliardi, R., L. Benvenuti, A. Amadori, and L. Rossi. "TEA con tecnica microchirurgica sotto protezione barbiturica e monitoraggio intraoperatorio di EEG e PESS." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 75–83. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s209.

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Abstract:
Vari trials clinici recentemente conclusi hanno dimostrato l'efficacia della endoarterectomia carotidea nella prevenzione dello stroke, in pazienti sintomatici e non, con stenosi carotidea superiore al 70%. Il suddetto beneficio si realizza soltanto se l'incidenza percentuale di mortalità e morbilità viene mantenuta ragionevolmente bassa. Il ruolo del chirurgo è pertanto fondamentale e si estrinseca essenzialmente in due momenti: la selezione dei pazienti da sottoporre al trattamento chirurgico e l'accuratezza della tecnica chirurgica. In questo lavoro gli Autori riportano la loro esperienza relativa a 64 TEA (tromboendoarterectomie), eseguite in 59 pazienti negli anni compresi fra il 1991 ed il 1994, in cui era stato seguito un rigido protocollo per la selezione dei pazienti che erano poi stati sottoposti ad intervento con tecnica microchirurgica, protezione barbiturica e monitoraggio intraoperatorio di EEG e PESS. L'assenza di mortalità e morbilità operatorie come pure la mortalità a distanza, limitata ad un solo paziente deceduto per stroke vertebrobasilare alcuni mesi dopo l'intervento, incoraggiano gli autori a proseguire nel cammino intrapreso; i risultati ottenuti rappresentano una ulteriore conferma del fatto che una accurata selezione preoperatoria unita ad un rigido protocollo comportamentale perioperatorio sono fondamentali per garantire il successo di una procedura il cui scopo è profilattico più che terapeutico.
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La Barbera, Daniele. "Dis-social network: gli schermi digitali e gli adolescenti che odiano." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 81–91. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002008.

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Abstract:
Le tecnologie della comunicazione hanno assunto oggi un ruolo centrale in molte attività umane e rappresentano il principale fattore di cambiamento sociale, culturale, degli stili di vita, ma anche del funzionamento della nostra mente. Questi aspetti acquisiscono grande rilievo nel comprendere gli effetti di tali dispositivi sulle traiettorie di sviluppo e sul comportamento infantile, specialmente in relazione ai loro possibili usi disfunzionali e patologici e alle ricadute negative su alcune condotte inappropriate direttamente legate all'utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dei Social media. Vengono quindi approfondite quali caratteristiche di questi mezzi possono favorire modalità relazionali aggressive e abnormi nell'infanzia e nell'adolescenza, come quelle messe in atto dai cyberbulli e dagli haters, in particolare si sottolinea come la "distanza relazionale2 che caratterizza i contatti negli spazi virtuali, oltre che dare un senso di protezione, possa contribuire, privando l'incontro di elementi essenziali come quelli legati alla discriminazione del non-verbale e all'interazione degli sguardi, a un calo determinante delle componenti empatiche della comunicazione e al rinforzo degli aspetti egoreferenziali e narcisistici. Viene infine sottolineata l'esigenza di una precisa e accorta valutazione degli aspetti educativi connessi all'uso dei dispositivi digitali nell'infanzia e nell'adolescenza, che dovrebbero essere considerati con molta attenzione da famiglie, scuole, agenzie educative e istituzioni.
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Sartea, Claudio. "Bioetica giudiziaria in Italia: note critiche su una sentenza recente in tema di protezione della vita prenatale." Ius Humani. Law Journal 4 (March 6, 2014): 49–76. http://dx.doi.org/10.31207/ih.v4i0.49.

