Dissertations / Theses on the topic 'Evoluzione modelli di sviluppo e gestione'

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VENINI, GIULIA. "Evoluzione dei modelli di gestione e sviluppo delle persone in azienda nella transizione tra crescita e crisi economica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/28329.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca si propone di osservare natura e caratteristiche del processo di cambiamento che sta avendo luogo all’interno delle organizzazioni aziendali nazionali per quanto attiene i modelli di formazione e crescita della classe dirigenziale, al fine di documentare quali strumenti e soluzioni sono dispiegate dalle imprese per far fronte alla prolungata instabilità del contesto economico-finanziario. Più in dettaglio, il progetto si attende di osservare e documentare quanto e come il clima economico ha impattato sul sistema delle organizzazioni italiane e quanto e come la cultura organizzativa sia stata influenzata dalla fase critica e abbia reagito apportando conseguenti trasformazioni al suo interno. Lo fa scegliendo come punto di vista quello dello sviluppo delle persone nelle organizzazioni, nello specifico dello sviluppo e formazione del management in azienda. La ricerca ha proceduto nel corso degli anni a quattro fasi di rilevazione: 2008-2009-2010-2011, con l’obiettivo di monitorare l’andamento e la rilevanza dei processi di formazione manageriale. Il monitoraggio longitudinale sulle dinamiche della domanda di questo tipo di formazione da parte delle imprese e sulle scelte di formazione (sempre manageriale) ha permesso di analizzare i mutamenti che hanno avuto luogo nel passaggio da una fase di prolungata, seppur contenuta, crescita economica ad una fase recessiva fino ad una fase di crisi economica e ha inteso tracciare gli impatti che questo andamento altalenante ha riflesso sulle organizzazioni. Partendo dall’analisi della letteratura sul declino organizzativo, l’approccio scelto inquadrerà diverse variabili organizzative e descriverà le differenti performance e le soluzioni contingenti rilevate tra le imprese che compongono il campione di studio.
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Bottazzo, Anna <1986&gt. "Business Incubator: modelli e traiettorie di sviluppo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4096.

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Abstract:
Sin dalla prima concezione negli anni Cinquanta, il business incubator si è continuamente evoluto nel tempo, adattando e adeguando i servizi offerti ai bisogni delle imprese incubate. Questa tesi presenta un'indagine sul ruolo del business incubator a supporto delle hardware start-up, all'interno di un contesto economico che sta riscoprendo e rivitalizzando il settore manifatturiero.
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MARINO, ANNA. "Le fondazioni italiane: possibili modelli regionali di sviluppo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1149.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi anni il dibattito intorno al ruolo, al peso sociale ed alla funzione economica delle istituzioni non profit ha assunto dimensioni sempre più ampie. Le fondazioni, in particolare, sono state oggetto di crescente attenzione sia da parte di studiosi che dei policy maker soprattutto negli ultimi due decenni. Il presente lavoro di ricerca è volto ad indagare l’universo delle fondazioni italiane, al fine di offrire una riflessione complessiva sui caratteri distintivi di tale specifiche istituzioni non profit nelle diverse regioni italiane, e si pone quale principale obiettivo quello di individuare dei possibili modelli regionali di sviluppo. In particolare, la prima parte del lavoro si concentra su un breve inquadramento teorico delle fondazioni e sul percorso evolutivo di tali istituzioni nel contesto italiano ed europeo. Dopo aver illustrato l’oggetto della rilevazione, vengono presentati la metodologia di indagine utilizzata per la prima rilevazione delle fondazioni ed i principali risultati conseguiti. In particolare, vengono descritte tutte le fasi del processo di rilevazione con specifico riferimento alla definizione dello strumento di indagine (questionario) ed alla costruzione dell’archivio di partenza. Nella seconda parte del lavoro si fornisce un quadro generale del panorama delle fondazioni italiane attraverso l’analisi regionale delle principali caratteristiche distintive delle fondazioni. Vengono approfonditi i dati relativi alla numerosità e densità delle fondazioni per regione, alla loro origine (anzianità, tipologia del fondatore e derivazione da norme giuridiche speciali), alle dimensioni economiche e sociali (in termini di risorse umane ed economiche), alle principali attività svolte, ai servizi offerti e agli utenti raggiunti e, infine, alle modalità gestionali di intervento. L’ultima parte del lavoro è volta ad identificare possibili modelli regionali di sviluppo sulla base di alcuni caratteri dominanti delle fondazioni e a confrontarli con ulteriori variabili di tipo economico e sociale, tra cui le strategie di intervento del settore pubblico in ambito sociale, le dimensioni dell’intero settore non profit nelle diverse regioni italiane, lo sviluppo del capitale sociale ed il livello di ricchezza regionale, collegate allo sviluppo del territorio di riferimento.
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Marzocchi, Luca. "Sviluppo di modelli per il design e la gestione ottimizzata di reti energetiche complesse." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è lo sviluppo di codici per il dimensionamento delle tubazioni di una rete di teleriscaldamento e per la ripartizione dei carichi termici, elettrici e frigoriferi tra i sistemi di produzione presenti in una centrale. In primo luogo è stato sviluppato un codice in grado di fornire come output i diametri ottimali per il design della rete di distribuzione termica. È stato poi inserito un modello per aggiungere all'interno dell’analisi precedente la componente oraria del fabbisogno di energia termica, introducendo quindi la regolazione sulla potenza prodotta. In seguito è stato sviluppato un codice per la gestione ottimizzata della produzione in centrale, aggiungendo la richiesta elettrica e frigorifera e considerando come sistemi di produzione un motore cogenerativo, una caldaia e gruppi frigoriferi a compressione. Il software ha dato come output la potenza nominale del cogeneratore e la suddivisione oraria della produzione tra motore, caldaia e acquisto dalla rete elettrica. Sono state fatte due simulazioni: nella prima la funzione obiettivo è costituita dai costi di produzione, manutenzione e investimento dei sistemi energetici in centrale e dai costi di acquisto di energia elettrica dalla rete. Nella seconda è stato aggiunto un costo fittizio per limitare le possibili dispersioni termiche. Tutti i modelli sviluppati sono stati testati prima su una rete semplificata e poi sulla rete di teleriscaldamento del Campus di Parma.
