Academic literature on the topic 'Etruria meridionale'

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Journal articles on the topic "Etruria meridionale"

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King, N. "An archaeological field survey near Campagnano di Roma, southern Etruria." Papers of the British School at Rome 61 (November 1993): 115–24. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009958.

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Abstract:
RILEVAMENTO ARCHEOLOGICO NELLA ZONA DI CAMPAGNANO DI ROMA, ETRURIA MERIDIONALEUn rilevamento archeologico di piccola scala fu intrapreso ad ovest di Campagnano di Roma con due scopi. Il primo era quello di localizzare la rotta meridionale di una strada romana conosciuta a Vallelunga e che si pensa si congiungesse all'antica Via Cassia nei pressi del cratere di Baccano. Il secondo scopo era quello di valutare la natura dei reperti di superficie nell'area, a vent'anni dalla fine del ‘South Etruria Survey’. Oltre vent'anni di agricoltura intensiva e l'introduzione delle moderne tecniche di aratura profonda si pensa abbiano potuto influenzare il grado di recupero del materiale. I risultati del rilevamento, presentati in forma di tabella e figure, sembrano confermare questa ipotesi. Per la strada romana sono state trovate due possibili rotte e sono stati inoltre raccolti frammenti di materiale che vanno da una probabile epoca preistorica all'alto medioevo.
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Valente, Noemi. "Novità su un particolare schema iconografico dell’orientalizzante etrusco." Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico, no. 18 (July 18, 2022): 231–61. http://dx.doi.org/10.54103/2037-4488/18105.

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Abstract:
In questo lavoro verrà preso in considerazione un particolare schema iconografico riconoscibile su un piccolo numero di materiali etruschi databili al VII secolo a.C.A rendere particolarmente rilevante questo schema è la diffusione geografica che esso presenta con due differenti poli, uno padano e uno meridionale, strettamente vulcente. Ciò appare rilevante soprattutto considerando quanto è stato osservato in passato a proposito dei contatti tra Vulci e l’Etruria padana dal punto di vista epigrafico. A particular iconographic scheme can be identified on a small number of Etruscan objects datable to the 7th century BCE. What makes this scheme particularly relevant is its diffusion between two geographical poles: the Po Valley and South Etruria, particularly at Vulci. These objects are important indicators of a pattern of contacts similar to that previously observed between Vulci, North Etruria, and the Po Valley from an epigraphic point of view.
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Di Giuseppe, Helga. "Un confronto tra l'etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista della ceramica a vernice nera." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 31–84. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000297x.

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Abstract:
UN CONFRONTO TRA L'ETRURIA SETTENTRIONALE E MERIDIONALE DAL PUNTO DI VISTA DELLA CERAMICA A VERNICE NERAQuesto articolo propone una comparazione dell'Etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista del ‘comportamento’ della ceramica a vernice nera, il principale fossile guida dell'età repubblicana e tra i principali indicatori della conquista romana e dell'integrazione dei popoli dell'Italia antica. La base documentaria da cui parte lo studio è costituita dalla ceramica a vernice nera proveniente dallo scavo del teatro romano di Volterra, sito in località di Vallebuona, e dalla South Etruria Survey condotta tra gli anni Cinquanta e Settanta da John Ward-Perkins e la sua équipe. La confrontabilità dei due contesti risiede nel fatto che, pur essendo essi stati indagati con tipi di ricerca differenti — uno scavo e una ricognizione — hanno entrambi restituito materiale residuo rappresentato da un numero di frammenti (ca. 11.000, precisamente 3.972 da Volterra e 6.985 dalla South Etruria Survey) sufficientemente significativo dal punto di vista statistico e cronologico, coprendo l'intero arco di produzione e d'uso della classe (IV–I secolo a.C). L'articolo è strutturato in diverse sezioni: una premessa in cui vengono esplicitate le finalità del lavoro, una discussione sui diversi approcci allo studio della ceramica a vernice nera, l'analisi del caso di Volterra, l'analisi del caso dell'Etruria meridionale e la comparazione finale delle due aree. Lo strumento principale di analisi è costituito da un approccio quantitativo che include la cronologia, le produzioni e le forme in uso nelle due aree. Attraverso i momenti di crescita e crollo della ceramica si cercherà di comprendere non solo la storia della sua produzione, ma anche di leggere i più ampi fenomeni storici alla base dei risultati diversi ottenuti nei due comprensori dell'Etruria.
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Bottacin, Annalisa. "Stendhal ‘archeologo’ nell’antica Etruria meridionale. La nascita di una grande passione (1831-1835)." Studi Francesi, no. 155 (LII | II) (October 1, 2008): 286–323. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.8794.