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Abstract:
Prendendo spunto da una sentenza della Corte di Cassazione italiana dell’autunno del 2012, di cui presenta sinteticamente gli essenziali riferimenti di fatto e di diritto, l’articolo propone alcune riflessioni sul tema, sempre molto discusso, della soggettività giuridica del concepito. Esse spingono il ragionamento verso il discorso più ampio e generale che riguarda la fondazione dei diritti soggettivi, oscillante tra prospettive libertarie (volontaristiche e soggettivistiche) e prospettive dignitarie (obiettivistiche e condizionate dal principio di precauzione). Ne dipende anche la concezione del ruolo del biodiritto nelle società tecnologicamente avanzate. Dopo l’iniziale esposizione del caso e dei principali punti di diritto della decisione (primo capitolo), l’articolo approfondisce sul piano giuridico e giusfilosofico la questione cruciale della soggettività giuridica del non nato, in particolare giustificando l’equazione che identifica essere umano e persona (secondo capitolo). Successivamente, il terzo capitolo offre una riflessione sull’alternativa tra dignità e libertà per la fondazione dei diritti soggettivi, prendendo posizione a favore di una prospettiva dignitaria, più adatta a garantire le giuste esigenze di protezione dei soggetti deboli e quindi a salvaguardare davvero l’uguaglianza. L’ultimo capitolo prima delle conclusioni collega la discussione bioetica e giusfilosofica ai profili biogiuridici e sociali del compito del giurista nelle società contemporanee.
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Missaglia, Marco. "REDISTRIBUTION, GROWTH, STRUCTURAL CHANGE AND DOLLARIZATION: UNDERSTANDING ECUADORIAN PERSPECTIVES." Il Politico 84, no. 1 (June 25, 2019): 5–24. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.48.

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Abstract:
La sezione 1 è dedicata all’analisi delle tendenze fondamentali dell’economia ecuadoriana negli ultimi tre decenni. Nonostante non ci siano segni di cambiamento strutturale, le condizioni delle persone sono migliorate significativamente, soprattutto negli ultimi dieci anni. Ciò è stato possibile, come è spiegato nella sezione 2, per il crescente ruolo dello Stato come principale motore della crescita e della redistribuzione. Questo “miracolo”, tuttavia, non può sostenersi nel tempo e la profonda crisi degli ultimi due anni lo dimostra. La sezione 3 intende dimostrare che i sintomi della “malattia olandese” sono chiaramente presenti nell’economia ecuadoriana e bloccano il suo sviluppo nel contesto di un modello produttivo invariato. Rimuovere quegli ostacoli è difficile e la dollarizzazione sta diventando un ostacolo-chiave. La sezione 4 si conclude quindi con un’analisi della dollarizzazione, il regime monetario introdotto all’inizio del 2000, che certamente ha contribuito a salvare l’economia e il suo sistema finanziario dalla grande crisi del 1998-1999. Se la dollarizzazione era un buon rimedio per quel tipo di malattia, cioè il disastro finanziario, le cose sono ora diverse ed essa si sta trasformando in un fattore negativo: infatti sta impedendo alle autorità ecuadoriane non solo di attuare politiche monetarie, ma anche politiche di cambiamento fiscale e strutturale. La protezione dei risparmi già accumulati non può infatti essere perseguita rallentando o addirittura bloccando la formazione di nuovo risparmio.
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Giacomelli, Elena. "Ruoli, mansioni e competenze professionali all'interno del mondo dell'accoglienza: professionalità a confronto." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 113–31. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002009.

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Abstract:
La ricerca persegue l'obiettivo di formulare e rispondere ad alcune domande relative al ruolo e alle competenze professionali dell'operatore che lavora con richiedenti e titolari di protezione internazionale. L'interrogativo di fondo nasce sul campo grazie all'esperienza della ricercatrice come operatrice di accoglienza presso la Provincia Autonoma di Trento, che costituisce il caso empirico approfondito. L'osservazione partecipante ha fatto emergere la rilevanza che le scelte, i ruoli e i valori degli operatori assumono nell'influenzare il significato dell'accoglienza praticata e talora persino i percorsi d'integrazione dei soggetti beneficiari. Oltre all'osservazione, la ricerca si è avvalsa di interviste in profondità a 55 operatori. Focalizzandosi sulle figure professionali che più lavorano con il concetto di "vulnerabilità" - operatori di accoglienza, assistenti sociali e psicologi - l'analisi va ad individuare i punti di intersezione e contatto tra le varie professionalità, permettendo di rilevare le micro-tattiche che sono messe in atto nella quotidianità del lavoro, rispetto alla formalità delle procedure. Si vedrà come l'operatore di accoglienza si sia di fatto professionalizzato all'interno del sistema, luogo dove ha sviluppato le proprie competenze e costruito le proprie "grammatiche d'azione". Su un versante parallelo e a tratti convergente, assistenti sociali e psicologi sono invece professionalità che si sono formate "fuori" dal sistema-mondo dell'accoglienza ma, una volta arrivate "dentro", si sono trovate ad assumere ruoli e competenze professionali in parte nuovi, che possono talora far emergere contraddizioni e contrasti, ma anche innovative forme di integrazione con quelle degli operatori di accoglienza.
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Luzi, Eleonora, F. Esposito, F. Damato, M. Cestari, S. Ricci, and L. Petrone. "Il minore vittima di abusi sessuali e le garanzie del giusto processo penale." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (April 28, 2018): 129. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2018.n1.v1.1174.