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Marinelli, Ludovica. "Sviluppo ed applicazione di modelli di stima del danno alluvionale al settore agricolo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Alla luce delle richieste delle politiche di gestione e mitigazione del rischio alluvionale, definite a livello comunitario dalla Direttiva Alluvioni (Direttiva 2007/60/CE), risulta necessario lo sviluppo di modelli in grado di quantificare le conseguenze economiche che gli eventi alluvionali provocano, tra gli altri, anche al settore agricolo. Per rispondere a questa esigenza è stato recente proposto il modello concettuale AGRIDE (AGRIculture Damage Estimation; Molinari et al., 2019), il cui primo sviluppo si è focalizzato sulle coltivazioni più diffuse, in particolare su quelle annuali (es. cereali; AGRIDE-c). In questo studio si è implementato il modello AGRIDE-c per l’area emiliano-modenese, sviluppando un nuovo modulo di stima del danno alle colture pluriennali, in questo caso esemplificate con i vigneti. Si è inoltre proceduto ad una validazione del modello mettendo a confronto le stime fornite da AGRIDE-c con i dati di danno raccolti a seguito dell’evento alluvionale del fiume Secchia nel 2014. La validazione ha evidenziato una buona affidabilità della metodologia predisposta, dimostrandosi un valido strumento a disposizione delle autorità competenti per la stima dei danni attesi al settore agricolo nel caso di eventi alluvionali. In aggiunta, AGRIDE-C può essere adottato anche come strumento di supporto decisionale per le attività di tipo Cost-Benefit Analysis (CBA) nell’ambito della definizione dei piani di gestione e mitigazione del rischio alluvionale.
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Tome', Giada <1995&gt. "L’INDUSTRIA DISCOGRAFICA ITALIANA NEGLI ULTIMI VENT’ANNI: EVOLUZIONE DIGITALE E NUOVI MODELLI DI BUSINESS – IL CASO STUDIO NUSICA.ORG." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19137.

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Abstract:
Negli ultimi vent’anni il panorama della discografia italiana ha subito molti cambiamenti, grazie soprattutto all’avvento di Internet e all’evoluzione digitale, che hanno stravolto le modalità di produzione, distribuzione e consumo dell’intera industria. L’obiettivo di questo elaborato è innanzitutto dimostrare come, superato l’ostacolo iniziale, la trasformazione digitale sia stata, e sia tuttora, una grande opportunità per le case discografiche. In particolare, l’attenzione si concentrerà sulle etichette indipendenti, che per prime hanno compreso il potenziale a loro disposizione, approfondendo il panorama musicale Jazz, molto complesso, con dinamiche spesso autonome. Verrà analizzato come, da un punto di vista economico/manageriale, queste trasformazioni abbiano concretamente modificato i modelli di business delle imprese discografiche, cercando di comprendere quale sia l'effettivo ruolo di un progetto discografico nella carriera di un artista. È davvero possibile oggi considerare il CD la fonte principale di guadagno per un musicista? Per rispondere a questa domanda verrà presentato uno study case su un’etichetta discografica indipendente trevigiana: nusica.org (da dieci anni inserita nel panorama musicale Jazz italiano e internazionale). Essa lavora principalmente attraverso i nuovi canali offerti dall’evoluzione social e digitale, facendo dell’innovazione il suo punto di forza. La pluralità dell’offerta presentata dall’etichetta dimostra come oggi sia impossibile pensare che la produzione discografica si possa limitare alla sola realizzazione di un disco, essa deve supportare quella che invece è l’attività più importante e redditizia per l’artista: il live.
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Martello, Marco. "Ricerca e sviluppo di tecnologie per la gestione razionale dell'acqua irrigua." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422989.

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Abstract:
The PhD thesis’s aims was to investigate some theoretical and practical aspects of water irrigation used in small- and large-scale field tests. The first study analyzed the effect of the incident rainfall redistribution due to corn canopy and the effect of micro-variability of soil’s hydrological process at the row scale. Results of this study showed that the mean of throughfall and stemflow was 24% and 76% respectively, while the ratio stemflow/throughfall decreases during rainfall increases as logarithmic function. The stemflow/throughfall ratio was used to model the rainfall redistribution by Hydrus 2D/3D to simulate the crop evapotranspiration (ET) under 3 conditions: 1. sprinkler irrigation 2. precision downwards canopy application 3. hypothetical uniform application. The results of simulation by ET are hereby described. The condition 3 (hypothetical uniform application) got the best ET’s efficiency; the condition 2 (precision downwards canopy application) was more efficient compare to the condition 1 (sprinkler irrigation). The second topic concerned two field experiments to investigate the drip irrigation systems efficiency and the water distribution uniformity: the first trial was made in Verona province, on corn and the second one in Mendoza Argentina, on vineyards. The first experiment considered the effect of the uniformity distribution of two irrigation systems (drip irrigation and sprinkler irrigation) on waxy corn yield. According to DUlq and CU indexes the results showed a good water uniformity distribution in drip irrigation system and a poor uniformity using sprinkler irrigation. The water use efficiency of drip irrigation was lower than sprinkler irrigation (-42% for IWUE and -26% for WUEb), this was caused by the different management, in fact the first one was scheduled, while the second one was supplemental. No statistical correlation was found between water flow and yield for both irrigations systems, while a significant one was found between water flow and crop water use efficiency. The net profit of drip irrigation was slightly higher than sprinkler irrigation. The second experiment analyzed the effect of the distribution uniformity with drip irrigation on some vineyard yield features. Furthermore was made a comparison between surface irrigation and drip irrigation by LANDSAT satellite multispectral images. Results showed an excellent water distribution uniformity and a poor correlation between water flow and vineyard features. Vegetation indexes put into evidence a greater canopy vigor with drip irrigation compared to the surface irrigation, this highlighting that the drip irrigation is more efficient compared to surface irrigation. Finally, a study of large-scale irrigation requirements was carried on within the Piave Irrigation district, located on the north of the province of Treviso. It was designed a GIS model for water supply simulations in homogeneous areas, starting from a survey of a sample of farmers, with a questionnaire on the main features that characterized: farm irrigation, water flows, irrigation rotations, integrated with the soils map, land cover map and meteorological data. Results showed that the using water efficiency improves decreasing the monthly rotation length and increasing the rotation frequency maintaining the crop yields.
