Journal articles on the topic 'Etruria meridionale'

To see the other types of publications on this topic, follow the link: Etruria meridionale.

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 25 journal articles for your research on the topic 'Etruria meridionale.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse journal articles on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

King, N. "An archaeological field survey near Campagnano di Roma, southern Etruria." Papers of the British School at Rome 61 (November 1993): 115–24. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009958.

Full text
Abstract:
RILEVAMENTO ARCHEOLOGICO NELLA ZONA DI CAMPAGNANO DI ROMA, ETRURIA MERIDIONALEUn rilevamento archeologico di piccola scala fu intrapreso ad ovest di Campagnano di Roma con due scopi. Il primo era quello di localizzare la rotta meridionale di una strada romana conosciuta a Vallelunga e che si pensa si congiungesse all'antica Via Cassia nei pressi del cratere di Baccano. Il secondo scopo era quello di valutare la natura dei reperti di superficie nell'area, a vent'anni dalla fine del ‘South Etruria Survey’. Oltre vent'anni di agricoltura intensiva e l'introduzione delle moderne tecniche di aratura profonda si pensa abbiano potuto influenzare il grado di recupero del materiale. I risultati del rilevamento, presentati in forma di tabella e figure, sembrano confermare questa ipotesi. Per la strada romana sono state trovate due possibili rotte e sono stati inoltre raccolti frammenti di materiale che vanno da una probabile epoca preistorica all'alto medioevo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Valente, Noemi. "Novità su un particolare schema iconografico dell’orientalizzante etrusco." Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico, no. 18 (July 18, 2022): 231–61. http://dx.doi.org/10.54103/2037-4488/18105.

Full text
Abstract:
In questo lavoro verrà preso in considerazione un particolare schema iconografico riconoscibile su un piccolo numero di materiali etruschi databili al VII secolo a.C.A rendere particolarmente rilevante questo schema è la diffusione geografica che esso presenta con due differenti poli, uno padano e uno meridionale, strettamente vulcente. Ciò appare rilevante soprattutto considerando quanto è stato osservato in passato a proposito dei contatti tra Vulci e l’Etruria padana dal punto di vista epigrafico. A particular iconographic scheme can be identified on a small number of Etruscan objects datable to the 7th century BCE. What makes this scheme particularly relevant is its diffusion between two geographical poles: the Po Valley and South Etruria, particularly at Vulci. These objects are important indicators of a pattern of contacts similar to that previously observed between Vulci, North Etruria, and the Po Valley from an epigraphic point of view.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Di Giuseppe, Helga. "Un confronto tra l'etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista della ceramica a vernice nera." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 31–84. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000297x.

Full text
Abstract:
UN CONFRONTO TRA L'ETRURIA SETTENTRIONALE E MERIDIONALE DAL PUNTO DI VISTA DELLA CERAMICA A VERNICE NERAQuesto articolo propone una comparazione dell'Etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista del ‘comportamento’ della ceramica a vernice nera, il principale fossile guida dell'età repubblicana e tra i principali indicatori della conquista romana e dell'integrazione dei popoli dell'Italia antica. La base documentaria da cui parte lo studio è costituita dalla ceramica a vernice nera proveniente dallo scavo del teatro romano di Volterra, sito in località di Vallebuona, e dalla South Etruria Survey condotta tra gli anni Cinquanta e Settanta da John Ward-Perkins e la sua équipe. La confrontabilità dei due contesti risiede nel fatto che, pur essendo essi stati indagati con tipi di ricerca differenti — uno scavo e una ricognizione — hanno entrambi restituito materiale residuo rappresentato da un numero di frammenti (ca. 11.000, precisamente 3.972 da Volterra e 6.985 dalla South Etruria Survey) sufficientemente significativo dal punto di vista statistico e cronologico, coprendo l'intero arco di produzione e d'uso della classe (IV–I secolo a.C). L'articolo è strutturato in diverse sezioni: una premessa in cui vengono esplicitate le finalità del lavoro, una discussione sui diversi approcci allo studio della ceramica a vernice nera, l'analisi del caso di Volterra, l'analisi del caso dell'Etruria meridionale e la comparazione finale delle due aree. Lo strumento principale di analisi è costituito da un approccio quantitativo che include la cronologia, le produzioni e le forme in uso nelle due aree. Attraverso i momenti di crescita e crollo della ceramica si cercherà di comprendere non solo la storia della sua produzione, ma anche di leggere i più ampi fenomeni storici alla base dei risultati diversi ottenuti nei due comprensori dell'Etruria.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Bottacin, Annalisa. "Stendhal ‘archeologo’ nell’antica Etruria meridionale. La nascita di una grande passione (1831-1835)." Studi Francesi, no. 155 (LII | II) (October 1, 2008): 286–323. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.8794.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Revello Lami, Martina. "Disegnare per Osservare, Capire, Raccontare. Conversazione con Agostino Sotgia." Ex Novo: Journal of Archaeology 6 (February 11, 2022): 217–27. http://dx.doi.org/10.32028/vol6isspp217-227.

