Academic literature on the topic 'Estremismo'

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Journal articles on the topic "Estremismo"

1

Santerini, Milena. "Estremismo giovanile: modelli di integrazione e formazione." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (October 2021): 40–53. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12466.

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Abstract:
Il fenomeno dei giovani che scelgono progetti estremisti esige una riflessione che consideri i fattori educativi accanto a quelli di tipo economico e socio-politico. Nell'articolo si descriveranno le forme dell'estremismo giovanile (di stampo islamista, suprematismo bianco e ideologie di sinistra) e i diversi approcci usati dalla propaganda a loro diretta. Si tratta di veri e propri modelli formativi, online e offline, che tendono a ricostruire la visione del mondo dei giovani "radicalizzati". La risposta a un fenomeno così complesso va trovata in un'educazione alla cittadinanza inclusiva e in un'educazione interculturale critica.
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2

Cuzzi, Marco. "«Moderno, veloce, di servizio»: il conservatorismo popolare de «La Notte»." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (July 2021): 67–89. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001003.

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Abstract:
Voluto dall'industriale del cemento Carlo Pesenti come quotidiano elettorale per contrastare le sinistre alle elezioni politiche italiane del 1953, «La Notte» diventò un protagonista del giorna-lismo di Milano dagli anni Cinquanta ai Settanta. Caratterizzato da uno stile dinamico, «La Notte» fu un quotidiano di informazione, riportando notizie di ogni tipo, dalla politica naziona-le alla vita economica, sociale e persino notturna. Fu il primo tabloid italiano. Il suo direttore Nino Nutrizio, un giornalista di destra, schierò il giornale con la Maggioranza silenziosa e con il "blocco d?ordine" anticomunista. Quando si accorse che l?estremismo neofascista stava mo-nopolizzando la reazione moderata milanese, Nutrizio si allontanò dal Movimento Sociale Ita-liano, schierandosi con le istituzioni. L?avvento delle televisioni commerciali ne fece declinare il successo. Dimessosi il direttore nel 1979, nella fase più acuta del terrorismo, il giornale so-pravvivrà fino al 1994, all?alba di una nuova epoca per Milano e per l?Italia.
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3

FOOT, JOHN M. "‘WHITE BOLSHEVIKS’? THE CATHOLIC LEFT AND THE SOCIALISTS IN ITALY – 1919–1920." Historical Journal 40, no. 2 (June 1997): 415–33. http://dx.doi.org/10.1017/s0018246x9700722x.

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Abstract:
During Italy's ‘two red years’ (1919–20), left-wing catholics challenged the authority of the church and the landowners in large areas of northern Italy. Calling themselves the estremisti (the extremists), left catholic unions organized peasants and workers in land and farm occupations and encouraged a series of radical strikes. Left catholic leaders became national figures, in particular Guido Miglioli at Cremona and Romano Cocchi at Bergamo. This article examines these innovative struggles and their troubled relationship with the traditional socialist Italian left during this turbulent period. No alliances were formed between the estremisti and the ‘red’ unions until 1921–4, when fascism was already rampant and the revolutionary wave had already subsided. The article analyses why alliances were not built earlier, and why the socialists were so hostile towards the catholic left. Both the theory and the practice of the traditional left prevented any positive appraisal of the estremisti. In addition, there are detailed accounts of the extraordinary mass movements inspired by Cocchi and Miglioli in some of the richest and most staunchly catholic regions of northern Italy.
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4

Maddalena, Giovanni. "Un estremista dello scotismo: Charles S. Peirce." Quaestio 8 (January 2008): 569–83. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.1.100395.

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5

Guerrini, Valentina. "Donne immigrate, estremismi e radicalizzazione. Tra rischio di vulnerabilità e opportunità di divenire costruttrici di comunità." Rivista Italiana di Educazione Familiare 19, no. 2 (December 23, 2021): 131–45. http://dx.doi.org/10.36253/rief-10670.