La tesi di dottorato si propone di studiare alcuni aspetti teorici e pratici, sia su scala di campo che su scala territoriale, relativi all’uso razionale dell’ acqua con l’irrigazione. Il primo studio riguarda la quantificazione degli effetti correlati all’intercettazione fogliare dell’acqua di pioggia e irrigua in un campo investito a mais e l’effetto di questo fenomeno, a livello della fila, sulle dinamiche dell’acqua nel suolo. I risultati delle prove evidenziano che l’intercettazione fogliare si ripartisce mediamente per il 24% in throughfall (acqua che cade dalle foglie direttamente al suolo) e per il 76 % in stemflow (acqua che arriva al suolo scorrendo lungo il culmo); si è anche riscontrato che il rapporto stemflow/throughfall diminuisce in modo logaritmico all’aumentare della pluviometria. Successivamente, utilizzando la curva che descrive la ripartizione dell’acqua al variare della pluviometria e i dati di umidità rilevati durante il periodo di prova, si è simulato in termini di evapotraspirazione del mais, con il programma Hydrus 2D/3D, l’effetto dell’intercettazione vegetale, di un’ipotetica distribuzione uniforme al suolo e di un sistema di irrigazione localizzata. Dalle simulazioni appare che l’evapotraspirazione è superiore per l’ipotetica distribuzione uniforme rispetto al sistema localizzato, entrambi però superiori rispetto al flusso ripartito dalla copertura vegetale. Il secondo argomento riguarda due sperimentazioni che sono state condotte per valutare l’efficacia dell’irrigazione a goccia nel razionalizzare l’uso dell’acqua: una in un’azienda situata nella provincia di Verona su mais ed una nella provincia di Mendoza in Argentina su vite. La prima ricerca sperimentale è stata condotta presso la Cooperativa Agricola Zootecnica “LA TORRE” di Isola della Scala (VR) e ha riguardato la valutazione dell’impatto dell’uniformità di distribuzione dei due sistemi irrigui sulla resa del mais a maturazione cerosa. I sistemi utilizzati sono stati da una parte l’irrigazione per aspersione gestita con interventi di soccorso e dall’altra l’ irrigazione a goccia gestita a calendario. È stata calcolata inoltre l’efficacia d’uso dell’acqua e la convenienza economica di entrambi i sistemi irrigui. L’uniformità di distribuzione, espressa mediante i coefficienti DUlq e CU, è risultata buona ma non ottima nel sistema microirriguo (DUlq 0,73 e CU 84,74%) a causa della lunghezza dell’appezzamento che ha portato a perdite di pressione nella parte terminale delle linee gocciolanti, mentre è stata bassa per l’aspersione (DUlq 0,33 e CU 58,94%) a causa soprattutto dell’errato posizionamento degli irrigatori che non consentiva una omogenea copertura dell’area. L’efficacia d’uso dell’acqua è stata superiore per il sistema irriguo a pioggia rispetto alla goccia, indicando che la gestione razionale dei volumi irrigui ha un’influenza maggiore rispetto all’uniformità di distribuzione. Dal bilancio economico di entrambi i sistemi irrigui è risultato che l’utile sul tal quale risulta appena superiore per il rotolone rispetto alla gestione a goccia. La seconda sperimentazione ha valutato l’effetto dell’uniformità di distribuzione dell’irrigazione a goccia su alcune caratteristiche delle piante di vite e il confronto con l’irrigazione superficiale mediante indici di vegetazione a partire da immagini satellitari Landsat. Questo lavoro sperimentale, realizzato in un’azienda viticolo frutticola nella zona est di Mendoza ha avuto tre obiettivi: 1) determinare l’impatto dell’uniformità di distribuzione sulla vite; 2) osservare l’effetto della conversione dall’irrigazione per scorrimento superficiale all’irrigazione a goccia mediante l’utilizzo di indici vegetativi a partire da immagini satellitari Landsat; 3) comparare la variabilità della resa e del diametro del tronco in viti irrigate a goccia e per scorrimento superficiale. I risultati indicano che l’uniformità di distribuzione dell’irrigazione a goccia, secondo i coefficienti DUlq, CU e CV, è stata eccellente nonostante si siano osservati un importante numero di orifizi ostruiti. Inoltre, si nota una bassa correlazione tra i parametri quantitativi e qualitativi della vite e la portata degli erogatori e la percentuale di orifizi ostruiti. Gli indici di vegetazione hanno permesso di verificare il significativo miglioramento dello stato vegetativo degli appezzamenti irrigati a goccia rispetto a quelli irrigati per scorrimento superficiale. Per ultimo, il confronto in termini di tendenza della variabilità di resa e diametro del tronco, mostra che negli appezzamenti irrigati a scorrimento superficiale appare lievemente superiore rispetto a quelli irrigati a goccia. Questo può essere attribuito alla influenza dell’irregolarità topografica del suolo. Infine, è stato effettuato uno studio sui fabbisogni idrici territoriali nell’ambito del consorzio di bonifica sinistra Piave situato sulla parte nord della provincia di Treviso. In questa ricerca è stato applicato un modello supportato da un sistema GIS per valutare l’uso dell’acqua per l’irrigazione su un’area all’interno del bacino del Piave. Il modello georefernziato è stato realizzato integrando le informazioni raccolte da un campione di agricoltori che hanno compilato un questionario mirato a caratterizzare l’uso dell’acqua irrigua dell’area, dalla mappa dei suoli, dalla mappa d’uso dei suoli, dai dati medi di evapotraspirazione e pioggia, e dalla fornitura d’acqua per l’irrigazione all’interno dell’area. Grazie all’utilizzo integrato di uno strumento GIS (Geographical Information System) e del programma Management Zone Analyst (MZA), è stata effettuata un’analisi cluster per la stima del bilancio idrico e degli eccessi di fornitura idrica. Al fine di analizzare le possibili strategie che permettono di ottenere una fornitura idrica ottimale garantendo le rese delle colture sono stati analizzati quattro diversi scenari con gestioni diverse nella frequenza e durata dei turni irrigui mensili. Dai risultati delle simulazioni si può concludere che passando da 3 a 4 turni al mese, con una riduzione però delle ore per turno tale che la quantità di acqua fornita sia inferiore a quella prevista per i tre turni, visto la maggiore efficienza irrigua, potrebbe essere una buona strategia per garantire le rese delle colture il più possibile dai cambiamenti climatici che come sembra aumentano la variabilità degli eventi piovosi. Il metodo proposto è un’applicazione semplificata che può essere usata per altri fiumi.
