Academic literature on the topic 'Fattori protezione'

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Journal articles on the topic "Fattori protezione"

1

Russo, Federica, Anna Torre, Diana La Rocca, Valeria Semeraro, Rosaria Monfregola, and Lorenza Isola. "Fattori di rischio e fattori di protezione nella genitorialità adottiva." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 43 (January 2019): 74–96. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2018-043005.

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Caso, Letizia, Francesca Vitale, and Michela Boni. "La violenza assistita intrafamiliare. Uno studio qualitativo sui fattori di rischio e di protezione nei minori vittime." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2011): 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001005.

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Abstract:
La ricerca si pone come finalitŕ l'approfondimento della conoscenza sul fenomeno della violenza assistita intrafamiliare, attraverso lo studio dei fattori di rischio e di protezione dei minori testimoni. La metodologia riguarda l'analisi qualitativa del contenuto delle interviste somministrate ad un gruppo di 24 madri vittime di violenza domestica, che risiedono in una struttura protetta. I principali risultati emersi si riferiscono all'associazione percepita, in termini di fattori di rischio, tra l'esordio delle violenze in famiglia ed eventi quali la gravidanza o la nascita di un figlio, il rapporto tra la vittimizzazione diretta e l'esposizione alla violenza e l'incidenza della diversa appartenenza culturale dei partner sull'insorgenza della violenza. Tra i principali fattori di protezione vi sono l'autonomia professionale ed economica delle madri e il supporto della rete sociale.
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3

Anna Manolio, Vittoria, and Alida Montaldi. "Verso la genitorialità adottiva in tempo di pandemia: l'ascolto delle coppie presso il Tribunale per i minorenni di Roma." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 120–30. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004012.

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Abstract:
Attraverso l'analisi dell'attività dell'ascolto coppie aspiranti all'adozione si propone una riflessione su alcuni fattori di protezione e indicatori di rischio nel progetto adottivo, specificatamente connessi allo stato di emergenza per la pandemia da Covid-19, osservati presso il Tribunale per i minorenni di Roma durante l'emergenza sanitaria.
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4

Cavanna, Donatella, and Laura Migliorini. "Fattori di protezione e indicatori di rischio nel percorso adottivo." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (November 2014): 95–104. http://dx.doi.org/10.3280/mg2014-004011.

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5

Tenuta, Flaviana, Maria Giuseppina Bartolo, Daniela Diano, and Angela Costabile. "Maltrattamento e abuso: una rassegna su definizioni, tipologie e interventi per la tutela dei soggetti a rischio." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2020): 85–106. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-002005.

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Abstract:
L'obiettivo di questa rassegna è stato identificare i fattori di rischio e di protezione associati al fenomeno del maltrattamento infantile, argomento di grande interesse per gli psicologi dello sviluppo. In linea con un approccio conoscitivo e preventivo, è stata interrogata la banca dati di Scopus e particolare attenzione è stata prestata agli articoli nazionali e internazionali pubblicati negli ultimi 10 anni. I risultati offrono indicazioni sulle diverse definizioni e le nuove tipologie di maltrattamento; l'entità delle conseguenze psicologiche a medio e lungo termine sulle vittime nonché i fattori protettivi e gli interventi che possono essere attuati per tutelare i soggetti a rischio di maltrattamento e abuso.
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Santoro, Elena. "L'adattamento resiliente nei bambini vittime di abuso e maltrattamento: un'analisi dei fattori protettivi e dei meccanismi di mediazione." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2011): 33–52. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003003.

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Abstract:
L'articolo offre una rassegna degli studi piů attuali centrati sulla resilienza in bambini vittime di abuso e maltrattamento. Le evidenze empiriche riportano una percentuale piuttosto bassa (0-22%) di adattamento resiliente: alcuni bambini maltrattati manifestano risorse di resilienza, ma la maggior parte di loro incontra difficoltŕ nell'adattamento in diversi ambiti del funzionamento psicosociale e nel corso del tempo. La resilienza intesa come processo dinamico dipende da fattori biologici e psicologici, che interagiscono con fattori familiari e contestuali in grado di potenziare o indebolire le risorse dell'individuo, facilitando e promuovendo un percorso di adattamento positivo per alcuni o, di contro, diventando elementi di crisi e di disadattamento per altri. Ampio spazio viene dato alla letteratura sui fattori di protezione che, a livello individuale, familiare e sociale sono in grado di promuovere ed attivare i meccanismi di recupero e l'adattamento resiliente nei bambini vittime di abuso e maltrattamento.
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7

Terrone, Grazia, Alessandro Musetti, Simona Di Folco, and Rocco Filipponeri Pergola. "Depressione materna e paterna: fattori di rischio e di protezione nella genitorialità." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2017): 105–32. http://dx.doi.org/10.3280/mal2017-001007.

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Scinto, Antonella, Maria Grazia Marinangeli, Artemis Kalyvoka, Enrico Daneluzzo, and Alessandro Rossi. "The use of the Italian version of the Parental Bonding Instrument (PBI) in a clinical sample and in a student group: an exploratory and confirmatory factor analysis study." Epidemiology and Psychiatric Sciences 8, no. 4 (December 1999): 276–83. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008198.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Il presente studio ha lo scopo di verificare la validità di costrutto della versione italiana del questionario Parental Bonding Instrument (PBI) che misura lo stile genitoriale come ricordato dal figlio. Materiali e metodi - Il questionario è stato somministrato ad un gruppo di 102 studenti dell'Università degli Studi de L'Aquila (62 maschi e 40 femmine) ed a 128 pazienti (76 maschi e 52 femmine) consecutivamente ricoverati in un reparto di psichiatria per un episodio indice. Nel gruppo dei pazienti ed in quello degli studenti sono state confrontate le medie dei valori delle due dimensioni («cura» e «protezione») per ciascun genitore in ogni gruppo, con un t-test per campioni indipendenti. Dopo la verifica della consistenza interna degli item del questionario calcolando il valore dell'alfa di Cronbach, è stata effettuata un'analisi fattoriale esplorativa per studenti e pazienti separatamente per individuare i fattori latenti del questionario e un'analisi fattoriale confermatoria nel gruppo di studenti per valutare l'adeguatezza dei dati reali rispetto ai modelli proposti in letteratura. Risultati - La versione italiana del PBI, ha dimostrato di differenziare i 2 gruppi e di possedere una buona consistenza interna degli item. L'analisi fattoriale esplorativa condotta nel gruppo degli studenti identificava due fattori che spiegavano il 44.6% ed il 44.3% della varianza per le scale del PBI della madre e del padre rispettivamente, mentre nel gruppo dei pazienti identificava due fattori che spiegavano il 49.3% ed il 46.6% della varianza per le scale del PBI rispettivamente della madre e del padre. Conclusioni - I pazienti affetti da patologie psichiatriche evidenziano una bassa «cura»/alta «protezione» rispetto agli studenti, confermando l'associazione tra un pattern affettivo di affectionless control e la presenza di un disturbo psichiatrico.
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Di Paola, Ludovica, Annalaura Nocentini, Patricia Monica Bettini, and Roberto Leonetti. "Nurse Home Visitation Program per la riduzione del rischio di maltrattamento infantile: una prima valutazione dell'intervento dell'Unità Funzionale Complessa Salute Mentale Infanzia e Adolescenza e Centri Consulenza Giovani dell'Azienda Usl Toscana Centro-Firenze." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (January 2021): 89–112. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-003008.

