Academic literature on the topic 'Età del Bronzo Finale-Prima età del Ferro'

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Journal articles on the topic "Età del Bronzo Finale-Prima età del Ferro"

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Guidi, Alessandro. "Pratiche conviviali in Italia tra età del Bronzo Finale ed età del Ferro." a. LVI, n. 1-2. giugno-dicembre 2016, no. 1 (October 20, 2016): 133–40. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2016.1662.

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2

Torello di Nino, Serena. "Problematiche insediative nel distretto di Limassol (Cipro) tra tarda età del bronzo e prima età del ferro." Frankfurter elektronische Rundschau zur Altertumskunde, no. 29 (October 17, 2016): 77–83. http://dx.doi.org/10.21248/fera.29.162.

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3

Gualtieri, Maurizio, and F. Di Gennaro. "Forme d'insediamento tra Tevere e Fiora dal Bronzo Finale al principio dell 'Età del Ferro." American Journal of Archaeology 92, no. 4 (October 1988): 612. http://dx.doi.org/10.2307/505270.

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4

Crawford, Michael H. "S. Occhilupo, LA NECROPOLI CAPUANA: PER UNA DEFINIZIONE DELLA PRIMA FASE TRA L'ETÀ DEL BRONZO FINALE E LA PRIMA ETÀ DEL FERRO (Capua preromana 10). Pisa: Fabrizio Serra, 2011. Pp. 183, illus. isbn9788862273091. €495.00." Journal of Roman Studies 103 (October 14, 2013): 292. http://dx.doi.org/10.1017/s0075435813000324.

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Dissertations / Theses on the topic "Età del Bronzo Finale-Prima età del Ferro"

1

Marino, Teresa. "Complessità e dinamismo dei processi insediativi tra bronzo finale e primo ferro in Etruria." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1755.

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Abstract:
2012 - 2013
La ricerca è incentrata sull'analisi delle dinamiche di sviluppo degli insediamenti nel territorio dell'Etruria tra l'età del Bronzo Finale e la Prima età del Ferro (XII - terzo quarto dell'VIII sec. a. C: circa)... [a cura dell'autore]
XII n.s.
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2

De, Gregorio Chiara <1987&gt. "Cipro e l'Italia tra il Tardo Bronzo e la prima Età del Ferro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4297.

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Abstract:
I rapporti tra Cipro e l’Italia tra il Tardo Bronzo e la prima Età del Ferro sono stati oggetto di numerosi studi, soprattutto a seguito dell’incremento dei ritrovamenti archeologici nella seconda metà del secolo scorso. In questo lavoro si propone una breve raccolta dei documenti archeologici collegati ai contatti con Cipro scoperti in Italia sino ad oggi. Suddivisi i ritrovamenti per le diverse macroaree (Sicilia, Italia peninsulare, Sardegna e altre zone di espansione commerciale), si è proceduto a un’analisi diacronica delle testimonianze cipriote o riconducibili al commercio cipriota rinvenute nel territorio preso in esame. I documenti ciprioti trovati nel territorio italiano sono numerosi e vari: ceramica, manufatti metallici, lingotti oxhide, ancore composite. Ad essi si uniscono prodotti e materie prime di provenienza vicino-orientale trasportati dai Ciprioti: avorio, faience e pasta vitrea, pietre dure, metalli preziosi. I mercanti ciprioti erano attivi, inoltre, nella ridistribuzione delle ceramiche micenee ed è possibile che abbiano avuto un ruolo, seppur marginale, nella circolazione dell’ambra baltica. D’altro canto, nonostante i rapporti non fossero univoci, i reperti di origine italiana scoperti a Cipro sono di gran lunga inferiori nel numero. In ultimo, nella loro navigazione nel Mediterraneo occidentale, i Ciprioti furono anche i precursori dei Fenici, che nell’Età del Ferro fondarono le loro colonie seguendo i percorsi già individuati dai navigatori dell’isola vicino-orientale. L’esame di tale documentazione archeologica ha permesso di chiarire nuovamente le possibili motivazioni che portarono allo sviluppo di contatti tra aree geograficamente molto distanti, le rotte utilizzate e i modi in cui questi rapporti, non solo commerciali, ma anche culturali, si articolarono.
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3

Perotti, Laura <1988&gt. "Architettura ed iconografia religiosa a Cipro tra l'Età del Bronzo e la prima Età del Ferro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4132.