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BIANCHI, Massimo. "La Terza Missione dell'università: evoluzione dei modelli organizzativi e dei processi di apprendimento nei contesti emergenti di università imprenditoriale." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1274338.

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Abstract:
L’idea di Entrepreneurial University indica un modello evolutivo del ruolo dell’Università, coerente con i cambiamenti richiesti dal contesto storico che identifica nella conoscenza uno dei pilastri fondamentali per promuovere sviluppo economico e sociale. L’Università aggiunge alle tradizionali missioni di alta formazione e ricerca quello di una terza missione il cui compito è integrare le altre due e contribuire alla costruzione di legami con i contesti territoriali per trasferire e acquisire conoscenza. L’affermarsi della terza missione porta con sé modelli innovativi di relazione che impongono risposte da parte delle governance accademiche riguardo le policies, l’organizzazione e l’allocazione delle risorse. L’impatto della terza missione sulle università stesse e sulle comunità genera le condizioni per un cambiamento di cultura del ruolo dell’Università. Scopo di questa ricerca è indagare le conseguenze sulle Università dello strutturarsi della terza missione. Si propongono due analisi: una sugli sviluppi innescati da uno dei più complessi campi di azione della terza missione, il public engagement, e l’altra relativa ad un aspetto organizzativo più strutturale e cioè l’introduzione in un contesto accademico di un processo di monitoraggio e valutazione dell’impatto. La prima parte della ricerca si concentra sull’evoluzione del ruolo dell’Università. L’analisi ripercorre, alla luce della letteratura, alcuni dei passaggi più rilevanti che hanno portato alla nascita dell’idea di Entrepreneurial University e di terza missione proponendo una lettura che colloca l’Università pienamente all’interno del sistema economico e sociale. Si indagano le relazioni dell’Università con i modelli evolutivi di generazione dell’innovazione affermatisi a partire dalla Triple Helix, dell’open innovation, delle politiche UE di Responsible Research and Innovation e dei riferimenti alla Social Innovation, sino ad arrivare alle definizioni di terza missione e di impatto sociale. Dato un quadro definitorio, il secondo capitolo si sofferma sulle implicazioni del public engagement e della co-creation tra Università e imprese con riferimento a casi di studio di entrepreneurship education relativi all’Università di Modena e Reggio Emilia, studiando come questi si mettono in moto, come si concretizzano e quali conseguenze generano. Lo studio approfondisce tematiche che in letteratura sono trattate meno diffusamente poiché si sono privilegiate analisi delle relazioni tra aziende e consumatori. Il capitolo successivo invece indaga un tema più di carattere organizzativo generale e cioè quello del monitoraggio e dell’impatto. La valutazione di quanto un’Università incida sui cambiamenti di sistema, nel contesto appunto dell’economia della conoscenza, è sempre più rilevante. La letteratura sembra orientata a confermare la difficoltà nel fornire metriche e indicatori generali condivisi poiché natura, storia e contesto di ciascuna Università non consentono l’individuazione di indicatori universali. Si propone a questo proposito un caso di studio legato all’introduzione dei processi di monitoraggio e valutazione della terza missione presso l’Università degli Studi di Milano: considerando gli elementi di complessità organizzativa di un sistema di monitoraggio e valorizzazione dell’impatto della terza missione in un grande Ateneo. Le conclusioni riassumono quanto emerso e forniscono una lettura coerente dei temi trattati, tenendo come filo conduttore, nella analisi dei casi di studio, i processi di apprendimento accumulati dalle Università indicando i cambiamenti generati in termini di policies, organizzazione, conoscenza e distribuzione delle risorse prefigurando, infine, alcuni percorsi di prospettiva.
The Entrepreneurial University concept represents an evolutive model of university, coherent with the required changes from the historical context which identifies the knowledge as a fundamental pillar to promote economic and social development. The University adds to the traditional high education and research missions a third mission, whose task is to integrate the first two and contribute building links with local contexts in order to transfer and acquire knowledge. The establishment of the third mission means innovative relationship models that require answers from the academic governance regarding policies, organization and resources allocation. The impact of the third mission on the universities and on the communities creates the conditions for a different culture and role of the University. The aim of this research is to investigate the consequences of the structuring of the third mission on universities. Two analyzes are proposed: first, the improvement triggered by public engagement, one of the most complex areas of the third mission; second, a structural organisation aspect, namely the introduction in the academic context of a monitoring process and an impact assessment. The first part of the research focuses on the evolution of the role of the University. The analysis recalls, in the light of the literature, some of the most relevant steps that created the idea of Entrepreneurial University and third mission, by proposing a view of the University as completly involved in the economic and social system. We investigate the relationships between the university with the growth models of innovation generation, starting from Triple Helix, open innovation, EU policies of Responsible Research and Innovation (RRI) and Social Innovation, up to the definitions of third mission and social impact. Starting from a theoretical framework, the second chapter focuses on the implications of public engagement and co-creation between universities and companies, with reference to case studies of entrepreneurship education related to the University of Modena and Reggio Emilia. In particular, we study how these implications are managed, how they are implemented and what consequences they generate. The study deepens subjects under researched in the literature which is more concentred in the mere analysis of the relations between companies and consumers. The third chapter investigate a more general organizational issue, namely the monitoring and impact. The assessment of the size of the structural changes generated by the university, in the context of the knowledge economy, is increasingly relevant. The literature seems to confirm the difficulties in providing shared metrics and indicators since the nature, history and context of each university do not allow the identification of universal indicators. In this regard, a case study related to the introduction of the monitoring and evaluation processes of the third mission at the University of Milan is proposed: by evaluating the elements of organizational complexity of a system aimed to monitore and enhance the impact of the third mission in a large university. The conclusions summarize the results of the research providing a coherent view of the topics covered. The common thread in the case studies analysis, refers to the learning processes gathered by the Universities, highlighting the changes generated in terms of policies, organization, knowledge and resources and, finally, forecasting a vision for the long run.
