Journal articles on the topic 'Eventi avversi'

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Rampinelli, G., R. Pinotti, A. Müller, F. De Souza, and V. Rossi. "Eventi avversi in chirurgia parodontale." Dental Cadmos 85, no. 04 (April 2017): 207. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.04.2017.06.

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2

Perondi, I., S. Corbella, M. Muzzarelli, C. Agresta, M. Saita, and S. Taschieri. "Gli eventi avversi in endodonzia." Dental Cadmos 85, no. 05 (May 2017): 269. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.05.2017.05.

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3

Vaquero-Niño, P., B. Perea-Pérez, E. Labajo-González, and A. Santiago-Sáez. "Eventi avversi in ortodonzia: revisione della letteratura." Dental Cadmos 85, no. 03 (March 2017): 136. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.03.2017.05.

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4

Pario, Leslye, Luigia de Marinis, and Vincenzo Velio Degola. "Approccio multidisciplinare alle malattie infiammatorie croniche intestinali: la rettocolite ulcerosa." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2021): 98–116. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-002008.

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Abstract:
La significativa diffusione delle inflammatory bowel disease (IBD) o malattie autoimmuni dell'intestino nei paesi occidentali giustifica un'ipotesi clinica eziopatogenetica secondo cui l'urbanizzazione, insieme alla dieta occidentale, siano fattori stressanti, che in alcuni soggetti più suscettibili a causa di eventi avversi infantili (ACE) portino all'insorgere della IBD in età adulta. Negli studi sugli animali l'ipersensibilità viscerale è stata collegata a diversi eventi avversi della prima infanzia e nell'uomo le IBD possono manifestarsi in età adulta in seguito ad ACE, che riattivano l'asse ipotalamo-ipofisi-surreni (HPA) disregolato a causa degli stressor avvenuti in fase di sviluppo. In questo articolo è stato investigato il ruolo dell'asse HPA, l'importanza della trasmissione epigenetica dell'ipersensibilità viscerale alla generazione successiva non esposta al trauma, il ruolo della nutrizione e della respirazione yogica come fattori protettivi a livello epigenetico. Essendo malattie multifattoriali, viene esposto un caso clinico con approccio Pnei, con approccio nutrizionale ad personam, respirazione yogica per il controllo del perineo e terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) per elaborazione dei target relativi all'infanzia e alla malattia nel presente.
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5

Mazzanti, Gabriela. "Eventi avversi a prodotti erboristici e integratori vegetali: un problema emergente." Pratica Medica & Aspetti Legali 3, no. 3 (August 15, 2009): 125–29. http://dx.doi.org/10.7175/pmeal.v3i3.372.

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6

Patti, Luca, Laura Musso, Diego Ferone, and Manuela Albertelli. "Inibitori dei checkpoint immunitari e patologia tiroidea." L'Endocrinologo 23, no. 2 (March 29, 2022): 125–32. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01038-z.

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Abstract:
SommarioGli inibitori dei checkpoint immunitari (ICIs) causano frequentemente eventi avversi immuno-correlati di tipo endocrino. La tiroide, in particolare, è l’organo maggiormente interessato e l’ipotiroidismo risulta essere la disfunzione più comune durante la terapia con ICIs. È importante, quindi, effettuare un adeguato monitoraggio clinico e biochimico nei pazienti trattati con ICIs, in modo da ridurre le complicanze e ottenere una maggiore aderenza terapeutica al trattamento oncologico.
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7

Tortoriello, Pamela, Giuseppina Moccia, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Giuseppe Ferrucci, Rosetta Frammartino, Grazia Cioffi, et al. ""Safety Walk Round”: Giri per la sicurezza." La Sanita pubblica. Ricerca sul campo. 1, no. 1 (2020): 17–24. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.1.

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Abstract:
L’obiettivo primario delle iniziative di risk management in area sanitaria è la prevenzione del cosiddetto “rischio clinico”, ossia la probabilità che un paziente subisca un qualunque «danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche». Oggigiorno la rilevanza di questo argomento è sentitissima più che in qualunque altra epoca storica anche, e soprattutto, a causa dell’esponenziale incremento del contenzioso legale derivante da eventi avversi presumibilmente riconducibili a “malasanità”.
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8

D’Adamo, Gianna. "La maternità in dialisi peritoneale (DP) è possibile." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 3 (September 23, 2014): 294–95. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.923.

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Abstract:
Sia in emodialisi che in dialisi peritoneale le gravidanze sono rare e il rischio di eventi avversi per la madre o per il feto è aumentato. Recenti lavori retrospettivi e reviews di casi in DP mostrano un probabile miglioramento degli esiti nel tempo. Tuttavia l'incompletezza dei dati disponibili rende auspicabile la raccolta sistematica di dati prospettici per conoscere la reale frequenza delle gravidanze, delle complicanze e degli esiti e per elaborare raccomandazioni circa la dose dialitica utile a favorire l'esito positivo della gravidanza.
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Montanari, Paolo. "Gastroprotezione con inibitori di pompa protonica in ospedale: oltre all’(ab)uso, anche eventi avversi?" Italian Journal of Medicine 4, no. 1 (March 2010): 51–56. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2009.09.005.

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10

Parrini, Iris. "Follow up cardiologico a lungo termine post terapia oncologica potenzialmente cardiotossica." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (November 30, 2020): 179–82. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-6.

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Abstract:
I pazienti guariti dal cancro hanno un rischio maggiore di eventi cardiovascolari tardivi dopo un trattamento con chemioterapia e/o radioterapia. L’attuale terapia oncologica comprende molteplici agenti i cui effetti cardiaci avversi possono essere additivi o sinergici. La disfunzione cardiaca può essere irreversibile e derivare da agenti come le an-tracicline, o da agenti che sembrano influenzare transitoriamente la contrattilità ventricolare sinistra come il trastu-zumab. La cardiotossicità da radioterapia può indurre un danno miocardico, malattia coronarica, valvulopatie e coinvolgi-mento del pericardio con una latenza di 10-20 anni. Inoltre, numerosi farmaci come il cisplatino, gli inibitori dell’aromatasi e la terapia anti-androgenetica aumentano i fattori di rischio coronarico incrementando il rischio di infarto miocardico e stroke. Una attenta modifica dello stile di vita, un trattamento aggressivo dei fattori di rischio coronarico e una adeguata modalità di sorveglianza è determinante nel ridurre le complicanze cardiovascolari e la mortalità.
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Chiroli, Silvia, and D. Roggeri. "Consumo di risorse e costi per la diagnosi e la cura degli eventi avversi gastrointestinali dovuti all’uso dei FANS." PharmacoEconomics Italian Research Articles 3, no. 2 (September 2001): 61–70. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320580.

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Cavalli, Andrea, and Giuseppe Pontoriero. "Quali sono le ultime novità in tema di terapia marziale?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 3 (February 10, 2014): 296–300. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.924.

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Abstract:
L'anemia è una frequente complicanza dell'insufficienza renale cronica (IRC), per il cui trattamento gli strumenti principali sono gli agenti stimolanti l'eritropoiesi (ESA) e la supplementazione marziale. La terapia marziale per via endovenosa è stata ultimamente oggetto di regolamentazione (e limitazione) da parte delle agenzie del farmaco europea e italiana, in quanto associata a gravi (anche se rari) eventi avversi. Una recente analisi di dati provenienti dallo studio Dialysis Outcomes and Practice Patterns Study (DOPPS) ha mostrato un'associazione tra elevata supplementazione marziale per via endovenosa (superiore a 300 mg/mese) e aumentata mortalità, nei pazienti con valori di emoglobina superiori a 10 g/dL. Le nuove molecole disponibili in commercio dovrebbero presentare un migliore profilo di sicurezza e vantaggi legati alla possibilità di somministrare elevate dosi di ferro in un'unica occasione. La possibilità di fornire supplementazione marziale attraverso il dialisato e con l'assunzione di nuovi chelanti del fosforo dimostra il grande fervore scientifico che oggi caratterizza questo importante ambito clinico, anche per i nostri pazienti con IRC.
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Di Napoli, Anteo. "Qualche spunto per la riflessione." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (August 10, 2013): 266–68. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1051.