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Abstract:
Analisi dell'architettura e dell'iconografia religiosa cipriota in un arco cronologico compreso tra l'Antico Bronzo e la prima Età del Ferro. Obiettivo della tesi è evidenziare i mutamenti che lo spazio sacro e l'iconografia religiosa subiscono durante il periodo preso in esame; determinare in che modo hanno influito i contatti con popolazioni esterne e se la cultura cipriota abbia mantenuto una propria identità assimilando e facendo propri elementi di culture differenti. La tesi si suddivide in due parti distinte: la prima focalizzata unicamente sull'evoluzione architettonica degli edifici cultuali, prendendo come riferimento alcuni tra i più importanti centri religiosi dell'isola; la seconda è incentrata sull'analisi delle tipologie iconografiche, legate al sacro, presenti in diverse classi materiali. Presentazione delle conclusioni finali e di un catalogo dei materiali presi in esame composto da schede.
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PEVERELLI, BENEDETTA. "Dinamiche insediative, direttrici di scambio e processi di interazione culturale tra i due fronti dell'Appennino Tosco-Emiliano e Tosco-Romagnolo nell'Età del Bronzo Finale e nella prima Età del Ferro." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2018. http://hdl.handle.net/11571/1227780.

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Abstract:
La ricerca si configura come uno studio storico-topografico a carattere sopra-regionale finalizzato alla ricostruzione del paesaggio antropico nell'area dell'Appennino Settentrionale, in un arco cronologico compreso tra l'Età del Bronzo Finale e la Prima Età del Ferro. Vengono in questa sede poste le basi per la creazione di un Sistema Informativo Territoriale dell'Appennino Settentrionale (S.I.T.A.S.) con un duplice obiettivo: l'analisi, in prospettiva sincronica, della distribuzione dei siti per fasi cronologiche e la rilettura, in prospettiva diacronica, delle strategie insediative adottate in relazione alla componente geomorfologica del territorio, agli assi di scambio e alla disponibilità di materie prime. Dopo una sintesi ragionata dello status quaestionis, con un breve excursus sulla storia degli studi nell'area di indagine, viene affrontato il problema della eterogeneità della documentazione archeologica, nel tentativo di individuare, quantificare e categorizzare i fattori che la determinano. Si presentano quindi nel dettaglio gli strumenti informatici utilizzati per la gestione e l'analisi dei dati raccolti in fase di ricerca bibliografica: il database relazionale per l'archiviazione delle informazioni alfanumeriche e il Sistema Informativo Territoriale per la visualizzazione e l'analisi dei dati raccolti. Segue il catalogo dei siti censiti: considerata l'ampiezza dell'area d'indagine, il presente studio è stato condotto integralmente sulla base dell'edito, l'inventario non si configura quindi come una carta archeologica aggiornata e non ha pretese di esaustività, ma aspira piuttosto a elaborare una dettagliata analisi delle strategie insediative e delle modalità del popolamento che porteranno alla formazione dei primi centri proto-urbani dell'Italia settentrionale. I risultati dei dati raccolti costituiscono il punto di partenza per l’analisi diacronica del sistema insediativo, grazie alla quale vengono delineate da una parte le relazioni che connettono gli insediamenti tra loro e dall'altra il rapporto dei siti con il territorio, con particolare riguardo alla geomorfologia, all'idrografia e alle fonti di materie prime: i fattori che condizionano le scelte insediative si individuano principalmente nella disponibilità di risorse naturali (in particolare acqua, suoli favorevoli e metalli), nella facilità di accesso alle vie di comunicazione e nella posizione strategica e di controllo. Si presenta infine una ipotesi ricostruttiva del sistema insediativo e dei principali assi di collegamento fra insediamenti.
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Angelini, Anna. "Proposte di correlazione cronologico-culturale del Bronzo finale e primo Ferro tra ambito alpino e pianura padana. Lo studio di caso di Castel de Pedena (BL)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423849.

