Academic literature on the topic 'Fabbisogno alimentare'

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Journal articles on the topic "Fabbisogno alimentare"

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Gastaldi, Roberto, Paola Borgia, and Mohamad Maghnie. "Lo iodio nell’alimentazione dell’età evolutiva." L'Endocrinologo 22, no. 4 (August 2021): 293–97. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00924-2.

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Abstract:
SommarioLo iodio viene assunto esclusivamente attraverso gli alimenti e rappresenta un componente essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei. Una carenza iodica misconosciuta da inadeguato apporto dietetico che si instaura nei primi anni di vita può essere responsabile di scarsa crescita e disordini dello sviluppo neuro-cognitivo. Negli ultimi anni è aumentata la prevalenza delle allergie alimentari e dei cultori di diete vegane nei paesi occidentali. Entrambe le situazioni impongono restrizioni dietetiche, limitando le fonti di importanti nutrienti come iodio, ferro, zinco, vitamina D, calcio e vitamina B12. Nelle allergie alimentari e in regime dietetico vegano, infatti, i primi alimenti ad essere esclusi sono proprio quelli a maggior contenuto di iodio, come pesce, latte, uova e derivati. L’apporto di iodio può dunque divenire insufficiente qualora non ci sia adeguato utilizzo di fonti di iodio alternative, come il sale iodato. Pertanto, risulta fondamentale che gli operatori sanitari siano a conoscenza dei possibili rischi di carenze nutrizionali in bambini con allergia alimentare, vegani o entrambi, al fine di garantire un attento monitoraggio auxologico e nutrizionale e soddisfare il fabbisogno energetico e nutritivo. In questo articolo riassumiamo i principali aspetti riguardanti l’apporto iodico in dieta vegana e nelle diete di esclusione dei bambini con allergie alimentari, revisionando la letteratura su questi argomenti e fornendo alcuni suggerimenti per i pediatri.
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Sirtori, F., R. Bozzi, A. Crovetti, C. Aquilani, G. Campodoni, and C. Pugliese. "Fabbisogni proteici in suini Cinta Senese da 30 a 60 kg: risultati preliminari." Archivos de Zootecnia 67, Supplement (January 15, 2018): 119–21. http://dx.doi.org/10.21071/az.v67isupplement.3586.

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Abstract:
La conoscenza del fabbisogno proteico dei suini durante la prima fase di vita è fondamentale sia per ottenere elevati tassi di crescita sia per evitare sprechi di azoto. Le razze autoctone possiedono specifici requisiti in questo senso e la letteratura è scarsa anche una razza come la Cinta Senese. Pertanto, l’effetto di diversi livelli di proteina grezza (CP) in maiali di Cinta Senese, tra 30 e 60 kg, è stata valutata nell’ambito del progetto TREASURE*. Dodici suini maschi sono stati allevati singolarmente al chiuso, alimentati con quattro diete isoenergetiche con diversi livelli di CP (18, 16, 14 e 12%) equamente distribuite tra gli animali. Gli animali, con un peso vivo medio iniziale di 27 kg, sono stati alimentati ad libitum e macellati dopo 2 mesi di prova. Alla macellazione la mezzena sinistra della carcassa è stata sezionata in sei tagli: testa, collo, lombo, spalla, prosciutto e costole. Ogni taglio è stato sezionato nei tessuti principali. Per quanto riguarda le prestazioni in vita è stato notato un tasso di crescita leggermente superiore al diminuire del livello della proteina (ADG di 0,781, 0,774, 0,755 e 0.729 kg / d, rispettivamente per 12, 14, 16 e 18% di CP), anche se solo i due livelli estremi di CP (12 vs 18%) hanno comportato differenze statistiche (P = 0,05). Le percentuali dei tagli commerciali e dei tessuti principali sono risultate simili tra le diete. La dieta con il 12% di CP può essere il compromesso ottimale per la crescita delle Cinta Cenese da 30 a 60 kg di peso vivo.
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Corritore, Renzo P. "Horrea. Un'istituzione che «va e viene» nella politica annonaria delle cittŕ di antico regime." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134002.