Full text
Abstract:
Agostino Sotgia (Roma, 1990) è dottorando in archeologia preistorica presso la “Sapienza – Università di Roma” e la “RUG – University of Groningen”. Si occupa prevalentemente di Landscape Archaeology con particolare attenzione alla ricostruzione dei paesaggi agro-pastorali antichi in Etruria Meridionale a cavallo del I millennio a.C. Precedentemente si è interessato alla cultura materiale con una serie di studi sulle fornaci e le aree produttive per il vasellame ceramico in Italia peninsulare tra Età del bronzo e Età arcaica. All’attività di ricerca ha affiancato anche quella di sorveglianza archeologica nei cantieri per la creazione dell’infrastrutture della fibra ottica e del Gas. Collabora, inoltre, come disegnatore di reperti archeologici presso numerosi gruppi di ricerca e singoli ricercatori.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Simula, Manuela. "[Recensão a] Lidio Gasperini, Iscrizioni latine rupestri nel Lazio. I - Etruria Meridionale. “Richerche sul Lazio” 1." Conimbriga: Revista de Arqueologia 38 (1999): 242–46. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_38_15.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Limoncelli, Massimo, and Giuseppe Scardozzi. "La ricostruzione tridimensionale e il restauro virtuale di una tomba etrusca dipinta dell’Etruria meridionale interna: la “Grotta Dipinta” di Pranzovico (Viterbo)." Virtual Archaeology Review 4, no. 8 (November 20, 2015): 37. http://dx.doi.org/10.4995/var.2013.4285.

Full text
Abstract:
<p>The paper concerns the 3D reconstruction and virtual restoration of a painted rock-cut chamber tombs located in the interior of Southern Etruria (Viterbo Province, Central Italy). The tomb was discovered in 1901 in a place named Pranzovico and it dates from the mid-fifth century BC; it has a cross plan with central atrium (decorated with paintings) and three chambers in which there are the rock-cut funerary beds. The paintings have been largely destroyed by illegal excavators in the days immediately following the discovery; during the 20th century it was damaged due to agricultural works in the surroundings and now it is partially filled up. Its 3D reconstruction is based on the scarce remains preserved, the plan and drawings of paintings made at the time of discovery and the comparison with other tombs from Tarquinia and Chiusi.</p>
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Patterson, Helen, Helga Di Giuseppe, and Rob Witcher. "Three South Etrurian ‘crises’: first results of the Tiber Valley Project." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 1–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002658.

Full text
Abstract:
LE TRE ‘CRISI’ DELL'ETRURIA MERIDIONALE: RISULTATI PRELIMINARI DEL PROGETTO VALLE DEL TEVERECon questo articolo si intende fornire un resoconto preliminare su alcuni dei risultati principali del progetto Valle del Tevere condotto dalla British School at Rome. Il lavoro si concentra sui risultati attenuti dal riesame dei materiali raccolti in occasione della South Etruria Survey e illustra come questi consentano di rivedere le precedenti interpretazioni proposte. Sono stati scelti tre casi-studio al fine di dimostrare come il progetto stia consentendo di ripensare i cambiamenti dei paesaggi della Media Valle del Tevere e, in particolare, di collocarli nel contesto del continuo e mutevole rapporto con Roma, durante i periodi storici di supposta ‘crisi’: il V–IV secolo a.C, il II secolo a.C. e il tardoantico–alto medioevo. Ogni periodo mostra differenti gradi di continuità e cambiamenti. Si è preferito pertanto adottare un termine neutrale come ‘trasformazione’, piuttosto che ‘crisi’ e situare ognuno di questi cambiamenti all'interno di una più lunga prospettiva storica e di una più ampia struttura interpretativa.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Wickham, Chris. "Medieval studies and the British School at Rome." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 35–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001756.

Full text
Abstract:
GLI STUDI MEDIEVALI E LA ‘BRITISH SCHOOL AT ROME’Le ricerche in campo medievale hanno costituito uno dei tratti distintivi dell'attività della ‘British School at Rome’ sin dagli esordi, con la pubblicazione di consistenti ricerche storico artistiche (Rushforth) e di storia amministrativa (Jamison) nella prima decade del ventesimo secolo. Successivamente, però, fino al secondo dopoguerra, itemi medievali vennero trattati in maniera piuttosto discontinua. Negli anni '50 l'attenzione si concentro sugli studi storici, mentre quelli archeologici iniziarono negli anni '60. Questi ultimi conobbero un intenso sviluppo in seguito alla ricognizione dell'Etruria meridionale (‘South Etruria Survey’) condotta dalla ‘British School at Rome’, concentratasi sul periodo romano ma che sollevo numerose questioni relative al periodo successive All'inizio degli anni '60, gli scavi di Santa Cornelia furono tra i primi scavi medievali in Italia. A meta del decennio, le ricerche di David Whitehouse sulla ceramica resero possibile per la prima volta datazioni accurate. Da queste premesse scaturirono tre decenni di lavoro intenso sull'archeologia medievale italiana, nel quale gli archeologici britannici, di solito legati alla ‘British School at Rome’, ebbero un ruolo importante. I decenni piu recenti hanno inoltre contributo allo sviluppo delle discipline storiche è storico-artistiche; John Osborne e stato particolarmente attivo nello sviluppo degli studi sulla cultura visiva altomedievale romana.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Scapaticci, Maria Gabriella. "The Discovery of the Mithras Statue of Tarquinia." Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hungaricae 58, no. 1-4 (December 2018): 9–23. http://dx.doi.org/10.1556/068.2018.58.1-4.2.