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Abstract:
Nei procedimenti penali aventi ad oggetto l’accertamento della condotta di abuso sessuale a danno di minore, fra le fasi più delicate, vi è quella inerente l’acquisizione delle dichiarazioni della giovane vittima specie se in tenera età.E’ pacifico che l’assunzione della testimonianza di un minore, perché tale, deve avvenire con criteri e modalità che abbiano quale obiettivo principale, quello della tutela del minore stesso. Il sistema penale italiano a tutt’oggi rileva l’assenza di un organico sistema di protezione del minore vittima di abusi; manca una specifica disciplina da parte del legislatore, della testimonianza del soggetto minore di età.Secondo quanto disposto dall’art. 196, comma 1 e 2 c.p.p.“Ogni persona ha la capacità di testimoniare” tuttavia “qualora, al fine di valutare le dichiarazioni del testimone, sia necessario verificarne l’idoneità física o mentale a rendere testimonianza, il giudice anche di ufficio può ordinare gli accertamenti opportuni con i mezzi consentiti dalla legge”.Più efficacemente la Carta di Noto all’art. 10 raccomanda per i minori di anni dodici e salvo casi eccezionali “che sia sempre disposta perizia al fine di verificarne la idoneità a testimoniare sui fatti oggetto d’indagine”, salvo al giudice valutare l’attendibilità della testimonianza resa.E’ possibile allora per il decidente, accertare la veridicità della condotta abusante dal racconto del minore, prescindendo dall’ausilio del parere tecnico di un perito, ovvero senza aver prima disposto una perizia psicologica sul bambino?L’orientamento giurisprudenziale prevalente negli ultimi anni, conferma il prevalere del principio cosiddetto della valutazione onnicomprensiva, per cui “in tema di reati sessuali su minori in tenera età, è illegittimo, per violazione del principio della formazione della prova in contraddittorio, il rifiu to dei giudice di disporre una perizia psicologica, al fine di accertare l’aderenza alla realtà o meno della narrazione dei fatti, in dipendenza di eventuali elaborazioni fantasiose proprie dell’età o della struttura personologica del minore”1.
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Pinciara, Barbara. "Risvolti etici in psichiatria." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 1 (January 2011): 33–42. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001004.

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Abstract:
Da sempre la Medicina sente il bisogno di darsi delle regole e dei codici di comportamento a protezione del paziente. Ciň richiede ad ogni operatore di mettersi in gioco con autenticitŕ, apertura e costanza nel tempo: compito non facile, come testimonia il fatto che spesso la comunicazione con il paziente affetto da malattia psichica č carente o assente. Le maggiori difficoltŕ in questo senso si manifestano nelle "zone grigie" del rapporto medico-paziente: ad esempio nelle situazioni di criminalitŕ connesse alla patologia psichiatrica, nelle quali la tutela del paziente č spesso in contrasto con la necessitŕ di attuare misure protettive a livello sociale. Il medico che lavora con pazienti psichiatrici si trova spesso a dover prendere decisioni che condizionano la sua libertŕ: pensiamo ad esempio ai casi a rischio di suicidio, alla prescrizione di farmaci in grado di influenzare la qualitŕ di vita in senso medico e sociale (come gli antipsicotici), all'allontanamento da famiglie maltrattanti. Anche eventi quali l'innamoramento e la sessualitŕ tra medico e paziente pongono in primo piano la questione del rapporto personale che si instaura all'interno di questa diade tanto complessa. Per far fronte a queste difficoltŕ č necessario promuovere la comunicazione e l'alleanza terapeutica, fondate sul rispetto e sulla fiducia tra i terapeuti e con il paziente. Questo richiede all'operatore sanitario non solo di agire in modo etico, ma di "essere etico" come persona.
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Schuster, Liza. "Dublino II ed Eurodac: esame delle conseguenze (in)attese." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 37–56. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003003.