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Abstract:
Interventi di home visiting nei contesti familiari a rischio di maltrattamento sui minori sono fondamentali per ridurre i fattori di rischio e promuovere quelli di protezione. Lo studio propone una prima valutazione del programma di intervento fiorentino "Home Visiting: Percorsi di Sostegno alla Genitorialità" condotto dagli operatori dell'Azienda Usl Toscana Centro di Firenze. Hanno partecipato allo studio 20 madri. È stata condotta un'analisi retrospettiva delle cartelle cliniche e delle schede del progetto. I risultati mostrano che il 70 % delle madri non è stato segnalato per rischio di maltrattamento sui minori in seguito all'intervento e che la presa in carico tardiva costituisce un indice di rischio che aumenta la probabilità di segnalazioni per il rischio di maltrattamento. Lo studio indica la necessità che futuri interventi di home visiting tengano di conto del momento di presa in carico come fattore capace di garantire la riuscita dell'intervento e la sua efficacia.
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10

Cartocci, Roberto. "LOCALISMO E PROTESTA POLITICA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 3 (December 1991): 551–81. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017895.

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Abstract:
IntroduzioneIn due saggi recenti Sartori ha ricostruito le dinamiche all'origine del ruolo cruciale, e tendenzialmente crescente, svolto dal localismo nella politica americana (Sartori 1986; 1989). Fattori politici come la debolezza dei partiti, istituzionali (sistema elettorale uninominale eroll callal Congresso), socioculturali (pervasività dei media e ossessione dei sondaggi) favoriscono la già potente tendenza alla protezione e salvaguardia degli interessi locali, cioè alla “villaggizzazione della politica” (1986, 12), che confligge con le piò generali tendenze verso la globalizzazione dell'economia e della politica.
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Dissertations / Theses on the topic "Fattori protezione"

1

SUTTORA, CHIARA. "Indici predittivi precoci e fattori di rischio e di protezione nello sviluppo comunicativo-linguistico di bambini nati pretermine." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19198.

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Abstract:
The present research aimed at investigating the communicative and linguistic development of preterm children during their first two years of life. Our main purpose was to assess gestural, vocal and verbal aspects of communicative development from a transactional model of development, taking into account the mutually constitutive dynamic interplay between the perinatal vulnerability of preterm children and their developmental context. The mother-child dyads who participated to the four studies reported in the present work were selected from a larger longitudinal research project concerning the individuation of early indicators of risk for language delays among atypical populations. The first study examined the development of gestural communication in the second year of life of children, a theme that is widely overlooked in the literature on the development of preterm infants. Overall, our findings showed that the developmental patterns of gestural communication of premature children are similar to those observed in at-term children with the only exception of a delay in the emergence of gesture-plus-word combinations. Moreover, results documented that the emergence of certain types of gestures, such as pointing and the production of gesture-plus-word combinations, represented good predictors of later productive and receptive lexical competences and of the emergence of word combinations at two year of age. The second study investigated the prelinguistic and verbal development of preterm children from 6 to 24 months of age. Starting from 18 months of age, significant differences were found between the communicative abilities of preterm and full-term children. Premature children showed delays both in lexical and in morphosyntactic development. Furthermore, we found differences in the communicative productivity between the two groups of children in exam, suggesting a lack of responsiveness of premature children during mother-child interactions. Regression analyses conducted on these data also underlined several predictive relationships between maternal educational level and child’s advances in language acquisition. Finally, significative associations between preverbal and linguistic development also emerged. The last two studies focused on the investigation of the linguistic context in which children born prematurely develop. Specifically, the third study examined several structural features of linguistic input directed to the children, together with modifications of maternal verbal input over time. The data documented that maternal utterances directed to the child tend to become more complex as the child grows older; moreover, maternal linguistic fine-tuning seems to be influenced by child’s motor competences. This latter result suggests that infants’ motor skill maturation may function as a major signal for mothers of preterm babies to adjust aspects of their linguistic interactive style. The last study concerns functional aspects of the communicative exchanges between the children and their mothers. In keeping with the previous studies, our analyses took into account how functional aspects of the maternal utterances addressed to the children may change over time and with children communicative achievements. Results showed that regardless of the age of the children maternal input directed to preterm children is strongly characterized by the use of a conversational and affective style. Differently, mothers of full-term children tend to use a more tutorial and informative communicative style. The characteristics of maternal verbal input directed to premature children contribute, together with other factors, such as maternal level of education, to negatively impact later children language development.
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GRUMI, SERENA. "PARENTING SKILLS AND MOTHER-CHILD RELATIONSHIP IN THE CONTEXT OF INTIMATE PARTNER VIOLENCE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/57795.