Full text
Abstract:
Summary In 2014 the discovery of a Mithras' statue at Tarquinia occurred. This was due to the Comando Tutela Patrimonio Culturale dell'Arma dei Carabinieri, which informed the Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale about clandestine activities in May 2014 on the poggio della Civita – where the ancient city of Tarquinia stood – in a zone close to the Etruscan temple of the Ara della Regina (fig. 1). As soon as possible, the Soprintendenza carried out an archaeological excavation, focusing the effort on the need to find evidence for the place of origin of the magnificent sculptural group (fig. 2), which represents Mithras Tauroctonus. This sculpture was recovered by the Carabinieri after investigation by the police, directed by the Procura della Repubblica of the law court of Rome. Archaeological research since then has led to the discovery of another marble part of the same sculpture (fig. 3), i.e., the dog leaning on the knee of the bull and perfectly dovetailing with the Mithraic Tauroctony. The discovery of another fragment pertaining to the same sculpture is an irrefutable proof that the Mithras' statue came from the domus of the Civita of Tarquinia, which represents an important and new scientific result. The only other sculptural group depicting Mithras in Southern Etruria was one previously found in Vulci, discovered in 1975 after a clandestine excavation close to the domus del Criptoportico. This new finding proves the spread of this cult in Tarquinia, as well, and the style of the new sculpture suggests a chronological priority of the Tarquinian Mithraeum in respect to that in Vulci.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

Sofroniew, Alexandra. "Culti domestici in Italia meridionale ed Etruria By Aura Piccioni. Regensburg: Schnell & Steiner 2020. Pp. 276. €45. ISBN 978-3-7954-3552-3 (cloth)." American Journal of Archaeology 126, no. 1 (January 1, 2022): E021—E022. http://dx.doi.org/10.1086/718349.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

Perkins, Philip, and Lucy Walker. "Survey of an Etruscan City at Doganella, in the Albegna valley." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 1–143. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011624.

Full text
Abstract:
RICOGNIZIONE TOPOGRAFICA DI UNA CITTA' ETRUSCA A DOGANELLA NELLA VALLE DELL'ALBEGNAQuesta città etrusca della Toscana meridionale, di enormi dimensioni, e munita di una cinta muraria, si trova coperta, per la maggior parte, da terreno attualmento adibito ad uso agricolo. Negli anni tra il 1982 e il 1984, nell'ambito di tre campagne di ricognizione topografica condotte nella Valle dell'Albegna, è stata condotta una esplorazionc sistematica dell'area. La relazione che qui si presenta contiene: la storia degli studi relativi al sito, la descrizione dei resti archeologici osservabili sul terreno, l'esposizione della metodologia impiegata nella ricognizione, l'analisi dei campioni di materiali raccolti, ed una discussione dei vari aspetti generali del sito. A ciò segue un catalogo delle distribuzioni in superficie dei vari materiali ed una appendice sui risultati di due carotaggi del suolo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Cecere, F., A. Carraro, D. Ferro, and G. Visco. "Individuation of characteristic parameters of “glass paste” of Meridional Etruria by the use of scientific methodologies." Microchemical Journal 88, no. 2 (April 2008): 130–35. http://dx.doi.org/10.1016/j.microc.2007.11.015.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

Domínguez Arranz, Almudena. "La Castellina del Marangone, entre Tarquinia y Caere: testimonios de la presencia púnica y de una ocupación romana no valorada." Salduie, no. 11-12 (December 31, 2012): 107–26. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_salduie/sald.201211-126632.

Full text
Abstract:
La Castellina, cuyo papel de frontera y de puerto abierto al Mediterráneo han determinado su historia, pudo ser el origen de la urbe de Civitavecchia en este litoral de Etruria Meridional. Hay indicios de diferente naturaleza que corroboran una presencia cartaginesa, hasta ahora no considerada, y que avalaría el establecimiento de contactos al menos desde el siglo IV a. C. Del mismo modo que algunas estructuras arquitectónicas y un cuantioso material mobiliar permiten afirmar que existió una ocupación residual en el yacimiento desde la fase tardo republicana al período del Bajo Imperio, que se superpone a las sucesivas fases protohistóricas y etruscas. Estas evidencias han sido estudiadas y documentadas a través de las excavaciones y estudios que han tenido lugar entre 1995 y 2011. Las diferentes categorías cerámicas, algunas importadas y otras regionales o locales, abarcan desde la vajilla ibérica, greco-itálica, sigillata, paredes finas, cerámicas comunes y cerámicas africanas ARSW.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

Angás Pajas, Jorge. "Santuarios como indicadores de frontera en el territorio noroccidental de Vulci (siglos VII-III a. C. Italia centro-tirrénica)." Salduie, no. 5 (December 31, 2005): 65–94. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_salduie/sald.200556504.

Full text
Abstract:
La formación y definición de la frontera noroccidental del territorio de la ciudad etrusca de Vulci (Toscana-Lacio) en el Valle del Albegna (siglos VII- III a.C.), constituye un tema que la historiografía apenas ha tratado con cierto rigor científico. Esta franja ocupa una posición vital como eje principal de tránsito entre las dos zonas de influencia etrusca Septentrional y Meridional. El siguiente estudio adopta un enfoque metodológico que analiza la configuración de un territorio, relacionando la situación topográfica de algunos santuarios y su registro arqueológico con zonas especialmente críticas como respuesta a la necesidad de delimitar un espacio en la organización del pobla- miento de un territorio. Con ello se pretende demostrar cómo los santuarios etruscos de campaña inciden plenamente en la estructuración del agro vulcente mediante una determinada funcionalidad política, espacial, decorativa, económica y cultual. Además como trabajo de campo se analizan brevemente las campañas de prospección y excavación desarrolladas en Marsiliana d ́Albegna (2002-2005), sirviendo de ejemplo de desarrollo del poblamiento rural generalizado como clave de lectura de una frontera.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Albers, Jon. "San Giovenale. Results of Excavations conducted by the Swedish Institute of Classical Studies at Rome and the Soprintendenza alle Antichità dell’ Etruria Meridionale. Vol. V, Fasc. 1. The Borgo. Excavating an Etruscan Quarter: Architecture and Stratigraphy by Carl Nylander, Börje Blomé, Lars Karlsson, and Angela Bizzarro, Giuseppe, Stefanoand Alessandro Tilia. With Appendices by Barbara Belelli Marchesini, Kerstin Bellerba & Brita Alroth, Angela Bizzarro, Sheldon Judson, Marie Klingspor Rotstein & Daniel Kwiatkowski, Örjan Wikander." Gnomon 88, no. 6 (2016): 535–39. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417-2016-6-535.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