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Giannakopoulos, Vieri. "Approccio computazionale alla progettazione architettonica - Sviluppo e gestione di modelli informativi multidisciplinari per la realizzazione di una cantina vinicola a Bolgheri." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17767/.

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Abstract:
Nel quadro di una rinnovata tendenza di profondo cambiamento processuale dettata dalla veloce trasformazione del panorama tecnologico, questo breve elaborato affronta il tema dell’approccio computazionale al campo della progettazione architettonica, cercando di comprendere gli aspetti che ne hanno influenzato l'evoluzione metodologica, analizzando l'infrastruttura software ed indagando la profonda correlazione che si evidenzia tra gli strumenti tecnologici a disposizione ed il processo progettuale contemporaneo. Allo scopo di comprendere al meglio i vantaggi, le opportunità e le criticità insite nella gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni in relazione alle varie fasi della progettazione, si è scelto inoltre di riportare l’esperienza diretta maturata presso lo studio aeiprogetti di Firenze, una società di progettazione di eccellenza con quasi 30 anni di esperienza nell’ambito dell’ingegneria strutturale. Nello specifico, si evince da questo elaborato come, al fine di un processo progettuale più efficace ed efficiente e che punti ad elevati standard qualitativi, l’introduzione delle metodologie informatiche e digitali analizzate sia in grado di offrire vantaggi a beneficio di tutta la filiera delle costruzioni, consentendo ai professionisti e a tutte le figure in gioco di condividere le informazioni utili in modo semplice e trasparente ed esplorando inoltre un campo di confine tra le professioni che si sta sempre più assottigliando.
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NOTARANGELO, NICLA MARIA. "A Deep Learning approach for monitoring severe rainfall in urban catchments using consumer cameras. Models development and deployment on a case study in Matera (Italy) Un approccio basato sul Deep Learning per monitorare le piogge intense nei bacini urbani utilizzando fotocamere generiche. Sviluppo e implementazione di modelli su un caso di studio a Matera (Italia)." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2021. http://hdl.handle.net/11563/147016.

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Abstract:
In the last 50 years, flooding has figured as the most frequent and widespread natural disaster globally. Extreme precipitation events stemming from climate change could alter the hydro-geological regime resulting in increased flood risk. Near real-time precipitation monitoring at local scale is essential for flood risk mitigation in urban and suburban areas, due to their high vulnerability. Presently, most of the rainfall data is obtained from ground‐based measurements or remote sensing that provide limited information in terms of temporal or spatial resolution. Other problems may be due to the high costs. Furthermore, rain gauges are unevenly spread and usually placed away from urban centers. In this context, a big potential is represented by the use of innovative techniques to develop low-cost monitoring systems. Despite the diversity of purposes, methods and epistemological fields, the literature on the visual effects of the rain supports the idea of camera-based rain sensors but tends to be device-specific. The present thesis aims to investigate the use of easily available photographing devices as rain detectors-gauges to develop a dense network of low-cost rainfall sensors to support the traditional methods with an expeditious solution embeddable into smart devices. As opposed to existing works, the study focuses on maximizing the number of image sources (like smartphones, general-purpose surveillance cameras, dashboard cameras, webcams, digital cameras, etc.). This encompasses cases where it is not possible to adjust the camera parameters or obtain shots in timelines or videos. Using a Deep Learning approach, the rainfall characterization can be achieved through the analysis of the perceptual aspects that determine whether and how a photograph represents a rainy condition. The first scenario of interest for the supervised learning was a binary classification; the binary output (presence or absence of rain) allows the detection of the presence of precipitation: the cameras act as rain detectors. Similarly, the second scenario of interest was a multi-class classification; the multi-class output described a range of quasi-instantaneous rainfall intensity: the cameras act as rain estimators. Using Transfer Learning with Convolutional Neural Networks, the developed models were compiled, trained, validated, and tested. The preparation of the classifiers included the preparation of a suitable dataset encompassing unconstrained verisimilar settings: open data, several data owned by National Research Institute for Earth Science and Disaster Prevention - NIED (dashboard cameras in Japan coupled with high precision multi-parameter radar data), and experimental activities conducted in the NIED Large Scale Rainfall Simulator. The outcomes were applied to a real-world scenario, with the experimentation through a pre-existent surveillance camera using 5G connectivity provided by Telecom Italia S.p.A. in the city of Matera (Italy). Analysis unfolded on several levels providing an overview of generic issues relating to the urban flood risk paradigm and specific territorial questions inherent with the case study. These include the context aspects, the important role of rainfall from driving the millennial urban evolution to determining present criticality, and components of a Web prototype for flood risk communication at local scale. The results and the model deployment raise the possibility that low‐cost technologies and local capacities can help to retrieve rainfall information for flood early warning systems based on the identification of a significant meteorological state. The binary model reached accuracy and F1 score values of 85.28% and 0.86 for the test, and 83.35% and 0.82 for the deployment. The multi-class model reached test average accuracy and macro-averaged F1 score values of 77.71% and 0.73 for the 6-way classifier, and 78.05% and 0.81 for the 5-class. The best performances were obtained in heavy rainfall and no-rain conditions, whereas the mispredictions are related to less severe precipitation. The proposed method has limited operational requirements, can be easily and quickly implemented in real use cases, exploiting pre-existent devices with a parsimonious use of economic and computational resources. The classification can be performed on single photographs taken in disparate conditions by commonly used acquisition devices, i.e. by static or moving cameras without adjusted parameters. This approach is especially useful in urban areas where measurement methods such as rain gauges encounter installation difficulties or operational limitations or in contexts where there is no availability of remote sensing data. The system does not suit scenes that are also misleading for human visual perception. The approximations inherent in the output are acknowledged. Additional data may be gathered to address gaps that are apparent and improve the accuracy of the precipitation intensity prediction. Future research might explore the integration with further experiments and crowdsourced data, to promote communication, participation, and dialogue among stakeholders and to increase public awareness, emergency response, and civic engagement through the smart community idea.
