Academic literature on the topic 'Fattori di rischio e protettivi'

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Journal articles on the topic "Fattori di rischio e protettivi"

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Tenuta, Flaviana, Maria Giuseppina Bartolo, Daniela Diano, and Angela Costabile. "Maltrattamento e abuso: una rassegna su definizioni, tipologie e interventi per la tutela dei soggetti a rischio." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2020): 85–106. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-002005.

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Abstract:
L'obiettivo di questa rassegna è stato identificare i fattori di rischio e di protezione associati al fenomeno del maltrattamento infantile, argomento di grande interesse per gli psicologi dello sviluppo. In linea con un approccio conoscitivo e preventivo, è stata interrogata la banca dati di Scopus e particolare attenzione è stata prestata agli articoli nazionali e internazionali pubblicati negli ultimi 10 anni. I risultati offrono indicazioni sulle diverse definizioni e le nuove tipologie di maltrattamento; l'entità delle conseguenze psicologiche a medio e lungo termine sulle vittime nonché i fattori protettivi e gli interventi che possono essere attuati per tutelare i soggetti a rischio di maltrattamento e abuso.
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Trinceri, Giuseppina. "SIBLINGS: ANALYSIS OF LIVED THROUGH THE DESIGN OF THE FAMILY." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (July 2, 2016): 455. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.283.

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Abstract:
Si intende mettere in evidenza come l’approccio alla disabilità di un bambino ha ormai acquisito senso e significato solamente se è l’intero mondo familiare ad essere preso in considerazione, con particolare riferimento ai siblings. In particolare, si vogliono cogliere, su un campione di 100 siblings, diviso in un gruppo di riferimento e uno in gruppo di controllo, le principali dinamiche relazionali dei fratelli con sviluppo tipico, le rappresentazioni di base e, soprattutto, gli indicatori di potenziali fattori di rischio e fattori protettivi rispetto all’evento disabilità del fratello/sorella.Il cuore di questo lavoro sarà l’analisi dei vissuti prototipi e i fattori ad esso associati, espresso mediante il disegno della famiglia e l’inchiesta associata. Si desidera attivare una ricerca in grado di offrire la possibilità di rintracciare, nel vissuto, elementi specifici in ordine alle proprie competenze di resilienza in correlazione con la rete di supporto o meno.
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Bosatra, Sara. "Cardiovascular risk in LGBT+ population." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 34–38. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-8.

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Abstract:
Le ricerche in ambito cardiovascolare evidenziano che la popolazione LGBT+ vive una disparità di salute rispetto alla popolazione coetanea eterosessuale e cisgender. Le minoranze sessuali sono infatti sottoposte a stressors specifici che intervengono a più livelli nella vita della persona e che, in assenza di peculiari fattori protettivi di resilienza, hanno un impatto negativo sulla salute cardiovascolare. Restano inoltre da raccogliere le evidenze degli effetti delle terapie ormonali di affermazione di genere e dei bloccanti ipotalamici sulla salute cardiovascolare, per consentire ai medici e alle persone transgender e gender-diverse di conoscere il rischio a cui si sottopongono e di gestirlo in maniera adeguata. Nonostante le raccomandazioni di più istituti scientifici, attualmente si rileva una condizione di impreparazione e di incertezza del personale sanitario su come approcciare l’utenza LGBT+ dal punto di vista sia clinico sia relazionale. Per ridurre le disparità in ambito di salute cardiovascolare che riguardano gli individui LGBT+, si rivela necessario approfondire le conoscenze sui fattori biologici e psico-sociali che potenziano i fattori di rischio cardiovascolare di questa popolazione, sviluppare linee guida evidence-based per prendersi cura dei bisogni specifici di salute delle minoranze sessuali, e avviare programmi di formazione al personale sanitario volti a ridurre gli atteggiamenti discriminatori e condividere buone pratiche a garanzia di una medicina dell’uguaglianza.
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Carta, Mauro Giovanni, Piero Coppo, Mario Antonio Reda, Maria Carolina Hardoy, and Bernardo Carpiniello. "Depression and social change. From transcultural psychiatry to a constructivist model." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 1 (March 2001): 46–58. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008538.