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Revello Lami, Martina. "Disegnare per Osservare, Capire, Raccontare. Conversazione con Agostino Sotgia." Ex Novo: Journal of Archaeology 6 (February 11, 2022): 217–27. http://dx.doi.org/10.32028/vol6isspp217-227.

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Abstract:
Agostino Sotgia (Roma, 1990) è dottorando in archeologia preistorica presso la “Sapienza – Università di Roma” e la “RUG – University of Groningen”. Si occupa prevalentemente di Landscape Archaeology con particolare attenzione alla ricostruzione dei paesaggi agro-pastorali antichi in Etruria Meridionale a cavallo del I millennio a.C. Precedentemente si è interessato alla cultura materiale con una serie di studi sulle fornaci e le aree produttive per il vasellame ceramico in Italia peninsulare tra Età del bronzo e Età arcaica. All’attività di ricerca ha affiancato anche quella di sorveglianza archeologica nei cantieri per la creazione dell’infrastrutture della fibra ottica e del Gas. Collabora, inoltre, come disegnatore di reperti archeologici presso numerosi gruppi di ricerca e singoli ricercatori.
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Simula, Manuela. "[Recensão a] Lidio Gasperini, Iscrizioni latine rupestri nel Lazio. I - Etruria Meridionale. “Richerche sul Lazio” 1." Conimbriga: Revista de Arqueologia 38 (1999): 242–46. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_38_15.

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Limoncelli, Massimo, and Giuseppe Scardozzi. "La ricostruzione tridimensionale e il restauro virtuale di una tomba etrusca dipinta dell’Etruria meridionale interna: la “Grotta Dipinta” di Pranzovico (Viterbo)." Virtual Archaeology Review 4, no. 8 (November 20, 2015): 37. http://dx.doi.org/10.4995/var.2013.4285.

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Abstract:
<p>The paper concerns the 3D reconstruction and virtual restoration of a painted rock-cut chamber tombs located in the interior of Southern Etruria (Viterbo Province, Central Italy). The tomb was discovered in 1901 in a place named Pranzovico and it dates from the mid-fifth century BC; it has a cross plan with central atrium (decorated with paintings) and three chambers in which there are the rock-cut funerary beds. The paintings have been largely destroyed by illegal excavators in the days immediately following the discovery; during the 20th century it was damaged due to agricultural works in the surroundings and now it is partially filled up. Its 3D reconstruction is based on the scarce remains preserved, the plan and drawings of paintings made at the time of discovery and the comparison with other tombs from Tarquinia and Chiusi.</p>
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Patterson, Helen, Helga Di Giuseppe, and Rob Witcher. "Three South Etrurian ‘crises’: first results of the Tiber Valley Project." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 1–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002658.

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Abstract:
LE TRE ‘CRISI’ DELL'ETRURIA MERIDIONALE: RISULTATI PRELIMINARI DEL PROGETTO VALLE DEL TEVERECon questo articolo si intende fornire un resoconto preliminare su alcuni dei risultati principali del progetto Valle del Tevere condotto dalla British School at Rome. Il lavoro si concentra sui risultati attenuti dal riesame dei materiali raccolti in occasione della South Etruria Survey e illustra come questi consentano di rivedere le precedenti interpretazioni proposte. Sono stati scelti tre casi-studio al fine di dimostrare come il progetto stia consentendo di ripensare i cambiamenti dei paesaggi della Media Valle del Tevere e, in particolare, di collocarli nel contesto del continuo e mutevole rapporto con Roma, durante i periodi storici di supposta ‘crisi’: il V–IV secolo a.C, il II secolo a.C. e il tardoantico–alto medioevo. Ogni periodo mostra differenti gradi di continuità e cambiamenti. Si è preferito pertanto adottare un termine neutrale come ‘trasformazione’, piuttosto che ‘crisi’ e situare ognuno di questi cambiamenti all'interno di una più lunga prospettiva storica e di una più ampia struttura interpretativa.
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Wickham, Chris. "Medieval studies and the British School at Rome." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 35–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001756.