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Abstract:
Lo studio EVOLVE ha messo in evidenza diverse criticità. La bassa potenza statistica non ha consentito di mettere in evidenza differenze statisticamente significative negli esiti tra i due gruppi (Cinacalcet vs placebo). L'elevata incidenza di eventi avversi nel braccio sperimentale, superiore a quella del gruppo di controllo conplacebo, ha fatto sì che una quota rilevante di soggetti ha sospendesse la terapia. I dati sono stati correttamente analizzati secondo la “intention to treat”, ma, essendo stati numerosi i fenomeni di “crossover” e di “drop-out”, si impone particolare cautela nella loro interpretazione. EVOLVE intendeva studiare l'effetto del Cinacalcet su pazienti sottoposti a dialisi ed è particolarmente sorprendente, in termini di generalizzabilità dei risultati, il dato di un'età media del campione studiato di circa 55 anni, molto più bassa di quella comunemente registrata tra i dializzati. Si è riscontrato uno sbilanciamento dell'età tra i due gruppi, nonostante la randomizzazione, che, per cautelarsi, poteva essere condotta utilizzando una metodica stratificata per l'età. Nel 2001, fu definito il CONSORT Statement, un elenco di informazioni rilevanti (con gli ultimi aggiornamenti ha raggiunto i 25 item) che gli Autori di una pubblicazione sono tenuti a fornire per consentire ai lettori di comprenderne il disegno, la conduzione, l'analisi e l'interpretazione e di valutarne la validità dei risultati.
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Favaretto, Adolfo, Francesco Grossi, Alessandro Morabito, and Roberto Ravasio. "Il Costo Degli Eventi Avversi Associati ad Afatinib, Erlotinib e Gefitinib Nel Trattamento del Tumore del Polmone non a Piccole Cellule con Mutazione EGFR." Global & Regional Health Technology Assessment: Italian; Northern Europe and Spanish 4, no. 1 (January 2017): grhta.5000270. http://dx.doi.org/10.5301/grhta.5000270.

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De Benedittis, Giuseppe. "AUTO-IPNOSI. Alla ricerca della risorsa interiore." IPNOSI, no. 1 (July 2022): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2022-001001.

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Abstract:
L'auto-ipnosi è una generalizzazione dell'etero-ipnosi, di cui rappresenta la necessaria integrazione. Benché largamente applicata in ambito clinico, poco si sa della sua fenomenologia, della relazione con l'etero-ipnosi e la mindfulness, dei suoi meccanismi neurofisiologici e neuropsicologici, della sua efficacia clinica e del suo profilo di sicurezza. La letteratura in merito è sorprendentemente scarna e aneddotica. L'auto-ipnosi costituisce un'importante risorsa interiore auto-regolatoria e terapeutica, qualitativamente differente dall'etero-ipnosi, ma verosimilmente di non diversa efficacia clinica in numerosi ambiti di applicazione (e.g. controllo del dolore, dell'ansia, dei disturbi della condotta alimentare, ecc.). I correlati neurofisiologici e neuropsicologici dell'auto-ipnosi restano virtualmente sconosciuti per la mancanza di studi dedicati e di confronto con l'etero-ipnosi. Si discute ancora se l'esperienza auto-ipnotica possa essere autogena o indotta dalla suggestione etero-ipnotica, mentre sembra accertata una correlazione positiva tra ipnotizzabilità e profondità della trance auto-indotta. Anche il profilo di sicurezza rimane largamente impregiudicato, perché la stragrande maggioranza degli studi clinici omette la prevalenza e la tipologia di eventi avversi e/o effetti collaterali dipendenti dalla pratica ipnotica in generale. Assiomaticamente, si tende a considerare l'auto-ipnosi come una pratica altamente sicura e priva di effetti collaterali. In conclusione, all'importanza clinica dell'auto-ipnosi corrisponde paradossalmente una sostanziale mancanza di studi clinico-sperimentali. L'auto-ipnosi è dunque una Terra Incognita che aspetta urgentemente di essere esplorata.
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Casati, Paola, and Claudia Maria Sansone. "Validazione della versione italiana della White Fast-track Scoring Criteria: uno studio prospettico osservazionale." Dissertation Nursing 1, no. 1 (July 29, 2022): 28–37. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18293.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Nelle ore immediatamente successive alla dimissione dalla sala operatoria i pazienti sottoposti a intervento chirurgico sono soggetti a eventi avversi. La scala “White Fast-Track” è adatta a rilevare precocemente il rischio di complicanze postoperatorie, tuttavia, non risulta esser validata in italiano. Inoltre, per consentire una sorveglianza post-operatoria complete, dovrebbe essere completata con parametri aggiuntivi. OBIETTIVI: Questo studio si propone di tradurre e validare in italiano la scala “White fast-track scoring criteria” e di realizzarne una versione modificata per ottenere una valutazione più completa degli interventi di chirurgia maggiore. METODI: Studio quantitativo, osservazionale, prospettico, monocentrico, su un campione non randomizzato di pazienti di almeno 18 anni, sottoposti a chirurgia generale, toracica, vascolare, urologica, ortopedica, ginecologica, endocrinologica, mammaria, naso-gola o facciale, nella sala di rianimazione di un ospedale universitario di Milano. RISULTATI: Sono stati arruolati 250 pazienti. La scala originale ha mostrato una buona affidabilità inter-rater, consistenza interna e affidabilità test-retest; lo stesso vale per la versione modificata. La scala originale ha permesso di identificare 18 pazienti a rischio; la versione modificata ne ha identificati 20 che avrebbero potuto essere dimessi secondo i criteri originali e che in realtà hanno sviluppato complicanze postoperatorie. DISCUSSIONE: La versione italiana della “White fast-track scoring criteria” sembra attestarsi come uno strumento valido e può essere utilizzato dal personale infermieristico per effettuare un'adeguata sorveglianza postoperatoria finalizzata a prevenire le complicanze postoperatorie precoci. CONCLUSIONI:La versione modificata riflette la reale sorveglianza effettuata in recovery room e mostra affidabilità, sensibilità e specificità soddisfacenti rispetto allo strumento originale
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Eusebi, Luciano. "Il diritto penale di fronte alla malattia." Medicina e Morale 50, no. 5 (October 31, 2001): 905–28. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.736.

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Abstract:
Viene discusso il ruolo del consenso rispetto alla qualificazione giuridicopenale del trattamento medico-chirurgico. Si sostiene che il principio di autodeterminazione non può costituire unico criterio orientativo per risolvere le problematiche etiche e giuridiche oggi emergenti in ambito biomedico, configurandosi altrimenti il pericolo di una medicina puramente contrattualistica e difensiva, ovvero concepita non come scienza (umana), ma come mero insieme di abilità tecniche. Sono in questo senso evidenziate varie situazioni in merito alle quali il riferimento al consenso è impossibile o inadeguato. Si mette in luce, del resto, come sia coessenziale al concetto moderno di democrazia il confronto teso a definire convergenze su ciò che risulti fondamentale per la tutela della dignità umana, e dunque a definire linee-guida condivise circa settori di attività particolarmente delicati. In particolare vengono sviluppate motivazioni pertinenti anche in un contesto laico e pluralista al fine di mantenere fermo il divieto giuridico dell’eutanasia sia passiva che attiva, nell’ottica di un approccio solidaristico alla sofferenza: approccio che dalle normative favorevoli all’eutanasia risulta inevitabilmente compromesso. In questo senso, è individuato un limite intrinseco al diritto nell’impossibilità di autorizzare giuridicamente una relazionalità inter-soggettiva – come quella fra medico e paziente – giocata per la morte. La questione dell’eutanasia viene tenuta distinta, ovviamente, dai problemi attinenti all’accanimento terapeutico e alla proporzionalità dell’intervento medico. In rapporto alla permanente validità giuridica del principio di indisponibilità della vita uno specifico approfondimento è dedicato all’interpretazione dell’art. 32, 2° comma, della Costituzione italiana. Sono altresì presi in considerazione problemi concernenti i soggetti incapaci, il ruolo della norma sullo stato di necessità, i compiti assolti dai comitati etici ospedalieri (anche con riguardo alla responsabilità dei relativi membri) e la necessità di nuovi modelli giuridici intesi alla prevenzione degli eventi medici “avversi”.
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Cantelmi, Tonino, Emiliano Lambiase, Michela Pensavalli, Pasquale Laselva, and Sara Cecchetti. "COVID-19: impatto sulla salute mentale e supporto psicosociale." MODELLI DELLA MENTE, no. 1 (January 2021): 7–39. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2020oa10908.