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Abstract:
Anche se il numero di richiedenti asilo in Europa sta calando, le politiche di asilo della maggior parte degli Stati membri dell'Unione continuano ad essere condizionate dalla paura di un ipotetico aumento. Di conseguenza, gli Stati membri si rifiutano di affrontare la questione del numero crescente di persone intrappolate tra Eurodac e Dublino II. Tra questi, le migliaia di persone che transitano attraverso la Grecia e la Spagna, dove in teoria dovrebbero presentare domanda di asilo, ma dove in realtŕ hanno scarse possibilitŕ di presentare la richiesta, quasi nessuna chance che la stessa venga esaminata in modo adeguato e ancor meno che lo status di rifugiato venga loro concesso. Questo articolo affronta due questioni. Si argomenterŕ che la preoccupazione degli Stati membri consiste di fatto nel ridurre al minimo il numero delle persone in grado di richiedere asilo, piuttosto che nell'assicurare l'accesso a questo status a tutti coloro che potrebbero averne i requisiti; in altre parole, la retorica dell'abuso č uno stratagemma per evitare la responsabilitŕ di garantire protezione alle persone che ne hanno bisogno. In secondo luogo, si sosterrŕ che l'assunzione sottesa a questi diversi provvedimenti, ovvero che non si ha il diritto di scegliere dove presentare la domanda, dŕ evidenza del fallimento nel riconoscere i richiedenti asilo come esseri umani autonomi (o esseri umani tout court) e del motivo per cui queste politiche non funzionano nemmeno dal punti di vista degli Stati.
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Di Pietro, Maria Luisa, and Maria Beatrice Fisso. "Donna e lavoro: considerazioni etico-giuridiche sulla prevenzione del rischio riproduttivo." Medicina e Morale 44, no. 3 (June 30, 1995): 447–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.980.

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Abstract:
E' oramai noto che le attività lavorative possono influenzare, in modo diretto o indiretto, la salute: da questa consapevolezza ha avuto origine, nel tempo, una sempre maggiore attenzione nei confronti degli effetti nocivi di sostanze "sospette" in ambiente di lavoro. In questo articolo viene affrontato un aspetto particolare del rischio lavorativo, cioè il rischio a seguito dell'esposizione della donna a sostanze chimiche o ad agenti fisici o biologici che possono alterare la sua capacità riproduttiva o essere causa di gravi danni alla prole che è stata o verrà concepita. Dopo aver fatto distinzione tra rischio riproduttivo (la possibilità che una sostanza possa interferire con o impedire il concepimento) e rischio di sviluppo (la possibilità di produrre nel nascituro o successivamente nel nato fino alla pubertà anomalie strutturali, deficit funzionali o la morte), e aver analizzato il meccanismo di azione delle sostanze chimiche e degli agenti fisici e biologici più di frequente presenti in ambiente di lavoro, e precisato il momento di interferenza (la oogenesi, la gravidanza, l'allattamento), le Autrici individuano ed esaminano criticamente le possibili modalità di prevenzione del rischio riproduttivo e di sviluppo. Dall'individuazione delle situazioni a rischio alla messa a punto delle misure di controllo necessarie per ridurre o eliminare l'esposizione dei lavoratori, all'informazione dello stesso sull'esistenza e sull'entità del rischio: un'analisi che, in un'ottica personalistica, vorrebbe indicare - anche alla luce delle normative vigenti - nuove strade perché si possa attuare una reale tutela della lavoratrice e una vera politica di protezione fetale.
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Franzina, Pietro. "La disciplina internazionalprivatistica italiana della protezione degli adulti alla luce di una recente pronuncia = A recent decision involving the Italian rules of private international law on the protection of adults." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 12, no. 1 (March 5, 2020): 219. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2020.5186.