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Abstract:
RIASSUNTOSulla base di precedenti studi del nostro gruppo i cui risultati verranno sintetizzati, il lavoro avanza alcune ipotesi sull'evoluzione della sintomatologia depressiva e sul possibile incremento del rischio depressivo legato alle modificazioni sociali. Vengono esaminati i disturbi dell'umore in emigrati senegalesi ed i fattori protettivi quali uno stretto supporto sociale che sembrano determinare un basso rischio in queste popolazioni. Verrà analizzata l'ipotesi che l'“occidentalizzazione”, intesa come la perdita a livello individuale dello stile di vita tradizionale, delle abitudini lavorative, dei valori culturalmente determinati, della lingua, a favore delle attitudini influenzate dalla cultura occidentale, possa rappresentare un fattore di rischio per i disturbi depressivi, almeno nelle espressioni cliniche comuni nei contesti occidentali. Precedenti ricerche del nostro gruppo, sembrano infatti indicare la presenza di quadri depressivi in popolazioni scarsamente occidentalizzate quali i nomadi Peul o i contadini Dogon del Sub-Sahara, ma, in questo contesto, tuttavia, i sintomi depressivi, peraltro rari, appaiono secondari a disturbi somatici gravi, tranne che in individui scolarizzati. Le ricerche rilevano due distinte e contrapposte modalità di espressione clinica che vengono definite rispettivamente “occidentale” o della “colpa” e “tradizionale” o della “dislocazione dal gruppo”. Ulteriori indagini condotte in aree in rapida trasformazione sembrano indicare che i fattori ambientali possano influenzare l'evoluzione dei sintomi depressivi dall'una all'altra forma e modificare la soglia di scatenamento di schemi emotivo comportamentali depressivi. E' supposto che le perturbazioni dell'assetto sociale rendano adattive attitudini alia “iperesponsabilizzazione compulsiva”, una serie di convinzioni profonde che possono essere considerate allo stesso tempo come un prodotto dell'“occidentalizzazione” e come fattore di rischio depressivo. Gli individui dotati di tali caratteristiche di base, attraverso opportunità di vita offerte dal cambiamento sociale maturerebbero sistemi complessi e innovativi di interpretazione della realtà, di attribuzione della causalità e del controllo degli eventi, di vivere le emozioni. A partire da tale modello viene proposta una ridiscussione del concetto di soglia e una chiave di lettura della trasformazione della fenomenologia depressiva, se si ipotizza che i nuovi sistemi organizzativi della conoscenza, pur capaci di rispondere alle esigenze emergenti, espongano ad una maggiore vulnerability depressiva.
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Caccamo, Floriana, Cristina Marogna, Camilla Turchet, Vito Sava, Roberto Carlon, and Alessandro Pinton. "Le vicissitudini dell'ansia per il paziente cardiopatico. La riabilitazione cardiologica come ponte verso una maggiore consapevolezza di s&." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–14. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa11897.

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Abstract:
Comprendere i fattori che influenzano la riabilitazione dei pazienti dopo un evento coronarico acuto è importante per ridurre il rischio di complicanze o il verificarsi di nuovi episodi. Il percorso riabilitativo successivo all'evento acuto è influenzato da fattori fisiologici e psicologici; tra questi, l'ansia è implicata sianell'esordio della malattia che nel percorso di guarigione. La letteratura fornisce risultati contrastanti rispetto al ruolo giocato dall'ansia nelle malattie cardiache. Sono necessarie quindi ulteriori indagini per comprendere se sia un fattore di rischio o un fattore protettivo. L'obiettivo di questo studio è quello di determinare come cambiano i livelli di ansia in pazienti che hanno aderito a un programma di Riabilitazione Cardiologica in relazione alla consapevolezza sulla propria condizione di salute. La ricerca si propone in particolare di studiare il cambiamento dei due fattori dall'inizio del programma riabilitativo (pre-test) e alla sua conclusione (post-test). I risultati delle analisi statistiche mostrano che i pazienti al post-test risultano più ansiosi e stressati rispetto al pre-test ma anche più consapevoli rispetto alla durata della malattia. Questi risultati suggeriscono che il fattore ansia dopo il percorso riabilitativo può essere considerato generativo alla luce di un effettivo aumento della consapevolezza della malattia.
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Dell'Anna, Silvia, and Dario Ianes. "Preventing school disaffection, failure and dropout. The ESF projects “Last Round” and “Energy Start”." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 2 (July 31, 2021): 93–105. http://dx.doi.org/10.36253/form-11318.

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Abstract:
Early school leaving is a very important issue in our country, both for its individual consequences and for the social and economic repercussions. The Covid-19 pandemic has exacerbated some existing trends, increasing risk factors and putting at greater risk of dropout some portions of the school population. The article reflects on the phenomenon of early school leaving and on intervention options, with particular reference to the period of COVID-19 emergency. Starting from the results of two project experiences conducted in 2020 in some secondary schools of the Autonomous Province of Bolzano, the contribution examines the protective and risk factors, the needs of students at risk, the contents and teaching strategies of interventions. Finally, it reflects on the different options for implementation, on monitoring and research. Prevenire la disaffezione scolastica, l’insuccesso e l’abbandono. I progetti FSE “Last Round” ed “Energy Start” La dispersione scolastica rappresenta una questione di grande rilevanza nel nostro Paese, sia per le sue conseguenze individuali sia per le ricadute sociali ed economiche. La pandemia da Covid-19 ha acuito alcune tendenze già esistenti, ampliando i fattori di rischio e colpendo con maggiore intensità alcune porzioni di popolazione scolastica. L’articolo riflette sul fenomeno dell’abbandono scolastico precoce e sulle opzioni di intervento, con particolare riferimento al periodo di emergenza sanitaria. A partire dai risultati di due esperienze progettuali condotte nell’anno 2020 in alcune scuole secondarie delle Provincia Autonoma di Bolzano, il contributo prende in esame i fattori protettivi e di rischio, i bisogni dell’utenza a rischio di dispersione, i contenuti e le strategie didattiche degli interventi formativi. Infine, si riflette sulle differenti modalità di implementazione, sul monitoraggio e sulla ricerca.
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Pajardi, Daniela, Monia Vagni, Valeria Giostra, Viviana La Spada, and Tiziana Maiorano. "Stress e competenze genitoriali nelle separazioni giudiziarie. Analisi dei fattori protettivi e di rischio nelle relazioni parentali." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (January 2019): 693–712. http://dx.doi.org/10.3280/rip2018-004009.

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Brodsky, Anne E., and Jill E. Scheibler. "Quando l'empowerment non č abbastanza. Un argomento a favore della resilienza multilivello in situazioni caratterizzate da estreme diseguaglianze di potere." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 75–86. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002008.