Negli ultimi 50 anni, le alluvioni si sono confermate come il disastro naturale più frequente e diffuso a livello globale. Tra gli impatti degli eventi meteorologici estremi, conseguenti ai cambiamenti climatici, rientrano le alterazioni del regime idrogeologico con conseguente incremento del rischio alluvionale. Il monitoraggio delle precipitazioni in tempo quasi reale su scala locale è essenziale per la mitigazione del rischio di alluvione in ambito urbano e periurbano, aree connotate da un'elevata vulnerabilità. Attualmente, la maggior parte dei dati sulle precipitazioni è ottenuta da misurazioni a terra o telerilevamento che forniscono informazioni limitate in termini di risoluzione temporale o spaziale. Ulteriori problemi possono derivare dagli elevati costi. Inoltre i pluviometri sono distribuiti in modo non uniforme e spesso posizionati piuttosto lontano dai centri urbani, comportando criticità e discontinuità nel monitoraggio. In questo contesto, un grande potenziale è rappresentato dall'utilizzo di tecniche innovative per sviluppare sistemi inediti di monitoraggio a basso costo. Nonostante la diversità di scopi, metodi e campi epistemologici, la letteratura sugli effetti visivi della pioggia supporta l'idea di sensori di pioggia basati su telecamera, ma tende ad essere specifica per dispositivo scelto. La presente tesi punta a indagare l'uso di dispositivi fotografici facilmente reperibili come rilevatori-misuratori di pioggia, per sviluppare una fitta rete di sensori a basso costo a supporto dei metodi tradizionali con una soluzione rapida incorporabile in dispositivi intelligenti. A differenza dei lavori esistenti, lo studio si concentra sulla massimizzazione del numero di fonti di immagini (smartphone, telecamere di sorveglianza generiche, telecamere da cruscotto, webcam, telecamere digitali, ecc.). Ciò comprende casi in cui non sia possibile regolare i parametri fotografici o ottenere scatti in timeline o video. Utilizzando un approccio di Deep Learning, la caratterizzazione delle precipitazioni può essere ottenuta attraverso l'analisi degli aspetti percettivi che determinano se e come una fotografia rappresenti una condizione di pioggia. Il primo scenario di interesse per l'apprendimento supervisionato è una classificazione binaria; l'output binario (presenza o assenza di pioggia) consente la rilevazione della presenza di precipitazione: gli apparecchi fotografici fungono da rivelatori di pioggia. Analogamente, il secondo scenario di interesse è una classificazione multi-classe; l'output multi-classe descrive un intervallo di intensità delle precipitazioni quasi istantanee: le fotocamere fungono da misuratori di pioggia. Utilizzando tecniche di Transfer Learning con reti neurali convoluzionali, i modelli sviluppati sono stati compilati, addestrati, convalidati e testati. La preparazione dei classificatori ha incluso la preparazione di un set di dati adeguato con impostazioni verosimili e non vincolate: dati aperti, diversi dati di proprietà del National Research Institute for Earth Science and Disaster Prevention - NIED (telecamere dashboard in Giappone accoppiate con dati radar multiparametrici ad alta precisione) e attività sperimentali condotte nel simulatore di pioggia su larga scala del NIED. I risultati sono stati applicati a uno scenario reale, con la sperimentazione attraverso una telecamera di sorveglianza preesistente che utilizza la connettività 5G fornita da Telecom Italia S.p.A. nella città di Matera (Italia). L'analisi si è svolta su più livelli, fornendo una panoramica sulle questioni relative al paradigma del rischio di alluvione in ambito urbano e questioni territoriali specifiche inerenti al caso di studio. Queste ultime includono diversi aspetti del contesto, l'importante ruolo delle piogge dal guidare l'evoluzione millenaria della morfologia urbana alla determinazione delle criticità attuali, oltre ad alcune componenti di un prototipo Web per la comunicazione del rischio alluvionale su scala locale. I risultati ottenuti e l'implementazione del modello corroborano la possibilità che le tecnologie a basso costo e le capacità locali possano aiutare a caratterizzare la forzante pluviometrica a supporto dei sistemi di allerta precoce basati sull'identificazione di uno stato meteorologico significativo. Il modello binario ha raggiunto un'accuratezza e un F1-score di 85,28% e 0,86 per il set di test e di 83,35% e 0,82 per l'implementazione nel caso di studio. Il modello multi-classe ha raggiunto un'accuratezza media e F1-score medio (macro-average) di 77,71% e 0,73 per il classificatore a 6 vie e 78,05% e 0,81 per quello a 5 classi. Le prestazioni migliori sono state ottenute nelle classi relative a forti precipitazioni e assenza di pioggia, mentre le previsioni errate sono legate a precipitazioni meno estreme. Il metodo proposto richiede requisiti operativi limitati, può essere implementato facilmente e rapidamente in casi d'uso reali, sfruttando dispositivi preesistenti con un uso parsimonioso di risorse economiche e computazionali. La classificazione può essere eseguita su singole fotografie scattate in condizioni disparate da dispositivi di acquisizione di uso comune, ovvero da telecamere statiche o in movimento senza regolazione dei parametri. Questo approccio potrebbe essere particolarmente utile nelle aree urbane in cui i metodi di misurazione come i pluviometri incontrano difficoltà di installazione o limitazioni operative o in contesti in cui non sono disponibili dati di telerilevamento o radar. Il sistema non si adatta a scene che sono fuorvianti anche per la percezione visiva umana. I limiti attuali risiedono nelle approssimazioni intrinseche negli output. Per colmare le lacune evidenti e migliorare l'accuratezza della previsione dell'intensità di precipitazione, sarebbe possibile un'ulteriore raccolta di dati. Sviluppi futuri potrebbero riguardare l'integrazione con ulteriori esperimenti in campo e dati da crowdsourcing, per promuovere comunicazione, partecipazione e dialogo aumentando la resilienza attraverso consapevolezza pubblica e impegno civico in una concezione di comunità smart.