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Abstract:
Una pandemia non è solo un fenomeno medico, ma colpisce gli individui e la società e causa disagi a livello fisico, psicologico, sociale ed economico. Questo perché è un tipo di evento in grado di dimostrare, spesso in modo molto violento, la vulnerabilità e la fragilità dei nostri sistemi sociali e della nostra struttura psicologica, e quanto spesso possano essere inadeguate le nostre capacità di risposta tecnico-scientifica, sociocomunitaria e personale. In questo articolo abbiamo elaborato una rassegna della letteratura al fine di capire le possibili conseguenze psicologiche della pandemia in atto, cercando materiale da tre possibili fonti di informazione: situazioni con caratteristiche simili a quelle della pandemia in atto (es. con distanziamento sociale), eventi epidemici precedenti (es. SARS e MERS) e ricerche svolte direttamente in questo anno sulla pandemia da Sars-CoV-2. Dalle informazioni raccolte è emerso che le conseguenze psicologiche possono essere anche molto gravi (es. Depressione o Disturbo Post-Traumatico), verificarsi in tempi brevi e durare anche molto tempo dopo gli eventi che li hanno prodotti. Inoltre, è emerso come, nonostante le informazioni e la consapevolezza acquisite in situazioni passate o simili, non è stato fatto a sufficienza per prevenire e affrontare tali conseguenze psicologiche avverse.
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Fontanella, A., M. Campanini, C. Nozzoli, and R. Nardi. "Medicina interna perioperatoria - Il paziente chirurgico complesso: il ruolo dell’internista nell’ospedale snello, a misura del paziente, organizzato per intensità di cure." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (March 21, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.2.

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Abstract:
<p class="titolo"><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /></p><p class="titolo"><strong>Perché l’internista è necessario nella gestione dei pazienti complessi candidati ad intervento chirurgico</strong><br /><em>F. Gilioli, G. Chesi</em></p><p class="titolo"><strong>La medicina interna nell’assistenza del paziente chirurgico complesso</strong><br /><em>M. Fabbri, S. Galli, A. Morettini</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente cardiopatico</strong><br /><em>G. Chesi, F. Gilioli</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente con broncopneumopatia cronica ostruttiva</strong><br /><em>M. Candela</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente diabetico</strong><br /><em>L. Morbidoni</em></p><p class="titolo"><strong>La chirurgia nel grande anziano: rischi e opportunità</strong><br /><em>A. Greco, M. Greco, G. D’Onofrio, G. Paroni, D. Sancarlo, M. Lauriola, D. Seripa</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente candidato ad intervento chirurgico a rischio trombo-embolico</strong><br /><em>R. Re, M. Campanini</em></p><p class="titolo"><strong>Concetto di <em>Ospedale snello</em>, <em>hospitalist</em> e di <em>co-management</em></strong><br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di Ortopedia: il percorso del paziente ricoverato per frattura prossimale di femore</strong><br /><em>R. Nardi, M. Mazzetti, C. Marchetti</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di neurochirurgia</strong><br /><em>C. Cicognani, S. Zaccaroni</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di ostetricia</strong><br /><em>A. Maina, V. Donvito, L. Balbi</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel Centro Trapianti di fegato</strong><br /><em>L. Fontanella, M. Imparato</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione del dolore post-operatorio in ambito internistico</strong><br /><em>M. Bosco, R. Bertè, G. Civardi</em></p><p class="titolo"><strong>La sindrome da rialimentazione</strong><br /><em>R. Risicato, G. Scanelli, L. Tramontano, U. Politti</em></p><p class="titolo"><strong>Terapia infusionale pre-intra-post-operatoria: solamente un problema dell’anestesista?</strong><br /><em>F. Sgambato, G. Pinna, S. Prozzo, E. Sgambato</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente ad elevato rischio emorragico: valutazione e management</strong><br /><em>A.M. Pizzini, I. Iori</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione perioperatoria o periprocedurale della terapia anticoagulante-antiaggregante in elezione e in urgenza</strong><br /><em>A. Fontanella, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Le complicanze mediche e gli eventi avversi indesiderabili più frequenti nel paziente internistico complesso operato</strong><br /><em>M. Silingardi</em></p><p class="titolo"><strong>Pazienti <em>chirurgici</em> ricoverati in Medicina Interna: i pazienti a rischio, selezione delle priorità e delle emergenze urgenze e pianificazione dell’assistenza</strong><br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Percivale</em></p><p class="titolo"><strong>Qualità, indicatori ed <em>audit</em> come strumento di miglioramento nell’assistenza del paziente complesso in chirurgia</strong><br /><em>S. De Carli, A. Montagnani</em></p><p class="titolo"><strong>Quali proposte ed evidenze per nuovi modelli organizzativi in cui l’internista può assumere un ruolo fondamentale?</strong><br /><em>A. Fontanella, M. Campanini</em></p>
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Schmugge, Ludwig. "Die Causa Lutheri in der Pönitentiarie." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 159–74. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0010.

Full text
Abstract:
Riassunto Nei registri della Penitenzieria apostolica, l’organo pontificio in materia di penitenza, confessione e grazia, il nome di „Lutero“ appare in numerose suppliche provenienti dai territori tedeschi. I testi non risalgono al riformatore, ma furono prodotti da contemporanei coinvolti, in un modo o l’altro, in eventi che vengono messi in relazione con la presenza di Lutero nell’Impero germanico. Si tratta in massima parte di „squarci su vite modeste“ (Arnold Esch). Tuttavia, vi hanno lasciato traccia anche alcuni tra i piu importanti avversari del monaco di Wittenberg (Johannes Fabri, Konrad Kling e Johannes Debneck, detto Cochleus).
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Schmugge, Ludwig. "Die Causa Lutheri in der Pönitentiarie." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 159–74. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0010.

Full text
Abstract:
Riassunto Nei registri della Penitenzieria apostolica, l’organo pontificio in materia di penitenza, confessione e grazia, il nome di „Lutero“ appare in numerose suppliche provenienti dai territori tedeschi. I testi non risalgono al riformatore, ma furono prodotti da contemporanei coinvolti, in un modo o l’altro, in eventi che vengono messi in relazione con la presenza di Lutero nell’Impero germanico. Si tratta in massima parte di „squarci su vite modeste“ (Arnold Esch). Tuttavia, vi hanno lasciato traccia anche alcuni tra i più importanti avversari del monaco di Wittenberg (Johannes Fabri, Konrad Kling e Johannes Debneck, detto Cochleus).
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Andreula, C., A. Carella, M. M. Colombo, R. De Blasi, A. J. Klaveness, A. Mazza, F. Simionato, and G. Scotti. "Valutazione della sicurezza ed efficacia di iodixanolo 270 mgI/ml e 320mgI/ml a confronto con iopamidolo 300 mgI/ml nella TC cerebrale." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 4 (November 1993): 397–400. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600404.

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Abstract:
Scopo di questo studio doppio cieco, randomizzato, comparativo a tre gruppi paralleli, è stato il confronto della sicurezza tollerabilità ed efficacia della concentrazione più bassa (270 mgI/ml: 39 pazienti) e più alta (320 mgI/ml: 39 pazienti) di iodixanolo (Visipaque ®), un nuovo mezzo di contrasto iodato non-ionico dimero, con iopamidolo (300 mgI/ml: 40 pazienti) nell'esame di tomografia computerizzata della testa. Le caratteristiche generali dei pazienti risultarono simili nei 3 gruppi di trattamento. Nessuna differenza significativa (p > 0,05) fu riscontrata tra i 3 gruppi di trattamento nella informazione diagnostica, il principale parametro di efficacia (ottimale in 37, 36 e 39 pazienti del gruppo iodixanolo 270, iodixanolo 320 e iopamidolo 300 rispettivamente). I risultati riguardanti la sicurezza non mostrarono nessuna differenza significativa tra i 3 mezzi di contrasto considerati. Su 118 pazienti, 9 accusarono discomfort (7%, 5%, e 10% nel gruppo iodixanolo 270, iodixanolo 320 e iopamidolo 300 rispettivamente) e solo 1 pz. del gruppo iodixanolo 320 mgI/ml presentò un evento avverso diverso dal discomfort (transitoria e lieve nausea, tosse, e dispnea). Il test esatto di Fisher dette p = 0,50 nel confronto tra gruppo iodixanolo 320 e gruppo iopamidolo 300. In conclusione, iodixanolo 270 mgI/ml e 320 mgI/ml risultarono mezzi di contrasto sicuri ed efficaci nell'esame di tomografia computerizzata della testa, e non fu riscontrata nessuna differenza significativa nella sicurezza ed efficacia rispetto a iopamidolo 300 mgI/ml.
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Kourelis, K., T. Stergiou, A. Papadas, T. Kourelis, E. Petta, and T. Papadas. "Clinicopathologic idiosyncrasies of nasopharyngeal cancer in a moderate-risk Mediterranean region." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 180–87. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1100.