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Abstract:
This paper addresses the complex issue of extremism and radicalization from the perspective of gender difference and, in particular, the female gender. In fact, these issues are mostly associated with the male gender and there are still few studies, especially in the national context, on female forms of radicalization. The first studies and reports at European level highlight an increasing participation of women in terrorist organizations in recent years and the strong presence of forms of discrimination and sexist stereotypes within the organizations themselves. However, sometimes joining a terrorist organization can represent for women, especially initially, a way to feel autonomous and be able to redeem themselves from a situation of pressure, discrimination and violence suffered. Particular attention is devoted to young people and Muslim women because they are more at risk of discrimination and social exclusion and to the role of immigrant mothers as mediators of two cultures and facilitators in the process of social inclusion of younger generations, especially if supported by policies and educational models based on inclusion, recognition of difference as a value, acceptance of the other, dialogue, and respect. In this regard, the contribution presents the results of a research conducted among secondary school students to investigate the dynamics of inclusion among peers and critical issues related to the adolescent period.
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6

Davids, M. Fakhry. "Purezza etnica, alterità e angoscia: il modello del razzismo interno." PSICOANALISI, no. 1 (September 2020): 63–86. http://dx.doi.org/10.3280/psi2020-001005.

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Abstract:
L'aumento del numero di rifugiati dal Medio Oriente e dall'Africa e la crescente minaccia della violenza estremista, hanno alimentato l'ascesa del sentimento razzista, incarnato dai grup-pi politici di destra, in tutta Europa. Questo articolo suggerisce che la loro presa sulla mente derivi da una struttura interna mentale razzista universale, descritta qui in dettaglio. Quando un tale sistema si attiva nella stanza d'analisi, ne può derivare una paralisi del funzionamento men-tale dell'analista, e l'articolo sostiene che lavorare su questo, rappresenta una strada da percor-rere per gli psicoanalisti, come parte della loro autoanalisi continua.
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7

Bennani, Jalil. "L'adolescenza come metafora dell'esilio." INTERAZIONI, no. 1 (April 2021): 59–68. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-001005.

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Abstract:
L'adolescenza è una nozione moderna di cui non si parlava per nulla fino a qualche decen-nio fa nel Maghreb. "Uscire/Partire" è l'imperativo dei giovani. Vogliono uscire dall'ambiente familiare e dai modelli genitoriali. Si espongono a delle condotte a rischio, rituali di questo pe-riodo, durante i quali incontrano altri giovani coi quali vogliono integrarsi. Il rischio più grave in cui possono incorrere è quello dell'indottrinamento da parte di estremisti religiosi. Da una cultura all'altra, da un paese all'altro gli adolescenti possono acquisire nuove identità. Ma è l'identificazione, che conduce inconsciamente i loro percorsi, molto spesso attraverso il ritorno del rimosso genitoriale. Durante questo periodo di pandemia da coronavirus, i problemi sono amplificati dal distanziamento sociale e dal confinamento. In questo mondo globalizzato i sin-tomi espressi dagli adolescenti sono rivelatori dei disfunzionamenti sociali della loro epoca.
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Casali, Luciano. "Estremisti di sinistra. I marxisti-leninisti italiani e francesi nella analisi della Organización comunista de España Bandera Roja." STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no. 66 (March 2015): 137–55. http://dx.doi.org/10.3280/spc2014-066007.

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9

Wright, A. D. "French policy in Italy and the Jesuits, 1607–38." Papers of the British School at Rome 75 (November 2007): 275–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003561.

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Abstract:
LA POLITICA FRANCESE IN ITALIA E I GESUITI, 1607–38Agli inizi della guerra dei Trent'anni (1618–48) le ostilità affliggevano la penisola italiana, benché il conflitto fosse iniziato nei territori boemi e tedeschi. Queste estensioni della guerra erano dovute in gran parte all'intervento francese nella penisola, anche prima che la Francia entrasse apertamente nella guerra principale (1635). Un simile intervento preliminare minacciò da solo di sciogliere la solidarietà cattolica, per cui fu criticato non solo in Italia ma, nella Francia stessa, anche da alcuni estremisti cattolici, che si opponevano alia politica estera del cardinale Richelieu, primo ministro di Luigi XIII. Un recente studio ha dimostrato convincentemente che la presenza, durante la guerra, presso varie corti cattoliche, di confessori della casa reale rappresentati dalla Compagnia di Gesù non risultava in nessuna normale politica adottata dagli stati cattolici che furono coinvolti nella guerra. Un'ulteriore ricerca negli archivi centrali dei Gesuiti a Roma, qui presentata, rivela quanto complessi e ambigui erano gli interessi della società, quando la politica francese colpiva gli affari italiani.
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10

Hall, Robert A. "Arbitrarieta'e imprecisione nel linguaggio." Linguistica 31, no. 1 (December 1, 1991): 25–29. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.25-29.