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VENUTA, MARIA LUISA. "La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Abstract:
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Abstract:
Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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ROMAGNOLI, Valentina. "La gestione dei resi dei clienti come strumento per lo sviluppo del commercio elettronico delle aziende: il caso Santoni S.p.A." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251107.

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Abstract:
Il settore del commercio elettronico è un settore in sempre più ampio e rapido sviluppo. Le motivazioni possono essere molteplici ma sono sicuramente legate al cambiamento dello stile di vita delle persone e alla possibilità di accedere all’acquisto di beni che altrimenti sarebbe stato pressoché impossibile acquistare. La disciplina riguardante questo settore è anch’essa stata elaborata mano a mano che questo settore si è evoluto, per rispondere di volta in volta alle diverse necessità che si sono presentate. La disciplina è tutt’oggi ancora in evoluzione, soprattutto a causa del fatto che in questo settore ci sono molteplici forme contrattuali che vengono utilizzate per creare accordi commerciali dei più vari tipi, e ognuno dei quali prospetta problematiche diverse. In questo lavoro si parte dalla nascita e dallo sviluppo del commercio elettronico per analizzare l’evoluzione della disciplina associata. Dopodiché si analizza il tipo di contratto posto in essere tra la Santoni S.p.A. (noto marchio di calzature di alta gamma) e la Filoblu s.rl. (società veneta che si occupa della creazione e gestione di piattaforme e-commerce) per valutarne i punti cruciali. Dopo aver analizzato in dettaglio gli aspetti sopra citati, viene illustrata la disciplina delle denunce per difetto di conformità del bene e come queste vengono gestite dalla Santoni S.p.A., per passare poi all’analisi delle denunce per difetto di conformità degli ultimi 3 anni. Questo perché, come si noterà, questo è un campo in cui le problematiche sono controverse e gran parte della gestione viene lasciata alle ditte produttrici che si trovano di volta in volta di fronte alla scelta su come gestire il caso per rendere il cliente soddisfatto del servizio. La disciplina segue i suoi sviluppi e cerca di prevenire (per quanto possibile) situazioni sgradevoli sia per il fornitore del bene che per l’acquirente. L’entusiasmo mostrato dagli acquirenti per la comodità e la facilità dell’acquisto on-line, viene molto spesso smorzato dall’impossibilità di vedere e toccare con mano il bene oggetto della transazione, creando un senso di inquietudine legata alla qualità del bene che si sta acquistando. Per questo motivo, nel momento in cui un acquirente denuncia un difetto di conformità sul bene acquistato on-line o semplicemente la sua insoddisfazione su determinati aspetti del bene (colore, calzata, forma, ecc.), si attiva un meccanismo volto a valutare la presenza o meno di un eventuale difetto sul bene e di risolverlo nel modo più soddisfacente per l’acquirente. Dopotutto per un’azienda, gestire un negozio on-line equivale ad avere una vetrina di sé stessa attiva 24 ore su 24 e visibile a chiunque abbia un accesso al mondo di internet, e per questo motivo gestire i clienti che utilizzano questo tipo di servizio significa migliorare o peggiorare, in maniera esponenziale rispetto a quanto può avvenire in un negozio fisico, l’immagine percepita da ogni singolo acquirente. C’è però da dire che, in molti casi registrati, nonostante una perizia tecnica effettuata da operai specializzati sul prodotto venduto, la poca conoscenza dei processi di produzione dei singoli clienti, mette i venditori in situazioni difficili da gestire, in quanto il cliente non riesce a capire che quello che lui percepisce come un difetto in realtà non lo è, e che quindi non è imputabile all’azienda quello che lui crede che lo sia. Generalmente in questi casi, sempre per cercare di limitare degli inevitabili danni d’immagine, si offrono al cliente soluzioni alternative come resi gratuiti, omaggi di piccoli prodotti complementari o buoni sconto su acquisti successivi, ma sarebbe sicuramente necessaria una normativa completa e definitiva, che indichi in maniera risoluta come gestire casistiche particolari che si presentano frequentemente nella fase post-vendita. Viste le innumerevoli problematiche che si riscontrano frequentemente in questo ambito, la normativa a tutt’oggi presente non risulta essere sufficientemente soddisfacente per lo scopo a cui è stata creata. Come detto precedentemente, tutto il meccanismo che viene messo in atto all’interno di ogni azienda dopo una denuncia di difetto di conformità, si innesca per risolvere il problema ed evitare un inevitabile danno d’immagine, quindi si può concludere che, nonostante la presenza di una normativa (anche se ancora in via di sviluppo), l’arma migliore che un consumatore on-line può mettere in atto e che spaventa di più i venditori è sicuramente il danno d’immagine. Una cattiva recensione su un blog, un social network, o semplicemente un racconto di una brutta esperienza derivante da un acquisto on-line, può vanificare tutti gli sforzi fatti dal venditore per raggiungere una buona percezione del proprio marchio, e innestare un meccanismo a catena che non giova all’immagine aziendale.
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BELLETTI, Eleonora. "SUSTAINABLE TOURISM AND VALUE CO-CRATION: CHALLENGES AND OPPORTUNITIES FOR RURAL AREAS." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251118.