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Abstract:
The project started from finding new unexpected cultural data, aroused during a systematic investigation of Castel de Pedena high site (San Gregorio nelle Alpi, BL, Italy). This new data have strongly modified the geo-cultural scenario of North-Eastern Veneto between the XII and the IX century. The most innovative aspect is due to the presence of archaeological materials belonging to the Luco-Laugen/Meluno-Melaun facies. We would have expected instead materials belonging to the “Protovillanova padana” facies and to the following “Protoveneta” facies. This research has first of all deepened the cultural information of the site and its surrounding territory. It was possible to establish a relationship between alpine, pre-alpine and the lowland areas, all referring to the Luco-Laugen facies of the Central Alps. This was confirmed by comparing the data resulting from stratigraphic analysis of Veneto sites, where some materials of this cultural horizon have been recognized, differently from the cultural contexts coming from South Tirol and Trentino area. Secondly, it was studied in more depth the characters and chronological scanning of the Luco/Laugen facies of the Central Alps. These studies should form a solid basis for the archeological correlations with the Po valley sites. A great part of the research as been dedicated to the stratigraphic sequence for the high site of Castel de Pedena, integrated with the results of radiometric analysis and of chrono-typological study of ceramic objects and other kinds of archaeological materials, corresponding to the more recent settlement, occurred between the Late Bronze Age and the first Iron Age. In this way the principle characteristics of the settlement development have been studied, showing its structure – made of terraced steps on the slope and defense walls - and the evolutionary pattern of the principle ceramic groups found in the site. The research has been completed with archaeometric analysis and the contributions of other specialized disciplines, showing the cultural osmosis between Luco-Laugen communities and the Po vally ones, in the more recent chronological phases of the high site of Castel de Pedena, both in ceramic and bronze production, since some bronze handmade products have been found there. Studying the last chronological phase of the high site, belonging to the IX-VIII centuries, it was possible to find important contacts with the alpine territory, above all with the Vadena/Pfatten necropolis and also with other Trento and South Tirol settlements. Furthermore, at the end of the research, it came to light both the meeting points and the differences of the two social and political realities, the ancient venetian one and the alpine one, which were at those times already strongly distinguished.
Il progetto ha preso avvio dal rinvenimento di dati nuovi e culturalmente inattesi emersi dall’indagine sistematica nel sito d’altura di Castel de Pedena (San Gregorio nelle Alpi, BL), che ha fortemente modificato l’inquadramento dell’assetto geoculturale del Veneto nord-orientale per il periodo compreso tra XII e IX secolo a.C. L’aspetto maggiormente innovativo era legato alla presenza di materiali attribuibili alla cultura Luco-Laugen/Meluno-Melaun e non, come ci si sarebbe potuti aspettare, da tracce ascrivibili alla cultura protovillanoviana padana e successivamente protoveneta. La ricerca ha quindi previsto anzitutto un approfondimento degli aspetti della connotazione culturale dell'abitato e del suo territorio di pertinenza, oltre che delle relazioni tra aree alpine, prealpine e di pianura, in relazione alla facies centro-alpina di Luco-Laugen, anche tramite il confronto cronologico-culturale, con dati da associazione stratigrafica, dei contesti di ambito veneto dove sono stati riconosciuti materiali afferenti a tale orizzonte culturale, rispetto a quelli sudtirolesi o trentini. E' stato inoltre dedicato uno spazio approfondito ai caratteri e alla scansione cronologica, con relativi studi e aggiornamenti, della facies centro-alpina, che costituisse un solido riferimento utile per le correlazioni con l'ambito padano. Un'ampia parte è stata dedicata all'analisi della sequenza stratigrafica dell'abitato, integrata ai dati delle analisi radiometriche e allo studio crono-tipologico dei materiali, ceramici e non, corrispondenti alla fase più recente dell'insediamento, compresa tra Bronzo Recente evoluto e passaggio tra Bronzo Finale e primo Ferro. In tale modo sono state poste in luce le caratteristiche principali dello sviluppo dell'insediamento non solo dal punto di vista abitativo e strutturale, avvenuto tramite la gradonatura del pendio e la realizzazione di strutture murarie difensive, ma anche sotto l'aspetto della progressione evolutiva di alcuni principali gruppi ceramici individuati. Il contributo delle indagini archeometriche e di altre discipline specialistiche ha inoltre dato completezza alla ricerca, permettendo di verficare come l'osmosi culturale tra le genti Luco/Laugen e l'ambito padano, delle fasi più recenti dell'abitato, si sia espressa non solo nella produzione ceramica, ma anche nella presenza di alcuni manufatti in bronzo. Lo studio dell'ultima fase di vita dell'abitato, di IX-VIII sec., ha permesso di rilevare importanti contatti con il territorio alpino, specialmente con la necropoli di Vadena/Pfatten e altri siti trentini e sudtirolesi, oltre che di mettere in luce, a chiusura della ricerca, i caratteri di incontro e insieme di contrapposizione tra due realtà socio-politiche, quella veneta e quella alpina, ormai fortemente diversificate.
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Lotto, Damiano. "Il territorio di Padova prima e durante il suo sviluppo urbano: studio tramite GIS del comparto meridionale e orientale. (Padova e il suo territorio: dalla frequentazione dell'età del bronzo alla formazione della città-stato dell'età del ferro (1800-600 a.c.))." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422059.