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Abstract:
L'articolo esplora i limiti dell'nei contesti caratterizzati da estreme, pericolose e persistenti diseguaglianze di potere. Il contesto indagato č quello di cui hanno fatto esperienza negli ultimi 30 anni i membri e i sostenitori di un'organizzazione femminile clandestina afghana dedita a scopi umanitari e politici. Benché l'sia considerato un principio guida per la psicologia di comunità, questo lavoro sostiene che in setting dove č quasi impossibile per una sub-comunità ottenere risorse, accesso, padronanza e controllo su se stessa e gli altri, l'puň essere un obiettivo irrealistico e ingannevole. In alternativa, le autrici propongono il concetto di resilienza, operazionalizzato come un processo radicato nella cultura e multilivello che porta a processi e risultati di qualità superiore in situazioni di perdurante difficoltà. La resilienza multilivello si occupa dei successi raggiunti malgrado il verificarsi di estreme diseguaglianze. Il concetto di resilienza, centrato sulla resistenza, la perseveranza, gli obiettivi e gli approcci locali, e i contesti sovra e sottoordinati di rischi e fattori protettivi, č in sintonia con i valori e i principi della psicologia di comunità.
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Valoriani, Vania, Serena Vaiani, and maria Gabriella Ferrari. "Intersoggettivitŕ primaria, interazione precoce ed esperienza di allattamento: soddisfazione materna ed esordio depressivo come fattori di rischio per lo sviluppo infantile." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 72–95. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003004.

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Abstract:
Questo studio longitudinale ha valutato 33 madri dal 3° trimestre di gravidanza ai 3 mesi circa dal parto. Il campione fa parte di un piů ampio studio sulla transizione alla genitorialitŕ, dal quale sono state selezionate le donne con una relazione stabile con il partner e un buon supporto sociale percepito per poter escludere fattori di rischio psicosociale, che non riportavano precedenti disturbi psichiatrici, gravidanza fisiologica e bambini nati sani e a termine. In gravidanza č stato valutato il tono dell'umore materno, la soddisfazione nella relazione di coppia e i sintomi psichiatrici life-time. A circa 3 mesi dal parto il protocollo comprendeva la videoregistrazione dell'interazione con il bambino secondo la metodica del Global Rating Scale (GRS), il retest della scala per la depressione e un'intervista sul contesto emotivo della maternitŕ con riferimento all'andamento e alla soddisfazione nell'esperienza di allattamento. I risultati hanno evidenziato correlazioni negative fra segni di depressione della madre dopo il parto e la scala della sensibilitŕ del GRS, cosě come la qualitŕ del supporto del partner č apparsa correlata con le problematiche relative all'esperienza di allattamento e a piů evidenti sintomi depressivi. La comunicazione nell'interazione dei bambini che avevano avuto un allattamento problematico, o lo avevano giŕ interrotto o mai iniziato, č risultato piů povera nelle scale del GRS. I risultati confermano l'ipotesi che la relazione di allattamento possa essere un fattore protettivo nello sviluppo di competenze in- fantili, come dimostrato dai bambini durante l'interazione con la madre, nel senso di maggior capacitŕ di elicitare risposte positive nella madre.
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Dicuonzo, F. "Fattori di rischio e profilassi." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 2 (August 1988): 165–68. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100207.

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Abstract:
La somministrazione di mezzi di contrasto comporta «Fattori di rischio» che possiamo considerare «relativi al paziente» e, quindi, connessi alla sua condizione clinica e «relativi all'esame» e, quindi, dipendenti dalle modalità di somministrazione del mezzo di contrasto e, soprattutto, dal tipo di mezzo di contrasto. Il perfezionamento della ricerca farmacologica negli ultimi quindici anni, soprattutto nel campo dei mezzi di contrasto, ha permesso di attuare una «profilassi» dei cosiddetti «fattori di rischio». Momento fondamentale di tale profilassi è proprio la scelta del m.d.c. I mezzi di contrasto a bassa osmolarità non ionici consentono una minore tossicità ed una maggiore maneggevolezza. Non indicate in assoluto, tali sostanze sono altresì consigliabili nei «pazienti a rischio» e negli «esami a rischio», intendendo per essi anche quelli con ampia dose di mezzo di contrasto.
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Dissertations / Theses on the topic "Fattori di rischio e protettivi"

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MAINO, ELEONORA. "Problemi emotivo-comportamentali nei bambini tra 3 e 5 anni:assessment, fattori di rischio e fattori protettivi." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1740.

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Abstract:
La presente ricerca nasce da una domanda di un territorio specifico che si è interrogato relativamente ai problemi emotivo-comportamentali dei bambini in età prescolare Tale richiesta ci ha sollecitato da un punto di vista teorico a porre l’attenzione da un lato, sul significato “clinico” dei problemi emotivo-comportamentali dei bambini, dall’altro sul processo di assessment e in particolar modo sulla prospettiva multi-informant . Tale prospettiva è stata nello specifico oggetto di riflessione e indagine empirica soprattutto nel primo studio dove si sono considerate con particolare attenzione le discrepanze tra gli informant e il loro possibile significato. La domanda di ricerca iniziale si è quindi ampliata fino ad affrontare l’individuazione dei fattori protettivi e di rischio nello sviluppo psicologico dei bambini in età prescolare. A questo proposito il secondo studio propone un modello multifattoriale per la comprensione delle problematiche emotivo-comportamentali dei bambini che tiene conto di aspetti individuali e di aspetti relazionali, familiari in primo luogo. Infine, il terzo studio vede l’utilizzo del modello teorico proposto nei i primi due studi su di un campione di genitori che si sono rivolti a un servizio territoriale arrivando a identificare gli elementi del modello che discriminano famiglie considerate normali da quelle definibili come cliniche.
This research developed from a need to answer specific questions about emotional-behavioral problems in preschool children. From a theoretical point of view, this need forced one to focus on the “clinical” meaning of emotional-behavioral problems in pre-school children and their assessment processes, especially from a multi-informant perspective. Particularly, this perspective was a topic of interest in an empirical investigation in the first study, where discrepancies between informants and their possible perceptions were considered with particular attention. The initial research question was expanded to deal with the identification of risk and protective factors in the psychological development of preschool children. On this regard, the second study proposed a multi-factorial model to understand the emotional and behavioral problems of children which took into account individual and relational aspects, including especially the family. Finally, the third study considered the use of a theoretical model proposed in the first two studies with a sample of parents who turned for help to social services to identify from the model critical elements that discriminated families which could be considered functional from those defined as clinical.
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MAINO, ELEONORA. "Problemi emotivo-comportamentali nei bambini tra 3 e 5 anni:assessment, fattori di rischio e fattori protettivi." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1740.