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Abstract:
L’obiettivo generale del presente progetto di ricerca era trattare i specifici e problematici casi in cui violenza domestica e violenza assistita coesistono. Tali situazioni infatti richiedono di “vedere doppio” per identificare adeguate e integrate strategie di protezione e sostegno di madri e minori. Considerando che la protezione dei minori è strettamente connessa alla valutazione delle competenze genitoriali, una miglior comprensione dell’impatto esercitato dalla violenza sulle pratiche di parenting è cruciale. Il primo capitolo teorico tratta lo scenario internazionale circa l’Intimate Partner Violence, esplorando dati di prevalenza, l’impatto su donne e bambini e le principali teorie sul processo di uscita dalla violenza. Il secondo capitolo tratta la valutazione da parte degli operatori della Tutela Minori delle competenze genitoriali sia materne che paterne di nuclei famigliari segnalati per violenza assistita, esplorando quali fattori di rischio e protezione sono associati all’intervento di allontanamento del minore. Il terzo capitolo presenta una rassegna sistematica con meta-analisi che esplora l’associazione tra IPV e tre dimensioni di parentig: parenting positivo, punizioni severe, stress genitoriale. Il quarto capitolo presenta i risultati preliminari di uno studio quantitativo diretto a investigare fattori di rischio e protezione circa le competenze genitoriali in contesti di IPV.
The general aim of the present research project was to address problematic situations where domestic and witnessed violence co-occurs. These cases require to “see double” and to identify integrated strategies to foster resilience of both mothers and minors. Considering that child protection is closely linked to the parenting skills assessment, a better comprehension of the IPV impact on parenting is crucial. The first theoretical chapter deepens the knowledge about the domestic violence scenario, exploring the international prevalence, negative impact for women and children and theories about the violence interruption process. The second chapter addresses the CPS workers’ assessment of both mothers and fathers of minors referred for witnessed violence. The study adopted the judgment analysis approach and aimed to explore risk and protective factors that influence the CPS workers’ child removal intervention. The third chapter presents a systematic review and meta-analysis which aimed to get a consistent overview about the relationships between IPV and positive parenting, harsh discipline and parenting stress. The fourth chapter presents the preliminary analyses about a national research directed to investigate the determinants of parenting in context of domestic and witnessed violence from an ecological point of view.
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GRUMI, SERENA. "PARENTING SKILLS AND MOTHER-CHILD RELATIONSHIP IN THE CONTEXT OF INTIMATE PARTNER VIOLENCE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/57795.

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Abstract:
L’obiettivo generale del presente progetto di ricerca era trattare i specifici e problematici casi in cui violenza domestica e violenza assistita coesistono. Tali situazioni infatti richiedono di “vedere doppio” per identificare adeguate e integrate strategie di protezione e sostegno di madri e minori. Considerando che la protezione dei minori è strettamente connessa alla valutazione delle competenze genitoriali, una miglior comprensione dell’impatto esercitato dalla violenza sulle pratiche di parenting è cruciale. Il primo capitolo teorico tratta lo scenario internazionale circa l’Intimate Partner Violence, esplorando dati di prevalenza, l’impatto su donne e bambini e le principali teorie sul processo di uscita dalla violenza. Il secondo capitolo tratta la valutazione da parte degli operatori della Tutela Minori delle competenze genitoriali sia materne che paterne di nuclei famigliari segnalati per violenza assistita, esplorando quali fattori di rischio e protezione sono associati all’intervento di allontanamento del minore. Il terzo capitolo presenta una rassegna sistematica con meta-analisi che esplora l’associazione tra IPV e tre dimensioni di parentig: parenting positivo, punizioni severe, stress genitoriale. Il quarto capitolo presenta i risultati preliminari di uno studio quantitativo diretto a investigare fattori di rischio e protezione circa le competenze genitoriali in contesti di IPV.
The general aim of the present research project was to address problematic situations where domestic and witnessed violence co-occurs. These cases require to “see double” and to identify integrated strategies to foster resilience of both mothers and minors. Considering that child protection is closely linked to the parenting skills assessment, a better comprehension of the IPV impact on parenting is crucial. The first theoretical chapter deepens the knowledge about the domestic violence scenario, exploring the international prevalence, negative impact for women and children and theories about the violence interruption process. The second chapter addresses the CPS workers’ assessment of both mothers and fathers of minors referred for witnessed violence. The study adopted the judgment analysis approach and aimed to explore risk and protective factors that influence the CPS workers’ child removal intervention. The third chapter presents a systematic review and meta-analysis which aimed to get a consistent overview about the relationships between IPV and positive parenting, harsh discipline and parenting stress. The fourth chapter presents the preliminary analyses about a national research directed to investigate the determinants of parenting in context of domestic and witnessed violence from an ecological point of view.
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OLIVARI, MARIA GIULIA. "Atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti in relazione a sessualità, gravidanza e genitorialità." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1060.

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Abstract:
Il presente progetto di tesi si articola in due parti: una prima, composta da due capitoli, fornisce la cornice teorica che fa da sfondo alla seconda parte, che vede la presentazione di tre contributi empirici. Nel primo capitolo vengono presentati i concetti chiave della Developmental Psychopathology, soffermandosi sull’analisi delle traiettorie evolutive adolescenziali e sul ruolo che giocano i “comportamenti a rischio. Nel secondo capitolo viene trattata la tematica della sessualità in adolescenza e sono delineate le funzioni a cui essa assolve. Il Primo studio è volto ad esplorare gli atteggiamenti e i comportamenti che gli adolescenti italiani hanno nei confronti della sessualità, della gravidanza e della genitorialità. Nel secondo studio viene presentata una ricerca condotta su un campione di adolescenti inglesi sessualmente attivi volta ad approfondire l’indagine sui fattori di rischio o di protezione rispetto alla messa in atto di comportamenti sicuri vs a rischio. Nel terzo studio ci si è stato preso in esame il ruolo della processazione cognitiva maschile e femminile a fronte dell’evento gravidanza non pianificata.
My dissertation is composed of two different parts. The first one presents the theoretical framework of the second part, which comprises three different empirical studies. In the first chapter I introduce the key concepts of Developmental Psychopathology. The second chapter focuses on adolescent sexuality and its meanings. The first study is aimed at exploring Italian adolescent attitudes and behaviours toward sexuality, pregnancy and parenthood. The purpose of the second study is to deepen the analysis of risk and protective factors concerning English adolescent sexual behaviours. The third study examines female and male adolescent decision making concerning an hypothetical unplanned pregnancy.
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OLIVARI, MARIA GIULIA. "Atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti in relazione a sessualità, gravidanza e genitorialità." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1060.