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Abstract:
The subject of this purely territorial project focuses on the analysis of the development of settlement strategies in the area located South-East the current city centre of Padua. From the chronological point of view, it begins with the analysis of the scattered and sporadic population pattern of Copper Age, and then it analyses the development of settlement strategies through the different phases of Bronze Age; in the end it deepens the period of the foundation of the proto-urban community of Padua (late 9th century BC) and its following urban development in the 6th century BC, until the entrance of the city in the Roman orbit (2nd century BC). Since the beginning, the research has a double aim: considering the foundation of Padua as both a chronological and ``functional'' turning point, the first intent is to focus on the recognition of settlement guidelines comparable with the larger framework of Northern Italy, during the period going from Copper Age up to the 10th century BC, when no univocal central places were identified; on the other hand the project aims to define the evolution of population dynamics in the moment of the development of an aggregating centre in the territory, such as the proto-city. This new entity, in fact, chooses specific political and economic strategies, through which the territory itself develops a structured form of organization. The main problem was to collect a large amount of data that hadn’t been updated since the publication of the Archaeological Map of Veneto in 1992; moreover, data of different nature (geographic and paleo-environmental) and not only archaeological ones were collected, using a new tool as GIS system (Geographic Information System). The different nature of data required in fact the use of a GIS tool: this is the only system suitable to link data that are very different one each other - as paleo-environmental and archaeological data are - , in an environment specifically planned for spatial analyses. The results obtained can be summarized as follows: 1. a settlement pattern that prefers river pathways has been recognized: the investigated area can be defined as a ``land of waters'', with its river networks and the lagoon area made of marshes, ponds protected by the tides. All these elements make it a land suitable for transit and trade. The settlement strategies seem to be oriented to waterways locations, although with different patterns, in all the considered chronological phases. 2. from the scattered, but widespread, settlement of Copper age, the territorial system switches in Early Bronze Age to a more stable but less dense settlement pattern; and later, from Middle Bronze Age, in conjunction with the development of Terramare culture, we assist to a thickening of population in large centers, also in the analysed area. 3. in Recent Bronze Age a demographic explosion is registered, with large centers located along the river axes: in the area of Bacchiglione, around the future site of the city of Padova, on the ancient course of the Adige, in the area South of Monselice, and on the axis of the ancient course of the Po. 4. between Recent and Final Bronze Age there is a partial collapse of the settlement system of the Po compartment. Only in the area located North of the Po the settlement maintains its stability: this is a phenomenon observable also in the studied area. 5. in the terminal phases of Final Bronze Age the studied area seems to undergo a strong drop in the settlement distribution, but considering the subsequent developments, this should be seen rather as a recollection of the productive (and demographic) energies, in view of the concentration in subsequent proto-urban structures. 6. an early ``foundation'' of the city of Padua (in the 9th century BC.), in an area where only few archaeological evidences previous to 9th century BC are attested; this is the proof of a precise planning of space use since the earliest phases of proto-urban community. 7. a model of territorial organization centred on the city of Padua, similar to patterns studied in other districts, such as central Italy, which provides a first phase of ``centralization'' of settlement (8th century BC.), resulting in an apparently ``poor presence'' on the territory, even if its benchmarks can be identified in the centers of Altino and Lova. 8. an explosion phase, with the spreading of small satellite towns (mostly along the mentioned waterways) and shrines placed at the boundaries of the territory (Sanctuary of Montegrotto 7th century BC., to the west corner, Sanctuary of Altino 6thcentury BC., to the nord-east corner and Sanctuary of Lova, 4th century BC., to the south-est corner). This last phenomenon is accompanied also by a restructuring of the main centre (6th century BC), that can now be defined as fully ``urban''. 9. the preroman Padua structure appears to be very rigid and codified since the 9th century BC; significant changes occur in the urban city to the turning point in the 6th century BC., while the overall limits stays still. 11. the break of these boundaries will happen only when Romans arrive to the scene, from the 3th century BC