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Abstract:
In queste citazioni si rispecchiano gli estremi di due punti di vista opposti con­ cernenti il rapporto tra illinguaggio e Ia realtà non linguistica. L'approccio di colo­ roche, come Diodoro e Roger Price, credono che le forme linguistiche abbiano si­ gnificati precisi e inalterabili, si definisce normalmente "convenzionalistico", giac­ che si presume che I 'uso del linguaggio segue regole e convenzioni che permettono poca o nessuna variazione. Dei due approcci, questo è più vecchio ed è alia base del­ le prescrizioni della grammatica e della lessicografia accademiche. L'opinione del grammatico stoico Crisippo, secondo Ia quale ogni fenomeno linguistico sarebbe polisemico, è assai meno diffusa tra gli studiosi dellinguaggio. Gli estremisti di que­ sta scuola sostengono che nessuna manifestazione dellinguaggio abbia un significa­ to preciso o un rapporto qualsiasi con il mondo reale e che, per conseguenza, illin­ guaggio si riferisca unicamente a sé stesso. Questa dottrina ha le sue radici nello "scetticismo radicale concernente illinguaggio" espresso da John Locke nel suo Es­ say Concerning Humane Understanding del 1690, ed è stata esumata nella seconda meta del Novecento dal gruppo parigino dei Telqueliens come Jacques Derrida, Ro­ land Barthes, Julia Kristeva e i loro seguaci.
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Dissertations / Theses on the topic "Estremismo"

1

Lombardi, Linda. "La polimedialità del testo teatrale e il ruolo del traduttore per il teatro. Traduzione del monologo “Der Reichsbürger” dal tedesco all’italiano." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
L’obiettivo di questo elaborato è di analizzare in ottica critica il testo teatrale alla luce di studi fatti in ambito semiotico e nel campo dei Translation Studies, per arrivare poi a delineare un approccio traduttivo che, pur senza la pretesa di essere un modello pratico da seguire, tenga conto delle specificità del procedimento di traduzione teatrale e degli obiettivi che il traduttore si pone. L'elaborato prende le mosse da alcune considerazioni che riguardano la natura polimediale del testo teatrale, in quanto testo letterario e testo orale, sulla scia degli studi portati avanti nell'ambio della semiotica teatrale da Keir Elam e Anne Ubersfeld. Si passa poi a un'analisi del concetto di performabilty e alla sua importanza per delineare il ruolo e gli obiettivi del traduttore per tradurre il testo preservandone le caratteristiche letterarie, ma in modo che sia adatto alla performance. La seconda parte dell'elaborato si concentra sulla traduzione di un monologo teatrale di Annalena e Konstantin Küspert, "Der Reichsbürger". Dopo aver presentato gli autori e il fenomeno sociale di cui tratta il monologo, segue una breve analisi dell'oralità del testo e dei Kulturspezifika che lo caratterizzano, in cui vengono motivate le strategie traduttive che sono state messe in atto per realizzare la traduzione.
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AL-KHOURY, DAREEN SUHAIL NAYEF. "Radicalization and The Social Space: The Case of Jordan." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/306460.