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Abstract:
Il carcinoma del rinofaringe presenta una notevole eterogeneità per quanto riguarda le caratteristiche epidemiologiche, patogenetiche, cliniche e prognostiche sulla base dell’area geografica considerata. L’incidenza registrata nel Mediterraneo per tale patologia si colloca fra quella delle forme epidemiche e sporadiche registrate rispettivamente nel Sud Est Asiatico e nel Nord America. Il presente studio descrive le caratteristiche di questa patologia per quanto riguarda l’ovest della Grecia. Sono stati analizzati i dati relativi a 70 pazienti affetti da carcinoma del rinofaringe la cui diagnosi è stata posta presso un singolo centro fra il 1994 e il 2014. Il trattamento primario si è basato sulla radioterapia con o senza chemioterapia associata. Sono stati raccolti ai fini dell’analisi statistica i dati demografici, i fattori di rischio, le caratteristiche della neoplasia, la presentazione clinica e l’outcome. Sono state calcolate sia la sopravvivenza globale (OS) che la sopravvivenza specifica per malattia (DSS) a 5 anni. Tutti i fattori potenzialmente predittori di sopravvivenza sono stati testati a un’analisi univariata e multivariata. La variante maggiormente diagnosticata all’analisi istopatologica è stato il tipo 3 secondo la WHO (74,3%) che si è associato in modo significativo con sintomatologia nasale alla presentazione (p = 0,050), linfoadenopatie metastatiche (p = 0,028), stage clinico avanzato (p = 0,009) e risposta completa al trattamento iniziale (p = 0,018). L’analisi univariata ha evidenziato un impatto negativo in termini prognostici per l’età avanzata (OS p = 0,029, DSS p = 0,041), la mancata risposta ai trattamenti (OS & DSS p < 0,001) e la recidiva di malattia (OS p = 0,003, DSS p = 0,001). A un’analisi multivariata la recidiva di malattia ha mantenuto un impatto prognostico negativo (HR 7,442, 95% IC 2,199-25,187, p = 0,001). In conclusione, fra i carcinomi nasofaringei diagnosticati nell’ovest della Grecia, il linfoepitelioma mostra caratteristiche peculiari sotto il profilo clinico, tali per cui la sua inclusione assieme alle neoplasie tipo 2 secondo la WHO nel gruppo di carcinomi rinofaringei “non cheratinizzanti” potrebbe risultare inappropriata. Infine, la recidiva di malattia, indipendentemente dagli altri fattori in gioco, appare essere un evento gravemente avverso.
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D’Ambrosio, Cristiana. "Immunoterapia ed eventi avversi cardiaci: come riconoscerli e gestirli." Cardiologia Ambulatoriale, November 30, 2020, 198–208. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-11.

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Abstract:
Gli inibitori del checkpoint immunitario (ICIs) sono una nuova opzione di trattamento per la terapia del cancro, che aiutano a dirigere il sistema immunitario a riconoscere e colpire le cellule tumorali. Gli ICIs hanno mostrato importanti benefici negli studi di fase 3 e diversi agenti sono stati approvati per tumori maligni specifici, ma sono anche as-sociati a tossicità immunomediata. A differenza della maggior parte degli eventi avversi immunocorrelati (irAE), che sono un evento comune, reversibile e che possono essere trattati in modo efficace con la terapia con glucocorticoidi, le cardiotossicità associate a ICI sono rare, con gravi complicazioni e una mortalità relativamente elevata anche se trattata con glucocorticoidi. La cardiotossicità associata a ICIs può manifestarsi in vari modi, compreso miocardite, aritmie e malattie della conduzione, malattie pericardiche, infarto del miocardio, disfunzione cardiomiocitica non infiammatoria e persino cardiomiopatia simile a Takotsubo. La maggior parte degli effetti cardiotossici sembrano essere di natura infiammatoria. La presente recensione riassume l'attuale comprensione delle cardiotossicità associate all'ICI, esaminando l'epidemiologia e i tempi di insorgenza, nonché la loro presentazione clinica, le modalità diagnostiche, la gestione clinica e i risultati. Sebbene la letteratura della cardiotossicità associata all’ICI rimanga limitata ai casi clinici, alla serie di casi e ai primi studi clinici, sono state proposte strategie per la sorveglianza, la diagnosi e la gestione di questa complicanza cardiovascolare potenzialmente fatale della terapia del cancro.
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Giacomini, Mauro. "Sistemi informatici per favorire la gestione degli eventi avversi ai farmaci." JHA - Journal of HIV and Ageing, no. 3 (September 2016). http://dx.doi.org/10.19198/jha31414.

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Weiser, Thomas. "Analgesici con adiuvanti: analgesici di combinazione con caffeina." Evidence for Self-Medication 1 (2021). http://dx.doi.org/10.52778/efsm.21.0176.

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Abstract:
Una revisione a cura del network internazionale Cochrane ha confrontato l'effetto analgesico di un analgesico comune con quello di una combinazione a base dello stesso analgesico più caffeina. L'aggiunta della caffeina ha prodotto un aumento significativo della percentuale di pazienti che hanno sperimentato un efficace sollievo dal dolore relativamente a tutte le condizioni dolorose prese in esame. Gli autori non hanno trovato alcuna evidenza clinica di eventi avversi gravi correlati all'analgesico o alla caffeina.
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Dalmiglio, Cristina, Laura Valerio, and Lucia Brilli. "Stato nutrizionale e risposta al trattamento con inibitori tirosino-chinasici nel carcinoma tiroideo avanzato." L'Endocrinologo, November 10, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01176-4.

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Abstract:
SommarioL’utilizzo di inibitori tirosino-chinasici (TKI) rappresenta un’importante opzione terapeutica nel trattamento del carcinoma tiroideo metastatico. Il trattamento con tali farmaci è frequentemente associato alla comparsa di eventi avversi che possono compromettere uno stato nutrizionale già precario, tipico di questi pazienti, peggiorandone quindi anche la prognosi. Diversi studi hanno valutato l’impatto dello stato nutrizionale e della presenza di sarcopenia sulla risposta al trattamento e sulla sopravvivenza dei pazienti oncologici. Tali parametri sembrano correlare con la prognosi e la sopravvivenza nei pazienti oncologici.
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Lazzarino, L. "La formazione interprofessionale: sinergie per il controllo degli outcome sulla sicurezza del paziente." Working Paper of Public Health 4, no. 1 (June 15, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2015.6709.

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Abstract:
Obiettivi: . Obiettivo dello studio è valutare l'efficacia dell'apprendimento nei partecipanti alle iniziative di formazione sul campo, rispetto alle capacità di pensiero critico e riflessivo, al fine di verificare se risultino più efficaci i gruppi mono professionali o composti da professionalità diverse per lo sviluppo di progetti volti alla prevenzione di eventi avversi per il paziente. Metodologia: Revisione della letteratura, analisi quantitativa retrospettiva e analisi qualitativa mediante la conduzione di focus group. Risultati: E’ emersa una correlazione positiva tra le competenze di tipo critico-riflessivo e la formazione interprofessionale e tra quest'ultima ed il controllo degli esiti avversi per il paziente. Conclusioni: L'indagine quantitativa ha messo in luce alcuni rischi connessi alla formazione interprofessionale, analizzati successivamente con matrice SWOT, che inducono a porre particolare attenzione alla progettazione, da effettuarsi anche attraverso metodologie che prevedano lo stakeholder engagement. Lo sviluppo della formazione interprofessionale aumenta la collaborazione tra i membri delle équipe e tra i servizi; essa contribuisce ad uniformare i comportamenti e a migliorare la comunicazione con l'utenza; tutto ciò porta a decisioni rapide, appropriate e condivise.
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Caravaggio, E., R. Cammarata, G. L. Guido, M. L. Savi, and I. Casagranda. "Reazioni avverse da antiaggreganti e antitrombotici in Pronto Soccorso." Working Paper of Public Health 2, no. 1 (June 15, 2013). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2013.6762.

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Abstract:
La Farmacovigilanza è una scienza clinica che si pone come obiettivi la sorveglianza, la segnalazione e la valutazione di effetti non desiderabili di prodotti farmaceutici impiegati nelle terapie mediche. Comprendela diffusione di nuove informazioni e misure regolatorie adottate al fine di evitare e prevenire effetti indesiderati che potrebbero potenzialmente verificarsi. In questo modo può essere valutato meglio il profilo di sicurezza dei farmaci e il rapporto rischio/beneficio (18). La segnalazione spontanea di tali effetti costituisce la fonte principale delle informazioni. La Farmacovigilanza si occupa della valutazione del rischio e monitoraggio della incidenza di effetti indesiderati associati al trattamento farmacologico (9-10-11). Le ADR (Adverse Drug Reaction) da farmaci sono un problema sociale ed economico di grande rilevanza, i trial clinici pre-marketing non sono sufficienti per garantire che un farmaco in commercio sia sicuro, inoltre non tutti i rischi possono essere individuati prima che il farmaco venga commercializzato su larga scala. Essi potranno essere noti solo quando il farmaco sarà stato somministrato ad un gran numero di pazienti e per un periodo di tempo prolungato di tempo (12-14) . Per capire le dimensioni del problema basti pensare che su 18 molecole, maggiormente associate ad eventi avversi sono in commercio da più di 20 anni (7- 8-13). L’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) di un nuovo farmaco concessa dall’Autorità regolatoria (Agenzia Italiana del Farmaco , AIFA) non preclude l’eventuale insorgenza di rischi considerati gravi riconducibili a tale specialità medicinale durante la pratica clinica futura (19) . E’ stato stimato che i costi annualmente attribuibili agli eventi avversi da farmaci sono sempre in crescita si stima una spesa tra i 7 e i 18 milioni di euro per milione di abitanti (1).
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Altobelli, Debora, and et al. "Sindrome di Fanconi farmaco-indotta in un paziente trattato con singola compressa di doravirina/tenofovir disoproxil fumarato..." JHA - Journal of HIV and Ageing, January 2023. http://dx.doi.org/10.19198/jha31544.