La ricerca, di stampo prettamente territoriale-archeologico, si concentra sulla zona a sud-est dell'attuale centro di Padova, e prende le mosse dal popolamento dell'età del Rame, sparso e sporadico, e analizza l'evoluzione insediativa attraverso le fasi dell'età del Bronzo, fino alla fondazione della comunità proto-urbana di Padova (fine IX sec. a.c.) e il suo seguente sviluppo urbano in VI sec. a.c., fino all'entrata della città a nell'orbita romana (II sec. a.c.). La ricerca ha avuto sin dall'inizio una ``doppia anima'': considerando la fondazione di Padova come uno spartiacque cronologico e ``funzionale'' al territorio, gli indirizzi di ricerca sono stati da una parte riconoscere in un territorio privo di un centro ``informante'', nelle fasi dall'età del Rame al X secolo a.c., direttrici insediative raffrontabili con il più ampio panorama dell'Italia Settentrionale, dall'altra di definire l'evoluzione del popolamento nel momento in cui viene a formarsi nel territorio un polo aggregante come la proto-città, che sceglie precise strategie politico-economiche, tramite le quali il territorio assume una forma strutturata. La problematica principale è stata quella di mettere insieme una grande quantità di dati che dall'edizione della Carta Archeologica del Veneto (1992) non erano più stati nè controllati nè aggiornati; dati in questo caso archeologici, ma anche di natura diversa, geografici e paleo-ambientali, all'interno di uno strumento ``nuovo'' come l'applicazione di un sistema GIS (Geographic Information System). Proprio la natura diversificata dei dati ha richiesto l'utilizzo di uno strumento GIS: si tratta infatti dell'unico sistema in grado di mettere in relazione dati così diversi come quelli paleo-ambientali e quelli archeologici, all'interno di un ambiente pensato espressamente per le analisi spaziali. I risultati ottenuti possono essere riassunti come segue: 1. un modello insediativo che predilige vie di penetrazione fluviali: la particolarità dell'areale indagato, è quella di essere ``terra di acque''; la sua rete di fiumi, la zona lagunare costituita di barene, bacini d'acqua protetti dalle maree, la rende una terra particolarmente adatta al transito, al contatto, agli scambi. Proprio le strategie insediative sembrano orientarsi in questo senso, prediligendo sistematicamente, in tutte le cronologie, anche se con aspetti ovviamente diversificati, la posizione su vie d'acqua 2. dall'insediamento sparso, ma capillare, dell'età del Rame si passa a un tipo di popolamento più stabile, ma meno denso, nel bronzo antico; in seguito, a partire dal bronzo medio, in concomitanza con lo sviluppo delle c.d ``civiltà delle Terramare'' nella zona padana anche per l'areale in esame si assiste all'addensarsi del popolamento in grandi centri 3. nel bronzo recente si osserva l'esplosione del popolamento, con centri di grandi dimensioni posti lungo gli assi fluviali: nella zona del Bacchiglione, tutt'intorno al futuro sito della città di Padova, sull'antico corso dell'Adige, a sud di Monselice e sull'asse dell'antico corso del Po 4. tra il bronzo recente e il bronzo finale si assiste a un crollo parziale del sistema insediativo del comparto padano, in termini radicali per le Terramare a sud del Po, mentre a nord di questo invece si può parlare di una sostanziale tenuta; vi fa riscontro un diverso assetto territoriale, che ha i suoi poli informanti in centri come Frattesina. Anche l'areale in oggetto allo studio sembra partecipare a queste trasformazioni 5. nelle fasi terminali del bronzo finale il territorio sembra subire una forte flessione che, alla luce degli sviluppi successivi, va vista piuttosto come un raccogliersi delle energie produttive (e anche demografiche), in vista della concentrazione nelle successive strutture proto-urbane (per l'areale in esame, la comunità proto-urbana di Padova) 6. una precocissima ``fondazione'' della città di Padova in un'area prima (bronzo finale 3) oggetto soltanto di poche labili attestazioni, che dimostra attestazioni di IX sec. a.c. all'interno di quello che appare come uno studiato e preciso piano insediativo di utilizzo degli spazi fin dalle fasi più antiche della comunità proto-urbana 7. un modello di informazione del territorio da parte del centro di Padova parallelizzabile con quello studiato in altri comprensori, come quello centro-italico, che prevede a una prima fase di ``accentramento'' delle energie (VIII sec. a.c.), con una conseguente apparentemente ``scarsa'' presenza sul territorio: invece con i centri di Altino e di Lova, che presentano attestazioni precocissime di matrice padovana, sembra porre i capisaldi del proprio territorio agli estremi dello stesso 8. una fase di esplosione (VI-V sec. a.c.) che, in perfetta concomitanza con la svolta in senso propriamente urbano di Padova, porta al rimepirsi del tessuto connettivo sul territorio tra il centro e i capisaldi precedentemente fissati, diramati sempre sulle già ricordate vie d'acqua 9. i capisaldi del territorio di Padova appaiono essere a occidente il santuario di Montegrotto (attivo già dal VII secolo), a est il sito di Lova (monumentalizzato in termini santuariali almeno dal IV secolo), a nord-est Altino (divenuto un santuario emporico nel VI secolo) 10. strutturazione della città che appare come molto rigida e codificata fin dal IX sec. a.c.; significativi cambiamenti nel tessuto urbano avvengono al momento della svolta urbana, nel VI sec. a.c., pur rimanendo stabili i limiti generali, che anzi vengono ribaditi da una serie di cippi anepigrafi e ciottoloni iscritti (soprattutto dal IV sec. a.c.). 11. il travalicamento di questi confini della città avverrà soltanto al momento della romanizzazione, a partire dal III sec. a.c., segno questo della definitiva perdita di importanza di quelle istituzioni che li avevano fissati
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MACEROLA, FABIANA. "La formazione della più antica società picena tra Bronzo tardo e prima età del Ferro." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1244201.