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Abstract:
Approvvigionamento - Conservazione e distribuzione dei grani - Mercato - Storia urbana - Cittŕ italiane, secc. XIII-XVIII Quanto sia diffuso e quale natura abbia - innanzi agli interessi privati soprattutto - il Magazzino pubblico dei grani nelle cittŕ dell'Italia centro settentrionale nei secoli XIII-XVIII sono aspetti sufficienti a porre in discussione alcuni capisaldi della concezione tradizionale dell'Annona. In cittŕ la formazione di stock alimentari eccedenti il fabbisogno dei consumatori č di fatto un miraggio. Granai, magazzini, solai, strutture specializzate per il ricovero delle derrate sono un bene raro. La distribuzione del raccolto č ineguale, la struttura delle scorte fra i particolari ancor piů sperequata. Anche laddove si manifesta la volontŕ del ceto di governo o dell'autoritŕ di istituire un Magazzino municipale (o statale) non si esce da una forzata sussidiarietŕ - per la carenza degli spazi di ricovero - fra strutture pubbliche e granai privati. L'istituzione di un Magazzino pubblico dei grani a carattere permanente č quindi piů l'eccezione che la regola nelle cittŕ di antico regime. Qualora invece lo si faccia, si tratta di un'istituzione transitoria (da economia di guerra) oppure tende ad assumere il ruolo di fondamentale leva economica alla quale il ceto dirigente affida il compito di stabilizzare i prezzi di mercato anche nelle fasi di sovrapproduzione.
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Dissertations / Theses on the topic "Fabbisogno alimentare"

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Aguzzoni, Diego. "Implementazione e setting di un sistema MRP per l’approvvigionamento dei materiali in un’azienda alimentare: il caso Olitalia s.r.l." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
In questo elaborato viene descritta l'implementazione ed il setting di un sistema MRP per l'approvvigionamento dei materiali in un'azienda alimentare, il progetto si basa su una esperienza di tirocinio presso l'azienda Olitalia s.r.l. e descrive tutti i passaggi necessari all'introduzione del sistema (mappatura codici, parametrizzazione, test e elaborazione finale), evidenziandone i futuri vantaggi e le potenziali nuove criticità riscontrate.
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Legovini, Sara. "Ecologia trofica di sardina Sardina pilchardus (Walbaum, 1792) ed acciuga Engraulis encrasicolus (Linnaeus, 1758) nel Golfo di Trieste." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3163.

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Abstract:
2007/2008
Scopo della presente tesi è contribuire a colmare le importanti lacune relative all’ecologia trofica di Engraulis encrasicolus e Sardina pilchardus nel Golfo di Trieste, in modo da fornire conoscenze indispensabili alla gestione di tali risorse ittiche. Il materiale utilizzato per questa tesi è stato raccolto nel corso di sette campionamenti realizzati nell’ambito del progetto EcoMAdr (Ecologia del Mar Adriatico), tra maggio 2006 e febbraio 2007 nel Golfo di Trieste. Sebbene siano stati effettuati sette campionamenti, solo 5 di questi hanno fornito materiale sufficiente per lo studio del ritmo e del fabbisogno alimentare di sardina e di acciuga. I risultati ottenuti confermano che anche nel Golfo di Trieste l’attività alimentare di esemplari adulti di S. pilchardus è principalmente diurna, con picchi massimi in prossimità del tramonto. L’analisi del contenuto stomacale ha evidenziato che S. pilchardus è una specie zooplanctivora, che si nutre in prevalenza di Copepodi, quali Centropages spp., i Copepodi della famiglia Clauso-Paracalanidae, i Ciclopoidi Oncaea spp. ed Oithona spp., sebbene anche altre categorie di zooplancton, come Tintinnidi e larve di Decapodi siano, in certe occasioni, state trovate in quantità abbondanti, e che ricava dallo zooplancton la quasi totalità del carbonio ingerito. Nel contenuto stomacale dei campioni di sardina esaminati sono state ritrovate anche cellule fitoplanctoniche, sebbene le quantità non sono mai state abbondanti quanto quelle trovate nelle sardine di altre aree geografiche. Il fatto che all’interno dei contenuti stomacali siano state