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Abstract:
GLI STUDI MEDIEVALI E LA ‘BRITISH SCHOOL AT ROME’Le ricerche in campo medievale hanno costituito uno dei tratti distintivi dell'attività della ‘British School at Rome’ sin dagli esordi, con la pubblicazione di consistenti ricerche storico artistiche (Rushforth) e di storia amministrativa (Jamison) nella prima decade del ventesimo secolo. Successivamente, però, fino al secondo dopoguerra, itemi medievali vennero trattati in maniera piuttosto discontinua. Negli anni '50 l'attenzione si concentro sugli studi storici, mentre quelli archeologici iniziarono negli anni '60. Questi ultimi conobbero un intenso sviluppo in seguito alla ricognizione dell'Etruria meridionale (‘South Etruria Survey’) condotta dalla ‘British School at Rome’, concentratasi sul periodo romano ma che sollevo numerose questioni relative al periodo successive All'inizio degli anni '60, gli scavi di Santa Cornelia furono tra i primi scavi medievali in Italia. A meta del decennio, le ricerche di David Whitehouse sulla ceramica resero possibile per la prima volta datazioni accurate. Da queste premesse scaturirono tre decenni di lavoro intenso sull'archeologia medievale italiana, nel quale gli archeologici britannici, di solito legati alla ‘British School at Rome’, ebbero un ruolo importante. I decenni piu recenti hanno inoltre contributo allo sviluppo delle discipline storiche è storico-artistiche; John Osborne e stato particolarmente attivo nello sviluppo degli studi sulla cultura visiva altomedievale romana.
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Scapaticci, Maria Gabriella. "The Discovery of the Mithras Statue of Tarquinia." Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hungaricae 58, no. 1-4 (December 2018): 9–23. http://dx.doi.org/10.1556/068.2018.58.1-4.2.

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Abstract:
Summary In 2014 the discovery of a Mithras' statue at Tarquinia occurred. This was due to the Comando Tutela Patrimonio Culturale dell'Arma dei Carabinieri, which informed the Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale about clandestine activities in May 2014 on the poggio della Civita – where the ancient city of Tarquinia stood – in a zone close to the Etruscan temple of the Ara della Regina (fig. 1). As soon as possible, the Soprintendenza carried out an archaeological excavation, focusing the effort on the need to find evidence for the place of origin of the magnificent sculptural group (fig. 2), which represents Mithras Tauroctonus. This sculpture was recovered by the Carabinieri after investigation by the police, directed by the Procura della Repubblica of the law court of Rome. Archaeological research since then has led to the discovery of another marble part of the same sculpture (fig. 3), i.e., the dog leaning on the knee of the bull and perfectly dovetailing with the Mithraic Tauroctony. The discovery of another fragment pertaining to the same sculpture is an irrefutable proof that the Mithras' statue came from the domus of the Civita of Tarquinia, which represents an important and new scientific result. The only other sculptural group depicting Mithras in Southern Etruria was one previously found in Vulci, discovered in 1975 after a clandestine excavation close to the domus del Criptoportico. This new finding proves the spread of this cult in Tarquinia, as well, and the style of the new sculpture suggests a chronological priority of the Tarquinian Mithraeum in respect to that in Vulci.
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Dissertations / Theses on the topic "Etruria meridionale"

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RAZZA, ANDREA. "PRODUZIONE E COMMERCI DELLE ANFORE DRESSEL 1TRA L'ETRURIA MERIDIONALE E ROMA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/804119.

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Abstract:
Le Dressel 1 sono tradizionalmente considerate come i vettori dell’esportazione del vino tirrenico prodotto in età repubblicana. Obiettivo del progetto è indagare la produzione e la circolazione di questo tipo anforico nell’area tra l'Etruria meridionale e Roma, con un importante approfondimento a Ostia, per cui, ad oggi, abbiamo scarse notizie a causa della mancanza di uno studio unitario che prenda in considerazione gli aspetti economico-produttivi per l'epoca di indagine. Il passaggio dalla piccola proprietà, alla base della produzione agricola del III e di parte del II secolo a.C., ad uno sfruttamento agricolo intensivo proprio del I secolo a.C., coincide infatti con il periodo di fabbricazione e di esportazione delle Dressel 1. Lo studio di questi contenitori anforici mira quindi a un ampliamento delle conoscenze in merito alla produzione vitivinicola, oltre che anforica, nell'area di indagine, dove, a testimonianza di una fiorente attività agricola, è attestata una serie di ville e di palmenti per la produzione del vino, in particolar modo nell’Ager caeretanus. Lo studio di queste dinamiche economiche e sociali, attraverso il confronto con i dati noti e le nuove conoscenze circa la produzione anforica, consentiranno un approfondimento delle conoscenze sull’economia rurale della zona.
The Dressel 1 amphorae are traditionally deemed to be the export carriers of the Tyrrhenian wine produced during the Roman Republican age. The project aims to investigate the production and the circulation of this amphoric type in the area between Southern Etruria and Rome, with a special focus on Ostia. For this region, indeed, we lack adequate data, due to the deficiency of a unitary study taking into account the economic-productive aspects in regards of the investigated period. The transition from the small property - at the foundation of agricultural production during the third and part of the second century BC - to the intensive agricultural exploitation of the first century BC, coincides with the period of production and export of Dressel 1 amphorae. The study of these amphoric containers, therefore, aims to deepen the knowledge of wine production - as well as amphoric - in the survey area, where, as proof of a thriving agricultural activity, a series of villas and rock-cut units for the wine production has been certified, especially in the Ager caeretanus. Through the comparison with known data and new knowledge about amphoric production, the study of these economic and social dynamics will allow a broader understanding of the rural economy of the area.
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GALIFFA, FEDERICA. "La ceramica corinzia figurata in Etruria meridionale tra 630 e 550 a.C. (periodo transizionale - corinzio tardo)." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1193442.