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Abstract:
La presente ricerca nasce da una domanda di un territorio specifico che si è interrogato relativamente ai problemi emotivo-comportamentali dei bambini in età prescolare Tale richiesta ci ha sollecitato da un punto di vista teorico a porre l’attenzione da un lato, sul significato “clinico” dei problemi emotivo-comportamentali dei bambini, dall’altro sul processo di assessment e in particolar modo sulla prospettiva multi-informant . Tale prospettiva è stata nello specifico oggetto di riflessione e indagine empirica soprattutto nel primo studio dove si sono considerate con particolare attenzione le discrepanze tra gli informant e il loro possibile significato. La domanda di ricerca iniziale si è quindi ampliata fino ad affrontare l’individuazione dei fattori protettivi e di rischio nello sviluppo psicologico dei bambini in età prescolare. A questo proposito il secondo studio propone un modello multifattoriale per la comprensione delle problematiche emotivo-comportamentali dei bambini che tiene conto di aspetti individuali e di aspetti relazionali, familiari in primo luogo. Infine, il terzo studio vede l’utilizzo del modello teorico proposto nei i primi due studi su di un campione di genitori che si sono rivolti a un servizio territoriale arrivando a identificare gli elementi del modello che discriminano famiglie considerate normali da quelle definibili come cliniche.
This research developed from a need to answer specific questions about emotional-behavioral problems in preschool children. From a theoretical point of view, this need forced one to focus on the “clinical” meaning of emotional-behavioral problems in pre-school children and their assessment processes, especially from a multi-informant perspective. Particularly, this perspective was a topic of interest in an empirical investigation in the first study, where discrepancies between informants and their possible perceptions were considered with particular attention. The initial research question was expanded to deal with the identification of risk and protective factors in the psychological development of preschool children. On this regard, the second study proposed a multi-factorial model to understand the emotional and behavioral problems of children which took into account individual and relational aspects, including especially the family. Finally, the third study considered the use of a theoretical model proposed in the first two studies with a sample of parents who turned for help to social services to identify from the model critical elements that discriminated families which could be considered functional from those defined as clinical.
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battista, paola. "Fattori di rischio psicopatologico ed elementi protettivi nel trapianto d'organo in età evolutiva." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426027.