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Abstract:
Il presente progetto di tesi si articola in due parti: una prima, composta da due capitoli, fornisce la cornice teorica che fa da sfondo alla seconda parte, che vede la presentazione di tre contributi empirici. Nel primo capitolo vengono presentati i concetti chiave della Developmental Psychopathology, soffermandosi sull’analisi delle traiettorie evolutive adolescenziali e sul ruolo che giocano i “comportamenti a rischio. Nel secondo capitolo viene trattata la tematica della sessualità in adolescenza e sono delineate le funzioni a cui essa assolve. Il Primo studio è volto ad esplorare gli atteggiamenti e i comportamenti che gli adolescenti italiani hanno nei confronti della sessualità, della gravidanza e della genitorialità. Nel secondo studio viene presentata una ricerca condotta su un campione di adolescenti inglesi sessualmente attivi volta ad approfondire l’indagine sui fattori di rischio o di protezione rispetto alla messa in atto di comportamenti sicuri vs a rischio. Nel terzo studio ci si è stato preso in esame il ruolo della processazione cognitiva maschile e femminile a fronte dell’evento gravidanza non pianificata.
My dissertation is composed of two different parts. The first one presents the theoretical framework of the second part, which comprises three different empirical studies. In the first chapter I introduce the key concepts of Developmental Psychopathology. The second chapter focuses on adolescent sexuality and its meanings. The first study is aimed at exploring Italian adolescent attitudes and behaviours toward sexuality, pregnancy and parenthood. The purpose of the second study is to deepen the analysis of risk and protective factors concerning English adolescent sexual behaviours. The third study examines female and male adolescent decision making concerning an hypothetical unplanned pregnancy.
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LAMPUGNANI, GIULIA. "La voce degli adolescenti con DSA. Vivere, dar senso e affrontare il DSA nei contesti educativi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241073.

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Abstract:
Gli adolescenti con Disturbi Specifici di Apprendimento (AID, 2007; PAARC, 2011; DSM-V) presentano un maggior rischio di insuccesso e di psicopatologie in comorbidità (Vecchini, 2012). L’approccio di ricerca della psicologia cognitiva si occupa di riabilitazione basati sul potenziamento delle abilità deficitarie (Cornoldi 2007; 2013), mentre il supporto scolastico si basa sull’uso di strumenti compensativi e misure dispensative (L170/2010). Si nota nell’approccio professionale al DSA un’eccessiva focalizzazione sul disturbo, sottovalutando di fatto il benessere della persona nel contesto di apprendimento, e trascurando il coinvolgimento attivo degli stessi ragazzi con DSA, che spesso rifiutano i supporti offerti. La presente ricerca si propone di restituire “diritto di parola” ai ragazzi con DSA, considerando chi “vive con il DSA” come i soggetti assieme ai quali svolgere la ricerca. Nella letteratura italiana e internazionale si rileva una linea di ricerca che pone al centro storie di vita dei soggetti con DSA, anche per individuare fattori di protezione e di vulnerabilità (WHO, 2007; McNulty, 2003; Macdonald, 2009; Ruggerini, 2017); alcuni autori evidenziano però un gap di ricerca, raccomandando ulteriori studi che attingano alla voce e alla “saggezza” dell’esperienza dei soggetti con DSA (Pollak, 2005; Goode, 2007). La domanda di ricerca è: come gli adolescenti italiani con DSA vivono tale condizione, in particolare nei contesti educativi? Si intende inoltre indagare come gli adolescenti vivono le relazioni con adulti e pari rispetto al DSA; quali modalità essi mettono in atto nei diversi contesti, e infine quali fattori di protezione e di rischio (WHO, 2007) sono individuabili. Il framework teorico prescelto si basa sul paradigma socio-costruttivista ed ecologico, con l’obiettivo di spostarsi dalla prospettiva di disturbo come “specifica caratteristica” individuale alla dimensione del contesto sociale con cui la persona interagisce (MacDonald, 2009; WHO, 2007), avvalendosi anche dell’apporto dei disability studies (Medeghini, 2014). La metodologia fa riferimento all’Interpretative Phenomenological Analisys (Smith et al., 2009) per la raccolta dei dati e per l’analisi, che viene svolta sia per i singoli casi, che per una trasversale costruzione di etichette di significati (Mortari, 2010), anche con l’ausilio del quadrante della Clinica della formazione (Cappa, 2014). Sono stati selezionati, con un purposive sampling, 25 adolescenti con DSA dai 10 ai 17 anni, partecipanti alle attività di potenziamento e a gruppi di confronto per ragazzi DSA della cooperativa sociale Talenti fra le nuvole ONLUS. Per tutelare gli aspetti etici, sia i genitori che i ragazzi coinvolti hanno firmato specifico consenso informato. Le interviste, svolte in due fasi ricorsive e restituite ai partecipanti, hanno approfondito i significati dell’esperienza e triangolato l’interpretazione (Sità, 2012). I risultati evidenziano diversi temi: la diagnosi del DSA; la percezione del DSA; strategie e strumenti personali per affrontare il DSA; le relazioni con i pari, in particolare rispetto alla disclosure; relazione, atteggiamenti, strategie proposte da insegnanti e genitori. Vengono evidenziati alcuni fattori di protezione, quali la famiglia, la relazione con gli insegnanti e con i pari, la diagnosi precoce, la comprensione del DSA e la sua disclosure. Vengono altresì evidenziate aree di criticità: modalità di comunicazione ai ragazzi della certificazione di DSA dopo la diagnosi e mancanza di una tematizzazione del DSA in classe da parte degli insegnanti. I risultati della ricerca consentono una comprensione profonda del fenomeno, oltre ad aprire prospettive future, quali l’utilizzo dell’intervista fenomenologica come strumento di ricerca-intervento utile nei contesti educativi; e l’utilizzo dei risultati per la formazione di insegnanti e genitori in prospettiva critico-riflessiva.
Adolescents living with Specific Learning Disabilities (AID, 2007; PAARC, 2011; ICD10; DSM-V) present a major risk of learning failure and developing psychopathological disease (Vecchini, 2012). Research approach of cognitive research deal with remediation and empowerment through intervention based on deficit enforcement (Cornoldi 2007; 2013), while support in school is bases on assistive tools and dispensative measures (L170/2010). There is a huge attention on the technical obstacle, disregarding well being of the person in learning context and neglecting active involvement of adolescents themselves, who often refuse aids offered. Present research is aimed to restore “right to talk” to adolescents with SLD, considering those “living-with” dyslexia as co-researchers. In international literature, we followed a research line about lived experiences of people with SLD, also to detect protection and risk factors (WHO, 2007; McNulty, 2003; Macdonald, 2009; Ruggerini, 2017); some authors highlight a gap in research and recommend further studies gaining from “ethical voice” and “wise” of individual subjects living with SLD (Pollak, 2005; Goode, 2007). Main question of research is: how Italian adolescents living-with SLD live with this condition, in particular in school context? It is also intended to explore how they live relationships with adults and peer regarding SLD, which strategies they use, and risk and protection factors (WHO, 2007). Theoretical framework of the research is based on a socio-constructivist and ecological paradigm, aimed to change focus from the “specific characteristic” of a single individual to the social context in which person with SLD interact (MacDonald, 2009; WHO, 2007), also considering Disability studies’ approach (Medeghini et al. 2015). Methodology adopted is Interpretative Phenomenological Analisys (Smith et al., 2009) for data collection and for analysis, both for single interviews and for transversal building of meaning labels (Mortari, 2010), using also the quarter of the Clinica della Formazione (Cappa, 2014), There were selected, with a un purposive sampling, 25 adolescents with SLD 10 to 17 year-old, involved in extra-school empowerment activities and support meeting group for SLD at Cooperative Social Talenti fra le nuvole ONLUS. To safeguard ethical aspects, both parents and teenagers involved signed a specific informed paper. Interviews, developed in two iterative parts and returned to participants, developed meanings of lived experiences and were triangulated (Sità, 2012). Results highlight different emerging themes: SLD diagnosis; SLD perception; personal strategies and tools to afford SLD; relationships with peers, with regard to disclosure; relationship, attitudes and strategies proposed by teachers and parents. Some factor protections emerge, such as family, relationship with teacher and peer, early diagnosis, understanding SLD and disclosure. Critical areas are stressed too: missing or miscommunication of diagnosis of SLD; not affording the theme SLD in class by teachers. Results of the research allow a deep comprehension of phenomenon and an orientation in affording similar phenomena; moreover, it opens future perspectives such as the use of phenomenological interview as an instrument of research-intervention in learning contexts; results can be used for teacher and parents’ training in critical-reflexive perspective.
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ROSINA, BARBARA. "Genitorialità e patologia psichiatrica: sfide professiinali tra sostegno e tutela." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/50466.