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Abstract:
La ricerca propone una raccolta sistematica delle ceramiche di importazione corinzia a decorazione figurata rinvenute in Etruria Meridionale (Veio, Cerveteri, Vulci, Orvieto e rispettivi territori) nell’arco cronologico compreso tra il 630 e il 550 a.C. circa e di analizzarle in un'ottica prettamente etrusca, considerandone in primo luogo l'incidenza, quantitativa e qualitativa, nei diversi tipi di contesto (funerario, abitativo, sacro). Il dato qui raccolto potrà in futuro essere inserito nel quadro delle relazioni commerciali nel Mediterraneo tra la fine del periodo orientalizzante e l'inizio dell'età arcaica. Ne potranno derivare considerazioni di tipo storico ed economico riguardo da un lato alle complesse relazioni che legano in questo periodo le città etrusche alle maggiori potenze commerciali greche e dall'altro a rapporti di "subalternità" esistenti tra centri etruschi, che si traducono in circuiti di redistribuzione locale a loro volta coincidenti con aree di influenza culturale e politica, che per ora è stato possibile appena toccare.
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BIANCIFIORI, ELISA. "LA MINIATURIZZAZIONE NEI CONTESTI FUNERARI DELL’ITALIA MEDIO-TIRRENICA, TRA IL BRONZO FINALE E LA PRIMA ETA’ DEL FERRO: LATIUM VETUS ED ETRURIA MERIDIONALE." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/917699.

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Abstract:
La presente tesi di dottorato di ricerca prende in esame la pratica della miniaturizzazione degli oggetti di corredo, largamente attestata nei contesti funerari del comparto laziale ed etrusco-meridionale, tra XI e VIII secolo a.C. Fenomeno trasversale, documentato non solo all’interno delle sepolture, ma anche in coevi contesti sacri e abitativi, la “Miniaturizzazione” sembra connotarsi come uno specifico comportamento rituale che implica la riproduzione in scala ridotta di determinate tipologie di manufatti, detti “miniaturizzazioni/oggetti in miniatura”. Le ridotte dimensioni costituiscono dunque il principio intrinseco di questa specifica categoria di oggetti che, nei contesti funerari, si connotano come funzionali ma privi di un effettivo valore d’uso, eterogenei nella materia e nella forma ma accomunati da un medesimo processo mentale di riduzione simbolica, da cui scaturisce la fedele riproduzione degli equivalenti modelli di normale formato. Nella ricerca si è proceduto alla raccolta di un campione di materiali, costituito da più di 1000 esemplari, tra oggetti in ceramica e in bronzo, provenienti dalle necropoli della zona di Tolfa/Allumiere (Sasso di Furbara e Poggio La Pozza), Veio (Quattro Fontanili e Grotta Gramiccia), Latium Vetus e Adiectum (Osteria dell’Osa, Colli Albani, Roma e zona costiera), in gran parte editi, ma talvolta privi di un’adeguata schedatura, lacuna alla quale si è cercato di sopperire mediante la formulazione di uno strutturato apparato documentativo, suffragato, laddove è stato possibile, da una visione autoptica del materiale.L’assenza di studi specifici ha pesato negativamente sulla definizione del fenomeno miniaturizzante nei contesti funerari, lasciando spesso alla soggettività dello schedatore l’arbitrio di definire “in miniatura” o “di piccole dimensioni” un oggetto dal formato dubbio, di non immediata comprensibilità; la ricerca ha tentato di “normalizzare” tale fenomeno, avvalendosi di criteri il più possibile oggettivi, stante la possibilità di individuare non rigide norme di comportamento umano, ma solo linee di tendenza generale nelle pratiche rituali. Di grande ausilio è stata l’analisi dei contesti funerari (capitolo V): l’esame dei singoli oggetti inclusi all’interno dei corredi d’accompagno ha messo in evidenza la tendenza negli studi archeologici a considerare “in miniatura” oggetti di normale formato, unicamente perché rinvenuti in associazione con manufatti simbolicamente ridotti. Tale prospettiva d’indagine rischia di livellare la poliedricità dei comportamenti rituali riflessi all’interno di una deposizione, guardando al corredo funerario come a un blocco monolitico, costituito in modo aprioristico e univoco da elementi miniaturizzati: nella presente ricerca, mediante l’esame tipologico, l’analisi delle modalità di deposizione e delle associazioni di corredo, si è tentato di analizzare i contesti nella loro struttura più oggettiva, tenendo conto delle diverse entità costituenti, miniaturizzate e non, e analizzando ciascuna entità nel proprio status di oggetto sottoposto a riduzione simbolica e/o oggetto “esonerato o risparmiato” dalla miniaturizzazione. In conclusione, la presente tesi di dottorato si propone di offrire nuovi spunti di riflessione su una pratica fortemente connotata come quella della miniaturizzazione, connessa al rituale incineratorio e identificata come una delle più significative esternazioni del costume funerario laziale di I e II Periodo.
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Books on the topic "Etruria meridionale"