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Abstract:
Background. Since 1987, paediatric patients undergoing organ transplantation are followed during all their therapeutic iter in the Paediatric Clinical care center of Padova. The Infant Neuropsychiatric consultation activity with the children and their parents put in evidence some complex adaptation problems and the r isk of psychopathological complications. This laid the foundation for this research, which started in 1996 with collection of case and still goes on today. Purpose of the study. The purpose of this research is to value the incidence and the specificity of the psychopathology in our paediatric transplanted population, for analyzing the situation and for verifying, trough the examination of some hypothetically significant variables, if some particular clinical, social and relief condition could influence the psychological evolution of the paediatric patient that has undergone transplantation. Materials and methods. The studied population is composed of 72 subjects, 46 with liver transplantation and 25 with heart transplantation. The patient have been studied with a standardized protocol, with some differences due to the various age ranges of evaluation. The patient are evaluated with a free clinical interview (an average of 4 session for the child and the same for the parents), with two different operators. Moreover, three types of tests are administered, determined by patients age: development test (Bayley’s Infant Scale of Development), cognitive test (Raven’s Progressive Matrices, WISC-R, WPPSI), personality test (projective test of Rorschach). After evaluation, the research chief hols a group discussion concerning each patients individually. The patients have been classified with two manuals: CFTMEA, specific for the developing age , and DSM-IV-R, useful for the information exchange between national and international clinical research. A score has been associated to the CFTMEA classification, in order to summarize into a semi-quantitative value the clinical diagnosis of the patient. It allows verification, trough statistical tests, of the significance in the relation between variables of every patient and his psychical functionality. Result. From the evaluation and the statistical elaboration of our data, the result show that almost 70% of the patients has psychological diagnosis. Among the psychological diagnosis, we can observe above all the presence of Anxiety and Depression. The following variables result statistically correlated to the gravity score: 1) Parental function (maternal and paternal); 2) Psychological state before and after transplantation; 3) Traumatic events in the post transplant period; 4) NPI assistance; 5) Time elapsed between the transplantation and the follow up; 6) The type of transplanted organ. Conclusion. The research confirms the hypothesis that transplantation can be a medical practice with a potential risk for psychological balance of the patient, especially during the developing age. It suggests to take into consideration, in parallel with technical aspects of surgical and medical act, the psychological implications and the relief necessity of these patients and their families, in order to offer them appropriate strategies, regarding the specific problems emerged.
Presupposti dello studio. Presso la Clinica Pediatrica di Padova si seguono pazienti per trapianti d’organo dal 1987 per tutta la durata dell’iter terapeutico. L’attività di consulenza Neuropsichiatrica Infantile con i bambini ed i loro genitori ha posto in evidenza complesse problematiche di adattamento e di rischio psicopatologico, ponendo le basi di questo studio, cominciato nel 1996 con la raccolta dei casi e tuttora in corso. Scopo dello studio. La ricerca è volta a valutare l’incidenza e la specificità della psicopatologia nella colazione di soggetti trapiantati in età evolutiva oggetto di studio, al fine di inquadrare la situazione e di verificare, attraverso l’analisi di variabili ritenute ipoteticamente significative, se l’esistenza di particolari condizioni cliniche, sociali e assistenziali possa influenzare l’evoluzione psichica del paziente pediatrico sottoposto a trapianto. Materiali e Metodi. La popolazione oggetto di studio comprende 72 soggetti: 46 sottoposti a trapianto di fegato e 25 sottoposti a trapianto di cuore. I pazienti sono stati valutai secondo un protocollo che si differenzia a seconda delle fasce di età al momento della valutazione. Esso prevede la valutazione mediante colloqui clinico libero (in media 4 sedute e altrettante per i suoi genitori) con due operatori diversi: uno per il paziente ed uno per i genitori. Il protocollo prevede inoltre la somministrazione di vari Test, scelti in base all’età del paziente: di sviluppo (Scala di Sviluppo Bayley), cognitivi(Matrici Progressive di Raven, WISC-R, WPPSI) e di personalità (Test di Rorschach) . Alla valutazione ha fatto seguito una discussione in gruppo del caso di ciascun paziente, sotto la guida del responsabile della ricerca. I pazienti sono stati classificati mediante l’utilizzo di due manuali: il CFTMEA, specifico per l’età evolutiva, ed il DSM-IV, utile allo scambio di informazioni tra ambienti clinici e di ricerca internazionali. Alla valutazione con la classificazione CFTMEA è stato associato un punteggio (Score) atto a riassumere in un valore semiquantitativo la diagnosi clinica del paziente, al fina di verificare, attraverso l’applicazione di modelli statistici, la significatività della relazione esistente tra le variabili considerate per ogni singolo paziente e il suo funzionamento psichico. Risultati. Dall’elaborazione statistica dei dati raccolti emerge che il 70% presenta una diagnosi di psicopatologia. Tra le diagnosi psicopatologiche, notiamo soprattutto la presenza di Disturbi Ansiosi e Depressivi. Risultano statisticamente significative correlate allo Score di gravità le seguenti Variabili: 1) funzioni genitoriali (materna e paterna); 2) Stato psichico pre e post-trapianto; 3) Eventi traumatici nel post-trapianto; 4) Intervento NPI; 5)Tempo trascorso tra trapianto e follow up; 6) Tipo d’organo trapiantato. Conclusioni. Lo studio conferma l’ipotesi che il trapianto sia una procedura potenzialmente a rischio per l’equilibrio psicologico del paziente, specialmente in età evolutiva. Lo studio ci suggerisce di considerare, parallelamente all’aspetto “tecnico” di questo atto chirurgico e medico, anche le implicazioni psicologiche e le necessità assistenziali di tali pazienti e delle loro famiglie, al fine di offrire loro un servizio adeguato ed un aiuto rispetto alle specifiche problematiche emerse
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TRUSSONI, FRANCESCA. "I fattori di rischio e protettivi al disagio scolastico in adolescenza: l'analisi multivariata dei dati su uno studio longitudinale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/8744.

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Abstract:
This work explores the evolution of psychological variables that evaluate adolescents’ experience of school aiming to study (and prevent) drop-out. Data from a 3-wave longitudinal panel (N = 235, measured at 12, 15 and 17 years of age) were used to estimate a structural equations model with the same observed variables, scales adapted from another longitudinal study (Borricua Chidren Interview, Bird, 2006), in the three waves as indicators of risk or protection factors with the factors linked over time predicting school experience of the adolescents. A specific questionnaire, S.I.D (Self Inventory in-school drop-out) was constructed to probe the reasons for feeling uneasy at school (covert drop-out). The resulting structural equation model identified 3 scales - self-esteem, coping and social supports- as protective, and 4 scales - association with deviant peers, delinquency behaviour/attitude, and sensations seeking – as risk factors for covert drop-out in S.I.D. The loadings of the observed variables vary over time. The role of relational variables is determinant at 17 years, when peer relationships are obviously relevant, both in term of risk (deviant peers), and in term of protection (social support). Implications for current practice and future research are discussed for understanding the etiology of in-school drop-out and adopting specific prevention strategy to improve the quality of school experience during adolescence.
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CAVALLINI, MARIA CLARA. "GENITORIALITÀ DIGITALE: VULNERABILITÀ E FATTORI PROTETTIVI ASSOCIATI ALL'ESPOSIZIONE DEI FIGLI AI RISCHI ONLINE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/119854.