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Abstract:
La tesi si basa su una ricerca empirica sul fenomeno della radicalizzazione contribuendo ad arricchire la conoscenza su un tema ancora poco esplorato, soprattutto relativamente alle sue dinamiche interne e specificità contestuali. Il contesto di riferimento è stato la Giordania, paese da cui proviene il maggior numero (pro capite) di militanti nelle organizzazioni islamiche presenti in Siria e in Iraq. La popolazione oggetto d’analisi sono stati i giovani (nella fascia 18-30 anni) e alcuni testimoni privilegiati, esperti del fenomeno. Il quadro teorico di riferimento ha tratto spunto dalla teoria dello spazio sociale di Pierre Bourdieu, mentre il disegno della ricerca ha utilizzato approcci qualitativi (desk analysis, interviste semi strutturate) e quantitativi (survey). In particolare, nell’ambito della survey sono stati raccolti 2200 questionari rivolti alla popolazione giovanile con l’obiettivo di analizzare opinioni e atteggiamenti progressisti/conservatori nei confronti della religione e della società. La tecnica di analisi utilizzata è stata quella delle corrispondenze multiple (ACM) con lo scopo di individuare i fattori latenti e le loro relazioni di interdipendenza alla base delle opinioni dei giovani intervistati nei confronti della religione e dell’estremismo islamico. Sulla base dei risultati ottenuti è stata costruita una tipologia di giovani favorevoli o meno a far parte di una organizzazione radicale. I risultati complessivi della ricerca forniscono indicazioni utili per prevenire il fenomeno della radicalizzazione. In particolare, emerge l’importanza di avere a disposizione dati di qualità per colmare le lacune oggi esistenti unitamente agli stereotipi sull’Islam e sul fenomeno della radicalizzazione. Inoltre, sottolineano l’importanza della distinzione tra Jihad e terrorismo e dell’importanza dell’investimento sul capitale culturale dei giovani che, come è emerso dalla ricerca contribuisce a sviluppare una mentalità progressista e tollerante e ad allontanarli dalle organizzazioni radicali.
In this study, the radicalization phenomenon is investigated. Value is brought in the sense that it offers a strong domestic perspective that aims to compensate for insufficient efforts in analysing contextual specificities and domestic factors in radicalization studies. Focusing on the case of Jordan, a country known to have produced the highest number of fighters to have joined Islamic organizations in Syria and Iraq, and specifically on youth, the research draws insights from Pierre Bourdieu’s theory of social space and utilizes the desk research analysis and semi-structured interview methods to acquire profound contextual knowledge. Moreover, the research uses the survey method to collect and analyse 2,200 collected questionnaires using multiple correspondence analysis (MCA) to reveal unknown patterns and structures formed between a complex set of social, economic, cultural and symbolic local factors and an opinion indicator, acquired using the experimental vignette method (VEM), to measure the level of progressiveness, religiousness and extreme opinions of the young participants. The findings in this research are organized in a typology and a framework of five individual profiles that propose initial points of differentiations in the profiles of those who choose or reject the idea of joining a radical organization. The findings pinpoint the importance of differentiating between Jihad and terrorism, and propose policy recommendations that include investing in providing rich, high-quality and accurate data about Islam to fill the gaps in knowledge for those who seek additional religious profundity, and enhancing the cultural capital ‒ an underestimated aspect in counter-radicalization strategies ‒ for its revealed strong association with a progressive and tolerant mindset in the country.
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Marsi, Federica Anna Maria <1988&gt. "Opposti estremismi: Yusuf al-Qaradawi e la stampa italiana." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2076.

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Abstract:
Oriente e occidente si guardano il più delle volte a due passi di distanza, diceva Edmond Jabès. La stampa italiana è finita molte volte sul banco degli imputati per il modo in cui traduce culturalmente e rappresenta l'Islam e la cultura musulmana, allungando le distanze tra le due parti invece che aiutarle a percorrere quei due passi che le separano. L'idea di trattare il rapporto, spesso conflittuale, tra Yusuf al-Qaradawi e i mezzi di comunicazione nasce da questo tipo di osservazioni. Considerato da molte redazioni e in alcuni ambiti accademici come un estremista religioso, un “predicatore di odio”, Qaradawi è sicuramente la figura religiosa più carismatica e influente del mondo sunnita ma anche la più controversa. La tesi si propone di analizzare il pensiero di Qaradawi - tratto dai suoi libri in lingua originale - confrontandolo con articoli provenienti da varie testate italiane, evidenziando e dimostrando come il pensiero e le idee dell' 'ālim egiziano siano inserite in contesti ideologizzati che rispecchiano lo schema valoriale occidentale. Trattando il suo pensiero, vedremo anche come la stampa traduce e trasporta fra due sistemi culturali così diversi le tematiche centrali che costituiscono oggi il fulcro del dibattito sul mondo islamico: la possibilità di un dialogo interreligioso, la questione palestinese e la condizione della donna. Dimostreremo come la lettura di questi argomenti secondo uno schema interpretativo puramente occidentale abbia giocato un ruolo determinante nel processo che ha portato ad attribuire a Yusuf al-Qaradawi l’etichetta di estremista. Inquadreremo inzialmente la vita e il pensiero di al-Qaradawi, per poi passare alla questione preminente e dirompente del dialogo. Il secondo capitolo sarà dedicato al concetto di fondamentalismo e alla questione palestinese, mentre quello successivo affronterà la questione femminile. Alla fine di ciascuno di questi capitoli saranno analizzati alcuni articoli comparsi su varie testate italiane, in modo da vedere come i mezzi di comunicazione incidono sulla formazione dell’opinione pubblica riguardo ai suddetti argomenti e, conseguentemente, sull’immagine di Yusuf al-Qardawi. E’ importante notare che tali osservazioni si avvarranno degli strumenti della linguistica, della semiotica e dell’antropologia al fine di escludere commenti di merito e giungere ad un’analisi scientifica dei testi in esame. Non si tratta quindi semplicemente di polemizzare il ruolo della stampa o di difendere Qaradawi, ma di intraprendere un percorso che ci permetta di illuminare i diversi sistemi valoriali, le differenze culturali, le difficoltà di traduzione e le contrapposizioni ideologiche che entrano in gioco fra questi opposti estremismi.
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4