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editor, Zaccagnini Rossella, and Mercuri Luca editor, eds. Etruria in progress: La ricerca archeologica in Etruria meridionale. Roma: Gangemi editore, 2014.

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Alessandra, Costantini, ed. Lazio settentrionale: Etruria meridionale e Sabina. Roma: Libreria dello Stato, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 2008.

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3

Angelis, Daniela De. La ceramica decorata di stile villanoviano in Etruria meridionale. Soveria Mannelli (Catanzaro): Rubbettino, 2001.

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4

Lazio (Italy). Assessorato cultura, spettacolo, sport e turismo., ed. La ceramica decorata di stile "villanoviano" in Etruria meridionale. Soveria Mannelli [Italy]: Rubbettino, 2001.

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5

Insediamenti, aree funerarie ed entità territoriali in Etruria meridionale nel bronzo finale. Borgo San Lorenzo (Firenze): All'insegna del giglio, 2010.

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6

Convegno "Etruria meridionale: Conoscenza, conservazione, fruizione" (1985 Viterbo, Italy). Etruria meridionale: Conoscenza, conservazione, fruizione : atti del convegno, Viterbo, 29/30 novembre-1 dicembre 1985. Roma: Quasar, 1988.

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7

Dominique, Frère, ed. Ceramiche fini a decoro subgeometrico del VI secolo a.C. in Etruria meridionale e in Campania. Rome: École française de Rome, 2007.

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8

Patrizia, Aureli, De Lucia Brolli, Maria Anna., Del Lungo Stefano, and Italy. Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale., eds. Orte (Viterbo) e il suo territorio: Scavi e ricerche in Etruria meridionale fra antichità e Medioevo. Oxford: John and Erica Hedges, Ltd., 2006.

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9

Alessandro, Mandolesi, Naso Alessandro, Italy. Ministero per i beni e le attività culturali., and Società tarquiniense d'arte e storia., eds. Ricerche archeologiche in Etruria meridionale nel XIX secolo: Atti dell'incontro di studio, Tarquinia, 6-7 luglio 1996. Firenze: All'insegna del giglio, 1999.

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10

Naso, Alessandro. Architetture dipinte: Decorazioni parietali non figurate nelle tombe a camera dell'Etruria meridionale : VII-V sec. a.C. Roma: "L'Erma" di Bretschneider, 1996.

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Book chapters on the topic "Etruria meridionale"

1

Domínguez Arranz, Almudena, and Alberto Aguilera Hernández. "Una aproximación a la historia económica de Etruria meridional desde el castro etrusco de la Castellina del Marangone." In No 4 (2020): Homenaje a la Profesora Carmen Fernández Ochoa, 139–49. Universidad Autónoma de Madrid, 2020. http://dx.doi.org/10.15366/ane4.ochoa2020.008.

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Abstract:
Las intervenciones arqueológicas de las que ha sido objeto el yacimiento de La Castellina del Marangone entre 1995 y 2010 y su territorio próximo han proporcionado, entre otros materiales, un volumen de piezas metálicas, parte de las cuales pueden ser interpretadas como instrumentos monetarios utilizados en fases premonetales. Por otra parte, los hallazgos de monedas ponen de relieve las sucesivas ocupaciones del lugar, constituyendo un testimonio de las actividades económicas y de las relaciones de intercambio desarrolladas en Etruria meridional a lo largo de varios siglos.
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