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Abstract:
Questa ricerca di dottorato ha avuto come obiettivo finale la ricostruzione dei processi formativi della cosidetta “civiltà” o “cultura” picena, in un arco cronologico compreso tra la fine dell’età del Bronzo e la prima età del Ferro. Dopo un’accurata revisione del materiale documentario e dei contesti inediti a disposizione, la ricerca si è però concentrata essenzialmente sulla prima età del Ferro, che forniva una base quantitativamente più coerente e consistente, rispetto ai pochi e scarsamente documentati contesti databili nell’ambito del Bronzo finale. Tuttavia, nel capitolo VI, relativo alle dinamiche insediamentali in area medio-adriatica, nell’analisi sono stati riconsiderati anche i contesti noti databili nell’ambito del Bronzo finale, al fine di evidenziare eventuali cambiamenti e forme di continuità/discontinuità insediativa con la fase successiva. La problematica della formazione della civiltà o cultura picena è stata tradizionalmente affrontata sulla base della tipologia e della distribuzione di alcuni elementi distintivi tra Marche e Abruzzo centro-settentrionale, pertinenti soprattutto all’ambito funerario, mentre si sono tralasciati tutta un’altra serie di aspetti, quali quelli legati ai contesti e ai materiali da abitato. L’obiettivo preliminare della ricerca è stato dunque quello di costruire una solida seriazione cronologica, inizialmente considerando i soli materiali ceramici, da contesti perlopiù abitativi e in minor misura funerari. In questo senso la disponibilità dei materiali dai siti inediti di Montedoro, Montelupone e Teramo ha ampliato notevolmente la base documentaria a disposizione . In un secondo momento si è deciso di considerare anche i materiali non ceramici da contesti funerari, al fine di agganciare la cronotipologia dei materiali ceramici a tipi metallici noti e cronologicamente affidabili. Questa griglia cronotipologica ha costituito la base per la seconda parte del lavoro, incentrato sulla distribuzione di tipi di manufatti, di strutture e di rituali funerari, nonché sull’analisi delle forme di insediamento e dell’organizzazione territoriale. Il lavoro svolto ha permesso di verificare l’esistenza di un’entità culturale picena, piuttosto omogenea al proprio interno, già a partire dalla prima età del Ferro, di ridefinirne i confini e talvolta di sfumarli, così come ha permesso di intravedere nella scarsa coesione e omogeneità delle manifestazioni culturali di parte dell’Abruzzo interno e meridionale, le origini della successiva frammentazione dell’area in diverse entità culturali.
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BIANCIFIORI, ELISA. "LA MINIATURIZZAZIONE NEI CONTESTI FUNERARI DELL’ITALIA MEDIO-TIRRENICA, TRA IL BRONZO FINALE E LA PRIMA ETA’ DEL FERRO: LATIUM VETUS ED ETRURIA MERIDIONALE." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/917699.