Mayer, Marc. "Los romanos ante su entorno natural - L. GASPERINI, ISCRIZIONI LATINE RUPESTRI NEL LAZIO. I. ETRURIA MERIDIONALE, Roma (Ricerche sul Lazio 1; Dipartimento di Storia della II Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, 1989). 156 pp., 32 láms. - L. GASPERINI (ed.), RUPES LOQUENTES. ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI SULLE ISCRIZIONI RUPESTRI DI ETÀ ROMANA IN ITALIA (ROMA-BOMARZO 13-15.X.1989) (Studi pubblicati dall'Istituto Italiano per la Storia Antica, fase. LIII; Roma 1992). 614 pp. Lit. 200.000." Journal of Roman Archaeology 10 (1997): 405–10. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400015075.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

van der Graaff, Ivo. "Early fortifications and their implications for early urbanism in Latium and South Etruria - PAUL FONTAINE and SOPHIE HELAS (a cura di), LE FORTIFICAZIONI ARCAICHE DEL LATIUM VETUS E DELL’ETRURIA MERIDIONALE (IX-VI SEC. a.C.). STRATIGRAFIA, CRONOLOGIA E URBANIZZAZIONE. Atti del Giornate di Studio, Roma, Academia Belgica, 19-20 settembre 2013 (Belgisch Historisch Instituut te Rome, Artes VII; Bruxelles2016). Pp. 294, c.150 black-and-white figs., c.100 colour figs., foldout. ISBN 978-90-74461-85-6. EUR 75." Journal of Roman Archaeology 31 (2018): 581–83. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759418001563.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

Brunetti, M. Mauro, and Giano Della Bella. "La Famiglia Tellinidae Blainville, 1814, nel Plio-Pleistocene dell’Europa meridionale, parte seconda:i generi Asbjornsenia Friele, 1886, Strigilla W. Turton, 1822, Bosemprella M. Huber, Langleit & Kreipl, 2015, Fabulina Gray, 1851, Macomangulus Nordsieck, 1969, Oudardia Monterosato, 1884, Peronaea Poli, 1791, Peronidia Dall, 1900, Serratina Pallary, 1920, con descrizione di 3 nuove specie." Bollettino Malacologico 58, no. 2 (October 28, 2022): 94–120. http://dx.doi.org/10.53559/bollmalacol.2022.10.

Full text
Abstract:
A second revision of the Plio-Pleistocenic taxa of the family Tellinidae Blainville, 1814 of southern Europe is presented, 15 species are illustrated and discussed of which 3 described for the first time. For the genus Asbjornsenia Friele, 1886: Asbjornsenia pygmaea (Lovén, 1846); for the genus Strigilla W. Turton, 1822: Strigilla etrusca Brunetti M. & Della Bella, 2003; for the genus Bosemprella M. Huber, Langleit & Kreipl, 2015: Bosemprella incarnata (Linnaeus 1758), for the genus Fabulina Gray, 1851: Fabulina fabuloides Monterosato, 1884; for the genus Macomangulus Nordsieck, 1969: Macomangulus exiguus (Poli, 1791), Macomangulus tenuis tenuis (Da Costa, 1778); for the genus Oudardia Monterosato, 1884: Oudardia compressa (Brocchi, 1814), Oudardia strigilata (Philippi, 1844), Oudardia pliorecens n. sp. of the Tuscan-Emilian Plio-Pleistocene; for the genus Peronaea Poli, 1791: Peronaea planata planata (Linnaeus, 1758); for the genus Peronidia Dall, 1900: Peronidia albicans (Gmelin, 1791), Peronidia iberica n. sp. of the Spanish Early Pliocene, Peronidia intermedia n. sp. of the Italian Early Pliocene; Peronidia transiens (Cerulli-Irelli, 1909); for the genus Serratina Pallary, 1920: Serratina serrata (Brocchi, 1814, Renier m.s.). Some one specimen with open nomenclature are also reported and illustrated: Macomangulus sp. 1 of the Piedmont Early Pliocene.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

Naranjo, Pedro Miguel, and Mª del Rosario García Huerta. "Entre la Tierra y el Cielo: aproximación a la iconografía y simbolismo de las aves en el mundo tartésico y fenicio-púnico en la península ibérica." Vínculos de Historia Revista del Departamento de Historia de la Universidad de Castilla-La Mancha, no. 11 (June 22, 2022): 260–79. http://dx.doi.org/10.18239/vdh_2022.11.11.