Acinapura, Antonella <1989&gt. "Dissensi radicali: analisi comparativa dei movimenti estremisti Kach e Hamas durante gli attentati terroristici del 1994." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7845.

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Abstract:
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è fare un confronto fra due movimenti religiosi estremisti, il movimento israeliano Kach e Hamas, per individuare i fattori che innescarono un processo di violenza durante gli accordi di pace fra Israele e Palestina. La tesi intende chiarire innanzitutto cosa si intende per “movimento sociale” e quali sono le teorie utili per definire il fenomeno della violenza politica. Tali teorie saranno applicate ai rispettivi movimenti per individuare i fattori che determinarono il loro successo politico e sociale durante il processo di pace. Infine, l’analisi si focalizzerà su un confronto fra due attentati terroristici, il massacro di Hebron e l’attacco di Afula, perpetrati rispettivamente dal movimento israeliano e dal movimento palestinese nel 1994. Attraverso questo confronto, la tesi intende dimostrare che la violenza politica, in realtà, è una strategia, a cui movimenti antagonisti fra loro possono far ricorso in determinate circostanze politiche. Tali scelte strategiche sono dettate principalmente dall’ambiente esterno in ci opera un movimento e, in particolare, dal suo rapporto con il governo, la disponibilità delle risorse, e la presenza di eventuali contro-movimenti o attori influenti che certificano l’uso della violenza come l’unico mezzo d’azione possibile.
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Books on the topic "Estremismo"

1

Pumilia, Nino. L' ingiusta e artificiosa teoria degli "opposti estremismi". Firenze: L'Autore libri, 1990.

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2

Cesare, De Michelis, ed. L' estremista moderato: La letteratura, il cinema, la politica. Venezia: Marsilio, 1993.

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3

Grazioli, Stefano. Nel nome della "gente": Populisti, estremisti, leader carismatici nell'Europa d'oggi. Novara: Baroli, 2004.

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4

Baldoni, Adalberto. La notte più lunga della Repubblica: Sinistra e destra, ideologie, estremismi, lotta armata (1968-1989). Roma: Serarcangeli, 1989.

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5

Baldoni, Adalberto. Il crollo dei miti: Utopie, ideologie, estremismi : dalla fine del miracolo economico alla crisi della Prima Repubblica. Roma: Settimo sigillo, 1996.

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6

Gli estremisti bianchi: Comunione e liberazione, un partito nel partito, una chiesa nella chiesa. Roma: Datanews, 1986.

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7

Anni Sessanta comincia la danza: Giovani, capelloni, studenti ed estremisti negli anni della contestazione. Pisa: BFS, 2002.

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8

Aceranti, Andreas, Rosario Bonaventura, and Simonetta Vernocchi. Radici Della Violenza: Tra Terrorismo Ed Estremismo Religioso. Independently Published, 2017.

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Book chapters on the topic "Estremismo"

1

Biagioli, Raffaella, Valentina Guerrini, and Maria Grazia Proli. "LA PREVENZIONE DEI COMPORTAMENTI ANTISOCIALI, DEGLI ESTREMISMI E DELLA RADICALIZZAZIONE TRA I GIOVANI ATTRAVERSO LA FORMAZIONE DEI DOCENTI. L’ESPERIENZA DEL PROGETTO EUROPEO DIVE IN." In Desafíos de la investigación y la innovación educativa ante la sociedad inclusiva., 1346–54. Dykinson, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3s4b.109.

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