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Abstract:
La co-creazione di valore in ottica di sviluppo turistico di una destinazione è oggi un hot topic della ricerca scientifica sul destination management. L’obiettivo del presente lavoro è, da un lato, quello di fornire a studiosi ed operatori di settore alcuni spunti critici di riflessione sulle relazioni, le interazioni tra stakeholder e la gestione delle risorse del territorio in un’ottica di sviluppo turistico; dall’altro lato è quello di mostrare il ruolo, in tale contesto, che la nascita di modelli innovativi di agribusiness basati su un approccio culturale e sul supporto delle nuove tecnologie possono giocare, in particolare nelle aree rurali delle Marche. Al fine di comprendere le dinamiche, le idee e le spinte motivazionali dei soggetti coinvolti nel processo di ricerca, si è scelto di optare per un approccio qualitativo, nel quale i metodi privilegiati sono stati il case study e l’etnografia. Sono stati quindi analizzati dialoghi, interazioni, materiale informativo di vario genere, documenti ufficiali, field notes ed interviste semi-strutturate con soggetti chiave. La ricerca mette in evidenza come un cambio di paradigma culturale sia necessario per apportare reale innovazione e sviluppo sul territorio, sia in termini di relazioni ed interazioni tra stakeholder, sia in termini di gestione delle risorse. Questo cambiamento può favorire inoltre l’affermazione di modelli di agribusiness innovativi, che in parte stanno già iniziando a diffondersi, che rispondono a nuovi principi economici ed istanze sociali e culturali diverse rispetto al passato. Una successiva ricerca quantitativa potrebbe essere utile per una generalizzazione delle evidenze emerse dal presente lavoro e misurare l’effettiva ampiezza e diffusione dei vari argomenti qui descritti e discussi. La presente indagine contribuisce in particolare a sottolineare il valore di un approccio culturale e creativo anche in ambiti apparentemente distanti e guidati da logiche diverse.
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ALESSANDRA, Campanari. "“IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.

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Abstract:
Il mio lavoro di ricerca rappresenta un contributo allo studio dell'esperienza umana dello “spazio alimentare” come costruzione sociale che comprende sia i modelli del comportamento umano, e la loro relazione sensoriale con uno specifico luogo, sia l'imprenditoria etnica. Il nucleo di questo progetto di ricerca è rappresentato da un’indagine multi-generazionale del multiforme processo della migrazione italiana in America, laddove la cultura alimentare viene utilizzata come veicolo per esaminare come gli immigrati abbiano prima perso e poi negoziato una nuova identità in terra straniera. Lo scopo generale della tesi è quello di esaminare come il cibo rappresenti un collegamento nostalgico con la patria per la prima generazione, un compromesso culturale per la seconda e un modo per rinegoziare un'etnia ibrida per le generazioni successive. La lente del cibo è anche utilizzata per esplorare lo sviluppo dei ristoranti italiani durante il Proibizionismo e il loro ruolo nel processo di omogeneizzazione culinaria e di invenzione della tradizione nel mondo contemporaneo. Per spiegare come la cucina regionale in America sia diventata un simbolo collettivo di etnia e abbia potuto creare un'identità Italo-Americana nazionale distinta da quella italiana, ho adottato il modello creato da Werner Sollors e Kathleen Neils Cozen e sintetizzato con l'espressione di “invenzione dell'etnia”. Il capitolo di apertura esplora la migrazione su larga scala che ha colpito l'Italia e la storia economica italiana per oltre un secolo e prosegue con un’analisi storica sullo sviluppo dei prodotti alimentari nel tempo. La prima sezione evidenzia il significato culturale dell'alimento e il suo ruolo nella costruzione di un'identità nazionale oltre i confini italiani e prosegue con un’analisi sulla successiva variazione delle abitudini alimentari durante l'immigrazione di massa. Il capitolo conclude illustrando il quadro teorico utilizzato per teorizzare le diverse dimensioni dell'etnia. Partendo dall'ipotesi che l'identità sia un elemento socialmente costruito e in continua evoluzione, il secondo capitolo è dedicato all'analisi della natura mutevole del cibo, esplorata attraverso tre distinti ma spesso sovrapposti tipi di spazio: spazio della "memoria individuale"; spazio della "memoria collettiva"; spazio della "tradizione inventata". Lo spazio della “memoria individuale” esplora come i primi immigrati italiani tendevano a conservare le loro tradizioni regionali. Al contrario lo spazio della memoria collettiva osserva il conflitto ideologico emerso tra la prima e la seconda generazione di immigrati italiani, in risposta alle pressioni sociali del paese ospitante. L'analisi termina con la rappresentazione di generazioni successive impegnate a ricreare una cultura separata di cibo come simbolo dell'identità creolata. Il capitolo tre, il primo capitolo empirico della dissertazione, attraverso l'analisi della letteratura migrante mostra l'importanza del cibo italiano nella formazione dell'identità italo- americana. Questa letteratura ibrida esamina il ruolo degli alimenti nelle opere letterarie italo-americane di seconda, terza e della generazione contemporanea di scrittori. Il quarto capitolo completa la discussione seguendo la saga del cibo italiano dai primi ristoranti etnici a buon mercato, frutto della tradizione casalinga italiana, fino allo sviluppo di un riconoscibile stile di cucina italo-americano. A questo proposito, i ristoranti rappresentano una "narrazione" etnica significativa che riunisce aspetti economici, sociali e culturali della diaspora italiana in America e fa luce sull'invenzione del concetto di tradizione culinaria italiana dietro le cucine americane. La sezione termina con un'esplorazione del problema moderno relativo al fenomeno dell’Italian "Sounding" negli Stati Uniti, basato sulla creazione di immagini, colori e nomi di prodotti molto simili agli equivalenti italiani, ma senza collegamenti diretti con le tradizioni e la cultura italiana. Il capitolo finale fornisce una visione etnografica su ciò che significa essere italo-americani oggi e come i ristoranti italiani negli Stati Uniti soddisfano la tradizione culinaria Italiana nel mondo contemporaneo americano. Per concludere, considerando le teorie dell'invenzione della tradizione, due casi di studio esplorativi a Naples, in Florida, vengono presentati sia per analizzare come gli italo-americani contemporanei manifestano la loro etnia attraverso il cibo etnico sia per esaminare come il cibo italiano viene commercializzato nei ristoranti etnici degli Stati Uniti, alla luce della del processo di globalizzazione.
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