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Abstract:
Il Tenofovir disoproxil fumarato (TDF) è un farmaco ampiamenteutilizzato per l’infezione da HIV e ben conosciuto.Doravirina (DOR) è un nuovo inibitore non nucleosidicodella trascrittasi inversa (NNRTI) once-daily, prescritto dasolo o in combinazione o co-formulato con TDF e lamivudina (3TC). Sono decritti pochi eventi avversi in corso diquesta associazione terapeutica. La sindrome di Fanconiè una complicanza dell’uso del TDF ed è caratterizzatada un inadeguato riassorbimento di glucosio, fosfato eproteine dal tubulo contorto prossimale del rene; si puòassociare ad osteomalacia, che si manifesta nei casi più avanzati con astenia e perdita di forza muscolare. Si riportail caso clinico di un paziente con infezione da HIVin terapia con un regimen basato su TDF da circa due anni, con diagnosi di Sindrome di Fanconi, e l’evoluzione delquadro clinico una volta sostituito il TDF con il tenofoviralafenamide fumarato (TAF).
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Bandera, Alessandra. "I marcatori di infiammazione e coagulazione come predittori di eventi avversi severi nei pazienti HIV-positivi in terapia antiretrovirale soppressiva." JHA - Journal of HIV and Ageing, no. 4 (December 2018). http://dx.doi.org/10.19198/jha31458.

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Ricci, Elia, Monica Pittarello, and Francesco Giacinto. "Studio di valutazione del presidio Rigenoma con ozoile nel trattamento di lesioni cutanee croniche." Italian Journal of Wound Care 6, no. 3 (December 22, 2022). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2022.90.

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Abstract:
L’ozono è utilizzato per fini medici sin dall’800 e da anni anche per il trattamento delle lesioni cutanee. Le proprietà di questa molecola sono molteplici, tra cui aumento della disponibilità di O2, antinfiammatorie ed antisettiche. Abbiamo testato la perfomance di un presidio a base di Ozoile (Ozonidi stabili da olio di oliva biologico), nel trattamento di lesioni cutanee croniche. Sono stati reclutati 40 pazienti con lesioni di diversa etiologia e localizzazioni alla gamba o al piede. I parametri analizzati sono stati: area, infezione, dolore, WBP ed insorgenza di eventi avversi. Lo studio, osservazionale, prevedeva un run in di arruolamento ed osservazione di 2 settimane ed un periodo di trattamento con Ozoile di 6 settimane. I dati raccolti hanno evidenziato una ottima performance del presidio utilizzato su tutti i parametri. Gli stessi dati, analizzati con il test lineare di ANOVA, hanno evidenziato una significatività della p su area, dolore ed insorgenza di infezioni. Gli autori ritengono che detti risultati confermino le ipotesi, riportate in letteratura, sulle attività dell’ozono e dei suoi derivati.
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Ricci, Elia, and Monica Pittarello. "Valutazione clinica dell’efficacia e della tollerabilità di un nuovo presidio a base di Rigenase® e poliesanide nel trattamento di lesioni cutanee croniche." Italian Journal of Wound Care 6, no. 3 (December 22, 2022). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2022.92.

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Abstract:
In questo articolo si discute il caso controllo di una medicazione composta da Rigenase© (stimolina di origina vegetale) addizionata di poliesanide, su un nuovo supporto in PET in triplo strato nel trattamento di lesioni cutanee croniche dell’arto inferiore. Scopo dello studio è la valutazione in termini di riparazione e controllo del bioburden Batterico. Sono stati arruolati 20 pazienti con un periodo di run in di 6 settimane con terapia secondo i gold standard; a seguire un analogo periodo di trattamento con la medicazione in studio. I punti in esame sono stati l’evoluzione dell’area, misurata con un sistema basato su intelligenza artificiale come primario. End point secondari: livello di infezione/colonizzazione, WBP e dolore, tutti raccolti mediante scale validate. I dati raccolti inerentemente all’area hanno dimostrato una differenza statisticamente significativa (p<0.0001). differenze significative si sono evidenziate anche in termini di segni di infezione (p<0.001), WBP score (p<0.001) e dolore con NRS (p<0.0001). Non si sono riscontrati eventi avversi od effetti collaterali. Gli autori concludono che la medicazione dimostra una elevata capacità di stimolare la ripresa dei fenomeni riparativi in lesioni con scarsa tendenza spontanea alla riparazione.
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Palmisano, Francesca, Roberta Di Matteo, Chiara Cannici, Martina Milioto, Martina Riccomagno, Rosanna Gaino, Ignazio Favata, et al. "Monitoraggio delle complicanze da tossicità nei pazienti sottoposti a CAR-T: studio osservazionale, prospettico." Working Paper of Public Health 10, no. 1 (November 30, 2022). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2022.9543.

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Abstract:
Background: L’ambito delle terapie con CAR-T è un campo ancora nuovo e la gestione delle tossicità è nella sua fase iniziale; è necessaria, dunque, una ricerca mirata che affronti le questioni critiche relative agli outcomes dei pazienti. Scopo dello studio è quello di monitorare l’incidenza di complicanze da tossicità dovuta a CAR-T durante il periodo relativo al ricovero ospedaliero. Metodi: Studio osservazionale, prospettico, monocentrico. Il campione sarà composto da tutti i pazienti di età ≥18 anni candidati a trattamento con CAR-T da aprile 2022 ad aprile 2025. Al fine della raccolta dati verranno utilizzate le seguenti scale di valutazione: Numeric Rating Scale for Pain, Scheda Eventi Avversi, Immune Effector Cell-associated Encephalopathy Score, Grading WHO, EuroQol-5D-3L, Hospital Anxiety Scale, Scored Patient-Generated Subjective Global Assessment, Contentment with Life Assessment Scale. Conclusioni: L’immunoterapia e le CAR-T hanno mostrato risultati promettenti nel trattamento di alcune neoplasie maligne, ma possono essere associate a tossicità diverse e non completamente comprese che possono essere fatali se non identificate precocemente e trattate in modo appropriato. La comprensione delle complicanze potrebbero migliorare gli outcomes dei pazienti.
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Zambrano, Maria Virginia, Giuseppina Moccia, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Giuseppe Giuseppe, Rosetta Frammartino, Vincenzo De Paola, et al. "Cadute? No, grazie. Come nasce e si realizza un programma per prevenire le cadute in ambito ospedaliero." La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 25–34. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.2.

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Abstract:
La “caduta” in ambito ospedaliero rappresenta uno dei più frequenti eventi avversi che può determinare conseguenze immediate o anche tardive, spesso gravi fino a condurre, in alcuni casi, alla morte del paziente. Ecco perché il Ministero della Salute nel 2011 ha emanato la Raccomandazione n. 13 “Prevenzione e gestione della caduta del paziente nelle strutture sanitarie” che si pone come strumento per la prevenzione delle cadute dei pazienti nelle strutture ospedaliere. Per tale motivo, la Regione Campania ha deciso, in accordo con le Aziende Sanitarie del territorio, di sviluppare e pubblicare il “Piano Regionale Prevenzione Cadute - Linee di indirizzo per le Aziende del Servizio Sanitario Regionale”. L’A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona ha recepito le Linee d’Indirizzo Regionali e ha realizzato due delibere interne (n. 67/2018 e n. 318/2019), ponendosi come mission la realizzazione e la programmazione di un Progetto di gestione dell’evento “Caduta” all’interno dell’Azienda. L’obiettivo generale del Progetto di Prevenzione “Cadute? No, grazie” è ridurre l’incidenza delle cadute nei pazienti ricoverati. La comunicazione ha rappresentato un’attività trasversale necessaria per tutte le fasi del Progetto: dalla sua strutturazione fino alla parte comunicativa/informativa non solo tra gli operatori sanitari ma anche per i pazienti e i familiari.
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Mazza, Clelia, and Nicoletta De Chiara. "E-cigs e vaping: nuove prospettive di rischio per la salute." Journal of Advanced Health Care, July 29, 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1907-008.