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Abstract:
Le problematiche fronteggiate da famiglie con bambini piccoli nelle quali un genitore presenta problemi di malattia mentale sono complesse (Alakus et al. 2007) e richiedono interventi integrati basati sulla partnership tra professionisti e servizi con mandati istituzionali differenti (Devaney, 2008; Sheehan, R. 2005; Wilson and Horner, 2005; Mowbray et al 2000, Fargion 2007). Famiglie nelle quali uno o entrambi i genitori hanno una malattia mentale necessitano di sostegno ed interventi particolari. L’attenzione alla complessità di situazioni caratterizzate dalla presenza di una patologia psichiatrica certificate è connessa tanto all’incidenza del fenomeno quanto alla necessità di individuare e sviluppare, a differenti livelli, adeguati strumenti. In situazioni nelle quali uno o entrambi i genitori hanno una diagnosi di malattia mentale l’intervento pone delle sfide particolari, ma in ogni caso stabilire una relazione collaborativa e di supporto con le famiglie, e nello stesso tempo proteggere i bambini da possibili danni, rappresenta una questione fondamentale nella quale il rischio più consistente è che la relazione tra genitori ed operatori dei servizi si strutturi in termini di una contrapposizione nella quale l’altro è percepito come avversario. La ricerca ha dimostrato in modo forte la rilevanza di una partnership tra i diversi soggetti per un riuscito intervento di promozione del benessere dei bambini (Ryburn, 1997; Littel, 2001; Heatherington and Baistow, 2001; Holland and Scourfield, 2004; Dawson and Berry, 2002; Cooper, 2004; Fargion 2007; Devaney, 2008). L’autrice, PhD all’Università di Milano Bicocca, presenta riferimenti normativi, teorie e metodologie di intervento nell’ambito della tutela dei minori e delle loro famiglie con particolare attenzione a situazioni di genitori con patologia psichiatrica. Inoltre fornisce i risultati della ricerca sulle rappresentazioni di assistenti sociali e psichiatri rispetto al significato ed all’utilità: 1. di interventi e strumenti professionali di sostegno e controllo delle competenze genitoriali dei pazienti psichiatrici; 2. della collaborazione interprofessionale. La ricerca, effettuata con obiettivi esplorativi e con tecniche qualitative, è stata svolta nella Regione Piemonte.
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CARLINI, KATIA. "Stress, ansia, depressione e fattori di protezione in uomini e donne infertili che affrontano un percorso di procreazione medicalmente assistita." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1077814.

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Abstract:
Il proliferare di casi di infertilità, sottoposti all’attenzione medica, cui si è assistito negli ultimi anni e, in generale, il crescente interesse dedicato agli aspetti psicologici implicati nel processo diagnostico e terapeutico dell’infertilità inducono a domandarsi come gli stessi possano contribuire all’eziologia, alle conseguenze e all’eventuale risoluzione dell’infertilità. Il presente lavoro intende: offrire un ulteriore contributo all’interno della sempre più crescente letteratura sugli stati di ansia e depressione che i soggetti infertili sperimentano; esplorare l’importanza di considerare il modello di attaccamento dei partner infertili, delle strategie di coping e delle percezione del supporto del partner quali fattori moderatori dello stress per il soggetto in condizione di infertilità
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BANFI, MARILENA. "Il modello di spettro nella diagnosi dimensionale per lo sviluppo di sintomi del PTSD e differenze di genere nello stile di coping e nella resilienza come fattori di protezione in una popolazione di adolescenti sopravvissuti al terremoto di L'Aquila." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1292011.