rinvenute prede di una vasta gamma di taglie (da 20 μm a >1400μm) fa supporre che la sardina catturata nel Golfo applichi due strategie alimentari diverse, la filtrazione (filter feeding) e la predazione visiva (particualte feeding). Tuttavia, sebbene la presenza di microorganismi nei contenuti stomacali avvalori il fatto che sardina riesca a filtrare e trattenere prede di piccole dimensioni, l’applicazione dell’indice di selettività di Ivlev (1955), dimostra che ha adottato un comportamento selettivo anche nei confronti di prede di piccole dimensioni, quali i copepodi Corycaeus spp. e Oncaea spp., ma non si sia alimentata di cladoceri nonostante questi fossero abbondantemente presenti nell’ambiente. A nostra conoscenza, al momento non esistono studi, oltre al presente lavoro di tesi, dedicati alla valutazione del fabbisogno alimentare di S. pilchardus, che espresso in termini di percentuale, ha un valore pari a 2.2%-2.8% di peso corporeo. I risultati ottenuti in questo studio confermano che l’attività alimentare di E. encrasicolus è fondamentalmente diurna, nonostante un certo livello di attività esista anche durante le prime ore dopo il crepuscolo. L’analisi dei contenuti stomacali ha confermato che E. encrasicolus è una specie prettamente zooplanctivora, che si nutre in prevalenza di piccoli copepodi (Oncaea spp. e Corycaeus spp.). Sebbene studi condotti in altre aree geografiche hanno evidenziato come questa specie possa nutrirsi occasionalmente di fitoplancton, la ricostruzione del contenuto in carbonio delle prede di E. encrasicolus, ha permesso di evidenziare che nel Golfo di Trieste la specie ottiene dallo zooplancton la totalità del carbonio ingerito. I dati relativi al fabbisogno energetico di esemplari adulti di E. encrasicolus presentati in questo lavoro, rappresentano la prima stima calcolata per le acciughe catturate nel Golfo di Trieste. Il fabbisogno alimentare giornaliero, espresso in termini percentuali, è pari al 1.2%-1.9% del suo peso corporeo (espresso come peso umido), di gran lunga inferiore a quanto osservato in precedenti studi presenti in letteratura.
XXI Ciclo
1977
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DECONTARDI, SIMONE. "Penicilli e Aspergilli associati al formaggio grana Approccio multifasico all'identificazione, fabbisogni ecologici e produzione di tossine." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19077.

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Abstract:
Recentemente, l’ocratossina A (OTA) è stata segnalata in formaggio grattugiato confezionato: si ritiene sia stata prodotta dallo sviluppo di alcuni funghi durante il periodo di maturazione. Gli studi presentati in questa tesi hanno avuto lo scopo di migliorare la conoscenza dei funghi, Aspergilli e Penicilli, associati al formaggio di tipo grana. Si è dunque provveduto alla loro identificazione tramite approccio multifasico, eseguendo anche prove ecologiche per definire i fabbisogni delle specie presumibilmente dominanti. Obiettivo finale sarà quello di predire il rischio di contaminazione da micotossine alle condizioni ambientali di stagionatura del prodotto. Aspergillus puulaauensis e alcune specie del genere Penicillium (P.crustosum and P. solitum) sono state rilevate con maggior frequenza, mentre non sono state rilevate nei campioni di crosta le specie P. nordicum e P. verrucosum. In ogni caso, le condizioni ambientali dei locali di maturazione (15-22°C; 72-88% UR) sono risultate favorevoli allo sviluppo di queste ultime, dando adito a preoccupazione circa una possibile contaminazione da OTA; tuttavia, il ruolo di altre specie micotossigene, ad esempio P. crustosum, non va sottovalutato. Le azioni di contrasto verso questi funghi micotossigeni dovrebbero, innanzitutto, ridurre l’inoculo presente nell’aria: l’ozono sembra efficace in tal senso; inoltre, l’utilizzo della luce blu potrebbe ridurre notevolmente la crescita fungina sulla superficie dei formaggi e delle scaffalature. Le informazioni fornite in questa tesi saranno utili ai produttori e agli altri operatori della filiera di questo prodotto, aiutandoli ad attuare una miglior gestione del rischio e a garantire un prodotto sicuro e di elevata qualità ai consumatori.