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Abstract:
L’uso delle sigarette elettroniche, e-cigs, “vaping”, è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, aprendo nuovi scenari di rischi per la salute, orale e sistemica. Il presente articolo nasce dall’esigenza di analizzare tali rischi, con l’obiettivo di comprendere come attuare un’efficace prevenzione diretta ai pazienti utilizzatori dei dispositivi elettronici. Dalla letteratura presa in esame, è emerso che le e-cigs sono adottate da un numero sempre più crescente di fumatori convenzionali, come mezzo di disassuefazione dal fumo, incoraggiando tra l’altro un numero significativo di adolescenti, con tassi di utilizzo più elevati rispetto alla stessa sigaretta tradizionale. Pur comportando un rischio cancerogeno minore per l’assenza di combustione, le e-cigs sono ugualmente associate ad effetti citotossici, a causa delle particelle ultra fini emesse, inclusi formaldeide, altamente cancerogena e derivante dalla decomposizione termica, e metalli pesanti, che possono essere inalati in profondità nei polmoni ed assorbiti nel sistema circolatorio, determinando eventi avversi respiratori e cardiovascolari. È riportato, inoltre, un rischio di esposizione a fumo passivo, derivante dall’uso delle e-cigs indoor, che determina il rilascio di composti organici volatili, rappresentando una nuova fonte di inquinamento atmosferico. L’uso di tale devices rende necessario l’impegno dell’igienista dentale nel chiarire al paziente-vaper gli effetti nocivi associati alle e-cigs, sostenendo, attraverso il counselling, i benefici derivanti dall’abbandono di tali devices, il cui utilizzo, come strumenti di disassuefazione, è da considerarsi solo per brevi periodi
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Terrosu, Pierfranco. "Aspirin use for primary prevention in elderly patients." Monaldi Archives for Chest Disease 84, no. 1-2 (June 22, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2015.728.

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Abstract:
<p>The net clinical benefit of aspirin in primary prevention is uncertain as the reduction in occlusive events needs to be balanced against the increase in gastro-intestinal and cerebral bleedings. The meta-analysis of ATT (Anti Thrombotic Trialists) Collaboration in 2009 showed that aspirin therapy in primary prevention was associated with 12% reduction in cardio-vascular events, due mainly to a reduction in non-fatal myocardial infarction (0.18% vs 0.23% per year, p&lt;0.0001). However, the benefit in term of coronary events was almost balanced by the increase in major bleedings. The balance between potential benefit and harm of aspirin differs in each person and appears to be favorable in subjects at higher cardio-vascular risk. Older people have increased risk of hemorrhage as well as increased risk of heart attack and stroke. As a consequence, it is important consider both likelihoods of benefits as well as harm within the lifespan and functioning of the person. The older people who most likely benefit from aspirin in primary prevention are those at higher cardio-vascular risk, with preserved functional abilities, low comorbidity, low risk of bleeding and a prolonged life expectancy.</p><p> </p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>Il beneficio clinico netto dell’aspirina in prevenzione primaria è poco chiaro, a causa del bilancio critico tra riduzione delle occlusioni vascolari e aumento dei sanguinamenti gastro-intestinali e cerebrali. La metanalisi del 2009 del ATT (Anti Thrombotic Trialists) Collaboration mostra che l’aspirina in prevenzione primaria determina una riduzione del 12% degli eventi cardiovascolari, principalmente dovuta ad una riduzione dell’infarto miocardico non-fatale (0.18% vs 0.23% per anno, p&lt;0.0001). Tuttavia il beneficio in termini di eventi coronarici è controbilanciato dall’incremento dei sanguinamenti maggiori. Ne deriva che il bilancio tra vantaggi ed effetti avversi differisce nel singolo soggetto ed appare potenzialmente favorevole nei casi a più elevato rischio cardiovascolare. Nella popolazione anziana è aumentato sia il rischio trombotico che quello emorragico. Di conseguenza, è importante considerare il rapporto rischio/beneficio in relazione alla aspettativa di vita e alla capacità funzionale. In sostanza gli anziani che possono trarre vantaggio dall’aspirina in prevenzione primaria sono quelli a più alto rischio cardiovascolare, con mobilità conservata, scarsa comorbidità, basso rischio emorragico e lunga aspettativa di vita.</p>
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Moraes, Inaldo Kley do Nascimento, Sara Coelho Oliveira, Daniela Bassi Dibai, and Rosane da Silva Dias. "Valutazione della cultura della sicurezza del paziente nel settore dell’emodinamica in un ospedale privato a São Luís – MA." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, July 20, 2020, 43–56. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/cultura-della-sicurezza.

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Abstract:
La sicurezza del paziente è intesa come una riduzione al minimo accettabile dei rischi di danni associati all’assistenza sanitaria. Ciò dipende da una cultura della sicurezza formata da un servizio qualificato e sicuro, che coinvolga tutti i professionisti ospedalieri, e da un monitoraggio costante dei fattori determinanti per un’assistenza sanitaria di qualità. L’obiettivo generale dello studio era valutare la cultura della sicurezza dei pazienti nel settore emodinamico in un ospedale privato di São Luís. Si tratta di uno studio trasversale, descrittivo e quantitativo condotto nel settore emodinamico del centro cardiologico dell’ospedale di São Domingos, attraverso il questionario HSOPSC – Hospital Survey on Patiente Safety Culture diviso in 12 dimensioni, la percezione di ciascuna di esse è descritta dalla percentuale di risposte positive. I partecipanti erano 69 professionisti, di cui 47 (68%) erano donne, 16 (23%) erano infermieri, 30 (43%) ha lavorato in ospedale tra 1 e 5 anni, 33 (48%) con carico di lavoro settimanale tra le 20 e le 39 ore. Per quanto riguarda le dimensioni valutate le “Aspettative sul supervisore/capo” (79%); “Apprendimento organizzativo /miglioramento continuo” (90%); “Lavoro di squadra all’interno dell’unità” con (78%) e “supporto alla gestione ospedaliera” (91%) considerato forte. Inoltre, 52 (68%) partecipanti hanno riferito di non aver presentato o completato alcuna segnalazione di eventi avversi negli ultimi 12 mesi. Pertanto, la cultura della sicurezza del paziente del settore ha un potenziale di miglioramento in quasi tutte le dimensioni valutate.
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Romano, L., M. L. Di Pietro, M. R. Vitelli, and L. Berrino. "RU486: aspetti farmacologici e tossicologici." Medicina e Morale 57, no. 2 (April 30, 2008). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2008.286.

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Abstract:
Il ricorso al mifepristone (RU486), in combinazione con analoghi delle prostaglandine, nell’induzione dell’aborto chimico richiede una specifica riflessione in merito ai principali aspetti farmacologici e tossicologici. L’attuale dialettica bioetica e biopolitica, spesso ideologizzata, impone ancor più una trattazione rigorosa basata sulle evidenze scientifiche, a chiarimento soprattutto dei meccanismi d’azione e degli eventi avversi. Questi ultimi a volte anche sottodimensionati o minimizzati. Premessa l’iniquità dell’aborto volontario, l’articolo si prefigge anche lo scopo di chiarire come, in ordine ai dati della più recente bibliografia, il ricorso all’RU486 rappresenti un significativo rischio per la salute delle donne. Una particolare attenzione è riservata alla chiarificazione etiopatogenetica delle emorragie e delle sepsi, dalle quali si sono riscontrati anche diversi decessi. Nell’articolo sono riportati, inoltre, i più attuali sviluppi della ricerca con RU486 sia per il trattamento sperimentale di patologie – ginecologiche e non – che per l’uso della molecola per la contraccezione ormonale e la “contraccezione di emergenza”. ---------- The use of mifepristone (RU486), in combination with prostaglandin analogues, in the chemical abortion, requires a specific reflection on the main aspects in pharmacology and toxicology. The current debate in bioethics and biopolitical, often ideological, imposes a more rigorous treatment based on scientific evidences, especially clarification of the mechanisms of action and severe adverse events. The latter sometimes underestimated or minimized. Declared beforehand the iniquity of volunteer abortion, this article aims also to clarify how, in order to the data from the most recent literature, the use of RU486 represents a significant risk to women’s health. Particular attention is given to etiopathogenetic clarification of bleeding and sepsis, which have also seen several deaths. The article reportes, moreover, the most current developments in the research for RU486 treatment of experimental conditions – gynaecological and not – and for the use of the molecule in the hormonal contraception and the “emergency contraception”.
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Ferrucci, Giuseppe, Giovanni Sorrentino, Alfonso Della Corte, Antonio Nigro, Giuseppina Moccia, Rosetta Frammartino, Emanuela Santoro, Francesco De Caro, and Giovanni Boccia. "Studio osservazionale sull’adesione alla pratica vaccinale degli Operatori Sanitari dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona." La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 91–102. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.10.