Full text
Abstract:
La presente tesi di dottorato di ricerca prende in esame la pratica della miniaturizzazione degli oggetti di corredo, largamente attestata nei contesti funerari del comparto laziale ed etrusco-meridionale, tra XI e VIII secolo a.C. Fenomeno trasversale, documentato non solo all’interno delle sepolture, ma anche in coevi contesti sacri e abitativi, la “Miniaturizzazione” sembra connotarsi come uno specifico comportamento rituale che implica la riproduzione in scala ridotta di determinate tipologie di manufatti, detti “miniaturizzazioni/oggetti in miniatura”. Le ridotte dimensioni costituiscono dunque il principio intrinseco di questa specifica categoria di oggetti che, nei contesti funerari, si connotano come funzionali ma privi di un effettivo valore d’uso, eterogenei nella materia e nella forma ma accomunati da un medesimo processo mentale di riduzione simbolica, da cui scaturisce la fedele riproduzione degli equivalenti modelli di normale formato. Nella ricerca si è proceduto alla raccolta di un campione di materiali, costituito da più di 1000 esemplari, tra oggetti in ceramica e in bronzo, provenienti dalle necropoli della zona di Tolfa/Allumiere (Sasso di Furbara e Poggio La Pozza), Veio (Quattro Fontanili e Grotta Gramiccia), Latium Vetus e Adiectum (Osteria dell’Osa, Colli Albani, Roma e zona costiera), in gran parte editi, ma talvolta privi di un’adeguata schedatura, lacuna alla quale si è cercato di sopperire mediante la formulazione di uno strutturato apparato documentativo, suffragato, laddove è stato possibile, da una visione autoptica del materiale.L’assenza di studi specifici ha pesato negativamente sulla definizione del fenomeno miniaturizzante nei contesti funerari, lasciando spesso alla soggettività dello schedatore l’arbitrio di definire “in miniatura” o “di piccole dimensioni” un oggetto dal formato dubbio, di non immediata comprensibilità; la ricerca ha tentato di “normalizzare” tale fenomeno, avvalendosi di criteri il più possibile oggettivi, stante la possibilità di individuare non rigide norme di comportamento umano, ma solo linee di tendenza generale nelle pratiche rituali. Di grande ausilio è stata l’analisi dei contesti funerari (capitolo V): l’esame dei singoli oggetti inclusi all’interno dei corredi d’accompagno ha messo in evidenza la tendenza negli studi archeologici a considerare “in miniatura” oggetti di normale formato, unicamente perché rinvenuti in associazione con manufatti simbolicamente ridotti. Tale prospettiva d’indagine rischia di livellare la poliedricità dei comportamenti rituali riflessi all’interno di una deposizione, guardando al corredo funerario come a un blocco monolitico, costituito in modo aprioristico e univoco da elementi miniaturizzati: nella presente ricerca, mediante l’esame tipologico, l’analisi delle modalità di deposizione e delle associazioni di corredo, si è tentato di analizzare i contesti nella loro struttura più oggettiva, tenendo conto delle diverse entità costituenti, miniaturizzate e non, e analizzando ciascuna entità nel proprio status di oggetto sottoposto a riduzione simbolica e/o oggetto “esonerato o risparmiato” dalla miniaturizzazione. In conclusione, la presente tesi di dottorato si propone di offrire nuovi spunti di riflessione su una pratica fortemente connotata come quella della miniaturizzazione, connessa al rituale incineratorio e identificata come una delle più significative esternazioni del costume funerario laziale di I e II Periodo.
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Books on the topic "Età del Bronzo Finale-Prima età del Ferro"