Ochratoxin A (OTA) was detected a few years ago in Italian packed grated cheese, and supposed to be produced by fungal growth during cheese ripening. The works managed and presented in this thesis aimed to improve knowledge about mycotoxigenic Aspergilli and Penicillia associated to Italian grana cheese. A multiphasic approach was applied for their identification and ecological trials were organised to define fungal needs of the expected dominant species. The objective was to predict the risk of mycotoxin contamination during the ripening condition of grana cheese. Aspergillus puulaauensis and some Penicillium spp (P.crustosum and P. solitum) were the prevalent species associated to grana cheese, while neither P. nordicum, nor P. verrucosum were detected in cheese rind. However, the environmental conditions of the ripening rooms (15-22°C; 72-88% RH) are favourable to P. nordicum and P. verrucosum, reinforcing concern about possible OTA contamination, but other mycotoxigenic species such as P. crustosum must not be neglected. Actions against those mycotoxigenic fungi should mainly reduce total inoculum in the environmental air: ozone is reported to be effective in this sense; moreover, blue light may significantly reduce fungal growth on cheese and shelves surfaces. Information provided therein will be useful for producers and stakeholders to perform a better risk management and guarantee a safe, high-quality product to consumers.
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DECONTARDI, SIMONE. "Penicilli e Aspergilli associati al formaggio grana Approccio multifasico all'identificazione, fabbisogni ecologici e produzione di tossine." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19077.

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Abstract:
Recentemente, l’ocratossina A (OTA) è stata segnalata in formaggio grattugiato confezionato: si ritiene sia stata prodotta dallo sviluppo di alcuni funghi durante il periodo di maturazione. Gli studi presentati in questa tesi hanno avuto lo scopo di migliorare la conoscenza dei funghi, Aspergilli e Penicilli, associati al formaggio di tipo grana. Si è dunque provveduto alla loro identificazione tramite approccio multifasico, eseguendo anche prove ecologiche per definire i fabbisogni delle specie presumibilmente dominanti. Obiettivo finale sarà quello di predire il rischio di contaminazione da micotossine alle condizioni ambientali di stagionatura del prodotto. Aspergillus puulaauensis e alcune specie del genere Penicillium (P.crustosum and P. solitum) sono state rilevate con maggior frequenza, mentre non sono state rilevate nei campioni di crosta le specie P. nordicum e P. verrucosum. In ogni caso, le condizioni ambientali dei locali di maturazione (15-22°C; 72-88% UR) sono risultate favorevoli allo sviluppo di queste ultime, dando adito a preoccupazione circa una possibile contaminazione da OTA; tuttavia, il ruolo di altre specie micotossigene, ad esempio P. crustosum, non va sottovalutato. Le azioni di contrasto verso questi funghi micotossigeni dovrebbero, innanzitutto, ridurre l’inoculo presente nell’aria: l’ozono sembra efficace in tal senso; inoltre, l’utilizzo della luce blu potrebbe ridurre notevolmente la crescita fungina sulla superficie dei formaggi e delle scaffalature. Le informazioni fornite in questa tesi saranno utili ai produttori e agli altri operatori della filiera di questo prodotto, aiutandoli ad attuare una miglior gestione del rischio e a garantire un prodotto sicuro e di elevata qualità ai consumatori.
Ochratoxin A (OTA) was detected a few years ago in Italian packed grated cheese, and supposed to be produced by fungal growth during cheese ripening. The works managed and presented in this thesis aimed to improve knowledge about mycotoxigenic Aspergilli and Penicillia associated to Italian grana cheese. A multiphasic approach was applied for their identification and ecological trials were organised to define fungal needs of the expected dominant species. The objective was to predict the risk of mycotoxin contamination during the ripening condition of grana cheese. Aspergillus puulaauensis and some Penicillium spp (P.crustosum and P. solitum) were the prevalent species associated to grana cheese, while neither P. nordicum, nor P. verrucosum were detected in cheese rind. However, the environmental conditions of the ripening rooms (15-22°C; 72-88% RH) are favourable to P. nordicum and P. verrucosum, reinforcing concern about possible OTA contamination, but other mycotoxigenic species such as P. crustosum must not be neglected. Actions against those mycotoxigenic fungi should mainly reduce total inoculum in the environmental air: ozone is reported to be effective in this sense; moreover, blue light may significantly reduce fungal growth on cheese and shelves surfaces. Information provided therein will be useful for producers and stakeholders to perform a better risk management and guarantee a safe, high-quality product to consumers.