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Abstract:
Premessa: Il modello di spettro rappresenta un innovativo approccio dimensionale alla malattia mentale che enfatizza il ruolo anche delle forme parziali, atipiche e sottosoglia di patologia (Dell’Osso et al., 2015). A conferma dell’importanza di questo concetto vi è la constatazione che le manifestazioni sotto-soglia di un disturbo sono molto più diffuse nella popolazione rispetto alle forme franche e possono rappresentare i prodromi, i precursori o le sequele della patologia conclamata. Da queste osservazioni risulta evidente l’importanza della loro individuazione precoce. Proprio in quest’ottica di necessità di riconoscimento e prevenzione è stato avviato lo Spectrum Project, un progetto internazionale nato dalla collaborazione dell’Università di Pisa con le Università di Pittsburgh, San Diego e New York, che negli anni hanno messo a punto il modello di spettro. Il PTSD è un disturbo caratterizzato dall’esposizione di un soggetto a fattori estremi di stress o eventi traumatici, verso i quali risponde con paura, impotenza o orrore (Yehuda,2002). Tratti distintivi di tale patologia sono il decorso tendenzialmente cronico, la scarsa risposta ai trattamenti farmacologici e un significativo peggioramento della qualità della vita (Brady et al., 2000; Howard e Hopwood 2003; Hamner et al., 2004; Peleg e Shalev 2006; McHugh e Treisman, 2007; Javidi e Yadollahie, 2012). Negli ultimi anni in letteratura è cresciuta in modo esponenziale la descrizione di quadri sintomatologici compatibili con quelli del PTSD in seguito all’esposizione a traumi di minore entità, che tuttavia il DSM-5 ha escluso dall’elenco dei possibili eventi responsabili del disturbo. Il Trauma and Loss Spectrum-Self Report (TALS-SR) permette invece di valutare l’'impatto sul soggetto di questi traumi “low magnitude” e delle forme parziali e/o sottosoglia di PTSD (“subthreshold” o “subsyndromal”), che dovrebbero essere intese come la presenza di 2 o 3 dei domini sintomatologici secondo il DSM-5. La Resilienza è un fattore rilevante per la risposta psicologica allo stress. Altrettanto importante è lo stile di coping adottato di fronte ad una situazione estrema. Un adeguato stile di coping e la Resilienza possono essere fattori di protezione per prevenire il disturbo post traumatico da stress (PTSD). Lo scopo della ricerca è esaminare gli effetti della resilienza e del coping sull’insorgenza del PTSD dopo un disastro naturale, rilevando le differenze nel genere. Il campione è composto da 263 studenti dell’ultimo anno della scuola superiore di secondo grado, con un’età di 17 – 18 anni, , di cui 161 maschi e 102 femmine. Scopo dello studio L’importanza della resilienza come costrutto è stata rilevata in diversi studi , anche riguardo l’efficacia nelle situazioni estreme . Le differenze di genere nello stile di coping, sono state oggetto di ricerche in ambito clinico, per ciò che attiene la percezione del dolore . Il PTSD è stato oggetto di studi, per ciò che attiene le differenze di genere, alla luce dei criteri del DSM5 La ricerca fa parte di un progetto più ampio longitudinale sui fattori di rischio per lo sviluppo di PTSD in seguito a catastrofi naturali e studia trasversalmente le differenze di genere riguardo ad alcune variabili (resilienza, coping) documentate in letteratura come fattori protettivi per il rischio di sviluppo di PTSD, di cui sono stati valutati i sintomi attraverso il Trauma and Loss Spectrum – Self Report (Tals-SR), uno strumento messo a punto dal gruppo di studio dello spectrum projet, un innovativo approccio dimensionale alla malattia mentale che enfatizza il ruolo anche delle forme parziali, atipiche e sottosoglia di patologia. Il PTSD sarà valutato nel tempo nello studio di osservazione longitudinale. La scelta del campione è motivata dall'esaminare una fascia ristretta di età, omogenea per fattori culturali e di sviluppo. La scelta di utilizzare strumenti self-report è motivata dall’evitare stress ad una popolazione, già duramente provata dalla catastrofe naturale subita. Metodo Lo studio è stato svolto in collaborazione con la cattedra di Psichiatria dell’Università di L’Aquila (Prof. ARossi), a distanza di tre anni dall’evento sismico che colpì la città il 6 Aprile del 2009. Il comitato etico dell’Università di L’Aquila ha approvato il protocollo e le procedure di reclutamento del campione..Il consiglio di Istituto della scuola ha approvato il progetto. Per validare l’ipotesi di una differenza tra maschi e femmine negli stili di coping, nella Resilienza e nello sviluppo sottosoglia del PTSD, sono state somministrate le seguenti scale di valutazione: • Resilience scale for Adolescents (READ) (Hjemdal et al.,2006; Hjemdal et al., 2007) , una scala self-report formata da 28 item valutati su scala Likert a 5 punti. Punteggi alti riflettono un più elevato grado di Resilienza. La scala misura cinque dimensioni;(1) Competenza Personale; (2) Competenza Sociale; (3) Stile Strutturale (4) Coesione con la famiglia; e (5) Risorse sociali. E’ stata utilizzata la validazione italiana dello strumento . • BRIEF COPE (Carver, 1997), un questionario formato da 28 item che valutano 14 diversi stili di coping, su una scala Likert a 4 punti: 1)Ristrutturazione positiva; 2) Distogliere l’attenzione; 3) Espressione; 4) Uso di supporto strumentale; 5) Affrontare operativamente; 6) negazione; 7) religione; 8) Umorismo; 9)Disimpegno comportamentale; 10)Uso di supporto emotivo; 11)Uso di sostanze; 12)Accettazione; 13)Pianificazione; 14)Autoaccusa. • TALS - SR (Trauma and Loss Spectrum – Self Report), una scala Self Report (Dell'Osso et al., 2009) che offre un approccio dimensionale al PTSD per esplorare la presenza /assenza di spettro post-traumatico. La scala è formata da 116 item suddivisi in nove domini, su risposte dicotomiche (si/no). I punteggi si ottengono contando il numero di risposte positive. Per lo studio sono stati utilizzati tre domini al fine di definire le caratteristiche di base del PTSD: il dominio V (item 77-85, “Rivivere l’esperienza”), il dominio VI (item 86-97, “Torpore emotivo”), il dominio VIII (item 106-110, “Arousal”) I dati sono stati elaborati tramite i pacchetti statistici SPSS (v.21) e MedCalc (v.15.2). Al fine di rilevare differenze di genere nelle relazioni fra strategia di coping e punteggio alla Tals (Domini V, VI, VII), sono stati calcolati i coefficienti di correlazione di Pearson tra strategia di coping e Tals separatamente per maschi e femmine. Il livello di significatività è posto allo 0,05. Per verificare differenze di genere nell’uso dei vari stili di coping, sono stati eseguiti i test Kolmogorov-Smirnov e Shapiro-Wilk che verificano la Normalità della distribuzione per le quattordici scale del questionario Brief Cope; essendo risultato non confermato l’assunto di Normalità per tutte le scale, si è deciso di eseguire il test non parametrico U di Mann-Whitney. Il livello di significatività è stato posto allo 0,05. Per rilevare differenze di genere nelle relazioni fra le scale della resilienza e punteggio alla Tals (domini V, VI e VIII), sono stati calcolati i coefficienti di correlazioni di Pearson tra scale del READ e Tals, sesso separatamente per maschi e femmine. Il livello di significatività è posto allo 0,05. Infine