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Abstract:
Questa tesi di dottorato nasce dal bisogno dell'azienda Centro Tice di una comprensione più profonda dei rischi del web, delle strategie di mediazione dei genitori e dei modi per sostenere le famiglie nel loro ruolo di mediazione. Le domande di ricerca che ho strutturato e a cui ho cercato di rispondere con la mia tesi di dottorato sono tre: Quali strategie genitoriali sono più efficaci nel ridurre l'esposizione dei bambini ai rischi del web? Quali sono i fattori di rischio e quali i fattori protettivi verso l'esposizione dei bambini ai rischi online? Come possiamo supportare il maggior numero possibile di genitori in questo nuovo ruolo di mediatori di contenuti digitali, in modo efficace e funzionale? Il mio percorso di ricerca si è quindi articolato in tre studi - una scoping review approfondita della letteratura scientifica sul tema della mediazione genitoriale, e dell'esposizione dei bambini ai rischi online - uno studio quantitativo che ha indagato le caratteristiche e le vulnerabilità che possono portare i bambini, e in particolare i bambini con bisogni educativi speciali (SEN), a sperimentare più rischi on-line - la valutazione della fattibilità e dei primi risultati di un intervento di formazione dei genitori volto a sostenere le capacità di mediazione dei genitori. La revisione della letteratura e i dati raccolti hanno portato a diversi risultati: (1) le strategie di mediazione sono efficaci e interagiscono con una variabile ancora più importante: la relazione empatica genitore-figlio. (2) Gli adolescenti e i genitori hanno percezioni molto diverse rispetto all'esperienza dei rischi online, e secondo i genitori, gli adolescenti con bisogni educativi speciali sono più a rischio nel mondo virtuale. Molte correlazioni negative sono state trovate sia dagli adolescenti che dai genitori tra l'adattamento sociale e scolastico e l'uso problematico di Internet. (3) Un intervento di gruppo per i genitori rappresenta un metodo fattibile e gradito ai genitori di preadolescenti per entrare nel mondo della mediazione dell'uso di Internet.
This doctoral thesis originates from Centro Tice company's need for a deeper understanding of Web risks, parental mediation strategies and ways to support families in their mediational role. The research questions I structured and attempted to answer with my doctoral dissertation are threefold: What parenting strategies are most effective in reducing children's exposure to Web risks? What are the risk factors and what are the protective factors towards children's exposure to online risks? How can we support as many parents as possible in this new role as mediators of digital content, in an effective and functional way? My research path, therefore, consisted of three studies: - an in-depth scoping review of the scientific literature on the topic of parental mediation, and children's exposure to risks on-line - a quantitative study that investigated the characteristics and vulnerabilities that can lead children, and in particular children with Special Educational Needs (SEN), to experience more risks online, - the evaluation of feasibility and early outcomes of a parent training intervention aimed at supporting parents' mediational skills. The literature review and data collected uncovered several findings: (1) mediation strategies are effective and interact with an even more important variable: the parent-child empathic relationship. (2) Teens and parents have very different perceptions with respect to experiencing online risks, and according to parents, teens with SEN are more at risk in the virtual world. Many negative correlations were found by both teens and parents between social and school adjustment and problematic Internet use. (3) A group intervention for parents represents a feasible and welcome method for parents of preadolescents to enter the world of Internet use mediation
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De, Quarto Nicola <1979&gt. "Fattori di rischio in corso di tromboflebite nel cavallo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3021/1/da_stampare_con_frontespizio_15-3-10.pdf.

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De, Quarto Nicola <1979&gt. "Fattori di rischio in corso di tromboflebite nel cavallo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3021/.

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Capelli, Marilù <1974&gt. "Sindrome di Down e fattori di rischio nel declino neurocognitivo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2917/1/Capelli_Maril%C3%B9_tesi.pdf.

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Abstract:
Down syndrome (DS) or Trisomy 21, occurring in 1/700 and 1/1000 livebirths, is the most common genetic disorder, characterized by a third copy of the human chromosome 21 (Hsa21). DS is associated with various defects, including congenital heart diseases, craniofacial abnormalities, immune system dysfunction, mental retardation (MR), learning and memory deficiency. The phenotypic features in DS are a direct consequence of overexpression of genes located within the triplicated region on Hsa21. In addition to developmental brain abnormalities and disabilities, people with DS by the age of 30-40 have a greatly increased risk of early-onset of Alzheimer’s disease (AD) and an apparent tendency toward premature aging. Many of the immunological anomalies in DS can be enclosed in the spectrum of multiple signs of early senescence. People with DS have an increased vulnerability to oxidative damage and many factors, including amyloid beta protein (Abeta), genotype ApoE4, oxidative stress, mutations in mitochondrial DNA (mtDNA), impairment of antioxidant enzymes, accelerated neuronal cell apoptosis, are related to neuronal degeneration and early aging in DS. SUBJECTS and METHODS: Since 2007 a population of 50 adolescents and adults with DS, 26 males and 24 females (sex-ratio: M/F = 1.08), has been evaluated for the presence of neurological features, biomarkers and genetic factors correlated with neuronal degeneration and premature aging. The control group was determined by the mother and the siblings of the patients. A neuropsychiatric evaluation was obtained from all patients. The levels of thyroid antibodies (antiTg and antiTPO) and of some biochemical markers of oxidative stress, including homocysteine (tHcy), uric acid, cobalamin, folate were measured. All patients, the mother and the siblings were genotyped for ApoE gene. RESULTS: 40% of patients, with a mild prevalence of females aged between 19 and 30 years, showed increased levels of antiTg and antiTPO. The levels of tHcy were normal in 52% patients and mildly increased in 40%; hyperomocysteinemia was associated with normal levels of thyroid antibodies in 75% of patients (p<0.005). The levels of uric acid were elevated in 26%. Our study showed a prevalence of severe MR in patients aged between 1-18 years and over 30 years. Only 3 patients, 2 females and one male, over 30 years of age, showed dementia. According to the literature, the rate of Down left-handers was high (25%) compared to the rest of population and the laterality was associated with increased levels of thyroid antibodies (70%). 21.5% of patients were ApoE4 positive (ApoE4+) with a mean/severe MR. CONCLUSIONS: Until now no biochemical evidence of oxidative damage and no deficiency or alteration of antioxidant function in our patients with DS were found. mtDNA sequencing could show some mutations age-related and associated with oxidative damage and neurocognitive decline in the early aging of DS. The final aim is found predictive markers of early-onset dementia and a target strategy for the prevention and the treatment of diseases caused by oxidative stress. REFERENCES: 1) Rachidi M, Lopes C: “Mental retardation and associated neurological dysfunctions in Down syndrome: a consequence of dysregulation in critical chromosome 21 genes and associated molecular pathways.” - Eur J Paediatr Neurol. May;12(3):168-82 (2008). 2) Lott IT, Head E: “Down syndrome and Alzheimer's disease: a link between development and aging.” - Ment Retard Dev Disabil Res Rev, 7(3):172-8 (2001). 3) Lee HC, Wei YH: “Oxidative Stress, Mitochondrial DNA Mutation, and Apoptosis in Aging.” - Exp Biol Med (Maywood), May;232(5):592-606 (2007).
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Capelli, Marilù <1974&gt. "Sindrome di Down e fattori di rischio nel declino neurocognitivo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2917/.