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Abstract:
La vaccinazione rappresenta uno degli interventi più efficaci e sicuri a disposizione della Sanità Pubblica per la prevenzione primaria delle malattie infettive]. Questa pratica comporta benefici non solo per un effetto diretto sui soggetti vaccinati ma – con il raggiungimento di elevate coperture vaccinali – anche in modo indiretto riducendo la circolazione di patogeni e inducendo la protezione di soggetti non vaccinati (herd immunity). Numerose evidenze dimostrano, infatti, che la vaccinazione è uno degli interventi sanitari di maggior successo e con il miglior rapporto costo/efficacia. In Italia i dati di copertura vaccinale del personale sanitario non sono raccolti routinariamente; studi ad hoc mostrano tassi molto bassi sia durante le stagioni epidemiche che in corso di pandemia. A differenza di quanto si è portato a pensare, gli operatori sanitari, per la loro scarsa propensione a sottoporsi ai vaccini, sono un anello debole ampiamente documentato nella catena di trasmissione delle malattie infettive. I tassi di vaccinazione oscillano da un anno all’altro in relazione ai falsi allarmi riportati dalla cronaca, esattamente come accade nella popolazione generale. Al fine di implementare interventi di promozione della vaccinazione, determinare la copertura vaccinale degli operatori sanitari, le loro caratteristiche anagrafiche e professionali in relazione allo stato vaccinale, la comparsa di eventi avversi, l'efficacia sul campo del vaccino e i motivi della vaccinazione/non vaccinazione, è stato condotto dall’UOC del Programma Infradipartimentale di Igiene Ospedaliera ed Epidemiologia dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona “Scuola Medica Salernitana” uno studio trasversale di prevalenza tramite somministrazione di un questionario standardizzato e pretestato nel contesto dell’AOU.
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Bauch, Martin. "Der Regen, das Korn und das Salz: die Madonna di San Luca und das Wettermirakel von 1433." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 95, no. 1 (January 11, 2016). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2015-0008.

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Abstract:
RiassuntoIl miracoloso cambiamento del tempo, avvenuto dopo settimane di incessante pioggia nel luglio del 1433 a Bologna durante una processione della Madonna di San Luca, viene collocato ora per la prima volta in un contesto che va oltre la storia della pietà: nel presente articolo si studiano le fonti fi scali e amministrativi di Bologna per tracciare la situazione socio-economica e politica della città e del contado nella prima metà degli anni Trenta del XV secolo e per valutare l’eventuale parte avuta dalle avversità metereologiche nell’inasprire la crisi. In particolare si esaminano le carte dell’Uffi cio del Sale e della Tesoreria e la loro utilità per le ricerche storico-climatici. La ricostruzione - sulla base di fonti narrative - di eventi metereologici estremi, di epidemie e carestie, verifi catisi negli anni Trenta del XV secolo in tutta Italia, e un accenno alla situazione europea mostrano che il rischio di avversità climatiche è meno forte nell’area mediterranea che nei territori a nord delle Alpi. Infi ne si indaga il nesso causale tra precipitazioni e periodi di carestia e si tematizza la mancata considerazione di fattori naturali da parte della ricerca italiana sulla fame.
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Guacci, Carmencita. "Le impugnazioni incidentali nel processo amministrativo italiano." Revista de Derecho de la UNED (RDUNED), no. 12 (January 1, 2013). http://dx.doi.org/10.5944/rduned.12.2013.11698.

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Abstract:
L’istituto dell’impugnazione incidentale costituisce applicazione del principio di concentrazione delle impugnazioni. L’art. 96 c.p.a. disciplina le impugnazioni incidentali, ammettendole per l’appello, per la revocazione, per l’opposizione di terzo e, con qualche particolarità, per il ricorso per cassazione. L’impugnazione va proposta in forma incidentale, a pena di decadenza, dai destinatari della notifica della sentenza e dell’atto di integrazione del contraddittorio. Il rapporto di condizionalità-dipendenza, fra impugnazione principale e impugnazione incidentale, sussiste sia nel caso di impugnazione incidentale propria, sia nel caso di impugnazione incidentale tardiva. L’esigenza di applicare in maniera rigorosa il principio di concentrazione delle impugnazioni ha indotto il legislatore a sancire l’ammissibilità dell’impugnazione incidentale anche avverso capi autonomi della sentenza.The article number 96 of the code of civil procedure governs the incidental objections, accepting them to the judicial review, the new trial, the examination pro interesse suo, and, in certain events, the petition to the Highest Court. The appeal has to be proposed by the service of the process adjudication and cross-examination receivers under the vest of an incidental form, otherwise it will run the risk of lapse. The relationship of conditioning-dependence between the main and the incidental appeals can be considered either in the case of a proper than of an untimely incidental appeal. The need to strictly apply the principle of the appeals concentration has oriented the legislator to decree the receivability of the incidental appeal also in case of autonomous judgement charges.
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Reich, Warren T. "La bioetica: il punto di vista dell'outsider." Medicina e Morale 56, no. 3 (June 30, 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.318.

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Abstract:
A quarant’anni dall’inizio del dialogo fecondo tra scienze della vita e studi umani, che la nascita della bioetica ha reso possibile, si avverte la necessità di valutarne taluni aspetti – tra cui le possibilità future della bioetica, ed anche la sua origine – da un punto di vista particolare: quello dell’outsider. Si tratta di accettare la sfida, per la nostra identità morale, di spostare l’attenzione dallo studio di casi particolari, dal punto di vista dell’insider, allo studio di problemi ai margini della disciplina. L’outsider intellettuale sfida la bioetica convenzionale, prendendo in esame gli avvenimenti deprecabili del nostro tempo, permettendo in questo modo di valutare, a volte ripensandole e riformulandole, le responsabilità delle nostre discipline normative. Un esempio in questa direzione è dato da un Professore di Anestesia all’università di Harvard: Henry Beecher che uscendo dai ranghi della professione medica s’interessò della condizione di vulnerabilità dei soggetti sperimentali denunciando le numerose sperimentazione nelle quali i pazienti non avevano prestato un consenso o che non erano stati avvisati dei rischi. Altri filosofi e scienziati hanno superato, come Beecher, i confini della bioetica convenzionale, approfondendo i c.d. “problemi di frontiera”: la responsabilità di offrire o meno le cure necessarie, mediche e sociali, ai rifugiati disperatamente in cerca di asilo; la cura delle vittime della tortura. Questo modo di identificare le questioni è stato sovente affrontato da filosofi e teologi concordi sulla necessità di ampliare la portata delle domande che la bioetica si pone, per arricchirne la discussione e l’analisi. Questa esperienza di “outsider” permette agli studiosi di offrire risposte razionali alla società, sviluppando al tempo stesso un’etica pubblica credibile arricchendo il contenuto e la riflessione di quella che negli anni ’70 è stata definita come “lo studio delle dimensioni morali di ogni condotta umana, nell’area delle scienze della vita e della salute”. ---------- Forty years from the beginning of the rich dialogue between life sciences and human studies, introduced by bioethics, we feel the necessity of a deeper evaluation of some aspects related to bioethics, among others the future possibilities, the origin, in a particular perspective: that of the outsider. It is to move the attention from the special case study, in the perspective of the insider, to the study of issue related to the “border bioethics”. The intellectual outsider challenges the conventional bioethics. He takes the deplorable events of our time and allows a further and deeper evaluation, recalling or sometimes reformulating, the responsibilities of normative disciplines. In this direction, an example has been given by Henry Beecher Anaesthesia Professor at the University of Harvard, in 1966. Going out of the ranks of the medical profession, he was interested in the vulnerability condition of experimental subjects; he denounced the numerous experimentations where the patients did not give their consent or had not been informed about the risks. Other philosophers and scientists went beyond, as Beecher, the borders of the conventional bioethics, examining in detail the so called “border issues”: for example, the responsibility to offer the necessary cares, medical and social, to the refugees desperately searching for kindergarten; the care of the torture victims. This experience of “outsider” gives the possibility to offer rational answers to the society, developing, at the same time, a believable public ethics, also enriching bioethical contents and reflections, defined, in the 70s, as “the study of the moral dimension of each human conduct, in the field of the science of life and health”.
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Casini, Carlo, and Marina Casini. "Una nuova riflessione sul significato dell’obiezione di coscienza alla luce di una sentenza ingiusta Nota a Cass. n. 14979 del 2 aprile 2013." Medicina e Morale 62, no. 2 (April 30, 2013). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2013.100.