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Abstract:
Riassunto: Una recente pronuncia del Tribunale di Belluno offre l’occasione per discutere le difficoltà che circondano l’applicazione delle norme italiane di diritto internazionale privato relative alla protezione delle persone maggiorenni che, a causa di un un’infermità o di menomazioni psichiche o fisiche, non sono in grado di provvedere ai propri interessi. Investito di un’istanza per la nomina di un amministratore di sostegno, il Tribunale ha affermato la sussistenza della giurisdizione italiana in ragione del fatto che la beneficiaria della misura di protezione –una cittadina macedone– aveva la propria residenza in Italia; circostanza rilevante, si legge nel provvedimento, tanto ai sensi dell’art. 3 quanto ai sensi dell’art. 9 della legge italiana di diritto internazionale privato (legge n. 218/1995), le norme generali riguardanti, rispettivamente, la giurisdizione contenziosa e quella volontaria. Quanto alla legge applicabile, il Tribunale ha innanzitutto rilevato che l’art. 43 della legge italiana di diritto internazio-nale privato richiama la legge nazionale della persona di cui trattasi, cioè, nella specie, la legge macedone. Si è dunque preoccupato di accertare se le norme macedoni sui conflitti di leggi richiamassero una legge diversa, ed è giunto alla conclusione che queste rinviassero nel caso di specie alla legge italiana. Anche il diritto internazionale privato macedone assoggetta in via ordinaria la protezione degli adulti alla legge del paese di cittadinanza dell’interessato, ma esiste nel sistema macedone una clausola di eccezione di carattere generale che, in un caso come quello considerato, interamente collegato con l’Italia (a parte la cittadinanza della beneficiaria) corregge il richiamo predetto e riconduce la fattispecie sotto il diritto italiano. Da qui, in forza dell’art. 13 della legge italiana di diritto internazionale privato, in tema di rinvio, l’applicabilità del diritto italiano. L’articolata argomentazione che sorregge la pronuncia, in sé convincente, mette in luce le ragioni per le quali l’assetto normativo attuale appare inadeguato a soddisfare gli interessi che oggi dominano la materia, quali risultano in particolare dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 sui diritti delle persone con disabilità. La ratifica italiana della Convenzione dell’Aja del 2000 sulla protezione internazionale degli adulti comporterebbe, si sostiene nell’articolo, vantaggi significativi. Parole chiave: disabilità; capacità; supporto nella assunzione di decisioni; competenza giurisdizionale; procedimenti contenziosi e volontari; legge applicabile; rinvio; clausola di eccezione. Abstract: A recent decision by the Tribunal of Belluno provides the opportunity to discuss the difficulties that surround the application of the Italian rules of private international law concerning the protection of adults who, by reason of an impairment or insufficiency of their personal faculties, are not in a position to protect their interests. Seised of a request for the appointment of an “amministratore di sostegno” (a person charged with assisting the adult concerned in the taking of particular decisions), the Tribunal found it had jurisdiction on the ground that the person for whom the protection was sought – a national of Macedonia – resided in Italy. As noted by the Tribunal, this provided a sufficient basis for jurisdiction under both Article 3 and Article 9 of the Italian Statute on Private International (Law No 218 of 1995), concerning jurisdiction over contentious and non-contentious proceedings, respectively. As regards the applicable law, the Tribunal observed at the outset that, pursuant to Article 43 of the Italian Statute, the protection of adults is governed by the law of the State of nationality of the adult concerned, that is, in the circumstances, the law of Macedonia. The Tribunal went on to assess whether the conflictof-laws rules in force in Macedonia refer, in turn, to the law of the different country, and found that they refer the matter back to Italian law. Like the Italian Statute, the Macedonian Statute of Private International Law provides that the protection of adults be governed by the law of nationality of the adult in question. However, the Macedo-nian Statute includes a general exception clause pursuant to which, in the Tribunal’s view, the case must rather be considered to be governed by Italian law, given that the case is con-nected with Italy in all respects, apart from the nationality of the person concerned. Hence, according to Article 13 of the Italian Statute, on renvoi, the application of Italian law. The Tribunal’s complex reasoning, while persuasive in itself, illustrates the reasons why the cur-rent legal landscape hardly suits the interests underlying this area of law, in particular as they result from the United Nations Convention on the rights of persons with disabilities of 2006. The paper argues that the picture would significantly improve if Italy ratified the Hague Convention of 2000 on the international protection of adults. Keywords: disability; capacity; assisted decision-making; jurisdiction; contentious and non-contentious proceedings; applicable law; renvoi; exception clause.
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Rimedio, Antonio. "I soggetti vulnerabili nella ricerca clinica europea: dalla Convenzione di Oviedo al Regolamento (UE) N. 536/2014 / Vulnerable subjects in European clinical research: from the Oviedo Convention to Regulation (EU) No 536/2014." Medicina e Morale 66, no. 6 (January 25, 2018): 793–809. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.521.