si è provveduto a verificare se vi siano differenze di genere sulle sottoscale del READ, utilizzando le stesse metodologie statistiche. RISULTATI Brief Cope e Tals-sr Nei maschi si evidenziano correlazioni positive significative tra strategie di coping e i domini esaminati della TALS-SR: • distogliere l’attenzione → Rivivere l’esperienza (p 0.000 e Coeff di Pearson .385); Torpore emotivo (p 0,000 Coeff di Pearson .398) e ; Arousal (p 0,001 e Coeff di Pearson .321) • espressione→ Rivivere l’esperienza (p 0.001e Coeff di Pearson .337) ; Torpore emotivo( p 0,001 e Coeff di Pearson .320); Arousal( p 0,000 e Coeff di Pearson .378) • uso supporto emotivo→ Rivivere l’esperienza (p 0.001 e Coeff di Pearson .3232); Torpore emotivo (p 0,112 e Coeff di Pearson .247) ; Arousal (p 0,010 e Coeff di Pearson .255) • negazione→ Rivivere l’esperienza (p 0.000 e Coeff di Pearson .353; Torpore emotivo (p 0,002 e Coeff di Pearson .310); Arousal( p 0,011 e Coeff di Pearson .249) • cope totale → Rivivere l’esperienza (p 0.000 e Coeff di Pearson .421); Torpore emotivo (p 0,000 e Coeff di Pearson .405) ; Arousal (p 0,005 e Coeff di Pearson .278) • ristrutturazione positiva→ Rivivere l’esperienza (p 0.030 e Coeff di Pearson .216); Torpore emotivo (p 0,025 e Coeff di Pearson .221) • uso supporto strumentale→ Rivivere l’esperienza (p 0.000; e Coeff di Pearson .357); Torpore emotivo (p 0,012 e Coeff di Pearson .247) • disimpegno comportamentale → Rivivere l’esperienza (p 0.000 e Coeff di Pearson .282); Torpore emotivo (p 0,000 e Coeff di Pearson .209) • autoaccusa→ Torpore emotivo p 0,026 e Coeff di Pearson .221) Nelle femmine si evidenziano correlazioni positive significative tra startegie di coping e i domini esaminati della TALS- SR : • espressione→ Rivivere l’esperienza (p 0.021 e Coeff di Pearson .229) • negazione→ Rivivere l’esperienza p 0.013 e Coeff di Pearson .246); Torpore emotivo p 0,005 e Coeff di Pearson .275) Arousal( p 0,001 e Coeff di Pearson .322) • religione→ Arousal (p 0.000 e Coeff di Pearson .246) • disimpegno comportamentale→ Arousal (p 0,021 e Coeff di Pearson .228) • uso di sostanze→ Rivivere l’esperienza (p 0.000 e Coeff di Pearson .325); Torpore emotivo (p 0,000 e Coeff di Pearson .338); Arousal( p 0,001 e Coeff di Pearson .336) • autoaccusa→ Torpore emotivo (p 0,012 e Coeff di Pearson .248); Arousal ( p 0,008 e Coeff di Pearson .260) • cope totale→ Rivivere l’esperienza (p 0.020 e Coeff di Pearson .253); Arousal (p 0,006 e Coeff di Pearson .271) • Uso del supporto strumentale correla negativamente con il Torpore emotivo (p 0,029 e Coeff di Pearson -.216) Le strategie di coping affrontare operativamente e umorismo non correlano significativamente con i domini della TALS-SR sia nei maschi che nelle femmine Read e Tals-sr Nei maschi, non sono emerse correlazioni significative fra le scale della resilienza e i tre domini della Tals, con una tendenza alla significatività di competenza sociale→Arousal (p 0,07e Coeff di Pearson .263) Nelle femmine si è evidenziata una correlazione positiva tra competenza sociale→Rivivere l’esperienza (p 0,042 e Coeff di Pearson .202) Si sono evidenziate correlazioni negative tra ▪ Competenza personale→ Torpore emotivo (p 0,049 e Coeff di Pearson -.195) ▪ Risorse sociali→Torpore emotivo (p 0,026 e Coeff di Pearson -.220 Coping e genere Dai test di Normalità Kolmogorov-Smirnov e Shapiro-Wilk tutte le quattordici scale di cui si compone il Brief Cope sono risultate non seguire una distribuzione Normale, sia per i maschi che per le femmine. Non essendoci dubbi di interpretazione al riguardo, non si è reso necessario l’esame di altri indici e/o grafici di distribuzione (es. Q-Q plot, asimmetria, curtosi, ecc.). Per questo motivo le differenze di genere sull’uso dei vari stili di coping sono state indagate avvalendosi del test non parametrico per campioni indipendenti U di Mann-Whitney. Dal suddetto test U di Mann-Whitney sono risultate le seguenti significatività statistiche : - I maschi si avvalgono maggiormente, rispetto alle femmine, della religione (rango medio 139,04 vs 120,89), dell’umorismo (rango medio 141,90 vs 116,37), del disimpegno comportamentale (rango medio 139,12 vs 120,76), dell’uso di sostanze (rango medio 144,71 vs 111,93) e della pianificazione (rango medio 142,18 vs 115,93). - Le femmine invece tendono ad utilizzare in misura maggiore l’espressione (rango medio 144,80 vs 123,89) e la negazione (rango medio 144,49 vs 124,09). - DISCUSSIONE Dai risultati emersi nel presente studio, condotto su un campione di giovani adolescenti aquilani sopravvissuti al sisma del 6 Aprile 2009, e frequentanti l’ultimo anno della scuola media superiore di secondo grado, sono emerse differenze significative per ciò che attiene l’uso delle strategie di coping e lo sviluppo della resilienza come fattori di protezione per prevenire il PTSD, legate al genere sessuale. Nei maschi si possono osservare correlazioni positive tra strategie di coping utilizzate per far fronte al vissuto traumatico e i sintomi post –traumatici , (rivivere l’esperienza, torpore emotivo e arousal, in relazione al trauma vissuto) , diverse che nelle femmine Anche nella resilienza si sono evidenziate differenze significative nel genere sessuale, confermando quanto già emerso in letteratura (Stratta et al 2013). Nei maschi si evidenzia una correlazione positiva tra la competenza sociale della READ e l’Arousal della TALS-SR, mentre nelle femmine la competenza personale e le risorse sociali della READ correlano negativamente con il Torpore emotivo della TALS-SR. Tali dati confermano quanto già emerso in studi precedenti riguardo il coping e la resilienza come fattori protettivi nel PTSD (A.Rossi et al, 2014), infatti uno stile di coping maladattivo correla positivamente con lo sviluppo di sintomi post – traumatici. E’ stato osservato in letteratura che uno stile di coping centrato sulle emozioni è un fattore di rischio per l’ideazione suicida in adolescenti sopravvissuti al terremoto (P.Stratta et al, 2014). Le differenze di genere evidenziate dalla ricerca, nella scelta delle strategie di coping per affrontare lo stesso evento stressante, confermano anche quanto già emerso in letteratura riguardo il PTSD (Dell’Osso et al, 2011) (Dell’Osso, Rossi et al, 2014), alla luce dei criteri del DSM 5. Altri studi hanno affrontato la differenza di genere sullo sviluppo del trauma, per quanto riguarda i sopravvissuti all’olocausto (C.Morano, 2010). Alla luce dei risultati emersi nello studio, e dalla letteratura, è confermato il ruolo del genere sessuale nello sviluppo di sintomi post traumatici dopo un evento stressante, in correlazione con le diverse strategie di coping utilizzate, e con la resilienza. Ci si propone in futuro di allargare la ricerca anche agli adulti. Lo studio è stato possibile grazie al supporto del Prof. Alessandro Rossi, del Prof. Paolo Stratta e della Dott.ssa Cristina Capanna dell’Università degli studi di L’Aquila, , e alla consulenza della Prof.ssa Liliana Dell’Osso dell’Università di Pisa, cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti.
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BESTETTI, Fiorella. "Le metodologie di stima dell’età in ambito forense: il contributo dell’AgEstimation Project." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251079.