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Abstract:
Down syndrome (DS) or Trisomy 21, occurring in 1/700 and 1/1000 livebirths, is the most common genetic disorder, characterized by a third copy of the human chromosome 21 (Hsa21). DS is associated with various defects, including congenital heart diseases, craniofacial abnormalities, immune system dysfunction, mental retardation (MR), learning and memory deficiency. The phenotypic features in DS are a direct consequence of overexpression of genes located within the triplicated region on Hsa21. In addition to developmental brain abnormalities and disabilities, people with DS by the age of 30-40 have a greatly increased risk of early-onset of Alzheimer’s disease (AD) and an apparent tendency toward premature aging. Many of the immunological anomalies in DS can be enclosed in the spectrum of multiple signs of early senescence. People with DS have an increased vulnerability to oxidative damage and many factors, including amyloid beta protein (Abeta), genotype ApoE4, oxidative stress, mutations in mitochondrial DNA (mtDNA), impairment of antioxidant enzymes, accelerated neuronal cell apoptosis, are related to neuronal degeneration and early aging in DS. SUBJECTS and METHODS: Since 2007 a population of 50 adolescents and adults with DS, 26 males and 24 females (sex-ratio: M/F = 1.08), has been evaluated for the presence of neurological features, biomarkers and genetic factors correlated with neuronal degeneration and premature aging. The control group was determined by the mother and the siblings of the patients. A neuropsychiatric evaluation was obtained from all patients. The levels of thyroid antibodies (antiTg and antiTPO) and of some biochemical markers of oxidative stress, including homocysteine (tHcy), uric acid, cobalamin, folate were measured. All patients, the mother and the siblings were genotyped for ApoE gene. RESULTS: 40% of patients, with a mild prevalence of females aged between 19 and 30 years, showed increased levels of antiTg and antiTPO. The levels of tHcy were normal in 52% patients and mildly increased in 40%; hyperomocysteinemia was associated with normal levels of thyroid antibodies in 75% of patients (p<0.005). The levels of uric acid were elevated in 26%. Our study showed a prevalence of severe MR in patients aged between 1-18 years and over 30 years. Only 3 patients, 2 females and one male, over 30 years of age, showed dementia. According to the literature, the rate of Down left-handers was high (25%) compared to the rest of population and the laterality was associated with increased levels of thyroid antibodies (70%). 21.5% of patients were ApoE4 positive (ApoE4+) with a mean/severe MR. CONCLUSIONS: Until now no biochemical evidence of oxidative damage and no deficiency or alteration of antioxidant function in our patients with DS were found. mtDNA sequencing could show some mutations age-related and associated with oxidative damage and neurocognitive decline in the early aging of DS. The final aim is found predictive markers of early-onset dementia and a target strategy for the prevention and the treatment of diseases caused by oxidative stress. REFERENCES: 1) Rachidi M, Lopes C: “Mental retardation and associated neurological dysfunctions in Down syndrome: a consequence of dysregulation in critical chromosome 21 genes and associated molecular pathways.” - Eur J Paediatr Neurol. May;12(3):168-82 (2008). 2) Lott IT, Head E: “Down syndrome and Alzheimer's disease: a link between development and aging.” - Ment Retard Dev Disabil Res Rev, 7(3):172-8 (2001). 3) Lee HC, Wei YH: “Oxidative Stress, Mitochondrial DNA Mutation, and Apoptosis in Aging.” - Exp Biol Med (Maywood), May;232(5):592-606 (2007).
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ROSSETTI, MARTA. "Rilascio di radon: problematiche di rilevamento e valutazione dei fattori di rischio." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2009. http://hdl.handle.net/11392/2388727.