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Abstract:
Il confronto tra la Convenzione di Oviedo e il Regolamento (UE) N. 536/2014 ha consentito di strutturare lo “standard etico-giuridico” europeo relativo alle misure di protezione dei soggetti vulnerabili coinvolti nelle sperimentazioni cliniche. Tale standard è stato analizzato seguendo il filo conduttore dei tre principi fondamentali della ricerca, enunciati dal Belmont Report: rispetto per la persona, beneficialità e giustizia. Le discrepanze riscontrate al suo interno hanno fatto emergere le criticità di talune categorie di base, ad esempio la distinzione tra beneficio diretto o beneficio sul gruppo e la nozione del rischio minimo. A 20 anni di distanza dalla Convenzione di Oviedo, documento di riferimento della bioetica europea ed internazionale, viene argomentata la necessità di ripensare criticamente quella dimensione “difensiva” della vulnerabilità, che prevale nella normativa europea e occidentale. ---------- The comparison between the Oviedo Convention and the Regulation (EU) No. 536/2014 has allowed to discover and structure the European “ethical-legal standard” on the protection measures for vulnerable subjects involved in clinical trials. This standard was analyzed following the three fundamental principles of research, as outlined by the Belmont Report: respect for persons, beneficence and justice. The discrepancies found inside have highlighted the criticalities of some basic categories, such as the distinction between direct benefit or benefit on the group and the notion of minimal risk. Twenty years after the Oviedo Convention, a reference document for European and international bioethics, there is a need to rethink critically the “defensive” dimension of vulnerability, that prevails in European and Western legislation.
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Lombardi, Marco. "Il punto su epatite B e C in dialisi: riflessioni sulla contumacia dei pazienti." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 4 (June 30, 2014): 321–25. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.931.

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Abstract:
Il presente contributo cerca di analizzare criticamente il ruolo della contumacia in relazione al rischio della trasmissione delle infezioni ematogene in emodialisi ospedaliera. Per fare ciò, l'Autore si avvale del confronto di due articoli apparsi sul GIN, organo ufficiale della SIN. Il primo si fonda sui dati e sulle raccomandazioni emanate dalla maggiore agenzia per la prevenzione delle infezioni (CDC), che, in aggiunta alle note precauzioni Universali e Speciali, raccomanda alcune procedure Supplementari, tra cui l'isolamento dei pazienti HBsAg positivi. Il secondo articolo si fonda sul fatto che la migliore misura preventiva e sufficiente per assicurare le minori diffusione e trasmissione delle infezioni sia nosocomiali che occupazionali risiede nell'adozione costante e continua di tutte le precauzioni Universali e Speciali, sottolineando, al contempo, l'importanza del monitoraggio continuo e costante delle misure adottate e dei risultati ottenuti. Altre possibili obiezioni alla misura dell'isolamento sono la non assoluta protezione fornita dagli anticorpi antiHBs, l'esistenza di ceppi mutanti di HBV in grado di infettare anche pazienti con titolo protettivo di anticorpi antiHBs e la possibilità di infezioni occulte. In un'epoca in cui l'allocazione delle risorse economiche ha un'importanza crescente, stride che i centri dialisi debbano avere aree separate a disposizione dei pazienti HBV infettanti, quando esistono misure che, senza questo aggravio organizzativo, sono in grado di fare meglio o altrettanto. Oggi non è più sostenibile che il razionale della contumaciazione dei pazienti HBV positivi possa trovare la sua maggiore ragione nell'elevata sopravvivenza virale nell'ambiente e nell'elevata carica ematica, quando sappiamo che, grazie all'applicazione delle precauzioni, nessun virus ematogeno potrà/dovrà trovarsi o restare impunito su superfici, suppellettili, strumentazioni, mani e così via.
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