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Gabriele, Cifani, ed. Sviluppo storico della Teverina nell'età del bronzo e nella prima età del ferro. Borgo San Lorenzo (FI) [i.e. Florence, Italy]: All'insegna del giglio, 2008.

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Occhilupo, Sergio. La necropoli capuana: Per una definizione della prima fase tra l'età del bronzo finale e la prima età del ferro. Pisa: F. Serra, 2011.

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Bernardini, Paolo, editor of compilation and Perra, Mauro, editor of compilation, eds. I Nuragici, i Fenici e gli altri: Sardegna e Mediterraneo tra Bronzo finale e prima Età del ferro : atti del I Congresso internazionale in occasione del venticinquennale del Museo Genna Maria di Villanovaforru, 14-15 dicembre 2007. Sassari: Carlo Delfino editore, 2012.

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4

La necropoli della prima età del ferro delle acciaierie a Terni: Contributi per un'edizione critica. Firenze: All'insegna del giglio, 2003.

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5

Latium Vetus in the Bronze Age and Early Iron Age: I1 Latium Vetus nell'etá del Bronzo e nella prima etá del Ferro. Oxford: Archaeopress, 2013.

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6

Archeologia degli Iblei: Indigeni e Greci nell'altipiano ibleo tra la prima e la seconda età del Ferro. Scicli (RG): Edizioni di storia e studi sociali, 2015.

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Book chapters on the topic "Età del Bronzo Finale-Prima età del Ferro"

1

Giunto, Andrea. "La pianura veronese tra Bronzo finale e prima età del Ferro:." In Spring Archaeology: Atti del Convegno, Siena, 15-17 maggio 2020, 302–12. Archaeopress Publishing Ltd, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zcm1x8.41.

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2

Agresti, Alberto, Stefania Poesini, Lucia Sarti, and Marco Zannoni. "Vie di comunicazione e scambi in area fiorentina tra Bronzo finale e prima età del Ferro." In Archeologia a Firenze: Città e Territorio, 107–10. Archaeopress Publishing Ltd, 2015. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvr43k06.11.

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