Full text
Abstract:
El objeto de este trabajo es el estudio del simbolismo de las aves en el ámbito tartésico y fenicio-púnico en la península ibérica durante el Bronce Final y el Hierro I. Se han recogido y analizado aquellas piezas con representaciones de aves, así como los restos orgánicos de éstas, si bien esto último no ha dado muchos frutos debido a las dificultades que existen tanto para su conservación como para la posterior identificación de especies. En total se han podido determinar ánades, gallos, palomas, flamencos, cisnes, lechuzas y halcones, todas ellas representadas en el Mediterráneo oriental y cuya iconografía se vincula al mundo funerario, al tránsito al Más Allá y a las divinidades. Gran parte de esa iconografía llegó a la península de mano de los fenicios, si bien su acogida y aceptación entre la población local fue variable. Palabras clave: aves, simbolismo, tartesios, fenicios, púnicosTopónimos: península ibéricaPeriodo: Hierro I. ABSTRACTThe aim of this paper is to study the symbolism of birds in Tartessian and Phoenician-Punic cultures within the Iberian Peninsula during the late Bronze and early Iron Age. To this end, items with any sort of symbolism connected with birds have been analysed. Organic remains have also been examined, although the latter did not make a relevant contribution to the study due to problems of conservation of the organic remains and subsequent identification of species. I have identified ducks, roosters, pigeons, flamingos, swans, owls and hawks, all located around the East Mediterranean basin and related to funerary contexts, the journey to the hereafter and deities. Most of this iconography reached the Iberian Peninsula via Phoenician culture, albeit its acceptance among the local population varied. Keywords: birds, symbolism, Tartesian, Phoenicians, PunicPlace names: Iberian PeninsulaPeriod: Iron Age REFERENCIASAlmagro Gorbea, M. J. (1986), Orfebrería fenicio-púnica, Madrid.Almagro Gorbea, M. (1977), El Bronce Final y el Periodo Orientalizante en Extremadura (Bibliotheca Praehistorica Hispana, 14), Madrid.— (dir.) (2008), La necrópolis de Medellín. II Estudio de los hallazgos, (Bibliotheca Archaeologica Hispana, 26-2), Madrid.Almagro Gorbea, M. y Torres, M. (2006), “Plástica sirio-fenicia en occidente: la sirena de Villaricos y el origen de la plástica ibérica”, Madrider Mitteilungen, 47, pp. 59-82.— (2009), “Los escarabeos fenicios de Portugal. Un estado de la cuestión”, Estudos Arqueológicos de Oeiras, 17, pp. 521-554.Akimova, L. I., Kunze, M. y V. Kästner, V. (1988), Die Welt der Etrusker. Archäeologische Denkmäler aus Museen der sozialististischen Länder, Berlin.Arnold, D. (1995), An Egyptian Bestiary, New York.Arruda, A. M. (2016), “À vol d´oiseau. Pássaros, passarinhos e passarocos na Idade do Ferro do Sul de Portugal”, en Terra e Água. Escolher sementes, invocar a Deusa. Estudos em homenagem a Victor S. Gonçalves, Lisboa, pp. 403-423.Aubet, M. E. (1978), “Los marfiles fenicios del Bajo Guadalquivir. I, Cruz del Negro”, Boletín del seminario de Arte y Arqueología, 44, pp. 15-88.— (1981-82), “Los marfiles fenicios del Bajo Guadalquivir (y III): Bencarrón, Santa Lucía y Setefilla”, Pyrenae, 17-18, pp. 231-287.Blázquez, J. M. (1983), Primitivas religiones ibéricas. Religiones prerromanas, Madrid.Blázquez, J. M. y Jordá, F. (1978), Historia del Arte Hispánico. I: La Antigüedad, Madrid.Blázquez, J. M., Luzón, J. M., Gómez, F. y Clauss, K. (1970), Las cerámicas del Cabezo de San Pedro (Huelva Arqueológica, 1), Madrid.Belén, M. y Escacena, J. L. (2002), “La imagen de la divinidad en el mundo tartésico”, en Ex oriente lux. Las religiones orientales antiguas en la península ibérica (Spal monografías, 21), Sevilla, pp. 159-184.Bendala, M. (1988), Los albores de Grecia. Historias del Viejo Mundo (Historia 16, 9), Madrid.Buero, M. (1984), “Los motivos naturalistas en la cerámica pintada del Bronce Final del suroeste peninsular”, Habis, 15, pp. 345-364.Carriazo, J. de M. (1969), “El cerro del Carambolo”, en Tartessos y sus problemas. V Symposium Internacional de Prehistoria Peninsular. Jerez de la Frontera. Barcelona, pp. 311-340.Celestino, S. y Blanco, J. L. (2006), “Edad del Hierro: Del Periodo Orientalizante al mundo prerromano”, en La joyería en los orígenes de Extremadura: el espejo de los dioses, Mérida, pp. 116-125.Celestino, S. y Salgado, J. A. (2007), “Fenicios e indígenas a través del tesoro de Aliseda”, en Las aguas primigenias. El Próximo Oriente Antiguo como fuente de civilización. Actas del IV Congreso Español de Antiguo Oriente Próximo (Zaragoza, 17 al 21 de octubre de 2006), Zaragoza, pp. 587-601.Celestino, S. y Rodríguez González, E. (2017), “De lo invisible a lo visible. La Transición entre el Bronce Final y la Primera Edad del Hierro en el valle medio del Guadiana”, en Territorios comparados: Los valles del Guadalquivir, el Tajo y el Guadiana en época tartésica (Anejos de AEspA, 80), Mérida, pp. 183-212.Coldstream, J. N. (2003), Geometric Greece, 900-700 BC, London-New York.Corzo, R. (1988), Los fenicios, señores del mar. Historias del Viejo Mundo (Historia 16, 8), Madrid.