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Abstract:
La stima dell’età è un elemento importante in ambito medico-legale, connesso sia a questioni legali che sociali. L’età è un fattore determinante per l’identificazione di un corpo: costituisce un elemento per la ricostruzione del profilo biologico, che verrà poi confrontato con i dati disponibili per le persone scomparse. Nella nostra società alcuni diritti e alcune tutele sono direttamente correlate con l’età anagrafica della persona; serve una specifica età per votare, per sposarsi, per lavorare, per ottenere la patente di guida, e soprattutto per essere considerati legalmente degli adulti. Nei soggetti in vita, l’età è determinante anche nei casi di imputabilità o responsabilità criminale, di pedopornografia e di adozione, ma è anche relazionata al fenomeno dell’immigrazione. Negli ultimi anni infatti, c’è stato un incremento proprio delle richieste di accertamento dell’età sulle persone in vita, dovuto all’aumento degli immigrati giunti nei nostri paesi privi di documenti. L’accertamento dell’età può essere richiesto dalle autorità proprio in riferimento alle domande di asilo. La legislazione europea assicura protezione ai “minori non accompagnati”, cioè a quei minori che arrivano sul suolo europeo soli, senza la figura di riferimento di un adulto. La corretta determinazione dell’età è quindi un elemento centrale per la protezione: solo se identificati, i minori possono essere protetti. In questo specifico ambito d’applicazione, l’accertamento dell’età può avere ripercussioni notevoli sulla vita di un migrante: se riconosciuto come minore il soggetto ha il diritto di restare, diversamente, la procedura prevede il respingimento alla frontiera ed il rimpatrio. In Italia, così come in Europa, la soglia d’età che separa i minorenni dagli adulti è quella dei diciotto anni; ma oltre a questa possono esistere altre soglie d’età, come ad esempio la Minimal Age of Criminal Responsability (MACR). Questa particolare soglia d’età riconosce ai soggetti minorenni, anche se ritenuti responsabili di un crimine, il diritto di essere giudicati da una corte per i minori. Una delle sfide della pratica forense dell’accertamento riguarda la necessità di assicurare nuovi e validi standard di riferimento, basati sullo studio di popolazioni attuali. Infatti gli studi che vengono utilizzati come riferimento sono basati sull’analisi di popolazioni europee o nord americane e i dati raccolti sono riferiti a studi di più di cinquant’anni fa. Per questo motivo attualmente le metodologie sviluppate in passato vengono applicate allo studio di popolazioni attuali, proprio al fine di ottenere dati aggiornati utili al confronto: una metodologia si applica ad una determinata popolazione per valutare quanto precisi ed accurati possano essere i risultati. Nell’ambito dell’AgEstimation Project, supportato dall’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Macerata, a partire dal 204, l’equipe coordinata dal Dott. Roberto Cameriere ha presentato nuove metodologie per la stima dell’età, sviluppando formule specifiche e testando queste formule in diverse popolazioni. Le metodologie sviluppate prevedono l’analisi e la misurazione delle ossa carpali e dell’area del carpo nelle radiografie della mano di soggetti infantili e la misurazione dello sviluppo del terzo molare per la valutazione dell’età dei soggetti giovanili. Questa seconda tecnica prevede il calcolo dell’indice del terzo molare: se tale indice risulta minore del valore 0.08, preso come valore di riferimento, il soggetto viene considerato un adulto. L’ultima tecnica analizzata in questa ricerca permette di stimare l’età nei soggetti adulti, sfruttando il fenomeno dell’apposizione della dentina secondaria. Si tratta di un fenomeno continuo, che determina la riduzione della cavità pulpare dei denti, dove questa dentina si deposita. In pratica i giovani adulti hanno una camera pulpare larga, mentre i soggetti senili presentano una cavità pulpare molto più stretta. La tecnica prevede la rilevazione di misure specifiche del dente utilizzando una radiografia panoramica, utilizzate anche per la tecnica che valuta lo sviluppo del terzo molare. In questo progetto di ricerca, queste tre metodologie sono state applicate a tre diversi campioni.
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Books on the topic "Fattori protezione"

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Anceschi, Alessio. L'assegnazione della casa: Separazione, divorzio, famiglia di fatto, successione, ordini di protezione. Santarcangelo di Romagna (RN): Maggioli editore, 2013.

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Moto Ondoso, Protezione e Alternative: Fattori Amplificativi, Carene Adeguate e Frangionde Veneziani, Proposte per Impieghi on-Shore e Costieri. Independently Published, 2020.

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Book chapters on the topic "Fattori protezione"

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Cena, Loredana, and Antonio Imbasciati. "Parenting nella nascita a termine e pretermine: fattori di protezione e rischio." In La relazione genitore-bambino, 145–90. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1720-7_6.

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Cena, Loredana, and Antonio Imbasciati. "La ricerca in Psicologia Clinica Perinatale: Fattori di rischio e protezione per la tutela della salute mentale." In Prendersi cura dei bambini e dei loro genitori, 47–70. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2472-4_3.

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Allaria, Biagio. "L’acidosi ipercapnica nella ventilazione artificiale protettiva: compromesso tollerato o ulteriore fattore di protezione?" In Excerpta Anestesiologica, 99–113. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2023-8_7.

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Conference papers on the topic "Fattori protezione"

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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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