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Abstract:
Internationally the indoor radon exposition as health hazard is widely recognized; so specific laws and regulations have been introduced in many countries and so-called radon - risk maps have consequently been produced. In Italy the radon exposure legislation regards only general workplaces (D. Lgs. n. 241/00) and the only national survey was conducted in the 90’s by APAT, ISS and ARPA regional agencies; this survey evaluated the exposure to indoor radon in national dwellings on large scale. Failing guidelines, only few Italian Regions have started surveys for the identification of “radon prone areas” but with independent standards and protocols and this involved a bigger uncertainty on the definition of a national risk map. In the present work a standardized methodology for indoor radon measurements has been set up; especially the developed passive measurement tecnique has been validated through an intercomparison with international laboratories. A radon indoor monitoring survey has been conducted countrywide and 5425 data have been elaborated to produced a map of the annual average radon concentration in the Italian Regions and moreover we verified the relapse of seasonal fluctuations on radon concentrations. We georeferentiated the data obtained in the Italian Regions with the largest number of samplig (Lombardia, with the case studies of Milano Province and Milano city, Emilia Romagna, Toscana, Puglia) and we elaborated these data using geostatistical technique in order to produce distribution maps of the annual average indoor radon concentration. Appling the approach recently utilized internationally, we have integrated the elaborated maps with the geological knowledges of the high concentration macro-areas identified in this work in order to better determine them. This study has allowed to point out not negligible radon concentrations also in traditionally no–risk zone; moreover the application of the developed methodology will be useful to give advices in order to fill legislation gaps or to draft urban development plans.
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Books on the topic "Fattori di rischio e protettivi"

1

Sauro, Rosario Di. La genitorialità: Percorsi di crescita e fattori di rischio psicopatologico. Roma: Aracne, 2006.

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L, Scandizzo Pasquale, Atella Piero, and Istituto Guglielmo Tagliacarne, eds. Fattori di rischio e di sviluppo nelle nuove imprese del Mezzogiorno. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1997.

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3

Gabriella, Liberati, and Ottaviani Antonello, eds. Ambiente di lavoro: Imbarcazioni da diporto in vetroresina : fattori di rischio e prevenzione. Roma: Armando, 2006.

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Izzi, Daniela. Eguaglianza e differenze nei rapporti di lavoro: Il diritto antidiscriminatorio tra genere e fattori di rischio emergenti. Napoli: Jovene, 2005.

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Menotti, A. Probalitità di sopravvivenza in 25 anni in uomini di età media in funzione di 12 fattori di rischio =: Surviving probabilities of middle-age men in 25 years as a function of twelve risk factors. Roma: Istituto superiore di sanità, 1987.

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Birindelli, Giuliana, Andrey Karpov, Vera Palea, Pasqualina Porretta, Fabio Salis, Paola Brighi, Helen Chiappini, et al. L’integrazione dei fattori ESG nella valutazione del rischio di credito. AIFIRM, 2021. http://dx.doi.org/10.47473/2016ppa00029.

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Abstract:
L’interesse verso assetti produttivi compatibili con la tutela dell’ambiente, con un maggiore equilibrio sociale e con adeguate prassi di governance rappresenta una necessità vieppiù sentita dalle banche, incoraggiate a perseguire simili obiettivi da una regolamentazione sempre più pervasiva e dalla crescente consapevolezza di investitori e clienti. Un atteggiamento di apertura verso le istanze ecologiche, sociali e di buon governo societario (in breve, “ESG”) appare quanto mai raccomandabile in un business, come l’intermediazione finanziaria, fondato sulla fiducia. La capacità di allinearsi alle nuove preferenze e sensibilità del pubblico può diventare un potente driver di successo, come confermato dagli elevati tassi di crescita registrati dai fondi comuni “sostenibili” e di altre forme di responsible investing.
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Aceranti, Andreas, Elena Spini, Riccardo Colangelo, Domenico Margariti, and martina ribero. Bullismo in Ambito Scolastico: Fattori Di Rischio, Vittimologia e Prevenzione. Independently Published, 2017.

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Hofinger, Gesine, Cornelius Buerschaper, and Michael St Pierre. Gestione delle crisi in medicina d'urgenza e terapia intensiva: Fattori umani, psicologia di gruppo e sicurezza dei pazienti negli ambienti ad alto rischio. Springer, 2014.

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Simon, Robert, Gesine Hofinger, Cornelius Buerschaper, Michael St Pierre, and Ivan Daroui. Gestione delle crisi in medicina d'urgenza e terapia intensiva: Fattori umani, psicologia di gruppo e sicurezza dei pazienti negli ambienti ad alto rischio. Springer, 2015.

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10

Simon, Robert, Gesine Hofinger, Cornelius Buerschaper, Michael St Pierre, and Ivan Daroui. Gestione delle crisi in medicina d'urgenza e terapia intensiva: Fattori umani, psicologia di gruppo e sicurezza dei pazienti negli ambienti ad alto rischio. Springer, 2013.

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Book chapters on the topic "Fattori di rischio e protettivi"

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Riva, M. A. "Epidemiologia e fattori di rischio." In Aterosclerosi, 9–18. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1412-1_3.

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2

Luisetto, Giovanni, and Valentina Camozzi. "Semeiotica, epidemiologia e fattori di rischio dell’osteoporosi." In Osteoporosi e malattie metaboliche dell’osso, 33–46. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1357-5_3.

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3

Cena, Loredana, and Antonio Imbasciati. "Parenting nella nascita a termine e pretermine: fattori di protezione e rischio." In La relazione genitore-bambino, 145–90. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1720-7_6.

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Cena, Loredana, and Antonio Imbasciati. "La ricerca in Psicologia Clinica Perinatale: Fattori di rischio e protezione per la tutela della salute mentale." In Prendersi cura dei bambini e dei loro genitori, 47–70. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2472-4_3.

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5

Tarantino, Umberto, and Giuseppina Resmini. "Valutazione dei pazienti con fratture da fragilità e/o con bassa BMD (T-score<-2,5) in presenza di uno o più fattori di rischio." In La gestione delle fratture da fragilità ossea, 19. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1881-5_5.

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