— (1991): Arte fenicio y púnico. Cuadernos de arte español (Historia 16, 9), Madrid.De Deus, M. y Correira, J. (2005), “Corte Margarida. Mais uma necrópole orientalizante no Baixo Alentejo”, en El Periodo Orientalizante. Actas del III Simposio Internacional de Arqueología de Mérida: Protohistoria del Mediterráneo Occidental, Mérida, pp. 615-618.Díez, F. (2017), “Cuerpos imaginarios: poder y descorporeización en el paso al más allá imaginado en las lécitos áticas de fondo blanco”, Res Publica, 20.3, pp. 493-506.Diogo, C. y Kesser, C. (2018), “The Iconography of Death: continuity and change in the Prothesis ritual through iconographical techniques, motifs, and gestures depicted in Greek pottery”, Classica, 31.1, pp. 61-87.Fantar, M. H. (1970), Eschatologie phénicienne et punique. Tunis.Fernández Flores, A. y Rodríguez Azogue, A. (2007), Tartessos desvelado. La colonización fenicia del suroeste peninsular y el origen y ocaso de Tartessos, Córdoba.Frankfort, H. (2010), Arte y arquitectura del Oriente Antiguo, Madrid.Garrido, J. P. (1970), Excavaciones en la necrópolis de “La Joya”, Huelva (1ª y 2ª campañas) (Excavaciones Arqueológicas en España, 71), Madrid.González Prats, A. (1983), Estudio arqueológico del poblamiento antiguo de la sierra de Crevillente (Alicante) (Anejos de la Revista Lucentum, 1), Alicante.Grosman, L. y Munro, N. D. (2016), “A Natufian ritual event”, Current Anthropology, 57.3, pp. 311-331.Guerrero, V. M. (1986), “El impacto de la colonización púnica en la cultura talayótica de Mallorca”, en Los Fenicios en la peninsula ibérica, Sabadell, pp. 339-375.Hachmann, R. (1983), Frühe Phöniker im Libanon. 20 Jahre deutsche Ausgrabungen in Kāmid el-Lōz. Mainz.Hernández Carrasquilla, F. y Jonsson, L. (1994), “Las aves”, en Castillo de doña Blanca. Archaeo-environmental investigations in the Bay of Cádiz, Spain (750-500 B.C.) (BAR International Series, 593), Oxford, pp. 81-90.Horn, F. (2005), “Les terres cuites d´origine orientale de la peninsule iberique (VIIIᵉ-VIᵉ s. av. J.-C.)”, en El Periodo Orientalizante. Actas del III Simposio Internacional de Arqueología de Mérida: Protohistoria del Mediterráneo Occidental (Anejos de AEspA, 35) vol 2. Mérida, pp. 1405-1415.Ikram, S. (2012), “An eternal aviary: Bird mummies from Ancient Egypt”, en Between heaven and Earth. Birds in Ancient Egypt (Oriental Institute Museum Publications, 35), Chicago, pp. 41-48.Jiménez Ávila, J. (2002), La toréutica orientalizante en la peninsula ibérica (Bibliotheca Archaeologica Hispana, 16), Madrid.Jiménez Guijarro, J., Sánchez Marco, A. y García Díez, M. (2011), “Nuevo examen de los grabados paleolíticos de El Pendo (Cantabria, España). Consideraciones sobre las aves del arte paleolítico de la península ibérica”, Trabajos de Prehistoria, 68.1, pp. 147-158.Karageorghis, V. y Des Gagniers, J. (1974), La Céramique Chypriote de Style Figuré. Âge du Fer (1050-500 AV. J.-C.) (Biblioteca di antichità cipriote, 2.1), Roma.Lacalle, R. (2019), Los símbolos de la Prehistoria. Mitos y creencias del Paleolítico Superior y del Megalitismo europeo, Córdoba.Le Meaux, H. (2010), L´iconographie orientalisante de la Péninsule Ibérique. Questions de styles et d´échanges (VIIIᵉ-VIᵉ siècles av. J.-C.) (Bibliothèque de la Casa de Velázquez, 47), Madrid.Liseau, C., Blasco, C., Ríos, P., Vega, J., Menduiña, R., Francisco, J., Baena, J., Herrera, T., Petri, A. y Gómez, J.L. (2008), “Un espacio compartido por vivos y muertos: el poblado calcolítico de fosos de Camino de las Yeseras (San Fernando de Henares, Madrid)”, Complutum, 19.1, pp. 97-120.López García, P., López Sáez, J. A. y Hernández, A. (2005), “El paleoambiente del suroeste peninsular en la protohistoria”, en El Periodo Orientalizante. Actas del III Simposio Internacional de Arqueología de Mérida: Protohistoria del Mediterráneo Occidental (Anejos de AEspA, 35) vol 1. Mérida, pp. 383-403.López Grande M. J. y Trello, J. (2001-2002), “Pervivencias iconográficas egipcias en las imágenes de damas sagradas del ámbito fenicio-púnico”, en Actas del II Congreso internacional de mundo púnico (Cartagena, 2000). El Mundo púnico: religión, antropología y cultura material, Murcia, pp. 337-352.Maluquer de Motes, J. (1958), Excavaciones Arqueológicas en el Cerro del Berrueco (Salamanca) (Acta Salamanticensia. Filosofía y Letras, XIV.1), Salamanca.— (1981), El santuario protohistórico de Zalamea de La Serena, Badajoz 1978-1981 (Programa de Investigaciones Protohistóricas, IV), Barcelona.— (1983), El santuario protohistórico de Zalamea de La Serena, Badajoz 1981-1982 (Programa de Investigaciones Protohistóricas, V), Barcelona.Marín, M. C. (2013), “La diosa astral ibérica y sus antecedentes orientales”, en Ritual, Religion and Reasons. Studies in the Ancient World in Honour of Paolo Xella, Münster, pp. 561-580.Marín, M. C. y Jiménez, A. M. (2014), Imagen y culto en la Iberia prerromana II. Nuevas lecturas sobre los pebeteros en forma de cabeza femenina (Spal Monografías, 18), SevillaMonge Soares, R., Baptista, L., Pinheiro, R., Rodrigues, L. y Vale, N. (2017), “A necrópole da I Idade do Ferro do Monte do Bolor 1-2 (São Brissos, Beja)”, en Sidereum Ana III. El río Guadiana y Tartessos, Mérida, pp. 263-301.Miguel Azcárraga, B. (2015), “Bronces púnicos en la isla de