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MANE, ERDGIN. "Microeconometric analysis of food security." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/207736.

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Abstract:
Rising Food Prices and Undernourishment: A Cross-Country Inquiry Il welfare delle famiglie nei paesi in via di sviluppo e stato colpito nel periodo 2005-2008 dal drammatico incremento nei prezzi dei beni alimentari. Nel presente lavoro, si adotta un approccio di equilibrio parziale, al ne di analizzare l'eetto a breve termine della crescita dei prezzi dei beni alimentari basilari sul livello di nutrizione, considerato quale indicatore del welfare. L'analisi consiste nella costruzione dei sistemi completi di domanda di beni alimentari, per poi eettuare micro-simulazioni a livello delle famiglie. Invece di limitare l'attenzione su un singolo paese, si fornisce una panoramica piu completa mediante una analisi cross-country resa possibile dall'utilizzo di indagini sulle famiglie rappresentative delle rispettive nazioni. La confrontabilita dei dati tra paesi e garantita dall'adozione delle medesime scelte metodologiche nel trattamento dei micro dati. L'analisi evidenzia come l'incremento del prezzo dei beni alimentari non solo induca una riduzione nel consumo medio di energia alimentare, ma inoltre, peggiori anche la distribuzione delle calorie, compromettendo ulteriormente le condizioni nutrizionali delle popolazioni. Emerge, inne, come l'accesso a terreni agricoli svolga un ruolo cruciale nell'assicurare un'adeguata alimentazione nelle aree rurali come pure, sorprendentemente, in quelle urbane. Estimating the Heterogeneous Eects of Aggregate Shocks on Caloric Adequacy: The Case of Hurricane Mitch in Nicaragua Gli esistenti studi di valutazione dell'impatto dell'uragano Mitch si sono n'ora focalizzati sugli eetti di breve e medio termine riscontrati su diversi aspetti sociali [la crescita del consumo delle famiglie (Premand, 2008), il benessere dei bambini (Baez & Santos, 2007), budget e scolarizzazione (Ureta, 2005)] attraverso l'analisi dei dati panel LSMS sulle famiglie nicaraguesi degli anni 1998, 1999 e 2001. Nel presente lavoro si analizzano gli eetti di piu lungo periodo, aggiungendo i dati relativi all'indagine del 2005 ai dati precedenti. Attraverso il metodo dierence-in-dierence, si sono indagati a distanza di 7 anni la persistenza degli eetti generati dall'uragano e della conseguente risposta umanitaria . Inoltre, andando oltre la semplice analisi dell'impatto medio, si e posta l'attenzione sull'eterogeneita degli eetti sulle famiglie. A tal ne, la stima dei Quantile Treatment Eects (QTE) e stata implementata sulla distribuzione della variabile d'interesse. Un ulteriore contributo apportato dal presente lavoro di ricerca e fornito dall'analisi dell'impatto dell'uragano su variabili intra-famigliari, avendo a disposizione solo variabili a livello di famiglia. La metodologia introdotta da Chesher (1997) viene qui estesa ad un set-up di valutazione dell'impatto, con l'obiettivo di stimare risultati specici per eta e sesso. L'obiettivo di tale approccio e anche 5 quello di far chiarezza sull'ecacia degli aiuti umanitari sul recupero del livello di benessere in essere prima dell'uragano. L'oggetto di interesse di questo capitolo e la nutrizione. Infatti, lo studio si pone l'obiettivo di stimare in modo dettagliato l'impatto avuto dall'uragano Mitch sull'adeguatezza del consumo calorico delle famiglie, intesa come rapporto tra il consumo di energia alimentare (chilocalorie) e il relativo fabbisogno minimo umano. La FAO e il principale produttore di studi ed analisi nazionali in materia di fame e sottonutrizione, riuscendo a coprire l'intero pianeta. La metodologia adottata ha il principale vantaggio di facilitare il confronto spazio-temporale tra paesi, ma ha anche la limitata capacita di identicare le cause dell'insicurezza alimentare all'interno dei paesi (FAO 2003, Barret 2010). La tendenza al rialzo dei prezzi, che ha caratterizzato numerosi beni di prima necessita tra il 2005 ed il 2008, ci ha spinto ad ampliare i principi della metodologia FAO, al ne di misurare l'impatto della crescita dei prezzi dei beni alimentari sulla sicurezza alimentare delle famiglie. L'obiettivo del presente capitolo e quello di fornire una descrizione dettagliata della metodologia applicata nei capitoli precedenti nella misurazione della sottonutrizione e, piu nello specico, dell'insucienza del consumo energetico, utilizzando le indagini sulle famiglie. Inoltre, il presente capitolo fornisce alcune linee guida utili per la misurazione della soglia del fabbisogno calorico specico per ogni famiglia, che sostituisca l'utilizzo di una soglia unica (generalmente, 2100 chilocalorie giornaliere per individuo). Lo sviluppo di un buon indicatore specico per famiglia sara estremamente utile anche nella conduzione di studi scientici solidi sulla valutazione dell'impatto dei programmi e delle politiche in materia di sicurezza alimentare nelle diverse aree del mondo.