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Abstract:
Il contributo esamina la sentenza della Corte Suprema di Cassazione n. 14979 del 2013 che ha per tema l’obiezione di coscienza all’aborto. Nella fattispecie, un medico ginecologo viene pesantemente condannato per aver fatto valere il suo diritto di sollevare obiezione di coscienza (previsto dalla legge 194/1978) per attività che secondo i giudici non sono coperte dall’obiezione di coscienza. Nella prima parte dell’articolo, gli Autori muovono osservazioni critiche riguardo alla particolare severità della sentenza e riportano la ricostruzione dei fatti così come emerge dalle indagini giudiziarie. Di seguito concentrano l’attenzione sul significato e l’estensione del concetto di intervento medico- chirugico in generale e abortivo in particolare, osservando che nella misura in cui un’attività, sebbene non rientrante nel “nucleo” dell’intervento, è programmata dall’inizio come fase conclusiva (tanto che se non vi fosse la certezza di effettuarla, non potrebbe neanche iniziarsi l’intervento) tale attività è parte integrante dell’intervento stesso e dunque, trattandosi di aborto, coperta da obiezione di coscienza. Rilevante ai fini di questa valutazione è l’evidente nesso di causalità che tiene in un tutto unitario i vari momenti che si susseguono cronologicamente. La questione squisitamente giuridica della revoca immediata dell’obiezione viene risolta alla luce della differenza tra l’eventuale accettazione preventiva e l’esecuzione dell’ordine imprevisto. L’aspetto comunque più significativo è legato all’interrogativo che fa da cornice a tutto il contributo: perché tanta avversione contro l’obiezione di coscienza sanitaria con riferimento all’aborto? La risposta si trova nella negazione esplicita o implicita, ma anche nella semplice dimenticanza, che il figlio è figlio sin dal momento del concepimento. “Il diritto di aborto – si legge nella sentenza della Cassazione – è stato riconosciuto come ricompreso nella sfera di autodeterminazione della donna”. Questo pensiero, sottolineano gli Autori, è espressione di una deriva che, avviatasi con la sentenza costituzionale del 1975, avanzata con la legge 194/1978 e gravemente consolidatasi con la pretesa del “diritto” di aborto, nasce dal rifiuto di porre lo sguardo sul figlio concepito e, di conseguenza, avversa l’obiezione di coscienza. Per questo c’è ancor più bisogno di ripetere, concludono gi Autori, che il fondamento e la tutela dell’obiezione di coscienza dipendono dal riconoscimento che il concepito è uno di noi. Interessanti anche gli spunti giuridici di livello internazionale. ---------- The article examines the judgement of the Supreme Court of Cassation n. 14979 of 2013 about conscientious objection to abortion. In this case, a gynecologist was heavily condemned for having asserted his right to raise conscientious objection (provided by Law 194/1978) for activities that according to the judges are not covered by the conscientious objection. In the first part of the article, the Authors criticize the particular severity of the sentence and report the reconstruction of the events emerging from the judicial investigations. Afterward they focus attention on the meaning and the extension of the concept of surgical intervention to understand what the boundaries are of an abortion. Whether a final activity is planned from the outset (so that if it were not sure to perform it, the intervention should not be started) this activity is an integral part of the intervention itself and, therefore, in the case of abortion, covered by conscientious objection. For the purposes of this evaluation, the Authors write, it is very important the clear causal link that takes into a unified whole the various moments that follow one other chronologically. The purely legal question of immediate withdrawal of the objection is resolved in the light of the difference between the possible preventive acceptance of the execution and the execution of an unexpected order. The most significant aspect, however, is tied to the question that frames the entire contribution: why so much aversion against conscientious objection with regard to abortion? The answer lies in the express or implied negation – but also in the simple forgetfulness – that the child is a child from the moment of conception. “The right to abortion – it is written in the Supreme Court’s ruling – has been recognized as coming within the sphere of women’s self-determination” This thought, the Authors point out, is an expression of a drift originally triggered by the constitutional ruling of 1975, then advanced with the Law 194/1978 and finally severely consolidated with the claim of “right” to abortion. Since this drift arises from the refusal to look at the child conceived, consequently it adverse conscientious objection. For this there is even more need to repeat, the Authors conclude, that the foundation and the protection of conscientious objection depends on the recognition that the unborn is one of us. The legal references on the international level are also interesting.
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Casini, Carlo. "VII Programma quadro europeo di ricerca: la questione etico-giuridica delle cellule staminali." Medicina e Morale 55, no. 4 (August 30, 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.347.

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Abstract:
Il contributo esamina la recente e complessa vicenda europea relativa al finanziamento comunitario della ricerca su cellule staminali embrionali. La particolarità della questione è che tale ricerca verrebbe svolta nei Paesi che la consentono anche con gli incentivi economici dei Paesi che la vietano (come per esempio l’Italia). Com’è noto, la questione è legata a due episodi in stretta relazione reciproca: da un lato l’avvio delle procedure per l’approvazione del VII Programma Quadro (VII PQ) di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007- 2013); dall’altro il ritiro arbitrario da parte del Ministro per l’Università e la Ricerca, on. Fabio Mussi, dell’adesione italiana alla c.d. “dichiarazione etica” contraria all’uso di cellule staminali embrionali. Il VII PQ dell’Unione Europea, rappresenta lo strumento più importante per la realizzazione dello “spazio europeo della ricerca”, processo già avviato con il VI PQ con l’obiettivo di rafforzare la competitività scientifica dell’Europa. Articolato in quattro programmi specifici (cooperazione, idee, persone, capacità), che corrispondono ad altrettanti obiettivi fondamentali della politica europea di ricerca, il VII PQ è frutto dell’azione coordinata di tre grandi organismi: la Commissione europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio dei Ministri competenti per materia. Al fine di rendere più comprensibili – nel contesto europeo – i termini in cui si è posta la questione del finanziamento della ricerca utilizzante le cellule staminali embrionali, l’articolo si sofferma sia su alcuni profili di carattere tecnico sia sulla storia del precedente programma quadro, conclusosi con una moratoria circa la ricerca basata sull’impiego di embrioni umani e di cellule staminali embrionali. Questa volta il confronto serrato è avvenuto, in seno al Parlamento europeo, tra tre diverse posizioni: quella espressa dall’“emendamento Gargani” (divieto assoluto di distruzione di embrioni umani); quella espressa dall’“emendamento Niebler” (limitazione della ricerca alle linee di cellule staminali embrionali create prima del 31 dicembre 2003), quella espressa dalla Commissione industria (ITRE) del Parlamento europeo (finanziamento della ricerca sull’uso di cellule staminali umane anche allo stadio embrionale). Nonostante il voto del 15 giugno con cui il Parlamento europeo ha approvato la proposta più permissiva, l’Autore dimostra – numeri alla mano – che in realtà la preferenza del Parlamento europeo è per il diniego dell’incentivo economico per la distruzione di embrioni umani. Di qui una serie di considerazioni che toccano anche il paragrafo 73 dell’Enciclica Evangelium Vitae e la frettolosa e solitaria decisione del Ministro Mussi. Nonostante tutto, resta l’auspicio che l’Italia nell’Unione Europea non si lasci condizionare da un complesso d’inferiorità, ma anzi, avverta la sua funzione di motore nella costruzione di un’Europa cementata dall’idea della dignità umana e dei diritti umani. ---------- This contribute examines the recent European vicissitude of the communitarian financing on stem cells research. Such research would take place in Countries that allow it, also with the economic incentives of Countries that prohibit it (Italy, for example). The issue is tied up to two events closely connected: 1. starting procedures for the approval of the 7th Framework Program (FP7), Building the Europe of Knowledge (2007-2013); 2. the arbitrary withdrawal of the Italian adhesion to the “ethical declaration” against the use of embryo stem cells, by Italian Minister of University and Research, Fabio Mussi. FP7 represents the most important instrument in order to realize “an European space of research” which has been already started with the 6th Framework. The new Program identifies four main objectives (cooperation, ideas, people and capacities), which correspond to the four main specific programmes around which the European research effort is to be structured. In order to make the financing embryo research question more comprehensive, the paper takes into account technical questions and part of the Framework Program’s background, including moratorium on embryonic stem cells-based research. In such issue the comparison took place between three different positions: “Gargani amendment” (absolute prohibition to destroy human embryo); “Niebler amendment” (limiting research to embryo stem cells line created before December 2003); the position of the Committee of Industry, Research and Energy (ITRE) (financing research of human stem cells including the embryonic stage). In spite of the approval, coming from the European Parliament on last June, of the most permissive proposal, the Author demonstrates that in reality the preference of the European Parliament was for the refusal of the economic incentive. In spite of everything, the auspice is that Italy – inside the European Union – doesn’t let itself carry away because of an inferiority complex, but indeed, it perceives its function as mover in the construction of Europe, cemented on the idea of human dignity and human rights.
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