Ibiza”, en J. Jiménez (ed.), Phoenician Bronzes in Mediterranean (Bibliotheca Archaeologica Hispana, 45). Madrid, pp. 453-478.Miguel Naranjo, P. (2020), Definición y caracterización de las cerámicas a mano con decoración pintada del sur de la península ibérica en época tartésica. Oxford.Molina, F. (1986), “Almuñécar a la luz de los nuevos hallazgos fenicios”, en Los Fenicios en la peninsula ibérica. Sabadell, pp. 193-216.Moscati, S. (ed.) (1988), I Fenici. Milano.Murillo, J. F. (1994), La cultura tartésica en el Guadalquivir Medio (Ariadna, 13-14), Córdoba.Neri, S. (2010), Il tornio e il penello. Ceramica depurata di tradizione geometrica di época orientalizante in Etruria meridionale (Officina etruscologia, 2). Roma.Nauert, J. P. (1965), “The Hagia Triada sarcophagus. An iconographical study”, Antike Kunst, 8.2, pp. 91-98.Nicolás, J. C. (2017), “Gallos, labrys y campanillas, elementos simbólicos de la religión púnico-peninsular”, en El Oriente de Occidente. Fenicios y púnicos en el área ibérica. VIII edición del coloquio internacional del CEFYP en Alicante, Alicante, pp. 433-464.Olmos, R. y Fernández Miranda, M. (1987), “El timiaterio de Albacete”, Archivo Español de Arqueología, 60, pp. 211-219.Padró, J. (1981), “Las divinidades egipcias en la Hispania romana y sus precedentes”, Simposio de la religión romana en Hispania, Madrid, pp. 335-344.Pachón, J. A. y Carrasco, J. (2005), Las cerámicas polícromas orientalizantes y del Bronce Final desde la perspectiva granadina. Granada.Pellicer, M. (2007), La necrópolis Laurita (Almuñécar, Granada) en el contexto de la colonización fenicia (Cuadernos de Arqueología Mediterránea, 15), Barcelona.Perdigones, L., Muñoz, A. y Pisano, G. (1990), La necrópolis fenicio-púnica de Cádiz, (Studia Punica, 7), Roma.Pérez Blasco, M.F. (2012), “El kalathos del gallo: una decoración simbólica singular en un vaso de Lucentum”, MARQ. Arqueología y Museos, 5, pp.133-153.Peyras, J. (1999), Aspects de Hermès-Mercure dans l´Afrique Mineure, en J. Peyras y G. Tirologos (eds.). L´Afrique du Nord Antique. Cultures et paysages, Paris, pp. 127-150.Plaza, L. de la, Martínez, J. M. y Vaquero, J. I. (2019), Guía para identificar los personajes de la mitología clásica, Madrid.Prados, F. (2008), Arquitectura púnica. Los monumentos funerarios (Anejos de Archivo Español de Arqueología, 44), Madrid.Regoli, P. (1991), I brucuaprofumi a testa femminile dal Nuraghe Lugherras (Paulilatino) (Studia Punica, 8), Roma.Rodríguez Díaz, A., Pavón, I. y Duque, D. M. (2015), “El Tesoro de Aliseda: aproximación a su contexto arqueológico y a su tiempo histórico”, en El tiempo del Tesoro de La Aliseda. II. Aproximación a su contexto arqueológico, Cáceres, pp. 205-224.Rodríguez González, E. y Celestino, S. (2019), “Primeras evidencias de un banquete: análisis arquitectónico y material de la estancia S-1 del yacimiento de Casas del Turuñuelo (Guareña, Badajoz)”, Cuadernos de Prehistoria y Arqueología de la Universidad Autónoma de Madrid, 45, pp. 179-202.Ruiz, L. A. (2004), “Appendice. El huevo de avestruz: símbolos, epigrafía y contextos culturales”, en Le uova di struzzo dipinte nella cultura punica (Bibliotheca Archaeologica Hispana, 22 Studia Hispano-Phoenicia, 3), Madrid, pp. 111-118.Russell, N. y McGowan, K. J. (2003), “Dance of the Cranes: Crane symbolism at Çatalhöyük and beyond”, Antiquity, 77.297, pp. 445-455.Salvador, R. M. y Pereira, J. (2017), “A Paisagem funerária a oeste de Beja no período orientalizante. As necrópoles de Carlota (São Brissos) e Cinco Reis 8 (Santiago Maior)”, en Sidereum Ana III. El río Guadiana y Tartessos, Mérida, pp. 333-352.Santos, F., Antunes, S., De Deus, M. y Grillo, C. (2017), “A Necrópole de Palhais (Beringel, Beja)”, en Sidereum Ana III. El río Guadiana y Tartessos, Mérida, pp. 227-261.Schmidt, K. (2010), “Göbekli Tepe- The Stone Age Sanctuaries. New results of ongoing excavations with a special focus on sculptures and high reliefs”, Documenta Praehistorica, 37, pp. 239-256.Schmitz, Ph. (2009), “The owl in Phoenician Mortuary practice”, JANER, 9.1, pp. 51-85.Soave, L. (2017), Simboli nell´arte. Breve guida per scoprire i significati nascoti nelle opere. Modena.Torres, M. (2002), Tartessos (Bibliotheca Archaeologica Hispana, 14), Madrid.— (2017), “El paisaje funerario en las necrópolis tartésicas”, en Arquitecturas funerarias y Memoria: la gestión de las necrópolis en Europa occidental (ss. X-III a. C.), Madrid, pp. 359-398.Townsend, E. (1974), Götterkult (Archaeologia Homerica, 3), Göttingen.Valero, M. A. (2005), “El mosaico del Cerro Gil. Iniesta, Cuenca”, en El Periodo Orientalizante. Actas del III Simposio Internacional de Arqueología de Mérida: Protohistoria del Mediterráneo Occidental (Anejos de AEspA, 35) vol 1. Mérida, pp. 619-634.Vaquero, A. (2012), “Los amuletos de la «Tumba Nº 5» de la necrópolis orientalizante de Les Casetes (Villajoyosa, Alicante)”, Lucentum, 31, pp. 91-114.Vives-Ferrándiz, J. (2007), “La vida social de la vajilla de bronce etrusca en el este de la península ibérica. Notas para un debate”, Revista d´Arqueología de Ponent, 16-17, pp. 318-342.VV.AA. (1979), Mer Égée. Gréce des Îles, Paris.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