Rising Food Prices and Undernourishment: A Cross-Country Inquiry Households' welfare in developing countries has been hit by dramatic food prices increases which occurred between 2005 and 2008. In this paper, we adopt a partial equilibrium approach to analyze the short-time eects of a staple food price increase on nutritional attainments, as a measure of welfare. The analysis consists of rst approximating complete food-demand systems and then performing household level micro-simulations. Instead of focusing on a single country prole, we provide a more complete snapshot through a cross-country assessment made possible by the use of nationally representative household surveys. Comparability is assured by the adoption of the same methodological choices in the treatment of the micro data. We nd that food price increase not only reduces the mean consumption of dietary energy, but also worsen the distribution of food calories, further deteriorating the nutritional status of populations. We also discovered that access to agricultural land plays a big role in assuring adequate nutritional attainments in rural areas, and surprisingly, even in urban areas. Keywords: Food prices, food policy, calories intake, demand system, household surveys, cross-country analysis Estimating the Heterogeneous Eects of Aggregate Shocks on Caloric Adequacy: The Case of Hurricane Mitch in Nicaragua Previous evaluation studies on the impact of the hurricane Mitch were focused on the short and medium-term average eects on dierent welfare outcomes [household consumption growth (Premand, 2008), child's wellbeing (Baez and Santos, 2007), household budget and schooling (Ureta, 2005)] using 1998, 1999 and 2001 LSMS panel data on Nicaraguan households. In this study, longer term eects are analyzed by adding the 2005 survey to the well-known dataset. We investigate through the dierence-in-dierence methodology if the eects of the hurricane and of the humanitarian response persist on average 7 years after. Additionally, we go beyond the standard average impact by focusing on the heterogeneity of the impact across households. For this purpose, the quantile treatment eect (QTE) estimation is implemented over the outcome distribution. Another contribution of this research is the analysis of the hurricane's impact on intra-household outcomes when only household-level data are available. The methodology introduced by Chesher (1997) is extended to the impact evaluation set-up in order to estimate age-gender specic outcomes. The scope of this methodology is also to shed some light on the short- and longer-term eectiveness of humanitarian response on the welfare levels. This chapter also focuses on nutritional attainment as the outcome of interest. In fact, the study aims to estimate in a comprehensive manner the impact of the hurricane Mitch on household caloric adequacy, which is dened as the ratio between the dietary energy consumption (caloric intake) and the minimum human requirements. Measuring Dietary Energy Deciency at the Household Level: A Methodological Note on the Micro-Analysis of Undernourishment FAO is the main provider of country-level estimates of undernourishment covering the whole world. Its methodology has the main advantage of facilitating comparisons across countries and over time, but also has a limited capacity to understand the causes of food insecurity within countries (FAO, 2003; Barret, 2010). The upward trends in global food prices, concerning many staple commodities between 2005 and 2008, stimulated us to extend the principles of the FAO methodology in order to assess the impact of rising food prices on household-level food security. The objective of this methodological chapter is to provide a detailed description of the methodology applied in the previous chapters for measuring undernourishment, and more specically dietary energy deciency at the household level. Additionally, this chapter provides some guidelines to construct household specic dietary energy requirements, instead of using a single threshold (generally, 2100 kilocalories per person per day) for all households. Constructing a good household-level indicator will also be useful to conduct scientically solid impact evaluations on food security programmes and policies in dierent areas of the world.
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