Moretti Sgubini, Anna Maria. "Scoperte e iniziative in Etruria Meridionale." Etruscan Studies 9, no. 1 (January 2002). http://dx.doi.org/10.1515/etst.2002.9.1.133.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

Riedemann Lorca, Valeria. "(Aristocratic) domestic cults in Etruria, Lazio, Magna Graecia, and southern Italy - A. Piccioni 2020. Culti domestici in Italia meridionale ed Etruria. Regensburg: Schnell & Steiner. Pp. 272, 123 figs. ISBN 978-3-79843-552-3." Journal of Roman Archaeology, January 20, 2023, 1–10. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759422000514.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

Menotti, Elena Maria. "Divinità e offerenti in Mantova etrusca." LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, May 2, 2022, 297–300. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/17776.

Full text
Abstract:
Le scoperte archeologiche occorse a Mantova negli annui duemila hanno portato all’individuazione di elementi che, a partire dall’età arcaica, definiscono un’area sacra. Tre graffiti vascolari hanno dediche alle divinità femminili Vei e Zipni. Vei corrisponde per taluni aspetti a Demetra e per altri a Kore ed il suo culto era diffuso in molti siti dell’Etruria centro meridionale e a Mantova, Felsina, Marzabotto, Servirola di San Polo d’Enza e Parma. Il suo partner, Dis Pater noto anche come Mantus, era la divinità più importante della dodecapoli padana. La presenza di un culto di Vei in Mantova può essere prova della presenza del culto di Dis Pater/Mantus. Alcuni dati paleografici e onomastici graffiti su supporti vascolari indicano la presenza di devoti di lingua celtica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

Negroni Catacchio, Nuccia, and Veronica Gallo. "Le raffigurazioni di felini in ambra nella Penisola italiana." LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, June 15, 2022, 44–61. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/18049.

Full text
Abstract:
Si prendono qui in esame le ambre figurate preromane che rappresentano felini. Tra i rinvenimenti della Penisola italiana si contano ad oggi 33 esemplari, ma molti altri sono conservati in musei stranieri, senza indicazione del luogo di ritrovamento; coprono un arco cronologico compreso tra la metà del VII e il IV secolo a.C. e provengono da Etruria padana, Piceno, regioni meridionali (attuali Puglia, Basilicata e Campania) e area etrusco-laziale. Al di fuori della Penisola, alcune ambre sono state portate alla luce in Serbia, Israele e Siria. I manufatti italici fungevano per lo più da pendagli e, talvolta, rivestivano un arco di fibula. Dal punto di vista iconografico, si tratta soprattutto di protomi, di felini in posizione accovacciata, di scene con più animali e di altri unica. Lo studio stilistico delle ambre figurate in forma di felini ci permette di ricostruire infine parte delle vie di scambio attive durante l’età del ferro, delineando, ad esempio, la circolazione dei medesimi modelli lungo la sponda adriatica italiana nei secoli VI e V a.C.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

Marco Marchetti, Vincenzo Sapia, Adriano Garello, Donatella De Rita, and Alessandra Venuti. "Geology and geophysics at the archeological park of Vulci (central Italy)." Annals of Geophysics 57, no. 1 (March 28, 2014). http://dx.doi.org/10.4401/ag-6361.

Full text
Abstract:
<p>The Vulci archeological site was object of interest by the Soprintendenza ai beni culturali dell’Etruria meridionale (Italian government department responsible for southern Etruria’s cultural heritage) since the beginning of the 20th century. In 2001, the Ministero dei Beni Culturali (Italian ministry of cultural heritage) along with the local authorities, opened a natural-archeological park. In this area, it lies most of the ancient Etruscan city of Velch (today known by its Latin name, Vulci) including the Osteria Necropolis that is the object of this study. Recently, new archaeological excavations were made and the local authorities needed major geological information about the volcanic lithotypes where the Etruscans used to build their necropolis. The aim of this study is to define the geological and geophysical characteristics of the rock lithotypes present in the Vulci park. For this purpose, a geological map of the area (1:10000) has been realized. Moreover, two different geophysical methods were applied: measurements of magnetic susceptibility and electrical resistivity tomography. Magnetic susceptibility analyses clearly identify magnetic contrasts between different lithotypes; the characteristics of the pyroclastic flow that originated the Sorano unit 2 and its vertical facies variations are well recorded by this parameter that along with lithostratigraphic observations provides information about the depositional conditions. Two electrical resistivity tomographies were performed, which show the Sorano unit 2 thickness to be of c. 7 m with resistivity values ranging from 200 to 400 Ω·m. This kind of multidisciplinary approach resulted to be suitable to study this type of archaeological sites, revealing that areas characterized by a relevant thickness and wide areal extension of volcanic lithotypes can be a potential site where Etruscans might have excavated their necropolis.</p>
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography